Capitolo 8 voglio aiutarti
"Quando toccherà a lui?"
Chiede Sofia, prendendo posto nella piccola platea nel locale.
Il cui centro è un grande ring classico, consumato dagli incontri combattuti negli anni.
"Dopo questo incontro, almeno a come mi ha detto Owen."
Lucas fa sedere Emma al fianco di Sofia, per poi fare da chiudi fila.
Una volta arrivati al locale, non sapevano cosa c'era ad aspettarli.
Anche una volta entrati, non sembrava nulla di che, se non un classico locale da sabato sera.
L'unica cosa che un po' stonava, erano Owen e Rayan, che parlavano preoccupati davanti a una porta nera con scritto prive.
Sofia non si è fatta scappare l'occasione, e dopo averli torchiati e minacciati, si è fatta dire la verità.
O meglio una parte della verità, cioè che Oliver è qui per combattere, omettendo la parte della minaccia di Logan.
Ora i due ragazzi, sono ai piedi del ring.
Un po' pentiti di aver ceduto alla piccola Harley e Company.
"Abbiamo fatto una cazzata a dirglielo.
Oliver ci farà il culo."
Sussurra Owen, davvero preoccupato per come la prenderà l'amico.
Come se non avessero già abbastanza preoccupazioni.
"L'avrebbero scoperto lo stesso.
La mia Harley è un osso duro, in un modo o nell'altro avrebbe scoperto qualcosa
Almeno così la so lontana da tipi loschi."
Rayan se la immagina girare per il locale e fare domande scomode.
Irritando persone che è meglio non irritare.
"Sarà come dici tu.
Ma a me sembra comunque una gran cazzata."
Conclude Owen tornando a guardare l'incontro in azione, in attesa che arrivi il turno dell'amico, sperando che vada tutto bene.
Lo stesso sta facendo Emma, che si chiede come si sia fatta convincere a venire qui.
Oliver questo pomeriggio gli ha dimostrato tutto il suo disprezzo.
E ora lei è lì, per cosa?
Per fare il tifo per lui?
No, più che altro per pregare che vada tutto bene.
L’ha ferita veramente, ha sentito ogni goccia di veleno entrare in circolo.
Ma sa anche che erano dettate da una rabbia, che lo tormentava da giorni.
Segretamente lo ha spiato, notando un alone di ansia seguirlo ovunque andasse.
E ora sa che questa serata c'entra qualcosa.
E sente il bisogno di scoprire cosa tormenta quel ragazzo, anche se non ne sa il perché.
Non gli resta che sospirare, e segretamente ringraziare Sofia, che l'ha attirata nel locale con la scusa che Lucas era nei guai.
Quando invece il suo complice sta benissimo e le stava aspettando davanti al locale.
Solo dopo aver parlato con i due ragazzi, Sofia le ha detto tutta la verità.
Facendola incazzare per averla ingannata.
Ma Sofia si è giocata bene le sue carte, promettendole che avrebbe coperto gratuitamente i prossimi tre turni al bar.
Emma ha accettato, sapendo benissimo che non le farà coprire i suoi turni, ma infondo è il gesto che conta.
Se Sofia le ha offerto tanto, vuol dire che la presenza di Emma lì è importante.
Così si ritrova seduta in seconda fila, ad aspettare di vedere Oliver darle e prendere di Santa ragione.
Il cuore palpita per l'agitazione.
In realtà è stato da incoscienti portare la loro amica lì.
E anche Emma lo è ad essere rimasta.
Stringe sulle ginocchia la borsa, dove il flaconcino è già a portata di mano.
Sperando di non averne bisogno.
L'incontro finisce, il vincitore viene clamato a gran voce.
Mentre il perdente viene portato via da due uomini.
Ridotto davvero male, tanto da sembrare incosciente.
L'uomo, più simile a un orso grizzly, sorride vittorioso in attesa del prossimo avversario.
Che, come teme Emma, è proprio Oliver.
"Ed ecco a voi un ex campione di Los Angeles.
Oliver Johnson qui solo per voi."
Infatti, quest'ultimo entra da una porta secondaria.
Sorride sentendo il suo nome gridato a gran voce.
Per poi incamminarsi verso il ring.
Ma in modo confuso e barcollante.
Come se fosse ubriaco.
Come gli salta in mente di bere, prima di un incontro del genere?
Si chiede Emma, preoccupata per come potrebbe mettersi la situazione.
Ricevendo inconsciamente risposta da Rayan e Owen, che guardano l'amico confuso.
No, non può essere.
Oliver si è allenato giorno e notte per questo maledetto incontro.
Non si sarebbe mai fatto di nulla.
Eppure sia loro che Emma, notano la sua pelle bianca e imperlata di sudore.
E i suoi occhi dilatati e spaesati.
Sembra essersi fatto di qualcosa, di qualcosa di pesante.
Sale sul ring, seguito dai suoi amici che si posizionano all'angolo.
Per poter intervenire per qualsiasi evenienza.
Emma stringe con forza la borsa al suono della campana.
E da lì è il caos.
Le urla intorno ad Emma aumentano, ma lei non li sente.
Gli occhi fissi su Oliver che subisce ogni corpo.
Nell'orecchio le sembra quasi di sentire il proprio cuore battere furioso.
"Reagisci cazzo.
Lo sta massacrando."
Urla Sofia al suo fianco.
Indignata dalla scena.
Hanno visto spesso Oliver sul campo da football.
E anche in qualche rissa davanti all'istituto.
E mai l'hanno visto così scarso.
"Se continua così lo finirà già nel primo turno."
Continua Lucas, non riconoscendo il suo compagno di squadra.
Preoccupato di vederlo perdere già nella prima parte dello scontro.
Infatti ogni incontro è diviso in due tempi.
Divisi da pochi minuti per fare riprendere fiato ai combattenti.
Cosa inusuale in realtà, in vigore solo in questo locale per motivi sconosciuti.
Le parole degli amici, le urla di Owen e Rayan, la figura di Oliver sofferente sotto i continui colpi.
Fanno aumentare il malessere di Emma, che distoglie lo sguardo solo per guardare il grande orologio che segna i pochi minuti che mancano alla campana.
Manca poco, ma Oliver mostra sempre più segno di cedimento.
Fino a crollare a terra.
Facendo crollare il moralmente a Emma.
Tira fuori il flacone, pronta a spegnersi, sentendosi ormai al limite.
Oliver è a terra immobile, mentre l'avversario si prepara a finirlo.
Sotto lo sguardo tremante di Emma, che non sa che fare.
Guarda il flaconcino stretto tra le dita, la soluzione a questo malessere, la promessa di spegnersi e non sentire nulla.
Ma non può, non può spegnersi.
Non può rimanere inerme davanti a Oliver che viene massacrato.
Distoglie lo sguardo velocemente dal flacone, al suono della campana.
Pochi secondi per fare una scelta.
Aiutare Oliver, o spegnersi.
Intanto l'avversario viene fermato prima che possa colpire Oliver, che viene trascinato all'angolo dagli amici.
Ormai si sente succube di un circolo di confusione e malessere.
"Amico che cazzo ti prende?
Cosa hai preso?"
La voce Owen gli arriva bassa, nonostante sia davanti a lui.
Gli prende il viso tra le mani, analizzando quanto sia messo male, mentre Rayan gli bagna il collo con un asciugamano umido, per poi fargli bere un po' d'acqua.
A un certo punto, la bottiglietta si sposta dalla bocca, per poi essere rovesciata del tutto sul viso di Oliver, che sembra riprendersi.
L'acqua fredda gli colpisce gli occhi, come a risvegliarlo da quello stato.
Anche se non del tutto.
La persona che l’ha colpito con l'acqua è al suo fianco.
Ma lui è ancora frastornato per capire chi sia.
"Colpisci il ginocchio destro e il fianco sinistro."
Una voce femminile gli urla nelle orecchie più volte questa frase.
Mentre gli amici cercano di ripulirlo dal sangue che gli cola dal labbro e dal graffio sul sopracciglia.
"Hai capito?
Colpiscilo li."
Continua la voce femminile.
Oliver sta per voltarsi verso di lei.
Quando la campana suona e viene spinto nuovamente al centro del ring.
L'avversario è tranquillo davanti a lui.
Osserva soddisfatto il viso ferito del ragazzo, contando di avere la vittoria già in tasca.
Oliver si sente ancora stordito.
Ma più lucido, grazie all'intervento di quella ragazza.
Che non sa ancora chi è, eppure pensa di conoscere quella voce.
La stessa che gli vortica in testa insistentemente.
L'avversario sta per colpire, e a Oliver non resta che scegliere.
Perdere e farsi massacrare o fidarsi di quella voce.
Quando l'avversario è abbastanza vicino, Oliver colpisce con forza il fianco sinistra.
Facendo arretrare il vichingo.
Ci tiene troppo alla sua vita.
E solo l'idea di perderla, una scarica di adrenalina si impossessa di lui.
Facendolo finalmente reagire in modo lucido.
Si fida ciecamente di quella voce.
E, prima che il vichingo si riprenda, lo colpisce con forza al ginocchio destro.
Facendolo crollare in ginocchio.
Una luce di speranza colorano gli occhi grigi di Oliver, che ora fissano quelli sofferenti del l'uomo in ginocchio.
Si carica dell'ultima botta di adrenalina rimasta.
E prendendogli la testa tra le mani, carica l'ultimo colpo, una ginocchiata sul naso che fa crollare del tutto l'avversario.
Cala il silenzio in sala, in attesa che il favorito si rialzi.
L'unico rumore è il respiro di Oliver, che prega le gambe di non abbandonarlo proprio ora.
Sperando che sia finita.
Il favorito rimane a terra, sotto lo sguardo sorpreso di tutto il pubblico.
Che si chiede silenziosamente che cazzo è successo.
Fino a qualche minuto prima le posizioni erano inverse, mentre ora tutto è scoppiato nel caos.
Oliver si sente afferrare il braccio e alzarlo verso l'alto.
E il caos di applausi e urla torna a riempire l'intera sala.
"L'ex campione torna sull'onda.
Oliver Johnson."
Urla il presentatore dichiarandolo vincitore.
Ma ormai le gambe gli stanno per cedere, quindi lascia che i suoi amici lo portino via da lì.
Però prima di scendere dal ring, incrocia lo sguardo di Logan.
Che non sembra soddisfatto della sua vittoria.
Cosa che ruba un sorriso a Oliver.
Almeno una soddisfazione.
I due amici, lo trascinano fino agli spogliatoi.
Ma non sono soli.
"Buttatelo sotto una doccia o qualcosa del genere.
Fatelo riprendere."
Oliver, ormai nella più totale confusione, viene messo con la testa sotto l'acqua corrente fredda.
"Cazzo."
Urla Oliver, sentendo il getto freddo sulla nuca.
Che però fa da sveglia ai suoi nervi atrofizzati.
Viene poi finalmente tolto dall'acqua, per essere spinto a sedere sulla panchina.
Soffocato dai due amici che continuano a mettergli le mani sul viso, dandogli un senso di oppressione.
Che, dato lo stato in cui si trova, gli fa quasi mancare il respiro.
"Spostatevi.
Non vedete che gli state togliendo il respiro?"
I due ragazzi vengono spostati via malamente.
E finalmente Oliver, ripreso quasi del tutto, da un volto alla voce femminile che l'ha salvato.
Incrocia due occhi marroni, che stanno osservando i lividi sul viso.
"Come ti senti?"
Gli sussurra Emma, inginocchiandosi davanti a lui.
Lasciandolo sorpreso.
Dopo tutta la merda che gli ha buttato addosso, lei lo ha aiutato, ed ora è qui davanti a lui.
Mostrandosi preoccupata per lui.
Oliver si limite ad annuire, senza distogliere lo sguardo da lei.
Fregandosene dei due amici ancora nel pieno panico per ciò che è successo.
"Cosa hai preso prima dell'incontro?"
Continua Emma, cercando di rimanere razionale.
Sia per non sentirsi male, sia per fare il bene del ragazzo.
"Nulla, non ho bevuto nemmeno un goccio d'acqua.
Fino a che..."
Un flash dell'incontro con Logan gli torna in mente.
Si ricorda di quell'offerta, di quella bottiglietta d'acqua bevuta d'un fiato.
La stessa che ora guarda appoggiata sulla panchina poco lontano da loro.
"È stato Logan, deve aver messo qualcosa in quella bottiglietta."
Solo i due amici capiscono di chi sta parlando.
Mentre Emma non gli chiede nulla, preferendo cercare negli armadietti una casetta del pronto soccorso.
"Voi due, andate a prendere delle bottigliette d'acqua.
Senza droghe dentro se possibile."
Li fulmina Emma, mandando via i due ragazzi, inutili nello stato di confusione in cui sono.
Rimanendo così soli, nel silenzio di un orribile spogliatoio.
Emma, trovata una scatola di pronto soccorso che ha visto giorni migliori, torna in ginocchio davanti a lui.
Che ancora si chiede cosa ci faccia lei lì.
"Perché sei qui?"
Infatti glielo chiede, osservandola tirare fuori dalla scatola cotone e disinfettante.
Ma riceve come risposta solo una alzata di spalle.
"Forse trovo soddisfazione nel vederti messo male."
Gli risponde, nascondendo un sorrisino.
Che contagia Oliver.
Facendolo subito pentire, perché gli provoca dolore al taglio sul labbro.
"Ti fa male?"
Gli chiede, sfiorandogli la guancia facendo attenzione a non toccare i lividi.
Gesto che fa sospirare Oliver, ormai non più abituato a gesti così intimi.
La sua mano è dolce e calda.
Piacevole ai nervi tesi, che trovano finalmente un po' di pace.
"Ho visto giorni migliori."
Un sorriso, per poi tornare a un silenzio piacevole e confortante.
Emma gli cura con dolcezza ogni livido.
Rallentando quando vede piccole smorfie di dolore, dovuto al graffio al labro più profondo degli altri.
Per tutto il tempo Oliver non distoglie lo sguardo da questa ragazza, che ancora una volta lo sorprende.
"Sapevo che eri uno sciocco.
Ma non da arrivare a tanto."
Mettendo via le cose usate, decide di dare un taglio a questa atmosfera spensierata.
Per capire cosa sta succedendo al ragazzo.
"Sei qui per farmi la ramanzina?"
Sbuffa lui, avvicinandosi all'unico lavandino presente.
" O no, ti basta alzare lo sguardo sullo specchio.
Per capire la cazzata che hai fatto."
Lo prende in giro, facendogli alzare lo sguardo verso lo specchio.
Dove vede finalmente in che stato è.
Un livido nero sotto l'occhio.
Una taglio sul sopracciglio destro.
E per concludere in bellezza, una taglio sul labbro inferiore che fa un male cane.
Insomma non è un bel vedere.
"Ce l'avrei fatta tranquillamente se quel bastardo non mi avesse drogato."
Stringe i pugni sul lavello, dandosi del cretino per aver accettato quella bottiglietta.
Spinto dal nervoso che gli chiudeva la gola.
"Forse sì, forse stasera ce l'avresti fatta.
Ma il prossimo incontro?
Non basta usare la rabbia e avere i nervi tesi.
Incontrerai qualcuno che userà tecnica e razionalità, e sarai fottuto."
Questo Oliver lo sa bene.
Sa che qui non è come ha Los Angeles.
Qui i combattenti sono quasi tutti ex professionisti, che hanno quello che lui non ha.
Preparazione.
Ma purtroppo non si può tirare indietro.
E non ha voglia di darle spiegazioni.
"Fatti i cazzi tuoi Lopez.
Se pensi che mi ritirerò perché tu non sei d'accordo, fottiti.
Non cambierò idea."
Si volta verso di lei, fulminandola con queste parole.
"E chiariamo che tu non sei nessuno per darmi ordini.
Per dirmi cosa devo fare."
Ancora una volta la usa per sfogare la sua frustrazione.
Trovandola tranquilla a braccia incrociate, come se le sue parole non l’avessero nemmeno sfiorata.
Indifferente alle cazzate che dice.
"Non ti sto dicendo di mollare."
Oliver si ferma sul posto.
Si aspettava urla, che gli dicesse di abbandonare tutto.
Che era un pazzo a continuare con questa minchiata.
E invece...
"Voglio darti una mano, un modo per vincere.
E non finire di nuovo in queste condizioni."
Cosa?
Non solo non lo ha sgridato, ma gli sta offrendo un aiuto.
Una speranza di potercela davvero fare.
Chi è davvero Emma Lopez?
"Senti, non so che cosa ti sta succedendo.
Ma so che è qualcosa di grosso a spingerti a fare questa cazzata.
Ti sto solo dicendo di usare il cervello."
Emma sente che c'è qualcosa sotto.
Perché se così non fosse, se fosse per divertimento, non l'avrebbe visto nervoso per giorni.
Non avrebbe lo sguardo preoccupata.
Lo stesso sguardo che ora la sta guardando.
Che le sta scavando dentro, trovando qualcosa che non ha mai visto prima.
Sentimenti.
Infatti Emma davanti a lui, gli sorride di incoraggiamento.
Dandogli un senso di calore in quegli occhi castani, in genere freddi e controllati.
"Ecco, abbiamo preso tutte le bottigliette che avevano al bar.
E..."
I due amici si bloccano, sentendo anche loro qualcosa nell'aria.
Oliver senza accorgersene si è avvicinato ad Emma.
Arrivando a pochi passi da lei, ritrovandosi a un battito di cuore.
Con uno sguardo complice impossibile da non notare, nonostante hanno distolto l’attenzione appena i due sono entrati.
Ma non abbastanza velocemente.
"Si certo, grazie a me che mi sono fatta amico il barista."
Li scavalca Sofia, facendo l'occhiolino a Rayan.
Che sbuffa ricordando la scena.
I due appena ricevuto l'ordine di Emma, sono corsi al bancone.
Dove però il barista si è rifiutato di servigli acqua, perché dopo una certa ora si serve solo alcolici.
È stato in quel momento che Sofia si è fatta avanti, dopo averli osservati per un po', iniziando a flirtare con il barista.
Sotto lo sguardo innervosito di Rayan.
Che avrebbe voluto prendere a pugni quella testa di cazzo che continuava a sorridere alla sua Harley.
Ma alla fine si è dovuto trattenere, dato che il piano della bionda ha funzionato.
Per poi seguire i due complici fino allo spogliatoio.
Dove ora gode dello sguardo geloso di Rayan, che lo nasconde da fare schifo.
"L'importante è averle recuperate."
Owen, seguito da Lucas, si lascia alle spalle i due finti fidanzati.
Per raggiungere l'amico, che ha sicuramente un aspetto migliore.
"Tieni amico."
Gli passa una bottiglietta, strappata da una cassa di quattro.
Che Oliver sa dover bere per espellere tutta la droga, ingerita inconsciamente, più velocemente possibile .
Osservando intanto Lucas avvicinarsi a Emma e abbracciarla.
Scena che gli sfiora i suoi nervi, senza sapere il perché.
L'unica cosa a cui pensa è che lei ricambia l'abbraccio.
Mostrando un lato di lei, che a lui non ha mai mostrato.
Si stringe a Lucas, mostrandosi fragile e delicata, come Oliver non l'ha mai vista.
Nemmeno dopo il loro scontro in biblioteca.
Si chiede cosa ci sia tra i due, anche se non ha mai notato comportamenti intimi a scuola.
Ma questo non vuol dire che non ci sia nulla fuori dalle mura scolastiche.
E questo strano legame, confonde Oliver.
O meglio l'idea che si era fatto di lei.
Lei che in genere è fredda e indifferente al mondo, ora si scioglie tra le braccia di Lucas.
Che, al contrario, non ne è assolutamente sorpreso.
Anzi, sembra conoscere una Emma totalmente diversa.
"Ragazzi sarà meglio andare."
Attira l'attenzione di tutti Owen, ormai stufo di stare in questo buco di fogna.
"Owen ha ragione.
Questo posto non è divertente come credevo."
Sorride Sofia, allontanandosi da Rayan.
Come sempre lasciandolo a bocca a asciutta.
Così i due gruppetti si preparano a separarsi.
Per tornare a una vita normale, almeno fino al prossimo sabato.
Sapendo bene che si ritroveranno di nuovo, insieme, tutti li.
"Bene ragazzi, ci si vede."
Li saluta come sempre Lucas, ormai conosciuto per i suoi modi essenziali e silenziosi.
Si prepara ad andare via, con ancora Emma sotto il suo braccio.
Ma, prima di andar via.
Emma si ferma, voltandosi verso Oliver.
Che si sta infilando la giacca, pronto a tornare a casa.
A un meritato riposo, dopo una serata del genere.
Se non una intera settimana.
"Mi raccomando.
Bevi tanta acqua.
Ti aspetto domani davanti all'istituto alle 16:00 per la lezione di matematica."
Conclude con un occhiolino lei, facendogli capire che non farà domande su questa storia.
Per poi andarsene via con i suoi amici.
Lasciando sul viso di Oliver un sorriso, come non ne aveva da tempo.
Un sorriso sorpreso e felice.
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