Capitolo 50 insieme
Dopo 10 giorni dagli esami, è tradizione partecipare al ballo di fine anno.
Dedicato in teoria ai diplomandi, in pratica è uguale a tutti gli altri balli.
Vestiti eleganti, balli, alcol e noia.
Ma, nonostante tutti sappiano che è così.
L'emozione è alle stelle.
Perché anche se è uguale a tutti gli altri balli, è l'ultimo.
L'ultima notte all'istituto prima di entrare ufficialmente nel mondo dei grandi.
"Sarà fantastico, e tutti guarderanno noi.
Le fantastiche e indimenticabile diplomate."
Saltella euforica Isa, per poi lanciarsi sul letto di fianco a Emma.
Mentre Sofia e Scarlett sono sedute comode ai piedi del letto.
"Io spero solo che non finisca come quello di inverno."
Parla a bocca piena Sofia, sgranocchiando salatini.
Facendo scoppiare a ridere le altre.
E chi se lo scorda quel ballo.
La sera più bella e più folle della loro vita.
"Be, spero che vi divertiate.
E mi raccomando fate tante foto da farmi vedere."
Sorride Emma, cercando un posizione più comoda.
Spegnendo un po' l'entusiasmo delle amiche.
Il ballo si terrà questa sera, ovvero dieci giorni prima dell'operazione, perciò per Emma sarà impossibile partecipare.
Volendo evitare di rischiare di sentirsi male, proprio ora che manca così poco.
Le amiche si sentono in colpa per non averci pensato prima di parlarne per ore.
Ma Emma non gliene fa una colpa, perché lei è la prima a non parlarne mai.
Quando è iniziata la cura, è stata chiara con i suoi amici, nel non volerne mai parlare.
E vivere questo periodo senza il peso che indossa la futura operazione.
Ma ora che quella data è così vicina, è impossibile non pensarci.
Nonostante tutti facciano di tutto per non parlarne.
"O si, ne faremo così tante, che ti sembrerà di esserci stata."
Esclama Isa, alzandosi dal letto.
Nascondendo agli occhi della Lopez la lampadina che si è accesa nel suo cervello.
"Ora dobbiamo andare.
Dobbiamo prepararci e andare a comprare un paio di cose.
Forza ragazze."
Fa segno alle ragazze di seguirle.
Che rimangono un po' confuse, dato che avevano deciso di stare con Emma a prepararsi.
Ma Isa, mentre la Lopez è distratta dal telefono, gli fa segno di seguirla.
Mostrando una luce negli occhi che non promette nulla di buono.
Perciò sono d'accordo.
"Certo, mi ero dimenticata che mi mancano le scarpe."
Gli regge il gioco Sofia, alzandosi, e togliendosi di dosso le briciole.
Tirando su anche Scarlett, ancora non del tutto conscia di ciò che sta succedendo.
Ma pronta comunque anche lei ha fare la sua parte.
Tutte e tre salutano gioiosamente Emma, rimasta sdraiata tutto il tempo sul letto.
Lasciandola confusa e un po' delusa quando vanno via.
Credeva che sarebbero rimaste con lei fino alla sera, fino a quando sarebbero dovute andare al ballo.
Ma non se la sente di fargliene una colpa, non è divertente prepararsi con lei nel letto.
Perciò sospira, sorridendo felice per le sue amiche.
Che si meritano di passare una serata divertente, perché non è giusto fargli pesare il suo stato.
Anche se deve ammettere che oggi sta stranamente bene.
Forse perché in vista dell'operazione, il suo corpo ha deciso di darle tregua fino a quel giorno.
Tanto che era tentata di andare al ballo.
Ma poi si è ricordata della confusione, della musica troppo alta, e dello spazio ristretto che poteva subire tra la folla.
Perciò ha concluso che è meglio così.
Infondo se tutto andrà bene, avrà altre occasioni per divertirsi.
Almeno spera.
"Ei, disturbo?"
Chiede suo padre fermo sulla soglia della porta.
"Mai papà.
Non hai ne meno da chiedere."
Gli sorridere lei, facendogli spazio sul letto.
Per poi accoccolarsi al suo petto quando il padre la raggiunge.
"Come stai?"
Gli chiede dolcemente, accarezzandole il capo.
Mentre il sole di primo pomeriggio li illumina e li riscalda.
È da tanto che non hanno un momento tutto loro.
E il padre decide di sfruttare l'assenza del bad boy per avere sua figlia tutta per sé.
"Bene, stranamente bene.
E un po' mi fa paura."
Si lascia andare lei, confessandosi al suo più caro amico e custode.
Trovando sollievo nel dirlo ad alta voce, così continua.
"Ho paura che questo benessere sia solo un soffio di vento prima della tempesta."
E come se tutto andasse troppo bene, solo per illuderla e farle dimenticare che presto sarà o vita o morte.
E la prima volta che ne parla, che nostra l'ansia che sente dentro.
Quando è iniziata questa "lotta", l'operazione sembrava un punto lontano, iraggiungilile.
Ma è bastato distogliere gli occhi un istante, per poi ritrovarsela davanti.
"Ti ricordi quando da bambina avevi paura?
Cosa ti facevo fare?"
Emma sbuffa, sollevandosi dal petto del padre per mettersi seduta.
"Non stiamo parlando del primo giorno d'asilo, o dell'esame all'ammissione dell'istituto.
Quelle paure non erano nulla in confronto a questa."
Si mostra quasi offesa, mentre il padre non la calcola minimamente.
Alzandosi dal letto per recuperare la chitarra posata dietro la scrivania.
"E vero.
Ma anche vero che quando le provavi credevi la stessa cosa.
Che non ci fosse nulla di peggio."
Si mette comodo lui, ai piedi del letto, accordando con cura la chitarra.
Facendo sbuffare la figlia, ma che poi alla fine si mette comoda.
Lasciandosi trascinare dalle prime note più o meno accordate della chitarra.
"Andiamo Emma.
Sfogati così, come sei abituata a fare.
Perché se le parole mancano..."
Lascia in sospeso il padre, aspettando che la figlia finisca la frase.
"Tu creale e cantale."
È da tanto che Emma non lo fa.
Che non si lascia andare, liberandosi di tutti i brutti pensieri.
E lei e il padre hanno sempre usato questo metodo per farlo.
Emma guarda sul padre che ricambia lo sguardo.
Lui rimane fermo, attende che lei inizi, per poi seguirla e sostenerla, sempre.
"¶Sta per grandinare.
Ed io non so tremare più.
Stamattina cercavo qualcosa di me
E volavo lontano immobile."
La chitarra inizia a suonare, accompagnando questa dedica.
Questo canto, questo urlo, verso una cosa così astratta.
Che però sta lottando dentro di lei.
"¶Guarda quante case.
Sono tutte storie d'aggiungere.
Nella gente speravo i ricordi per me.
E mi facevo cullare immobile."
Dedica questa canzone alla vita, alla paura di non farcela.
A questa malattia che la resa immobile nell'attesa che scompaia o la consumi.
"¶Lasciami sognare.
Lasciami dimenticare.
Lasciami ricominciare a camminare, a passi più decisi.
E fammi immaginare.
Quanto ancora c'ho da fare.
Forse crescere e invecchiare.
Quanto ancora ho d'amare.
Quanto ancora ho d'amare."
E si lascia andare, urlandogli contro solo questo.
Di lasciarla stare, di lasciarle vivere la sua vita senza questa paura.
"¶Fammi immaginare.
Quanto ancora ho da fare.
Forse crescere e invecchiare.
Quanto ancora ho d'amare.
Quanto ancora ho d'amare."
Quante cose deve fare nella sua vita, quante ancora ne vuole fare.
Quanto ancora ha d'amore, ha da piangere, ha da ridere.
E si sente più libera.
Come quando si litiga e si urla tutto ciò che si pensa.
Rendendo quel momento meno pauroso, meno impossibile.
Perché ora ricorda che ha ancora tante cose da fare.
E non può rimanere immobile, non vuole diversi fermare.
"Va meglio?'
Gli chiede il padre, mettendo via la chitarra e sedendosi vicino a lei.
"Molto.
Grazie papà."
Gli sorride dolce, lasciandosi accarezzare il viso dalla grande e forte mano del padre.
"Sempre amore mio.
Io sarò vicino a te per sempre.
E ti sosterro quando avrai paura e festeggiero con te le tue vittorie."
E quando si ha paura, non sentirsi soli la rende meno grande.
Ed Emma sa che non sarà sola, non l'affrontera da sola.
E insieme si è più forti.
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Il pomeriggio scivola lento tra chiacchiere e qualche canto.
Arrivando alle 18:00 senza che Emma si renda conto del tempo che è passato.
Finché il telefono non squilla, illuminando lo schermo con il nome di Diana.
Cosa vorrà?
"Pronto Emma.
Ciao tesoro, senti so che sarai stanca.
Ma avrei bisogno di te qui una mezz'oretta, in cucina naturalmente.
Puoi venire?"
La richiesta della donna la lascia un po' confusa.
In verità voleva rimanere a casa tutto il giorno.
Ma c'è da dire che non può di certo rifiutare di aiutare una amica, o meglio una zia.
"Certo, il tempo di cambiarmi e arrivo."
Chiude in fretta la chiamata, mettendosi seduta, lasciando che i piedi sfiorino il pavimento tiepido.
Uffa, oggi di uscire non ne aveva proprio voglia.
Ma ormai ha detto che andrà
Perciò si dà forza morale, e si alza.
Sotto lo sguardo per nulla sorpreso del padre, forse perché ha sentito la conversazione.
"Avviso tua madre che stiamo uscendo.
Ti accompagno io."
Si allontana tranquillo, lasciando che la figlia si prepari con calma.
Strano però che non abbia detto nulla.
Si aspettava che fosse contrario, è invece niente.
Davvero strano.
Ma Emma decide di rimandare a più tardi le preoccupazioni.
E di infilarsi una semplice tuta, con un paio di vecchie scarpe da ginnastica.
Si, andrà più che ben così per fare dei lavori in cucina.
Scende al piano di sotto, dove il padre la sta già aspettando.
E invece la madre la guarda sorridente.
Inizia a pensare che i suoi genitori si siano fatti di qualche sostanza stupefacente.
"Ci vediamo tra poco mamma.
Non penso che farò tardi."
La saluta con un bacio per poi uscire dalla porta di casa.
Sentendo con chiarezza le ultime parole della madre.
"Divertiti."
Certo, sicuramente Diana avrà bisogno di lei per infornare torte.
Perciò si divertirà si, ma non con l'euforia che mette nella voce la madre.
Comunque decide di lasciarsi scivolare anche questa.
Perché oggi è così, non vuole soffermarsi su nulla.
Non vuole nessun pensiero in testa, onde evitare di richiamare i propri.
Il viaggio fino al pub e veloce e silenzioso.
Quando arriva saluta il padre con un gesto della mano, per poi correre verso l'interno.
Sotto lo sguardo sorridente del padre.
"Si, mia figlia non è sicuramente sola.
E ha degli amici stupendi."
Emma naturalmente non ha sentito le aprile del padre, ma solo la macchina andare via.
Lasciandola poi nel silenzio totale della sala.
Subito si indirizza verso la cucina.
Quando all'improvviso dalla porta sul retro, dove c'è la palestra, escono fuori le sue tre amiche.
"E voi che ci fate qui?"
Chiede completamente confusa Emma, guardandole con le braccie incrociate e gli sguardi di chi la sta combinando grossa
"Non fare domande e seguici."
Sofia e Scarlett la prendono dalle braccia, mentre Isa la spinge da dietro.
Inizia ad aver paura delle sue stesse amiche.
Ma si lascia trascinare, attraversando la porta che da sulla palestra.
Ma si trova davanti tutt'altro.
"Camilla."
Sussurra sempre più confusa, trovandosi davanti a se la donna che parla con altre quattro donne.
Ma non sono solo queste presenze a sconvolgerla.
Ma tutto ciò che si trova nella stanza.
Al posto del "ring", c'è un tavolo con sopra vestiti e accessori vari.
Poco lontano non più gli attrezzi, ma una postazione per trucco e capelli, con tanto di accessori e strumenti di tortura.
E un paio di divanetti, dove Emma viene trascinata a sedere dalle sue amiche.
E senza parole, non sa davvero cosa stia accadendo.
Cosa voglia dire tutto questo.
E fissa Camilla, che si siede davanti a lei, e che la guarda con gli occhi lucidi e sorridenti.
"So che non potrai andare al ballo.
Perciò abbiamo portato il ballo a te."
Quanto può essere folle questa idea.
Poi torna lucida, pensando bene che un piano tanto folle può essere creato solo da tre folle amiche.
E le guarda con aria accusatoria.
Sorridendo quando le vede tutte alzare le mani in segno di difesa per poi indicare la persona al fianco.
"È colpa sua."
Dicono in coro, accusandosi a vicenda.
Facendo scoppiare a ridere Emma, che sa bene che la colpa è di tutte e tre.
E invece di arrabbiarsi, le stringe tutte e tre in un abbraccio.
Ringraziando di avere delle amiche tanto vere quanto pazze.
"Grazie ragazze.
Grazie di esserci sempre per me."
E le tre nascondono la malinconia dietro l'ironia.
Non volendo distruggere la magia che si è creata.
"Che festa sarebbe stata senza di te.
Ma ora basta chiacchiere abbiamo due ore.
E non ti offendere amica mia, ma sei un disastro."
La prede in giro Sofia, per poi alzarsi e tirarla verso il reparto vestito.
Pronte a fare ciò che si sono promesse questa mattina.
Prepararsi insieme, ma anche festeggiare e stare insieme.
Si perdono nella varietà di abiti stupendi e all'ultima moda.
Mentre Camilla da ordine allo staff di prepararsi per la seconda fase di bellezza.
C'è da dire che le ragazze non hanno fatto tutto da sole.
Appena uscite dalla stanza di Emma hanno chiesto prima il parere dei genitori di lei, che sono stati subito d'accordo, a patto che fosse stata una serata tranquilla.
Dopo di che ne hanno parlato con u ragazzi che si sono messi a disposizione per aiutare Al ad organizzare il salone dopo l'arrivo di Emma.
In più Oliver ha subito chiamato Camilla, per chiedergli consiglio su come organizzare un salone di bellezza.
Ma la donna la liquidato con un "ci penso io."
In poche ore ha chiamato i negozi a cui è più affezionata.
Per avere il meglio per le sue ragazze, ormai diventate delle nipotine per lei.
Così, con una catena di chiamate e idee, sono riusciti in poche ore a creare tutto questo.
Una piccola cosa, enorme per il cuore di Emma.
Che gira tra i vestiti appesi con cura cercando quello perfetto.
Mentre con la coda dell'occhio vede Sofia afferarne uno e correre verso il piccolo separé che è stato montato per vestirsi in piena privacy.
"Beata lei che ci mette poco a scegliere.
Io invece sono in panico, sembrano tutti bellissimi."
Si lamenta Isa, guardando i vestiti uno più bello dell'altro.
Ma quello perfetto per lei, finisce nelle mani di Emma.
"Ecco.
Prova questo."
Glielo porge con garbo, sorridendo nel vedere gli occhi di Isa illuminarsi.
Già immaginandosi con questa bellezza addosso.
Si avvicina al separé, proprio mentre Sofia ne esce vestita.
Lasciando entrare la nana, per poi mostrarsi in tutta la sua bellezza.
"O si.
Questo è perfetto per te."
Applaudono Emma e Scarlett, facendole fate una giravolta.
E Sofia è stupenda in questo tubino nero aderente, con una ampia scollatura sul seno, coperto da un velo scuro effetto vedo e non vedo, che scivola anche sulle braccia.
Sexy come sempre, senza mai perdere la sua sfacciataggine e menefreghismo verso il giudizio degli altri.
Poiché potrebbe sembrare volgare agli altri, ma lei si sente se stessa nel mostrare con eleganza le sue forme.
"Sarai anche bella.
Ma la vera star sono io."
Urla Isa, uscendo allo scoperto.
Camminando in avanti, imitando una strana sfilata.
Esuberante e un po' infantile come sempre, indossa con allegria un vestito a cuore sul seno, costellato di brillantini, mentre la gonna è in tulle ed ampia.
Il tutto luminoso nonostante il vestito sia nero.
Sbarazzina, ma sempre femminile e sexy, soprattutto per la malizia che nasconde dietro la sua timidezza.
"Bene, meno due.
Ora tocca a me."
Sorride Scarlett, con un vestito in mano che l'affascina molto.
Superando le due già pronte, che intanto stanno improvvisando un ballo che dovrebbe essere sexy.
Ma alla fine fa scoppiare a ridere Emma e Camilla.
"Quanto mi piacerebbe avere di nuovo vent'anni."
Sospira Camilla, ricordando quando anche lei aveva quell'età spensierata e bellissima.
I migliori anni della sua vita.
"Non farla tragica Camilla.
Hai appena venticinque anni."
Scherza Sofia, facendo ridere tutti anche la donna.
Che ha sempre detto di sentirsi giovane, ed è così.
Ma guardando le ragazze nel fiore dei suoi anni, i suoi anni reali iniziano a pesarle.
Cosa che non fa di certo vedere.
"Certo che sì.
Ma preferisco lasciare a voi il piacere di mostrare quelle belle gambe.".
Intanto Emma l'ascolta di sfuggita, alla ricerca del suo abito.
Tutti bellissimi e di colori diversi, ma nessuno è l'abito giusto.
Troppo scolati sul petto, o troppo coprenti su schiena e braccia.
E quando vede Scarlett uscire dal separé, con un abito nero perfetto.
Emma cade nello sconforto, anche se cerca di nasconderlo bene.
"Finalmente ti sei decisa a mostrare un po' di pelle.
Credevo ti saresti vestita da suora."
La prende in giro Isa, fingendo di asciugarsi una lacrima per l'emozione.
"La nostra bimba è cresciuta."
E subito è affiancata da Sofia, la sua socia come sempre.
Ma nonostante gli scherzi, Scarlett è davvero bellissima.
Delle quattro è sempre stata quella più sobria, più pudica.
Ma con questo abito è finalmente il giusto drink tra eleganza e femminilità.
Un tubino nero che scivola morbido sul corpo, rivestito di pizzo che, dopo la coscia fasciata dalla seta nera, si allunga fino al ginocchio.
Il seno avvolto in una scollatura elegante, il tutto tenuto su da due bretelle più o meno spesse sulle spalle.
Bellissima nella sua semplicità ed eleganza.
Come sempre rimane solo Emma, che sbuffa iniziando a pensare che non lo troverà mai .
Tentata di optare per un jeans e una maglietta.
Ma per fortuna Camilla ha pensato a una tale evenienza.
E, nella paura che Emma non trovasse quello giusto, la fatto cercare a una donna dello staff.
Spiegando lo stile e il disagio della ragazza.
"Emma."
Richiama il suo sguardo Camilla, per poi invitarla a guardare il vestito che ha tra le mani.
"Prova questo."
Emma decide di buttarsi, di non guardarlo ne meno nel dettaglio.
E di fidarsi ciecamente, affidandosi al buon gusto sempre mostrato di Camilla.
Lo indossa velocemente, ignara che le sue amiche e Camilla sono fuori ad attendere che esca.
Con le dita incrociate, sperando che gli piaccia.
Emma finisce di indossarlo, abbottonando il piccolo gancetto dietro il collo.
Per poi finalmente specchiarsi.
Gli occhi spalancati e lucidi, mentre il cuore sussurra che è quello giusto.
E che si sente bellissima.
Con il cuore pieno di troppe emozioni, esce dal separé.
Facendo spalancare gli occhi delle sue amiche e emozionare il vecchio cuore di Camilla.
"È lui."
Sussurra Emma, aggiustando con le mani le piccole piaghe del vestito.
Legato al collo, con un semplice gancetto sulla nuca, la stoffa nera del vestito scivola dolce fino al ginocchio, nascondendo le imperfezioni che il suo corpo ha subito negli ultimi mesi.
Il tutto ricoperto di pizzo e ricami di rose, che lo rendono ancora più suo.
Per non parlare della ampia scollatura sulla schiena.
Ch mostra in tutta la sua bellezza i due tatuaggi che le macchiano la pelle.
Le due ali che porta sulla schiena hanno un significato ben preciso.
Se le è tatuate appena ha fatto quindici anni.
Quando, un giorno qualunque, Thomas le ha detto che lei è il suo angelo custode.
Una frase tanto ingenua che ha sconvolto Emma, portandola a decidere di esserlo davvero.
Tatuandosi quelle Ali, che le permettono di vegliare sempre sul fratello.
Mentre l'acchiappasogni ha un significato forse più triste.
Fatto quando ha scoperto la sua malattia, e la notte veniva torturata dagli incubi.
Così, dopo una battuta di Sofia su quanto le servisse un acchiappasogni, ha deciso di tatuarsene uno.
Nella speranza che la proteggesse dai brutti sogni.
Comunque, per Emma mostrarli in queste occasioni importanti.
E come mettersi a nudo, mostrare la sua fragilità e la sua forza.
"Bene, ora che siamo tutte bellissime.
E alla "woman in Black", siamo pronte al secondo step.
Manicure, trucco e capelli."
Saltella Isa verso la postazione, dei capelli, volendo essere la prima.
Mentre le altre si dividono tra manicure e trucco.
E il regalo di Camilla è proprio questo, coccolarle tra le mani esperte dello staff.
Rendendole belle e facendole rilassare anche solo per una sera, prima del grande salto nel vuoto.
E poi guarda Emma, sorridere mentre Sofia gli fa l'ennesima battuta.
E Camilla sente il cuore riempirsi di gioia.
Perché è riuscita a donarle un po' di leggerezza, in prospettiva di quel giorno che tutti aspettano con ansia.
Ma per stasera, Emma è solo un ragazza che si prepara per il ballo dei diplomandi.
Insieme alle persone che ama e che la amano.
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