capitolo 42 volere e desideri
L'aperitivo lentamente è diventato pranzo.
Senza però tregua per l'interrogatorio sulla coppietta, che non è quella dei futuri sposi.
Dopo qualche domanda, e molto coraggio trasmesso dalla mano di Oliver, anche Emma ha iniziato a rispondere.
Ha risposto con sincerità a tutte le domande che riguardano la sua famiglia, tralasciando la sua malattia e la scomparsa del padre.
Con l'astuzia e l'intelligenza, con cui ha fatto innamorare sia Oliver che Camilla, ha contrastato ogni frecciatina ogni domanda ironica.
"Quindi cosa vuoi fare nel tuo futuro?"
Questa domanda le mette addosso un po' di titubanza.
Fino ad ora a risposto a domande su chi lei sia e su chi è stata.
Ma è da tanto che non parla di chi lei sarà.
Semplicemente perché la sua malattia non le permette di aver speranza di un futuro.
Ma oggi, oggi può osare.
Può illudersi di sognare, senza la paura di non arrivare a quel domani.
"Voglio diventare insegnate di letteratura e filosofia.
E magari riuscite a raggiungere il mio sogno si scrittrice.
Diventare anche io un libro posato in una biblioteca ricca si poesia e scrittura."
Le sue idee sono chiare e concrete.
Molto ordinarie come è lei in realtà
Perciò Oliver non mostra sorpresa nel sapere che lei ha i piani ben chiari.
Mentre lui ancora si limita a volte vere l'oggi, poiché del domani non ha certezza.
Ma allora, lei come fa?
Se è vero che il domani è ignoto, come fa lei a vederlo così chiaramente.
"Non c'è che dire.
Sei davvero piena di qualità Emma."
Ma non è Oliver a dirlo.
E unalteo uomo ad assaggiare il nome di lei, proprio il futuro sposo.
Che sembra si sia finalmente svegliato dal letargo
Ed Oliver stringe i pugni per come la sta guardando.
Per come legge nei suoi occhi quanto vorrebbe rubare il posto di Oliver.
In altre circostanze sarebbe esploso, magari proprio sulla faccia di quel tizio.
Ma poi sente la mano di Emma stringere la sua, liberare il suo pugno e trasformarlo in una carezza.
"Ti ringrazio.
Ma in realtà sono solo un a persona un po' troppo perfettina e calcolatrice."
Dice ultima frase guardando Oliver, facendo riferimento a una delle tante litigate che hanno avuto.
Ed è strana come sembri sia passato un secolo e invece era appena un mese fa.
"Modesta.
Forse un po' troppo per questo ambiente."
Si fa avanti la futura sposa.
Infastidita perché il fidanzato sembra volere Emma al posto di lei, se già non le bastasse stringere a sé Oliver.
Un commento velenoso, che rimbalza tra i bisbigli di tutti i presenti alla tavolata.
Questo è il motivo per cui Camilla e Oliver odiano questa massa di snob senza spina dorsale.
Il loro animo di pecora.
Basta una parola, un giudizio anche se infondato, per rendere una persona ammirata in una da buttare via.
E Nicol sorride per quei bisbigli che scopiazzano il suo commento, vedendo l'immagine della perfetta Emma sgretolarsi.
E la diretta interessata ingoia a vuoto davanti allo sguardo gelido della ragazza, credendo di aver detto troppo.
Oppure di aver parlato troppo con il suo futuro sposo.
Sente il peso degli sguardi, le grida di quei bisbigli, i pensieri denigratori che gli altri stanno facendo su di lei.
Ma Emma, al suo fianco, ha un principe nero senza macchia.
Che sempre la salverà.
"Hai perfettamente ragione Nicol.
Lei è troppo per questo ambiente."
La sua voce è lava che si versa su ogni offesa.
Il suo sguardo è gelo che ferma ogni cattivo pensiero su di lei.
Si alza in piedi, diventando una montagna davanti a lei.
Mandando con eleganza un messaggio ben preciso.
L'interrogatorio finisce qui.
Questa è una qualità di Oliver che Emma invidia molto.
La capacità si sovrastare gli altri, di incutere paura ma anche rispetto.
E non solo per il suo aspetto, ma anche per la sicurezza nel suo sguardo.
Qualità che Emma non avrà mai.
"Ed ora se non vi dispiace."
Si sistema la camicia, per poi progere la mano verso la sua ragazza.
"Porto la mia bellissima donna a ballare."
Emma si limita a sorridere e ad accettare la sua proposta.
Lasciando che il tocco di lui sia una coperta in inverno, e io suo sguardo sorridente un porto sicuro dove decidere di rimanere.
Sotto lo sguardo sorpreso di tutti e quello fiero di di Camilla, si posizionano al centro della pista.
In modo che tutti possano ammirare quanto un amore vero sia visibile persino a un cieco.
La musica è lenta, perfetta per parlare indisturbati da orecchie indiscrete.
"Grazie."
Sussurra lei, lasciando che lui guidi i suoi passi lenti.
E che la culla tra le sue mani, una sulla schiena e l'altra ancora stretta a quella di lei.
"Avevo solo voglia di ballare con te.
In realtà te la sei cavata perfettamente, ma non mi sorprende."
La stringe a se, trovando sollievo nel toccarla.
Come se la sua pelle fosse cura contro i nervi tesi.
"Tu sei peggio di un camaleonte.
Perfetta e precisa ovunque tu ti trovi.
Mi chiedo se hai mai fatto qualcosa di azzardato."
Un passo più deciso come le sue parole.
La fa fare la giravolta per poi lasciarla scivolare in un casche.
Lei si fida completamente della presa di lui che poi la riporta su, occhi negli occhi e labbra a distanza di un sospiro.
"Forse questo ballo è la prima cosa folle che faccio."
Veramente folle, vorrebbe aggiungere.
Poiché a parte qualche marachella ai tempi delle medie, mai Emma ha osato.
Rimanendo nei propri schemi, nei piani per il suo futuro.
Ma alla fine a cosa è servito?
A nulla, e niente gli riporterà indietro la possibilità di azzardare di più.
E lui la legge dentro, come se gli occhi di lei fossero pagina del suo diario.
Diventandone custode, come è da quando si sono conosciuti.
"Stai tranquilla.
Farò in modo di farti molte più proposte indecenti."
Sdrammatizza lui, accogliendo nel cuore il sorriso bellissimo che lei mostra senza pudore.
Senza sapere quanto la bellezza di essa faccia invidia alla luce delle stelle.
Le musica cambia e pare che Oliver ai sia chiamato la canzone che segue.
Propuesta indecente di Romeo Santos.
Una baciata dal ritmo e dal significato sensuale e fuori dagli schemi dell'amore spirituale.
Lui la stringe a se, rubandole un sospiro.
Per poi guidarla, nei suoi passi vicini.
Mentre gli occhi creano una loro danza, una loro unione.
Ed è sotto lo sguardo di tutti, che sia di sorpresa o di invidia.
La coppia attira su di sé gli occhi di tutti.
Poiché si vede raramente due ragazzi non solo legati fisicamente ma anche spiritualmente.
Che pare quasi vedere non solo i loro corpi, ma anche le loro anime danzare.
E il futuro sposo li guarda con ammirazione e invidia.
Invidia verso la mano di lui che scende sulla coscia tirandola sul proprio fianco.
Mentre l'altra la stringe alla nuca costringendola a mantenere i loro sguardi fissi.
Invidia lui, che la stringe e la tocca come se lei le appartenesse.
E lei le appartiene davvero, si vede da come si lascia trascinare nella passione di lui.
E accede desiderio in Dan, futuro sposo di Nicol.
Un desiderio di avere una donna come Emma.
Bella, elegante, raffinata e intelligente.
Con un corpo che sprigiona sensualità e una mente che vede oltre gli orizzonti.
Ma soprattutto un sorriso stupendo, come quello che ora le macchina le labbra, accentuandole.
Desidera non avere una donna come lei.
Ma proprio lei.
Emma, che si lascia cullare dalle mani forti di lui.
Che posa le mani sulle sue spalle larghe, mentre sospira per il tocco rude delle mani di lui sui fianchi.
E Nicol sbuffa, vedendo la bava quasi scivolare dalle labbra socchiuse del fidanzato.
Ma sarebbe da ipocriti fare una scenata di gelosia, poiché anche lei vorrebbe essere qualcun'altro.
Vorrebbe rubare il posto di Emma e sostituirsi a lei.
Desidere essere lei la donna che Oliver guarda con tanta devozione.
E li guarda con fremito seguendo ogni passo e respiro.
Oliver la stringe a se, posando una gamba tra quelle di lei, in un contatto intimo e passionale.
E sospira lui sentendo il corpo di lei strusciarsi su di lui, con movimenti lenti e decisi del bacino, mentre la mano gli stringe la camicia proprio sul petto.
Quasi gli volesse strappare il cuore.
La tiene stretta a sé, respirando il suo respiro.
Drogandosi, attraverso il tocco sulla sua pelle morbida, del battito furioso che pompa adrenalina e lussuria in vena.
E si toccano e si appartengono, nonostante fingano di essere solo amici.
Ecco cosa fa sorridere Camilla, mentre li guarda ammaliata e nostalgica.
Oliver è la fotocopia sputata del suo defunto marito.
E ricorda bene quando in giovane età passavano nottate in un pub segreto, a ballare balli proibiti fino all'alba.
A quei tempi molti balli erano un tabù.
Ma il marito si lasciava trascinare in quei luoghi vietati, e ballava con lei facendola sentire unica.
Proprio come Oliver sta facendo ora con Emma.
E la nostalgia ha toccato anche il cuore gelido di Gemma.
Che si fa del male a guardare la coppia in mezzo alla pista, eppure non riesce a distogliere lo sguardo.
Ricordando in Oliver l'unico uomo che ha amato e che poi a perduto.
"Sono una bellissima coppia."
Sussurra la donna con un nodo in gola, avvicinandosi a Camilla.
Che si limita ad annuire sorridendo.
Le due accerrime nemiche si guardando con sguardo amaro, entrambe con il cuore pieno di un amore che non c'è più.
Eppure pare così limpido tra i due ragazzi che danzano stretti e occhi negli occhi, nel desiderio che non finisca mai.
La musica sfuma, lasciandoli senza fiato ancora lì, stretti in mezzo al nulla che per loro vale tutto.
Ma qualcosa stona quel meraviglioso momento.
Il respiro di Emma, che non è solo affamato ma difficoltoso.
Mentre le gambe le tremano e la costringono ad aggrapparsi a lui.
"Credo di aver esagerato."
Sussurra, sorridendo amara, delusa di non poter chiedere ne meno un ballo al suo corpo.
Gli occhi corrono subito su Camilla, chiedendo aiuto, facendole capire che qualcosa non va.
"Allora.
La volete sapere l'ultima?"
Urla la donna matura, attirando gli occhi di tutti su di sé.
Ringraziando la curiosità che caratterizza gli snob pettegoli.
Dando così un fuga alla coppia che scappa via, invisibile agli altri presi dai pettegolezzi inventati di Camilla.
Oliver la tira verso l'entrata della casa, alla ricerca di una stanza dove Emma possa riprendere.
Ma Emma è debole e il suo passo è faticato, quasi immobile.
E non le resta che sospirare quando Oliver la prende a modo di sposa, correndo verso la zona notte della casa.
Ringraziando di essere stato lì molte volte e di conoscere a memoria la dimora.
Il battito di Emma e leggermente lento, stonato con il respiro ancora affannato.
La stringe a se, aprendo la porta della camera di Nicol con un piede, facendo un veloce sospiro di sollievo.
Le tapparelle sono abbassate, perciò nessuno farà caso a loro.
"Calamati, tra poco ti verrà un infarto."
Sdrammatizza Emma, sentendo il cuore di lui quasi esplodergli nel petto.
Senza però ricevere risposta da lui, se non un ringhio basso in gola.
Accende la luce, posandola sul letto a una piazza e mezza a baldacchino.
Ed Emma non sa se è la malattia a farle salire la nausea in gola, o tutto questo rosa e i pupazzi a forma di unicorno.
"È colpa mia, non avrei dovuto farti fare uno sforzo del genere."
Si dispera Oliver, affermando la Sedia alla scrivania, posizionandosi di fianco a lei.
E lei sorride, mettendosi con fatica seduta, passando una mano Tra i capelli scuri di lui, che si ostina a tenere la fronte posata sul materasso.
"Non rinnegare così quel ballo, poiché è stato fantastico.
Ed io lo rifarei anche ora, anche in queste condizioni."
Lui alza si scatto la testa, fulminandola con lo sguardo.
Stringendo tra le mani il copriletto pregiato e costoso.
"Non essere sciocca Emma.
Guardati come ti ho ridotto?
Avrei dovuto stare attento, fermarmi prima, capire che non era cosa fare un ballo del genere."
Ma Emma non è accondiscendente, e lo guarda con lo stesso sguardo.
Fuoco contro fuoco, che può solo fare esplodere il tutto.
"Non è colpa tua, è la malattia cazzo.
E non puoi rinnegare i nostri momenti ogni volta che sto male.
Perché sentirti dire queste cazzate e peggio del dolore che sento nel petto."
Ha parlato così velocemente che le è mancato il respiro.
Ma non distoglie lo sguardo da quello ora più calmo di lui, che si abbassa lentamente.
"Ho solo paura."
E appena un sussurro, con sguardo fisso sulla mano di lei che stringe la sua.
E socchiude gli occhi quando sente la sua mano accarezzargli il viso, dando sollievo.
Ed Oliver vorrebbe salvarla.
Eppure ogni giorno è lei che lo salva.
"Ho paura anche io.
Ma se devo rischiare di morire, voglio farlo avendo vissuto ogni emozione possibile.
Negativa o positiva che sia."
E come fa lei a essere così forte, lui davvero non lo sa.
E la invidia terribilmente.
Anche lui vorrebbe avere negli occhi lo stesso coraggio che legge negli occhi di lei.
"E so che posso farlo, perché ci sarai tu a sostenermi se cadrò.
Ci sarai tu a salvarmi, come il più nobile dei principi."
Ed è lei ha farlo sentire così.
Un principe invincibile, ma altrettanto fragile quando vede la sua principessa cadere.
Lei lo fa sentire speciale, invidiato dagli altri.
E purtroppo l'invidia è una brutta bestia, non lo sa ancora chi sta origliando fuori dalla porta.
Mentre Camilla ha incantato tutti, qualcuno si è salvato dal sortilegio.
Qualcuno che ha visto la coppia scappare e la seguiti fino alla camera della sua futura sposa.
Dan stringe i denti, osservando dalla porta socchiusa, lei che sorride ad Oliver.
Trovandolo terribilmente ingiusto.
Lui vale molto più di Johnson, e lui che dovrebbe cogliere quei dolci sorrisi.
"Ora vai a prendermi le pillole in macchina.
Vedrai che mi riprenderò in un baleno."
Non sono le stesse che ha preso fino ad ora.
Anzi, forse sono meglio, poiché si limitano a fare da antidolorifico e calmante in queste situazioni.
Affiancate da riposo e calma.
Emma si è chiesta perché non gliele avessero prescritte prima.
Ma la risposta le ha fatto arricciare il naso, semplicemente i dottori che si occupavano di lei non ne sapevano l'esistenza.
Comunque Oliver è già in piedi, pronto a fare prima possibile.
Spingendo Dan a nascondersi nella stanza a fianco.
Il futuro sposo non ha ben capito di cosa soffre la Lopez.
Ma ciò non la rende meno perfetta, anzi lui saprà darle le cure migliori.
Sente il rivale andare via, ed è ciò che aspettava.
Un minuto da solo con lei basterà a farla diventare sua.
Fregandosene del matrimonio per conveniente.
E felice di lasciare quella frigida e snob che è la sua ex futura sposa.
Entra nella stanza diretto.
Lei è distratta a guardare un orribile orsacchiotto rosa, perciò non sente la serratura che viene chiusa.
Ma sente la presenza sconosciuta che ai porta adosso un dopobarba nauseante.
Diverso da quello delicato e virile di Oliver.
"Dan.
Che ci fate qui?"
Si all'arma subito lei, mettendosi in una posizione più ordinata.
E abbassando più che può il vestito quando sente lo sguardo di lui sulle cosce.
"Diamoci del tu Emma, infondo possiamo prenderci questa confidenza."
Ed Emma è educata, solo per questo non si mostra schifata quando lo vede sedersi dove prima c'era il suo Oliver.
"Vedi Emma.
Mi hai colpito in un modo incredibile.
Non sono riuscito a toglierti gli occhi di dosso un solo secondo.
Mi hai incantato."
Allunga una mano verso di lei, sorridendo amaro quando lei si allontana di scatto.
Perché si, Emma è educata.
Ma questa situazione non le piace per nulla.
Anzi le sembra quasi un brutto dejavu.
"Sono certa che la tua fidanzata è altrettanto meravigliosa."
Sottolinea la parola fidanzata, cercando di fargli firmare la ragione.
Ma lui la ragione ormai la perduta, sulla sua estrema bellezza.
"Andiamo Emma, ho notato i tuoi sorrisetti dolci e i tuoi sguardi.
So che proviamo le stesse cose."
Emma inizia a pensare di avere una calamita per i maniaci.
Non può esserci altra spiegazione.
Il rumore della maniglia che viene alzata e abbassata velocemente, fa sussultare Emma nella speranza che sia Oliver.
Ma per Dan è una certezza che è lui.
Perciò sa che deve fare in fretta.
Si alza di scatto, saltando sopra a lei.
"OLIVER."
Urla improvvisamente in panico, prima che la mano di lui si posi sulla sua bocca.
Mentre l'altra spinge sullo stomaco tenendola giù.
"Io posso darti il mondo Emma.
Ogni tuo desiderio sarà un ordine per me.
Basta solo che tu diventi mia moglie."
Le botte sulla porta ai fanno sempre più violente.
Oliver ha sentito Emma urlare, e l'adrenalina nel sangue ha iniziato a pompare a mille.
Usa la spalla come ariete, usando tutta la rabbia che ha in corpo, buttando la porta chiusa a chiave al primo colpo.
La rabbia non si placa, o no.
Aumenta quando vede quel verme tenere giù Emma e cercare di baciarla.
Mentre la ragazza si ribella come può.
La forza umana a volte e paragonata dalla rabbia che si sente nell'anima.
E in questo momento è tanta che Oliver afferra Dan dalla giacca, lanciandolo contro il muro poco lontano.
Emma trema, rannicchiandosi sul letto, una scena che gli fa scomparire qualsiasi coscienza viva in lui.
"Bastardo."
Parla a denti stretti, mettendosi sopra il damerino, iniziando a scaricare una serie di pugni infiniti.
Vede lui su di lei, e lo.compisce.
Vede che la tiene giù, e lo colpisce.
Vede che prova a baciarla, e lo colpisce.
Vede lei tremare terrorizzata, ed Oliver non ci vede più dalla rabbia.
Desiderando solo farlo sparire dalla faccia della terra.
"Oliver."
E nonostante quello di lei sia solo un sussurro, lui la sente fino all'anima.
Poiché è una supplica, di volerlo vicino a lei.
Lascia il pezzo di merda a terra, non degno di avere altro.
Correndo verso di lei, già con le braccia aperte verso di lui.
"Portami via."
Un altro sussurro spezzato dai singhiozzi.
Un ordine per lui, che si sente solo un umile servo davanti a lei.
La stringe a se, lasciando le braccia sottili si aggrappino al suo collo.
Ancora confuso e frastornato da ciò che è successo.
Con l'unico desiderio di portarla via.
"Oliver.
Che è successo?"
Le chiede Camilla, liberandosi dagli impiccini e correndo verso di loro.
E gli occhi del nipote, sono fiamme che fanno terra bruciata.
"Chiedilo a quel porco del suo futuro genero.
Bell'acquisto di merda che ha fatto la nipote."
Ringhia Oliver verso Gemma, fregandosene delle buone maniere.
Dando poi le spalle alla folla che si è creata.
Arrivati davanti alla dimora, il valetto è ancora lì con la macchina di Oliver.
Che gli aveva chiesto di aspettare li, per poter andare via subito.
"Guido.
So ancora guidare che ti credi."
Dice Camilla, guardando male il valetto che la guardata incredula.
Mentre Oliver si siede dietro con ancora in braccio Emma.
Camilla si siede alla guida, guardando ad occhi spalancati i comandi, molto diversi dalla ultima macchina che ha guidato.
"Che Dio ce la mandi buona."
Sussurra la donna, inosservata dai due ragazzi dietro.
Che non fiatano quando Camilla ci mette tre avvii falliti prima di partire.
Emma ingoia le pastiglie, con un generoso sorso d'acqua da una bottiglietta che Oliver le ha recuperando quando stava tornando da lei.
L'effetto ci mette cinque minuti, ma finalmente sta meglio.
Anche se non si smuove dal petto di Oliver.
"Che dici Camilla?
Gemma c'è rimasta di stucco?"
Drammatizza Emma, giocando con i bottoni della giacca di Oliver.
Che finalmente riesce a respirare, vedendola sana e salva.
"Altro che si stucco bambina mia.
Domani i giornali parleranno del suo infarto."
Fa il suo gioco Camilla, sollevata di sentirla serena.
Non che ai aspettasse diversamente dato che si trova tra le braccia del nipote.
Lo stesso che ancora non alleggerisce la presa su di lei.
E la guarda sorridere dolce, volendo solo lasciarsi tutto alle spalle.
Tranne le emozioni positive che le hanno dato questa giornata di fine marzo.
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