Capitolo 28 la speranza
Come promesso, dopo quei fuochi, tutto è tornato alla normalità.
Tra feste tranquille e il ritorno in istituto.
Tra cene e riposo, è arrivato il 7 gennaio.
E la sonnolenza e il relax delle feste passate, è vivido negli studenti che camminano tra i corridoi.
Le tre ragazze camminano tranquillamente, nel silenzio più totale.
Un po' per la sonnolenza dovuta al rientro a scuola.
Un po' perché perse nei loro pensieri.
Sofia, per esempio, nasconde l'emozione di rivedere Rayan dopo tanti giorni.
Si sono visti il 23 dicembre, prima che il ragazzo partisse per le vacanze con la sua famiglia, con la promessa di sentirsi ogni giorno.
E così è stato, anche troppo a detta di Emma, che ha visto la sua amica più tempo a parlare al telefono che mangiare o dormire.
Ma mai la sgridata per questo, vedendo quanta felicità sprigionavano gli occhi di Sofia, ogni volta che il telefono squillava.
Purtroppo, invece nelle sue amiche, i pensieri sono più oscuri.
Più nostalgici.
Emma, con il panico nel cuore dopo quel bacio di fuoco.
Con la consapevolezza che era un fuoco di paglia.
E Isa, decisa a dimenticare Lucas, ma comunque triste nell'aver saputo che oggi non ci sarà
Avrebbe voluto almeno vederlo.
Insomma, un inizio burrascoso per tutte e tre.
All'improvviso, gli occhi di Sofia, vengono coperti da due mani impossibili da non riconoscere.
Soprattutto per la scritta king, tatuata sulla falange del medio.
"Eccoti qui, my Harley Queen."
Gli sussurra all'orecchio il suo joker, prima che lei si gira verso di lui, abbracciandolo e baciandolo come a poter recuperare il tempo perso.
E quel piccolo timore nel cuore di Sofia, che la loro storia sarebbe scomparsa una volta tornati in istituto, scompare tra la sua bocca e quella di lui.
Una scena passionale, anche troppo, che fa arrossire le guance di Emma.
Per poi diventare rossa come un peperone quando nota che insieme a Joker c'è anche Oliver.
E chissà se entrambi pensano la stessa cosa.
Se entrambi stanno ripensando a quel bacio a lume di fuochi d'artificio.
Semplicemente si salutano con un sorriso.
Di felicità di essersi rivisti.
Di amarezza poiché non potrà essere nulla di più di un sorriso.
"O andiamo ragazzi.
Un po' di contegno, così mi bloccherete la crescita."
Li fa ridere Isa, seguendoli a ruota con un sorriso che però non raggiunge gli occhi.
Poiché, in buona fede, è un po' gelosa di questo bacio che lei non avrà mai da Lucas.
"O andiamo nana, questa scusa non la puoi usare.
Lo sappiamo tutti che ci sei nata Minions."
Le corre in aiuto Oliver, leggendo la tristezza negli occhi della nana.
Un sentimento oscuro, che non gli appartiene.
Poiché se anche Isa si spegne, quali certezze possono mai avere nel futuro?
Ed Isa gli è grata, silenziosamente, dimostrandoglielo stando al gioco, colorando così questa giornata un po' di battute e risate.
E gli amici sono questo infondo, una piccola luce a cui aggrapparsi con speranza.
E Owen e Scarlett lo sanno bene, mentre camminano uno a fianco all'altro verso i loro amici.
Nonostante stiano in piedi solo per questo, per la speranza.
La stessa che ha vissuto Owen, nell'attesa di una dichiarazione di lei che non è mai arrivata.
E la speranza che lei ha stretto a se, nel credere di poter dimenticare in fretta questo folle amore per Oliver.
Questa strana coppia, si è vista spesso in questi giorni di festa.
Anche perché si sono ritrovati entrambi nello stesso hotel, che ha ospitato le loro famiglie in vacanza
Non sono mancati sorrisi, chiacchiere in giardino sotto la luna piena, baci e momenti di passione.
Ma lui non ha più avuto il coraggio di dirgli che la ama, lasciandosi semplicemente usare.
E lei non ha avuto il coraggio di allontanarli, perché che lo ammetta o no, la fa stare bene.
"Ed ecco i ritardatari, per non parlare di Lucas che sarà in ritardo di un giorno intero."
Sorride Rayan della sua stessa battuta, mentre indica la coppia appena arrivata.
Ignaro di aver innescato una lacrima nello sguardo di Isa.
Sofia gli da una gomitata, mentre l'amica scappa via per non farsi vedere in quello stato, rifugiandosi in bagno per mischiare le sue lacrime all'acqua corrente.
Non ce l'ha con Rayan, sa che non l'ha detto con cattiveria.
Infondo lui non sa nulla di quello che è accaduto dentro di lei.
Non dà la colpa a nessuno, ne meno a se stessa, poiché sorride nel ricordare i momenti che ha vissuto con lui, per quanto questi siano stati folli e impossibili.
Dimenticherà, prima o poi accadrà.
Lei ci spera veramente, anche perché non vuole vedersi crollare per un uomo, come invece ha visto troppe volte fare la madre.
Ecco da chi ha preso questa esuberanza Isa, proprio dalla madre.
La stessa che ha lasciato il marito, per correre alla ricerca della passione.
Per poi innamorarsi di molti uomini, anche solo dopo uno sguardo, e poi piangere sulla spalla della sua unica figlia quando quest'ultimi la lasciavano.
E anche per questo che Isa ha deciso di accettare l'invito del padre a vivere con lui.
Per allontanarsi da quegli amori folli.
Anche se alla fine a lei è successa la stessa cosa.
"No.
Non mi succederà la stessa cosa."
Sussurra allo specchio, motivando il suo riflesso a rialzarsi.
Non si lascerà trascinare da un amore folle come ha fatto la madre.
No, si fermerà prima, si ferma ora.
Lo dimenticherà, ci spera, e sa che accadrà.
Il problema è che il quando a nessuno dato saperlo.
Intanto Rayan, dopo essere stato sgridato da tutti per il poco tatto, si limita a stringersi a Sofia, frignando su quanto loro siano cattivi.
"Non fare il bambinone.
Mi stai stropicciando la maglia nuova scemo."
Si lamenta Sofia, fintamente.
Quando in realtà ama averlo così vicino, tanto da non volersene più staccare.
Ma è pur sempre Harley Queen, perciò deve mostrarsi una stronza.
Altrimenti addio reputazione.
"Comunque io devo andare, ho lezione tra cinque minuti.
Ci vediamo a mensa?'
Chiede Emma, stringendosi al petto i tre libri di storia, come se fossero uno scudo tra lei e lo sguardo di Oliver.
Inutile, perché quello sguardo ormai possiede la sua anima nuda e cruda.
"Anche noi dobbiamo andare.
Abbiamo matematica, quindi pregate per noi.
Comunque, perché non ti unisci a noi Scarlett?
Chloe non sembra così di compagnia oggi."
La invita Sofia, indicando la strega poco lontano da loro.
Impegnata a litigare vivacemente con Caleb.
"Certo.
Va bene."
Balbetta un po' Scarlett, davvero sorpresa di questo invito.
Rimanendo ferma mentre vanno tutti via, tranne Owen che ha filosofia con lei.
"Andiamo?"
Gli chiede lui, rimanendo affascinato dal sorriso che si apre sulla bocca di lei, mentre si incamminano insieme verso l'aula.
Da quando è arrivata qui, Scarlett ha sempre pranzato con quelli del suo istituto, poiché si sentiva un'estranea in quel gruppo di amici che ridevano e scherzavano tra loro.
Owen l'ha invitata spesso a unirsi, ma a Scarlett è sempre mancato il coraggio.
Fino ad oggi, dove ha sentito la speranza di fare parte di un gruppo vero, di amici che si vogliono davvero bene.
Nonostante non lo dimostrino apertamente.
Non smette di sorridere nemmeno un volta seduta in classe.
La semplicità con cui la invitata Sofia, il suo sorriso e quello di Emma, l'hanno fatta sentire accolta.
E si, ha già passato una serata con loro, quella del ballo.
Ma era stata più che altro con Owen che con tutti gli altri.
Una sensazione diversa da quella che sente oggi.
"Stai bene?"
Le chiede Owen, un po' preoccupato che le facciamo male le guance a furia di sorridere.
"Si, molto bene."
Il sorriso non scompare è più forte di lei.
E lui sa bene a cosa è dovuto, li ha visti gli occhi di lei brillare per quella semplice proposta.
E ne è felice, è da tanto che non l'ha vedeva così luminosa.
"Ti troverai bene con quelle tre.
Sono un po' pazze e moto diverse tra loro.
Ma sanno essere delle buone amiche."
Le confessa lui, avendo osservato molto attentamente il rapporto tra le tre.
Quell'amicizia che si è mischiata con il suo gruppo, con una naturalità impressionante.
All'inizio dell'anno il gruppo di Owen era formato da tre.
Mentre oggi si ritrovano in otto, senza sapere cosa sia successo e come sia successo.
Forse un per scherzo, forse grazie a Rayan che voleva stuzzicare Sofia, Owen non lo sa.
Ma è realtà che da un giorno all'altro hanno iniziato a pranzare tutti insieme, a conoscersi anche se sono ancora all'inizio.
Scarlett annuisce, davvero convinta delle parole di lui.
Ma prendendo anche una decisione importante.
Ha visto il fuoco che c'è tra Oliver e Emma.
E i loro sguardi cercarsi, anche se lontani tra loro.
Ha sentito la rabbia, la gelosia e la preoccupazione di lui quella sera al ballo.
E anche quel timido sorriso, che nasconde qualcosa di grande accaduto tra loro.
No, quell'amore non gli appartiene.
Qualsiasi cosa provi per Oliver, non è lontanamente paragonabile al sentimento che ha visto tra i due pochi minuti fa.
E con questo non vuol dire che ci proverà con Owen o che sia innamorata di lui.
Semplicemente ha capito che la sua ossessione per Oliver non era amore.
Ma l'illusione di voler amare qualcuno.
Di istinto prende la mano di Owen, seduto al suo fianco, incrociando le dita.
E forse non è amore quello di Scarlett verso Owen.
Ma è un qualcosa che fa bene ad entrambi, finché non gli daranno un nome.
Anche se per Scarlett un nome già ce l'ha.
Speranza.
"Insomma giocherete contro i Tiger, dicono che sono molto forti."
L'argomento del giorno, durante la pausa mensa, è la futura partita che si giocherà tra qualche giorno.
Essenziale che vincano se vogliono entrare nel campionato.
"Sono tutto fumo e niente arrosto.
Siamo noi i più forti, e inutile che si illudano."
Si pavoneggia Rayan, fingendo di non vedere la piccola manina di Sofia che gli ruba le patatine.
Gli ha già rubato il cuore, perciò questa donna può fare ciò che vuole.
"Sarà come dici tu.
Ma Lucas mi ha detto che l'hanno scorso avete vinto per un punto."
Lo punzecchia Isa, con un umore diverso nel parlare di Lucas.
Sentendo molta nostalgia, ma convincendosi che lui c'è e ci sarà per sempre in questo gruppo.
Perciò può soffrirne oppure accettarlo come una terapia d'urto di parlare di lui, che fino ad ora ha funzionato peggio di un telecomando con una sola batteria.
"E solo perché erano sotto steroidi, te lo dico io.
Quelli si dopano."
Si difende il joker, con la prima cazzata che gli viene in mente.
Che fa scoppiare a ridere tutti, persino se stesso.
"Se entri in campo con quella cresta verde, sarai il primo a cui analizzeranno il sangue."
Continua Oliver, non potendo non deridere i capelli verdi dell'amico.
Anche perché sa la motivazione del colore, la stessa per la quale Sofia ha delle ciocche rosa e blu.
Sono due pazzi, ecco la motivazione.
"Che facciano pure.
Il mio sangue è talmente puro da essere blu, come quello dei principi."
Ed ecco che scoppia un'altra risata.
Ormai qualsiasi cosa esca dalla bocca di Rayan è una cazzata.
"E tu cosa ne pensi Scarlett?"
Le chiede Isa, vedendo la bionda sorridere alle battute, senza però prenderne parte.
Vedendola un po' a disagio, taciturna.
"Del doping, della partita, dei suoi capelli o del sangue blu?"
Si butta la bionda, senza paracadute, schiantandosi sulle risate degli altri.
" A parte gli scherzi, so che è una squadra forte.
Ma ultimamente hanno problemi di difesa."
Continua con tono più serio, mostrando la tifosa che è in lei.
Ama il football, lo segue da quando è bambina.
Nato per stare un po' con il padre, sempre impegnato se non durante il super Bowl.
E in quelle ore di partita, Scarlett rimaneva seduta vicino a lui, in silenzio.
Facendo in crescere in sé la passione per lo sport, legato all'amore per il padre.
"Be', noi non possiamo lamentarci.
Con quell'armadio di Lucas in difesa, non passerebbe nemmeno un camion."
La sostiene Owen, nel diventare parte del gruppo.
Un passo alla volta, senza lasciarla mai.
L'allegria finora vissuta da Emma, si blocca di colpo con il suono di una notifica al suo telefono.
Una suoneria personalizzata per una sola persona, perciò lei sa bene chi è ancor prima di leggere il mittente.
-Sono tornato e voglio un bacio.
Ti aspetto in cortile.-
Andreas, con un messaggio talmente viscido da poter sembrare romantico a occhi sconosciuti, torna con prepotenza nella sua vita.
In questi giorni di pace si sono sentiti poco e niente, per fortuna.
Tanto che Emma si sente un nodo in gola nel capire che il sogno è svanito.
"Figlio di puttana."
Si lascia sfuggire a denti stretti Sofia.
Con Emma che è felice che gli altri siano troppo presi chiacchierare per averla sentita.
Naturalmente tranne Oliver, che ha quasi la certezza che il figlio di puttana di cui parla Sofia e lo stesso che odia lui.
E stringe i pugni quando la vede andar via di corsa, costretto a dover rimanere fermo lì.
Senza il diritto di dirle di non andare, di rimanere con lui.
E lei scompare, come l'allegria sia in lui che nelle due amiche che sanno bene la situazione.
Tutta la situazione.
E si preparano mentalmente e con angoscia, a rivedere Emma di nuovo in quello stato di vuoto.
Ci provano a tornare tranquilli tra chiacchiere leggere.
Ma persino Scarlett, ignara di tutto, capisce che qualcosa si è spezzato.
E che i segreti della Lopez, forse sono più cruenti dei suoi.
Il corpo di grazia per Sofia, arriva dopo pochi minuti con un messaggio della amica.
Dove gli dice che va via con lui e che quindi sarà assente nelle prossime due lezioni.
E li Sofia perde la pazienza e tutti i buoni propositi di stare buona.
"Ma va fan culo."
Lancia il telefono sul tavolo, prima di allontanarsi velocemente dal tavolo.
Sotto lo sguardo confuso e sorpreso di tutti.
"Vado a vedere cosa è successo."
Avvisa Rayan, recuperando le cose di lei.
Per poi andare a cercarla nelle aule ancora vuote.
Mentre passa tra un'aula e l'altra, legge il messaggio di Emma.
E non capisce perché Sofia abbia reagito così.
La trova nella quarta aula, seduta su una sedia con le gambe pigramente appoggiate al banco.
Con le braccia incrociate e lo sguardo ferito e lucido.
"Perché te l'ha sei presa tanto?
Mancherà due ore, non è la fine del mondo."
Cerca di capire lui, senza ricevere risposta.
Chi se ne frega se mancherà due ore.
Come può capire lui cosa vuol dire vedere il vuoto negli occhi dell'amica.
Vederla soffocata dall'effetto di quelle pillole, che le offuscano l'anima.
Vederla fragile e vuota, come un vaso che non ha più fiori, pronto a cadere dall'angolo del tavolo.
"Non posso spiegartelo.
Perciò, lasciamo stare."
E' un colpo dritto nel petto, che arriva in profondità.
Fino ad ora è andato tutto bene tra loro, per poi non fidarsi di lui.
Sbattendolo fuori dai suoi pensieri.
Dalla sua vita.
Ma, nonostante le parole lo feriscano profondamente, non si arrende, sedendosi vicino a lei.
Cercando quel contatto che hanno avuto tutto il giorno.
"Sai che non ti giudicherei mai.
E che saprei tenere il tuo segreto."
Sofia si volta verso di lui, felice e davvero fiduciosa in lui.
Ma non può tradire la parola data all'amica.
"Dimmi perché Oliver deve fare quegli incontri?"
Gli chiede a brucio pelo, osservando come si morde il piercing al labbro inferiore.
E sente il tormento del segreto di lui, come lei vive il tormento del segreto di Emma.
"Non me lo puoi dire e lo capisco, perché hai dato la tua parola al tuo migliore amico.
E così puoi capire me, se non ti rispondo perché sto così."
E Rayan capisce perfettamente la situazione e non insiste.
Semplicemente l'abbraccia, baciandole la fronte, sentendosi impotente davanti alle lacrime che la bionda versa .
Con la speranza che tutti questi segreti siano svelati e questo peso scompaia dalla loro coscienza.
Intanto Emma mette via il telefono, con cui ha mandato il messaggio a Sofia, salendo con noia in macchina con Andreas.
Appena si sono visti, non l'ha nemmeno salutata.
Le ha semplicemente detto di andare via con lui.
E inutili sono state le proteste di lei, davanti allo sguardo egoista e crudele di lui.
Appena chiude lo sportello, il viso le viene afferrato e si trova violentare dalla bocca da quella di lui.
La morde, le stringe con forza la cute sulla nuca, fregandosene delle piccole mani di lei che provano a spostarlo.
La barba nascente di lui, le punge le guance, irritandole la pelle.
Ma non è nulla in confronto alla nausea che gli da questo bacio.
Che gli dà la mano di lui che gli stringe con cattiveria il seno, fino a fargli male.
Senza però fermarsi finché non è soddisfatto.
Spingendosi verso di lei, rubandole il respiro e la libertà.
Rendendola schiava di un bacio che è solo tortura.
Di quelle lente e incessanti che ti divorano dentro.
E lui la stringe ancora una volta, mordendole con forza il labbro fino a sentire il sangue di lei in bocca.
Per poi allontanarsi un po' da lei.
Sorridendo per la bocca e la pelle arrossate, per quelle goccia di sangue sul labbro tremante.
Gode persino dell'odio che legge negli occhi di lei.
E si sente invincibile nel vedere tanto disprezzo negli occhi di lei, ma anche la consapevolezza di non potersi ribellare.
"Spero tu ti sia goduta queste feste.
Perché presto sarò io a godere."
E Emma non sa se leggere il doppio senso in quelle sporche parole o fingersi ingenua.
Nel dubbio tira fuori un pacco di caramelle, che in realtà contiene le sue pastiglie.
La macchina parte, come la pastiglia che scivola in gola.
Con gli occhi chiusi, rivolti alla capotta, ritorna a quella vecchia abitudine.
Al conto alla rovescia, in attesa dello spegnimento.
Era dal loro ultimo incontro che non usava quel farmaco.
E sono bastati pochi minuti insieme per riprendere il vizio.
Le labbra tremano, lo stomaco si contorce per il sapore del proprio sangue in bocca, le mani strette in due pugni.
Poi, si spegne, dimenticando ogni cosa.
Diventando fredda come una pietra indistruttibile.
Anche se un pensiero non l'abbandona.
La sostiene, in un certo senso.
La consapevolezza che Andreas le farà del male.
Ma lei, così facendo, ha messo a riparo la sua anima.
E pensa...
"Avanti, distruggimi, rendimi un tuo giochino che poi butterai via.
Ma sarà solo il mio corpo quello che stringerai.
Poche la mia anima, è al sicuro.
Prigioniera di due occhi grigi e la speranza che mi ha donato quel bacio durato un fuoco d'artificio."
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