Capitolo 11 non provo nulla
Questa mattina tutto sembra davvero più sereno.
Soprattutto per Oliver.
Gli uccellini cantano.
I prati sono sempre più verdi.
E sto decisamente esagerando.
Ma, e difficile spiegare quanto Oliver si senta bene oggi.
Quanto la sua vita stia prendendo la giusta direzione.
La partenza del padre, che gli darà una bella settimana di libertà.
La chiamata del coach questa mattina, che ritira le minacce di mandarlo via.
E questo ci porta al terzo punto, il miglioramento della sua media.
E, in fine, la soluzione contro gli incontri del sabato sera, gli allenamenti con Al.
La sua vita sembra davvero sorridergli, come non succedeva da tanto.
E la causa è Emma Lopez.
La sua euforia gira tutta intorno a questo nome.
E, in modo amplificato, a quel fantastico e fottuto bacio.
Bacio, che l’ha tormentato tutta la notte.
Portandolo ad aspettare con ansia la loro lezione che, come ogni mercoledì, si terrà oggi pomeriggio.
Solo per baciarla di nuovo.
Solo per provare di nuovo questa emozione di adrenalina, che gli scorre ancora in vena.
Purtroppo le lezioni di questa mattina sono impegnative.
Perché questo sarà il mese degli esami di metà corso.
Notizia che, alle orecchie di Oliver, è solo una fortuna che lo porterà a vedere più spesso la Lopez.
Ormai diventata una droga che deve assolutamente riprovare.
Finché non andrà in overdose.
Ed è quello che pensa, mentre entra nella mensa, pronto a sedersi vicino a lei.
I due amici, ormai succubi del suo umore da lunatico del cazzo, lo seguono senza fare domande.
Hanno parlato prima dell'inizio delle lezioni, su ciò che ha visto Rayan la sera prima.
Ma Oliver li ha liquidati con una semplicità quasi stupida.
"È stato solo un cazzo di bacio, siete rimasti alle medie per caso?
Ho detto che voglio rifarlo, è vero.
Ma no che voglio sposarmela."
Un discorso che ha un filo logico e folle nella sua mente, non compresa dagli amici.
A cui non sa spiegare cosa ha provato in quel bacio.
Sa solo che è stata come eroina iniettata direttamente nel petto.
Quella sensazione di adrenalina che si prova lanciandosi da un aereo.
Un piacere, che vuole assolutamente riassaporare.
E con questo, non pensa minimamente di essere innamorato.
Ma vittima di una attrazione fatale, proibita, a cui non può rinunciare.
A cui non vuole rinunciare.
Lei è qualcosa che vuole, a cui non vuole rinunciare.
Non ora.
Comunque, un paio di treccine rosa, bionde e blu, attirano il suo sguardo.
Sofia è difficile da non riconoscere.
Come Lucas, date le sua dimensioni simile a quella di un armadio.
Ed è sicuro che deve esserci anche la sua preda.
Senza indugio, con il vassoio stretto tra le mani, si incammina verso di loro.
Pronto a vedere le mille emozioni che sovrastano la piccola Lopez.
No, si sta prendendo in giro da solo.
Sa che Emma non si esporrà così tanto.
Ma gliene basta una.
Una fottuta emozioni che gli dimostri che quel bacio ha fottuto anche lei.
Ma quando arriva da loro, il suo buon umore cade in picchiata libera.
"Ei, colletti bianchi.
Oggi volete unirvi alla plebe?"
L'umorismo di Sofia, come sempre, cerca di distrarre i nuovi amici dalla penombra che da questa mattina affoga la sua amica.
"Non date ascolto a questa pazza.
Su, sedetevi."
Lucas utilizza un metodo più diplomatico.
Ma anche lui fallisce miseramente.
Perché, mentre Oliver si siede vicino a lui, non può non fissare Emma.
Che non lo ha ancora degnato di un sguardo.
Rayan ci prova con Sofia, Owen chiacchiera degli allenamenti con Lucas.
Mentre ad Oliver non resta che fissare lei.
Lei, che fissa il suo pasto, senza nemmeno guardarlo.
Con sguardo vuoto e perso in chissà quale pensiero.
Se i suoi amici lo credono il più lunatico, si devono rimangiare tutto.
Perché Emma lo supera di gran lunga.
Un giostra, una montagna russa, che sbalza tra alti e bassi.
Proprio come lei che passa dal sorriso all'angoscia.
Perché è questo il sentimento che sente su di lei.
Angoscia e resa.
E ciò che lo fa più incazzare, e non sapere il motivo.
Il telefono di lei prende a squillare, facendola sobbalzare.
La osserva mentre con mano tremante afferra il telefono portandoselo all'orecchio.
"Dimmi."
Risponde con voce bassa, accendendo in Oliver la voglia di rispondere lui.
E mandare al diavolo chiunque la rendi così.
"Ora sto pranzando ma..."
Chiunque sia la interrompe, facendole abbassare lo sguardo sconfitta.
"Ok arrivo."
Chiude la chiamata, sospirando amareggiata.
Come se portasse un peso sulle spalle.
Un’espressione dolorosa per chi la guarda, che spinge Oliver a volerle chiedere chi sia.
Cosa sta succedendo.
Ma lei non gliene da il tempo.
"Arrivo subito."
Abbandona il piatto ancora intanto.
Per prendere la borsa e scappare via senza dare spiegazioni.
Sofia e Lucas, la guardano confusi.
Ma anche loro amareggiati, tanto da mordersi la lingua frustati.
Sembrano sapere qualcosa, oppure impotenti davanti al malessere della sua amica.
Mentre Oliver, e i suoi, semplicemente la guardano andare via.
Rimanendo nella completa oscurità.
Preferendo fare finta di nulla, tornando al loro pranzo.
Passano pochi minuti, prima che Sofia si alzi, sbattendo le posate sopra il tavolo.
"Non ci credo.
Che cazzo sta succedendo?"
Tutti seguono il suo sguardo, fuori dalla finestra.
Dove c'è una scena, che gela il sangue sia agli amici di lei che a Oliver.
Mentre Rayan e Owen rimangono all'oscuro di tutto.
Emma è vicino a un ragazzo, che la attira a sé per baciarla.
Fino a riuscirci.
Sanno bene chi è quel pezzo di merda, come lo definiscono loro.
È Andreas, il suo ex, il ragazzo da cui Oliver la difesa una settimana circa prima.
L'umore di Oliver è ormai un meteorite che distrugge ogni cosa.
Il pensiero del loro bacio, viene eclissato da questo che lei sta dando a un altro.
A un altro che non è lui.
È rabbia, che lo porta a stringere con forza i pugni.
Trattenendosi dall'andare lì e separarli.
Ma non solo, inconsciamente anche la gelosia fa il suo gioco.
Portandolo ad odiare lui, perché la sta toccando.
Portandolo ad odiare lei, perché si sta facendo toccare da mani, che non sono le sue.
Distoglie lo sguardo, ingoiando a vuoto il veleno che lei gli ha appena servito.
Tornando a mangiare, o meglio, fare finta di mangiare.
Perché quella scena gli ha creato un nodo alla bocca dello stomaco, che non sa sciogliere.
Al contrario Lucas e Sofia, continuano a guardare la scena con disgusto e rabbia.
Sapendo bene chi è lui, confusi del perché lei lo stia baciando.
Distogliendo l'attenzione solo quando i due finti amanti si separano, prendendo strade diverse.
Quando pochi minuti dopo, l'amica torna a sedersi vicino a loro.
Lucas fa finta di nulla, non volendo fare scenate.
Ma Sofia non è dello stesso parere.
"Mi spieghi cos'era quella puttanata?"
Oliver alza lo sguardo, e guardandola ne rimane sconvolto.
Emma sembra vuota, fredda, distaccata.
Un automa senza vita.
"Siamo tornati insieme."
Risponde senza misure, tornando a giocare con il cibo.
Ormai diventata una poltiglia buona solo per essere data ai maiali.
La freddezza della sua voce è disarmante.
Ma non per Sofia, che continua a colpire.
Sapendo bene di avere davanti solo un fantoccio senza anima.
"Che cazzo significa Emma?
Quello è un figlio di puttana.
Un essere spregevole e tu lo sai bene.
Quindi, che cazzo è successo?"
Emma non si scompone davanti alla rabbia dell'amica.
Anzi, si alza lentamente afferrando il pranzo.
Pronta ad andare via.
"Siamo tornati insieme.
Questo è tutto."
Conclude una discussione nemmeno iniziata, andando via.
Lasciando un Lucas addolorato, nel vederla in questo stato.
E una Sofia incazzata nera, perché sa che l'amica è sotto l'effetto dei farmaci.
E la colpa è di quel figlio di puttana.
Infine un Oliver confuso e senza parole, che non osa distogliere lo sguardo da lei.
Che con movimenti meccanici e freddi, butta via tutto.
Per poi scomparire dietro la porta della mensa.
"Potremmo essere aggiornati anche noi?
Forse ci siamo persi qualche puntata."
Parla per la prima volta Rayan, anche per Owen.
Ormai stufi di essere messi da parte.
Di sentirsi fuori posto.
Sofia, con le braccia incrociate al petto non dice una parola.
Perché sa che se apre bocca, inizierebbe ad urlare come una indemoniata.
Perciò è Lucas che si prende il compito di spiegare tutta questa storia.
"È un suo ex che, dopo averla tradita, pretende ancora di averla.
Un essere squallido e senza morale.
Un bastardo, che lei odia fortemente, come lo odiamo anche noi."
Come lo odia anche Oliver, dopo quella scenata davanti al pub.
Ricorda la stretta sul braccio di lei.
I segni rossi che le ha lasciato sulla pelle.
Il dolore e la paura che ha visto negli occhi di lei.
"E allora perché ci è tornata insieme?"
E’ Owen a fare la domanda che sta tormentando Oliver.
Accendendo ancora di più la rabbia di Sofia, che di stare zitta ormai non ne ha più voglia.
"Perché è un figlio di puttana.
La starà sicuramente ricattando quel pezzo di merda.
Ne sono sicura."
Parla tra i denti, ricordando quante lacrime ha asciugato sulle guance dell'amica.
Convita più che mai che sotto ci sia qualcosa di grosso.
Che non è sicuramente amore.
Al contrario Oliver, trova tutto ciò ridicolo.
Questa storia del complotto per tornare con Emma, per lui ha dell'impossibile.
Chi arriverebbe a tanto per una ragazza?
No, è un concetto per lui inspiegabile.
Che lo porta a dedurre tutt'altra spiegazione.
"Non ti illudere Sofia.
Sarà semplicemente che le piace essere trattata così.
Infondo è nel indole di voi ragazze volere chi vi tratta di merda."
Infondo è ciò che fa lui con tutte.
Le usa e le tratta di merda, e questo ha sempre aumentato la sua popolarità.
Infondo Emma in questo non è diversa dalle altre.
Questa è l'unica spiegazione plausibile che si dà.
Ma Sofia è di tutt'altro avviso.
E stringendo ancora di più i denti, vede anche lui andare via seguito dai suoi amici estranei a tutta questa situazione.
Non gli dice nulla, ma lo maledice per tanta stupidità.
Perché lei sa che dietro c'è molto di più.
"Dobbiamo scoprire come la sta minacciando."
Sussurra a Lucas, immune alle cazzate dette da Oliver.
"Sono d'accordo."
Gli risponde, sorprendendo l'amica.
Lucas è sempre stato un ragazzo riservato, che non si è mai intromesso negli affari degli altri.
Ma anche lui sa che sotto c'è qualcosa.
Qualcosa che non gli piacerà sicuramente.
Con noia, Oliver arriva davanti alla biblioteca.
E’ stano come un evento che fino a stamattina aspettava con ansia, ora ha perso ogni valore.
Sospirando, apre la porta cercando di fare meno rumore possibile.
Onde evitare la solita discussione con la vecchia bibliotecaria Stevens.
Non ha bisogno nemmeno di cercare la sua tutor.
Sa bene dove trovarla e, su questo, lei non lo delude mai.
È al solito tavolo, a scrivere gli appunti che poi darà a lui.
Non si salutano nemmeno, entrambi persi nei propri pensieri.
Semplicemente iniziano la lezione, una lezione diversa dalle altre.
Emma non si impegna minimamente, si limita a mostrargli gli argomenti e a dare spiegazioni ai suoi dubbi.
Ma il tutto con estrema freddezza e distanza.
È questo che colpisce Oliver.
È abituato a vederla distante, ma non qui.
Non nei loro momenti di lezione.
È sempre rimasto affascinato dalla leggerezza e dalla passione che ci mette a spiegargli ogni cosa.
Dal sorriso rassicurante che gli dona.
Ma non oggi.
Oggi si limita a ripetere date e concetti oggettivi.
A spiegargli storia in modo meccanico e strutturato.
Mentre parla, Oliver la immagina diversa.
Sa che se fosse stata in sé, avrebbe usato un altro approccio.
Gli avrebbe fatto amare la storia, mentre ora si limita a fargliela capire.
In un istinto irrazionale, alza lo sguardo su di lei, forse per la prima volta da quando è iniziata l'ora.
Lei non se ne accorge, presa dalla spiegazione.
E lui spia indisturbato la sua espressione.
Una espressione vuota e senza emozioni.
Come un immagine di un qualunque viso, che non suscita nulla.
Ammette di averla vista spesso fredda, ma mai così vuota.
Mai così priva di vita.
Si costringe a distogliere lo sguardo.
Perché lei è fidanzata, è di un altro uomo.
E l’ha visto con i suoi occhi.
Ma rialza lo sguardo su di lei, e la domanda sorge spontanea.
Se è innamorata di quello, allora perché ha un'aria così angosciata e spenta.
È inutile, queste due ore sono state inutile.
Non un concetto gli è entrato in testa.
Troppo preso a ripensare ai due baci che gli offuscano ogni capacità di imparare.
Ripercorre con la mente il loro bacio.
La passione, il fuoco, l'estasi che entrambi hanno provato.
Ma l'immagine si rompe come vetro, a causa di un bacio che si fa spazio a forza tra i suoi pensieri.
Il bacio con l’altro.
L’altro che le prende la mano, per tirarla a sé e la bacia avido.
Un ladro di emozioni, che però non trova nessuno scrigno da scoprire.
Perché lei non gliela mostrato.
Eppure, nonostante Oliver senta quanto quel bacio sia stato insignificante e vuoto.
Pesa su di lui come un macigno.
Per la prima volta in vita sua, un bacio gli ha toccato i nervi.
Sorride di nascosto, per quanto sia patetica la situazione.
Quando lei l'ha baciato, ha rilassato ogni suo nervo teso.
Che poi a tirato con forza nel momento in cui ha baciato un altro.
Può davvero un bacio aggiustare e distruggere?
La risposta la trova sulla bocca di lei, che si muove parlando, senza che però lui la senta.
Vede solo la sua bocca.
La stessa che lo porta in alto, che lo fa cadere.
Che ora basterebbe sfiorare per tornare su.
Un gioco sadico e perverso.
Il suo umore dipende dalle labbra di questa donna, che sa non essere sua.
"Questo è tutto, per oggi possiamo finire qua."
La sua voce lo riporta alla relata.
Una realtà dove il tempo è finito, e lei se ne andrà.
Stringe i denti, guardandola mettere via le sue cose, in gesti meccanici e senza rimpianti.
Quelli Oliver sa che li sentirà se non la fermerà.
Lei si alza, sta per andare via, ormai i minuti sono diventati secondi.
Se non fa qualcosa, lei andrà via.
Sta per andarsene, gli passa a fianco.
Ma ferma il suo passo, quando la mano di lui le afferra il polso.
È un gesto irrazionale, stupido, inutile.
Ma non può lasciarla andare via se non gli dirà ciò che vuole sapere.
"Perché sei tornata con lui?"
Gli chiedo, alle sue spalle, senza che lei abbia il coraggio di girarsi.
Non prova nulla è vero, ormai dipendente da quelle pillole che ingoia come tictac.
Ma lui, lui supera ogni effetto collaterale.
La rende immune alla sua stessa cura, diventando lui stesso la medicina.
"Non credo siano affari che ti riguardano."
Non sono parole, ma lame d'acciaio che gli trapassano il petto.
Soffocano il respiro, ma non diminuisce la presa.
"Perché?"
La mette alle strette.
Perché sono affari suoi, che lei lo voglia o no.
"Lo amo, fine del discorso."
Una schifosa bugia, che non ci prova ne meno a travestirsi da verità.
Un sentimento così grande, che lei butta fuori così.
Senza mostrare né un tremolio né un brivido.
Di colpo, lui la gira, imprigionandola con il suo sguardo.
Che lei inizia ad odiare.
Odia quel grigio così denso, che la soffoca senza pietà.
Soffoca le sue bugie, il suo dolore, l'angoscia che si porta addosso come un velo.
"Non ci credi nemmeno tu alle cazzate che dici."
Si avvicina di più, distruggendo il suo spazio vitale.
Lo prega lei con gli occhi, si aggrappa a un momento di lucidità per pregarlo.
Per supplicarlo di lasciarla andare, in modo che sia il tutto meno doloroso.
Ma lui è sordo alle sue suppliche, e la lega ancora di più a se.
Non capendo quanto la stia distruggendo dentro.
Mentre fuori, rimane impassibile.
Il suo sguardo rimane fermo e vuoto, cosa che tira sempre più i nervi di lui.
"Dici di amarlo, eppure sei angosciata.
Dici di amarlo, ma sobbalzi ad ogni suo messaggio che ricevi.
Dici di amarlo, ma sei morta dentro, ogni volta che dici questa fottuta bugia."
Con quale diritto le legge dentro.
Come osa scavare dentro di lei, senza ritegno ne gentilezza.
Sputandogli in faccia quello che nessuno ha notato.
Perché lui l’ha guardata, la osservata, la sentita sulla pelle.
Come se la sua freddezza avesse davvero una solidità.
"Tu non sai niente."
Ci prova lei a difendersi, a ferirlo, ad allontanarlo.
Ma lui si avvicina ancora di più, respirandole sul suo viso, soffocandola con i suoi lunghi sospiri.
"So cosa hai provato quando ti ho baciato.
E quella insulsa scenetta del cazzo, non è nulla in confronto a ciò che abbiamo provato noi."
Non sa nemmeno lui cosa dice, ma non si sorprende.
La ragazza che ha davanti ha il potere di aprirlo con forza e farlo parlare senza filtri.
In più, le sue mani sono scese suoi fianchi.
Gli occhi cedono sul suo seno, che scende e sale in un respiro irregolare.
I due respiri si fondono, creando una fragranza nuova e solo loro.
E tutto ciò, lo rende vittima di un incantesimo terribile.
"Dimostrami che quel bacio non è stato nulla Emma."
Lei prova a rispondere, ma lui non le concede nulla.
Perso nei desideri più carnali, la bacia senza pietà.
Sfoga sulla sua bocca la rabbia che ha provato nel vederla baciare lui.
Spietato si fa spazio nella sua dolce bocca socchiusa, legando le lingue, mischiando la saliva.
Che questa volta non ha nulla di piacevole.
La saliva di lei, è veleno che scivola in bocca.
Lo soffoca, lo consuma, lo porta a intossicassi e a diventarne dipendente.
Gli occhi di entrambi sono chiusi.
Come se potessero rinchiudere questo bacio in un sogno.
Custodirlo in un limbo in cui solo loro hanno accesso.
Lei ci prova a resistere, e pensare che sia sbagliato.
Che questo le farà solo più male.
Ma lui è spietato, e la spezza e la ricostruisce a suo piacimento.
E ormai argilla nelle sue mani, che si modella al suo desiderio e fuoco.
Non è romantico, non e dolce.
E solo la fusione della rabbia di entrambi, che sfogano tra loro.
Quando il respiro viene meno, il bacio finisce.
E con lui, la magia creata.
Lui apre gli occhi, cercando le risposte nei suoi occhi.
Più ricchi di mille parole.
Ma ciò che trova, gli fa ingoiare tutto il veleno che lei gli ha riversato in bocca.
Il gelo.
L'indifferenza.
Il vuoto.
La bocca di lei è rossa e consumata.
Ma il suo respiro è regolare, come i suoi occhi vuoti.
Il bacio, che su di lui ha avuto un effetto devastante, su di lei sembra non avere lo stesso effetto.
Oliver non può sapere che Emma ha aumentato il dosaggio proprio per questo.
Per non provare nulla.
E anche se il bacio le ha fatto esplodere il petto e confusione nella testa.
Esternamente non mostra nulla.
"Io non provo nulla Oliver."
Lo lascia solo con queste parole, libero di dare una sua spiegazione.
Libero di credere che lei non provi nulla per lui.
Quando la verità è che lei non prova nulla.
Per nessuno.
Per niente.
Per nulla.
Emma si incammina a passo sicuro verso l'esterno, tirando fuori dal flaconcino due pillole, pronta ad ingoiarle.
Sa che aumentare il dosaggio è rischioso.
Che potrebbe davvero spegnersi.
Ma a Emma non importa.
Anzi, l'idea di spegnersi del tutto, le dà uno strano sollievo.
"Io non provo nulla.
Io non voglio provare nulla."
Sussurra a sé stessa, ingoiando la dose massiccia.
Volendo dimenticare anche questo bacio, anche se sa che non succederà....
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