𝓐𝓻𝓬 𝟔 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝟓 - Le Baccanti

"Quelli che dio vuole distruggere, prima li fa impazzire."

-Euripide

Era un suo segreto.

Lo nascondeva nel più profondo del suo cuore con la vergogna e con il timore di essere punito per questo.

Aveva il terrore di perdere il suo posto da Shinigami e si sentiva un ingrato nei confronti di Junko che gli aveva donato il rispetto, la fama e il potere tanto desiderato, uccidendo la nullità che era. Ed adesso lui la stava ringraziando in questo modo, tradendola col pensiero.

Era un suo segreto e sapeva che era pericoloso non solo per stesso ma pure per tutti quelli che gli stavano intorno.

Si sentiva solo nei suoi tormenti, nella sua tortura interiore ed eterna.

Non sapeva se era pazzo a voler insistere nel credere che questo mondo fosse normale oppure se era pazzo a considerare questo mondo sbagliato.

Sicuramente era pazzo. Come poteva solo credere che possa essere sano di mente in un posto del genere!

Si sentiva solo nei suoi tormenti e nella sua illuminazione verso la verità. Gli aveva fatto comprendere quanto fosse marcio tutto ciò che gli circondava.

Non voleva più vivere in questo modo.

Il suicidio purtroppo avrebbe risolto nulla. Sarebbe stato solo al gioco di quella donna, e anche dopo la morte i tormenti l'avrebbero torturato. Sarebbero sempre tornati nella sua mente. Un dio che neanche esisteva l'avrebbe punito per tutti i suoi peccati che non era riuscito a esporre.

Doveva agire.

Doveva parlare.

Non poteva rimanere in silenzio se voleva cambiare.

Si sentiva solo nei suoi tormenti, e decise finalmente di condividerli. A piccoli passi, facendo sempre più casino finché non sarebbe arrivato ad un colpo di stato, facendo vincere i suoi nemici - la Future Foundation.

...

<ragazzi a mezzanotte passate nel mio studio, vi devo dire una cosa importante> sussurrò Kazuto ai suoi più intimi amici, Shinobu e Kazuya, approfittando della confusione di una delle sue feste ottocentesche per dirgli questo segreto.

Avrebbe iniziato con loro perché erano gli unici con cui riusciva a fidarsi e sapeva che l'avrebbero capito, supportato e mai abbandonato. Erano sempre stati uniti da quando erano entrati nell'esercito e continuarono ad esserlo anche quando vennero selezionati per diventare Shinigami dai cani della regina, faticando assieme per raggiungere tale obiettivo.

Poteva considerarli suoi cari amici, non solo dei semplici colleghi come tutti gli altri, e nonostante questo dall'ansia si era scritto e riscritto 27 fogli con tutto ciò che doveva dire - in corsivo. Li stava scrivendo dinuovo mentre attendeva la mezzanotte e i due fanciulli nel suo ufficio. Temeva di perdersi nei suoi pensieri e perdere il controllo delle sue parole, sembrare davvero un pazzo se lasciato con troppa libertà e non seguendo un discorso ordinato e preciso.

Come se non lo sembrasse in quel preciso istante, da solo in una stanza a scrivere e riscrive lo stesso discorso che conosceva a memoria mentre tutti si stanno divertendo alla sua festa.

Gli sembrava così lontana la sensazione di perdere il panico ad ogni striscia d'inchiostro su quel foglio bianco. Nel presente non faceva altro che aumentare così tanto da bloccargli il cuore.

Quasi rischio di perderlo anche in quel ricordo quando due figure entrarono di colpo.

<Kazuya dovresti prima bussare-> sussurrò lx fanciullx dai capelli verdi, gli faceva strano il suo nuovo taglio così corto, ma era contento che almeno avesse tenuto quel suo colore caratteristico. Mentre il violinista rimase lo stesso, con energia lo raggiunse alla scrivania e posò entrambe le mani su di essa <cosa ci devi dire di tanto importante da farci perdere il più bello della festa?>

<non posso voler passare un po' di tempo da solo con voi?> non era una vera e propria domanda, stava usando solo la combinazione giusta per un dialogo più confidenziale e scherzoso.
<certo ma potevamo fallo in pista! Stava partendo il mio pezzo preferito! Sei stato veramente crudele a non far suonare me> il castano non smetteva di sorridergli ed essere il solito bambino energico sedendosi sulla scrivania invece che su una delle poltrone. Ormai non gli diceva più nulla lasciandolo fare.

<sarebbe cambiato veramente qualcosa Kazuya?> gli chiese, appoggiandosi completamente allo schienale della sua sedia senza scomporsi troppo <o sarebbe stata la solita festa dopo una stagione di morti terribili di giovani anime?> nella sua mente l'avrebbe dovuta toccare più piano, ma riuscì con l'essere poetico riusltare non troppo pesante. O così credeva <oppure davvero sarebbe stato diverso! Sei veramente talentuoso con il violino! Sei proprio sicuro che non volevano te invece di quell'altro Kazuya?>

Non disse nulla all'ultima domanda dello stratega, si lasciò sfuggire una risatina per non far bruciare ancora il suo cuore dall'invidia e dalla gelosia. L'unica parte che gli era rimasta nonostante la perdita della memoria <parli come se fossi uscito dai libri!> fu il suo unico commento e portò velocemente una mano in avanti, a qualche centrimetro dal volto del padrone <ti prego non mi partire con un monologo alla Dostoevskij che potrei tirarti un ceffone>
Kazuto ridacchiò <mi sono calato fin troppo nella parte mi sa! Ma il succo è quello...è tutto così monotono...pure quello che creo>

Il fanciullo seduto sopra la scrivania si trattenne nel mettere i suoi luridi piedi sulla superficie, o sarebbe stato lui a prendersi le botte dall'amico <non dire così Kaz! Non fare il depresso mo te prego o davvero arriva il ceffone!> il sorriso non se ne andava anche quando si mostrava più arterarto e si porse in avanti verso l'altro <le tue feste sono fantastiche e i tuoi show i più guardati! Tiri fuori delle idee meravigliose! Delle opere d'arti!>
<non sapevo che sarebbe bastato massacrare miei coetanei o bambini per essere allo stesso livello di Michelangelo e Leonardo da Vinci!> disse con un tono sarcastico, rischiando di più rispetto a prima, meno leggero e delicato con le parole.

<beh loro viv...vivsizezio-...> si bloccò portandosi una mano davanti alla bocca e aggrottando la fronte cercando di capire come pronunciare bene quella parola. La fanciulla silenziosa ridacchiò alle loro spalle mentre Kazuto scosse la testa con un sospiro <hai bevuto troppo che non sai nemmeno parlare! Akio ti sta dando brutte abitudini!>
Prima di parlare il violinista sbuffò, alzando gli occhi al soffitto giusto per qualche secondo <non fare la mammina! Ho bevuto solo due bicchieri di spumante! Nulla di che o di pesante!>

<comunque- loro non vivisezionavano i cadaveri per studiarli?> riuscì alla fine a dire la maledetta parola e ricevette immediatamente una risposta dal calcolatore seriale - si era preparato tutte le domande e tutte le risposte possibili, in più varie combinazioni per ogni situazione non predetta <solo quello, mica li uccidevano!> aggiunse <soprattutto lo facevano per studiarli e portare avanti lo sviluppo non solo artistico ma pure scientifico e medico come tanta altra gente importante in questi campi!> lo guardò fisso nei suoi occhi castani <ma noi? Perché noi stiamo facendo questo?>

Cadette il silenzio.

Forse era andato troppo pesante?

Si poteva sentire solamente il rumore del vento fresco della notte che entrava dalla finestra aperta assieme alla luce della Luna. Era bello vedere il satellite nella sua interezza. Si sentiva come ella, brillante nella notte solo per la luce riflessa di qualcosa di più grande e più importante di se stesso. Un pensiero fuori dalla sua razionalità tipica e non riusciva nemmeno ad analizzarla per bene.

Fu Shinobu ad aprire la finestra, appoggiandosi per guardare fuori e il cielo stellato, ignorando la città in fiamme e in continua guerra con sè stessa e con la Future Foundation. Ellx tirò fuori dalle tasche della sua gonna una specie di "porta pacchetto di sigarette" di argento personalizzato - sopra aveva inciso una S ed una A intrecciate - e ne prese una.

<che fai Shinobu?> lx chiese Kazuto, guardandola storto con la coda dell'occhio. Ovviamente sapeva cosa stesse facendo e non gli piaceva per nulla.
<oh scusa-> arrossì rendendosi conto che all'amico gli desse noia il fumo e non era stato per nulla carino farlo senza preoccuparsene. Certo era alla finestra, ma doveva chiederlo lo stesso! <scusa davvero- io...io volevo solo farmi qualche tiro...posso? È da tutto il giorno che non ho fumato o fatto un singolo tiro!>

Lo stratega militare sospirò, alzando gli occhi al cielo e mettendosi subito dopo a fregare nei suoi cassetti della scrivania <avete entrambi dei brutti vizi!> borbottò, tirando fuori una mascherina chirurgica che indossò davanti ai due. Kazuya scoppiò a ridere, non riuscendo proprio a trattenersi e rimanere serio come quest'ultimo poco fa. Sarà proprio per questo cambio tono improvviso ad averlo spezzato in due.
<guarda che sono serio! Non voglio rovinare i miei polmoni non quella roba!>

La fanciulla riuscì ad avere più autocontrollo, soprattutto per l'imbarazzo e posò la sua sigaretta nel pacchetto, lasciandola per dopo quando Kazuto non ci sarebbe stato nei paraggi.

Egli riposò la mascherina per il bene del violinista fallito, che tra poco stava cadendo all'indietro.
<il solito esagerato! Cosa c'era di così divertente!?> lo guardò leggermente storto, non solo per la risata ma anche perché gli prese gli occhiali e stava sporcando le loro lenti tenendole brutalmente.
<per un pochetto di fumo pure la mascherina? E poi le tieni pure nel cassetto!?>
<ovvio! Qui siete tutti delle ciminiere!>

<Kazuto> lo richiamò l'artista dei capelli verdi a caschetto, colpiti del legger vento notturno che arrivava alle sue spalle <cosa stai nascondendo?> non furono le sue parole a mettergli i brividi ma proprio quel venticello che entrava delicato e gelido.

<perché pensi stia nascondendo qualcosa?> le rispose, girandosi con la sedia e con la testa.
<per i tuoi discorsi di prima...eri così serio...come se fosse una questione molto importante per te e personale...qualcosa di più e non parole a caso. Soprattutto per quanto ci vuoi bene non ci avresti presi in disparte per non dirci nulla d'importante...o segreta> disse Shinobu, quasi fredda come quella notte, e guardava dritto nei occhi verdi del padrone di casa <cosa succede?>

...

Era giunto il momento di liberare tutto.

Non aveva senso continuare a tenere tutto per sé.

...

<Questa vita... Non la trovo più logica. Non è più sensata...non so se sono solo io oppure lo provate anche voi> iniziò il suo discorso, come aveva imparato per mantere il controllo e la calma, parola dopo parola. Una poesia da recitare davanti alla classe <è una melodia che si ripete ancora e ancora, stonando sempre sulle stesse note...non lo senti anche tu Kazuya?> il fanciullo distolse lo sguardo da tutt'altra parte, oltre la finestra, stringendo le mani tra di loro.

Voleva mettere in loro il seme del dubbio, lo stesso che aveva colpito la sua mente e l'aveva stravolto completamente.

Voleva che anche loro provassero le sue stesse sensazioni e capissero la verità.

Voleva risvegliarli e fargli capire quanto questo mondo di ombre non era solo falso ma pure sbagliato e crudele. La pura distirsione di qualsiasi altra cosa esistesse.

<è una macchina che sbaglia sempre gli stessi calcoli. Ci sono degli errori in tutto questo, errori miei che mi attanagliano...è tutto un incredibile errore e nessuno di questa macchina contorta e macabra se ne accorge!> la voce non dovrebbe essere troppo alta, le sue parole dovevano essere sentite solo dagli altri due e rimanere per adesso nascosta dal resto. A piccoli passi. <l'uomo continua a sbagliare e adesso è finito proprio nelle profondità più scure di sempre! Non è una semplice dittatura o una semplice guerra...è la distruzione dell'umanità! Tutti a testa bassa a ripetere le parole di una pazza che ha ucciso più della metà dell'umanità!> meglio non farsi sentire quando le parole divennero ricche di frustrazione, uscite fuori dal suo controllo e bruciavano il suo sangue <vi pare normale che dei bambini siano costretti ad uccidersi a vicenda per il divertimento di una sola persona e del suo esercito di zombie!?>

Sally. Mentre faceva questo discorso pensò a quella bambina che aveva incontrato all'orfanotrofio e aveva fatto breccia nel suo animo...non capiva neanche lui perché e come avesse deciso di diventare il suo tutore. Sarà stata la sua vivacità e la sua dolcezza rimasta intatta nonostante tutta la merda che aveva passato. Sarà stato che guardandola riusciva ancora a vedere della speranza e non il buio più totale.

Merda. Si stava distraendo e rischiava di perdere il filo del discorso, scosse la testa e riprese a parpare <...non ne posso farvene una colpa- all'inizio pure io non lo notavo, ma adesso non riesco più a togliermi dalla testa che io in primis abbia portato così tanta morte e venga stimato per ciò! Che io abbia supportato tutti questi massacri di ragazzi come noi per una stupida vendetta!> si alzò in piedi, tenendo le mani lunghi ai fianchi e trattenendosi a sbattere qualsiasi cosa solo per sembrare più deciso.

<cosa è rimasto della nostra lotta contro il governo e la Hopes Peak Accademy?> chiese ai due, ricevendo unicamente che silenzio dall'inizio del suo discorso <nulla!> neanche lo guardavano, tenevano gli occhi fissi verso la finestra. Non andava bene. Sbattè la mano sulla scrivania ed entrambi si girarono a fissarlo con gli occhi spalancati <chiunque viene buttato nei killing game e massacrare studenti non sistemerà nulla! Cosa è cambiato? Ditemelo! Cosa abbiamo portato di buono alla nostra causa? La morte di ragazzini che non avevano nulla a che fare con questa facenda!>

Silenzio.

<siamo degli assassini. Siamo dei fottuti mostri> non sarebbe rimasto ancora zitto a guardare tutto distruggersi e facendo ormetoso <non voglio più questo mondo che abbiamo creato. Non voglio più essere colpevole di morti su morti, su morti, su altre morti ogni giorno! In questo mondo esiste ancora la vita oppure c'è solo la morte?> avrebbe continuato a parlare anche se gli tagliassero la gola <non vi rendete conto di quanto stiamo perdendo il senso della nostra vita e quella degli altri?>

Lo guardavano senza dirgli nulla.

<non voglio più fare nulla per accontentare e dare potere a lei che non prova nulla per noi come per nessun'altro!>

I colpevoli rimanevano sempre in silenzio.

<io non ne posso più! Io credo di star impazzendo ancora di più! Ho seguito questa strada per troppo tempo, e non posso più fare finta di nulla ora che ho compreso tutto! Non posso fingere che io non sia un assassino di innocenti!> si era preparato tutto il discorso per rimanere composto e tranquillo, ma stava provando un travolgente tornando al petto, imprevedibili emozioni e pensieri, Sally... <non è questo quello che voglio lasciare a mia figlia. Non è questa l'eredità che voglio lasciare in punto di morte a lei!>


<non voglio più essere uno Shinigami o un servo di Junko. Io voglio ridare a questo mondo il futuro e la speranza che ha perso> afferrò le mani di entrambi, stringendole con grande forza e avvicinandoli a sè per poterli guardare dritto nei occhi. <Cambiamo di nuovo questo mondo. Facciamone uno migliore. Distruggiamo il regno di quella pazza e riportiamo la normalità in cui siamo cresciuti e non quella a cui ora ci siamo abituati. Correggiamo ogni nostro sbaglio assieme, vi prego.>

Stava parlando come un traditore e uno di quelle persone che avevano giustiziato in pubblica piazza. Si stava condannando a quel destino e non ci sarebbe andato da solo. Con tale richiesta stava chiedendo pure ai suoi più cari amici di suicidarsi con lui.

Alla fine rimase pure egli stesso in silenzio e si rese conto di quanto le sue parole li avessero effettivamente travolto. Non aveva solo piantato il seme del dubbio, ma aveva lanciato bombe su bombe contro il loro cuore. Shinobu aveva gli occhi lucidi e dalla vergogna non riusciva a guardarlo, fissando per terra. Kazuya non aveva più il suo sorriso ed era completamente spento mentre guardava le loro mani strette tra quelle dell'amico pazzo.

Era riuscito a smuoverli, di questo era contento, per quanto gli facesse male vederli in quel modo. Sapeva quanto erano legati a questa nuova normalità quanto lui, e sapeva quanto essi erano legati e grati soprattutto ai due cani, Akinori e Akio. Se non fosse per loro, nessuno dei due sarebbero nelle vette alte della società e del governo. Non si sarebbero nemmeno mai incontrati nel loro percorso nell'esercito. Da nessuno erano diventati qualcuno ma non era giusto farlo in questo modo. Non erano diversi da chi odiavano in passato.

<lo so che è difficile...e fa male, ho provato sulla mia stessa pelle questo dolore e questo conflitto...giorno dopo giorno...in continuazione...stavo così male e tenevo tutto dentro di me> abbassò i toni, mostrandosi più dolce e più comprensivo, non solo un matto che faceva discorsi rivoluzionari <ferisce molto rendersi conto di aver fatto solo e unicamente del male nel mondo ma...ma non siamo destinati a fare solo questo> voleva anche lui come sua figlia poter far provare negli altri un po' di speranza <possiamo scegliere un'altra vita, un nuovo senso e motivo per fare qualsiasi cosa! Qualcosa di nostro, unicamente nostro e che non sia di nessun'altro soprattutto di Junko!

<perché noi?> gli chiese Shinobu con un filo di voce <perché tra tutte le persone ancora buone che sono rimasti stai chiedendo aiuto a noi?> chiese ancora, non rimanendo più in silenzio come prima e stringendo la mano dello stratega <perché non sei corso dalla Future Foundation per esempio? Loro per quanto abbiano sbagliato...sono meglio di noi. Non siamo mai stati i buoni di questa storia>

Una risposta così semplice da sembrare stupida <perché mi fido di voi> le mostrò un leggero sorriso pieno di timidezza <siete sempre stati al mio fianco e voglio che anche in questa battaglia lo siate...non riuscirei mai ad essere vostro nemico> non si sarebbe mai perdonato per non averli salvati dell'oscurità che stava divorando ciascuno di loro <voglio un futuro per mia figlia e pure per noi...per tutti...un futuro normale senza questo governo di merda>

<Junko non apprezza i traditori e chi le va contro> mormorò Kazuya, non riuscendo a nascondere la voce rotta <te lo ricordi no?>

<lo so benissimo dei rischi...ma sono pronto a compierli. Sono pronto a sacrificare me stesso e ogni cosa per rimediare ai miei errori> sentì Kazuya stringere le sue mani a quelle di entrambi senza dire altro, aspettando che rifacesse la domanda <voi invece? Siete disposti a farlo con me?>

...

Shinobu tirò su col naso, trattenendo le lacrime di coccodrillo. Pensava. Pensava e ripensava alle parole del fanciullo e delle proprie azioni. Pensava e ripensava a ogni suo errore ed ogni goccia di sangue che aveva fatto versare in onore di una donna che faceva male alle persone che amava. Pensava e ripensava ad ogni suo silenzio davanti al dolore di altri, anche di chi amava <Akinori...> disse il suo nome a sottovoce. Avrebbe detto i nomi di tantissima altra gente se solo li conoscesse. Akinori...voleva salvarlo e poter avere un futuro normale assieme. Akinori...le aveva salvato la vita una volta, era giunto il momento di ricambiare il favore. Akinori. Non poteva rimanere dinuovo in silenzio e in disparte, doveva prendere una decisione per una volta <sono pronta...>

...

Kazuya avrebbe preferito non pensare e ripensare a tutta la sua vita, mettendo il dito nella piaga e premere, andando più in profondità e lacerarsi il cuore. Il suo sangue non avrebbe mai coperto tutto quello che le sue vittime avevano versato. Non riusciva a guardare nessuno dei due nei occhi, avrebbe visto in essi se stesso e non riusciva a sopportare l'idea di vedersi dopo tutto quello che aveva sentito. Il giovane e innocente se stesso sarebbe disgustato per quello che era diventato. Un mostro. Si era promesso di non diventarlo mai. Ma eccolo lì. Un mostro. Come tale doveva essere trattato, non si meritava le dolci parole di Kazuto o di diventare un eroe. Come riusciva a fidarsi di un mostro come lui? Come riusciva a toccarlo senza schifarsi? Diceva che potevano cambiare vita...ma lui poteva davvero cambiare? Poteva davvero fare qualcosa di buono? Era possibile?

<io...> si sentiva un mostro e gli dispiaceva dopo tutto quello che gli aveva dato Akio pugnalarlo in questo modo. Rivoltarsi a lxi e alla sua Regina che gli aveva dato tanto. Poteva non scegliere, stare in silenzio ad osservare il mondo che si distrugge, non avrebbe fatto più nulla ...però non lo avrebbe reso meno colpevole di prima. Sarebbe rimasto un mostro, ancora più crudele. Se voleva dimostare a quel bambino che si stava sbagliando doveva combattere e sacrificarsi per rimediare ai propri errori, come voleva fare Kazuto <puoi sempre contare su di me>

Il petto di Kazuto si riscaldò, prendendo un bel respiro prima di avvolgere entrambi in un abbraccio <grazie>

Non poteva fare altro che ringraziarli e tenerli stretti finché poteva, contento di sapere che poteva fidarsi ancora una volta di loro.

Era una loro segreto.

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Non aveva più senso continuare a mantenerlo, con il suo discorso di prima aveva rivelato tutto praticamente, cos'altro volevano sapere? Che risposte volevano avere da un fallito come lui? Sally cosa si aspettava che le dicesse? Non volevo metterti in mezzo a facende tra adulti, volevo proteggerti proprio come fa un padre con la sua adorata bambina, e alla fine eccola lì! In mezzo a una questione di vita e di morte, in balia della scelta di ragazzini stanchi e frustrati.

Gli avrebbe risposto incazzata - giustamente - che era già finita in mezzo a questioni dei grandi da quando l'avevano buttata in un arena a fare uno di questi giochi brutali. Si era protetta da sola ed era forte abbastanza da farlo dinuovo.

Non sapeva che dirle e rimase in silenzio, proprio come fecero quel giorno Kazuya e Shinobu durante il suo discorso. Con la vergogna che lo divorava e non gli permise di tenere il contatto visivo con la bambina, abbassando la testa. Anche se avesse le parole non saprebbe se dirle, aiutando gli altri e condannando a morte Sally.

Sono pronto a sacrificare me stesso e ogni cosa per rimediare ai miei errori.

Non era vero. Era un bugiardo. Aveva mentito ai suoi amici e anche se stesso. Non era pronto per nulla e ancora non lo era. Non riusciva a sacrificare Sally dire quel poco che sapeva e chiarire le teorie dei fanciulli. Non riusciva ad uccidere sua figlia per uccidere i mostri che avevano rovinato tutto il loro mondo, mantenendo la sua promessa e raggiungendo il suo obiettivo.

Ma che senso avrebbe quando aveva fatto ogni cosa e ogni attacco proprio per lei?

<NON RISPONDI MANCO A TUA FIGLIA?> le grida di Jun divennero per Shou più insopportabili, delle potenti fitte che peggioravano il mal di testa e facevano pulsare maggiormente la sua fronte calda. Aveva tutto il diritto di essere incazzata, ma non riusciva più a reggere la sua voce diventare sempre più stridula <VUOI FARE QUALCOSA O STARAI DINUOVO IN DISPARTE A NON FARE ASSOLUTAMENTE UN CAZZO COME IN QUESTI GIORNI!?>

<Jun ti prego...lo so che sei incazzata nera e ne hai tutto il diritto ma non è il momento> le disse Ahou. Chi non avrebbe fatto lo stesso al posto della corvina? Forse anche di peggio senza la presenza di Jun'ichi che la teneva stretta a sè. Però se continuava non sarebbe cambiato assolutamente nulla e doveva semplicemente smetterla. Pure per il bene delle orecchie di tutti loro <se lui non vuole collaborare allora faremo da soli come abbiamo fatto da sempre> cos'altro potevano fare? Non c'era altra scelta, era così fin dall'inizio, da quando Akinori strappò a Chunami il suo cuore <cerchiamo di uscire da qui e poi dopo possiamo prendercela con chiunque!>

Non dovevano mollare. Loro soprattutto non dovevano farlo. Shou non voleva che anche loro cadessero nella disperazione assieme a lui e provò a fare un discorso speranzoso seppur banale, utile nel suo unico obiettivo. Li avrebbe salvati e li avrebbe portati fuori da questa villa tutti vivi.

La truffratrice si morse la bocca, pronta a rispondere usando tutta la sua voce ma si fermò in tempo. Purtroppo per quanto potesse prendere respiri profondi non riusciva a calmarsi e il sangue continuava a ribollire nelle sie vene <potrebbe essere tutto più facile se questo- that- that- him non ci aiuta e diventa finalmente utile a qualcosa no!? E non mi interessa se sto esagerando!> per quanto ella provasse a tenere un tono di voce basso, iniziò nuovamente ad alzarsi appena le lacrime ritornarono a bagnarle le guance <è uno stronzo egoista! UNO STRONZO EGOISTA! COME DOVREI STARE TRANQUILLA E RIMANDARE TUTTO A DOPO!? HOW!? IO MI FIDAVO DI KAZUTO! HE WAS MY FRIEND!>
<lo so! Lo so Jun però->
<PERÒ COSA!?> interuppe Shou che provò a dire altro per placare la sua rabbia - inutilmente. Si era pure liberata dalla presa del mafioso ed Elviira scattò dal suo posto per raggiungerla, bloccandola in un abbraccio, prima che potesse correre verso Shou o il mastermind.

La capiva benissimo, non era l'unica che voleva spaccare la faccia di quel maledetto, ed era la prima che si era lasciata dominare dai sentimenti negativi appena iniziarono ad essere in troppi. La capiva più di chiunque altro, conosceva bene la sensazione della mente che viene offuscata dalla rabbia e dal dolore. La capiva quanto comprendeva le parole di Shou e che dovessero sforzarsi un'altro po' <vinceremo Jun> le sussurrava l'acrobata <vinceremo anche questo trial> proprio perché la capiva si mostrava a lei dinuovo dolce come un tempo. Sentì le braccia della corvina stringere il suo corpo e il volto di ella nascondersi nell'incavo del collo <vinceremo e sarà la fine, niente più giochi e niente più tradimenti come questi. Dobbiamo rimanere uniti almeno noi>

Jun si era ammuttolita... purtroppo non qualcun'altro.

<PAPÀ RISPONDI!> disse Sally sbattebdo con forza i piedi a terra, non sembrava una bambina capricciosa e viziata, ma una bambina arrabiata e ferita <ANCHE DOPO TUTTO QUESTO CONTINUI A TENERMI NASCOSTO TUTTO? STO PER MORIRE MI MERITO DELLE RISPOSTE!> sperava che dicendo quelle cose sarebbe riuscita a smuovere il padre, ma egli rimase zitto a guardare i propri piedi. Gli stava dando la possibilità di riprendersi la sua fiducia. Non si girò neanche verso i tre maggiordomi, sarebbe stato inutile rivolgere la domanda a loro e non sapeva se potesse fidarsi ancora.

<sento odore di problemi con il paparino> commentò tra le risate la biondina di metallo - senza neanche guardare m Sally - i suoi occhi chiari erano fissi sul traditore <dopo tutto il casino che hai fatto Kazuto... rimani un codardo. Un grande codardo. Così grande da non riuscire neanche a guardare tua figlia!>

<puoi stare zitta? Qui avremmo un trial da fare> disse Kaoru con un adeguato tono passivo-aggressivo, coraggioso da parte sua rispondere in quel modo a Junko. Ella smise di ridere di colpo, non facendo nient'altro con grande sorpresa del mastermind e dei tre cani. Kaoru era stufo e stanco come tutti gli altri presenti. <facciamo un veloce recap di quello che abbiamo detto fino a questo momento> guardò il mafioso senza dire nulla, e gli fece semplicemente segno di passargli il suo taccuino. Avrebbe fatto lxi il suo lavoro, il suo volto freddo e duro di un tempo non riusciva più a nascondere il dolore e aveva bisogno un attimo per riprendersi.

Ilx fanciullx prese al volo il taccuino -senza rischiare di essere colpitx in faccia - e iniziò a sfogliarlo frettolosamente <abbiamo ormai capito che gli shinigami hanno tradito Junko per seguire Kazuto e la sua rivoluzione stando dalla parte della Future Foundation. Volevano cambiare mondo che hanno rovinato, rimediare ai loro sbagli con un colpo di stato e una guerra. Goro aveva sognato di essere un terrorista della Future Foundation a differenza di tutti noi altri ed ora sappiamo perché! Non abbiamo bisogno di altre conferme dopo la confessione di Kazuto...> lanciò un veloce sguardo verso lo stratega ma non ci fu nessuna reazione da parte sua <direi di concentrarsi su un'altro punto delle nostre teorie, la facenda è più complessa e profonda di questo!> il suo sguardo caddette su Jun ancora stretta ad Elviira <perché in quelle celle frigorifere c'erano i nostri cadaveri? Perché dicono che siamo morti? Perché abbiamo quei ricordi? Cosa ci hanno fatto?>

Nessuno si era dimenticato di quella informazione, semplicemente l'avevano messa da parte e nascosta per non impazzire definitivamente. L'unico era il Birdwatcher e infatti non era messo bene. Avrebbero finito per volersi ammazzare come il game master. Se iniziavano a dubitare della propria esistenza sarebbero riusciti a resistere fino alla fine? No. Assolutamente no. Era giunta però l'ora di togliersi la benda e guardare la realtà <non è strano che i morti nelle celle degli shinigami coincidano con noi? Che i loro nomi siano nelle nostre stanze e qui?> Kaoru indicò i podii <partecipanti che cambiano all'ultimo e siamo noi! Le stesse persone che sono tutte morte! Ora dentro delle celle...> smise di guardare Jun per rivolgersi a Shou <abbiamo ricordi a noi estranei...memorie non nostre e sentimenti che non ci appartengono...> con un dito puntò l'inventore, ma non gli diede neanche un occhiata, continuando a guardare tutti i suoi <non è strano che Shinobu sia l'esatta copia robotica di una Shinigami?> il dito si spostò verso il mastermind <e che la morte di Kazuya coincida con il fatto che uno Shinigami non risponda a Kazuto? NON SONO PIÙ COINCIDENZE QUESTE!>

Di chi era adesso questo corpo? Vuoi ancora credere che sia il tuo Shou? Sei ancora così convinto che il Kichirō che avevi conosciuto fosse quello vero come te? Vuoi negare l'ovvio?

<è inutile che mi guardate così! Pure voi avrete pensato con questi sogni strani, con la situazione strana con Kichirō e con tutto il resto, ricordi cancellati e lavaggio del cervello che...che noi potessimo essere gli Shinigami!> pure lui in prima persona aveva messo da parte questo pensiero, inconsapevolmente, e lo zittiva con le dolci carezze di Goro. L'aveva quasi cancellato il sogno che aveva fatto quella notte, tenendo solo i brutti pensieri e l'orribile visione che aveva di sé stesso <sembrava così assurdo che l'abbiamo messo da parte! Non volevamo accettare che potessimo essere gli stessi stronzi che hanno fatto tutta questa merda in cui ci siamo ritrovati! Ma è così!> non potevano continuare a negare e rimandare la questione a "più tardi". Non c'era un "più tardi". Meglio dire che era adesso il "più tardi" <ecco perché siamo finiti in questo casino! Perché siamo Shinigami e siamo dei traditori! Non siamo normali ragazzini con dei talenti! Siamo dei fottutti terroristi!>

No.

No no no-

Il corvino si portò una mano sul petto, accarezzando il tessuto per non perdere la sensazione di esso sotto la sua mano, e rimanere in qualche modo attaccato alla realtà. Le parole del schermidore lo colpirono molto più dolorosamente di quanto potesse farlo con una spada, e sfregava la propria pelle con il timore che diventasse fredda.

No! No no no!

O peggio. Temeva che non riuscisse più a controllare quelle mani che stavano fregando e tutto iniziasse a essere così lontano, staccandosi lentamente dal mondo per finire in uno che esisteva solo nella sua testa.

Non poteva essere così! Non potevano essere veramente loro! Non poteva essere!

Shou stava facendo proprio quello che aveva appena detto Kaoru: stava negando i fatti e voleva rimanere a tutti i costi cieco di fronte alla verità che aveva visto con i suoi stessi occhi.

Questo corpo era suo! Questa vita era sua! Questa testa era sua! Era tutto quanto suo! Lui era un normale ragazzino con un talento stupido!

Se le ripeteva come una poesia da ripetere alla maestra. Non riusciva però a ingannarsi ancora, a credere a quelle bugie che servivano solo per non farlo impazzire ulteriormente. Più le ripeteva e più sentiva la sua mente lontana dall'ammasso di carne che chiamava "corpo".

Continui ancora con questa storia?

La sua stessa voce gli andava contro, essa era del vero proprietario che si faceva sempre più sentire e diventava sempre più forte. La voce della verità no? Aveva ragione fin dall'inizio no? Era lui l'intruso, era lui quello che non esisteva ed era frutto di una testa che stava perdendo il senno, no? Quel corpo non era suo no? Tutto il dolore, ogni sensazione, ogni battito, ogni goccia di sangue versato non erano suoi no? No. No. Non poteva mettere in dubbio se stesso! Non si sta parlando delle proprie capacità o insicurezza, ma della propria esistenza.

Ci stava provando a non crollare.

Era il suo corpo. Era la sua mente. Era il suo cuore. Era la sua vita.

Ti sei scordato di quello che hai visto?

Era quello che voleva ma non ci era mai riuscito. Il ricordo di quella chiacchierata con Kichirō in mezzo alla distruzione, così surreale e così familiare, non era stata la prima e neanche l'ultima. Il ricordo dei video era molto più forte, sarà perché più ricenenti o perché erano quelli che avevano distrutto ogni sua certezza. Vedere se stesso nella sala da ballo con tutti i suoi compagni e non ricordarsi assolutamente nulla di ciò faceva paura.

Quella persona era lui. Non c'erano dubbi. Era lui. Per quanto potesse negarlo, quello Shinigami era lui. Era come osservare la propria vita in terza persona e successivamente ti torturavi nel riaccendere nella tua mente quel ricordo preciso per avere conferma. Ma nulla. Eppure Era lui. Eppure quello Shinigami legato sulla sedia con i cavi attaccati in testa era Kichirō. Il suo Kichirō.

Non era stato un semplice scambio. Era una vera e propria sostituzione. Avevano messo al posto di "se stesso" qualcun'altro, non sapeva nemmeno se il sostituto, il povero Ultimate morto, fosse veramente lui o se fosse ormai una fusione dei due...o nessuno dei due.

Troppo complesso.

Era meglio negare.

Era più facile negare e rimanere con le sue convinzioni iniziali.

Era il suo corpo. Era la sua mente. Era il suo cuore. Era la sua vita.

Accetta la realtà Shou.

No.

Non voleva.

Shou non voleva accettare che questa fosse la verità e l'effettiva realtà.

Non poteva essere il contrario? Non poteva essere un effetto di qualche droga? Poteva essere che invece abbia semplicemente i ricordi dello shinigami e lui rimaneva se stesso?

Tu sei morto.

No.

Non voleva.

Shou non voleva accettare che fosse morto.

Non era un fantasma che prende il controllo di un corpo! Non era nell'aldilà a superare una prova di un dio perverso! Non era uno zombie o un robot! Non era morto! Non era morto!

Sei solo ciò che rimane di quella persona.

No.

No e no.

No no no no.

Tu sei me? O io sono te? Forse non siamo assolutamente nulla.

No! Non era così!

No e no!

Non faceva altro che negare. Ormai non riusciva neanche ad elaborate altro che non fossero delle negazioni secche e decise.

Questo corpo non appartiene a te.

Cadette a terra, in ginocchio, senza più il controllo da nessuno dei due. O forse erano tre. Lo Shinigami, Ultimate e il povero disgraziato senza identità.

Questa vita non appartiene a te.

Jun'ichi si era avvicinato per rialzarlo lentamente e lo aiutò a rimanere in piedi con maggior stabilità, costringendo il corvino a rimanere attaccato a lui.

Era come avere l'intero corpo addormentato e la testa persa in un sogno lucido eterno, cercava di svegliarsi lentamente e non ricadere dinuovo nel sonno.

Vide nell'espressione fredda e seria di Jun'ichi dei occhi terrorizzati dai pensieri che invasero la sua mente, gli stessi che stavano facendo impazzire al Birdwatcher. Vide proprio il momento di rottura interiore e della nascista di dubbi, solo dubbi, e saranno sempre dubbi.

<tu sai qualcosa?> chiese Elviira a Kazuto con un tono fin troppo calmo da sembrare falso, staccandosi dalla truffratrice per avvivinarsi al mastermind. Si mise davanti a egli, guardandolo dritto negli occhi con il cuore che bruciava e le viscere che facevano i giri mortali su se stesse.

Kazuto distolse subito lo sguardo.

Era stufa della situazione. Era stufa di tutto. Non sopportava più i trial quanto non sopppetava l'idea di essere una Shinigami. Era stufa e stanca di tutto. Non avrebbe smesso di insistere con il ragazzo finché egli non rivelava tutto e possano finalmente andarsene. Avrebbe salvato Sally in qualche modo <Kazuto?> lo richiamò, non voleva mollare proprio adesso che era giunta alla fine, e il castano la guardò dritto in faccia, senza però smettere di tremare <Kaoru ha ragione?>

<non...non lo so!> si aspettava delle urla nella sua risposta però la voce uscì debole e rotta dalle sue labbre. Un sussurrò pieno di frustrazione. Ruppè il suo silenzio per la gioia dei suoi ex compagni e il dispiacere dei suoi nemici. Non riuscì a stare ancora zitto <non lo so! Non lo so! Io non so nulla di questa storia! Nulla!> ci provò anche a ricordarsi qualcosa a riguardo, ottenendo unicamente un forte mal di testa.

L'acrobata lo prese per il colletto, tirandolo per abbassarlo e parlargli a faccia e faccia <ma ti ricorderai qualcosa? Ci sarà qualcosa no? Oppure il tuo essere una zucca vuota non è solo legata alla tua stupidità!> strinse il tessuto nella sua mano solo perché non poteva strozzarlo o avrebbero perso la loro unica possibilità per andarsene dalla villa <ci hai parlato della vostra rivoluzione! Qualcos'altro sarà rimasta no?> la fanciulla insisteva, aveva già perso in un secondo la calma iniziale - o presunta tale.

Era una questione di vita e di morte, e lei non voleva morire proprio adesso che erano ad un passo dalla vittoria.

<E PARLA CAZZO!> avrebbe trovato un modo per salvare anche Sally, non era una promessa ma una certezza. Avrebbe agito e basta. Nessun dubbio. Non avrebbe tradito nuovamente la fiducia della bambina. Lo sentiva il suo sguardo addosso mentre urlava contro suo padre <hai parlato così tanto prima! Ora hai paura? Ora ti stai cagando sotto come un fifone e un codardo?>
<ma io- io- io non mi ricordo di nessuno di loro! Nessuno di voi! Nessuno- nessuno!> il governatore prese il polso della fanciulla e tirò, liberandosi dalla sua presa e allontanandosi dal suo volto <questa è la verità! Sono rimasti solo Shinobu e a malapena ricordo di Kazuya! Ve l'avevo già detto questo!>

Ci stava veramente provando a ricordare di più, qualcosa di più vicino a loro nel tempo ma nulla. Erano tutti vecchi momenti felici - se così possiamo considerarli - con i due fanciulli e persone senza volto. Più erano recenti e più erano offuscate, più cercava di ricordare dettagli, più la testa gli faceva male. Si ripetevano le solite immagini e si distorcevano ulteriormente le loro figure. Non stava fingendo nulla, non stava facendo chissà che gioco assurdo, davvero non ricordava altro! Se sapeva non si sarebbe fatto incastrare in una situazione del genere!

<e basta! BASTA! Non c'è più nulla!> aveva ancora la propria identità intatta e unita, ma aveva un incredibile vuoto nella sua linea temporale della vita, e diventava sempre più grande ogni volta che prendeva consapevolezza di ciò. I piccoli pezzettini vaganti erano così deboli e poco chiari che non sembrano nemmeno veri. Erano dei attappa buchi che ormai non riescono più a coprire questo vuoto. Il dito del fanciullo si alzò di scatto verso la regina del dolore e i suoi tre docili cani <anch'io sono stata loro vittima! Non siete solo voi a non capire cosa sta succedendo!>

I tre ragazzi lo guardavano in cagnesco, immobili nei loro posti mentre l'ennesimo dito veniva puntato contro di essi per accusarli, e la voglia di staccarlo a morsi era tanta. Tantissima. Avrebbe così smesso di parlare, di ripetere le solite tre cose e sarebbero uscite solo urla mentre altre dita venivano strappate via. Li stavano buttando addosso ogni responsabilità, come se non avesse alcuna colpa e in realtà era unicamente colpa loro <hanno fatto qualcosa anche a me per non...per non farmi rendere conto che stavo facendo ammazzare i miei compagni tra di loro...e fermare tutto questo in tempo...>

Anche i suoi occhi puntarono contro i tre fanciulli, ed essi diventarono lucidi per le lacrime, pronte a scendere come il sangue della ferita fatta dalle sue stesse parole. Credeva di essere il mastermind dell'ennesimo gioco che avrebbe portato alla morte di sconosciuti, credeva di avere la situazione in pugno, e invece era il mastermind di un gioco che aveva eliminato tutti i suoi amici. Non aveva il controllo di nulla. Era stato usato e lui come un idiota continuava, continuava e faceva gli interessi del nemico, ignaro tutto fino in quel momento. Gli avevano tolto ogni ricordo possibile su di loro, felice o brutto che sia, diventando sconosciuti e carne da macello <È TUTTA COLPA LORO!>

Aveva promesso che avrebbe risolto la situazione.

Aveva promesso che avrebbe ucciso i cani della regina.

Aveva promesso che avrebbe messo fine alla sua dittatura.

...

Li aveva uccisi tutti.

Anche quei cinque che erano sopravvisuti sono morti dentro, nascosti e schiacciati da un'altra personalità.

Riprese fiato, facendo credere ai tre che potessero rispondere, smettendo anche di respirare per gridare più forte possibile <AVETE ROVINATO TUTTO! NULLA DI QUESTO DOVEVA SUCCEDERE! NON DOVEVANO MORIRE LORO! NON DOVEVA MORIRE NESSUN'ALTRO SE NON VOI TRE!>

<CI SIAMO SALVATI TESTA DI CAZZO E VI ABBIAMO PUNITO PER TUTTA LA MERDA CHE CI AVETE FATTO VIVERE> la biondina rispose a tono. Se lo dovevano aspettare per quel poco che l'avevano conosciuta, eppure si spaventarono lo stesso sentendola urlare con il cuore in gola. La rabbia e il dolore non solo suo, ma anche degli altri due al suo fianco si fece notare nelle sue parole <dovevamo lasciarti organizzare il nostro omicidio? Mh? Dovevano lasciarci ammazzare tranquillamente perché sei un incapace? Mh?> Sentimenti sinceri. Sentimenti veri. Sentimenti e parole troppo libere, che non piacquero a Junko. Erano urla contro di lei, lo aveva capito e non serviva specificare. La fanciulla si sentì tirare i capelli e capì in un secondo della cazzata appena fatta <e- ed organizzare un- un colpo di stato contro...contro vostra maestà?>

<ora ha tutto più senso...> sussurrò Jun'ichi, facendosi sentire unicamente da Shou. Si stava riprendendo grazie alla discussione appena nata che lo teneva fuori dal suo vortice di follia. Il corvino aggiunse altro, sempre a bassa voce mentre la discussione andava avanti <se è così... il cambiamento dei partecipanti è stato fatto per mettere noi shinigami nel killing game, nascondendo le nostre vere memorie- ingannando la mente- Kazuto...>

<non hanno solo modificato le nostre menti ma anche quella di Sally!> lo stratega non smetteva, ora che aveva deciso di parlare dinuovo non avrebbe più smesso finché un proiettile non avrebbe colpito il suo cuore o un coltello non avrebbe tagliato la sua gola <so che le avete fatto qualcosa! Non si ricordava minimamente di voi quando siete entrati nella villa! Come tutti noi avevamo il permesso di conoscere le vostre identità! Siete arrivati a fare i vostri giochetti con la memoria pure su una bambina? Sulla erede della vostra regina?>
<cosa?> mormorò Sally, girandosi di scatto verso i suoi maggiordomi, bloccandosi a guardarli. Risentiva tra i suoi pensieri le parole del padre nel registratore che aveva distrutto dalla sua rabbia. Non voleva crederci. Non voleva dargli ragione e anche in quel momento continuava a negare, come aveva fatto quando tutti accusavano l'uomo di essere l'assassino.

<mi spieghi a che gioco stai giocando?>
Akio evitò lo sguardo di Sally sapendo quanto esso possa farlx del male, era in grado di distruggere quel poco di stessx rimastx in piedi e integrx. Era più facile occuparsi del traditore, l'unica difficoltà era rimanere tranquillo e non esagerare.

Doveva stare attentx ad ogni parola o lei si sarebbe arrabiata. Il problema era che le sue interiore ribollivano dalla rabbia e la sua mente era offuscata dalla furia, non riusciva a ragionare così tanto.

Era colpa sua se era finita così. Era colpa se erano tutti morti. Era colpa sua e unicamente colpa sua. Era colpa sua se aveva ucciso così tante persone e il mondo era in rovina. Colpa sua e di Junko- i suoi pensieri stavano esagerando. Stavano andando troppo in là.

Riprendi il controllo. Continua con il tuo discorso con calma.

<prima stai muto come un pesce per non aiutarli e salvare Sally, e adesso ci punti il dito contro e non smetti neanche un secondo di sbraitare?> sarà colpa sua se Sally morirà. Sarà colpa sua se Sally diventerà un mostro. Sarà sempre e unicamente colpa sua <per caso non ti interessa più di salvare tua figlia dopo che hai compreso che loro sono i tuoi amichetti? O forse il tuo obiettivo di salvare il mondo è diventato più importante di lei?>

<davvero?> ridacchiò per poco, solo perché non c'erano abbastanza lacrime da versare e l'ipocrisia sentita nelle parole dellx scacchista gli fecero divertire. Il tono però cambiò poco dopo, sbattendo la mano - tenuta alzata per tutto questo tempo - sul podio <siete stati i primi a fregarvene di Sally! Non vi mettete a fare le brave persone altruiste quando non avete minimamente pensato ai suoi sentimenti! L'avete messa in mezzo ad una questione di cui non c'entrava assolutamente nulla per ferirmi! Per avere qualcosa con cui tenermi in pugno e usare contro di me in ogni momento!>

L'inventore scozzese fece un passo in avanti in direzione di Kazuto, con la mano robotica immobile lungo il fianco e quella in carne ed ossa che tremava si strinse in un pugno <con che coraggio stai dicendo tutto questo?> la voce calma durò per poco, e più forte degli altri due gridò con le unghie conficatte nel suo palmo, trattenendosi a tirare un pugno al diretto interessato <TU HAI DATO INIZIO A TUTTO! TU HAI MESSO IN PERICOLO SALLY! TI SEI SEMPRE FREGATO DI LEI E DEI SUOI BISOGNI! È TUTTA COLPA TUA!> non si trattenne, non riuscì a contenere l'esplosione della bomba che aveva al posto del suo cuore. Non fu controllato e delicato quanto l'amicx e non si fermò quando sentì gli occhi della sua padrona su di lui.

<CHI È CHE SI ERA SEMPRE PRESO CURA DI LEI? DIMMI! DIMMI KAZUTO PADRE E UOMO PERFETTO! Chi è che giocava sempre con Sally? O chi è che le faceva sempre da mangiare? Chi è che la consolava ogni volta che si faceva male? Chi è che la aiutava con i compiti? Esatto! GLI STRONZI CHE HAI CERCATO DI UCCIDERE! I MOSTRI CATTIVI CHE HANNO CAUSATO TUTTO! I CATTIVI DELLA TUA RIDICOLA STORIA EROICA! QUELLI CHE HAI CONTINUAMENTE USATO PER I TUOI PORCI COMODI> poco importava se stesse distruggendo i timpani di tutti e fosse tremendamente fastidioso facendo il suo discorso con le lacrime agli occhi <QUINDI NON È VERO!> era esagerato come sempre <NON È ASSOLUTAMENTE VERO! NOI NON VOLEVAMO-> le parole gli morirono in gola, un panno rosa chiaro con su ricamati dei orsetti teneri era avvolta intorno al suo collo e veniva tirato all'indietro da Junko.

La corda invisibile che aveva sempre sentito era per un attimo sparita, dandogli la sicurezza di staccarsi da tutto e urlare contro di esso...ma poi era tornata, fisicamente a strozzarlo e soffocare il resto delle parole.
<cosa? Puoi ripetere cucciolo?> ella rallentò la presa del panno permettendogli di riprendere fiato e finire la frase come voleva lei <noi non volevamo altro che eseguire gli ordini della Regina>

<PRENDETEVI LE VOSTRE RESPONSABILITÀ!> Kazuto fece per uscire dal suo podio e avvicinarsi ai tre per discutere da vicino, faccia a faccia, e vedere il biondino venire strozzato non lo colpì molto. A fermarlo fu il proiettile dellx italianx che lo sfiorò. Fu velocissima, raggiunse Elviira e le rubò la pistola, sparando con grande precisione - per quanto la sua mano tremante le permetteva. Il sangue freddo servì solo per premere velocemente e senza esitare il grilletto, per il resto lx fanciullx era fuori di sè e dal proprio controllo <NOI? NOI DOBBIAMO PRENDERCI LE NOSTRE RESPONSABILITÀ? E TU QUANDO LO FARAI PER LA MERDA DI VITA CHE MI HAI FATTO FARE!?>

<lo sto facendo! STO CAMBIANDO IL MONDO TOGLIENDO IL MARCIO DA ESSO!>

<ALLORA PERCHÈ NON TI SEI ANCORA AMMAZZATO CON GLI ALTRI STRONZI E JUNKO?> il collare di stoffa strinse pure il suo collo con molta più forza, tanto non aveva altro da dire in quel momento e soprattutto non voleva sprecare fiato per parlare. Neanche ci riusciva, tanto meno a respirare. Il fiato non c'era proprio. Nulla passava nella sua gola, stretta con quel panno ridicolo che cercava di toglierselo finché le mani avevano forza. Era in apnea, e non gli stava rimanendo più nulla nei suoi polmoni. Non era più una semplice punizione o minaccia.

Stava per morire se non fosse per Akinori che si mise in mezzo separandoli.

Era certo che sarebbe morto senza il suo intervento. Si aggrappò all'amico, lasciandogli fare da scudo come aveva sempre fatto e non era mai riuscito a fermarlo. Sperava che stringendo il biondo a sè potesse proteggerlo abbastanza, come faceva lui. Ilx italianx si toccava il collo, con delicatezza e sfiorando la pelle, riprendendo il fiato con fatica. Stava per morire. Stava per morire. Stava per morire. Stava per morire- prese un bel respiro e cercò di calmare il proprio respiro fin troppo frettoloso e affannato. Doveva stare zitto. Aveva esagerato. Cosa gli era preso? Cosa pensava? Che sarebbe stata una buona idea dire quelle cose!? Stupidx! Il cuore avrebbe urlato altre cose, ma la paura lo fermava.

<non siete stato voi a creare questa società che adesso volete distruggere?> Akinori parlò al posto suo, stringendolx a sè senza soffocarlo dinuovo <non siete stato voi a usarci come strumenti per le vostre richieste disumane e spietate? Non siete stato voi a uccidere ragazzini innocenti per i vostri show malati? Oppure adesso le vostre colpe sono nostre?>

<non vi mettete a fare le povere vittime adesso! Non dopo quello che avete fatto dall'inizio di questo gioco!> il dito dello stratega iniziò a indicare i riquadri che facevano da segna posto <tu hai ucciso Shinobu e nello stesso modo hai ucciso Chunami. Hai ucciso Maude, Sae - già morta, Nicolas, Shiro->

<ho solo seguito le tue stupide regole e i tuoi ordini> il biondo lo interuppe, staccandosi dallx scacchista e si allontanò, mettendosi di fronte a Kazuto <tu hai deciso ogni esecuzione. Tu hai progettato ogni singolo dettaglio qui dentro. Sei arrabiato delle mie aggiunte? Neanche quelle le ho decise io fai te, erano di un'altro progetto. Sono sempre stato il vostro umile servitore no? Da usare per realizzare ogni vostra idea> il tono era alto, non si era ancora messo ad urlargli contro e dritto in faccia. Sentiva però che quella finta calma si sarebbe rotta a breve, e un'altro pugno sarebbe arrivato a rovinargli i conottati <tu hai deciso di continuare, di andare avanti e non fermare il tuo show di omicidi uguale a tutti gli altri! Tu hai deciso di usarmi come esecutore così che fossi io ad avere le mani sporche del loro sangue! Ma tu, tu, tu hai deciso tutto quanto! Questa rivoluzione, questa guerra, questo gioco, questo capriccio...PRENDITI LE TUE CAZZO DI RESPONSABILITÀ!>

Non lo lasciò rispondere, prendendolo per il colletto e avviccinando le dita-lame al suo volto, sfiorandolo con le fredde punta appuntite senza causargli un graffio e senza strappargli il suo occhio, rimanendo a pochi centimetri di distanza da esso <non dovresti proprio parlare per come hai sacrificato la vita di tutti per il tuo piano di salvezza...> la mano si spostò velocemente, non lasciando il tempo a Kazuto di prendere un po' di fiato da usare quando strinse il suo collo al posto del colletto <Shinobu...> pronunciare il suo nome fu faticoso e doloroso, improvvisamente la gola gli bruciava come se avesse appena bevuto dell'acido. Se era morta era pure per colpa sua. Non era la sola <Chunami, New York, Maude, Sae, Hannes, Roza, Nicolas, Kichirō, Shou, Goro, Kazuya...infine Nori e Yumeri. Tutti da aggiungere alla tua lunga lista>

<non- non volevo t-tutto questo...> mormorò con il poco fiato rimasto, sotto la stretta ferrea della mano umana dell'inventore. Lo guardava male mentre lo ascoltava e sentiva una forte fiamma che bruciava i suoi polmoni vuoti assieme a tutto il petto. Non era colpa sua. Non aveva sacrificato nessuno. Non aveva sbagliato nulla. Non stava nel torto. Si stava convincendo del contrario delle parole del biondino, illudendosi ancora che fosse eroe della situazione e della sua storia. Il salvatore di questo mondo e i suoi compagni vittime della dittatura mostruosa di Junko <non...non-> senza più fiato venne buttato a terra con forza da Akinori, liberando la sua gola <NON VOLEVI NIENTE DI QUESTO!? NON MI PRENDERE PER IL CULO! ERI IN PRIMA FILA AL FIANCO DI JUNKO! ODIAVI GLI ULTIMATE QUANTO ODIAVI TE STESSO E IL TUO ESSERE UN FALLIMENTO!> gli urlò contro, guardandolo stringersi in sé stesso mentre riprendeva fiato <CHI STA FACENDO LA VITTIMA ORA KAZUTO!?>

Kazuto prese dei bei respiri, profondi e pesanti, lenti e calmi, per quanto in quel momento fosse tutt'altro che tranquillo - infatti appena si fosse un poco ripreso rispose urlando rimanendo nuovamente senza aria nei polmoni <VOI AVETE FATTO TUTTO!> Era colpa sua. Aveva sacrificato tutti. Aveva sbagliato. Stava nel torto. I pensieri cambiarono, andando contro a quelli precedenti e alle parole che aveva appena pronunciato.

Si misero a rovinare le meravigliose immagini di lui come un grande rivoluzionario rappresentato in quadri e statue come fastidiosi graffiti e macchie nere. Una foto scarabocchiata di qualche libro di scuola. Un opera di poco valore.

Era colpa sua. Aveva sacrificato tutti. Aveva sbagliato. Stava nel torto. Questo era il suo gioco. Lui aveva intezione di fare l'ennesimo gioco per uccidere i tre cani. Questo era il suo piano ed esso si rivoltò contro sé stesso, ma non era colpa sua <VOI VI SIETE INTROMESSI! VOI AVETE FATTO TUTTO QUESTO CASINO PORTANDOCI FINO A QUI IN QUESTO PROCESSO!> Non era colpa sua. Non aveva sacrificato nessuno. Non aveva sbagliato nulla. Non stava nel torto. Cercava di contrastare i pensieri di prima <potevate stare dalla nostra parte! Potevate mettere fine a tutto ed invece siete stati dalla sua parte! Voi siete i responsabili!> Era colpa sua. Aveva sacrificato tutti. Aveva sbagliato. Stava nel torto.


<NEANCH'IO HO VOLUTO QUESTO! NÈ ESSERE UN ULTIMATE, NÈ FINIRE IN UN KILLING GAME E TANTO MENO LAVORARE PER QUELLA STRONZA! NON HO MAI POTUTO SCEGLIERE RISPETTO A TE!> il biondino venne afferrato dagli altri due - Akio e Hiroko - allontanandolo dallo shinigami prima che potesse prenderlo a calci con la gamba di metallo. Lo strinsero tra le loro braccia anche per proteggerlo dalla padrona crudele, le sue parole non le piacquero per nulla al mondo. Lo lasciava abbaiare, aspettando il momento giusto per punirlo e far uscire dalla sua bocca traditrice solo preghiere. Questo non lo fermò nel dire l'ultima frase, la paura diventò improvvisamente carburante per l'incendio dentro di lui - oppure un esplosione che gli avrebbe procurato ulteriori ferite <PRENDITI LE TUE CAZZO DI RESPONSABILITÀ KAZUTO!>

<IO? IO? SENTI UN PO'->
<SMETTETELA> anche Sally si mise in mezzo fisicamente, non solo urlando con gli occhi lucidi e le lacrime trattenute. Non era triste, era arrabiata dei loro discorsi e dai loro comportamenti da idioti.

Così li considerava in quel momento.

Idioti così accecati dal loro dolore e dalla loro rabbia da non vedere la verità. Dicevano le stesse cose, non stavano andando da nessuna parte. Erano solo dei fastidiosi dischi rotti <smettetela entrambi! Nessuno di noi voleva tutto questo!> non era così difficile da capire, allora perché la stavano guardando con gli occhi spalancati? Per il suo tono forte e pieno di rabbia? Per il suo corpo tremante? O per le parole che lanciava come frecce contro di loro? <nè io, nè Akinori, nè Akio, nè Hiroko e tanto meno Kazuto e tutti gli altri qui dentro...a che serve accussarsi a vicenda? Avete paura di andare direttamente contro al vero problema?> con un po' di esitazione puntò il dito verso la regina e si girò a guardarla, cercando di mostrarsi più coraggiosa e forte rispetto ai adulti.

<Sally...>

<ascoltami per una volta> la bambina guardò Kazuto, sbattendo il piede a terra mostrandosi immatura come dovrebbe essere alla sua età. Il suo però non era un capriccio, voleva essere presa sul serio e non essere interrotta da nessuno. Avevano tanto parlato di lei, l'avevano coinvolta completamente, quindi era giusto che potesse dire la sua <per quanto siano cattivi...e mi hanno fatto del male, mi hanno ingannato e mi hanno mentito->
<Sally non lasciarti manipolare da loro->
<ascoltami ti ho detto!> il piede sbattè ancora a terra.

<non sono stupida! Lo so che hanno delle loro colpe, che non sono innocenti e che non sono dei santi...lo so benissimo! Ma se dovessi considerarli dei mostri come fai te dovrei fare lo stesso con me stessa> il loro dolore era simile al suo per quel poco che era riuscita a scoprire. Li capiva, nonostante tutta la rabbia. Avrebbe fatto lo stesso al loro posto non poteva negarlo <io sono come loro. Ho fatto del male, ho le mie colpe e ho fatto anch'io delle cose veramente crudeli...> non era gentile e dolce come credeva Kazuto <le nostre mani sono sporche di sangue e siamo stati costretti a farlo per vivere. Se non uccidevo quei bambini sarei morta, ho ceduto al giochetto di Junko e sono caduta in questo tunnel. Se solo avessi la possibilità di crescere ancora sarei diventata come loro! Identica! La nuova regina perfetta per continuare questa era crudele per l'eternità!>

Essere come Akinori e Akio non era così male, c'era di peggio...per esempio diventare come lei.

Così tanto annoiata da costringere persone ad uccidersi a vicenda, facendo vivere a tutto il mondo uno stato costante di disperazione e farli sprofondare nella follia, nella crudeltà e nella morte. Per divertimento osservare le persone trasformarsi in mostri, tirando fuori la parte peggiore di loro.
<sarei diventata una delle persone che tanto odi da volerle morte...e a quel punto avresti ucciso anche me? Perché non lo fai adesso? Perché non mi uccidi per creare il tuo mondo perfetto senza mostri come noi?>

Il fanciullo si alzò a terra - finalmente - di scatto, afferrando entrambe le spalle della figlia e stringendole forte <NO ASSOLUTAMENTE NO! Cosa stai dicendo? Non ti paragonare a loro! Tu non sei come loro! Sei migliore! Tu sei innocente...>

Il sacrificio offerto dai suoi genitori...quella arena...quel fucile...tutti quelli che la guardavano dagli spalti...tutto il loro sangue. Era tutto vero, fisso nella sua mente e neanche il macchinario di Akinori sarebbe riuscito a toglierle il giorno in cui le avevano tolto tutto, la sua infanzia, la sua vita e la sua innocenza <HO UCCISO ANCH'IO DELLE PERSONE PAPÀ! ANCHE LE MIE MANI SONO SPORCHE DI SANGUE!> urlò Sally mentre le scendevano le lacrime lungo il volto infantile, cedendo in un pianto silenzioso <qui nessuno è innocente! Qui nessuno è buono o migliore di qualcun'altro! Nè io nè te papà!> smise di guardarlo girandosi verso i maggiordomi con gli stessi occhi pieni di lacrime <dovete smetterla, anche voi! Dovremmo rivoltarci tutti assieme contro di lei o sbaglio?>

Quando finì di parlare calò il silenzio nella stanza. Nessun verso. Nessuna parola. Neanche la guardavano in faccia. Nemmeno una reazione particolare. Niente di niente che le facesse capire che le sue parole avessero fatto effetto.

Perché nessuna parlava?

Perché se ne stavano zitti?

Perché nessuno urlava "SÌ! RIVOLTA! TUTTI CONTRO JUNKO" e terminava questa storia così, con uno scontro contro il vero nemico?

Non capiva. Genuinamente non capiva il loro comportamento da parte di nessuno, nè di quella che considerava una sua amica e neanche di quella che continuava a considerare la sua famiglia nonostante l'odio provato, forte quanto l'amore per loro. Si aspettava di ricevere manforte da parte di tutti quanti, e sentirsi come un vero leader che aveva fatto accendere la speranza al popolo pronto per una rivolta. Pensava di sentire le vene bruciare dall'adrenalina vedendoli esaltati dal suo discorso. Invece non fu così, non ci fu assolutamente nulla.

Si era immaginata al posto della Libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix, con in mano la bandiera di uno stato appena inventato da lei che avrebbe preso il posto di quello di Junko.

Non conosceva nessun'altro quadro che possa rispecchiare la realtà di quel momento.

Una bambina sola in una stanza buia, illuminata da un unico faro, con in mano un fucile invisibile fatto da belle parole, abbandonata da tutti in una battaglia che riguardava ciascuno di loro ma che solo lei aveva intezione di combattere davvero.

Per quanto Kazuto potesse parlare delle sue idee, non era mai passato ai fatti e non aveva mai avuto il coraggio di andare direttamente contro al problema. Puntava ai pesci piccoli come un codardo, impaurito dal mostro marino che divorava e distruggeva navi da anni.

Perché nessuno le dava ragione o torto?

Perché nessuno le rispondeva?

Perché la stavano ignorando?

Sally non riusciva a capire se fosse riuscita a smuovere i loro animi o in generale che avesse fatto effettivamente qualcosa di utile.

I suoi occhi erano diventati ciechi dalla rabbia e dalla paura che cresceva dentro di sè, impedendole di vedere il debole fiore sbocciato nel cuore di ognuno di loro. Ella non sapeva che era riuscita a mettere il seme del dubbio non solo nel padre Kazuto ma anche nei tre cani. Dal seme velocemente uscì un germoglio, diventando poi un piccolo fiore che cresceva sempre di più e metteva solide radici intorno ai loro cuori.

Non solo, piantò negli altri il seme della speranza ma che non crebbe potente in equal modo. Ad uno di loro morì subito. Non fu un grande successo...meglio di nulla.

Fu un processo così intimo che neanche lo specchio dell'anima dei bulbi oculari poteva comunicargli e tranquillizzarla. Anche se ci riuscisse nessuno la stava guardando se non lei con i suoi occhi vuoti, freddi e finti. Riuscivano a bloccarla ed entravano in profondità, mantenendo un contatto visivo che potrebbe durare all'infinito. Pure se chiudeva gli occhi sentiva che la stesse ancora guardando e riusciva a vedere quei occhi nel buio della sua mente, non lasciandola nemmeno per un secondo.

Avrà esagerato?

Avrà parlato troppo?

Si starà sbagliando?

Starà facendo una cazzata a mettersi contro la donna che aveva fatto impazzire il mondo con uno schicco di dita?

Non lo capiva. Genuinamente non lo capiva e nessuno aveva intezione di aiutarla, a darle supporto e coraggio. Aveva paura di quei occhi su di lei.

La sua fantasia non aiutava: potevano bruciarla viva con dei laser? Potevano uscire dei proiettili e farla diventare un simpatico formaggio? Sarebbero riusciti a rubarle l'anima morendo improvvisamente e impedendole di raggiungere l'aldilà? Le possibilità erano troppe. Era pure possibile che non sarebbe successo nulla e lei era solo una stupida bambina con il cervello da lavare, rendendola così la propria copia perfetta.

Non era un problema per Junko, avrebbe trovato qualcun'altra o eliminato ogni pensiero sbagliato dentro la sua testa. Avrebbe buttato il suo cervello dentro una lavatrice per lavarlo? Non aveva idea di come funzionava e la sua fantasia stava andando troppo in là.

Non potevano fermarsi.

Dovevano continuare a lottare.

Sally non si sarebbe fatta vedere come una codarda da quei occhi fissi su di lei. Alzò il mento come una regina, la schiena bella dritta e mani lungo i fianchi, elegante e fiera con il petto gonfio.

Dovevano vincere e batterla una volta per tutte.

Potevano mettere fine a tutta questa storia.

Non era così forte come voleva farle credere con il suo comportamento. Sotto la gonna nascondeva le sue gambe tremanti, cercava di incrociare lo sguardo di qualcuno che potesse darle un minimo di sicurezza e la tenesse lontana dagli occhi robitici di Junko. Però non incrociò lo sguardo di nessuno. Nè di suo padre. Né di Elviira. Nè di Akinori. Né di Akio. Tanto meno di Shou, Jun'ichi e Kaoru...

Perché stavano zitti?

Perché nessuno dice qualcosa?

Si erano arresi?

L'avevano davvero lasciato da sola contro di lei?

Ma non Jun.

La corvina improvvisamente alzò lo sguardo e anche lei la stava fissando, non allo stesso modo della biondina.

Erano occhi vivi e umani, facevano intravedere le fiamme che stavano bruciavano il fiore appena nato dentro di sè e si stava divampando dalla cassa toracica al resto del corpo. Aveva solo bisogno di tempo per afferrare il proprio fucile e buttarsi in campo, lottando per la propria vita e per la libertà che aveva perso. Aveva un obiettivo. Aveva un compito. Uscire da qui viva assieme a tutti i miei compagni. Aveva una promessa con sè stessa da mantenere e non si sarebbe arresa adesso. Se lo ripeteva ogni giorno ed ad ogni respiro per sentirsi ancora attaccata al mondo dei vivi. I suoi occhi non erano vuoti e spenti.

Riprendiamo questo trial!

Sbattè le mani al podio attirando l'attenzione a sè tranne della persona che gli importava in quel momento <vuoi sapere cosa è successo Kazuto? Cosa hanno fatto? Cosa hai dimenticato?> la truffratrice non aveva alzato troppo la voce, sembrò lo stesso che stesse urlando dopo i minuti di silenzio assoluto appena conclusi. Alla fine riuscì a far girare lo stratega verso di lei. Egli non proferì parola lasciandola esporre in pace <vuoi sapere come siamo finiti qui dentro?> ella non voleva che rispondesse, non sarebbe servito a nulla <vuoi sapere come il tuo piano è andato a puttane?> voleva solo sfogarsi. Era il momento adatto per buttare fuori tutto.

Non sopportava più questa situazione.
Una storia senza fina. Una sofferenza continua. Era come cadere nell'oblio all'infinito.

<io lo so. Pure Shou. L'abbiamo visto con i nostri occhi> l'altro corvino era tremendamente silenzioso, perso in chissà quali pensieri tormentati e assurdi, lasciando a lei il compito di dire tutto quanto. Non era un problema, poteva buttare tutto fuori - tanto ormai stanno andando a puttane che senso aveva mantenere dei segreti? Jun continuò a parlare: <abbiamo visto tutti noi con questi abiti ridicoli da party time ottocentesco in questa stessa villa e ci stavamo divertendo in una festa! Ma io non mi ricordo nulla di tutto ciò. Io non ricordo di aver ballato con tutti voi prima di questo gioco, di essere mai stata qui prima d'ora e di conoscervi prima di qualche settimana fa...eppure è successo! Quella ero io! Quella del video ero proprio io!>

Non sopportava più questa situazione.
Una gigantesca bugia. Un inganno incredibile. Una verità inesistente.

<come avevamo letto nelle email all'inizio i due nostri ormai ex maggiordomi avrebbero rapito i nuovi concorrenti nel mentre Hiroko si sarebbe occupata dei Shinigami ed infatti nel video fu proprio lei ad arrivare per rovinare la festa! Tutti sveniamo! Anche tu mentre litigavi allo stesso modo di prima con Hiroko...delle stesse identiche cose- loro volevano punirti per il tuo tradimento e per aver provato ad ucciderli invece tu volevi punirli per le loro cattive azioni! Entrambi volevate fare giustizia!> si fermò un attimo per guardare i protagonisti della scena appena descritta e andò avanti: <poi c'era stato un cambio di scena. Non siamo più nella villa ma in una stanza buia dove ci sono altre persone molto simili a noi...non quanto quelli nella festa. Loro erano uguali a noi, questi erano dei "semplici" Ultimate che ci assomigliavano...gli stessi rapiti per sostituire non solo i partecipanti originari ma anche per sostituire i nostri ricordi da Shinigami!>

Si fermò nuovamente per un'altro motivo: una piccola risata per la meravigliosa scena anni 90 dell'inventore con quei strani baffi lunghi <Akinori fantastico stacchetto pubblicitario!> commentò senza dare alcun contesto a riguardo, confondendo inizialmente anche il diretto interessato - finché non gli venne illuminazione divina. Jun riprese il suo discorso dinuovo seria <noi non siamo quelli che ricordiamo e abbiamo sempre creduto! La vita che pensavamo di aver vissuto in realtà è di qualcun'altro ormai morto e che sta in quelle celle! Sono stati uccisi appena lo scambio è stato fatto! Portiamo nomi e ricordi di persone già morte! Quello che eravamo stati veramente è stato sepolto nelle profondità della nostra mente! Forse non torneranno mai interamente i nostri veri ricordi!>

Non sopportava più questa situazione.
Ricordi rubati e ricordi persi. Essere dei morti che camminano ancora. Perdere la differenza tra vero e falso, vita e morte, essere e non essere. Perdere se stessi e- ed era stufa anche di tutti questi discorsi! La sua mente era stata torturata per troppo tempo.

Pure Elviira non sopportava più questa situazione e la conferma di quella teoria assurda come reale non la migliorò.

Come una bambina sperava che fosse tutto un brutto sogno, una gigantesca incomprensione e loro rimanevano sè stessi. Senza dubbi. Senza doppie identità. Senza casini e scambi. Senza lavaggio del cervello. Senza nulla di particolare che avrebbe messo un discussioni le uniche certezze della sua vita: Hannes e il circo. I suoi unici luoghi sicuri.

Non voleva credere che avessero ragione ed ammettere che loro non erano mai stati nulla per lei. Non era mai stata veramente al circo? Se li dovesse incontrare dinuovo sarebbe una sconosciuta? Una ladra e un'assassina? Non era lei che amavano e Hannes non fosse suo fratello, i loro ricordi assieme non erano i suoi. Hannes era uno sconosciuto. Non era il bambino con cui aveva condiviso ogni parte di sè. Non erano fratelli. Non erano una famiglia. Non erano nulla. O se fossero stati amici non se lo ricordava, le avevano tolto tale ricordo. Le avevano tolto ogni cosa che le potesse dire chi fosse con certezza.

Pure per Jun'ichi fu un duro colpo, non tanto l'essere un uomo crudele che aveva aiutato Junko a governare questo mondo - non era poi diverso dalla vita mafiosa che ricordava e aveva creduto fosse la sua - ma per ben altro.

Un mostro rimaneva, non era cambiato nulla. Un parassita che uccideva lentamente il corpo ospitante - la società. Non se la sentiva di paragonarsi ad un tumore, ma il discorso rimaneva lo stesso e non cambiava tra le due identità. In un modo o nell'altro aveva fatto del male a tantissime persone e aveva provato a redimersi. Sperava che questa volta fosse quella giusta.

Cosa lo aveva colpito allora? Una sola domanda:

Amava veramente Shiro?
Quello che provava era sincero oppure stava imitando i sentimenti del Jun'ichi originale, quello a cui aveva rubato non solo la vita ma anche il suo amore tormentato? Se non fosse per lui, avrebbe amato intensamente e allo stesso modo Shiro? Sarebbero stati anche solo amici? O qualcos'altro?

Il cuore che batteva forte ogni volta che la guardava, una scuola di danza e di farfalle si muovevano agitate nel suo stomaco ogni volta che gli parlava, le gambe tremavano ad ogni sua risata- era tutto vero? Era tutto sincero? Non potevano essere falsi pure i suoi sentimenti. Non potevano non essere suoi i ricordi con Shiro e il suo amore. Si erano stretti così tanto forte intorno al suo cuore che strappandoli avrebbero lacerato anche l'organo e sarebbe morto dissanguato.

Amava solo perché qualcun'altro aveva amato? Era solo un guscio vuoto che conteneva i sentimenti più intimi e delicati di qualcun'altro? Quello che aveva provato in tutto il gioco mortale era sincero? Almeno quello poteva considerarlo suo?

Si aggiunse pure Kaoru che si tappó la bocca per non mettersi a ridere difronte a tutti. Non c'era niente da ridere e non faceva altro che farlo, infastidendo gli altri presenti nella stanza. Era andando completamente. Aveva ragione. Alla fine aveva ragione a considerarsi un mostro. Un assassino. Un pazzo. Era davvero tutto questo, nascosto nelle tenebre del suo cranio e sbucando come sogni ambigui, mettendogli nuovi pensieri intrusivi su cui fissarci. Non avrà ucciso Goro alla fine di quel sogno, ma le sue mani avranno ucciso altre persone e altri innocenti. Le sue mani erano sporche di tanto altro sangue di anni dimenticati, non solo di quello di Shinobu.

Non erano mai state pulite.

Non era mai stato innocente fin dall'inizio.

Non era mai stato una brava persona.

Non era mai staro nulla di quello che credeva di essere.

Le sue paure, i suoi traumi, i suoi complessi, i suoi problemi- poteva davvero considerarli suoi? Li viveva ogni giorno e da loro veniva tormentato ogni giorno, senza interessi e senza ferie- avevano influenzato la sua intera personalità, ogni sua decisione e reazione- ma era veramente sue alla fine? O solo il ridicolo riflesso dell'originale? L'imitazione di un identità rubata? La distorsione di un anima che separata da lxi sarebbe stata sicuramente migliore. In fondo nel suo animo rimaneva un mostro disposto a sacrificare tutto per dei ideali giusti combattuti in modo egoistico e tremendo.

Non erano mai stato pulito.

Non era mai stato innocente fin dall'inizio.

Non era mai stato una brava persona.

Non era mai staro nulla di quello che credeva di essere.

Se ripensava alle parole di Goro per calmarsi diventavano sforzi inutili, non riusciva più a trovare un vero conforto ma solo dubbi e inquetudini. Non importa di quello che eri, puoi cambiare e puoi impedire di esserlo ancora nel presente. Così aveva tradotto il discorso e le sue carezze confortati, dolci come il suo profumo, riuscendo ancora ad avvolgerlo assieme a pensieri di troppo. Se non era quello del passato ma neanche quello che pensava di essere fino a quel momento...chi era adesso? Chi era quello che aveva vissuto e stava vivendo fino a quel momento? Il Kaoru di questo singolo giorno? Il Kaoru del futuro? Un solo fraggente di Kaoru? Può davvero essere qualcos'altro quando non era niente adesso?

C'era una doppia versione del loro passato, contrastante e contraddittoria. Solo una era vera, mentre l'altra non gli apparteneva veramente.
Poi c'era una terza versione di loro stessi che dominava nel presente, distaccata dalle altre due e adesso rimaneva senza nome, senza base di sentimenti e ricordi passati che formavano una struttura stabile della loro personalità.

Chi sono?

Chi ero?

Mentre per Shou niente di nuovo. I pensieri erano sempre quelli. La voce che li tormentava sempre la sua. Aveva vissuto il dubbio e la lacerazione della propria identità tempo prima, non riuscendo a ignorare e mettere da parte i dubbi come avevano fatto tutti quanti. Il corvino rimase schiacciato sotto il treno del tormento guidato dal vero se stesso.

Chi sono?

Chi ero?

Potevano considerare entrambe le due versioni morte, una in senso letterario e l'altra invece perché venne cancellata dalla loro memoria, repressa e nascosta, lasciandola senza aria in una scatola.

Nonostante tutto, nonostante quelle immagini fossero bloccate nella sua mente e l'orribile sensazione di staccarsi da proprio corpo si facesse sempre più sentire Jun continuava a parlare. Chi sono? Chi era? Da sempre si chiedeva la stesse domande e aveva tutta la vita davanti per darsi una risposta, quindi non poteva assolutamente perderla in questo trial <proprio come avete detto prima hanno fatto tutto ciò per ingannarti, per farti fare il mastermind del tuo stupido gioco mentre a morire erano i tuoi compagni che hai dimenticato! Sacrificati per un piano fallimentare di un egoista che si crede il nuovo messia sceso in terra per salvare l'umanità! Nu uh Kazuto!>

Shou si risvegliò dal suo stato di trance giusto in tempo per ascoltare le parole di Jun che non lo lasciarono così convinto. La guardò con gli occhi socchiusi - pure per la stanchezza - e la sua mente si chiuse giusto per un secondo provando a spiegare quella strana sensazione. C'era qualcosa che non tornava nel suo discorso...ma non capiva quale fosse. Non stava dicendo cose sbagliate...no?

<pensavi di poterli uccidere e invece no! Pensavi di usarli ancora come pedine e invece no! Loro ti hanno usato per facilitarsi il lavoro! Anzi sai cosa? Sei la mente che ha fatto morire tuoi compagni ancora prima di questo stupido gioco! Tu ci hai trascinato in questa storia! Tu ci hai fatto finire qui! Tu e il tuo essere un codardo, incapace e patetica nullità CHE NON SA FARE NEMMENO IL SUO LAVORO!>

La stretta si fece più forte, il dubbio sempre più grande e gli sembrava di essere l'unico a non essere convinto. Ancora non riusciva a trovare l'errore, la parola chiave, il particolare che gli avrebbe permesso di smentirla in un attimo. C'era ancora qualcosa che non tornava nel suo discorso...forse sentiva troppa rabbia nelle sue parole, troppo risentimento, troppa delusione, troppe emozioni che la allontanavano dalla lucida ragione. Non stava giudicando, non era l'unica ad essere incazzata con lxi.

Nessuno le rispondeva, neanche il corvino con dubbi esistenziali, ella era l'unica a parlare e lo faceva in nome di tutti quanti. Sfogava la frustrazione e la stanchezza di tutti loro - inclusi i cani della regina - in modo sincero e senza filtri, ma quello che diceva non era per forza corretto <questa è la verità Junko! Questa è la tua fucking risposta alla tua domanda!> solo una persona le andò contro, l'unica persona che per lei doveva stare zitta per l'eternità e non fiatare mai più.

<quindi sono stati veramente loro a fare tutto...> disse Kazuto in un sussurro che nel silenzio fu rumoroso quanto la voce della truffratrice.
<tu hai iniziato. Tu hai continuano. Dovevi fare una sola cosa giusta e hai fatto tutto questo casino!> non si trattenne nel mangiargli il muso <ora possiamo votare e mettere fine a quesa ridicola storia?>

Continua ad esserci qualcosa di sbagliato nel suo discorso...

La prima a mettere il proprio voto nell'urna fu Jun, senza esitazione e senza ripensarci sopra. Dovevano scrivere due nomi specificando chi fosse il mastermind e chi fosse l'assassino. Molto semplice. Bastava scrivere solo un nome. Kazuto Yamazaki. Jun'ichi lo fecce con la mano tremante, mostrando il suo dolore nascosto dal volto completamente impassibile. Stava condannando un suo amico a morte. Alla fine mise il suo biglietto nell'urna con un nodo in gola. Kaoru come la fanciulla non esitò troppo, se avevano ragione avrebbe finalmente visto morire quei stronzi tutti assieme. Kazuto...Akinori, Akio, Hiroko e...e Sally. Si meritavano veramente di morire assieme a Junko e il suo regno? Ma questa finta sicurezza cadde appena arrivato davanti a quella scatola, decise di chiudere gli occhi e le orecchie buttando quel pezzo di carta lì dentro.

Stavano sbagliando qualcosa. Più ci pensava e più perdeva tempo per fermare tutti. Qualcosa non smetteva di essere fuori posto e rendere sensa senso il discorso di Jun. Rimaneva solo il suo voto. Qualcosa non torna. Shou voleva capire che cosa. Un minuscolo dettaglio che avrebbe cambiato tutto il risultato finale. Osservava il foglio bianco in silenzio e sbattendo la penna contro la sua fronte con agitazione. Era troppo tardi per pensarci. Era troppo tardi per cambiare. Avranno votato tutti la stessa cosa. Ma voleva sapere cosa non andava.

Kazuto mise il proprio voto, si chiedeva se si fosse autovotato oppure avesse lasciato il foglietto in bianco.

Rimanevano solo Elviira assieme a lui.

Entrambi osservavano i loro fogli in silenzio e ancora puliti da ogni segno di inchiostro.

La fanciulla mordeva la penna sentendo la pressione dei loro sguardi - del suo sguardo - su di lei. La sua esitazione non c'era per Kazuto o per i tre maggiordomi, tanto meno per Junko, ma unicamente per Sally, e stava evitando proprio il suo sguardo per non peggiorare la sensazione.

Nei suoi pensieri c'era solo orribile scelta tra la propria vita e quella della bambina, facendosi più forte di una crisi esistenziale perché ella era più importante di qualsiasi altra cosa. Era solo una bambina come poteva condannarla a morte? Non sarà innocente ma a questo punto nessuno di loro lo era. Non era colpa sua come poteva punirla in questo modo? Non c'entrava nulla in questa storia rispetto a tutti loro. Era diventata sua amica come poteva tradirla?

<dai Elviira vota!> le disse l'altra corvina senza troppa delicatezza nei suoi confronti. Non era così semplice come pensava. Se tanto gli altri avevano già deciso, avrebbe vinto la maggioranza, quindi non aveva senso pensarci no? Non capiva che da quella scelta il rapporto con Sally sarebbe cambiato, e anche la sua intera vita. O sarebbe finita lì o avrebbe vissuto con l'eterno senso di colpa. Non voleva morire e non voleva che pure Sally morisse.

La bambina invece l'aveva capito e si avvicinò alla più grande stringendole dolcemente la mano stretta in un pugno. Elviira si girò e la guardò con gli occhi lucidi. Non voleva morire e non voleva che pure Sally morisse, perché doveva scegliere? Poteva fare qualcosa per impedire entrambe le cose? Si chiedeva anche come riusciva Sally a rimanere così calma, anche solo in modo apparente, e non crollare a terra in lacrime. Stava pure consolando una ragazza più grande di lei nonostante la propria condanna a morte certa <non ti preoccupare Elviira> le disse a bassa voce, cercando di nascondere il tremolio in essa <non pensare a me...starò bene>

<Sally...Sally non posso- non posso lasciarti morire! Non posso sacrificarti per la mia vita e per il bene di questo mondo! Non sei un agnello da ammazzare! Ci deve essere un'altra soluzione!> tirò fuori ogni suo pensiero senza slcun filtro
<Elviira davvero vota senza problemi...non mi arrabbierò>
<posso trovarla! Possiamo trovarla!>
<potrai farlo solo se sarai sicura di essere salva> le strinse anche l'altra mano che teneva la penna e la avvicinò al foglio bianco, spingendola a scrivere il nome del padre <e anche se non ci dovessi riuscire, non ti devi preoccupare o sentire in colpa. Io non sarò arrabiata con te>

Anche Elviira mise il suo bigliettino dentro l'urna e attese il verdetto stringendo a sè Sally, cercando di rimanere impassibile con il volto mentre le mani tremanti stringevano il suo corpo impaurito.

Mancava solo una persona.

<dai Shou sbrigati!> continuò a dire Jun al corvino per un paio di volte <l'hai detto pure tu no? Il mastermind e l'assassino sono la stessa persona!>

No. No no no no-

Spalancò gli occhi e la penna si fermò sulla sua fronte arrossata dai colpi sempre più forti.

Si era sbagliato.

Era questo ciò che non tornava e partiva proprio da un suo errore.

Kazuto era l'assassino ma non il msstermind. Anzi... meglio dire non più.

Non era lui la mente dietro questa situazione.

Non era stato lui ad ordinare di eliminare i ribelli, di farli impazzire e rinchiuderli in un killing game aspettando che si ammazzassero da soli. Non era stato lui a toglierli i ricordi ed ad uccidere degli innocenti per modificare la sua mente. Non era stato lui a volere questo gioco. Kazuto ne voleva fare un'altro. Gli avevano fatto credere di essere al controllo. Gli avevano fatto credere che stesse portando avanti il suo piano. Gli avevano fatto credere che era rimasto il mastermind della storia ma in realtà era un'altro pupazzetto di chi aveva progettato tutto questo fin dall'inizio: Junko Enoshima.

<SHOU VUOI VOTARE O NO?!> gli urlò contro la scammer. Poteva votare davvero Junko? <HOLY SHIT SHOU RIPRENDITI E VOTA> ricominciava a urlare come una matta. Poteva davvero cambiare qualcosa con il suo voto? <MI VUOI RISPONDERE OPPURE CONTINUERAI FINCHÉ NON AVREMMO PIÙ TEMPO PER QUESTO TRIAL DEL CAZZO?> non stava smettendo, attendeva una sua reazione. Ormai avevano perso? Oppure si stava sbagliando e avevano vinto? Il suo voto avrebbe influito a qualcosa? <SHOU NON STARE LÌ IMPALATO E FAI QUALCOSA!> non potevano fare nulla di utile in quel momento, ormai tutto era stato deciso e lui era stato troppo lento.

Si mosse improvvisamente e mise dentro l'urna il suo bigliettino rimasto vuoto. Pensava che nessuno l'avesse notato ma si sbagliava, non aveva neanche fatto finta di scrivere, e la corvina gli corse incontro attaccandosi alle sue spalle per scuoterlo violentemente <MA CHE CAZZO TI PRENDE!? ARE YOU PRETEND TO BE STUPID OR ARE YOU BORN LIKE THAT? PERCHÉ NON L'HAI VOTATO QUELLO STRONZO? PERCHÉ?>

Le avrebbe risposto solo dopo la rivelazione del loro destino da parte della regina. Voleva sapere se avesse ragione oppure si stesse sbagliando e Jun facesse bene a reagire in quel modo. Doveva prima togliersi i dubbi.

Shou attendeva in silenzio assieme a tutti i suoi compagni osservando l'inventore contare i voti - menomale erano in sei gatti quindi non ci mise molto - e buttò il foglietto vuoto del falso Birdwatcher. Quel foglio fu inutile quanto fare tutto questo lavoro - era ovvia la risposta! Perchè non dirla direttamente? Lo stava facendo unicamente per far salire la tensione di loro poveri disgraziati?

Si avvicinò alla bionda e le sussurrò all'orecchio, coprì pure il labiale con la mano mantenendo ancora per poco l'aria di mistero per uno spettacolo inutile, di una drammaticità piatta e dell'intrattenimento di nessuno.
Sul volto di ella apparì un bel sorriso, l'unica sinceramente divertita dall'intera situazione <la maggioranza ha scelto sia come assassino che come mastermind Kazuto Yamazaki, Government's Mind e falso Ultimate Strategist> si interruppe per creare un breve momento di silenzio e allungando un'altro poco l'attesa <peccato che avete sbagliato! Kazuto è l'assassino di Nori e Yumeri ma non è il mastermind>

Non era vero.

Aveva sentito male.

Non era vero.

C'era ancora la possibilità che fosse tutto uno scherzo oppure era troppo tardi per illudersi in questo modo?

Non era vero.

Non si stava sbagliando.

Era vero. Era tutto vero.

Aveva ragione? Aveva fatto bene a non mettere il suo nome? Davvero? Kazuto non era il vero mastermind! Si stavano sbagliando come aveva detto lui tra sè e sè? Wow...doveva essere contento? Avevano appena perso e sarebbero morti perchè nessun'altro ci era arrivato. Aveva ricevuto la bella notizia di averci azzeccato ma a quale costo? Quello di aver portato tutti loro alla morte perché aveva deciso di tenerlo tutto per sè? Se invece di stare zitto avesse parlato magari avrebbero vinto e sarebbero usciti da lì. Ma no! Li aveva lasciati cadere nella trappola della regina. Aveva pensato troppo e agito poco. Che idiota! Che- <stronzo tu lo sapevi!? Per questo non hai votato? Perché non ci hai detto nulla?> Jun lo avvicinò a sè, lasciando pochi centimentri tra i loro volti. Ella non riuscì a nascondere la paura che cresceva velocemente e usciva dai suoi occhi come l'acqua in una fontana.

Erano spacciati? Era davvero la loro fine? Cosa avevano sbagliato? Kazuto aveva ammesso qualsiasi cosa no? Si sono lasciati dinuovo ingannare da lui? No! Anche gli Aki e Hiroko concordavano! Shou si era sbagliato prima? Si era fidata anche di lui! Era troppo perso nei suoi pensieri...aveva capito tutto prima? Davvero? Perché? Perché dovevano morire così? Per una testa di cazzo come Shou! L'altro corvino si morse il labbro rimanendo muto come un pesce <stai ancora zitto? Non vuoi ancora rispondermi? Ora che moriremo tutti per un tuo errore hai ancora intezione di non dire nulla? Tu hai detto che erano la stessa persona e alla fine cambi idea senza dire niente a nessuno! IL TUO SILENZIO CI HA FATTO PERDERE!>

<oppure è stata la tua cazzo di impulsività e la tua rabbia a farci ammazzare?> finalmente il fanciullo parlò dinuovo, rispondendo a tono all'altra - capiva la sua agitazione, frustrazione, ira e cos'altro c'era nel mix di emozioni dentro di lei, però non si sarebbe lasciato trattare ancora di merda <avevamo ancora molto tempo ma hai deciso di andare dritta come un treno fuori controllo! Non hai aspettato nessuno!> riuscì a staccare la mano di Jun dalla sua camicia e così si liberò dalla sua presa <quindi è colpa mia che sono stato in silenzio a ragionare oppure tua che hai fatto tutto da sola?-> lo schiaffo da parte della fanciulla fu molto rumoroso. Non si aspettava neanche lei di avere tanta forza da lasciare un segno rosso sul volto di Shou. Si ritrovano sempre a discutere, non riuscivano proprio a trovare un punto d'incontro stabile e mantenere un periodo di calma <hai avuto abbastanza tempo rn? Sentiamo Shou, chi è il mastermind adesso!? Tanto stiamo per morire no? Puoi dircelo mh?>

<è Junko...>

Junko si coprì le labbra strozzando una risata, piacevolmente divertita nel vedere nei loro volti la disperazione prendere completamente il controllo su di loro. Guardava i due litigare e gli veniva più da ridere, non esitavano neanche un secondo a incolpare e mangiare vivo l'altro per uno stupido errore che ha causato la morte di tutti. L'obiettivo cambiava costantemente, il ciclo continuava a ripetersi ma si era rotto in quell'istante, quando Shou era rimasto in silenzio e non era intervenuto nella discussione - come non lo aveva fatto nessun'altro.

La rabbia fa brutti scherzi! Il finale perfetto per una storia ridicola come questa. Gli stupidi eroi moriranno male perché non avevano ragionato abbastanza. Volevano morto uno di loro, era lui il cattivo cattivissimo, e avevano completamente ignorato che non era lui ad avere potere su tutto. Come delle pecore erano andati dietro ad un'altro leader incompetente, sicuramente meno codardo ma troppo emotivo. Chi l'aveva capito troppo tardi era rimasto zitto seguendo la massa, e ora si subirà la gogna di chi oggi non voleva morire. Se solo avessero la forza di parlare ancora. Il gatto nero aveva rubato tutte le loro lingue e la loro testa era partita verso mondi sconosciuti. Avevano perso la fantasia per come reagire e per cosa dire ancora. Che brutta storia. A nessuno di loro gli stava piacendo il finale! Peccato...

<esatto sono io!> si indico con le sue stesse mani fredde e morte <non mi sembrate così sconvolti come prima...mi aspettavo più urla, altri insulti, bestemmie, ancora risse- cose che avete fatto fino ad adesso! È stato zitto Shou e ora state zitti tutti tenendovi tutto dentro? È stato scemo lui quanto voi altri! L'avete detto voi stessi! Kazuto credeva di avere il sottocontrollo ma non era così, ero io a maneggiare ogni filo di questo spettacolo!> la risata gli sfuggì dalla bocca ed era tanto robotica da risultare fastidiosa come la sua intera figura <pensavo che ci foste arrivati ma la rabbia di una ragazzina, la fretta di tutti gli altri e il silenzio di un pazzo vi hanno fatto sbagliare dopo tanti trial alle spalle! Non sono mica tutti talentuosi come ilx mix cucciolx> prese il volto di Akio all'improvviso, avvivinandola alle sue labbra per un bacio sulla guancia e lx accarezzò la sua morbida pelle come si accarreza un cane. I tre cani non si aspettavano di vincere e di vederli perdere per un stupido giochetto fatto dalla donna <siete delusi? Tristi? Furiosi? Sconvolti? Allora? Non siate timidi! Sfogatevi! State per morire non buttate via ogni attimo e ogni secondo che vi rimane! Fatemi vedere la vostra disperazione!>

Cosa si fa prima di morire?

Jun'ichi provava a ricordarsi la reazione di Nicolas per capire cosa doveva fare, si attaccava ancora una volta a quel momento dove la sua vita era cambiata - anche perché stava per morire anche lui - ma non ci trovava alcun senso urlare e dinemarsi ancora. Stava per morire. Stava per venire finalmente punito e stava rimanendo immobile al suo posto. Le lezione rigide di suo padre avevano ancora effetto? Pensava di averle finalmente messe da parte! Si sbagliava. Come si era sbagliato a votare Kazuto e non fermare Jun. Stupidamente aveva creduto che un comportamento avuto per tutta la vita potesse cambiare in giro di una notte come aveva creduto che avrebbero vinto senza problemi.

Chissà se Shiro avrebbe apprezzato i suoi sforzi.

La morte era diventata fin troppo quotidiana. Non era però per tutti così e lo leggeva nei occhi lucidi di Jun fissi su Shou, senza dire nient'altro. La raggiunse per abbracciarla con l'unico obiettivo di darle conforto, se no l'avrebbe lasciata anche picchiare chiunque lì dentro. Pure se stesso. Ma voleva stringerla a sè un ultima volta e non lasciarla mai più. Lei non voleva morire. Lei non voleva morire. Lei non voleva morire! La corvina affondò il volto nel suo petto ricambiando la presa con un'altra altrettanto forte e lasciò che le lacrime uscissero. Per uno stupido errore di calcolo. Per uno stupido secondo di troppo prima di agire. Per il loro credersi capaci di fare tutto ma erano come lo stratega, dei inutili ragazzini. Non si dissero nulla durante l'abbraccio poiché sarebbe stato l'ultimo e voleva fermare il tempo durante così da sentire per l'eternità il calore della fanciulla tra le sue braccia, mentre Jun avrebbe potuto sentire ancora il cuore del mafioso battere forte.
Lei non voleva farli morire! Lei non voleva far morire Jun'ichi, Elviira, Kaoru, Sally e neanche quel coglione di Shou! Infondo pure Kazuto! Non voleva far morire nessuno!

Proprio come Shou voleva proteggerli tutti e scappare via assieme.

Egli si sentiva terribilmente in colpa per aver buttato via la loro unica possibilità di poter realizzare il desiderio di Kichirō e Yumeri. Era stato un idiota. Starà forse esagerato...se non fosse per la conseguenza della loro esecuzione non sarebbe così grave la situazione no? Solo che non poteva ignorare una conseguenza così grande! Era stato un idiota! Cosa poteva fare per scusarsi? Aveva senso farlo adesso che ormai stavano per morire? Non era una cazzatina quella che aveva fatto! Cosa gli era preso? La stanchezza? Non può dare sempre la colpa alla stanchezza e la sua assenza di voler vivere ancora! Anche loro sono stanchi e volevano vivere ancora! Si meritano di vivere ancora!

Era inutile piangere sul latte versato, ma cos'altro doveva fare? Urlare? Fare un inutile discorso ricco di speranza? Far partite una ribellione e fallire come Kazuto? Forse era meglio stare zitto - era bravissimo in questo - isolandosi - pure qui era bravissimo - e osservando lo stratega fare lo stesso. Lo avrebbero perdonato? Nell'aldilà avrebbe ricevuto una seconda chance? Forse non era messo male quanto Kazuto, però non smetteva di sentirsi in colpa. Era colpa loro se erano arrivati a questo punto. Era colpa loro se questa era la loro fine. Era colpa loro. Avevano fallito nel loro unico compito. Si chiedeva se si sentiva al suo stesso modo o cercava ancora di pulirsi l'immagine da eroe. Si sentiva un minimo in colpa per loro? Se rimaneva zitto non l'avrebbe mai scoperto, proprio come i suoi compagni su quel minuscolo errore.

L'unica gioia dello stratega era che Sally non sarebbe morta.

La bambina invece era distrutta dalla notizia della loro perdita. Elviira aveva perso. Il suo cuore e la sua armatura crollarono tutto in un colpo, scoppiando a piangere e stringendo l'acrobata in un disperato abbraccio. Elviira aveva perso. Non era affatto giusto! Junko non contava nel gioco quindi avevano ragione! Kazuto era il mastermind! Kazuto era il mastermind! Elviira non aveva perso! Voleva urlarlo ma non ci riusciva, il pianto era troppo forte. Stringeva la fanciulla con tutta la forza che una bambina poteva avere. Elviira sarebbe rimasta con lei.

Bastavano un paio di minuti per sconvolgere l'intera situazione. Adesso era Elviira a consolare Sally per la sua morte, senza avere la sua stessa forza per parlare e dirle parole dolci mentre le accarezzava i capelli. Era buffo come chi stava per morire consoli quello che vivrà a lungo e non viceversa. Cercava di sopprimere il dolore e la paura con il sollievo che Sally starà bene. Sally aveva vinto e vivrà. Non voleva piangere di fronte a lei e farla stare peggio, fino all'ultimo secondo che le rimaneva avrebbe fatto di tutto per farla stare meglio. Se non sarà lei a farlo ci penserà Sally a vivere per Hannes, Roza, Nori come aveva intezione di fare. Dovrà vivere anche per lei.

Dovevano essere tristi perché la loro vita stava finendo o felici perché avrebbero incontrato tutti i loro compagni?
Kaoru non riusciva a darsi una risposta certa, era diviso in due da queste due forze opposte. Tormentato fino all'ultimo respiro, forse non avrà pace nemmeno nel sonno eterno - avrebbe continuato a sognare? Gli incubi sarebbero rimasti? Se doveva morire voleva essere tranquillo per sempre con Goro, Nori, Kazuya e Shinobu. Dinuovo tutti assieme felici chissà dove. Solo che non poteva avere alcuna certezza di cosa avrebbe trovato nell'aldilà, questo lo spaventava e gli faceva venire voglia di scappare via, continuare a sopravvivere e rimandare la morte per un'altro giorno. Per quanto sentisse la loro mancanza, odiasse tutta questa vita e se stesso, aveva paura del buio che lo avrebbe avvolto per sempre.

Non voleva morire.

Non voleva vedere cosa lo attendeva dopo la morte.

Non voleva morire.

Non voleva conoscere l'inferno pronto ad accoglierlo dopo la morte.

Ilx schermidore incrociò lo sguardo con i tre cani della regina - e si stupì di vedere nei loro volti ancora il terrore di prima, tremendamente simile al suo.

Non volevano morire.

Non volevano vedere cosa lo attendeva dopo la morte.

Non volevano morire.

Non volevano conoscere l'inferno pronto ad accoglierlo dopo la morte.

Si aspettava che come avrebbe fatto lui sarebbero rimasti contenti di essere ancora vivi e di vederli morire ma si sbagliava. Per loro non sarebbe stata la fine. La storia sarebbe continuata e sarebbero scesi ancora più in basso dell'oceano senza più avere la possibilità di vedere la luce. Forse anche lxi avrebbe reagito allo stesso modo se avessero vinto. Troppe possibilità. Più guardava in profondità nelle loro iridi scure e più si rivedeva in maniera inquetante, con gli stessi tormenti e gli stessi dubbi, per nulla contenti di continuare la loro vita e desiderosi i avere finalmente la pace chiudendo gli occhi per sempre. Pure loro avevano la paura che li bloccava.

Non voleva morire.

Non voleva vedere cosa lo attendeva dopo la morte.

Non voleva morire.

Non voleva conoscere l'inferno pronto ad accoglierlo dopo la morte.

Era un mostro come quel ragazzo biondo con gli occhi lucidi nei quali riusciva a specchiarsi. Lo odiava per questo e forse la sua morte l'avrebbe fatto stare meglio. Lo odiava per come riuscì a capirlo nel suo ragionamento malato. Odiava come era diventato empatico nei loro confronti, di tutte e tre i mostri. Erano stati anche loro dei ragazzini rinchiusi in un gioco omicida, costretti a fare azioni orribili, ad uccidere, e per vivere hanno fatto le scelte peggiori. Aveva fatto lo stesso e per questo si odiava. Non si ricordava la sua vera vita passata però se era finito a governare uno stato del genere le sue scelte per sopravvivere un'altro giorno non erano tanto diverse dalle loro.

<ultime parole?>

Nessuna, si dissero tutto con gli occhi.

Jun'ichi e Jun si guardarono con grande affetto, promettendosi di ritrovarsi ovunque andranno dopo la morte e di non lasciarsi mai. Le loro fronti si scontrarono. Avrebbero dovuto mantenere la promessa ad ogni costo, non volevano altri tradimenti. Elviira asciugò le lacrime della bambina facendole una promessa anche lei stringendole il mignolo: non la lascerà mai sola. Sarà sempre al suo fianco. Kaoru si rese conto solo mentre guardava Akinori che stesse piangendo assieme al biondino. Non ne capiva il motivo per nessuno dei due, però era felice di vederlo in quel modo prima di morire. Era riuscito a romperlo come aveva fatto lui in quei giorni. Un'altra conferma di come fossero diventati simili.

Shou si girò verso Kazuto ma egli guardava da tutt'altra parte, fisso verso Junko vicino al pulsante per dare inizio all'esecuzione <nulla? Assolutamente nulla?> tirò fuori per magia un martello da giudice e lo fece roteare tra le sue dita mentre parlava <bene allora è arrivato il momento...> fermò il mertello per tenerlo stretto con tutte e cinque dita, alzando il braccio che lo teneva <PUNISHMENT TIME!!> il braccio venne fermato giusto in tempo da Hiroko e la rialzò nuovamente in alto impedendole di premere quel bottone.

<che c'è cucciolina? Che ti prende? Fai la monella per attirare l'attenzioni di mammina?> la biondina più alta spinse il braccio verso il basso andando contro alla resistenza dell'altra, e stava per vincere se non fosse per lx scacchista arrivatx in suo soccorso. Kazuto rimase sorprendente stupito dal loro comportamento, non si aspettava che si ribellassero per davvero contro la loro padrona e spaccassero la catena che li teneva imprigionati a quella vita in cui si erano buttati. La bambina, ancora in lacrime, poteva finalmente osservare gli effetti del suo discorso. Entrambe le fanciulle bloccavano l'arto della regina, rifiutando in silenzio ogni suo ordine.

<anche tu Akio? Vuoi fare pure tu l'eroe? Vuoi provare a salvare i tuoi amichetti? Fallillarai come la prima volta> la regina mise più forza per abbassare il braccio, ilx italianx fece lo stesso irritandola <Akinori fai qualcosa!> disse Junko ricevendo come risposta silenzio <Akinori!> lo chiamò dinuovo e si girò a guardare il ragazzo, era immobile di fronte a loro con le mani in tasca <Akinori se non ti muovi ti stacco gli arti che ti sono rimasti e ti faccio fare il bagno nel tuo stesso sangue!> non mosse neanche un muscolo verso di lei, stava unicamente tremando <Akinori caro, vuoi essere utile o devo punire anche te? Sarò ancora più cattiva della scorsa volta> tirò fuori una sigaretta, la mise in bocca e si mise a cercare un accendino <AKINORI->

<STAI ZITTA STRONZA!> rispose lo scozzese con tutta la voce che aveva, togliendosi la sigaretta dalla bocca, battendo il piede di metallo a terra per fare ancora più casino. Voleva farsi sentire per bene da tutti i presenti il suo forte no <NON CI SARÀ NESSUNA ESECUZIONE! NON FAREMO ASSOLUTAMENTE NULLA! IO NON ESEGUIRÒ NESSUN TUO ORDINE!>

Smise di porre resistenza e ridacchiò <woah...quindi le hai le palle? Grazie per la dimostrazione ora poi finire la recita del potere dell'amicizia insieme a questi due e andate a fare il vostro lavoro>

Nessuno dei tre si spostò.

<...siete seri? Siete FOTTUTAMENTE seri? Oh santo cielo siete così ridicoli nella vostra ipocrisia e idiozia!>

Nessuno dei tre rispose.

<ANDATE A FARE L'ESECUZIONE DI QUESTI STRONZI! SUBITO! E se mi piacerà forse non succederà nulla quando torneremo a casa>

Nessuno dei tre si mosse.

<fate i coraggiosi adesso? Le brave persone? Vi state comportando come gli Shinigami che tanto avete insultato e criticato>

Nessuno dei tre parlò.

<ho capito, dovrò cambiare metodo> le prese delle due fanciulle erano più deboli permettendole di spingerle via con una gomitata allo stomaco. A passo svelto superò anche Akinori, bloccato da un colpo con il martello, raggiungendo in poco tempo Sally. La strappò dall'acrobata e la strinse a sè puntandole contro alla tempia la mano robotica che diventò una pistola.

Elviira era la più vicina e fu la prima a scattare in avanti per riprendersi la piccola, rischiando di prendersi un proiettile in fronte se non fosse per Kaoru che la buttò a terra assieme a lxi. Aveva avuto tanta fiducia verso i suoi riflessi- si bloccò contro il pavimento usando il proprio corpo come scudo per la fanciulla. Fece un respiro di sollievo vedendo che la pistola non era più contro di loro e mirava verso i tre maggiordomi <FERMI! SE FATE UN'ALTRA PASSO LE FACCIO ESPLODERE LA TESTA> si bloccarono immediatamente appena la pistola ritorno alla tempia della padroncina. Si guardarono tra di loro aspettando il segnale dell'altro per capire cosa fare.
<che bravi! Peccato che non ho portato gli scooby-snack, i vostri preferiti~>

Sapevano che Junko era capace di uccidere la "sua erede al trono" - come le piaceva chiamarla - quindi non potevano attaccarla da vicino, dovevano fermarla dal loro posto. La pallavolista aveva ancora la sua pistola, a differenza degli altri due che erano riusciti a farsele fregare, la prese e la caricò velocemente. Era già pronta per premere il grilleto... <iniziate da me> ...però la voce di Kazuto la fermò e attirò l'attenzione di tutti loro, inclusa quella della dittatrice.

<cosa?> le chiese la bionda più bassa, tenendo alzata l'arma e non togliendo lo sguardo dall'obiettivo. Non lo stava proprio considerando.
<le esecuzioni inizieranno da me, poi verranno gli altri separati> rispose Kazuto e ottenne un occhiataccia da parte della fanciulla.
<cosa cazzo stai dicendo?>
<sto dicendo di fare la mia esecuzione per prima e isolata dagli altri> il governatore si spostò dal suo podio per avvicinarsi ai suoi vecchi maggiordomi per superarli e mettersi davanti al mirino di Hiroko <se qualcuno deve morire sarò io, non mia figlia...se non volete più ubbidire alla vostra regina va bene! Allora ascoltate per una volta questo mio ordine: uccidetemi! Punitemi! Procedete con la mia esecuzione! Devo continuare con altri sinonimi?>

I tre cani ritornarono a guardarsi tra di loro, tenendo tra di loro la conversazione ma non sapevano cosa fare.

La loro libertà durò pochissimo, dovevano scegliere e non erano abituati a qualcosa del genere: fare come volevano loro con tutti i rischi - sparare a Junko con il rischio di fallire e per questo Sally verrà uccisa - oppure fare come vogliono loro, tornando degli strumenti di un governo malato però Sally non avrebbe rischiato nulla. La storia sarebbe continuata e Sally sarebbe caduta ancora più in basso. Hiroko fece un passo in avanti e fece per superare lo stratega, egli riuscì giusto in tempo a bloccarla <Hiroko abbassa quell'arma e uccidetemi. Per favore potete eseguire un mio ordine per una volta?>
<no> fu secca e gli altri due ragazzi lentamente si erano avvicinati all'amica <i vostri giocattolini sono stufi, non hanno più voglia di giocare! Soprattutto se poi verranno considerati come il male assoluto! Voi ci avete reso così!> parlò per entrambi, appoggiando la pistola sul suo petto <se non ti sposti morirai assieme a lei->
<ho un piano>

...

<cosa?> sussurrò Akinori, adeguandosi al tono basso di Kazuto per tenere la conversazione tra di loro. Lo stratega gli fece segno di stare zitto, lasciando parlare solo lui <per attuarlo dovete fare la mia esecuzione al massimo volume così che non ci sentano dagli schermi>
<cosa hai intezione di fare questa volta?->
<shhh> zittì anche Akio, come era abituato a fare un tempo, e continuò a parlare <sarà l'ultima volta che farete uno spettacolo del genere poi sarete liberi e vivi>
Ovviamente non si fidavano, soprattutto dopo il suo discorso dove li considerava un problema da eliminare con la morte. Kazuto lo capiva dai loro sguardi pieni d'odio.
<non rischierete nulla se correrete abbastanza veloci> non bastava <fatelo per Sally, vi prego>

...

La biondina lo spinse di lato, permettendo all'inventore di tirargli un calcio facendolo cadere a terra. Fu inaspettato quanto Hiroko che lancia la pistola verso di loro, finendo sotto i piedi di Sally <è per la bimba> disse fredda e si nascose dietro agli altri due, i più lecchini <Kazuto sarà il primo! Poi verranno tutti gli altri, le va bene nostra Regina?> lo dissero contemporaneamente senza rendersene conto o mettendosi prima d'accordo <uno ad uno...ignorando gli altri volontari e facendo crescere la disperazione, svuotandoli di ogni altra emozione umana> continuò solo Akio, con un dolce sorriso <li faremo impazzire e sarà un bellissimo spettacolo per i vostri occhi>

Mentre parlavano Kazuto sorride sotto i baffi - che non aveva - e lo guardava dal basso. Erano dei grandi bugiardi anche con la loro padrona.

<siete così bravi a usare la vostra lingua per leccarmi il culo, siete così fortunati che mi piace sentirvi adularmi in questo modo sareste già morti da un pezzo> rispose Junko <va bene, se questo è l'ultimo desiderio di Kazuto va bene! Ma dovrà essere il migliore tra tutti per farvi perdonare e per farmi essere più gentile...non rimarette impuniti per il vostro comportamento. Devo rieducarvi! Vi ha fatto male stare tra loro per così tanto tempo, vi siete rammoliti> ridacchiò e la mano tornò normale <sarà divertente ed eccitante sentirvi urlare il mio perdono! Fatemi provare lo stesso anche adesso e forse potrei andare leggera> dopo quelle parole i tre fanciulli si avvicinarono ad una parete, entrando in una porta nascosta e sparendo dalla loro vista. La regina liberò Sally che corse verso Kazuto in lacrime <vi concedo un ultimo saluto>

...

Perché mi cerchi sempre Sally, non hai ancora capito che brutta persona sono?

Si chiedeva Kazuto guardandola correre verso di lui. Si rialzò da terra e si mise in ginocchio così da essere quasi alla sua altezza. Non era mai riuscito a fare qualcosa di buono nella sua vita, e tanto meno di rimanere coerente con sè stesso. Era un un doppiogiochista politico con la presunzione di salvare un mondo che aveva condannato e scelse di essere un tutore senza avere mai il coraggio di proclamarsi padre, tantomeno di comportarsi come tale.

Perché continui a volermi bene? Perché stai piangendo per me? Perché non te ne vai e non mi odi definitivamente? Perché?

Non capiva più nulla di quello che gli stava accadendo e se c'era una cosa a cui non era mai stato preparato, quello era parlare con Sally in maniera genuina, sincera e affettuosa. Riusciva a mandarlo in tilt uscendo dai suoi schemi estremamente razionali. Non aveva il controllo nemmeno su di lei.

Pure nel momento in cui stava per morire, non aveva idea di cosa fare. Non aveva un piano D per una situazione del genere che si era immaginato- dovrebbe andare seguendo la propria pancia o cuore o qualsiasi altro organo che non fosse il cervello ma non era così bravo a improvvisare come poteva sembrare.

Potrebbe abbracciarla, ma non sapeva se questo causerebbe un trauma o se lei volesse...magari potrebbe dirle miliardi di cose, però non sapeva quale fosse la meno dolorosa. Non sapeva qual fosse quell'unica opzione che renderebbe l'addio traumatico. Forse non esisteva nemmeno. Doveva smettere di ragionarci troppo.

Se doveva seguire le proprie sensazioni allora l'avrebbe abbracciata, anche se l'avrebbe sconvolta. Kazuto vorrebbe stringere la sua minuscola creatura tra le sue braccia e fare in modo che fosse quello il suo ultimo ricordo di quella vita disastrata. Accarezzare i suoi morbidi capelli rosa e immaginarla crescere, diventare una meravigliosa donna migliore di suo padre, sempre con quei capelli rosa che gli ricordavano lo zucchero filato. Voleva mostrarle alla fine di tutto che l'aveva amata sinceramente come un genitore amava la propria figlia e che l'avrebbe sempre protetta, sacrificando qualsiasi cosa per lei. Pure se stesso. Quando le fu vicino l'abbraccio davvero, ignorando la voce della ragione e della logica.

Non poteva stare ancora zitto e andarsene senza dirle neanche una parola, sarebbe stato peggio di qualsiasi cosa le avrebbe detto con la voce tremante <Sally...Sally...ci sono un sacco di cose per cui mi dovrei scusare e- e un sacco di cose che avrei dovuto spiegarti. Sei una ragazza molto sveglia, avresti capito ogni cosa ma...ma infondo sei ancora una bambina- non sono cose che dovrebbero interessarti...non volevo che rendessero la tua vita ancora più pesante> parlò piano al suo orecchio, desiderando che solo sua figlia potesse sentirlo e vederlo così vulnerabile <scusa se non sono stato capace di darti la metà di ciò che meritavi, se non ti ho dato l'affetto e le attenzioni che meritavi...>

<scusami...scusami davvero Sally...> si staccò dall'abbraccio solo per poterle prendere il volto con entrambe le mani ed accarezzarle le guance rosse. Sally non rispondeva, non riusciva proprio a parlare, dalla bocca uscivano unicamente mugugni e pesanti singhiozzi. Pensava di odiarlo a morte, di non provare più nient'altro per lui, ma stava piangendo e continuava a volergli bene come se fosse veramente suo padre.
<rimandavo ogni momento con te perché pensavo che raggiunto l'obiettivo, cambiato il mondo, avremmo finalmente potuto vivere una vita normale...come una famiglia normale> poteva giurare che gli volesse più bene di quello che provava per i suoi genitori biologici, non riusciva a dirlo ad alta voce.
<Sally, credimi quando ti dico che non è mia intenzione abbandonarti...anche a me dispiacerà non vederti più...avevo già pensato a cosa prenderti per il tuo diciottesimo- mi chiedevo già come avresti cambiato la tua camera quando saresti diventata sempre più grande, forse mi avresti raggiunto in altezza ahah...> chiuse gli occhi mentre rideva, solo perché non voleva farsi vedere con gli occhi lucidi e farla stare ancora più male.

Dopo la morte non c'è nulla, smetti solo pian piano di esistere.

Prima la mente e i pensieri, poi il corpo e pian piano il ricordo.

Voleva che quelli con sua figlia fossero gli ultimi ad andarsene.

Non credeva che avrebbe mai vissuto come un fantasma o cose simili, permettendogli di vedere il mondo che sarebbe andato avanti senza di lui e vedere Sally crescere. Era un ragionamento razionale che fino ad adesso l'aveva salvato dai fantasmi di vite strappate per sua volontà o per sbaglio, che fossero gli shinigami o persone anonime nelle guerre, che fossero Nori e Yumeri o gli altri morti del killing game. Adesso lo stava distruggendo.

<vi dò altri due minuti!> disse Junko ai due, mettendo fretta al fanciullo.

Kazuto appoggiò la sua fronte contro quella della bimba, aprendo nuovamente gli occhi e guardandola dritto nei suoi <senti Sally...qualsiasi reazione tu avrai è normale. Non devi sentirti in colpa se pensi che merito questa morte, va tutto bene. Se pensi di essere anestetizzata all'idea della morte, va tutto bene. Se non sai come sentirti, va tutto bene. Se ti mancherò, va tutto bene. Oppure se piangerai, ti arrabbierai, soffrirai...va tutto bene.>
<no...non va tutto bene...non va per niente bene!> riuscì a mormorare la bambina.
<si invece, troverai qualcuno che saprà darti tutto quello di cui avrai bisogno senza deluderti o tradirti. E chiunque questa persona sarà, potrà sostituirmi tranquillamente, anche nel ricordo.> lo sguardo si spostò velocemente verso Elviira per poi ritornare nuovamente su Sally che non smetteva di piangere <quindi anche se un giorno non ti ricorderai più di me non sarò triste...va tutto bene>

Non andava tutto bene.

Non andava tutto bene.

Stava per morire.

Era inutile che si tormentava a trovare un modo per rendere l'addio meno doloroso possibile, non serviva a nulla nascondere la morte e non poteva controllare i suoi sentimenti. Poteva solo consolarla, lasciandola sfogare come meglio preferisce le sue emozioni così che in futuro non saranno mai un peso per la sua tranquillità e salute. Era arrabiata e triste, cos'altro doveva aspettarsi? Non poteva esserne felice, rimaneva legata a lui, e non poteva fare assolutamente nulla per salvarlo - era solo una bambina. Dovrà solo reggere e pensare al futuro, ad una vita migliore che vivrà senza di lui.

Le porse il peluche che le era caduto tra le mani e che l'aveva abbandonato vicino al trono, ed ella lo afferrò stringendolo al petto come una madre avrebbe fatto con suo figlio, appoggiandosi al petto del ragazzo più grande. Non sarebbe mai riuscito a diventare nonno e vedere come Sally sarebbe diventata una madre migliore. Non sarebbe mai riuscito a vedere Sally diventare adulta e realizzare i propri sogni. Gli veniva da piangere, ma doveva concentrarsi su di lei, ignorando la paura umana della morte e il dolore di perdere ogni cosa che aveva <questo è il mio addio. Sono grato di averti adottata, e averti avuto nella mia vita. Spero che nonostante tutto, valga lo stesso per te>

Il fanciullo lasciò la presa, staccandosi dalla bambina ancora in lacrime <papà non andare ti prego> il labbro le tremava e spalancò gli occhi quando vide un gancio attaccarsi al suo collo <papà...> non riuscì ad riafferarlo dinuovo, il gancio lo strappò via e lo trascinò dentro una porta dietro di sè spalancata <PAPÀ NON MI LASCIARE!> era inutile urlare, se ne era già andato via.

"Io ti distruggerò, ti distruggerò come un uomo non è mai stato distrutto. Ti farò impazzire e ti ingannerò offrendoti amore, la tenerezza, e tutto ciò che hai sempre desiderato, e tu mi amerai, mi cercherai e mi supplicherai di non abbandonarti. Perché il tuo mondo non sarà più il tuo mondo e solo al mio fianco ti sentirai al sicuro"

Lo stava facendo per lei. Per sua figlia.

Lo stava facendo per loro. Per chi aveva amato e odiato con tutto il suo cuore.

Lo stava facendo per tutti. Per la libertà.

Lo stava facendo per sè. Per ricevere il perdono di un Dio che non esisteva.

Cercava con tutto se stesso di tenere ferma la paura e tutti i brutti pensieri riguardo alla morte, stretti intorno al suo cervello e budella da prima dell'addio a Sally. Non era neanche riuscito ad avere il tempo per salutare un ultima volta Jun'ichi e Jun. Avrebbe ricevuto da loro solo odio ed insulti, o così credeva! Era riuscito a sentirli urlare il suo nome mentre veniva trascinato via e solo per un istante vide Jun'ichi cercare di raggiungerlo. Non sarebbe riuscito a chiarire con loro prima di morire, sperava solo che non avrebbero sofferto per colpa sua per tutta la loro vita.

Se solo...

Il gancio lo fece sbattere contro un muro freddo e scuro, facendolo tornare alla realtà effettiva con dolore.

Inutile pensare alle infinite possibilità, ormai era tardi.

Davanti a sè poteva intravedere alberi finti e un finto bosco crearsi velocemente, illuminati da una luce lunare artificiale che passava in mezzo alle foglie troppo perfette per essere vere. Il suo collo venne liberato permettendogli di staccarsi dal muro e muoversi liberamente. Poteva scappare, conosceva l'uscita, oppure stare al gioco, incamminadosi verso la direzione di voci femminili che ridono e cantano ubriache, riuscendo ad essere gradevoli nelle loro stronature.

Alla fine decise di andare avanti incontro al suo destino, non lasciandosi fermare dalla paura. I cori femminili lo giudarono tra la vegetazione di plastica, facendosi coraggio ad ogni passo, ripetendosi per chi lo stava facendo.

Lo stava facendo per lei. Per sua figlia.

Lo stava facendo per loro. Per chi aveva amato e odiato con tutto il suo cuore.

Lo stava facendo per tutti. Per la libertà.

Lo stava facendo per sè. Per ricevere il perdono di un Dio che non esisteva.

Una cantilena che si univa alla follia sempre più vicina e troppo forte per le sue delicate orecchie.

Avanzò finché non arrivò a quello che sembrava il centro della sceneggiatura: un albero gigantesco e solitario, circondato dalla musica gloriosa e adatta per accompagnare un bel banchetto tra le Baccanti e Bacco che faranno con le sue carni.

Conosceva bene la storia, l'aveva scelta lui come sua esecuzione.

Aveva progettato tutto, conosceva ogni dettaglio.

Allora perché continuava a tremare e avere paura? Perché le sue gambe non lo reggevano bene e volevano correre via da quell'albero?

Non poteva tirarsi indietro.

Erano arrivati, lo stavano osservando in mezzo all'oscurità e aspettavano solo un suo segnale.

<quando avete intenzione di uscire? Lo spettacolo è già iniziato>

Cercava di fare quello forte quando in realtà era il primo a cagarsi in mano di fronte ai propri boia.

Non era pronto a perdere letteralmente la testa.

Il fruscio delle foglie gli fece venire la pelle d'oca, e non era solo per i tre cani vestiti come delle baccanti, armati di tirso, ma anche per i tantissimi manichini con indosso gli stessi abiti e tra le mani temevano delle lunghe torce.

La luce illuminava i loro volti irritati, per nulla contenti di ritrovarsi in quella situazione, pronti a sporcarsi di rosso e distruggere la purezza del bianco che li copriva. Stringevano forte il bastone rischiando di spezzarlo, insultando la stessa dea che stavano venerando. Un simbolo rubato da Junko per elevare la propria figura. Credevano che sarebbe stato decisamente meglio sottostare al volere del pazzo dio Dioniso che di una folle, senza più umanità. Forse egli li avrebbe amati sinceramente, prendendosi cura di loro, facendoli credere di star per uccidere un leone e non Kazuto.

<cosa sono quelle facce lunghe? Non siete contenti?> riuscirono a sentirlo a malapena per via dei canti dei manichini femminili.
<smettila di fare il finto sicuro di sè, si vede da qui che hai paura> gli rispose Akio e le baccanti fecero ancora più casino, mettendosi a ballare intorno all'albero e al piccolo leoncino, con tutte le loro energie e in maniera disumana. Movimenti eleganti e delicati per creature orripilanti. Le torce erano conficcate nel terreno e le illuminavano dal basso.

Il fanciullo fece finta di non aver sentito niente <perché non avete messo Requiem Dies Irae come avevo richiesto?> chiese ai tre che rimasero dietro alle fiamme.

<perché non abbiamo alcuna voglia di fare questa esecuzione> rispose Akinori, fissandolo dritto nei occhi <siamo qui per Sally e per sentire il tuo stupido piano> puntò contro di lui il tirso e le baccanti fecero uno scatto in avanti, feroci e bestiali, ringhiando contro Kazuto. La punta del bastone tornò ad essere rivolta verso l'alto e le folli si rimisero a ballare ubriache, a cantare divertite e a ridere come le matte che erano <sbrigati prima che inizia l'ultimo atto della storia: la morte di Penteo>

Lo Shinigami tirò fuori dalla sua tasca un telecomando e lo lanciò ad Hiroko - la più nascosta dagli occhi Junko per l'ombra - ella lo prese al volo e lo osservava confusa. Cosa aveva in mente? Si chiedeva e restò in silenzio ad ascoltarlo attentamente, non lasciandosi distratre dalla musica, urla e risate - permettevano almeno di coprire i loro discorsi ai spettatori <dovrete premere il bottone rosso appena mi ucciderete, in quel preciso istante le porte dell'uscita d'emergenza si apriranno e dovrete iniziare a correre. Non è cortissima la strada quindi regolatevi bene se volete uscirne vivi-> si zittì appena i manichini feroci si avvicinarono nuovamente di scatto. Tentò di salire sull'albero come fece il protagonista della tragedia ma non era così semplice come pensava e rimase a terra. Sarebbe morto lo stesso, era inutile scappare.
<l'altro bottone invece? Sbrigati!> gli mise fretta la fanciulla più bassa
<dovrete premerlo appena siete nel corridoio! Voglio che tutto questo venga distrutto e bruci nelle fiamme dell'inferno!>

<perché dobbiamo farlo noi?> chiese ilx scacchista freddx <credevo che avessi deciso di smettere di essere un codardo e affidare tutti i tuoi compiti agli altri>

<mi dispiace... io non posso andarmene via con voi...brucerò assieme a tutto quello che ho creato e mandato avanti come un ipocrita. È giunto il momento che sia io a sacrificarmi per salvare questo mondo di merda...> li osservò avviccinarsi tra di loro, buttando a terra i tirsi e smettere di guardarlo, fissando il telecomando <sono i miei ultimi ordini poi sarete finalmente liberi> senza preavviso le fredde mani delle danzatrici lo afferrarono, trascinandolo tra di loro <forse saremo gli eroi del nuovo mondo!> il resto delle parole gli morirono in bocca appena le unghie di metallo si conficcarono nelle sue carni.

Lo bloccarono sul posto - se provava a muoversi si sarebbe fatto un graffio profondo quanto il buio tra gli alberi - e iniziarono semplicemente a gridare appena i tre boia si avvicinarono a lui. Anche tremare provocava dolore, non cercò neanche a dinemarsi per liberarsi, mandando a fanculo il suo stesso piano e cercare di scappare assieme a tutti quanti.

Era troppo tardi.

Piccole gocce di sangue inizuavano a scendere lungo le sie braccia, macchiando la camicia e il prato che calpestava.

Lo stava facendo per lei. Per sua figlia.

Lo stava facendo per loro. Per chi aveva amato e odiato con tutto il suo cuore.

Lo stava facendo per tutti. Per la libertà.

Lo stava facendo per sè. Per ricevere il perdono di un Dio che non esisteva.

Lo ripeteva a bassa voce in ripetizione, rendendola veramente una preghiera per chissà chi. Non ne aveva idea e l'agitazione gli impediva di fare ragionamenti razionali contro la religione. C'erano problemi più gravi in testa, uno di questi era che stava per morire.

Stava per smettere di esistere.

Stava per andarsene per davvero senza poter rivedere nessuno di loro.

Stava per abbandonare la sua famiglia e i suoi vecchi amici.

Stava per morire. Per davvero. Non era uno scherzo o una finta come nelle scorse stagioni.

La sua vita stava per finire come una tragedia greca.

Akio e Hiroko gli afferrarono le braccia e assieme ai robot iniziarono a tirare con tutte le loro forze, riuscendo a strapparle dal torso solo grazie alla forza non umana delle baccanti. Non fu immediato e provocarono un grandissimo dolore alla povera vittima. L'urlo che il principe di Tebe scacciò dalle due pallide labbra fu acutissimo, cadette a terra e le mani calde dei due fanciulle gli afferrarono le gambe per fare la stessa cosa. Fu più difficile, Kazuto si dinemava cercando di liberarsi ma si provocava solo graffi profondi e non riuscì a fermarle, le due gli staccarono anche gli arti inferiori.

La ragione se ne era andata mentre piangeva disperato e muoveva il tronco senza più rami. Era così patetico.

Faceva male.

Faceva tanto male.

Faceva male da morire.

Le mani di Akinori gli afferrarono la testa, bloccandola, mettendosi sopra a quello che rimaneva del suo corpo e lo guardava dritto nei occhi spalancati dalla sofferenza.

L'inventore si ricordava il dolore e un forte formicolio colpì le parti amputate, assieme ad una fitta al petto nel vederlo agitarsi senza poter fare assolutamente nulla come un verme. Un patetico verme <mi dispiace ma saremo i mostri del nuovo mondo> il castano voleva scuotenere la testa ma il biondo la teneva fermo <non ti preoccupare, non lo vedrai con i tuoi occhi e non soffrirai per molto...per te finisce qui> gli staccò la testa, facendo forza e mettendoci il tempo che gli serviva con la mano robotica, mentre le sue urla peggioravano e diventarono sempre più distorte.

La portò in alto, sopra la propria testa, lasciandosi bagnare dal suo sangue.

Si rimise in piedi e intorno a lui le due fanciulle si misero in posa per il finale, avvolti dalle risate e dai canti conclusivi delle matte, nascondendo alla loro regina il telecomando dietro la schiena del boia scozzese. Il sipario si chiuse dietro le loro spalle segnando la fine della scena teatrale.

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La tragedia iniziò quando prese il titolo di Shinigami assieme ai suoi compagni dell'esercito Shinobu e Kazuya. Non avrebbe mai pensato che quella felicità avrebbe causato la disperazione di così tante persone...come non si sarebbe mai aspettato di sacrificare i suoi unici amici e venir ucciso dai suoi umili servitori.

Era solo contento di essere riuscito a fare qualcosa di grande e importante nella sua vita. Quello era il giorno più bello della sua vita mentre adesso, con il senno di poi, era il giorno peggiore della sua vita.

Si torturava ripensando a come si era sentito all'epoca.

Per lui era un grande traguardo.

Era un qualcosa di cui era anche orgoglioso e ne andava veramente fiero.

Era riuscito ad avere tra le mani una posizione di potere altissima, in cui non doveva patire mai la fame, non era sotto il controllo di nessuno e dimostrava a tutti quanti che lui poteva fare grandi cose. Poteva essere importante per la vita di tutti, fino a decidere chi avrebbe vissuto o chi sarebbe morto all'istante.

Era riuscito a fuggire dalla vita mediocre e banale che era staro condannato a vivere.

La sola idea di aver veramente pensato quelle cose, di essere stato così cieco riguardo a dove lo stava portando quella strada scelta, gli faceva ribrezzo e orrore.

Se solo fosse stato possibile avrebbe sputato in faccia a quel sciocco del giovane Kazuto.

Rineggava ogni sua scelta.

All'epoca era fin troppo facile convincersi che quel sistema funzionasse, che appartenesse al ruolo di Shinigami, al ruolo di Government's Mind e che fosse la cosa più bella che gli potesse mai accadere.

Quel giorno lui, Shinobu e Kazuya avevano fatto una piccola festa tra di loro. Sarebbe stata l'ultima nottevnei dormitori dell'esercito ed erano riusciti a rubare una bottiglia di vino da stappare a sera tardi, disobbedendo per la prima volta al coprifuoco.

Guardava i bicchieri rossi titubante e impacciato, chiedendo agli altri due se non dovessero iniziare a lavorare, ricevendo un amichevole e goliardico vaffanculo da parte del romano. Non era il tempo di pensare al proprio dovere anzi era il tempo di festeggiare e passare la serata assieme prima di venire sommersi di incarichi! Pure Shinobu buttò giù il vino senza pensarci troppo e ne bevve altri ancora facendo arrossare le proprie guance.

Kazuya si era già messo a cantare facendo ridere lo stratega che si sciolse, concedendosi un paio di bicchieri. Il vino annebbip la propria mente, con mille piani già pronti per la loro nuova vita.
Fecero cose assurde quella sera, sorrideva ripensando alla risata dell'artista interrotta dai suoi stessi singhiozzi, libera dalla timidezza. Non riusciva a trattenere una risata ripensando al violinista che non smetteva di cadere mentre faceva l'idiota e cantava. Si era preso di quelle testate e culate- e Shinobu scoppiava a ridere ogni volta. Tante risate dopo tanto tempo.

Come poteva desiderare di non essere mai stato uno Shinigami quando significava non essere rimasto al fianco di loro due?

Come poteva desiderare di cancellare dai ricordi quella giornata quando era una delle poche cose che permette ai due di esistere ancora come ricordo, dopo che le memorie di tutti loro sono state strappate e rovinate per sempre?

Come poteva Kazuto, odiare il giorno della sua incoronazione, e allo stesso tempo conservare la festa con Kazuya e Shinobu con grande amore?

Voleva distruggere ogni secondo di quel momento e voleva al contempo mettere tutto al rallentatore, godendosi ogni momento nel dettaglio e non lasciarlo volare via.

Non sapeva se tornando indietro avrebbe fatto le stesse scelte.

Non era possibile una cosa del genere.

Avrebbe fatto solo una cosa in quel momento...mantenere la promessa fatta quel giorno.

<facciamo un brindisi per noi e per il nostro futuro assieme! Vi prometto che non importa in che cosa andremmo incontro, quante difficoltà e problemi dovremmo affrontare, saremo sempre uniti! Pure la morte non riuscirà a separarci!>

Quando riaprì gli occhi si ritrovò improvvisamente immerso in una luce calda e avvolgente, delicata e morbida, come i sorrisi delle due figure che aveva di fronte. Shinobu e Kazuya. Non ci pensò nemmeno due volte e si mise a correre verso di loro, lasciando che la cascata di lacrime gli bagnasse il volto.

<mi dispiace, è tutta colpa mia> disse Kazuto avvolgendoli in un abbraccio <non mi dimenticherò mai più di voi e non vi lascerò più andare...saremo dinuovo assieme...felici>

___________________________________________

I manichini cadettero improvvisamente a terra, smettendo di ballare con gli arti del traditore, e avevano gli occhi spenti verso le tre baccanti umane rimaste in piedi a continuare lo spettacolo. La testa venne posata a terra con delicatezza, ilx fanciullx premette il pulsante rosso e nella stanza da tribunale si aprì una porta nascosta. Da essa usciva una luce rossa e calda, redendosi ben evidente da tutti loro <CORRETE!> urlarono tutte e tre assieme, scappando via dalla scenografia.

...correte...

Il corvino l'avrebbe fatto se solo le sue gambe non si fossero pietrificato e unite al pavimento sotto ai suoi piedi.

Sarebbe il primo ad essere uscito se non fosse stato per le urla strazianti di Kazuto rimaste impresse nella sua mente. Nessuno di loro voleva questo per lui. C'era rabbia e delusione, ma non lo volevano morto...soprattutto non un quel modo attroce. Dovrebbe essere abituato? Si sbagliava, il suo stomaco in subbuglio diceva un pesante no. (Tw) Riuscì a trattenersi nel vomitare rispetto ad Elviira *. La gola era acida, mentre quella di Jun era in fiamme, distrutta dalle urla che aveva tirato per tutta l'esecuzione - manco fosse lei al posto di Kazuto - ed era scoppiata in lacrime. Rimaneva una persona cara nonostante tutto l'odio e la rabbia che provava nei suoi confronti. Non bastò un intero trial per toglierlo definitivamente dal suo posto nel cuore della corvina.

...Correte. Dovete correre.

Le sue gambe rimase immobili, non serviva a nulla insistere.

Tutto divenne surreale.

Quella porta non era vera. Non poteva essere vera quell'uscita.

<NON AVETE SENTITO?> Sally richiamò tutti alla realtà, tenendo con entrambe le piccole mani la pistola di Hiroko, non smettendo di tremare. Non c'era tempo da perdere, dovevano cogliere la loro unica opportunità. Non poteva rendere inutile il sacrificio di suo padre. Sparò il primo colpo prendendo la testa della regina <CORRETE!!> continuò a sparare contro Junko, cogliendola di sorpresa, prendendo anche il resto del colpo - in particolar modo alle gambe - finché non rimase senza proiettili e il robot non era a terra.

Era ancora viva? Forse. In ogni caso dovevano mettersi a correre prima che potesse rialzarsi.

Senza ragionarci troppo si mise a correre assieme ai partecipanti, con dietro le tre baccanti sporche di sangue che li avevano raggiunti in tempo <FORZA FORZA! MUOVETE QUEI CULI SECCHI MADDONA DI DIO> gridò Akio, lasciando che l'italiano prendesse il controllo della situazione <MINCHIA MA VOLETE CORRERE O NO DEFICENTI?>

Fecero andare avanti loro per il corridoio illuminato di rosso, controllando che nessuno rimanesse indietro se non la loro vecchia padrona.
<FERMATELI SUBITO!> ordinò urlante quest'ultima, venendo ignorata dai suoi cuccioli di cane che premettono il secondo bottone e si misero subito dopo a correre con ai traditori ancora in vita, lssciandola da sola mentre la villa iniziava ad essere avvolta dalle fiamme. Ci volle poco per il fuoco ad arrivare e avvolgere l'intera stanza del processo, l'odore di bruciato e le grida disumane e robitiche della donna bionda li raggiunsero in breve tempo.


Gli ultimi sforzi.

Era iniziata la corsa contro il tempo e contro la morte.

La pallavolista ci mise poco ad arrivare in cima al gruppo, guidandoli verso la strada rettilinea, tenendo per mano il Birdwatcher, trascinandolo con grande forza. Shou non aveva intenzione di correre! Non diceva nulla ed era meglio così. Non dovevano sprecare il fiato per scemenze a differenza di quello che faceva la truffratrice in braccio a Jun'ichi che poteva urlare quanto voleva, tanto non stava correndo lei!

Dava sfogo pure alle lacrime di egli dal volto di ghiaccio. Gli occhi bruciavano ed era più difficile del previsto trattenerle. Aveva perso un'altra persona cara. Non poteva smettere da un giorno all'altro di volergli bene. Aveva visto morire un'altra persona che amava. Non poteva nascondere il dolore che provava per la sua fine brutale. Capiva benissimo la fanciulla tra le sue braccia, per questo che la lasciò sfogare anche per lui. Era un loro amico nonostante tutto.

In fondo ci stavano Akinori e Akio ai lati dellx schermidore, conservando le loro energie se la situazione dovesse peggiorare all'improvviso. Erano una sottospecie di scudo per qualsiasi cosa potesse apparire da dietro di loro. Non si dissero assolutamente nulla, tenendo per sè ogni pensiero ed emozione per quello che era successo prima. Non era il momento.

Davanti ai tre correvano Elviira e Sally, tenendo strette le loro mani. Non riuscirono a vedere quanto fossero terrorizzate non solo dalle urla di Junko ma anche dal ricordo della morte di Kazuto.

Correte! Correte! Correte!

Le fiamme non erano ancora un problema, e per farle rimanere tali dovevano però accellerare.

Correte! Correte! Correte!

Le gambe iniziavano già a fare male. Stavano dando il massimo ad ogni passo e non erano ancora giunti ad una possibile "metà strada". Dovevano andare più veloci, poco importava del dolore, avrebbero resistito fino all'ultimo! Pure se le gambe stessero bruciando e i loro polmoni stessero esplodendo.

CORRETE!

Gli ultimi tre scattarono in avanti, spingendo e afferrando gli altri, raggiunsero Hiroko che mise il turbo portandosi con sè Shou.
Akio prese Elviira e la mise sulla sua spalla, non fermandosi neanche ai colpì che ricevette subito dopo. Poteva avvisare, certamente, come lei poteva evitare di muovere le gambe per tirarlx dei calci rischiando di far cadere a terra entrambi! Poteva un po' capirla, nessuno voleva essere toccato da mani sporche di sangue, ma non era il momento di essere schizzinosi!

Venne seguito dell'inventore che afferrò Sally, tenendola stretta tra le sue braccia, ignorando i pugnetti deboli e familiari della bambina sul suo petto. Gli venne quasi da sorridere però non lo fece per un bel cazzotto sotto il mento inaspettato. La padroncina non era per nulla contenta di essere presa da quello che aveva appena staccato la testa a suo padre. Cercava di non sporcarsi anche lei del suo sangue fresco sulla pelle del biondo <perché l'avete ascoltato?! Perché l'avete ucciso!? Perché? PERCHÉ? POTEVATE LASCIARE MORIRE ME!> disse al suo povero orecchio e tra i pugnetti.

<NO! NON L'AVREI MAI FATTO> la sua voce fu più assordante per le sue orecchie <mi dispiace ma è stata una sua decisione e nessuno di noi voleva che tu morissi oggi> abbassò il tono, sussurrandole con dolcezza - per quanto la voce spezzata fosse in grado di fare <hai un meraviglioso futuro davanti a te, non l'avremmo bruciato per salvare uno che non aveva coraggio di premere un bottone>
Sally strinse gli abiti sporchi del maggiordomo, tirando su con il naso. Non era giusto. Perché doveva finire così? Non era giusto. Perché non poteva scappare assieme lei? Non era giusto. Perché doveva essere abbandonata ogni volta da chi dovrebbe prendersi cura di lei <siete tutti cattivi...mi fate solo piangere...>
<mi dispiace piccola, non era nostra intenzione...>

Si erano ammassati intorno alla biondina più bassa. Gli ultimi a raggiungerli furono Kaoru, Jun'ichi e Jun che si tenevano tutte e tre per mano - per grande stupore verso ilx fanciullx terrorizzato dal tocco - con puew il fiatone. Il mafioso si sentiva più leggero senza l'altra in braccio, già stanca della corsa e trascinata dal schermidore. Non era così forte da tenerla in braccio e nessun'altro era in grado, Jun dovrà andare avanti con le sue uniche forze per un po'.

Correre per le vostre vite!

Dei versi - per nulla paragonabili a quella di una persona umana - si fecero sempre più forti dietro di loro. L'acrobata riuscì a vedere tra le fiamme e il fumo la figura di Junko con i codini a fuoco, la finta pelle candida staccata dal metallo bollente. Il corridoio stava crollando oltre ad andare a fuoco, colpendo il robot senza però fermarla, avvicinandosi a loro sempre di più.

<paska- paska- paska- lei è qui!> esclamò la fanciulla, scendendo dalle braccia dellx maggiordomo in maniera goffa, rallentando leggermente, e appena toccò i piedi a terra lx trascinò con sè verso gli altri con grande fretta, superando Hiroko <Junko ci sta raggiungendo!> le disse visibilmente nel panico <quanto ci manca!?>

L'altra fanciulla alzò il braccio per indicare il fondo del corridoio, da dove veniva la luce rossa: si vedeva una grande porta con sopra un cartello neon "EXIT" - per chi magari si fosse perso e non sapeva dove portasse la strada.

Non era tanto distante, una decina di minuti e sarebbero arrivati, solo che c'erano tanti MA. Iniziarono ad essere stanchi, le gambe erano distrutte e bruciavano quanto la villa dietro di loro, i polmoni non reggevano più e il fiatone rompeva la respirazione regolare mantenuta fino in quel momento. Inoltre Junko era veloce, stava accelerando mentre loro stavano rallentando <se continuamo così più di dieci minuti, lo stesso tempo che le basterebbe per raggiungerci tutti> rispose la biondina.

Correte- VAFFANCULO STIAMO CORRENDO!

<dovremo fermarla no? Non avete qualche pistola o arma nascosta?> chiese Jun, dietro di loro e aveva meno fiato di tutti per aver corso per così poco. Non era una tipa molto atletica e Jun'ichi la riprese nuovamente in braccio. Il suo corpo chiedeva pietà ma era stato allenato per superare il limiti e sopportare la fatica. Un normale inseguimento con la polizia o una gang avversaria che ti vuole morto.
<no> rispose secco Akio
<no??>
<a distanza no e non ho intezione di sacrificarmi per voi. Quella mi uccide per davvero questa volta> anche Akinori rispose alla corvina. Pure se lo volesse la bambina tra le sue braccia si strinse così forte che non era possibile staccarla.
<è un tuo futtutto robot no? Ne avrai il controllo?!> chiese Kaoru
<si- teoricamente-> mormorò, girandosi velocemente per guardarla <non so quanto possa funzionare vedendo quanto è ridotta...beh è in piedi- è già tanto- posso provare->
<non devi provarci, ci devi riuscire!> le disse la scammer.

Elviira lo aiutò a staccarsi dalla piccola, stando tra le braccia dell'amica e osservando il più grande dell'intero gruppo maneggiare con lo schermo verde nel suo braccio.

<un po' più veloce no eh!?> gli disse Jun beccandosi un occhiattaccia da parte del biondo <siamo in una situazione grave non mi guardare in cagnesco>
<non è così immediato come credi! Non basta un tocco e tutto avviene per magia!> rispose irritato, ritornando a guardare lo schermo in basso, cercando di non farsi ammazzare. Veloce nella corsa e nella ricerca <ammetto che c'è un po' di disordine qui->
La corvina alzò lo sguardo verso l'alto afferrmando ironica <PERFETTO!>
<se mi parli mi sconcerto! Quindi stai zitta!>

Ci voleva troppo tempo.

Erano spacciati.

Non si sbagliava a credere che era tutto surreale. Shou non riusciva a pensare che potessero effettivamente salvarsi ed infatti stavano per morire. Senza troppi paroloni. Junko appena li avrebbe raggiunti non si sarebbe fermata, uccidendo anche Sally, ed eliminando il tumore che stava uccidendo il suo sogno dittatoriale. Oppure sarebbero bruciati tutti assieme, nessuno sarebbe uscito vivo da questa villa e non conosceranno mai il futuro di questo mondo.

Nessuno si sarebbe salvato.

Erano spacciati.

Ci voleva troppo tempo.

O anche poco, se solo si decidesse di parlare ed agire invece di rimanere narratore di ogni situazione importante. Erano finiti a correre per la loro vita proprio perché non aveva detto nulla, si era chiuso nella sua miseria e nei suoi scenari mentali assurdi.

Non accadrà dinuovo.

<AKINORI SBRIGATI!>

Ci voleva troppo tempo.

<UN SECONDO JUN! UN CAZZO DI SECONDO>

Dovevano bloccarla.

<NON ABBIAMO ALTRI SECONDI! QUELLA COSA STI STA AVVICINANDO>

Subito.

<LO SO! LO SO! LA SENTO PURE IO!>

Ci voleva troppo tempo.

Shou si staccò dalla presa di Hiroko mettendosi a correre dalla parte opposta, verso le fiamme e la morte.

Doveva agire adesso.

<SHOU CHE CAZZO STAI FACENDO!?> urlò la biondina girandosi di colpo e la sua migliore amica la afferrò saldamente, spingendola in avanti e trascinandola nella corsa.

Per salvare tutti.

La scammer provò inutilmente ad afferrarlo, le sfuggì tra le dita e Jun'ichi aveva accelerato il passo, aggrappando anche Elviira per impedendirle di raggiungere il pazzo verso le fiamme dell'inferno.

Kaoru scattò in avanti, facendo qualche passo più di loro per seguire il corvo, ma Akinori lo prese di peso tra le sue braccia, correndo verso l'uscita e stringendolo a sè per non lasciarselo sfuggire.

<staccati subito!> si era messo a dinemarsi, per quanto le braccia forti dello scozzessse gli permettessero di muoversi <staccati!> i capelli sporchi di sangue vennero brutalmente tirati <perché non mi lasci stare?!> la paura venne soffocata dalla rabbia e dalla preoccupazione verso Shou che non si fermava, si stava buttando tra le braccia del nemico e sarebbe morto <ascoltami!!>

<lascialo fare>
<ma morirà!> gli tirò più forte i capelli, alzandogli di poco la testa per guardarlo meglio dritto nei occhi <se andiamo avanti e non lo fermiamo morirà quindi lasciami Akinori! LASCIAMI!>
<è una sua decisione-> rispose secco l'altro, beccandosi un cazzotto in testa <ANCHE LA MIA È UNA DECISIONE QUINDI LASCIAMI SUBITO! SMETTILA! SMETTILA DI PROVARE A SALVARMI O CAZZATE SIMILI!>

Se continuava a colpirlo ed agitarsi sarebbero finiti pure loro tra le fiamme con Shou e Junko. Non era ciò che desiderava Akinori e con la mano umana ancora sporca di sangue gli strinse il braccio che non smetteva di colpirlo - una stretta forte e decisa, in grado di spezzare l'osso con più facilità rispetto a sua madre - bloccandolo. <morirai anche tu se lo segui e il tuo sarebbe un sacrificio inutile! Non serviresti ad altro se non per occupare spazio in un cimitero già fin troppo pieno quindi non sprecare il fiato e corri> il sangue fresco era così viscido, fastidioso, non smetteva di osservarlo colare sulla sua pelle pallida. Il biondino lo posò a terra, tenendo stretto ancora il suo braccio mentre accellerava dinuovo il passo <quando saremo usciti da qui potrete tutti malmenarmi, insultarmi, fare il cazzo che vi pare, piangere e urlare quanto vi pare!>

Dobbiamo uscire tutti assieme!

Shou!

Shou fermati!

<SHOU TORNA IN DIETRO BRUTTO STRONZO!> urlò Jun al posto suo, guardando nella sua stessa direzione e riuscì a interrompere la corsa di egli. Si girò verso di lei solo con la testa <SBRIGATI! C'MON SHOU! NON FARE L'ENNESIMA CAZZATA E RITORNA INDIETRO CHE SIAMO QUASI ARRIVATI!> lo incitò, sperava di colpire qualche tasto dolente però ottenne l'effetto contrario, sul suo volto si accese un sorriso. Non la incuorò per nulla al mondo. Non poteva essere il suo ultimo sorriso. Non poteva andarsene. Non poteva essere un addio. <CORRI SHOU!>

<scusami Jun ma non starò dinuovo a guardare ed a non fare nulla! Vi metterei in pericolo come prima! Sistemerò il casino che ho fatto>
Disse ad alta voce facendosi sentire da tutti gli altri, non smettendo di tenere quel sorriso pieno di dolore e sensi di colpa. Non avrebbe reso futili le loro morti e li avrebbe salvati anche al costo della sua stessa vita. Sarebbero stati liberi. Avrebbero avuto un futuro migliore. Sarebbero diventate delle nuove persone stupende. Cose che non riusciva a vedere anche per lui stesso e non aveva neanche la voglia di provarci. Il suo ultimo obiettivo era proteggerli. Non poteva fallire ancora.

Prese un bel respiro, riempiendo i polmoni di fumo e calore, e poi si rimise a correre verso Junko Enoshima e le fiamme che l'avvolgevano sempre di più, scottando la sua pelle e bruciando i suoi occhi.

Non poteva morire anche lui.

<SHOU!!> chiamarlo fu inutile, il corvino non si sarebbe rifermato.

Non poteva lasciarla anche lui.

<SHOU! SHOU! YOU LITTLE BITCH COME BACK!> poteva rovinarsi le corde vocali pervchiamarlo e nulla sarebbe cambiato.

Non poteva perdere anche lui.

<SHOU!!> continuava a chiamarlo anche quando era troppo tardi.

Il fanciullo saltò addosso a Junko usando il proprio corpo come freno. Si morse il labbro trattenendo ogni grido di dolore per il contatto diretto con le fiamme e col metallo bollente, usò tutte le sue energie per bloccarla e impedirle di muoversi in avanti, riuscendo nel suo intento nonostante il dolore e la paura. Jun non era l'unica a urlargli di tornare indietro, anche quell'altro dentro la sua mente non faceva che gridare come un matto di voler vivere. Lo sentiva che voleva prendere il controllo del corpo e scappare via, sopravvivere e raggiungere l'uscita, la libertà. Non glielo avrebbe permesso e i suoi piedi erano piantati al pavimento, impedendole di raggiungerli. Non avrebbe permesso a nessuno di rovinare il loro finale felice.

Li avrebbe salvati. Senza fare più errori. Viveva solo per questo e poteva morire per questo, non c'era altro per cui rimanere. Era quell'altro che voleva vivere ancora, ma non quello che questo Shou voleva. Non aveva neanche più se stesso. Era tutto così strano. Una notte assurda e difficile da digerire. Non avrebbe mai trovato la pace continuando ad esistere e non la troverebbe nessun'altro se Junko esistesse ancora. Li avrebbe salvati, spingendo se stesso e quella donna verso l'incendio.

Il corvino volse la testa per guardarli diventare sempre più delle sagome piccole piccole, sorridendo nel dolore e nella fatica. Sperava che riuscissero ancora a vederlo, magari sarebbe riuscito a dare a tutti loro un miglior addio. Nella mente aveva solo degli appunti per un lungo e commuovente discorso.

Desidero solo una cosa...

Che voi siate al sicuro e salvi.

Non voglio altro.

Vivete per voi.

Vivete per noi.

Vivete per me.

<VIVETE! VIVETE AL PIÙ LUNGO POSSIBILE!>

Anche lui voleva vivere infondo.

Anche lui voleva uscire da quel posto assieme a loro e vivere una vita nuova, con una nuova personalità e una nuova storia.

Anche lui voleva vivere nella gioia e nella felicità, in una pace e una tranquillità nuova, così lontana dai suoi ricordi.

Anche lui voleva vivere, ma non riusciva più a trovarci un senso.

Anche lui voleva- il cuore smise di battere all'improvviso, neanche si accorse che era staro trapassato dal braccio rovinato della regina e tutta la camicia cambiò colore, non era però il vino la causa di quella macchia che si allargava sempre di più sul suo petto.

Non poteva credere che fosse effettivamente morto e non avesse provato alcun tipo di dolore, solo un forte bruciore che partiva dal centro e avvolgeva tutto il suo corpo. Stava per caso perdendo anche fuoco senza rendersene conto? Non si stupirebbe per quanto era concentrato nel suo obiettivo. Pure da morente, con ma vista sempre più offuscata e con le gote che perdevano il loro colorito, rimase attaccato a Junko, portandola verso il basso a peso morto. Non l'avrebbe lasciata nemmeno un secondo.

Stava morendo. Non riusciva neanche a pensare i vari sintomi della sua morte, la mente - o meglio dire l'anima - era sempre più lontana dal corpo, dalla realtà e da tutto ciò che stava accadendo. Stava veramente morendo.

Non credeva che sarebbe mai successo.

Sicuramente non credeva di essere immortale, ma pensava di non arrivarci mai. Contraddittorio lo so.

Infondo anche l'eroe moriva nelle storie, semplicemente non sempre veniva narrata.

La luce lo avvolse completamente, fu l'unica cosa che vide con i suoi occhi semi aperti, e il calore che accarezzava la sua pelle non era violenta come quella delle fiamme.

Gli parve di vedere tra il bianco lucente il volto di un ragazzo rosso molto familiare.

<Kichirō>

Gli parve anche di aver detto il suo nome ad alta voce. Non ne poteva essere certo. Era morto e purtroppo i morti non parlano.

<ti stavo aspettando Shou, forza vieni...potrai finalmente riposare...hai fatto un ottimo lavoro>

Le sue braccia stavano tenendo il vuoto, sul suo petto non c'era più un buco, e la stanchezza scese lungo le spalle fino a terra. Si sentiva più leggero, ed era meraviglioso. Niente più dolore, niente più pesi, niente più morte e tristezza. Era quella la pace che desiderava?

<arrivo Kichi>

L'incubo era finito?

Lo sperava, non poteva più tornare indietro.

Shou era già andato via quando una parte del soffitto cadette schiacciando entrambi e intrappolandoli nel fuoco. Lo videro i sopravvisuti arrivati alla porta d'uscita, prima che potessero fare un'altra follia vennero spinti dai ex cani della regina verso l'esterno.

L'aria gelida della notte diede il benvenuto a ciascuno di loro nel mondo reale, entrando nei loro polmoni bruciandoli completamente come l'intera villa dietro di loro. La corvina raschiò i ginocchi a terra - in modo poco elegante - con il fiatone e ogni parte del corpo che stava per crollare. Era stanchissima ma si girò lo stesso per buttarsi indietro nell'incendio, riprendendo ad urlare il nome del Birdwatcher. La gola era distrutta, ignorava ogni sua richiesta di fermarsi e di darle tregua. Venne fermata da Jun'ichi, senza neanche troppa forza - era distrutta non sarebbe riuscita a fare neanche un passo - e cercava di calmarla. Inutilmente. Si unì al suo richiamo anche Elviira a pieni polmoni - appena riempiti di aria pulita e fresca - in ginocchio a terra mentre Kaoru rimase seduto senza fiato, le gambe completamente doloranti, e il cuore che stava per esplodere.

Non ci credevano.

Non ci credevano di toccare nuovamente il prato e di vedere il cielo stellato sopra di loro, facendoli sentire minuscoli e insignificanti ma dinuovo parte dell'intero universo, non più rinchiusi in quella gabbia. Il freddo gli ricordava che erano vivi, stavano bene, ed era solo grazie a Shou che era riuscito a fermare Junko. Morendo. L'avrebbero ringraziato se sarebbe stato possibile, se non fosse morto. Mancava veramente poco e avrebbe visto anche lui la luna meravigliosa che dava la buonanotte alla Terra. Ma era morto, per loro e non potevano in alcun modo ringraziarlo. Non avrebbe apprezzato le loro lacrime, sorridere però era impossibile e non riuscivano a trattenersi.

Diedero sfogo a tutto, ad ogni dolore, sofferenza ed emozione piangendo. Le lacrime fecero uscire giorni e giorni di repressione di ogni cosa che era andata storta.

Era finalmente giunto il momento per poter stare male e smettere di tenere duro.

Ogni morte, litigio, problema e dramma, tradimento e inganno ritornava nella loro mente, aumentando il pianto fastidioso e rumoroso dei quattro fanciulli. Di venti persone ne rimasero solo quattro. Portandosi sulle spalle il grande peso degli errori dimenticati, di una vita rubata e di un esperienza tortuosa.

Jun si strinse al mafioso Jun'ichi - che si concede finalmente di piangere assieme all'altra, rompendo la maschera di ghiaccio - ed l'acrobata crollò su entrambi. Si unirono in un unico abbraccio, cercando anche un riparo dal gelo notturno che non era la principale causa del loro tremolio, mentre Kaoru li osservava <è finito...è tutto finito...siamo fuori...siamo fuori> disse singhiozzando, con un sorriso pieno di amarezza. Non erano riusciti ad uscire tutti assieme come su erano promessi...ma erano vivi...era una vittoria lo stesso giusto? Era però giusto che fossero proprio loro a sopravvivere? Goro si sarebbe infuriato sentendo l'ultima domanda.

Potevano finalmente sfogarsi.
Potevano finalmente piangere anche loro.
Potevano finalmente smettere di mentire.
Potevano finalmente essere liberi.
I tre cani della regina si allontanarono subito dalla villa prima che potesse caderli qualcosa adosso, imbattendosi all'aria gelida e soffrendone più di tutti per i loro abiti estremamente leggeri.

Le loro orecchie non vennero più torturate dai versi demoniaci della loro vecchia padrona, fecero un sospiro di sollievo e le lacrime cominciarono a scendere silenziose. Il collare intorno al loro collo c'era sono fisicamente. Le fiamme distrussero le catene che li legavano a lei, avevano usato ogni loro forza per uscire da quella gabbia, risalendo dagli abissi e riuscendo finalmente a fare quel maledetto salto verso il cambiamento.

Akinori ripreso il fiato li strinse a sè non riuscendo a contenere la gioia di vederli vivi e in salute, temendo il peggio ogni secondo passato nel corridoio. Si morse il labbro tremante trattenendo i singhiozzi pesanti, non volendo coprire i loro pianti. Li avvolse con grande affetto, lasciandoli sfogare tra le sue braccia e tenendoli al sicuro, come aveva sempre fatto e avrebbe continuato a fare. Era tutto finito anche per loro no? La storia era finita ma anni di torture avevano lasciato il segno e cicatrici sui loro corpi e sulle loro anime, i ricordi e le paure sarebbero rimaste. Le ceneri delle catene sporcavano la loro pelle e solo il tempo sarebbe riuscito a spazzarli via completamente. Erano vivi, ma non del tutto liberi.

Sally rimase da sola, con il cuore che batteva a mille contro il peluche stretto tra le sue braccia.

Una parte del suo cuore stava bruciando assieme alla casa, alla sua casa, dove conteneva i suoi oggetti personali e da qualche minuto - o erano passate ore? - anche il cadavere di suo padre. Non credeva di chiamare Kazuto così quando erano entrambi spacciati e l'odio provato nei suoi confronti era completamente sparito, oppresso dal dolore e dal grande affetto che provava verso di lui. Aveva sbagliato e lo aveba fatto unicamente per lei. Si era fatto trucidare per poterla salvare. Le avrebbe detto di non sentirsi in colpa, non era responsabilità sua dell'intera situazione, ma era troppo forte di lei non stare male e non sentirsi in qualche modo colpevole. Si sarebbe sentita meglio se solo ci fosse stato Kazuto ad abbracciarla senza che questo fosse un addio e pieno di sofferenza.

Le stava già mancando.

Sperava come una scema che uscisse senza alcuna ferita e sarebbe rimasto con lei per sempre.

Ma non fu così.

Quanto tempo passò non lo sapevano, e il loro pianto non durò all'eterno. Il fiato tornò e si sentivano meno stanchi, smettendo più tremare e lasciandosi incantare dalle fiamme che distruggevano la villa. Si erano sfogati quasi completamente e dovevano mettersi in gioco ancora, non era ancora del tutto finita la storia se dobbiamo essere onesti. In lontananza sentirono il rumore di elicotteri e intorno a loro il prato nascondeva i cadaveri di soldati della Future Foundation - uccisi per via dei sistemi di sicurezza ora disattivati e in fiamme. Elviira si alzò in piedi, si mise a controllare nei loro corpi se avessero qualcosa e trovarono una radiolina funzionante.

<pronto?> chiese la fanciulla con calma, non ricevendo nessuna risposta immediata <PRONTO!?> provò più forte e funzionò subito <pronto? chi è che parla? Harumi sei tu? Non...non dovresti essere morto?>
Elviira non riuscì a stare calma, l'agitazione esplose appena sentì la voce di qualcuna dalla radiolina <no non sono Haruki- Haruli- come si chiama! Senti poco importa chi siamo- vi abbiamo già mandato una richiesta d'aiuto ma ci stavate mettendo troppo ed- ed è successo un casino lunghissimo- siamo distrutti- e siamo fuori da una villa in fiamme! La stessa villa in cui eravamo rinchiusi! Ora sapete dove siamo grazie al signore Haru...Haru! Fate qualcosa vi prego!>
<stia calma signorina, diteci quanti siete e arriveremo al più presto da voi, poi ci spiegerete tutto con calma va bene?> per quanto il tono potesse sembrare dolce non riusciva proprio a mantere la calma come le diceva.

<siamo in quattro...più una bambina e...> si girò a guardare i tre ex maggiordomi e spalancò gli occhi, illuminata, trovando forse un modo per attirare la loro attenzione <abbiamo preso i cani della regina! Poi Junko è morta! JUNKO ENOSHIMA È MORTA! Come tutti i nostri amoci sono morti- Kazuto è morto-> non sentiva alcuna risposta <VENITECI A PRENDERE E BASTA! ABBIAMO ATTESO FIN TROPPO!>

Dopo le grida finali - la donna non rispondeva più - sentirono gli elicotteri farsi sempre più vicini in giro di pochi secondi.

Mica sarebbero finiti dentro un'altra gabbia. Fu il primo pensiero che apparve nelle teste di tutte e tre i terroristi, staccandosi dall'abbraccio e iniziarono ad indietreggiare, allontanandosi dal gruppetto prima che la Future Foundation li raggiungesse. Jun scattò in piedi raggiinnendoli e prendendo Hiroko per il telo leggero bianco sporco <scappate? Siete così codardi da scappare e non prendervi pure voi le vostre responsabilità? Nessun'altro morirà per colpa vostra! Verrete anche voi puniti! Sconterete anche voi le vostre pene! Shou sarà l'ultima vittima di questo mondo malato!> gli elicotteri si erano fatti vicini, scendevano verso il basso e coprirono la voce di Jun <è tutto finito...il governo di Junko è finito> aprirono le porte ancora prima di atterrare, per far uscire i fucili dei soldati che puntarono contro i tre criminali. Strinse forte il telo tra le sue dita, osservandoli dritto nei occhi con serietà <VAFFANCULO! ABBIAMO VINTO NOI!>

Lentamente alzarono le mani in alto, solo al secondo richiamo dei soldati che li stavano circondano.

Furono i primi ad essere presi e portati dentro ai loro mezzi, in manette e con poca delicatezza, rispetto a loro cinque - inclusa Sally - che entrarono avvolti da coperte. Fu strano vedere la villa diventare sempre più piccola mentre loro andavano sempre più in alto.

Non ci potevano ancora credere.

Macabre Dance è finito.

È la fine di un era.
È la fine di una storia che è cresciuta assieme a me.
È la fine di Macabre Dance e spero che non sia assolutamente scesa con questo finale. Spero con tutto il mio cuore che vi sia piaciuto l'atto conclusivo e l'intera storia.

Mi concedo un po' di spazio per ringraziarvi per il supporto e la partecipazione alla mia primissima storia ad oc, progetto importante e grande, e di esservi innamorati di questo mondo che ho creato per voi e i vostri personaggi.
Grazie mille per l'attesa e la pazienza, grazie mille per l'amore che avete dato ad ogni capitolo che ho scritto e grazie mille per non aver abbandonato questo progetto ma di essere rimasti fino alla fine.

Non vedo l'ora di vedere i vostri commenti e le vostre reazioni che mi hanno sempre dato tantissima energia e forza di portare avanti questa storia.

Mi fa veramente strano pensare che sono giunto alla fine e che il prossimo capitolo sarà definitivamente l'ultimo. Non ci posso credere che sia così e spero che questa storia non sarà dimenticata ma rimarrà nei vostri cuori come lo è nel mio.

Grazie di tutto! Ci vediamo all'epilogo di Macabre Dance!

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