𝓐𝓻𝓬 𝟔 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝟒 - La Triste Verità
Il colpevole è uno di noi.
Dinuovo. Dinuovo. Dinuovo.
Questo gioco avrà mai una fine?
Un'anima vuota. Un'anima stanca. Un'anima distrutta. Non c'era neanche tempo per disperarsi nell'animo di Shou, appoggiato con i gomiti al podio davanti a sè. Si ritrovava a fare i soliti discorsi ogni volta, si stava stufando da solo e non sopportava più di stare in quella stanza immerso nel suoi pensieri.
Come dovrebbe ritrovare la speranza? Come dovrebbe andare avanti? Come dovrebbe rialzarsi se aveva le gambe distrutte e a pezzi? Non sentiva neanche più così tanto forte la voglia di sopravvivere e uscire fuori da quel posto di merda. Era questa la disperazione?
Credeva che non sarebbe mai caduto nella trappola di questo gioco malato, di rimanere sano e integro fino alla fine.
Si sbagliava.
Discorsi futili. Discorsi insensati. Discorsi troppo complicati. Discorsi fatti con se stesso, con il riflesso nello schermo spento, aspettandosi una risposta che non arriverà mai. Neanche lui si faceva sentire. Neanche la stessa persona di quei filmati e che diceva di appartenere a questo corpo. La persona che lo aveva fatto impazzire, come se non bastasse il killing game. Discorsi futili. Discorsi insensati. Discorsi troppo complicati.
Tempo.
Gli serviva tempo.
Non chiedeva altro se non tempo.
Altro tempo.
Tempo per fermarsi, prendere un bel respiro e poter realizzare, metabolizzare, o altri sinonimi, tutto quello che aveva appena visto. Ma nessuno gli dava tempo. Avevano tutti fretta, andavano avanti velocemente per saltare tutta questa parte di storia e giungere alla fine. Arrivare finalmente all'epilogo. Nessuno voleva vivere un'altro trial, il lutto e il grande senso di sfiducia verso i propri amici. Volevano sapere cosa c'era dopo, quali altri disgrazie li stavano attendendo o se avranno del tempo per una pausa.
Non ne poteva più.
Era stufo.
Era stanco.
Era disperato.
<Shou?>
Perché non poteva morire subito e smettere di soffrire?-
<Shou ti sei bloccato dinuovo?>
Una voce riuscì a passare tra i suoi pensieri, facendosi sempre più forte rispetto ad essi. Non bastò per svegliarlo subito, non volendo uscire e ritornare in quella loro realtà crudele <Shou?> la voce femminile era senza volto, i suoi occhi non mettevano a fuoco e teneva la testa china, bloccata a guardare il pavimento <WAKE UP YOU IDIOT!> delle mani afferrarono le sue guance e gli alzarono il viso, costringendolo a mettere a fuoco l'ammasso di forme e colori che aveva davanti <HEY?? SHOU MA CHE CAZZO- VUOI RISPONDERE?!> la voce ottenne un volto, quello di Jun con gli occhi lucidi e le guance rosse dall'irritazione. Era ad un palmo dalla sua faccia e ciò non la fermava nel parlargli ad alta voce, rischiando di assordirlo <svegliati! Abbiamo un trial da fare!>
Le sembrava che non bastasse urlargli in faccia per farlo riprendere e per sua fortuna decise di scuoterlo dalle spalle invece di prenderlo a pugni <Jun...non riesco...basta-> rispose finalmente alla fanciulla che fu per nulla soddisfatta da essa, scuotendolo ancora più forte.
<non iniziare a fare il depresso! Puoi farcela dumbass!> la corvina si aspettava una reazione esplosiva, solita da Shou, con urla, pianti, rabbia e avrebbe preferito facesse il drammatico invece di sentirlo così silenzioso. Sapeva che era sconvolto, non solo per il morto, ma anche per quei video assurdi. Non dovevano mollare. Non adesso. Chissene frega di chi cazzo siano lei vuole vivere e uscire da qui con tutti loro! Potevano essere terroristi, dei mostri, o dei poveri ragazzini talentuosi, poco importava! Lei vuole vivere e uscire con tutti loro <ti prego Shou non mollare> era la prima volta che il suo tono si addolciva con sincerità, rivolgendosi così a qualcuno che non era Jun'ichi, ed era la prima volta che pensava in un modo così altruista. Voleva salvare in primis se stessa, ma allo stesso tempo voleva salvare anche gli altri. Le faceva strano. Si sentiva strana. Non capiva se era una cosa negativa o positiva. Poco importa, il risultato non cambiava, non avrebbe permesso a nessuno di mollare <un'ultimo sforzo!>
Cercava di darsi un motivo convincente per finire questo trial che andava oltre al semplice "voler vivere", perché esso non c'era più. Non riusciva a trovarlo, neanche se scavava infondo nel suo cuore. Un ultimo sforzo per salvare tutti? Sapeva però che quelle parole erano bugie, non era in grado di farlo, qualcuno sarebbe sempre morto e non sarebbe mai stato di effettivo aiuto. Che cosa voleva fare da solo? Non era in grado di fare nulla da solo. Senza Mamoru, Kichirō e Yumeri non era nulla. Era solo una nullità. Era solo un perdente. Era solo. Lui, unicamente lui, contro la sua vita di merda.
"La vita non è per nulla facile ma non sei mai da solo...vivo o morto che sia, avrai sempre qualcuno al tuo fianco."
Le parole di Yumeri echeggiavano nel suo cranio, superando le urla e la voce di Jun. Provava a crederci dinuovo, tentava di aggrapparsi e non cadere ancora più affondo, e cercava di darsi speranza con esse. Era così difficile trovare conforto nei occhi vuoti di una foto, soprattutto se c'è una grande croce a coprire metà del suo volto.
<Shou!> Jun continuava a chiamarlo.
Un ultimo sforzo per Yumeri. Risolviamo questo caso. Dopo si vedrà.
<ci sono...possiamo iniziare>
Il via non lo diede neanche Sally, silenziosa sul suo trono, non degnava neanche di uno sguardo ai suoi maggiordomi sempre ai suoi lati, e al centro di loro si trovava Hiroko, la nuova arrivata. Shou notò che i due fanciulli avevano gli occhi leggermente rossi, non capendo se fossero per il pianto o per qualche droga che si erano fumati di nascosto. Poco importava, non serviva neanche un introduzione o una partenza fatta da loro, sapevano troppo bene come funzionava un trial.
Il mafioso partì in quarta, pronto ad arrivare dritto al punto della questione e dare l'inizio a una discussione su chi fosse il colpevole. Un modo così esplosivo che confuse tutti i presenti e le sue parole uscirono ed entrarono dalle orecchie del Birdwatcher. Come se fosse il primo giorno di scuola e il professore di una nuova materia inizi a fare subito lezione senza alcuna introduzione all'argomento. Ci pensò Kaoru a fermarlo, alzando addirittura le mani al petto e facendogli segno di placarsi <hey hey hey! Rallenta un po'!>
<scusate- stavo dicendo->
<no! Fermo proprio Jun'ichi! Zitto! Muto!> non era stato molto gentile ilx schermidore, ma efficace, l'altro si ammutolì lasciando la parola al resto del gruppo.
<non è meglio fare a piccoli passi e non correre a conclusioni affrettate? Siamo ancora tutti mezzi fatti o sconvolti e solo tre di noi hanno fatto delle effettive investigazioni> disse Kaoru, voce del popolo per il momento, con il supporto e l'approvazione di Elviira - che poco fa l'avrebbe menato per aver riso come un matto. Annuì alle sue parole, ma non aggiunse altro, ancora visibilmente scossa per la morte della biologa marina <quindi diteci cosa avete trovato e poi ci ragioniamo su> disse sempre ilx fanciullx e si ritrovò a dover prendere al volo il monokuma file lanciato da Jun'ichi. Ottima lancio! Tra poco non gli finiva dritto in faccia.
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Vittima: Nori Numajiri
Ora del decesso: 12.00 a.m (mezzanotte)
Causa di morte: colpo di pistola al cuore
Altro: faccia rovinata/sciolta dell'acido
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Vittima: Yumeri Shiraishi
Ora del decesso: 12 a.m (mezzanotte)
Causa di morte: colpo di pistola in testa
Altro: faccia rovinata/sciolta dell'acido
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<incredibile non hanno nascosto nulla!> commentò Shou, beccandosi un occhiataccia da Akio e un suo sbuffo infastidito. Mettendo da parte questa frecciatina, le informazioni non finivano qui. A prendere il filo del discorso fu la scammer ritornata nel suo podio <vicino alla vasca c'era un contenitore di acido vuoto, non molto grande infatti non era bastato per sciogliere i corpi> di quelli che erano rimasti, solo Elviira aveva il dono della delicatezza e della misura nelle parole. Per quanto Jun stesse diventando meno egoista, non aveva cambiato troppo il suo modo di esprimersi e provocarsi sguardi offessi <non mi scuserò per la crudezza purtroppo è così!>
<affianco ad essa c'era un mazzo di chiavi> continuò Jun'ichi, prendendo dalle mani dell'amica il filo del discorso prima che potessero perderlo <l'arma del delitto deve essere per forza una pistola, non abbiamo da discuterne, e mi è sembrato di vederne una nella vasca>
<in che senso sembra?> chiese Elviira, sporgendosi in avanti verso l'assassino della sua amata molto confusa <non potevi controllare o qualcosa del genere per esserne certi?>
<e come?>
<prendendola?> gli rispose come se fosse una cosa ovvia quanto 2+2 fa 4.
<...onestamente? No.>
Spalancò gli occhi e le braccia che prima la sorregevano, ora si erano spalancate ai lati con fare sorpreso <come no!?>
<non è molto intelligente mettere le mani in una vasca sporca di sangue e dove c'è stato buttato dell'acido, anche se in piccole quantità> disse il corvino con grande naturalezza, come se fosse normale ritrovarsi davanti una vasca con dentro dell'acido e dei cadaveri <basta vedere il volto delle povere Yumeri e Nori...l'unica cosa positiva è che erano già morte>
Shou rilesse un attimo il file velocemente, soffermandosi poi sulla causa della morte finché non si ricordò di un particolare evento di quella notte. Si girò verso l'altra corvina cercando nel suo sguardo un intesa, la sua stessa illuminazione. Ella però non ricambiò lo sguardo, tenendo i suoi occhi fissi nei suoi appunti. Fa nulla, ci pensò lui a intervenire nella discussione <io per le droghe ero molto confuso ma Jun aveva sentito due colpi di pistola più o meno nello stesso orario dell'omicidio e quindi potrebbe->
<aspetta...dove eravate tu e Jun?> chiese Jun'ichi, interrompendolo senza pietà con un modo accusatorio non voluto. Non li considerava colpevoli - per adesso - solo non gli era piaciuto che non avessero detto il luogo in cui era successo, quasi nascondendo un informazione importante.
<sei scappato via di colpo e Jun ti aveva seguito, lasciando me e Kaoru da soli. Ed ora che ci siamo riuniti ci dite che avete sentito degli spari legati all'omicidio? Di cui non sappiamo dove sia avvenuto di preciso> aggiunse ad alta voce <Nori e Yumeri sono state ritrovate nelle stanze di Akinori, ma potrebbero essere morte da tutt'altra parte>
Ecco che i due sguardi dei due corvini, Jun e Shou, si incrociarono e furono nuovamente in contrasto. Lo diciamo oppure stiamo zitti? Questo era l'argomento della loro piccola discussione, fatta nel silenzio e gesticolando con le mani. Shou voleva essere onesto, sincero, dire la verità e spiegare perché erano nella stanza del mastermind. Mentre Jun non voleva, era meglio non dire nulla o avrebbero causato un casino. Anche perché era lei tra i due che aveva sentito tutto e il mastermind era tra di loro e se dopo il trial c'era ancora sarebbero morti. Era così dura andare d'accordo per più volte in una giornata.
Jun'ichi si portò le mani in faccia, non nascondendo la sua frustazione e sentimenti sempre più umani <quindi? Dove eravate? Parlate e basta!>
Il Birdwatcher parlò sopra a Jun, pronta a fare come diceva lei quando lo era egli <nella stanza del mastermind>
Come poteva immaginarsi, tutti erano rimasti sconvolti da tale notizia, non solo lo stesso mastermind ma anche gli altri partecipanti.
Qualcuno era riuscito ad entrare dentro la misteriosa stanza del mastermind! Effettivamente chi non si sorprenderebbe?
Pure Sally si sorprese, alzandosi in piedi e distruggendo il suo voto di silenzio con un rumoso <EH?> e spalancò gli occhi. Per quanto potesse essere arrabiata con il suo tutore, la preoccupazione che potesse essere scoperto rimaneva e andava incontrasto con i suoi sentimenti.
<cosa!? Com'è possibile!? Non- non era chiusa e un luogo proibito!?> commentò Kazuto
<beh si...come tutti i luoghi in cui siamo andati in questi ultimi giorni!> rispose Jun
<come avete fatto ad entrarci allora?>
La corvina fece spallucce <io ho solo seguito Shou e abbiamo trovato la porta già aperta!>
Nel nuovo silenzio nata da quest'altra notizia, fu sempre lo stratega a parlare in nome di tutti <...cosa?>
<ero già pronto a romperla e buttarla giù a calci per investigare per conto mio, ma era aperta> disse Shou confermando le parole della compagna di avventure poco piacevoli <prima degli spari abbiamo sentito entrambi delle esplosioni venire dall'esterno della villa, dalla finestra rotta, e il forte rumore di essi mi ha impedito di sentire i colpi di pistola ma non a Jun!>
<un momento-> stavano prendendo gusto a interromperlo, soprattutto il mafioso dai capelli corvini <voi siete entrati nella stanza del mastermind, dove c'era una finestra con cui potevano scappare via e non ci avete detto nulla o chiamato?>
<my dear rich friend and sugar daddy, vi ricordo che tra tutti solo io ed Elviira eravamo lucide...COME CAZZO DOVEVAMO SCAPPARE CON VOI TUTTI FATTI IN CULO?! TU E NORI PARLAVATE DI BUDINI!> le urla dell'amichetta gli fecero abbassare la testa dall'imbarazzo, rendendosi conto della stupidaggine appena detta <ve lo avrei detto domani se non ci fosse stato un fottuto omicidio!>
<comunque parlando dei colpi, essi venivano da->
<io lo so già> inutile. Pure Elviira lo aveva interrotto e Shou era pronto a esplodere al prossimo che avrebbe fatto lo stesso. Almeno il fastidio venne sostituto dalla confusione da tale affermazione provenire dall'acrobata. Le fecero segno di andare oltre, senza dirlo esplicitamente a parole, riuscendosi a farsi capire dopo un paio di minuti a osservarla con le sopracciglia alzate.
<beh ecco...diciamo che potrei aver sparato ad Akio> disse Elviira e "diciamo" che potrebbe non aver migliorato lo stato di confusione del gruppo. Si girarono a guardare pure Akio che li salutò con una mano.
<CIOÈ- uhh- detta così è brutta> mormorò la giovane, mettendosi le mani tra i capelli.
<all'ultimo ha spostato la mira colpendo un muro> la scacchista intervenne nella conversazione <per vostra sfortuna sono ancora qui>
Kaoru alzò il braccio, muovendolo per attirare l'attenzione di tutti <stessa cosa vale anche per me>
<come scusa? Cosa intendi con "anche per me"? Hai sparato a qualcuno o ti hanno sparato!?> gli chiese Jun
<ho sparato ad Akinori...due volte> abbassò il braccio per indicare il biondino che li salutò con la mano robotica bucata dal proiettile.
<confermo> disse Jun'ichi ottenendo un occhiataccia da parte della scammer <e non c'entro nulla>
La situazione stava degenerando. Ed erano solo all'inizio.
<CHE CAZZO È SUCCESSO!?> intervenne Hiroko, prendendo i due amici dal colletto e abbassandoli alla sua altezza. Rimasero in silenzio a ripensare sulle parole dette e urlate in quel momento, andando più affondo nelle ferite già belle che aperte, non rispondendo alla biondina. Ella spostò l'attenzione sui partecipanti incazzata - avevano dinuovo ferito i suoi migliori amici - aspettando delle risposte chiare.
<è complicato...> Elviira non voleva tirare fuori i discorsi privati che avevano avuto con l'italiana e metterla in imbarazzo davanti a tutti. Non se lo meritava nemmeno quella gentilezza e rispetto che le stava dando, ma la pena di quel volto distrutto fu più forte e trovò appoggio della ragione. I suoi problemi non erano importanti per il trial. Era già soddisfatta, non serviva rivederla dinuovo in lacrime <ero uscita dalla camera tempo prima degli spari per rincorrere Kazuto che era scappato. Come Jun e Shou, forse era successo proprio prima di loro, però io mi sono persa nei passaggi segreti! Ho trovato invece che Kaz fuggitivo...Akio! Abbiamo avuto una discussione molto...accesa- così tanta che ho premuto il grilletto- ma non volevo ucciderla! Forse->
<io invece volevo ucciderlo. Ma ho fallito sia la prima volta che la seconda> lo sguardo incazzato della biondina più grande e più bassa di loro non gli fece chissà che effetto. Non voleva dare altre spiegazioni o dire il perché erano finifi così, quasi a un'altro omicidio e dinuovo a litigare tra di loro in modo mortale. Era troppo privato e non voleva ammettere che non riusciva a uccidere quell'uomo. Per quanto lo desiderasse e ci provasse, non riusciva mai a concludere e fare un buon lavoro. Non capiva se era per pietà o bontà. Non capiva cosa lo bloccava se lo detestava tanto. Non capiva nemmeno perché non riusciva a uccidersi se si odiava così tanto...forse era per lo stesso motivo.
A dire di più a riguardo fu Jun'ichi, suo testimone <tutto dopo che eravate andati via, Kaoru si era ferito ed era corso via vedendo Akinori entrare nella stanza. Ci siamo spostati nei passaggi segreti e poi c'è stato un loro litigio>
<mi dispiace deludervi ma i colpi di pistola venivano dal piano di sotto e dubito che dei rumori nei passaggi segreti li avremmo sentiti. Quindi c'era qualcun'altro che aveva sparato in quel momento> ci penso Jun a lanciare la sua bomba senza interruzioni al posto del povero Shou. Aveva accettato la decisione di dire tutto senza nascondere nulla, non sarebbe servito a nulla, ormai era stata detta la verità. Il corvino era pronto ad aggiungere altro ma si prese un attimo per ragionarci sopra, facendo parlare gli altri, sperando che poi non l'avrebbero interrotto.
Chi potrebbe essere stato?
Voleva andare dritto al punto. Non c'era altro di cui sapere no?
Gli unici ad avere una pistola oltre ai maggiordomi erano solo due di loro.
Kazuto e lui stesso. Non sarebbe la prima volta che la sua pistola venga rubata per uccidere qualcuno...
Kichirō. Il mio Kichirō. Cosa ti hanno fatto in quel video? Perché c'erano due te? Uno dei due era quel brutto mostro che ti ha portato via da me?
Questa volta era diverso...
Kichirō, quanto mi manchi. Così tanto. Così tanto. Così tanto che mi hai lasciato un vuoto dentro il petto e ogni giorno diventa sempre più grande.
Questa volta però...
Kichirō ritorna da me, mi dispiace così tanto. Così tanto. Così tanto che sto impazzendo e perdendo la testa. Ti dovevo proteggere. Vi dovevo proteggere.
Questa volta la sua pistola era-
<scusate se cambio argomento...ma cosa ci facevano Nori e Yumeri nelle stanze dei Aki?> la domanda dello stratega bloccò ogni suo ragionamento, fu una secchiata d'acqua congelata che lo riportò alla realtà di colpo e rimase immobile ad osservare gli altri - si sarà perso qualcosa? Sicuramente. Si rassicurò vedendo come nessun'altro riuscisse a rispondere.
Poteva approfittarne e ritornare nei suoi ragionamenti, mescolati alla sua disperazione, però non poteva ignorare l'onesto dubbio di Kazuto. Cosa ci facevano loro due in quella stanza? Cosa ci facevano fuori dalla loro camera? Cosa era successo? Come avevano fatto ad entrare? Non ne aveva idea.
Se si concentrata su questa nuova questione non trovava nient'altro se non un forte mal di testa. Non era abituato al "post droghe", anzi era la sua prima volta ed era finita molto male. Si massaggiò la fronte e lentamente gli venne in mente un ricordo <ecco...prima di scendere verso gli spari, abbiamo fatto un salto nella stanza delle telecamere> portò le mani in avanti, bloccando tutti nel fare domande e commenti a riguardo <colpa mia! Colpa mia! Lasciatemi finire di spiegare e poi potete interrogarmi!> disse prima di continuare con il suo discorso <alle telecamere avevamo visto che la porta del dormitorio dei Aki era aperta se non ricordo male. Dal vivo abbiamo ottenuto la conferma, questo mi è certo, e oltre a ciò c'erano degli schizzi di sangue per terra.>
Jun annuì confermando tutte le parole del corvino, alzando anche il police in sù di approvazione, prima di aggiungere un suo dubbio alla classe <la porta della camera dove poi avremmo trovato i cadaveri era...tipo...uhh... stranamente bloccata? Qualcosa del genere?>
Elviira mise le mani ai fianchi <cosa intendi dire?>
<che non era chiusa a chiave, ma proprio bloccata! Ecco! La porta misteriosa affianco, quella che non abbiamo mai aperto, era sempre chiusa ma siamo riusciti a sfondarla! Con tanto dolore e tante spallate però si era aperta! Mentre questa no...come se fosse stata bloccata da qualcosa dall'interno> rispose, cercando di essere chiara. Le sembrava che la stanza segreta in cui avevano trovato quei filmati sospetti fosse più importante, quindi essa doveva essere più difficile da aprire e non le loro camere da letto!
La corvina puntò subito il suo sguardo su Jun'ichi, cercando dal fanciullo qualche tipo di conforto e sicurezza, e lo vide illuminarsi di colpo, preso da un intuizione improvvisa e geniale. La disse a bassa voce, dovettero chiedergli di ripetere più forte <più che da qualcosa...da qualcuno>
<non mi è sembrato che dei mobili siano stati spostati nella stanza, ma è tutto un bordello quindi non ne sarei così tanto sicuro. A meno che qualcuno non voglia dirci se c'erano stati dei cambiamenti> disse sempre il mafioso, dando un occhiata al proprietario della camera - Akinori - che fece spallucce. Benissimo. Pensava che dopo la scenata nei passaggi segreti fossero diventati amici e avere dei aiuti...e invece si sbagliava <in ogni caso, per bloccare la porta con qualcosa ci doveva essere qualcuno dentro la stanza che ha mosso qualcosa oppure aver usato il suo stesso corpo>
Cala il silenzio. Non ci voleva un genio per capire che si stessero incasinando da soli. Ma ci voleva qualcuno come Elviira per far capire che avessero bisogno di una piccola pausa e fermare i loro poveri cervelli <ragazzi scusate...possiamo un attimo fare dei passi indietro e riassumere tutto? Lentamente. Perfavore.>
<mi sta esplodendo la testa> disse Kaoru portandosi una mano tra la frangia arcobaleno sbiadita.
<credo sia per la droga> commentò onestamente Jun'ichi.
<TOP! PERFETTO! Partiamo dall'inizio, dopo cena! Così è tutto chiaro e non tralasciamo nulla!> a prendere il ruolo del recap tattico fu la nostra truffatrice di fiducia Jun, se potesse si sarebbe messa in piedi su un tavolo ma non c'era. L'unica opzione fu salire sulle spalle di Jun'ichi, egli non aveva molta scelta, o ubbidiva o doveva subire Jun incazzata come una bambina.
<io ed Elviira siamo state le uniche a non subire gli effetti di quella che pare essere per via di droga messa nella torta che tutti voi altri avete invece mangiato. Ciò piega il vostro strano comportamento di questa sera...> l'unico a non sapere questa informazione era Kazuto, e rimase sorpreso - anche se era ovvia come cosa - non si aspettava di venire ingannato in questo modo <e voi tre c'entrate qualcosa?> chiese quest'ultimo, girandosi verso i maggiordomi che rimasero in silenzio <chi tace acconsente>
<come immaginavo> borbottò la giovane acrobata chi altro mai potrebbe essere stato? Il mastermind fantasma? Ovvio che no! <ritornando al nostro riassunto... per la notte ci siamo divisi in due gruppi. Io, Kazuto, Nori e Yumeri saremmo stati nella stanza di Kazuto mentre Jun, Jun'ichi, Kaoru e Shou nella mia stanza> disse sempre ella <fin qua ci sono anch'io! Ma è dopo che è successo un casino...alla fine a quanto sembra nessuno è rimasto in camera>
<esatto cutie pie! Quando eravamo nelle telecamere io e Shou avevamo notato come non c'era nessuno nelle camere, ma di fretta non abbiamo visto precisamente dove eravate...quindi adesso lo scopriremo assieme!> confermò la corvina, lasciando subito la parola al suo compagno di avventure.
<a quanto sembra la prima ad uscire sei stata tu Elviira, assieme a Kazuto. Poi Shou e Jun, infine io e Kaoru...riguardo all'uscita di Nori e Yumeri, nessuno le ha viste e non sono qua per testimoniare...> disse il fanciullo, alzando il suo foglietto, l'unico a prendere ancora appunti nei trial e menomale che lo faceva. Si prese i suoi secondi per ragionare e continuamente il discorso <personalmente penso che siano uscite dopo Elviira e Kazuto e prima di Shou e Jun, per motivi che non sappiamo ma coinciderebbero con gli orari>
<quando Shou e Jun hanno raggiunto il luogo del delitto, la sala da pranzo, era troppo tardi giusto?> disse ilx schermidore, guardando il birdwatcher per avere conferme ed egli lx annuì, continuando il discorso al suo posto.
<abbiamo trovato solo sangue, la porta del dormitorio aperta, quella della stanza bloccata e un opportunità per esplorare una stanza segreta>
<come avete scoperto i corpi se la porta era bloccata?> chiese ilx fanciullx e sorprendentemente a risponderlx non fu il corvino ma una bionda molto bassa <grazie a me> ella si tappò subito dopo la bocca con una mano, inutilmente.
<esatto> la scammer sorrise, avevano dato ad entrambi una specie di prova della loro testimonianza <sono arrivate all'improvviso lei e Sally facendo casino, abbiamo deciso di aiutarle a sfondare la porta e alla fine ci siamo riusciti. Poi siamo entrati in bagno e il resto lo sapete>
<Nori e Yumeri in una vasca con il volto rovinato dall'acido...> non riusciva a tenere ferma la voce assieme alle sue mani, era troppo difficile per Kaoru tenere calmi i suoi bollenti spiriti appena si concentrava su di loro e si rendeva sempre più conto che Nori era morta <ma perchè farlo?> si chiedeva per tutto il tempo, da quando aveba visto quelle ciocche bionde nell'acqua sporca <perché ucciderle?> non riusciva a capire, come non riusciva a stare calmo <perché loro erano lì?> non riusciva a trovarci un ragionamento o una logica dietro alla morte della sua migliore amica <perché fare un'altro trial? Ci dovrà essere un motivo oppure la droga ha fottuto la testa di uno di noi e ha deciso di uccidere due persone innocenti?> non poteva essere solo questo. Non poteva essere stato per un'altro incidente. Nori non poteva essere morta per un errore di qualcun'altro. Sarebbe stato ancora più ingiusto.
Il cervello di Shou lentamente lo allontanava dal mondo esterno, la vista diventava sempre meno vivida e le voci dei suoi compagni si fecero sempre più ovattate. Se voleva dare una risposta a Kaoru, alle stesse domande che ognuno di loro si stava facendo, doveva scoprire chi fosse l'assassino e chiedere direttamente a lxi. Perché? Perché? Perché? Avrebbe fatto male in ogni caso, voleva sapere perché Yumeri era morta.
Il suo cuore si strinse. Faceva male. Perché Yumeri era stata uccisa? Chiuse gli occhi. Faceva male. Perché gli hanno portato via Yumeri? Cercò di concentrarsi. Faceva male. Ogni singola parte del suo corpo, dai muscoli, alle ossa, ogni apparato e ogni cellula, provava dolore. Devi rilassarti. Se voleva essere utile, doveva calmarsi. Pensa a un posto pacifico. Se voleva essere d'aiuto, doveva concentrarsi. Un giardino, un bosco o una montagna. Il dolce cinguettare degli uccelli. La natura. Se voleva fare qualcosa per gli altri e se stesso, doveva placare ogni impulso e sentimento.
Reddie si posò sulla sua spalla. Un passerotto vero, di carne, che teneva col becco una lettera ingiallita - come un piccione viaggiatore - e rimase al suo fianco, cantandogli dolci melodie.
Ripensò al suo ragionamento di prima tenuto in disparte - scritto con un inchiostro scuro nel foglio giallo. Gli unici ad avere una pistola oltre ai maggiordomi erano solo due di loro.
Kazuto e lui stesso. Non sarebbe la prima volta che la sua pistola venisse rubata per uccidere qualcuno...però questa volta la sua pistola era al sicuro. Le uniche stanze utilizzare erano quella di Elviira e di Kazuto, e di notte le stanze sono chiuse dall'esterno, non potendo così entrare nella sua! Anche se avrebbero scoperto dove avesse nascosta la pistola, di principio non sarebbero riusciti ad entrare. Finalmente era riuscito a finire il suo ragionamento senza ulteriori interruzioni.
<Non ti starai dimenticando di qualcosa Shou?>
Gli disse il suo stesso riflesso. Quasi si era abituato a parlare da solo. Un corvetto si posò sulla sua testa, beccando la sua povera fronte e gli gracchiava contro, causandogli un bel mal di testa.
<dai che forse ci arrivi!>
Come doveva concentrarsi e rilassarsi così? Era impossibile! Se continuava a battere il suo becco contro la sua fronte era certo che l'avrebbe spaccata, lasciandoci un foro. Non era assolutamente d'aiuto.
Gli era impossibile muoversi, buttarsi in acqua e raggiungere duel pezzo di merda di "se stesso"...o doveva considerarlo una parte completamente della sua persona? Non erano lo stesso Shou...e contemporaneamente sì, lo erano. Più ci pensava e più voleva prenderlo a pugni.
<sei sicuro che tra di voi solo te e Kazuto avevano una pistola?>
Effettivamente no. Anche il mastermind aveva una pistola e pure tante munizioni rispetto a loro.
...
Aspetta un momento.
...
Il corvo smise di colpirlo, spostandosi e mettendosi pure lui sulla sua spalla. Il mal di testa rimaneva, si massaggiò il fronte e per sua fortuna non usciva sangue. Difronte a sè apparve il luogo del ritrovamento, il bagno di Akinori. Faceva sempre senso vedere quei corpi mezzi sciolti e mezzi integri. Gli dispiaceva così tanto per entrambe.
Mancava la pistola nel suo cassetto, e poteva benissimo essere la stessa pistola nell'acqua usata per uccidere le due fanciulle. Le chiavi per terra potevano essere le sue, e grazie a quelle essere riuscito ad entrare in quelle stanze. La bottiglia vuota di acido era identica all'acido nella stanza delle telecamere - una delle stanze del mastermind.
Girò lo sguardo verso i due pennutti sulle sue spalle, cercando approvazione nei loro sguardi. Ma essi volarono via, cinguettando e gracchiando lasciandolo solo all'improvviso.
<è con questo cosa vorresti dire?>
Si chiese.
<dimmi Shou. Cosa significa tutto questo?>
Si chiese ancora.
<l'assassino è il mastermind!>
Rispose ad alta voce, facendosi sentire da tutti.
<ma cosa cazzo stai a dire?> fu l'onesta reazione di Kaoru a tale affermazione, al Birdwatcher sembrava essere passati un paio di minuti, ma in realtà fu qualche secondo dal quasi sclero del schermidore.
<NO! NO! NO NO NO NO!> Sally sbattè le sue piccole mani contro i braccioli del suo trono, facendosi male ad ogni colpo che dava. Si diede uno slancio per alzarsi in piedi e scese dal suo trono, il volto completamente rosso come il sangue che ribolliva nelle sue vene.
Per quanto odiasse quella persona e lo stesse insultando in questi giorni assieme a tutto ciò che gli gira intorno, l'affetto nei suoi confronti rimaneva ed era quell'effetto a bruciare <NON PUÒ ESSERE COSÌ!> era una stupida bambina, sarebbe rimasta una stupida bambina, pronta a difendere ilx suo tutore senza alcuna certezza e senza pensarci <NO NO E NO!> era disposta a mettersi su uno dei podii, spostando il segnaposto del morto, e mettersi a faccia a faccia contro persone più grandi di lei. Così fece e si sarebbe presa a schiaffi da sola.
<Sally calmati> l'acrobata vedendo la piccola così agitata si preoccupò, mettendo da parte l'omicidio e la voglia di giustizia di Nori. Come poteva arrabiarsi con una figlia che diffendeva il suo genitore? Lei avrebbe fatto lo stesso con Polar Star, finché non avesse ricevuto prove concrete e una sua confessione dal vivo. Si sarebbe rifiutata di crederci allo stesso modo di Sally <Shou stava solo teorizzando>
<no> il corvino non riusciva a semplificarsi la vita. Assolutamente no. Guardò dritto nei occhi lucidi di Sally, in piedi tremante di fronte a lui, e non aveva intenziond di ritirare le sue parole o metterle in dubbio <io sono certo di quello che ho detto. Il mastermind è l'assassino di Nori e Yumeri>
La piccola dai capelli rosa sbattè un piede a terra <NO! LXI- LXI NON- non avrebbe mai...mai-> la sua voce stridula si ruppè a metà frase, cercando di dirla con la stessa decisione del ragazzo più grande davanti a lei e la stessa decisione che le aveva fatto iniziare tutta questa scenata, ma essa sparì. Lxi non avrebbe mai ucciso delle persone innocenti. Era questo che voleva dire e come tanti flash gli apparvero i volti, le morti e le urla di tante persone di tanti killing game. Ne era veramente sicura? Lxi era il mastermind. Quellx dietro le quinte di Macabre Dance e alla morte di ciascun partecipante. Seduto nelle sale del governo, distruggendo un mondo già di suo crudele e degenerato. Lxi non era una brava persona, come non lo era nemmeno lei. Era un assassino da molto tempo. Aveva ucciso tante persone e tante vite.
Lo sapeva...allora perché la stava coinvolgendo così tanto? Aveva sentito le sue registrazioni e l'aveva sempre visto progettare ogni gioco mortale con grande cura...allora perché faceva così male?
Nessuno le disse nulla. Lasciandola sola nei suoi pensieri. Non serviva dire nient'altro, aveva fatto tutto da sola. Non servì nient'altro per capire che stupida era stata a fare così. Gli Aki non sapeva quanto considerarli innocenti dopo quei filmati, stessa cosa tutti i presenti, ma era certa che gli altri partecipanti lo erano e non si meritavano di morire in quel modo. Lxi aveva sempre ucciso degli innocenti.
Shou si girò a guardare gli Aki, lasciando la bambina tra i suoi pensieri <se il mastermind fosse effettivamente l'assassino, cosa succederebbe dopo la sua esecuzione?> forse aveva trovato una soluzione. Forse aveva trovato un modo. Forse la speranza non era morta. <saremo liberi?> forse tutto questa stava per finire. Forse- i tre maggiordomi trattenero delle risate, mordendosi il labbro o coprendosi con una mano. Ma non riuscivano proprio a smettere e scoppiarono, tenendosi la pancia e usando l'altro come appoggio - o forse stava dicendo solo delle cazzate.
<liberi? Vi prego! Credete davvero che possiate mai essere liberi?! SIETE COSÌ STUPIDAMENTE ILLUSI!> disse Akio tra le risate, amare come il caffè e piene di tristezza, mostrando una finta e sforzata gioia <se entrate in un killing game non ne uscirete più! O morite o finite più infondo di sta merda!>
<la morte del mastermind non vi salverà, molto semplicemente il gioco andrà avanti> Akinori si calmò, asciugandosi gli occhi e ridacchiando giusto ogni tanto mentre parlava, bloccando la frase casualmente <Macabre Dance deve finire con un vincitore in ogni caso, non sarebbe il primo gioco dove il mastermind muore prima del grande finale>
<che grande cazzata è questa!?> fu il commentò di Kaoru, preferendo sentirlo piangere che vederlo dinuovo sorridente come se tutto ciò fosse normale <mi stai prendendo per il culo!? SEI FOTTUTAMENTE SERIO?> in mano teneva ancora la pistola del biondino, la alzò solo per mostrarla al suo legittimo proprietario <se ammazzo te invece? Cosa cambia?!>
<nulla, sono solo il tuo maggiordomo Kaoru>
La scammer li guardo malissimo, menomale che Jun'ichi la tenne ferma se no sarebbe corsa verso di loro per tirargli un pugno in faccia ad entrambi <cosa? Ma non ha senso! Uccidendo il grande cattivo e boss finale non dovrebbe essere tutto finito? Maybe not the happy ending but maybe the ending C or B or I dont know! Cose da nerd!>
<no. I killing game non sono più quel genere di giochi da molto tempo e ogni show è diverso! Queste sono le regole di Macabre Dance! Lamentatevi con il mastermind non con noi!> rispose Hiroko, l'ultima a parlare prima che una forte risata robotica riempisse l'intera sala del processo, lasciando tutti i presenti senza parole.
Che sta succedendo?
La versione più educata e calma della reazione di Shou, perché se no avrei dovuto scrivere cose veramente volgari contro ogni santo e religione esistente nel mondo.
Al centro del cerchio fatto dai podii si aprì una botola, simile all'ascensore che usavano per arrivare in questa sala, e da essa si poteva già vedere una fanciulla dai biondi capelli salire verso di loro. Quella di prima era la sua risata, e ora che era apparsa diventò sempre più umana, debole e normale.
Junko Enoshima era entrata in scena.
Jun e Kaoru la riconobbero subitò come il robot incompleto nella stanza dell'inventore, preoccupandosi leggermente per la sua salute fisica e mentale per renderla così perfetta in così poco tempo. Quella sera non c'era infatti, e chissà da quanto tempo era già pronta, forse pure più di un giorno. Faceva strano pensare che pure Shinobu era come lei, un robot, una imitazione dell'essere umano. Il foro venne coperto dal pavimento su cui si appogiava la fanciulla.
La vera Junko Enoshima era lì con loro. La causa di tutti i mali li stava guardando e sorridendo.
<volete cambiare le regole? Non siete per nulla cambiati amici miei, nonostante tutti i lavaggi al vostro cervellino rimanete dei rivoluzionari!>
Mentre parlava si guardava intorno, girando su se stessa e bloccandosi per qualche secondo verso i suoi tre cagnolini che in un nanosecondo erano in ginocchio, con la testa bassa e lo sguardo fermo sul pavimento <non è colpa vostra, sono loro che sono troppo testardi. Avete fatto un ottimo lavoro> il tono dolce risultava così strano, nascondendo con poca cura la crudeltà di quella donna <solo che come sempre siete lenti> rimasero in silenzio, distruggendo ogni parola di protesta che voleva uscire serrando le labbra.
Anche Shou sentì la bocca bloccarsi, improvvisamente cucita con un filo resistente, zittendolo. Voleva gridarle contro le peggio cose, spinto da una rabbia strana che annebbiava la sua mente e pompava il suo cuore, facendolo battere sempre più velocemente. Forse sarebbe esploso se non si fosse calmato. Una rabbia strana, allo stesso tempo familiare e sconosciuta. Era logico essere arrabiati vedendo la persona che sta distruggendo il tuo mondo e ti aveva rinchiuso in un gioco costringendoti a uccidere, ma sentiva che ci fossero altre motivazioni per quella rabbia. Motivazioni più personali. Motivazioni più profonde. Motivazioni molto più grandi e pesanti. Motivazioni di anni vissuti con lei, raccolti e nascosti in un angolo nascosto del suo cuore. Eppure non la conosceva. Era la prima volta che ci parlava. O così credeva. Forse non se lo ricorda più. Forse quella rabbia era di qualcun'altro dentro la sua mente.
<come mai state così in silenzio? Pensavo di esservi mancata!> disse la non-umana, sistemandosi i codini biondi con fare annoiato, aspettandosi più sceneggiate che non avevano intenzione di apparire <qualche domanda?>
<CHE CAZZO VUOI DA NOI PUTTANELLA DA QUATTRO SOLDI!?> le cuciture si sciolsero in un secondo, e quando potè finalmente parlare, sentiva che la sua voce non fosse sua e non venisse dal suo corpo. Come se a parlare non fosse lui ma qualcun'altro. La fanciulla si girò a guardarlo, sorridendo ma non a lui, ma a questo qualcun'altro - purtroppo costretto a condividere lo stesso corpo.
<oh Shou, sei sempre stato così dolce nei miei confronti. Peccato che sei calato con l'originalità>
Junko si spostò dal centro del cerchio per mettersi a sedere sul trono di Sally, prendendole il posto. Chiunque li dentro odiava quel sorrisetto stampato nel volto freddo e di metallo della Regina, pure Sally, ma rimase zitta a guardarla male. Era solo una bambina, non poteva fare nulla contro di lei, Junko, l'amata dai suoi genitori. Preferivano una sconosciuta che la loro stessa figlia. Strinse le manine pallide al legno scuro e pesante del podio, non aveva intenzione di spostarsi da lì e sedersi al fianco di Junko. Non più. Non lo avrebbe più fatto.
<vi accontenterò per l'ultima volta> alla biondina poco le importava di un capriccio infantile, troppo impegnata con lo show e con la sua proposta <se riuscirete a scoprire chi sia il mastermind e tutto ciò che c'è dietro a questo il gioco, il perché, il motivo che tanto volete conoscere, voi vincerete! Sarete liberi mentre io> si portò una mano al petto <la mia futura erede> allungò il braccio verso Sally, con gli occhi spalancati ad essere chiamata così davanti a tutti, nel modo che più odiava al mondo dopo il suo vero nome <e i miei cani> disse sporgendosi quel poco che bastava per poter accarrezare la testa dei tre maggiordomi <moriremo qui> tra tutti loro, solo lei sorrideva dopo quelle parole.
Moriremo qui.
Morirò qui.
Non potrò scappare.
Lo sguardo della bambina era pieno di terrore, fisso sui suoi cari maggiordomi in cerca di qualche tipo di conforto. Erano dei bugiardi. Erano degli stronzi. Erano dei assassini. Erano la peggio feccia dell'umanità. Erano cattivi. Ma rimanevano suoi amici.
Nonostante tutto l'odio e la rabbia che era nato nel suo cuore nei loro confronti - come era successo con il mastermind - continuava a voler bene ad entrambi. Avevano sempre giocato con lei, erano rimasti al suo fianco ogni notte finché non si addormentava, sopportato ogni capriccio e esaudito ogni suo desiderio. Non poteva negare come in poco tempo erano stati i suoi genitori, nemmeno loro perfetti, però l'avevano amata. Era...era così difficile prendere una decisione. Sperava solo di incrociare i loro sguardi e sentirsi al sicuro, venire abbracciata dalle loro braccia forti che l'avrebbero protetta da ogni cosa.
Invece si ritrovò due ragazzini terrorizzati quanto lei della morte.
<dovrete rispondere giustamente a tutte e tre le domande: chi è l'assassino? Chi è il mastermind? Qual è la verità dietro questo giochetto?> ad ogni domanda Junko alzava un dito <se sbagliate anche solo una di queste...sarete voi a morire> le gambe si appoggiarono sul bracciolo del trono, mettendosi comoda a guardare lo show live <ci state a questo patto?>
Nessuno rispose.
Come poteva Elviira scegliere se in gioco non c'era solo la sua vita ma anche quella di Sally? Se avesse perso lei sarebbe morta, mentre se avesse vinto sarebbe stata la piccola bambina a morire e non l'avrebbe mai accettato di sacrificarla per continuare a vivere. Si sarebbe rifiutata se solo questo non volesse dire giocare ancora e ancora finché pure lei non sarebbe morta lì dentro. Non riusciva a scegliere tra la sua vita o quella di Sally. Poco importava della voglia di vendetta! La morte dei Aki avrebbe portato a loro la pace dalle loro sofferenze! Non poteva invece strappare via interi decenni di vita a Sally! Non poteva toglierle un futuro da adulta! Non poteva! Non poteva! Voleva vivevere anche lei! Entrambe volevano vivere e crescere! Doveva esserci un'altra opzione...
Come poteva Jun non accettare? Era l'opportunità per mettere finalmente fine a tutto. Se Junko fosse morta, tutto questo sarebbe finito e loro sarebbero liberi di andarsene. Lei sarebbe libera. Bastava solo accettare e rischiare. Una partita a poker letale, dove non c'erano i soldi in palio ma la sua vita e quelle delle persone di cui si era stranamente si era affezionata. Voleva vivere e uscire da qui con tutti loro, non avrebbe lasciato indietro nessuno. Nessun'altra di loro sarebbe morto per Macabre Dance. Potevano finalmente tornare a vivere. Poco importava se era un mondo di merda! Poco importava se non erano nessuno! Lei aveva Jun'ichi e tutti gli altri, e loro avevano lei. Un singolo errore. Un singolo errore e sarebbero tutti morti. Se facevano tutto giusto vivevano. Non era poi tanto diverso da un normale trial, allora perché titubava? Perché non accettava? Perché aveva così tanta paura? Potevano farcela anche questa volta...
Come poteva Jun'ichi scegliere e basta? Se fosse quello dell'inizio avrebbe detto di sì senza esitare, ma adesso era cambiato, adesso era più fragile, e vedere la paura nei occhi di quei quattro gli fece male al cuore. Erano persone. Erano come lui. Capiva la loro paura. Capiva la loro disperazione. Non riusciva a condannare a morte una bambina e tre ragazzi che avevano fatto i suoi stessi errori per poter continuare a vivere. Non era in grado. Era troppo per lui. Aveva deciso di non uccidere più nessuno motivo, anche se significava salvare Jun. Non voleva essere più un mostro egoista. Non voleva essere più costretto a uccidere. Non poteva essere l'unico modo per scappare da qui...
Come poteva Kaoru non lasciarsi prendere dai sentimenti e dagli impulsi per decidere? Aveva la possibilità di uccidere, di spazzare via, le persone che gli avevano rovinato la vita e portato via tutti. Era colpa di Akio se Kazuya era finito per tradirli e per uccidere Goro. Era colpa di Akinori se Shinobu era morta e se le sue mani saranno eternamente sporche del suo sangue. Era colpa loro se erano finiti qui, dovevano essere puniti. Se non riusciva a uccidersi lui, ci avrebbe pensato qualcun'altro. Un'altra parte di sè però non era d'accordo. Non sarebbe stato così diverso da loro a punirli con la morte. Avrebbe fatto il loro stesso gioco. Non sarebbe stato così diverso da loro a uccidere un innocente, Sally. Avrebbe fatto il loro stesso gioco. Non sarebbe staro diverso da loro a vendicarsi con la morte. Non poteva accettare, per quanto lo desiderava, non poteva stare ancora al loro gioco...
Come poteva Kazuto scegliere unicamente usando la ragione? Non c'era nessuna formula matematica o opinione oggettiva a cui aggrapparsi per fare la scelta migliore. La loro vita o quella di altre persone. Salvarsi uccidendo in un solo colpo sia nemici che innocenti o continuare a combattere portando altra morte. Entrambi dubbi che aveva già preso con il suo lavoro eppure riusciva a prendere una scelta senza troppi problemi. Bastava ragionare. Mentre adesso la sua mente stava combattendo contro il cuore, bloccandolo completamente. Dinuovo. Dinuovo un trappola per colpa loro. Erano sempre a 100 passi in avanti e lui non sapeva cosa fare...non sapeva fare nulla...
Come poteva Shou fidarsi di quella donna? Semplicemente non poteva. La sua proposta nascondeva qualcosa, era troppo bella per essere vera e sincera. Non ascoltarla Shou. Si diceva. Quella donna è il diavolo in persona. Non smetteva di parlare da solo. Conosce i punti deboli di ogni essere umano. Ne dubito che lei sia mai stata veramente come noi quando era in vita. Per un momento era tentato di accettare, dispiaciuto per Sally ma desideroso di vedere quei tre cani morti assieme alla loro padrona ed essere finalmente libero. Shou non credere. Sembrava di star per fare un patto con un demone, vendendo la propria anima per un desiderio...
Nessuno rispose.
<chi tace acconsente> si mise comoda sul trono, appoggiando entrambe le braccia sui braccioli e usando Hiroko davanti a sè, ancora in ginocchio, come un divanetto per appoggiare i piedi. La sfortuna di essersi ritrovata al centro. Guardò male entrambi i ragazzi, per bloccarli e impedirgli di prendere il suo posto. Non era nulla di grave. Non era la prima volta <tornate pure al trial, attenderò le mie risposte>
Anche se avessero risposto, niente sarebbe cambiato.
Ritorniamo all'omicidio.
<a che punto eravamo rimasti?> chiese sempre la regina, cercando di spingerli a parlare nuovamente.
<continuo ad essere dell'idea che il mastermind sia l'assassino> disse Shou, non rispondendo proprio ad ella e neanche si girò a guardarla.
<nella sua stanza avevamo trovato delle chiavi con un portachiavi carino e infantile. Credo siano di Sally no?> si aspettava che la bambina davanti a lui, nel cerchio assieme a loro, rispondesse senza problemi, come se in gioco non ci fosse la sua vita. Se li aiutava lei sarebbe morta assieme agli Aki e Hiroko. Se non li aiutava lxi sarebbe mortx. Se stava in silenzio non sarebbe cambiato nulla, avrebbero capito dal suo sguardo e dal suo comportamento la risposta. Non c'erano terze opzioni, o era la scelta a o la scelta b, o la propria vita o la sua vita. Essere egoista o essere altruista. Non era facile scegliere senza stare male, avrebbe sofferto in entrambi i casi.
<Sally?> Elviira la chiamò, ma non riuscì a smuoverla neanche di un centrimetro. <Sally erano tue quelle portachiavi?> la propria vita o quella di Elviira? Come poteva scegliere? Come poteva essere razionale e decisa tipo il suo tutore? Le nocche erano diventate ancora più chiare della sua pelle mentre stringeva il podio. Come poteva lasciar morire la sua amica? Come poteva ignorarla e non aiutarla? Voleva tanto bene a Elviira. Non voleva morire. Non voleva lasciarla sola. Non voleva farle del male. Non voleva nulla di tutto ciò!
<Sally?>
<si...erano le mie...ho una copia che lxi conserva nella sua stanza...> alla fine rispose, con un filo di voce
<quindi quelle trovate nel bagno sono le chiavi del mastermind. Per quanto possa essere in contrasto con gli Aki, ilx mastermind rimane il padrone di casa e può andare ovunque> fu contento che avevano trovato una alleata, più o meno <per non sembrare sospettx teneva alcuni suoi oggetti nella sua stanza del dormitorio, tra cui non solo le chiavi ma pure una pistola e delle munizioni. In un cassetto abbiamo trovato un doppio fondo vuoto, con solo due pacchi di fiammiferi e solo uno di essi aveva ancora delle munizioni. Lì nascondeva le sue armi usate in questo omicidio!> fece una piccola pausa per vedere se tutti lo stessero ancora seguendo, doveva convincerli con i suoi ragionamenti <mentre l'acido trovato vicino alla vasca è identico a quello trovato nella stanza delle telecamere. Tutto coincide! L'assassino è il mastermind! Se troviamo uno troviamo anche l'altro!>
<ma perchè uccidere Nori e Yumeri?> chiese Kaoru dopo aver ascoltato con attenzione tutto il monologo del corvino <cosa c'entrano loro con lxi?>
Shou si zittì a quella domanda di cui non aveva una risposta. La stava anche cercando nei suoi ragionamenti, ma l'aveva persa nel mentre. Tutti si aspettavano che dicesse qualcosa, li illuminasse con altri suoi pensieri e opinioni, ottenendo solo dell'imbarazzante silenzio.
<allora? Perché? Perché le ha uccise? Non ha senso! Non ha minimamente senso se lxi fosse un traditore di Junko e del suo governo! Perché ucciderle?> ilx schermidore continuava a fargli la stessa domanda, allungandola, come se cambiasse qualcosa. Il Birdwatcher non rispondeva, fermandosi a pensare e a calmarsi. Perché? Perché? Perché?
<il mastermind non sembrava essere molto simpatizzante con gli Aki e questo governo no?> disse Jun, attirando l'attenzione di tutti, e sembrava dal suo sguardo brillante che le fosse venuto in mente qualcosa.
<l'ho appena detto io Jun.>
<true true- ANYWAY magari li voleva morti! Beh ecco...forse è più una certezza che un magari->
<vai dritto al punto Jun> le disse Shou
<ci stavo arrivando! Datemi tempo! Allora- proprio perché li voleva morti, desiderio di molti shinigami da come abbiamo capito dai nostri sogni, era andato nelle loro stanze per ucciderli!>
<e questo cosa c'entra con Nori e Yumeri?!> intervenne l'acrobata <perché non ha ucciso loro?!>
<magari non li ha trovati>
Kaoru spalancò gli occhi alla risposta della corvina, portando per qualche secondo la mano davanti alla bocca <non mi dire che...> si girò verso i due cani della regina osservandoli velocemente. Akio aveva capelli lunghi e blu come Yumeri, era più abbronzato rispetto a lei ma al buio potevano essere simili, mentre Akinori e Nori avevano lo stesso taglio biondo, lo stesso sorriso. Ammise che lxi in primis li aveva confusi una volta. Sembrava una cazzata ma era fattibile <ilx mastermind ha scambiato Yumeri e Nori per Akio e Akinori!?>
Ilx catanese si guardò il corpo, facendo piccole giravolte cercando di vedere anche il dietro, e ogni tanto guardava pure la foto della motociclista cercando di trovare queste somiglianze <vi ringrazio che mi avete scambiato per una donna ma ci sono evidenti differenze tra noi e loro due> guardò pure lo scozzese dall'alto verso il basso un paio di volte <soprattutto tra lui e Nori. Decisamente>
<non ne parliamo ti prego> borbottò, portandosi le mani in faccia. L'ultima volta che era stato confuso per una ragazza bionda con lo stesso taglio ha perso due arti ed è stato ingiustamente accusato. Non era stato il giorno migliore della sua vita e non voleva di certo ripeterlo in questo momento.
<esatto! Sono diversissimi!> esclamò Elviira e ricevette subito una risposta dal corvino Birdwatcher.
<per te che sei lucida, pure io inizialmente avevo dubbi trovando i corpi!>
La fanciulla rimase un paio di secondi a riflettere prima di realizzare <quindi si...si era confuso per la droga?> egli le annuì <Yumeri e Nori non...non dovevano morire...è stato un errore?> uno stupido errore tra l'altro. Neanche un incidente, ma uno sbaglio. Lxi voleva uccidere due persone, solo che si era sbagliato e non erano loro. Se non fosse per questo piccolo errore da idioti, sarebbero vive. Nori sarebbe viva e al suo fianco.
Strinse un pezzo di stoffa della sua gonna tra i suoi pugni, cercando di calmarsi. Lei aveva sbagliato a lasciarle sole e lxi aveva sbagliato a ucciderle. Non era solo uno sbaglio se erano morte, non doveva dimenticare che era pure colpa sua.
<a quanto pare sì. Ilx mastermind si era armatx per uccidere gli Aki come voleva, era andatx nelle loro stanze ma invece di trovare loro ha trovato Yumeri e Nori nei paraggi...confondendole>
A Kaoru invece gli fece un effetto comico, tappandosi la bocca per non ridere. Era assurdo. Era così assurdo. Nori era morta perché unx fattone l'ha scambiata per Akinori. Non ci voleva credere che erano seri a dire questo, e vedere la faccia convinta di Shou non lo aiutò a calmare isteria che prendeva il sopravvento sulle lacrime di dolore. Non vedrà più Nori perché è stata scambiata per un omone barbuto. Non vedrà più Nori perché Akinori è stato scambiato per una ragazzina minuscola. Non vedrà più Nori perché è stata uccisa al posto di Akinori. La sua vita stava solo diventando sempre di più una barzelletta, solo che non faceva più ridere dopo un po'.
Jun si portò una mano in volto, un sonoro facepalm si sentì per tutta la sala, facendo ridacchiare ilx schermidore <fattelo dire mastermind, sei proprio un coglione per scambiarli anche da fatto!>
<invece ci sta...> le rispose con più calma Jun'ichi <con quelle droghe avevi allucinazioni anche pesanti quindi non mi stupisce che possa aver visto al loro posto Akinori e Akio>
<mi hanno scambiato per una donna Hiko Hiko!> si poteva sentire l'italiana ridacchiare verso l'amica, saltellando sul posto e stringendole le mani con cura.
L'altra non sembrava gioiosa allo stesso modo <ti stavano per uccidere cretina!>
<mi hanno scambiato per una donna~ Eheheh! CHE BELLO!>
<STAVI PER MORIRE!>
Lasciamole stare. Ci pensò Junko a zittirle, una semplice occhiataccia bastava per tappare le bocche di entrambe.
<le dinamiche sono abbastanza confuse...non molto chiare...sembra che manchi qualcosa> Kaoru lentamente si riprese dalle risatine, cercando di tornare serio e concentrato per questo trial più pesante del solito. Sarà forse che in ballo non c'era solo la loro vita, ma anche la loro libertà e la possibilità di mettere fine a tutto. Non potevano sbagliare, per questo era meglio cercare di essere il più chiari possibile <ilx mastermind è entratx nella stanza, bloccando la porta quando avete provato ad entrare, ha fatto quello che doveva fare...e poi? Come è uscito senza farsi beccare? Voi siete entrati e poi è rientrato facendo finta di nulla?>
Jun'ichi gli rispose <oppure potrebbe essersi nascostx nella stanza quando sentì Shou, Jun e Hiroko cercare nuovamente si sfondare la porta. E dopo uscì dal nascondiglio approfittando del nostro casino>
Il corvino chiuse gli occhi un secondo, finendo per tenerli un pochetto di più sentendo le palpebre molto pesanti e la stanchezza stringergli la testa per farla esplodere <ha senso, potrebbe aver usato un armadio o qualsiasi altra cosa, in quella camera c'è un bordello...o anche se stesso> concordò con l'altro corvino, sbiascicando leggermente mentre parlava, sentendosi sempre più stanco <ci manca solo una cosa...>
Chi era l'assassino e il mastermind?
Non sapeva se l'avesse detto ad alta voce, se qualcuno l'avesse sentito o se quelle parole rimasero dentro di sè, in quel laghetto che si stava formando sotto i suoi piedi. Eppure era strano, invece delle papere c'erano solo dei corvi, neri come la pece che lo osservavano.
Chi era? Chi poteva essere tra di loro?
Non doveva essere difficile capirlo adesso dopo tutte quelle discussioni. Sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe fatto. L'ultima accusa. L'ultimo trial. L'ultimo giorno lì dentro. Scoperto chi fosse l'assassino avrebbero scoperto chi fosse il mastermind ed erano già a due risposte per Junko. Doveva resistere un'altro po'. Gli ultimi sforzi. Per Yumeri. Per Kichirō. Per tutti.
Chi era?
Doveva togliere dalle sospettate Jun ed Elviira, oltre per gli alibi - che per la prima era lui stesso - erano le uniche rimaste lucide per tutta la serata. Non potevano scambiare le vittime con i maggiordomi senza essere sotto droghe, anche al buio avrebbero notato le differenze. Non considerando le due fanciulle rimanevano Jun'ichi, Kazuto, Kaoru e se stesso...
Chi era?
Yumeri e Nori non si sapeva dove fossero finite, cosa stessero facendo, nulla di nulla, come non ne sapevano per chi le avessero uccise. Considerando tutti gli alibi che avevano, il colpevole doveva essere una persona rimasta perennemente da sola, lasciata a sé stessa, libera di agire e fare il suo assurdo piano fallimentare. Poteva prendere tutto il necessario, uccidere e coprire tutto di nascosto, riuscendo sempre con la fortuna a non farsi beccare finché non avesse finito il suo lavoro. Una persona che sparì all'inizio e apparì dal nulla all'ultimo. Era così ovvio, perché non ci aveva pensato prima...
Chi era?
La pistola. Anche se cercava di capire chi fosse il colpevole stava pensando a quella maledetta pistola! Non riusciva a toglierla dalla testa come il gracchiare dei corvi, disturbando la quiete che c'era stata fin da quel momento nella sua mente. Non poteva farci nulla, gli faceva strano che avessero dormito in una stanza di una persona con arma. Era strano. Se erano rimasti voleva dire che non c'era come non c'era la pistola del mastermind nel suo cassetto. Una bella coincidenza...ok, poteva essere una sciocchezza per accentivare la sua teorica ma il risultato non cambiava. Sempre lui rimaneva sotto i riflettori.
Chi era? Poteva essere solo una persona...
Nell'acqua del lago il suo riflesso iniziò a modificarsi. Un'altra persona. Stava diventando una persona completamente diversa. Si guardavano dritto nei occhi. In testa aveva il suo nome, risuanava come una ninna nanna, e allungò la mano verso l'acqua per vedere se riuscisse ad afferrarlo. Lo sfiorò con un dito e l'immagine nell'acqua iniziò a muoversi, a modificarsi dinuovo, ma il suo nome gli rimase impresso.
<Kazuto> il dito reale di Shou puntava il fanciullo dai buffi ciuffi verdi, eppure gli occhi di tutti i presenti erano su di sè, serio in volto e con la voce pesante. Non ci credeva neanche lui di star davvero accussando qualcuno non solo come assassino, ma pure come la mente delle loro sventure. Anche se era sicuro delle sue idee, una piccola parte del suo cuoricino sperava che si stesse sbagliando <sei stato incredibilmente silenzioso da quando Junko è qui> disse il corvino, unico a parlare e sentire il silenzio da parte dell'altro iniziò a pizziccare i suoi nervi <e non ci hai mai detto il tuo punto di vista. Dov'eri in tutto questo tempo? Non fare come Kazuya e rispondi velocemente>
Silenzio. Un po' di silenzio per favore.
Non ricevette alcuna risposta, però non fermò Shou, continuando a parlare con i pugni stretti sul podio. Potevano fare una cosa veloce e semplice, una confessione e via! Due risposte su tre! Invece no! Dovevano sempre complicare tutto, ogni singola cosa nella loro vita. Non capiva che Kazuto voleva silenzio e parlare con calma, senza fretta, placando l'ansia e l'agitazione che stringevano i suoi polmoni. Può gestire anche questa situazione...anzi deve gestirla. Non può permettersi di perdere dinuovo il controllo della situazione.
<l'unica cosa che sappiamo di lui è che era uscito assieme ad Elviira per poi sparire completamente dalla scena. Strano no?> zitti. State zitti. Aveva bisogno solo di qualche minuto di silenzio per pensare. Non può permettersi di essere visto come un assassino <strano quanto riapparire miracolosamente quando abbiamo ritrovato i morti!> non può permettersi di essere visto come il colpevole <non credi che sia altamente sospetto?> non può permettersi di essere visto come un mostro senza cuore <non lo credi anche tu Kazuto?> Quindi state zitti. State zitti. Zitti! <stai ancora zitto?> silenzio, silenzio. Non chiedeva altro. Era così difficile da capire? <vuoi darci una risposta oppure ti sei tagliato la lingua nel mentre noi cercavamo di capire questo omicidio?!> se stesse zitto e l'avesse lasciato un minuto in silenzio, da solo, a pensare, a ragionare, a calmarsi e respirare, allora avrebbe- <RISPONDI KAZUTO!>
<Shou smettila di tartassarlo> mormorò Jun'ichi, non lasciandosi mortificare e bloccare dallo sguardo dell'altro corvino pieno di rabbia. Avrebbe dovuto reagire allo stesso modo, invece prendeva le difensive di un imputato, lasciandosi prendere dalla irrazionalità vedendo l'amico respirare con fatica. Kazuto non poteva essere colpevole. Kazuto non doveva essere colpevole. Kazuto-
<perché dovrei? Forse non l'avete capito bene ma Kazuto è il mastermind e l'assassino di Nori e Yumeri! Vi è chiara la questione adesso!?> rispose Shou, bloccando nuovamente le parole dello stratega <è l'unico di noi rimasto solo, completamente solo per tutto il tempo! Non era nè con me e Jun, nè con Elviira e Akio, nè con Kaoru, Jun'ichi Akinori e nemmure con Sally e Hiroko! Erano solo lui, Nori e Yumeri! Come devo rendervelo ovvio? Come devo convincervi delle mie parole?>
Non riusciva a parlare. Apriva la bocca e c'era sempre qualcuno che gli rubava il posto, zittendolo, facendogli altre domande, chiamandolo. C'erano troppi rumori, troppe parole, troppe voci uno sopra all'altro - forti e deboli - impedendogli di sentire i propri pensieri. Non può permettersi di non venire ascoltato.
Non riusciva a ragionare. Se si tappava le orecchie, anche solo per un secondo, i rumori diventavano più potenti e striduli di prima. Volevano risposte. Pretendevano delle risposte. Dovevano avere delle risposte. Subito. In quel preciso istante. Basta attese. Non gli lasciavano il tempo di pensare, di capire cosa dire, lo stavano bloccando in un angolino e non poteva fare nulla.
Non può permettersi di essere continuamente zittito.
Non riusciva a calmarsi. Tutti lo stavano guardando, non più solo il corvino, e il dito del fanciullo era ancora contro di sè. I muscoli erano tesi come le corde di un violino e il suo cuore batteva velocemente, colpendo dei pezzi di vetro e sanguinando. Faceva male. Jun'ichi e Jun facevano veramente male al suo cuore. Faceva male vedere i loro occhi delusi, non aspettandosi questo da un loro caro amico.
Non può permettersi di non poter far capire come stanno realmente le cose.
<lui apparve dal nulla al ritrovamento del morto! Qui qualcuno l'ha visto passare? Mi pare di no o l'avreste già detto molto tempo fa! Potrebbe essersi nascosto dopo aver ucciso due persone nella stanza di Akinori!> Kazuto tu sei calmo. Kazuto tu sei tranquillo. Kazuto tu hai tutto sotto controllo. Non ti devi preoccupare. Non ti devi agitare. Non ti devi spaventare. Sono solo stupide parole. Se solo Shou stesse zitto. Se solo tutti stessero zitti. Se solo l'intero mondo non fiatasse più. Però è tutto ok! Hai ancora tutto tra le tue mani no? No? NO?
<nella stanza delle telecamere stranamente c'era l'acido che mancava dal giardino e sembrava che solo lui lo sapesse! Ma caro Kazuto hai usato il tuo acido personale! Volevi far fare una brutta morte agli Aki mh? Peccato che hai ucciso due tue amiche!> no! No! NO! HA TUTTO SOTTO CONTROLLO! HA ANCORA IL POTERE! HA ANCORA LA SITUAZIONE IN MANO! SONO SOLO STUPIDE PAROLE! SONO SOLO STUPIDE ACCUSE! SONO SOLO STUPIDE PERSONE CHE PARLANO! È calmo. Non si agitato. È CALMO. È FOTTUTAMENTE CALMO-
<KAZUTO VUOI PARLARE E DIFENDERTI!?>
<STATE TUTTI ZITTI!>
Bastava fare come loro, urlare e fare il matto, per farsi ascoltare e ubbidire.
Forse non era lo spavento a farli stare in silenzio, ma poco gli importava cosa aveva causato in loro, finalmente aveva un po' di pace. Bastava chiudere gli occhi e non aveva più nulla attorno, solo l'oscurità lo avvolgeva e lo abbracciava con dolcezza. Non può permettersi che lo vedano come assassino, non può permettersi di non venire ascoltato, non può permettersi di non poter controllare la situazione e far capire come stanno le cose <io...io- io stavo nei passagi segreti con il cervello che esplodeva per il mal di testa e per quella fottuta droga> disse il fanciullo, pensava a bassa voce, in un sussurro, ma in realtà era un tono normale solo leggermente tremante. Sei calmo. Sei tranquillo. Tutto va come volevi...no? <non ero fisicamente in grado di uccidere neanche una sola persona! Immagina due tra cui Yumeri! Sarà drogata e stordita ma anch'io lo ero!>
<il tuo unico problema erano le allucinazioni e ti spaventavi molto facilmente> gli rispose Elviira, facendogli aprire gli occhi e distruggendo la sua dolce calma <però eri molto veloce, sei riuscito pure a seminarmi ed eri anche molto violento...> nella sua voce si poteva sentire il suo dolore. Non riusciva a non pensarci e soprattutto a non incolparsi per tutto quanto. Era lei che doveva proteggerli dal pericolo...se solo fossi stata più attenta, impedendo a Kazuto di scappare, non lasciando da sole per tanto tempo Yumeri e Nori, sarei riuscita a evitare tutto questo? Adesso loro due sarebbero vive e non avremmo scoperto così la verità su di lui? Sarebbe effettivamente cambiato qualcosa? Nessuno poteva negare del fatto che infondo fosse responsabile dell'omicidio.
<NON SONO STATO IO!> lasciatemi spiegare! Lasciatemi parlare! Lasciatemi stare! Si portò una mano sul petto iniziando a battere forte, ad un ritmo regolare, preciso, ma tutt'altro che calmo e lento <non sono io il Mastermind! Non sono io l'assassino! Non sono io non sono io!> dovevano credergli. Anche se avevano ragione. Anche se avevano la verità in mano e tantissimi ragionamenti a loro favore, dovevano credergli. Era innocente. Non gli importava se avrebbero perso, non gli importava se sarebbe morto con loro, Sally doveva rimanere in vita. Bastava incolpare qualcun'altro <potrebbe essere stato...stato->
<chi? Chi altro se eravamo tutti con dei alibi tranne te?> non si aspettava che Jun sarebbe stata più veloce a rispondere del Birdwatcher, rubandogli il ruolo da protagonista con grande maestria e furia <ci dirai che è un suicidio? Che Yumeri o Nori hanno ucciso l'altra e poi si sono suicidate? Che in realtà sei stato sostuituito da un tuo androide ed è lui che le ha uccise?> la corvina ormai si era convinta, non aveva più bisogno che Kazuto glielo rivelasse direttamente, la sua ridicola reazione fu l'ennesima conferma, l'ennesima ferita, l'ennesima pugnalata alle spalle. Avrebbe fatto meno male abbracciare un cactus o fiondarsi in un muro pieno di spuntoni.
<NON DIRE CAZZATE KAZUTO!> il cuore faceva male, perdeva così tanto sangue per le ferite fatte da quello che stava pure considerando un suo amico. Il dolore la portò a urlare per poco, quanto le permetteva di fare la gola stretta in un nodo dalla rabbia e dalla tristezza del tradimento <non ci voglio credere che tu...che tu...>
<NON SONO IL MASTERMIND E NEMMENO L'ASSASSINO!> anche se il suo cuore avrebbe perso tutto il sangue, anche se era pieno di ferite e il peso dei loro sguardi lo avrebbero schiacciato, non avrebbe ceduto. Così almeno voleva convincersi, affogando nell'ansia che entrava pure nei suoi polmoni lasciandogli del fiato per urlare di colpo, e poi rimanere senza voce. Si sarebbe aggrappato a qualsiasi cosa, anche alla cazzata, per convincerli <che senso ha usare un arma non mia? Io avevo già la mia pistola e stava in camera mia!>
<LIAR! LIAR! LIAR!> la truffatrice riusciva a capire quando qualcuno mentiva, ma in questo caso non c'era bisogno di impegnarsi troppo. Era palese. Lo poteva vedere il panico nei occhi di quel patetico bugiardo che osava chiamarla amica. Più pensava ai giorni passati assieme con questa consapevolezza, il cuore si stava disintegrando e una forte nausea voleva farle buttare fuori insulti su insulti, cattiverie su cattiverie <la tua pistola non era in camera tua! NON C'ERA NESSUN'ALTRA PISTOLA SE NON QUELLA DEL MASTERMIND, ORA NELLA VASCA> il dito della fanciulla puntato contro gli fece lo stesso effetto di avere una pistola puntata contro, dritto al cuore, dove ad entrambi non avevano altro che dolore <e non mettere in mezzo Shou perché nessuno poteva entrare in his fucking bedroom!>
Non perdere la calma.
Non perdere il controllo.
Non perdere la testa.
Kazuto battè entrambe le mani sul podio, usandolo come appoggiò e non cadere a terra. La schiena si curvò molto, tenendo il capo basso ed evitare di incrociare ancora lo sguardo della fanciulla ferita e tradita. Non aveva neanche intenzione di vedere come stesse il mafioso, Jun'ichi, o neanche le braccia avrebbero retto il peso del suo corpo sempre più morto.
Non perdere la calma.
Non perdere il controllo.
Non perdere la testa.
Ella non lo avrebbe lasciato in pace, con passo spedito era decisa nel raggiungerlo e costringerlo a guardarla in faccia, a vedere quante lacrime stavano bagnando il suo volto <perché lo neghi? Perché non vuoi che sappiamo la verità eh? Perché non vuoi farci vincere? VUOI UCCIDERCI? VUOI FINIRE QUESTO TUO GIOCO DI MERDA UCCIDENDOCI COME HAI FATTO CON TUTTI GLI ALTRI?> Jun'ichi la prese tra le sue braccia, fermandola e stringendola in un triste abbraccio, che non bastò per placare il suo animo in famme dalla rabbia <E GUARDAMI MENTRE TI PARLO! GUARDAMI! GUARDA QUELLO CHE HAI FATTO!>
Stai perdendo la calma.
Stai perdendo il controllo.
Stai perdendo la testa.
<STRONZO! SON OF A BITCH! BASTARDO!> Jun cercava di scappare tra le braccia dell'unico amico che le era rimasto quella sera, l'unico di cui riusciva a fidarsi in quel momento e l'unico che come lei stava soffrendo per questo tradimento. Lo era. Non le interessava altre intepretazioni. Era un tradimento. Dopo tutto quello che avevano passato lì dentro assieme. Dopo tutte le risate, momenti assieme, e tutte le feste dimenticate...il filmato le tornò in mente, non lasciandosi più nascondere dalla fanciulla e coprendo ogni altro pensiero.
Quante cose avrà perso di quella vita, quanti ricordi sono stati distrutti o soffocati, quanti bei momenti non riusciranno più a fare illuminare le giornate come una volta. Forse anche prima erano grandi amici. Forse anche prima avevano un meraviglioso rapporto. Forse anche prima loro tre erano qualcosa come adesso, nelle loro identità confuse <SE ERAVAMO COMPAGNI PERCHÈ CI HAI FATTO UCCIDERE TRA DI NOI?!> poi le ritornò in mente tutte le sue lettere e tutte quelle foto dei shinigami traditori <SE ERI UNO DEI BUONI PERCHÈ NON CI HAI AIUTATO KAZUTO?>
Stai perdendo la calma.
Stai perdendo il controllo.
Stai perdendo la testa.
Kazuto strinse le mani sempre di più al podio, attirando l'attenzione di Shou verso la targhetta, "Goverment's Mind". Il suo vero nome, quello usato dagli Shinigami e quello dei loro corpi per quanto facesse male ammetterlo. Era quasi il loro nome e cognome anagrafico, nascondendo le loro vere identità. Quello di Kazuto era il solo tra tutti che coincidesse con la firma del mastermind "G.M".
Un'altra pugnalata per il cuore di Jun.
L'ennesima conferma.
Mi dispiace...
Mi dispiace Yumeri.
Mi dispiace Nori.
<PERCHÈ LI HAI LASCIATI MORIRE!? PERCHÉ KAZUTO?!> urlò la fanciulla ormai in lacrime.
Mi dispiace Shou.
Mi dispiace Elviira.
Mi dispiace Kaoru.
Perché stava male se sapeva che sarebbe finita così? Cercava di capirne il motivo, calcolando e calcolando, cercando l'errore nella sua equazione mentale e nel suo algoritmo che prevedeva ogni mossa dei partecipanti. Soffriva. Stava male. Sentiva le lacrime agli occhi. Il suo animo era straziato alla vista delle loro faccia deluse, arrabiate e tradite. Era proprio un idiota, non riusciva a vedere che la risposta stava proprio davanti ai suoi occhi senza bisogno di numeri e ragionamenti complessi. Erano i suoi compagni. Non normali partecipanti e vittime di un società malata. Erano i suoi amici. Non sconosciuti.
Mi dispiace Jun.
Mi dispiace Jun'ichi.
Mi dispiace Sally.
<SAY SOMETHING YOU IDIOT!>
Mi dispiace...
Non c'era altro da fare se non raccontare il fallimento di Kazuto Yamazaki, Ultimate Strategist.
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Tutto ciò che riusciva a sentire erano urla strazianti, anonimi e familiari allo stesso tempo. Non si limitavano a spaccargli le orecchie, andavano più in profondità per stringere e far esplodere il suo cervello.
Tutto ciò che riusciva a vedere erano fantasmi, lo circondavano e non gli permettevano di vedere cosa ci fosse oltre a loro. Lo osservavano con odio e delusione.
Tutto ciò che riusciva a percepire sulla propria pelle era il freddo glaciale del nord, lo afferrava e lo stringeva per ferirlo.
Tutto ciò che riusciva a toccare era il proprio corpo, l'unica cosa reale e terrena presente in quel momento.
Credeva di essere andato fuori di testa all'improvviso.
Non aveva minimamente pensato che quelle potessero essere allucinazioni per delle droghe ma credeva che erano dovute alla sua pazzia.
I fantasmi cambiavano, passavano da gente comune a partecipanti dei suoi giochi, persone con nomi e cognomi, quasi due classi sociali così diverse da essere unite solo dalla morte. Uccisi e privati della vita nei peggiori modi, colpevoli o innocenti, rovinati dal dolore, e senza più un aspetto umano. Lo afferavano con le mani rimaste, o con quello che non c'era più, cercando di aggrapparsi al suo corpo e portarlo via con loro. Sembrava di vivere in prima persona l'esecuzione di Nicolas, e per quanto tutto potesse essere falso, Kazuto aveva paura ed urlava.
I suoi vestiti si macchiavano di sangue, il freddo si aggrappava al suo povero corpo, i loro ochi da morti viventi cercavano di mangiare la sua anima solo con lo sguardo e l'odio omicida che sentiva in quei stessi occhi gli toglieva il fiato.
I delirio peggiorava sempre di più, non riuscendo neanche a distinguere la realtà dal sogno. Forse neanche era riuscito a dormire veramente, rimasto bloccato in quella visione macabra e disturbante, che con il passare del tempo diventava sempre più distorta.
Lentamente quei fantasmi cambiarono nuovamente aspetto, mostrandosi come tutti i suoi compagni shinigami - lunghi mantelli bianco e nero, maschere candide e vestiti militari - che solo per qualche secondo rimasero in silenzio prima di mettersi a fare più casino di prima. Non smettevano di chiamarlo e di urlare, osservandolo dietro a quelle maschere sempre più inquetanti.
Era tutto così strano in quel momento. Ricordi fumosi apparivano nella sua mente per qualche secondo, sparendo poi come se non fosse successo nulla e non gli rimaneva più nulla. Nomi sulla punta della lingua che non verranno mai pronunciati. I nomi in codice li aveva dinuovo ricordati, ma i loro veri nomi e il loro aspetto non rimanevano mai fissi nelle sue memorie. Andavano e venivano in continuazione, confondendolo solo di più mentre cercava di non farsi prendere.
Solo due erano fuori da questa regola.
Shinobu e Kazuya, gli unici a non volerlo portare con sè e gli ripetevano le solite frasi in mezzo alle urla di tutti gli altri.
"uccidili tutti Kazuto"
"devi finire questo lavoro per tutti noi Kazuto"
"devi farlo per la salvezza di tutta l'umanità"
"uccidili"
"uccidili e salva il mondo"
Poi iniziarono a fargli veramente male con questi coltellini invisibili, appena uno di loro riuscì ad graffiargli tutta la coscia. Altre ripetizioni. Altre frasi. Altre cantilene eterne da far diventare folle anche la persona più normale del mondo. I fantasmi gli diedero la colpa di tutto, anche della loro morte e della loro rovina. Era colpa sua se avevano deciso di mettersi contro Junko. Era colpa sua se avevano iniziato questa ribellione. Era colpa sua se avevano poi fallito. Erano proprio questi suoi errori e sbagli che li hanno portati a dove sono adesso.
Era colpa sua.
Era un fallimento.
Era colpa sua.
Era un buono a nulla.
Ed ora per questi sbagli doveva farsi perdonare uccidendo quei tre cani assieme alla loro regina di merda.
Insulti. Tanti insulti. Colpe. Tante colpe. Dolore. Tanto dolore. Parole. Tante parole. Lo stavano distruggendo nell'animo, colpendo ogni punto debole, anche quello più nascosto e nascosto pure a se stesso. Non riuscivano a stare zitti, mettendosi a parlare pure uno sopra all'altro <LASCIATEMI STARE! LASCIATEMI STARE!!> per questo urlava <NON È COLPA MIA! NON È COLPA MIA! IO CI HO PROVATO> per questo non riusciva a calmarsi <STATE ZITTI! ANDATE VIA! VOGLIO STARE DA SOLO! LASCIATEMI!!> per questo colpì Elviira prima di scappare via nei passaggi segreti.
Li avrebbe uccisi così avrebbe avuto la sua pace e così avrebbe potuto espiare tutte le sue colpe.
Partì la corsa senza fine, vista da lui come una fuga da tutti quei esseri del regno dei morti che lo volevano morto, quando in realtà era solo Elviira che voleva aiutarlo.
Riuscì a seminarla e pure a perdersi per qualche secondo nei passagi segreti per colpa di quel terribile trip allucinogeno.
Non perdere tempo Kazuto. Uccidili. Uccidili tutti. Uccidili e falli pentire della loro orribile esistenza.
Alla fine raggiunse il suo ufficio. Una piccola chiave si nascondeva nei taschini dei suoi pantaloni e servì per entrare nella sua stanza, lasciando entrare pure tutti i fantasmi che lo perseguitavano. Prese la sua pistola, le munizioni, le sue altre chiavi e per concludere l'acido sotto la scrivania, lasciato proprio per ucciderli brutalmente. Solo adesso, per nulla lucido, ebbe il coraggio di mettersi all'opera ma era da molto tempo che progettava un omicidio perfetto. Usò i passaggi segreti del suo dormotorio per entrare nelle loro stanze di nascosto e sorprenderli. Non si rese conto che lasciò la porta aperta, permettendo a gente curiosa come Shou e Jun di entrare...
Non trovò nemmeno nelle loro camere da letto i tre maggiordomi.
Non poteva arrendersi come non poteva fallire nuovamente. Ora o mai più.
Uscì dalle stanze ritrovandosi nella sala da pranzo...e non era da solo...c'erano due figure nella stanza, proprio davanti a lui.
Il primo aveva i capelli biondi corti, mentre il secondo i capelli lunghissimi e blu. Le forme del buio iniziarono a muoversi, cambiando continuamente, finché non decise di mostrargli chi fossero quelle due figure. Akinori e Akio. Non potevano esserci dubbi, pure i fantasmi nascosti negli angoli della stanza, inquietanti e orribili, gli urlavano di sparare. Erano i suoi obiettivi.
Fu molto spietato e diretto. Prese la mira e sparò alle due figure, ai due bastardi.
Di fretta lo trascinò dentro la stanza del biondino, la più vicina, cercando di essere veloce prima che potessero vederlo qualcuno - non era in grado di affrontare Hiroko incazzata e in lutto per i suoi poveri amichetti.
Gli sembrava tutto fin troppo bello per essere vero. Aveva appenna ucciso gli Aki e poi sarebbe toccato anche alle due biondine. Era solo a metà del suo obiettivo, ma fu lo stesso contento, finché non si rese conto che quelle due figure in realtà erano di Nori e Yumeri. Fu quell'attimo di calma, di presunta pace e di silenzio da parte dei morti viventi, a fargli riprendere quella poca lucidità che bastava per distruggere quell'illusione. Le forme cambiarono, mostrandosi per quello che erano veramente, e come avesse appena ucciso due persone innocenti con le sue stesse mani.
Aveva fallito dinuovo. Dinuovo. Dinuovo. Dinuovo-
Bussarono alla porta. Forse meglio dire cercarono di sfondarla.
Il mastermind usò il proprio corpo - e quello dei cadaveri - per tenere bloccata la porta. Le voci, le urla, gli insulti e l'odio non solo dei suoi compagni, ma di tutti quelli che aveva visto quella sera, ritornarono più forti di prima.
Non era più preoccupato di farsi scoprire da Hiroko, ma da tutti gli altri e subire in prima persona le sue stesse esecuzioni crudeli. Aveva paura di morire, non potendo più realizzare il suo volere, lo stesso di Shinobu e Kazuya, lasciando che questo governo di disperazione potesse andare avanti ler chissà quanto tempo.
Aveva fallito. Dinuovo. Dinuovo. Dinuovo-
Smisero di sbattere contro la porta, andandosene via. Kazuto potè chiude la porta appena trovò la chiave dell'inventore - più guardava il caos di quella stanza e più gli saliva la voglia di sistemare tutto - e doveva solo occuparsi di quei corpi. Cercava di ritornare nella vecchia illusione, però non ci riuscì, costretto a vedere da quel momento in avanti la cruda.
Il suo corpo agì da solo. Buttò nella vasca e usò l'acido cercando di nascondere lo sbaglio, inutilmente, perchè non bastava per sciogliere i colpi. Per quanto il volto potesse essere rovinato, si sarebbe capito la differenza, e fece uscire l'acqua sperando che lo sporco, il sangue, avrebbe nascosto il resto delle forme.
Sentendo altri botti, spense l'acqua e la pistola la buttò nella vasca distinto, non sapendo in quale altro posto poteva nascondarla. Mica poteva tenerla con sè nell'armadio di Akinori - un incubo simile a quelli che la droga o la pazzia gli aveva causato.
La storia poi la sapete, Kazuto riuscì solo a sentirla a malapena. Appena ci fu abbastanza casino e sembrava che tutti fossero arrivati nel bagno, uscì dall'armadio per raggiungerli.️️ Lo fece solo per non risultare sospetto, se fosse per lui sarebbe rimasto dentro all'armadio per tutta l'eternità dalla vergogna.
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Sapeva quello che stava succedendo.
Almeno su questo aveva la minima conoscenza e controllo.
Senza guardare, con gli occhi chiusi e coperti con la mano, lui sapeva già chi era incazzato, chi confuso, chi deluso, chi tradito, chi offeso e infine chi elaborava ancora quella nuova informazione, per poi reagire come tutti gli altri. La gente era unica, ma allo stesso tempo così uguale tra di loro, seguendo i soliti codici e i soliti movimenti. Poteva sentire sulle proprie spalle lo stesso sguardo che avevano visto rivolto ad ogni assassino ed ad ogni talpa. Lo stesso sguardo che per tutto il tempo l'aveva visto da esterno, rivolto ad altri, e non credeva fosse così tanto pesante. L'unica cosa che non aveva predetto era che avrebbe fatto così tanto male al suo cuore
Ammise a se stesso che li guardava anche lui nello stesso modo, per nascondersi, per abbassare ogni sospetto fino all'ultimo, finché non arrivò il finale. Conosceva bene ogni comportamento di un qualsiasi partecipante, non fu così difficile intepretarne uno per questa stagione. Fu però difficcile non finire per provare quelle sensazioni per davvero e dal dolore al petto poteva dirsi che aveva fallito.
Con tutte le stagioni che aveva visto, studiato e gestito, ormai aveva perso il conto delle volte in cui aveva visto concorrenti arrabbiarsi, spaventarsi, rimanere confusi. Loro sarebbero dovuti essere solo uno dei tanti, ma qualcosa cambiò totalmente la situazione e non ne aveva il controllo.
Esperto del settore, poteva immaginarsi alla perfezione il turbinio di pensieri e d'odio che avevano gli altri su di lui. Non li biasimava. Avevano ragione. Dopo tutto quello che avevano passato assieme, era un brutto colpo basso per alcuni e per altri solo l'ennesimo evento orribile di quella vita ormai a terra.
Ma non poteva scusarsi, non poteva fare molte cose. Si chiedeva se aveva ancora del potere dentro la sua stessa villa o fosse diventato una pedina come tutti loro appena decise di partecipare pure lui.
Nonostante questo monologo interiore molto pacato, era ancora sotto un tornado di ansia e di panico, gli stessi che lo facevano affogare, gli stringevano gli organi, e gli impedivano di rilassarsi veramente. Mentre raccontava il suo più grande errore di tutta la sua breve vita riuscì solo a mostrarsi calmo, ma dentro di sè era un turbine di emozioni e sensazioni travolgenti. Doveva reagire. Doveva fare qualcosa. Non poteva permettersi di perdere ancora di più la testa, doveva mantenere il controllo per parlare razionalmente.
Così da poter controllare per un ultimo istante la sua immagine.
Così da poter avere per almeno una volta il controllo della situazione in tutto quel casino.
Una mano si stacco dal podio per appoggiarsi sul suo volto, coprendo gli occhi che iniziarono a far uscire timide e ipocrite lacrime. Non credeva di star piangendo proprio adesso. Lentamente la mano coprì solo metà faccia e le dita si aprirono mostrando l'altro occhio. <Sono Kazuto Yamazaki, il "lxi" tanto misterioso, colui che dirige Macabre Dance da anni, il tutore legale di Sally> appena nominò il nome della figlia la voce gli si spezzò in gola assieme al fiato, rovinando la serietà e freddezza che per miracolo era riuscito a mantenere <sono io il Mastermind...ma ricordate, sono tanto vittima di quei cani bastardi quanto ognuno di voi>
Hiroko non riuscì a trattenersi a quelle parole finali, le sue mani iniziarono a tremare e non si fermarono finché non diede un pugno in faccia a quel pezzo di merda.
Fu molto veloce, nessuno riuscì a fermarla e infondo nessuno lo voleva fare, lasciandola fare. Il mastermind fece dei passi indietro, stava quasi inciampando sui suoi stessi passi e si coprì il naso rosso, che perdeva già sangue assieme al labbro. Non ci andò per nulla leggera. Il podio su cui si teneva poco fa non riusciva a dividerli, la biondina lo prese per il colletto e lo avvicinò a sè, facendo battere i suoi fianchi contro il legno spigoloso e pesante. Avrebbe continuato a fare altro ma venne zittità da un fischio, una specie di richiamo per dei veri e propri cani <Hiko Hiko torna qua su su!>
Ella però restò ferma, tenendo stretta la camicia di Kazuto, fortunato che c'era il colletto al posto del collo o non starebbe già più in questo mondo <Hiroko...vieni subito qui o sarai te a ritrovarti con un naso rotto> stava ancora ferma, con un sottile fare di sfida nei suoi confronti che la fece sorridere divertita <preferisci che sia Akio ad averlo? O gli spezziamo il braccino? Oppure preferisci il collo stesso?> non poteva chissà quanto ribellarsi, fare di testa sua e dipingere il volto dello stratega di rosso ignorando ogni suo ordine, sapeva fin troppo bene che le sue minacce potevano diventare benissimo vere e solide realtà. Lo desiderava così tanto, non aveva mai sopportato quella società e governo di merda di cui era schiava, e poter finalmente sfogarsi su essi era un opportunità che non poteva perdere.
Junko non era diversa da loro, non la amava e adorava, ma aveva effettivamente potere sulle loro vite. Lasciò la presa, ritornando al suo posto, senza smettere di guardare male Kazuto.
<non ci posso credere...> la giovanissma acrobata si coprì il volto con le sue delicate mani, come se stesse per scoppiare a piangere e volesse nascondersi. Aveva la voce rotta, agli occhi di tutti sembrava rivedere la Elviira dei primi trial, dolce e bimba, non ancora del tutto presa e contaminata dalla rabbia della morte di suo fratello. Elviira prima della tragedia che tutti sentivano il bisogno di proteggere e non far piangere quel dolce sole. Il cuore del traditore si strinse a vederla così <non ci posso credere che ho perso l'opportunità di essere io la prima a prendere a cazzotti la tua faccia di merda!> purtroppo quell'Elviira non ritornò, era morta assieme a Roza, uccisa brutalmente e lasciata congelare. Si scoprì il volto solo per mostrargli quanto fosse incazzata.
<HAI FATTO TUTTO TU! EPÄONNISTUNUT! ASSIEME A QUEI PASKIEN POJAT DI AKIO E AKINORI! Ci hai illusi! Ci hai ingannato! Ci hai traditi per tutto questo tempo!> al solo pensiero che si era pure preoccupata per lui quella stessa notte e temeva potesse farsi male, che si stesse pure dando la colpa, la faceva incazzare di più <IO NON POSSO CREDERCI CHE VOLEVO TENERE AL SICURO IL MASTERMIND DI STA MERDA>
Jun'ichi non pensava che avrebbe mai concordato così tanto con Elviira e che si trovassero nella stessa situazione. Non riusciva credere di aver voluto bene al mastermind ed avesse desiderato di tenerlo al sicuro assieme a Jun. Non riusciva a credere a quello che sentiva, anche dopo che lo stesso Kazuto lo avesse espresso nel modo più esplicito possibile. Non voleva crederci. Aveva bisogno che lo ripetesse così tante volte da riuscire ad anticiparlo. Stringere la corvina tra le sue braccia non serviva solo per tenerla ferma a finire il lavoro di Hiroko, era anche per il suo fragile cuore senza più uno scudo che lo protegesse.
Guarda Kazuto come se fosse uno sconosciuto, ma sapeva che non lo era.
Egli era la persona dai primi giorni era sempre stata con lui, fin da quando c'era il simpatico gruppetto di loro due con Shiro e Yumeri. Erano vividi nella sua mente le litigate a monopoli. Amari ricordi che facevano ancora più male del solito. Sarebbe rimasto solo lui di quel gruppetto? Davvero?
Egli rimase anche quando aveva ucciso qualcuno lì dentro e aveva mostrato la scia di sangue che si portava dietro da tutta la sua vita. Ovviamente, era la stessa striscia che pure lui aveva. Rimase fino ad oggi, quando poi erano rimasti solo loro due e Jun, con un simpatico cactsus che verrà dimenticato.
Aveva visto la parte più fragile di quel ragazzo sconosciuto, che era il mastermind, conosceva le sue urlarla ricche di disperazione per non riuscire a trovare un modo di uscire dalla villa. Perché non riusciva a salvarli. Aveva cercato di calmarlo, di essergli d'aiuto e mostrargli che poteva essere una brava persona anche con le mani sporche di sangue. Dopo aver passato così tanto tempo con una persona che non l'aveva mai abbandonato e con cui sentiva di essere incredibilmente affine... faceva male accettare che ti avesse ingannato e mentito per tutto questo tempo.
Si chiedeva cosa ci fosse di reale nel loro rapporto.
Si era sentita allo stesso modo pure Shiro?
Kazuto è il msstermind. Non poteva avere senso questa affermazione. Kazuto è il mastermind. Non poteva essere vera questa affermazione. Kazuto è il mastermind. Non poteva esistere, era così irrazionale e senza alcun motivo. Kazuto è il mastermind. Non poteva...non poteva...non poteva e basta. Non c'erano spiegazioni perché non c'erano e basta. Non poteva esserci una giustificazione per questo tradimento. Non poteva accettare che il mastermind dovesse essere una persona a cui era molto affezionato.
Strinse Jun più forte, senza farle dal male, soffrendo più del previsto sentendola singhiozzare e tremare tra le sue braccia.
Perché? Perché tra tutti proprio lui?
Forse era il karma che si vendicava per tutti gli innocenti che aveva ucciso in passato e di cui era rimasto per anni impunito? Per la morte di Hannes e Roza che continueranno a perseguitarlo finché non avrà la giusta punizione per il suo egoismo? Era Nicolas che voleva farlo soffrire, geloso che fosse ancora vivo? Non bastava essere loggorato dai sensi di colpa per la vita indegna che aveva vissuto, e dalle conseguenze delle sue azioni, pure il karma doveva intervenire per rendergli ancora più difficile il suo percorso di redenzione senza fine e senza gloria?
Perché? Perché tra tutti proprio lui?
<tu...lurido figlio di puttana...tu...volevi ucciderci? Volevi ucciderci per salvare tua figlia?!> la corvina urlò tra le braccia del mafioso pentito, avvolta nella sua stessa disperazione e dolore, sfogato però in un modo più aggressivo. Kazuto - era lui il lurido figlio di puttana - stava in silenzio, non riuscendo a trovare il coraggio di risponderle a quella domanda senza essere brutale. Esatto, volevo salvare mia figlia.
<E HAI PURE FATTO SCHIFO! NON SAI FARE VERAMENTE UN CAZZO!>
<hai ragione non riesco a fare nulla di buono> riuscì però a dire quelle parole, lasciandosi nel palato tanta amarezza <da proteggere mia figlia> guardò Sally, che invece non ricambiò, rifiutandosi di girarsi verso di lui e aumentare il conflitto nel suo cuore tormentato tra l'odio e il bene verso quell'uomo che voleva salvarla sacrificando altre vite al suo posto. Non riusciva né a odiarlo né a volergli bene <a liberare il mondo da persone di merda e che lo corrompono> si girò a guardare il trono con la regina e i suoi tre cani, scambiandosi con quest'ultimi veloci sguardi d'odio <io non avevo intenzione di fare più male a nessuno. Dico sul serio...io volevo solo salvare questo mondo>
Kaoru si lasciò sfuggire una leggera risata, molto breve e subito contenuta. Non sembrava neanche più un pazzo ma un esplice esaurito o isterico che non ne poteva più di tutto e tutti. Era meglio ridere che incazzarsi, urlare e piangere. <facendo dei fottuti killing game e rovinando le vite delle persone!? Wow complimenti! Vedo che qui dentro avete uno strano modo di aiutare le persone! Ovviamente che fallite nel farlo!> fulminò con lo sguardo Akinori, nonostante stesse parlando allo shinigami, e il biondino distolse lo sguardo in un secondo. Si erano capiti ed era riuscito a colpirlo dritto al cuore in pieno.
<no...no no no! Assolutamente no! Io sono dalla vostra parte, quella dei buoni e dei giusti!>
<lo sappiamo, abbiamo visto le foto> Shou si fece nuovamente sentire, rimasto in silenzio ad ascoltare tutti quanti, non sapendo nemmeno lui come riuscisse a rimanere così contenuto. Era il terzo tradimento, ci aveva preso davvero l'abitudine e stava diventando indifferente a riguardo? O forse sarà perché nella sua testa frullavano tantissimi pensieri, collegando punti in continuazione <ciò non cambia che siamo qui in un tuo gioco e ci hai fatto uccidere tra di noi! Per non parlare cosa hai fatto a tutto il resto del mondo in passato!>
<lo so che è anche colpa mia, ho fatto degli errori molto gravi...per questo voglio correggerli> egli si portò una mano sul petto, nel lato del cuore, proteggendolo e stringendolo metaforicamente. Era così convinto e lo si poteva leggere nei suoi occhi. Era così spaventato e nel panico, pieno di agitazione, lo si poteva leggere nei suoi occhi. Due stati tanto contrastanti ma riuscirono entrambi ad essere presenti allo stesso momento nello stesso corpo.
Credeva veramente di star facendo la cosa giusta, di essere dalla parte della ragione e di starsi redimendo perché stava facendo la rivoluzione. Credeva con tutto sè stesso di essere il migliore e il buono della situazione. Credeva sul serio di essere l'eroe della storia, non più il cattivo come un tempo grazie ai suoi nobili obiettivi e il suo nobile animo. Credeva veramente nelle sue convinzioni e parole <basta fare una sottrazione molto semplice: eliminare gli elementi pericolosi e dannosi per il mondo per portare la possibilità di un cambiamento positivo! Via Junko. Via i suoi cani e le armi. Via la disperazione. Tutto nuovo! È il minimo che possa fare per risolvere le cose>
L'unica cosa di cui era sicuro era l'essere meglio di Akinori, Akio e Hiroko. Era un passo in avanti a loro verso la luce dolce della redenzione, solo su questo, per il resto erano sempre ad un passo avanti a lui. Era meglio di loro tre. Era disposto a tutto pur di realizzare questo cambiamento non solo della sua persona, ma dell'intero mondo. Era meglio di loro tre. Uno dei motivi fondamentali per cui voleva fare tutto sto bordello, anzi, il motivo fondamentale, era dare una vita sana e felice a Sally. Ci teneva a lei. Era meglio di loro tre. Dopo tutta la sofferenza che aveva vissuto, dopo tanta morte, tanto odio, tanto dolore, questo era il più grande regalo che potrebbe farle in tutta la sua vita: un mondo perfetto in cui vivere e crescere. Era meglio di loro tre <ci abbiamo provato io e i miei comagni...e abbiamo fallito inizialmente...io ho fallito. Per questo decisi di fare questo killing game con i cani della regina per ucciderli qui, nel mio campo da gioco>
Mentre parlava, il Birdwatcher corvino notò che Hiroko gli stava facendo il verso con le mani, facendo quasi scoppiare a ridere entrambi i maggiordomi ai suoi lati. Meglio ignorarli, non è il momento per questi idioti e per ste cazzate <...allora perché hai aspettato così tanto tempo, così tanti morti prima di agire? Perché hai aspettato così tanto prima di prendere una fottuta pistola e decidere di ammazzare quei tre!?>
Perché...si vuole sempre sapere il perché...si fa sempte la solita domanda...si aspetta sempre che dall'altra parte si dica la verità per questo perché...ed era così difficile rispondere sinceramente quando neanche tu riesci ad ammetterlo ad alta voce <perché...> io sono un codardo. Un patetico e pietoso codardo. Senza coraggio e senza forza <perché io...> sono un codardo. Con la paura, l'ansia e il panico come migliori amiche, sempre presenti. Con la coda tra le gambe <perché...> io sono un codardo. Così tanto codardo da non riuscire nemmeno ad ammetterlo a tutti voi. Così tanto codardo da essere una vergogna <io... io...> io sono un codardo Shou. Mi dispiace ma è questo il motivo <...io non ho mai avuto lo stesso coraggio di Kazuya e Shinobu> io sono un cordardo.
Non era passato neanche così tanto tempo dalla loro morte, eppure fece lo stesso effetto di sentirli nominare dopo anni e anni. Kaoru più di tutti gli sembrò pure che il sangue lx fosse congelato tra le sue vene e le arterie. Shou comprese subito cosa intendesse, ricordandosi del sogno che aveva fatto. Tre persone avrebbero ucciso i tre cani. Shinobu aveva Akinori, Kazuya aveva Akio...e il tutore di Sally aveva Hiroko...lxi era Kazuto. Non si stupì quindi che questi tre lo guardarono seri e cupi, facendo emergere dalla loro memoria quella notte. La notte che detta da Kichirō dovevano morire ma così non fu. Il castano continuò a parlare ignorando le loro reazioni <ho convinto loro due a sacrificarsi per questa causa e a tutti i miei amici di rinunciare a tante cose, dicevo di essere pronto a sacrificare tutto...ma questo non era vero. Non sono capace di fare nulla...neanche di cambiare e distruggere quello che era diventata la mia quotidianità>
Era così patetico e stupido.
Desiderava così tanto rivoluzionare il mondo attorno a lui, che poi veniva bloccato dall'idea di distruggere la vita che conosce perfettamente.
Era però veramente difficile.
Se non sapeva ancora cosa succederà successivamente o come comportarsi, si sentierà molto confuso, pure spaventato da questo futuro incerto, come lo era stato in tutto questo killing game. Sà perfettamente che lo deve fare ed era la cosa migliore, ma aveva comunque paura di cosa avrebbe affrontatp di imprevedibile. Niente certezze. Niente appoggi. Niente sicurezze. Niente di niente. Doveva buttarsi nel vuoto senza sapere cosa si sarebbe ritrovato infondo. Aveva paura.
La rivoluzione iniziò grazie a lui e il suo essere un bravo politico, era riuscito a convincere tutti tranne lui stesso a fare questo salto nel vuoto. Non era riuscito a fare nulla di buono perché aveva paura...come i tre poveretti schiavi della regina che non si erano mai ribellati per questa maledetta paura che riesce sempre a bloccarti.
Infondo non era meglio di loro. Era identico a loro. Pretende e si convince di non esserlo, nascondendo la verità.
<se ho agito adesso era perché non ero lucido...e sempre per questo ho sbagliato> si rese conto che non aveva finito di rispondere a Shou, continuando quello che ormai era diventato un noioso monologo <da solo non so fare nulla...questa è la realtà. È più facile prendere grandi rischi quando si ha degli alleati di cui ci possiamo fidare e dire tutto senza alcun problema...ma questi alleati io non li avevo più>
<e chi erano?> chiese Shou.
Il mastermind girò la testa verso il posto riservato all'artista traditrice, ora occupato da un quadretto con la sua faccia e una croce rosa a coprirla leggermente. Lxi è mortx. Ma questo lo sapeva già da tempo, aveva impresso nei suoi ricordi l'immagine del suo cadavere con un buco nel petto, senza più un cuore e al suo fianco il suo amato che non smetteva di urlare, piangere, portato via dagli altri due cani. Lei fu la prima a morire come fu tra i primi ad unirsi al suo assurdo piano di ribellione. Se era morta era per colpa sua, era lui che aveva deciso di coinvolgerla in un piano suicida. Davvero l'amore può arrivare a tanto? Non credeva veramente che provassevad ucciderlo, o che l'altro rispondesse con la morte. Davvero si preferisce uccidere il proprio amore invece di perderlo? Non credeva che lo desiderava così tanto da poterlo uccidere al suo rifiuto di unirsi a lei.
<Shinobu era morta quando aveva provato a fare fuori quel malato di testa che amava come un idiota. Venne uccisa da lui stesso, strappandole il cuore come aveva fatto con Chunami> ignorava chiunque fosse lì presente appena rivelò il mistero di Shinobu. Teneva lo sguardo sulla sua compagna morta e sentendo il dolore del lutto passato e mai dimenticato fargli male al petto, era sempre rimasto negli abissi del suo animo. Le era sempre sembrata così familiare, così simile alla sua amica deceduta e gli sembrava assurdo vederla viva dinuovo, ridere dinuovo, persa per il suo assasino dinuovo. Soprattutto vederla morire dinuovo e non poter fare nulla, era arrivato troppo tardi. Dinuovo.
Ignorava anche Akinori, pieno di rabbia e di tristezza a sentire semplicemente nominare quella fanciulla che gli aveva rubato il suo di cuore. Non gli serviva che qualcuno gli narasse la vicenda, se la ricordava perfettamente come se fosse accaduto l'altro ieri. Se non era corso pure egli dallo shinigami era per gli occhi di Kaoru fissi su di lui, bloccandogli pure il respiro. A Kazuto poco importava, continuava il suo monologo e il suo viaggio tra i ricordi vaghi dei suoi compagni deceduti <...poi ho scoperto con voi che sempre sempre lui, quel cane, ha costruito un androide con le stesse sembianze e caratteristiche di Shinobu! Infatti ti ha tradito dinuovo per i suoi compagni!>
Il solo pensiero del suo omicidio, lx faceva venire una forte nausea ed era tutto finto. Il cuore tra le sue mani rosse era finto. Ilx fanciullx si chiedeva se anche lui da quel giorno sentiva le sue mani continuamente sporche di sangue o sentiva il peso leggerissimo del cuore che aveva appena tolto ad una persona cara. Un cuore vero, di carne e di sangue, di muscoli e di cellule. Un cuore che batteva veramente e di un vero essere vivente, di carne e ossa. Se provava a immaginarsi una scena simile, mettendosi al suo posto, la nausea saliva di botto e le mani tremavano sotto il liquido viscido che colava su di esse. Le stesse mani che l'avrebbero costretto a fare lo stesso. Ridendo. Scherzando. Come lui, non riusciva più a reagire alla vita se non ridendo come un matto.
Lo stratega, la mente del gioco, guardò da tutt'altra parte, girandosi di scatto verso il posto segnato da un pannello di Kazuya. Erano leggeri, frivoli e passati, il ricordo del suo violino che suonava nei loro incontri ribelli. Segnati da qualche piccolo errore umano, che non lo rendeva perfetto come Ultimate così tanto simile a lui - una presa in giro dell'universo per i senza talento come loro. Gli fece più male rivedere quel volto segnato rispetto a quello della fanciulla, perché fino a qualche giorno fa non sapeva che erano la stessa persona. Lui era morto. Questa volta davvero.
Era stato un miracolo se quella sera fosse riuscito a scappare dai cani vivo, rifugiandosi nelle sue stanze e vedendo accolto dalla brutta notizia della morte di Shinobu. Erano rimasti solo loro due di quel trio che aveva dato inizio a tutto quanto. I più legati a questo sistema furono gli stessi a volersi rivoltare e cambiare tutto. Eppure la sua esistenza in questi giorni era stata messa in dubbio, non riuscendo a ricordare il volto di una persona così importante nella sua vita. Quel violinosta traditore ritrovato nel suo gioco era così simile, troppo familiare per essere un caso. Più di tutti gli altri, gli fece veramente strano sentire dalla sua bocca ricordi identici del suo amico. Come poteva essere possibile? La risposta venne troppo tardi, quando ormai era morto. Non sarebbe più tornato da lui per piangere alla morte di Shinobu.
<con Kazuya...c'era una situazione strana. Dopo l'ultima esecuzione provai a chiamarlo, ma non rispondeva più...e molto probabilmente perché era la nostra cara talpa...erano la stessa persona. Per questo si ricordava di aver cercato di uccidere Akio. Per questo non mi rispose. Per questo come per tutti gli altri shinigami che erano ancora vivi, non mi ricordavo di lui. Non lo riconobbi subito se non all'ultimo, quando ormai non potevo più fare nulla. L'avevo lasciato dinuovo tra le grinfie di quella drogata sadica.> alle parole del castano dai ciuffi verdi, Akio strinse i pugni pronta a tirarli contro di lui come voleva fare la biondina che lx bloccò in tempo. Lx strinse in un abbraccio da dietro, il suo petto si stava muovendo velocemente cercando di darsi una calmata <l'avevo lasciato solo contro tutti perché pensavo potesse essere mio nemico! L'avevo lasciato solo mentre quelle stronze lo stavano distruggendo e rendendo dinuovo una loro marionetta fedele! Ma alla fine è stato tutto inutile, niente cambia e tutto si ripete...speravo solo che questa volta al posto di Goro fossi te a morire>
Davvero l'amore può arrivare a tanto?
Se solo avesse capito prima la situazione, sarebbe riuscito a fare qualcosa di buono e portare entrambi dinuovo dalla sua parte. Davvero si preferisce uccidere il proprio amore invece di perderlo? Purtroppo era arrivato in ritardo e l'avevano lasciato solo.
<Nessuno dei due si ricordava nulla di me, di noi, di quello che volevamo fare...se non frivoli ricordi in forma di sogni...erano i due più vicino a me dopo tanto tempo...> si chiedeva se effettivamente qualcuno lo stesse ancora ascoltando, gli faceva strano non venire interrotto così spesso <poi nessuno dei altri shinigami si fece vivo...> il silenzio iniziava a fare più male che bene alla sua mente <non potevo neanche affidarmi a voi...per ovvi motivi- non avreste capito e non potevo fidarmi a dei quasi sconosciuti in una situazione così ambigua. Avevate sogni di cose che non dovreste sapere! Di cose che solo loro potevano sapere...> il silenzio iniziava ad essere quasi più rumoroso della loro voce <ero completamente da solo->
Finalmente ricevette un'altro colpo, uno bello schiaffo in faccia da parte di Jun in lacrime, libera dalla presa di Jun'ichi.
<COGLIONE!> la corvina gli tirò un'altro schiaffo <COGLIONE!> poi un pugno in pancia. Voleva fargli provare lo stesso dolore che avevano causato le sue parole. Si sentiva malissimo e soprattutto ingannata nel profondo <INUTILE FALLITO RACCOMANDATO DEL CAZZO!> aveva bisogno di essere cattiva, di farlo piangere dalla sofferenza che i suoi calci gli creavano. Lo buttò a terra e lo colpì sempre allo stomaco <NOI PER TE NON SIAMO MAI STATI UN CAZZO?!> si sentiva tradita, usata, e soprattutto stupida. Un'idiota ad essersi affezionata ed essere caduta nella sua trappola <MI FAI SCHIFO> non voleva più sentirlo <CREDEVO CHE FOSSIMO AMICI!> ma il suo silenzio dopo le sue urla fece male quanto il suo intero discorso da matto.
La fanciulla si girò verso Junko con tutto il suo corpo, lasciando in pace il ragazzo sdraiato a terra in posizione fetale e ridicola <VOTIAMO!> le disse senza abbassare il tono della sua voce.
La sua impulsività non li mise nei guai, ma fece ridacchiare la biondina sul trono che mangiava pop corn apparsi per motivi comici e televisivi <un attimo...non vi ricordate del nostro accordo?> fu la sua risposta, divisa dai vari pop corn che con tranquillità lanciava e prendeva al volo con la bocca <dovete dirmi il perché...> piccola pausa, ottima mira <perché di questo gioco> un'altra, perfetto <perché siete qui?> sempre perfetto <la verità non arriva da sola, si fa cercare e desiderare> la quarta volta sbagliò, facendolo cadere sulla testa dell'inventore.
Ci avrebbero messo poco no? Bastava chiedere gentilmente al mastermind di raccontare tutto...come non fece Shou <dai Kazuto, parla in modo coinciso e breve, così ci leviamo dai coglioni>
<io...in realtà non so molto>
<COSA!?> dissero praticamente tutti in coro sentendo la sua risposta così timida e debole, rendendolo quasi infantile e stupido agli occhi dei suoi compagni <non sarà una scusa per salvare tua figlia vero?> chiese la truffatrice senza tatto, ancora incazzata e il suo sguardo lo bloccò, togliendogli dalla bocca ogni parola <Kazuto puoi smetterla di stare zitto!? Ammettilo che è una cazzata!>
Ad interrompere nella scena con una risata fu sempre la nostra cara regina Junko, senza più pop corn e bella composta sul suo trono, coprendosi la bocca per contenere la sua risata <oh che peccato! Un vero peccato! Dovrete aiutare il vostro amichetto...anche lui ha problemi di memoria come voi!> i suoi occhi robotici, realistici da far paura, si posarono sul traditore <vero Kazuto?>
<si. È vero> gli dava fastidio darle ragione, ma fu quasi costretto se non voleva beccarsi un'altro cazzotto da parte di Elviira o di Jun per il suo fallimentarie modo di evitare le domande scomode <è tutto così confuso pure per me...ma in modo diverso da voi, non è come avere due vite, mi mancano solo dei pezzi...> fece una piccola pausa per prendere il suo e-handbook e accenderlo davanti a tutti. La presentazione era normale e identica alla loro ma andando a vedere i dettagli sul possessore, c'era in realtà scritto "inesistente" nella sezione del talento <non ci sono ricordi di altri...il Kazuto che avete conosciuto, Ultimate Strategist, era solo un mio personaggio, un identità fittizia che ho messo nei datbase della Future Foundation per questo giorno...per fingermi uno di voi>
Kazuto non era mai stato uno di loro fin dall'inizio, era sempre stato un semplice e comune studente.
Se proprio non doveva ricordare qualcosa, sperava che fosse la sua patetica vita, ma essa era anzi più vivida e più chiara del normale.
Kazuto era il miglior alunno della sua classe, tutti - grandi e piccini - lo riempivano di complimenti e di meriti, dicendogli che da grande avrebbe potuto fare grandissime cose.
Pure i primi anni della scuola primaria, così lontana, erano ben impresse nella sua testa e nulla mancava in appello. Ogni momento memorizzato alla perfezione.
Quando scoprì cos'erano gli ultimates era piccolo e divenne un punto fisso per lui. Il suo unico obiettivo di vita, l'essere migliore di tutti, non solo della sua classe.
La sua mente non aveva intenzione di dimenticare il momento preciso dove tutta la sua vita andò a puttane, portandolo fin qui in un processo per due omicidio e al governo di una dittatura fatta da terroristi.
Iniziò a prendere ancora più seriamente lo studio, anche aggiungendo informazioni trovate per conto suo in biblioteca o sull'internet per prendere voti ancora migliori, complimenti dagli insegnati e attirare l'attenzione dei adulti. Non si fermò qui. Si mise pure a ricercare i parametri di valutazioni del talento e come venissero cercati gli ultimates, così da essere preso pure lui. Dai 12 anni cercava in tutti i modi un'attività in cui fosse incredibilmente bravo, di una bravura innata.
Non era l'unico. Tantissimi bambini come lui si rovinarono l'infanzia per raggiungere un traguardo che a solo pochi prescelti era concesso attraversare e tutti gli altri rimanevano indietro, nell'ombra. Tutti i suoi compagni che l'avevano accompagnato nella sua rivoluzione ebbero una storia simile. Comuni studenti illusi.
Provò con gli sport. Ottimo lavoro di squadra, le regole le sapeva tutte e non era neanche il meno atletico.
"Ma..." Diceva ogni singolo coach quando chiedeva pareri della sua missione "ti manca quella scintilla. Vivi meglio se punti più basso figliolo".
Lo sport non era mai stato il suo asso nella manica in ogni caso.
Poteva puntare su altro.
Così come il ballo.
E la musica.
E la matematica.
Ed evidentemente non era abbastanza creativo per le forme d'arte.
Ottenne sempre la solita risposta.
Non era adatto per fare nulla, era un comune essere umano come il resto dell'umanità. Non importava quanto lui e tutti gli altri si impegnassero, non erano mai i migliori...solo abbastanza.
Si sfondava in attività su attività, si distruggeva mentalmente e fisicamente per essere sempre al massimo su tutto, ci metteva tutto sè stesso, finendo per capire la teoria ma non aveva mai la "giusta scintilla".
Condannati ad essere gli eterni "bravi" ma mai i "migliori".
Questa fu solo uno delle sue tante fissazioni, forse era pure impazzito per questa faccenda.
Riordinare i libri della libreria più volte in un giorno era diventato un rituale per prendere il massimo dei voti ad un compito. Funzionava.
Avere tutto perfettamente pulito significava avere la mente sgombra e automaticamente a portare ad un successo. Funzionava.
O forse era proprio nato pazzo.
Tutte le volte che questo non bastava, Kazuto diventava più rigido su questi piccoli dettagli e quindi tutte le volte che un capello era fuori posto andava strappato appena notato, così da non rovinare l'acconciatura.
I suoi genitori avevano un figlio malato, e nel suo caso loro non furono la causa di questa orribile malattia che portò il suicidio di molti studenti nelle scuole fin dalle elementari. Quelle due povere anime avrebbero preferito che il loro figlio vivesse una vita semplice, modesta ma per lo meno felice...come adesso desiderava per Sally e mai per sé stesso.
Un conto alla rovescia, l'orologio biologico si faceva sempre più sentire finché non arrivò alla fine e non c'era più tempo per lui.
Aveva ormai 14 anni, e non aveva nessun talento. Non era nemmeno il primo della classe o della scuola.
Ancora adesso sentiva la nausea ricca di frustrazione nel sentire parlare di coetanei o persone perfino più giovani che ricevevano quel titolo tanto desiderato quanto irraggiungibile per una nullità.
Non immaginava come si sentivano Kazuya E Shinobu, un comune violinista e una patetica artista, a vedere una persona quasi identica a loro riceve Ultimate al posto suo. Non furono gli unici e questa fu la sua unica fortuna, ciò non vuol dire che pure Kazuto era vittima della sua stessa invidia come loro. Da un governo di soli talenti ad uno di solo falliti non cambiava molto, faceva lo stesso schifo.
Diventò sempre più grande, diventò più maturo e realizzò quanto stupidamente elitarista fosse quel mondo di talento e di speranza, di quanto le parole di quella società così ottimista fossero amaramente troppo vaghe per un futuro stabile e portassero più distruzione che benefici all'intera umanità.
Sarà per questo motivo che si fece coinvolgere nella rivoluzione di Junko Enoshima sempre più rumorosa e da povero ingenuo ci aveva creduto che distruggendo la speranza avrebbe potuto avere la sua egoista vendetta o un mondo migliore. Bastò poco prima di vedere quanto tutto diventò peggiore dell'inizio, più si avvicinava a lei e aveva i suoi occhi adesso, più si rendeva conto della merda che avevano entrambi creato.
Voleva rimediare.
Voleva farsi perdonare.
Non lo avrebbe fatto riportando la speranza e l'estremo opposto del suo stesso governo, nero o bianco, ma portando la semplicemente normalità colorata da una scala di grigi. La libertà. La dignità. La parità. In un modo completamente utopistico e per quanto irrazionale era disposto a tutto per realizzarlo.
...
"Il Kazuto che avete conosciuto, Ultimate Strategist, era solo un mio personaggio"
Allora quanto di tutto quello che avevano costruito assieme era vero?
Fu questo il pensiero che distrusse i due corvini stretti assieme mentre il castano tornava indietro nel tempo, ripensando al suo passato che non avrebbe mai raccontato e sarebbe sempre rimasto a loro un mistero. Cosa sarebbe cambiato? Assolutamente nulla. Ormai era tutto rotto, aveva colpito troppo forte e troppe volte, i pezzi erano diventati troppo piccoli per poter far qualcosa.
Minuscoli granelli di sabbia.
Minuscoli granelli di sabbia che volevano via, assieme a tutte le risate, i sorrisi, i ricordi e i momenti passati assieme al fanciullo.
Minuscoli granelli di sabbia che si accummularono nella gola del mafioso impedendogli di parlare e lasciandolo in silenzio a ripensare ai giorni passati assieme a lui. Quanto erano veri quei sentimenti? Si chiedeva con impressa l'immagine di Yumeri e Kazuto mentre giocavano nel giardino assieme alla sua amata Shiro. Quanto erano veri quei sentimenti? Si chiedeva con impressa l'immagine di Jun e Kazuto mentre erano andati a trovare quest'ultimo per chiedere scuso con dei ridicoli biscotti e uno stupido cactus. Quanto erano veri quei sentimenti? Si chiedeva con impressa l'immagine di solo loro due a colazione dopo che aveva appena ucciso una persona e detto che era un lurido mostro. Non riusciva a dimenticare che lui sia stato uno dei primi a rimanergli vicino nonostante tutto e si rese conto adesso quanto fossero tremendamente simili. Due bugiardi. Due assasini. Due mostri.
Allora perché non riusciva a fare come lui e mettersi al suo fianco? Perché stava così male se aveva fatto lo stesso? Perché non riusciva a perdonarlo e dubitava così tanto delle sue parole? Perché? Non ne poteva più di questi perché in sospeso! Era stufo di tutto e il suo cuore in automatico dava colpa al castano. Al suo amico. Al suo compagno. All'unico che era rimasto affianco a lui fin dall'inizio.
Ma forse per Kazuto lui non era mai stato nulla...e pure tutto questo era un inganno.
<non ci posso credere...non ci posso credere che tu ci abbia mentito per tutto questo tempo...> la fanciulla fu la voce dei suoi pensieri, ed era pronta di farsi chiamare ipocrita per reagire in questo modo per una bugia. Lo sapeva che era la prima a mentire, la prima a ingannare, la prima a usare tantissime identità finte, però non con loro non l'aveva mai fatto. Con Jun'ichi e Kazuto non aveva più detto una menzogna, era stata la più sincera possibile ed era stata se stessa senza più nascondere nulla. Stessa cosa Jun'ichi. Tra di loro credeva che c'era la più assoluta onestà. Ma si sbagliava. Kazuto aveva continuato. Anzi. Non aveva mai smesso di recitare una parte.
Kazuto fece un passo in avanti e provò a camminare verso di loro, per quanto le sue gambe riuscissero a reggerlo per i dolori dei colpi della corvina. Lo sapeva cosa stessero pensando. Lo sapeva cosa stessero provando. Lo sapeva e questo loro dolore gli fece altro male, come se non fosse già messo male fisicamente e mentalmente. Si dovette fermare, non riuscendo ad andare oltre e si appoggiò al suo podio <sì, vi ho ingannato ma i miei sentimenti per voi erano veri...>
Jun sbattè un piede a terra, per poco non schiacciava quello di Jun'ichi <non mi prendere per il culo!>
<Jun dico sul serio...mi sono veramente affezionato a voi!> le disse portandosi una mano al petto, stringendo poi la camicia appena la fanciulla ruppè brutalmente il contatto visivo con gli occhi lucidi e un secco "fottiti".
La mano tremante del corvino più alto stringeva quella della scammer, cercando di darle con un semplice contatto conforto. I due fanciulli si guardarono nei occhi e non si rese conto quanto questo causò nella sua mano un tremore più forte <io mi sono veramente affezionato a te...>
Il cuore faceva male. Essersi aperto ai sentimenti umani gli aveva portato solo dolore e il corvino non si rese conto quante lacrime stessero scendendo lungo il suo volto pallido dopo le parole del finto stratega.
Solo Kazuto ebbe la forza di dire altro, ma non era neanche la briciola di quello che voleva veramente dire e di cui non trovava le parole giuste per esprimerlo. Non era capace a fare discorsi così sentimentali <su quanto tengo a te non ho mai mentito...> e voleva dire altro, si bloccò solo al suono di un debole singhiozzo di Jun'ichi. Tutto faceva male. L'amore faceva male.
Non era la prima volta che sperimentava questi dolori e capì perché si era sempre nascosto da tali sentimenti. Non era abbastanza forte per affrontarli senza una maschera o uno scudo, freddo e gelido.
<che cosa ti ricordi?> disse impassibile, andando dritto al punto facendo finta di aver ignorato le sue parole. Aveva dinuovo messo sul volto la sua classica espressione gelida per quanto fosse spaccata dalle lacrime.
Cosa si doveva aspettare? Doveva saperlo che il perdono sarebbe stato irrealistico...e soprattutto doloroso per il colpevole.
Kazuto guardò da un'altra parte, pensando di poter trovare un piccolo rifugio e un momento di pausa per far riprendere la mente, però i suoi occhi si incrociarono finalmente con quelli di sua figlia. Non avrebbe retto altri cinque minuti se si continuava così finché non lo avessero votato. Niente di lui avrebbe retto fino alla fine della sua vita.
Sally...la mia piccola stella...è tutta colpa mia se sei finita in mezzo a questo casino...
Come poteva un padre scegliere tra la sua vita assieme quella dei suoi compagni, la salvezza del mondo e la vita di sua figlia assieme a quella dei suoi nemici.
Sally...piccola mia...non doveva finire così...è tutta colpa mia
Non riusciva a vivere sapendo che sua figlia potesse rovinarsi in questo mondo di merda e diventare come loro, come lui, finendo per non sorridere più con dolcezza.
Era stato un egoista e per questo che è stato punito così, scegliendo se finire la sua missione uccidendo anche sua figlia e così il mondo sarebbe salvo.
Non riusciva a pensare ad una vita senza Sally ad illuminargli le giornate, non credeva che sarebbe mai andato avanti con la sua perdita.
Se stava zitto forse non sarebbero riusciti a scoprire la verità, sarebbe morto assieme a loro come il traditore che era sempre stato...Sally sarebbe viva...ma avrebbe continuato a sorridere e a ridere con dolcezza? Oppure sarebbe diventata come la donna seduta sul suo trono? E se stava zitto...forse Shou, Jun, Kaoru, Jun'ichi ed Elviira ci sarebbero arrivati lo stesso...Sally sarebbe morta lo stesso anche se stesse in silenzio. Doveva essere dinuovo egoista e scegliere lui per entrambi?
C'era veramente qualcosa che poteva fare per sua figlia?
C'era veramente un modo per salvare la sua stella?
C'era veramente un modo per poter vedere crescere la sua bambina?
O uno dei due doveva morire per forza quella sera?
<...papà...>
La bambina lo chiamò con un filo di voce, ed essere chiamato così fece più male di tutti gli sguardi dei suoi amici condannati a morte. Era sua figlia, il dono migliore che potesse ricevere dalla vita. Era sua figlia, una persona più preziosa che esisteva al mondo e che l'aveva spinto a distruggerlo per vederla sorridere. Lui era suo padre, non poteva non sacrificarsi per la sua vita.
Aveva gli occhi lucidi, stava per mettersi a piangere ma faceva la grande trattenendosi <cosa ti ricordi?> gli chiese con una voce tremante, consapevole che la sua risposta sincera avrebbe portato alla sua morte. No Sally ti prego no. Non farlo. Non farlo. La bambina sapeva che aveva un forte potere su di lui <puoi spiegarmi cosa succede?> no, Sally non posso, ti prego. La bambina sapeva che sarebbe riuscita a ottenere ciò che voleva da lui <perché tutto questo?> Sally basta, ti prego, ti prego lascia che faccia questo per te. La bambina sapeva che era responsabile di questo, come sapeva che nessuno si sarebbe mai sacrificato per salvarla se voleva dire che Junko avrebbe continuato a vivere. <perché mi hai tenuto tutto questo nascosto?> per questo la bambina voleva ricevere delle risposte prima di morire, insisteva, così da poter avere il cuore in pace sapendo che suo padre le aveva detto la verità e tutti si sarebbero salvati.
Prima parte del trial e del finale.
Non pensavo in realtà di dividere il capitolo finale ma vedendo quanto stava venendo lungo a metà scaletta ho deciso di dividerla ed evitare di correre verso la fine. Ma cercherò di non metterci troppo (scuola permettendo)! Tanto ho già la scaletta pronta, devo solo mettermi a scrivere e lo farò subito dopo aver pubblicato questo (dipenderà dall'orario - se è sera assolutamente no).
Finalmente ho buttato la prima bomba, aspetterò la seconda parte per lanciare il resto delle bombe 👀🎀
Vi aspettavate che fosse Kazuto la mente dietro a tutti? Alcuni avevano indovinato e temevo che la rivelazione rischiasse di essere scontata, ditemi cosa ne pensate stelle🥺💕
Vi attenderò al l'ultimo capitolo, al finale.
Ma i saluti finali li farò nel epilogo! Ma sa volete intanto farmi un commento anche solo di questo arc finale ne sarei molto contento 😼
byeee babies💕
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