𝓐𝓻𝓬 𝟔 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝟐 - l'ultima cena

"La serenità della mia vita è crepata"

-Cesare Pavese

Ore: 09:00 a.m __ Giorno 39 ____________
Luogo: sala da pranzo _________________

Nella villa stava prendendo il sopravvento l'anarchia.

Da quando i due maggiordomi non si facevano più vedere e Hiroko interveniva solo per ricordare i loro doveri, iniziarono a svegliarsi, a fare i vari pasti e organizzare la loro giornata in modo autonomo. BASTA SVEGLIA ALLE SETTE DI MATTINA! Nessuna fretta, nessuna campanella spacca timpani, e ognuno prendeva il proprio tempo per fare tutto con calma.
Tranne Shou.
Lui era costretto a combattere contro Reddie per poter dormire 5 minuti in più alla mattina ed ogni volta perdeva. Non perché si faceva battere, ma qlmeno smetteva di cinguettare e picchiettarlo in continuazione.

Si ripeteva in testa il discorso motivazionale di Yumeri. Rimanere in piedi nonostante ogni molecola che respirasse gli facesse ricordare momenti brutti e momenti belli, entrambi distruttivi. Desiderava davvero essere più forte, riuscire a non crollare e a non mollare quella piccola speranza nata la sera prima. La teneva stretta tra le sue mani non avendo un barattolo dove conservarla. La immaginava come una piccola lucciola e con essa aveva intenzione di guidare tutti, questa volta per davvero, mettendo da parte i suoi dubbi se fosse il suo ruolo o no.

Raggiunse finalmente la sala, facendosi attendere dagli altri per la colazione, poiché lui doveva prepararla con Jun.
La fanciulla gli regalò un occhiataccia di prima mattina e un caloroso buon giorno <C'MON C'MON! Stiamo morendo di fame principessa! Finalmente hai deciso di uscire dopo due giorni di meditazione?>
<buongiorno anche a te-> venne preso per il polso e trascinato via di forza dalla corvina. La stretta era fin troppo forte <COSA AVETE TUTTI DI PRIMA MATTINA!!>
<ABBIAMO FAME DUMBASS!! E ORA CI PENSI TE A STA COLAZIONE DI MERDA>

Non era il pasto così difficile alla fine. Jun stava un po' esagerato. L'unica sfida era il caffè ma ormai nessuno voleva più prenderlo da quando era iniziata l'autogestione se non quel masochista di Jun'ichi.

Fu veramente bello vedere che c'erano tutti quanti a mangiare, anche Kaoru che stava seduto vicino al mafioso.
Shou ne approffitò per riprendere la sua vecchia abitudine di osservare il mondo e le persone, soprattutto ora che erano in pochi e non doveva correre cogliendo solo dettagli superficiali.

Yumeri sembrava la solita di ogni giorno, dall'inizio del killing game, e gli lanciava qualche sorriso quando i loro sguardi si incrociavano. Conoscendo la sua parte più debole, il corvino non cadeva più nella sua facciata da "ragazza grande e forte che non ha paura di nulla", ma vedeva in modo più vivido una ragazza fragile, stanca e distrutta che teneva duro.
Ci voleva molta resistenza e forza d'animo per finire il suo tremendo uovo strapazzato fatto con amore e urla infuriate di Jun.

Il suo occhio cadde proprio su quest'ultima, sempre appiccicata a Jun'ichi, come una figlia con il proprio padre o una sorellina con il proprio fratello. La truffratrice non stava bene. Nel senso più letterale possibile- si vedeva che stava ancora soffrendo e subendo i colpi dal trial. Fallì nel suo tentativo di nascondere il suo dolore. Cercava un sostegno, un riparo, una casa sicura - come tutti lì dentro - e la trovò nel mafioso, in un'altro criminale che mostrava nelle sue espressioni sempre più sentimenti. Erano velature, piccolissimi dettagli, cambiamenti veloci. Non potevano immaginarsi un cambiamento radicale in un paio di giorni.

Al suo fianco si stupì leggermente nel vedere Kaoru, con i capelli sbiaditi e più giallastri. La frangia arcobaleno stava per sparire. Aveva due occhiaie da far paura e si tratteneva nel divorare come un animale ogni piatto che Jun'ichi gli metteva davanti. Un'assasino che aiuta un'assasino, alla fine perchè si sorprendeva così tanto che i due iniziassero a legare? Erano sulla stessa barca e Kaoru aveva proprio bisogno di un sostegno.
Se era difficile per lui innocente stare in quel tavolo assieme a tutti, non immaginava quanto lo potesse essere per Kaoru mangiare con i sensi di colpa alla gola e gli occhi di tutti puntati contro.

Quelli che facevano più male ai due erano quelli di Elviira e di Nori.
Non li guardavano spesso, ma quando lo facevano si poteva sentire la sofferenza dei loro cuori. Una vittima che aiuta una vittima, ma oltre a questo erano anche amiche, si sarebbero sempre sostenute a vhcenda. Erano sempre appiccicate, una al fianco dell'altra, stando nel loro mondo e sorridendosi dolcemente.

Infine arrivo il turno di Kazuto.
Solo guardandolo per un secondo gli saliva l'ansia per quanto lo stratega fosse ansioso già di suo. La tazzina di tè si agitava tra le sue mani, era certo che sarebbe caduta e forse il fanciullo sarebbe esploso dinuovo come nei giorni passati.

Ma lui non parlava. Non sembrava essersi confidato con qualcuno, neanche con Jun'ichi. Teneva per sè l'ansia, ogni problema e pensiero, cercando inutilmente di nasconderla, però il suo corpo parlava chiaro. Non era calmo. Non stava bene. Non aveva più nulla sotto controllo. Guardò velocemente sotto il tavolo e potè vedere come le sue gambe tremavano, battendo i piedi con delicatezza a terra così da non far rumore. Batteva il conto alla rovescia di una sua futura rottura e beveva il tè cercando di calmarsi.

<Kazuto tutto ok?> sapeva che era stupido chiederlo, però era sempre meglio di nulla e lo sussurrò al castano così da non coinvolgere il resto mettendolo in soggezione.
La tazzina stava davvero per cadere a terra, la domanda improvvisa fece prendere un colpo al castano che come per magia bloccò ogni suo movimemto sospetto <uh? Si si si! Tranquillo>
Non aveva neanche senso stranirsi e insistere, sarebbe stato inutile quanto rompere l'acqua in un mortaio <ok...se lo dici tu> rispose brevemente Shou.

Si rese conto che non avevano più intorno i fastidiosi maggiordomi, non c'erano neanche Hiroko e Sally nei paraggi, quindi potevano comportarsi, dire e fare come gli pareva.

<oh si giusto!> si illuminò di colpo e si alzò in piedi di fretta richiamando l'attenzione di tutti i presenti <se per voi non è un problema> iniziò il discorso scuotendo la testa per riprendersi e non perdere tempo <pensavo di approfittare di questo momento per parlare un attimo di cosa avevamo scoperto... durante il trial non ne abbiamo avuto il tempo e credo sia giusto aggiornarci>
<fantastica idea!> si alzò anche Kazuto, girandosi a guardare il Birdwatcher <perché non inizì tu Shou? Dovevi cercare aiuto giusto? Com'è andata? Mh?>

Voleva attenzione di tutti? Ora l'aveva, non era tempo per farsi prendere dal panico. Ti stavano ascoltando. Ti stavano osservando <è complicato...> iniziò a dire, distogliendo per qualche secondo i suoi occhi da tutti, per non vedere le loro facce cambiare espressione ad ogni sua parola <non...> Shou ti stai davvero impanicando? Riprenditi! Prese un bel respiro e ritornò a guardare ognuno di loro <non sono riuscito a dire molto per via di Akio nella stanza, mi aveva anche preso interrompendo la chiamata di colpo>
<ok ma sei riuscito a dire almeno qualcosa? Qualsiasi cosa?> chiese Jun desiderosa di andare dritta al punto e non sentire troppe chiacchiere inutili.
<si, più o meno>

Nessuno sembrava convinto dalla sua risposta, da come le aveva parlato Yumeri in questi giorni sembrava veramente che la sua azione fosse qualcosa di grande importanza, ma si stava rivelando una sciocchezza. Non era il loro salvatore. Il corvino continuò a parlare provando a migliorare la situazione <ho ripetuto tantissime volte di aiutarci e venire a salvarci mentre loro mi dicevano invece di calmarmi. Difficile farlo se dietro di te c'erano Yumeri ed Elviira che rischiavano di morire. Mi chiesero cose che mi sembravano veramente stupide, per esempio chiederci dove eravamo e un punto di riferimento! Cosa dovevo dirle? Non c'è nulla che possa dirci dove siamo!> Shou strinse la sua giacca, stroppiciandola leggermente, per rimanere calmo sotto lo sguardo deluso dei suoi compagni. Li capiva. Alla fine non era una bella notizia e si aspettavano di più <ci ho provato->

<è stato quindi tutto inutile?> rispose Jun, dando voce alla delusione generale, con un forte tono accusatorio, come se fosse colpa sua dell'intera situazione. Un tono che al fanciullo non piacque <come possono salvarci se non sanno nemmeno dove siamo!?>

<non sappiamo neanche noi dove siamo?> il fanciullo sbattè le mani al tavolo, sporgendosi verso l'altra corvina <riusciranno a capire da dove è arrivata l'interferenza no? Poi ho detto il mio nome, non credo ci siano altri Shou in altri killing game da salvare!>
Jun lo imitò, alzandosi in piedi e sbattendo le mani al tavolo facendo saltare la tazza di Jun'ichi <rimane che è stato tutto inutile!>

<non credo. Sanno che abbiamo bisogno di aiuto. Sanno che noi esistiamo! È tanto> intervenne Yumeri che a differenza loro era ancora seduta al suo posto <e poi abbiamo una radio rotta! Se riusciamo ad aggiustarla potremmo provare ad usarla per chiamare aiuto! Non so se possa funzionare...oppure dovremmo provare a togliere il metallo dalle finalestre ed ogni notte metterci a fare segnali d'aiuto!>
<come hai intezione di aggiustarla una radio?> la truffratrice era testarda, lo sapevano, avevano imparato a conoscere la sua vera faccia e ogni volta le volevano tirare una testata <sai poi come si usa? Come farla funzionare come vogliamo? E pensi davvero che riusciremo a staccare quei robi di ferro!?> alzò le mani verso l'alto, dove c'erano le loro camere da letto <e con cosa dovremmo attirare l'attenzione di un mondo che ci è completamente contro!? Sono tutte assurdità e cazzate!! NOBODY WILL SAVE US!!>

"è inutile che chiedete aiuto! Nessuno vi salverà! Come non hanno salvato me e tutti gli altri non salveranno neancche voi! Siete tutti morti!"

Gli tornarono in mente le parole di Akio, dopo averlo strappato via dalla chiamata e distruggendo la poca speranza rimasta.
Capiva benissimo perché Jun dicesse quelle cose. Pensava le stesse cose letteralmente un giorno prima. Ancora le pensava, una parte di sè le dava ragione, voleva spingere l'intero corpo a dirle che fossero vere, ma si bloccò. Voleva crederci. Voleva crederci che sarebbe andato tutto bene dopo tutto questo dolore.

"visto? VISTO? È TUTTO INUTILE! TANTO VI AMMAZZERETE LO STESSO! È SEMPRE COSÌ!"

<allora rimaniamo qui rinchiusi a morire?> le rispose il Birdwatcher <oppure hai delle idee migliori Jun?>

Calò il silenzio nella stanza.

Jun smise di rispondere e si sedette al suo posto, facendo finta di nulla, rimanendo zitta. Neanche voleva provarci a dire qualche cosa assurda o una scusa per chiudere lei il discorso. Ma il silenzio era più imbarazzante che continuare la scenata e sviare la domanda giustissima.
<ecco->
<beh se nessuno ha altro da aggiungere parto io> lo stratega prese parola, coprendo la voce dell'amica, e optando per la soluzione più semplice: cambiare argomento.

<il nostro gruppo non aveva trovato molto solo un giornale tra l'altro lo stesso che è stato usato per coprire l'arma del delitto> il castano si risedette, era consapevole che la sua informazione non sarebbe servita a molto se non per dare qualche dettaglio in più <diceva solamente che gli Ultimate presi dalla Future Foundation e portati via sono stati messi dentro a delle...specie di celle frigorifere? Tipo Walt Disney> infatti Kazuto non si stupì di una reazione abbastanza tranquilla, vennero solo dei brividi lungo la pelle e un momento di shock. Comunque qualcuno li aveva congelati per mantenerli in vita e fatti dormire per quasi due anni, mica era qualcosa da nulla! <...nessuna reazione particolare?>

<no- cioè- fa strano e basta...è inquinate> fu l'unico commento di Elviira, e parlò involontariamente a nome di tutti. Erano ancora con la testa nella questione precedente, la chiamata alla F.F di Shou, più preoccupati per la propria salvezza e vita rispetto a sapere che sono stati congelati dalle stesse persone di cui avevano chiesto soccorso. Detta così era un particolare da calcolare per capire meglio se fidarsi o no, ma troppo debole per dargli il giusto valore e considerarlo. Volevano salvarsi. Volevano uscire. Volevano sperare e credere in quella chiamata ambigua con il mondo esterno. Erano passati 39 giorni, qualcuno si sarà messo a cercarli no?

Guardano Jun e Kaoru, gli unici membri rimasti dell'ultimo gruppetto, che coincidevano con gli testimoni dell'omicidio di Shinobu <voi invece cosa avete trovato?> chiese sempre Elviira.

Calò altro silenzio. Non potevano più cambiare argomento, mancavano solo loro e avevano bisogno di sapere cosa fosse successo oltre ad un omicidio. Calò altro silenzio perché ricordare quel momento era difficile per entrambi, era passato poco tempo per riuscire a non lasciarsi prendere dall'emotività e dal dolore. Non importava quante volte Jun'ichi potesse consolarli, la ferita era bella aperta e rossa, come quella dell'artista, e nessuno aspettava la sua guarigione, aprendola in continuazione <vi prego non fate come per il processo! Siamo qui per condividere le informazioni quindi parlatene> Yumeri non fu delicata <anche se è la roba più scioccante al mondo ditelo!>

I due fanciulli non preferirono parola, si guardavano intensamente, leggendosi nei loro pensieri sapendo meglio di chiunque altro cosa stessero ricordando di preciso.
<Jun> la voce del mafioso fermò la motociclista nel richiamarli con più rabbia <Jun per favore collabora. Parlo con te perché lo so che hai trovato qualcosa. L'altro ieri ti sei messa tutta la sera a scrivere sul tuo taccuino> la voce dolce non sembrava funzionare, l'altra rimase lo stesso muta e lo stava guardando con la stessa intensità di prima <Jun cara...> aveva gli occhi lucidi, le accarezzò una guancia con gentilezza <Jun-> non finì la frase che si ritrovo davanti al volto il taccuino della fanciulla.
<devo dirlo io?>
Lei annuì
<chiaro>

Afferrò l'oggetto, lasciandosi guidare dall'amica per trovare la pagina e la lesse velocemente per farsi un idea prima di condividere a tutti. La sua faccia passò in un nano secondo da una fredda, calma - la sua solita faccia da schiaffi - ad una completamente sconvolta. La sua pelle candida diventò ancora più bianca. Neanche avesse visto davvero il fantasma di Roza. Gli occhi spalancati del fanciullo si girarono verso Jun in cerca di conferme. Non ci voleva credere e la bocca si aprì leggermente quando l'altra annuì nuovamente.
<Jun'ichi puoi leggere a tutti e basta!?> chiese Elviira, rubando il ruolo di persona incazzata da Yumeri.
<siamo...siamo tutti morti...>

...

Siamo tutti morti?

...

<MA COSA CAZZO MI SIGNIFICA STA COSA!?> urlò Shou sbattendo nuovamente le mani sul tavolo e sporgendosi verso gli altri due corvini, seguito da tutti gli altri per essere certi che avessero sentito bene.
<Shou non urlare-> mormorò Kaoru, rompendo il suo silenzio
<ORA MI SPIEGATE CHE CAZZO MI SIGNIFICA CHE SIAMO TUTTI MORTI! JUN'ICHI PARLA CHIARO E BASTA!>

<Jun, Kaoru e Shinobu sono entrati in una stanza piena di celle che contengono deu cadaveri. Erano 20 per lato e la luce accesa ci dice se sono occupati. In una fascia c'erano tutti i nostri nomi ed era tutto accesso mentre in un'altra i nomi delle nostre targhette e solo alcune erano accese. A confermare chi fosse morto e chi no, c'erano questi due fogli> tirò fuori dal taccuino dei fogli, le prove fisiche della testimonianza della scammer <nel primo ci sono tutti i nostri nomi e dice che siamo morti, nel secondo ci sono le targhette delle nostre camere, nomi in codice degli Shinigami, e i morti coincidono con i nostri morti> rimise apposto i fogli per paura di perderli o che qualcuno possa prenderli dalle due mani <l'unica che è fuori dal comune è Shinobu, oltre ad essere una talpa era un androide costruito da Akinori> Jun'ichi alzò lo sguardo, fermandosi a guardare ciascuno di loro <siamo tutti morti...credo>

Le sue parole fecero l'effetto contrario di prima, tutti loro si rimise al proprio posto, seduti, e si allontanarono dai due corvini lasciando un bello spazio vuoto intorno.

Siamo tutti morti...credo.

Non poteva starci un "credo" in un'affermazione del genere.

O sono tutti morti o non sono tutti morti. Nessun credo. Nessun forse. Nessun può darsi. Nessuna terza scelta.
O sono tutti vivi o non sono tutto vivi.

<Jun'ichi potresti ripetere...credo di non aver capito> chiese Nori con un filo di voce, mentre con una mano teneva Elviira completamente paralizzata dalla notizia. Era la più giovane, aveva poca esperienza nella vita e non sapeva quindi come reagire in una situazione del genere...ma nessuno di loro era abituato a sentirsi dire che sei morto quando sei in vita. Anche il più vecchio di loro non aveva alcun tipo di esperienza e si fece travolgere dalla pancia e dai sentimenti <forse ho sentito male io- o tu hai letto male- o Jun si è sbagliata- o...o non lo so-> cercò di giustificare la biondina, fallendo.

I morti degli Shinigami coincidono con i nostri.
Fu il primo pensiero di Shou assieme al volto di se stesso con indosso il mantello bicolore. Egli non aveva intenzione di abbandonarlo anche da sveglio. Pronto a prendergli il suo corpo e la sua vita.
Siamo tutti morti.
Non era possibile. Non poteva prendere il suo corpo e la sua vita se lui era morto. Ma Shou era vivo, stava respirando, stava sentendo il suo cuore battere - anche velocemente - sotto la sua mano. Non era possibile. Non poteva essere morto se no non sentirebbe assolutamente nulla.

Il suo corpo e la sua vita. La sua esistenza era veramente sua? La sua realtà in cui stava vivendo era veramente sua? Tutti i suoi ricordi, tutte le sue sensazioni, tutti i suoi sentimenti, tutti i suoi pensieri, erano veramente suoi?
Il suo corpo e la sua vita. Le sue mani bianche e delicate, quasi femminili, erano veramente suoi? I suoi capelli corvini erano veramente suoi? I suoi occhi scuri come la notte erano veramente i suoi?
Qualcosa era mai stato veramente suo?

Se Shou era morto, se lui era morto, se questo non fosse il suo corpo allora chi era? Chi stava vivendo? Di chi erano quei ricordi? Se fosse veramente tutto di quello là, se lui esistesse veramente, se questo fosse il suo corpo allora chi era? Chi stava vivendo? Di chi erano quei altri ricordi?

Per chi voleva vivere? Per chi voleva sperare? Per chi voleva combattere?
Per Shou, Ultimate Birdwatcher?
Per Shou, Shinigami?
O per se stesso, Shou senza identità?

Esisteva veramente un "se stesso"?

Esisteva veramente un "Shou"?

Esisteva- <statemi bene a sentire!> Jun'ichi si alzò con calma dal tavolo, attirando lo stesso l'attenzione dei presenti senza fare troppo casino e facendoli tornare nei loro corpi. Per tutto il tempo si era messo a scrivere e buttò il taccuino aperto in mezzo al tavolo <capisco lo stavolgimento della nostra vita e la elaborazione ma non abbiamo tempo da perdere perché non è finita qui. Sono state trovate delle foto dei Shinigami assieme a dei membri della Future Foundation> la delicatezza non faceva parte della coppia criminale <con queste nuove informazioni, la nostra situazione è cambiata e dobbiamo capire come agire di conseguenza>

[Foto schemi]



<ragazzi piano! Una cosa alla volta!> commentò la biologa marina con le mani tra i capelli biondi, stringendoli per qualche secondo prima di rimettersi composta.

<non...non sto capendo> la fanciulla al suo fianco parlò con voce bassa, appoggiando la propria testa e battendo la fronte più volte contro le sue mani incrociate tra di loro <io non sto capendo nulla nulla!>

<Elviira...>
<cosa significa tutto questo Jun'ichi?!> questa volta fu diretta con le sue parole <che per tutto questo tempo noi siamo stati il nostro nemico? O siamo morti? O entrambi? Questa è la realtà o l'aldilà? Non...non capisco!> strinse gli occhi per trattenere delle ridicole lacrime <il mastermind è nostro alleato? Alla fine non è il nemico? I suoi amici, quindi anche lxi, hanno tradito tutto per la Future Foundation! Kazuya e Shinobu erano suoi alleati! ERANO I BUONI E NOI LI STAVAMO CERCANDO? Però perché siamo qui? Se è buono perché siamo qui? Noi siamo gli shinigami o morti?> le mani si sciolsero ma continuarono a tenere la sua testa <cosa sta succedendo!? Perché più andiamo avanti e tutto diventa solo più complicato e incerto!?>

Shou prese dei lenti respiri, non voleva agitarsi come fece l'acrobata e non voleva distaccarsi dinuovo tra i suoi pensieri. Respirava per sentirsi vivo. Respirava per sentire il proprio corpo. Respirava per sentirla la sua esistenza. La verità era un'altra. La verità doveva essere un'altra. Non poteva essere questa.
Si ripeteva le belle parole di Yumeri per zittire quelle di Jun'ichi e cancellare la presenza dell'altro se stesso - o Shou o come doveva chiamarlo.

Non poteva mollare adesso. Non dinuovo.

<dobbiamo continuare a cercare!> se parlava ad alta voce gli era più facile rimanere attaccato al mondo terreno <ci mancano ancora tre stanze! Potremmo trovare qualcosa lì dentro no? Qualsiasi cosa! Una risposta definitiva a tutto!>
<oppure assolutamente nulla?> Jun mise fine al suo voto di silenzio solo per contrastare il corvino <è inutile cercare! È inutile provare a capirci qualcosa! Dobbiamo scappare!> riprese il suo taccuino dalle mani dello stratega che stava leggendo e lo tenne stretto al suo petto <vogliamo uscire qui vivi? Scappiamo! Scappiamo con le nostre forze!>

<e vivere senza mai sapere la verità? Senza mai sapere cosa ci è successo?>
<si! Mi importa più vivere che mettermi a fare Detective Conan!> non riuscivano proprio ad andare d'accordo i due fanciulli e Jun riusciva a rispondergli a tono quasi sempre <esplorando finiremo nei guai! Va sempre tutto male!>
Erano entrambi due teste dure, sapevano che non sarebbe riusciti nè a vincere nè a perdere <perché provando a scappare no?> disse Shou.
<se facciamo qualsiasi cosa qui dentro rischiamo di morire Shou!> disse Jun <se devo morire - dinuovo - voglio farlo fuori da qui!>

<se continuate così morirete di stress> la voce di Akio immobilizzò tutti.

Si girarono verso la porta delle stanze dei maggiordomi, ritrovandosi l'italiano con il suo abito da lavoro e il suo sorriso da strafottente. Era appoggiato alla spalla di Akinori, dinuovo con le lame al posto di normali dita metallice, e li salutava con il suo grande sorriso da fuori di testa. I due mono erano tornati in scena per loro sfortuna.

<cosa ci fate voi qui!?> chiese con fare accusatorio Yumeri, sembrando solo un idiota.
<noi viviamo qui> rispose lo scozzese <e abbiamo un lavoro da fare> continuò la scacchista, formando un unico periodo assieme.
<avete già finito le ferie?> fu invece la domanda di Kazuto.
<purtroppo sì> entrambi sospirarono, soprattutto Akio che parlò in nome di tutte e due <per vostra fortuna avrete un pranzo squisito!> aggiunse e non aspettò neanche dei "grazie" da parte dei partecipanti, andando dritta in cucina lasciando indietro il biondino.

Appena fu libero, come un cane senza più un guinzaglio, si mise a corrre verso una direzione precisa: lx fanciullx dai capelli sbiaditi, il suo adorato complice, o addirittura salvatore, ed iniziò ad urlare il suo nome <KAORU!!!>
Anche se quest'ultimo scuoteva la testa facendo dei forti e ripetitivi "no" il più grande gli saltò addosso in ogni caso.

Per poco non cadevano entrambi a terra, sentì solo la sua risata sfondare i suoi timpani per quanto fosse vicino al suo volto. Tra le risate e i sorrisi ripeteva il suo nome ad alta voce <KAORU! KAORU! KAORU!> e intanto lo scuoteva avanti e indietro, facendogli venire il mal di testa. Ricevendo alcun tipo di reazione da quello che stava trattando come un nuovo giocattolo, il bambino troppo cresciuto si fermò per poterlo stringere in un abbraccio ed appiccicarsi alla sua guancia <ti sono mancato~?>

Lo stava facendo apposta.

Kaoru era sicurx che lo stava facendo apposta per vederlo soffrire.

Non c'era altra spiegazione razionale per spiegare questa improvvisa ossessione.

Aveva sempre cercato di farlo stare male, fin dall'inizio. Una spiegazione migliore del "perché siete simili" che l'avrebbe completamente distrutto, dinuovo. Preferiva pensare che volesse soddisfare i suoi piaceri malsani torturandolo che essere vittima di un suo affetto altrettanto malsano.

Quindi se sarebbe rimasto immobile, impassibile, muto, il cucciolo di cane si sarebbe annoiato e l'avrebbe lasciato stare. Sperava fosse così. Sperava che si staccasse. Ma stava tremando, stava sudando freddo e gli mancava il respiro, la paura che lo bloccava non lo stava aiutando <allora? Un pochino?> le lame gli sfiorarono l'altra guancia, chiuse gli occhi e sperava ancora <dai un pochino si!>
Perfavore lasciami stare.
Non riusciva a dirlo.
<lo so che ti sono mancato!! Ormai ci conosciamo bene!>

Dondolava leggermente, lo teneva stretto in modo quasi dolce, distruggendo la sua convinzione che lo stesse solo torturando. Era normale e amichevole accarezzare le guancia a qualcuno con delle fottute lame no? Mh? Normalissimo! Almeno non gli sta strappando via il cuore dopo averlo aperto in due- stava tremando più forte e strinse più forte gli occhi. Si chiedeva perché lxi tra tutti quanti. Si chiedeva anche perché proprio davanti a tutti doveva comportarsi così.
<Kaoru guardami> Perché io. Perché io. Perché io. Perché io. Perché non mi lasci stare? <Kaoru ti ho detto di guardarmi>

Aprì gli occhi, ritrovandoselo di fronte con un sorriso beffardo mentre tra le sue braccia tremava e perdeva sempre di più il respiro
<che c'è ti faccio paura?> lasciami. Lasciami stare. <ti faccio così tanta paura?> perfavore. Ti sto pregando. Lasciami stare. <perché? Non ti farei mai del male! Mi hai salvato ricordi?> perché io? Perché tra tutti proprio io? Cosa vuoi da me? Cosa ti importa di me? <siamo amici!> il tono innocente non migliorava, lo rendeva ai suoi occhi solo più mostruoso. Non gli disse nulla. L'inventore si staccò e ignorando tutto il resto si allontanò, camminando verso la cucina <miraccomando mangia oggi!>

Voleva andarsene. Non voleva affrontare nessuno e abbassò lo sguardo per evitare il contatto con il resto del mondo. In ogni caso lo stavano osservando lo stesso, non importava se sprofondava lentamente nella sedia. Voleva andarsene. Voleva nascondersi. Voleva sparire. Fece per alzarsi ed atturare il suo piano ma venne fermato dalla voce di Jun'ichi <Kaoru tra poco si pranza...>

La voce non voleva uscire dinuovo, si girò a guardarlo e sperava che capisse senza dire assolutamente nulla <lo so...guarda che ho visto la scena ma rimani e mangia ok? Ne hai bisogno> distolse lo sguardo, troppi secondi di contatto visivo, aveva retto abbastanza <Kaoru...ti prego...mangia qualcosa e poi puoi andare. Sei l'ultimo dei problemi di tutti adesso> ilx schermidore sbuffò e si rimise seduto composto <grazie Kaoru>

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Un pranzo classico, pasta al pomodoro, ed era venuta decisamente meglio di tutti i pasti che avevano provato a fare in questi paio di giorni. Fu una gioia per le pancie dei partecipanti. Quasi non importava più la questione della loro identità e della verità, volevano solo godersi questo buonissimo pasto. Buono nella sua semplicità e nel non essere scotto, senza sale, esagerato con le dosi o fatto ignorando qualsiasi metro di misura. Nessuno ebbe però la forza di ringraziarli. Un piatto di pasta non bastava per cancellare tutte le loro azioni e tutto quello che avevano vissuto per colpa loro.

<COSA CAZZO CI FATE VOI DUE QUI!?> la voce di Hiroko anticipò la sua comparsa in stanza, con il suo solito "buon umore", e puntando la mazza chiodata contro i due ragazzi <non dovreste tipo RIPOSARE voi due?> chiese con la stessa gentilezza usata con i sopravvissuti.

<ecco- Hiko Hiko-> cercarono subito di giustificarsi con calma cercando di non sembrare troppo impacciati, per nulla pronti a questo imprevvisto e quasi parlando in coro <avete pure cucinato per questi disgraziati!? DOVEVATE RIPOSARVI!!> li zittì subito e la mazza stava ancora puntata contro di loro. Velocemente si avvicinò e si fermò quando i chiodi per pochi millimetri non li toccava.
<dai Hiko Hiko volevamo darti una mano! Nulla di che->
<DOVEVATE RIPOSARVI!> abbassò l'arma per poi usarla per indicare gli forse-ultimate <posso farcela da sola come loro potevano farsi un piatto di pasta!> ci fu un momento di silenzio tra i tre dove i più alti la guardarono con le sopracciglia alzate per nulla convinti da quelle parole.
<ok forse loro no->

La biondina sentì da dietro di sè passi veloci e piccoli, potevano essere solo di Sally e si spostò di lato per non bloccare la sua corsa verso i maggiordomi <AKII!!> si aspettavano un accoglienza amorevole, con un abbraccio e tanta gioia, si erano abbassati per aiutarla ma si ritrovarono una bambina incazzata che afferrò i loro capelli e iniziò a tirarli <non dovete fare le cose senza dirmelo! Cretini! Cretini!>
<ma-AHIA AHIA AHIA-> le loro stupide giustifiche vennero interrotte dal tirare di capelli sempre più forte, guardandoli malissimo e aspettando delle scuse che ottenne con altre tirate <ci dispiace tanto signorina!!>
Hiroko scoppiò a ridere guardando la scena e si coprì la bocca cercando di trattenersi.

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Alla fine come dovevano aspettarsi, un piatto di pasta al pomodoro non era riuscito a cancellare definitivamente i pensieri intrusivi soprattutto quelli di Shou. Per questo che c'era Yumeri al suo fianco, pronta a distrarlo e lo portò in giro per la villa tenendosi sotto braccio una radio. Solo che il corvino pensava lo stesso e si ripeteva l'intera discussione senza mai fermarsi.

<menomale che dicevi che avevo fatto una cosa grandiosa> le disse, ignorando completamente di dare un contesto qlla fanciulla che purtoppo - o menomale - non poteva leggergli nel pensiero <non mi sembravano molto felici delle mie notizie...per non parlare di Jun> aggiunse vedendo che l'altra non avesse risposto subito, dando più indizi dell'argomento e continuando a far uscire il suo piccolo flusso di pensiero <in fondo non aveva tutti i torti e poi->
<Shou hai fatto quello che potevi e va apprezzato lo stesso!> disse Yumeri, girandosi per qualche secondo per guardarlo dritto in faccia <sanno che c'è ancora qualcuno vivo! Sanno che noi esistiamo! Non è stato inutile!>

<lo so però->
<poi pensa in positivo, almeno Jun ha distratto tutti dal tuo "fallimento" con la sua bomba!> il sorriso che aveva mostrato per rassicurarlo si afflevolì <aspetta- non dico letteralmente una bomba- vabbè hai capito non sei così stupido>

Avrebbe preferito che non avesse saputo niente. Adesso i suoi pensieri erano più forti di prima.
Di chi era questo corpo che possedeva? Di chi erano questi ricordi che possedeva? Di chi era questa vita che possedeva? Il sapere che non fosse più solo a pensare in questo modo di sè non lo faceva sentire meglio, e neanche peggio. Era l'inizio della giornata, avrebbero avuto tempo di elaborare e prepararsi a distruggerlo. Per esempio espandere questo discorso sulla gente che lo circondava e mettendo in dubbio il loro rapporto. La positività faticava ad emergere nuovamente.

Entrarono in giardino, andando a passo spedito verso gli armadietti. Non ricordava l'ultima volta in cui era stato qui, ed era troppo concentrato su altro. Di chi era quel corpo che Yumeri possedeva? Di chi erano quei ricordi Yumeri possedeva? Di chi era quella vita che Yumeri possedeva? Alla fine quelle domande arrivarono lo stesso, era stato inutile provare a bloccarle. Il suo sguardo era fisso sulla fanciulla che si era messa a cercare all'interno dell'armadietto.

Chi era Yumeri?
Chi era Shou?
Chi erano veramente?
Chi- <Shou? Shou tutto ok?> la motociclista bloccò la serie di domande ossessive, impedendogli di distaccarsi nuovamente dalla sua realtà. O quella che credeva essere la sua. Sempre se per lui ci fosse un posto dove stare e avesse qualcosa di suo, veramente suo. Quasi era contento che Kichirō fosse morto prima, sarebbe impazzito peggio di lui sentendo una discussione del genere.

<Shou? Mi vuoi rispondere?>
<tu cosa ne pensi a riguardo?>

La fanciulla non aspettandosi di ricevere una risposta simile dopo un "tutto ok?". Ancora si stupiva e non era poi così male, la faceva sentire...normale? Le sue aspettative non si erano così tanto abbassate <sinceramente? Non lo so. È una situazione strana> confessò Yumeri ritornando a cercare qualcosa di utile <sarebbe più facile se fosse che ci trovassimo in una strana aldilà...siamo semplicemente morti...ma sappiamo tutti che la verità è sicuramente un'altra> le sue mani si fermarono, smettendo di cercare, rimanendo aperte e immobili davanti al vuoto <e spiegherebbe anche il comportamento di Kichirō credo...?> fece un piccolo sospiro <la mia mente non riesce ad elaborare il fatto che potremmo essere gli shinigami e aver perso completamente il senso di "buoni" e "cattivi" in questa facendo. È...tutto complicato>

<per questo che voglio andare in giro a cercare delle risposte certe! Non mi importa che nessuno voglia aggregarsi io ci vado!> disse Shou, riprendendo quel briciolo di sicurezza recuperata dopo ieri sera dall'altra. Voleva sapere chi fosse.
<hai davvero intenzione di esplorare quelle stanze da solo?> gli chiese e lui annuì <sicuro?>
<e tu hai davvero intenzione di aggiustare quella radio senza alcuna conoscenza in merito?!>
Ricevette prima un rumoroso sbuffo ed una veloce occhiataccia <so aggiustare una moto, riuscirò ad aggiustare una radio no? Se solo trovassi gli attrezzi!>

Il corvino si sporse in avanti oltre all'amica per dare una mano nella ricerca e guardare con lei l'interno <Yumeri ma lì prima non c'era tipo...dell'acido? Lo stesso che aveva usato Sae no? Ricordi?> l'ennesima occhiataccia gli fece capire che avesse appena detto una cazzata alla fine <cioè ovvio che lo ricordi-> mormorò imbarazzato <in ogni caso non c'è più! Non ricordo se qualcuno l'aveva rimesso apposto o simili...ma non c'è! Non è mica passato un anno->
<Shou io non ricordo neanche cosa abbiamo mangiato ieri! È normale se non te lo ricordi soprattutto con tutti i casini che stanno succedendo in queste ultime settimane>

<anche a voi sembra cje il tempo passi sia velocemente che lentamente?> la voce di Kazuta apparsa all'improvviso nella loro conversazione fece prendere ad entrambi uno bello spavento. Il terzo arrivato stava annaffiando delle piante sereno e tranquillo <eventi su eventi, omicidio dopo omicidio, uno dietro all'altro, in continuo e sempre più veloce ma sembra essere passata una vita! Che tutto sia così lento da essere quasi fermo...> mentre parlava veniva osservato con gli occhi spalancati e confusi dei due fanciulli d'avanti a lui.

<da quando tu sei qui!?> chiese Shou.
<E COSA CAZZO TI SEI FUMATO CON JUN'ICHI!?> urlò Yumeri.
<assolutamente nulla! Odio il fumo!> rispose lo stratega, posando annaffiatoio affianco ai vasi e si pulì il grembiulino sporco di terra <poi sono qui da sempre...cioè nel senso- già da prima di voi- non volevo disturbarvi quindi non ho detto nulla>

I suoi occhi verdi cadettero sulla radio tenuta dalla fanciulla e si sistemò gli occhiali sorridendo <ti ricordi che l'avevamo trovava assieme? Non funzionava già d'allora>
<sembri un ottantenne, soprattutto con quegli occhiali...un attimo- da quando indossi gli occhiali!?>
<da sempre.>
<oh...> Yumeri stette giusto un secondo in silenzio, poi alzò le spalle e cambò argomento <sai dove posso trovare degli attrezzi?>
<no> rispose secco Cenerentola <ma sei sicura di saperlo aggiustare?>
<MADONNA SI!> ecco come Yumeri aveva alla fine sbottato contro qualcuno, era stata anche fin troppo calma <SOLO PERCHÈ SONO DONNA MI CREDETE UN IDIOTA!?>

<no Yumeri-> ormai era troppo tardi per rimediare, la fanciulla era partita anche fisicamente, alzandosi con la radio e uscendo dal giardino a passo svelto
<MI PARE DI SI! POSSO AGGIUSTARLO E VE LO DIMOSTRERÒ A VUOI UOMINI COSA NOI DONNE SIAMO CAPACI> disse mentre se ne andava sotto lo sguardo dei due fanciulli basiti.

Shou commentò per primo dopo un momento di silenzuo <speriamo bene>
Kazuto sospirò riprendendo l'annaffiatoio <tanto era già rotta di suo quella radio>
<VAFFANCULO! VI SENTO STRONZI!!>

___ ___ ___

Poteva accadere qualsiasi cosa, ogni disastro naturale immaginabile come esplosione di una bomba nucleare, l'arrivo di un uragano, di uno tsunami o addirittira un gigantesco terremoto che avrebbe spaccato in due la terra. C'era pure la possibilità che gli asini si mettessero finalmente a volare.

Invece in quel momento succedesse un'altro disastro: Nori e Kaoru si erano ritrovati unx di fronte all'altrx, bloccandosi la strada a vicenda, in un corridoio deserto dei loro dormitori.

Sarebbe bastato un veloce scambio di saluti e potevano ritornare ognuno sulla propria strada. Avrebbero continuato ad ignorarsi fino alla loro morte, distruggendosi nel dolore e lasciandosi un gigantesco vuoto dentro il petto. Avevano bisogno di parlare di quello che era accaduto ed era roprio quel bisogno li fece bloccare.

Guardarsi nei occhi dopo tutto quanto era difficile. Faceva male quanto rimanere in silenzio e non fare assolutamente nulla.

Kaoru fu il primo a distogliere lo sguardo, girando per la stanza con gli occhi rimanendo immobile con il proprio corpo. Egli aveva deciso di cambiare e redimersi no? Questo era un ottimo momento per farlo! Per mostrare a sé stesso che può essere una persona migliore.

Voleva aiutare Nori. Voleva essere utile a Nori. Voleva far star meglio Nori. Come Jun'ichi aveva fatto con Jun, solo che la biologa marina non era come loro e forse potrebbe non perdonarlo lo stesso. Giustamente.

Non la stava guardando nei occhi perché aveva visto in essi tantissimo dolore per colpa sua e della sua presenza. Forse neanche avrebbe accettato una sua mano. Forse non l'avrebbe mai più perdonato e l'avrebbe fatta stare solo più male.
Come poteva aiutarla se era lxi stesso il problema? Se era per lei solo un ricordo doloroso di un legame distrutto e rovinato dalle sue stesse mani? Poteva fare veramente qualcosa?

Se sparisse in quel preciso istante, l'avrebbe aiutata?

Oppure...

Dovrebbe spiegarsi, chiarire ogni cosa, prendere coraggio e parlare con il cuore in mano dicendole quanto gli mancasse quello che erano e soprattutto lei, la sua migliore amica Nori.

Gli mancava le giornate passate assieme a ridere, a giocare con i gavettoni, a leggere, a giocare a biliardo e preparare serate stand up facendo uscire la parte più folle di Nori. Gli mancava così tanto e sapere che aveva distrutto tutto, anche la stessa fanciulla, lo faceva stare ancora più male.

Che senso ha discutere? Che senso ha spiegarsi? Che senso ha dirle che è stato un incidente? Mi crederebbe?
Come al solito non aveva quel coraggio e la forza per fare un passo del genere, bloccandosi e lasciandosi affogare nei suoi brutti pensieri. Cercava di tenersi stretta la consapevolezza che non aveva ucciso volontariamente Shinobu, ma Nori avrebbe pensato allo stesso modo? Avrebbe creduto ad ogni sua parola? Sarebbe servito a qualcosa? Oppure in ogni caso gli avrebbe detto che non lo voleva più vedere e sarebbe stato tutto inutile?

Temeva proprio quest'ultimo scenario.

Nori gli diceva che non lo voleva più nella sua vita.

Non avrebbe retto. Non sarebbe riuscito a sopportarlo. Un conto erano le sue convinzioni, nate dalla sua malsana immaginazione, un'altro era sentirsele dire dal vivo, perché non erano frutto della tua mente ma la realtà oggettiva.

Non era il solo ad avere la gola bloccata e perso l'abilità di parlare. Anche la biondina davanti a lxi stava affrontando i propri problemi. O meglio dire, il suo problema: Kaoru.

Aveva evitato di affrontarlo, fallendo un paio di volte, perché anche solo pensare allx schermidore le faceva male l'intero corpo e gli occhi iniziavano a riempirsi di lacrime.
Aveva evitato di parlargli ogni volta che gli portava il cibo perché il dolore era lo stesso e il petto faceva troppo male, non riusciva a sopportarlo per troppo tempo.

Non era solo un amico.

Non era solo un compagno.

Non era solo una persona con cui condivideva lo stesso destino e le stesse tragedie.

Era...Kaoru.

Lei ammirava Kaoru. Era tutto quello che non poteva essere. Kaoru era una delle persone che la capiva meglio, la sua famiglia e una fantastica persona. Finché non arrivò quella notte.

Era difficile dopo aver perso la fiducia, non solo verso di lxi ma verso tutti i suoi amici, rimanere con lo stesso modo di pensare di prima e continuare a credere alle persone. Loro ti avevano mentito, chi meno e chi di più, e loro erano la tua nuova famiglia. Non riusciva per quanto volesse guardare ilx fanciullo davanti a lei con la stessa fiducia di un tempo non troppo lontano. Non sapeva se quello che aveva conosciuto durante l'intero killing game era solo un'altra bugia.

Una parte di sè aveva paura.

Aveva paura di Kaoru.
Aveva paura di cosa era Kaoru.
Aveva paura di non ricevere certezze di cosa era Kaoru per lei.
L'altra parte voleva affrontare quella paura e smettere di torturarai con i propri pensieri.
Con un attimo di esitazione alla fine aprì la bocca e fece uscire deboli parole

<Uhhh...si...così... Kaoru...Ciao.>

Perché? Perché Nori continui ad essere buona con me?

Perchè gli stava parlando come se niente fosse? Non è giusto che fosse così. Le aveva distrutto la vita! Le aveva rovinato la sua felicità! Era sbagliato. Era ingiusto. Non se lo meritava.
Perchè non lo riempiva di domande? Perchè non lo stava assillando?
Perchè non lo stava nemmeno insultando? Non era giusto. Non se lo meritava questo trattamento troppo dolce e calmo. L'aveva ferita. L'aveva fatta piangere. L'aveva distrutta. Perchè dovrebbe risparmiarlo in questo modo?

Chiuse gli occhi per un secondo, nascondendoli, non voleva mettersi a piangere mostrandosi patetico <ti va davvero bene così?>
<no, ma che altro vuoi che faccia?> non voleva essere così brutale con la sua risposta, ma fu una lama tagliete lanciata contro di lxi. Semplicemente era la stanchezza. Era solo stanca.

Kaoru non piangere. Non piangere. Non adesso. Non. Adesso. Cazzo. Merda-
Prese un bel respiro, ed un'altro, e poi un'altro ancora, lenti e profondi. Non solo per bloccare le lacrime, servivano anche per non mollare e fare altro invece di scappare via.

Dov'era quella determinazione che aveva usato per combattere contro Akinori? Perché solo in quel momento, quando ha per sbaglio ucciso Shinobu, aveva tirato fuori il coraggio mentre adesso, come sempre, si voleva già arrendere? Si odiava e voleva tirarsi un pugno da solo.

Solita storia.

Voleva fare qualcosa. Si promette che ci proverà. E poi si arrende subito dopo, non avevano neanche iniziato a parlare! Perché si doveva sabotare? Perché non riusciva a portare al termine nulla di buono? Perché era un coglione! Semplice!
Stava per tirarsi uno schiaffo per riprendersi, ma si trattenne per non sembrare ancora più ridicolo di quello che era effettivamente.

<Nori ti prego, sii onesta: dimmi se mi odi. Non...non- ...sigh...io starei meglio a sapere con certezza che tu mi odi inceve di avere dubbi per- per sempre! Ti prego Nori>

La sua vocina partì subito, rimanendo chiusa nella sua mente.

Si Kaoru. Ti odio. Ti odio. Ti odio! Mi hai rovinato la vita e le mie amicizie! La mia famiglia! La mia fottuta felicità! Ed è tutto colpa tua! Tua Kaoru! Ti odio! Ti odio-

Mentirebbe se negasse ciò. Quella vocina esisteva. Quei pensieri c'erano ed erano forti. Quasi non sembravano i suoi, erano degli intrusi e facevano casino. Una parte di sè lo odiava così tanto, così tanto da farla scoppiare per la sua incoerenza. Non era giusto trattare in modo differente Kazuya e Kaoru! Se doveva odiare uno dei due allora doveva odiare anche l'altro!

Però non era così semplice.

Nulla era così semplice nella sua vita!

Kazuya era morto. Potrebbe odiarlo, potrebbe volergli bene, potrebbe provare chissà che cosa come sensi di colpa o rabbia, ma era morto. Non potrà mai saperlo. Lui se ne era andato pensando che almeno una persona al mondo non lo odiasse, e basta. Non c'era un giorno dopo. Non c'era un intera vita dopo quel momento. Non doveva affrontare le conseguenze. Non c'era nessun "dopo". Era morto, e basta.

<Nori ti scongiuro...dillo senza problemi! Se vuoi insultami pure! Se vuoi picchiami o- o non lo so! Semplicemente dimmi se mi odi!> aprì gli occhi, erano lucidi, trattenevano con forza le lacrime. Non si rese conto che rimanere in silenzio per lxi potesse essere uno strazio <negarlo non è giusto per nessuno dei due...>

<non ti odio>

<perché?> le chiese subito, di getto.
Era brutto da parte sua, però non le credeva. Stava mentendo. Esatto, Nori, così innocente e che non aveva mai fatto nulla di male gli stava mentendo. Non riusciva a darsi una valida motivazione per credere che quella fosse la verità.

Perchè proprio lei tra tutti, con tutte le ragioni del mondo per odiarlo diceva il contrario?

<perché non mi odi?>
Non riusciva a capirla. Non riusciva a comprendere perché non lo odiasse.

La fanciulla era troppo buona e lxi, per quanto provasse ad esserlo, di natura non era una persona buona quanto lei. Mai potrà esserlo. Non riusciva a capire il motivo per cui il mondo gli avesse messo davanti una persona così dolce che non si meritava una persona crudele come lui <perché sei così gentile con me?>

Nori non credeva di essere così tanto gentile, pura e innocente come Kaoru la vedeva <non sono gentile Kaoru. Non sono una brava persona. Solo...solo che non posso odiarti>

Per tutti era facile odiare da un giorno all'altro una persona, o semplicemente odiare qualcuno in generale. Però per Nori era così difficile.

Non era un processo automatico.

La biondina era stava manipolata dalla sua stessa madre adottiva, arrivando al punto di credere che era necessaria per la sua sopravvivenza e senza la sua mammina non poteva vivere. Senza nessuno poteva esistere. Da sola nom valeva nulla. Eppure per tutta la sua vita l'aveva perdonata, giustificata, ignorando il dolore e i danni che le aveva causato perché essendo sua madre doveva volerle bene. Non riusciva ad odiare neanche lei dopo diciott'anni di vita. Non riusciva a farlo neanche con Shinobu e Kazuya. Forse non sarebbe riuscita ad odiare neanche il mastermind.

Quella non sarà stata la sua vita.
Quella non sarà stata la sua madre.
Quella non sarà stata veramente lei, non era nè la seconda Nori morta, nè la prima Nori morta. Forse non era più nessuno.
Ma non poteva impedire al suo cervello di agire in quel modo influenzato dai ricordi messi al suo interno. Facevano parte di lei e della sua persona divisa in due.

Una Nori stava provando ogni genere di emozioni comprensibili ed esistenti nei confronti di Kaoru, tra cui anche l'odio. Poi c'era un'altra Nori, un'altra parte, che sua madre aveva modellato per così tanto tempo e con tanta cura, e le stava urlando di come abbia BISOGNO di perdonare Kaoru. Era quella parte che desiderava che le cose tornassero come erano prima. Come aveva giustificato sua madre, adesso lo stava facendo con ilx schermidore mentre l'altra parte le urlava di smettere e si stava facendo solo del male da sola.

<non posso veramente è difficile per me> la biologa strinse il vestito con i suoi pugni <sono sincera Kaoru...non ti odio>
Prese un respiro profondo, e poi un'altro ancora, stava andando avanti solo con respiri pesanti e lenti <capisco> disse con un filo di voce, leggermente rotta <non ho idea nè su come farmi perdonare e neanche su come aiutarti- io- posso solo offrirti di chiarire qualsiasi dubbio e se non vorrai credermi va bene, posso capire il motivo>

Aveva tante domande. Tantissime.
Solo una però era fissa nella sua testa.
<perché?> lo disse anche ad alta voce.

Perché avrebbe dovuto uccidere Shinobu, quando ormai tutti i dubbi sembravano essersi risolti? O quando il gruppo stava iniziando effettivamente a tornare come era prima? Perchè? Perché in quel momento quando le cose sembravano finalmente andare per il verso giusto, tutto si era trasformato in un enorme disastro! Peggio di uno tsunami! Peggio di un vulcano! Peggio di una apocalisse zombie!

Odiava Shinobu?

Odiava lei?

Odiava il gruppo?

Perché distruggere il loro posto felice?

Nori non riusciva a rispondersi da sola. Poteva giustificarlo ma non riusciva a mettersi nei suoi panni. Pensava di conoscere che genere di persona fosse Kaoru come Kaoru conosceva il genere di persona che fosse Nori. Gli amici lo sapevano molto bene no? A quanto pare ilx fanciullx non era quella persona che credeva di conoscere. A quanto pare ilx fanciullx non era mai statx sux amicx che credeva di avere.

<pensavo fossimo amici> Nori aveva la voce tremante quanto le sue mani. Cercava inutilmente di sembrare forte, non tanto per convincere l'altro ma per convincere se stessa <perché l'hai fatto? Kaoru dimmi la verità>

"Pensavo fossimo amici"

Un piccolo colpo al cuore. Molto piccolo rispetto a quello che aveva dato a Shinobu. Scherzarci sopra non lo faceva stare meglio e non lo faceva ridere.

Un'altro respiro profondo.

Quell'affermazione l'aveva bloccato, cancellando l'intero discorso che si era preparato velocemente <noi...> Voleva davvero risponderle? Cosa avrebbe detto? Eravamo amici? Quindi ora non lo sono più, non la consideri più in quel modo? Oppure siamo amici? E se per lei non lo sei più? Ma soprattutto, a Nori non gli interessava nulla di tutto questo discorso, voleva sapere la verità e basta.

<io- io- mi dispiace...davvero e-> la sua mano strinse l'arco del naso, si spostò successivamente verso gli occhi, strofinandoli. Essi erano pronti a buttare giù tutte le lacrime che tratteneva a forza di sospiri <mi dispiace. Sembrerò ridicolo o ti avrò stancato nel ripeterlo però si- mi dispiace mi dispiace tanto> stava facendo veramente la scena del patetico e voleva sotterarsi, perché non era il caso di mettersi a tirarsi schiaffi <io ho cercato di proteggere Shinobu ma...ma ho fallito!>

Non servi neanche sforzarsi troppo per proiettare nella sua mente le immagini nitide e dettagliate dell'omicidio facendogli prendere un respiro più profondo del solito <Akinori...lui...Akinori aveva provato ad attaccare Shinobu! Voleva ucciderla! Ed- ed io ho provato a difenderla...davvero! Ho combattuto contro Akinori! Con le spade- spade vere- sai no le spade- mi sembrava una partita di scherma->

Sentì il suo cuore pompare nelle sue vene la stessa adrenalina di quella lotta <non volevo neanche uccidere Akinori- io...non...> la mano si tolse dal volto, un'altra pausa dal discorso <mi era venuto naturale per via delle gare colpire al petto...per fare punto e vincere. Avevo rimosso nella mia testa che stessi usando spade vere...quelle che se ti colpivano al petto muori...> se aveva gli occhi aperti o chiusi non importava, appariva sempre l'istante esatto che la spada infilzò il corpo di Shinobu e la sua faccia pietrificata da tale gesto <e lei...lei si era messa in mezzo...diventando la vittima>

Doveva guardare Nori negli occhi. Prendere coraggio e guardare Nori negli occhi.

Purtroppo trova ogni volta qualcosa di stupidamente interessante nel pavimento o nei muri laterali, evitando di incrociare il suo sguardo e di affrontare le sue reazioni, che potevano solo che essere negative per lxi. Non voleva illudersi. Non voleva sperare nel nulla. Non voleva aggiungere lacrime di gioia come altri ostacoli nel mantenere la calma e il contegno. Sarebbe stato più facile raccontare la faccenda in quel modo, guardando altrove, e non scoppiando a piangere appena si voltava verso la biondina.

Temeva in un giudizio. Temeva in una ingiusta pietà. Temava in ogni possibilità e sua reazione.

Kaoru riusciva solo a prendere respiri profondi <lo so lo so lo so che avrei dovuto reagire in tempo o neanche provare ad attaccare in quel modo Akinori! Lo so! Lo so- lo so- io lo so! E me ne penso ogni secondo della mia vita!> fece uscire tutta l'aria velocemente, assieme a tutte quelle parole rimanendo senza fiato alla fine della frase, sentendo la voce rompersi lentamente per il pianto soffocato <mi prendo tutte le mie responsabilità...ma non ho mai voluto colpire Shinobu. Non era mai stata mia intenzione farlo!>

Quanto voleva eliminare dalla propria mente quelle scene, ogni singola istante, non fargli ricordare neanche il più piccolo dettaglio. Soprattutto la parte dopo l'annuncio. Quella parte. <neanche...non volevo neanche- io-> si bloccò appena la nominò internamente, perché la scena partì improvvisamente, senza avvisarlo e preperarlo, bombardando la sua mente di immagini.

Akinori che prende le sue mani, lo giuda a tagliare in due il corpo di Shinobu e ad aprirlo abbastanza per poter vedere qualsiasi cosa contenesse di colore rosso. Un potente rosso, scuro, così vero da non poter essere finto, e iniziò a ricoprire tutto il suo corpo. Il biondino rideva ma non era divertente. Non faceva ridere. Non era un bel gioco. Non era simpatico. Non...non voleva farlo. Non voleva fare questo a Shinobu.

<neanche cosa?> la voce della biologa cercarono di riportarlo a sè, ma non riuscirono ad afferrarlo completamente ed eliminare quel filmato che si ripeteva all'infinito.

Non smetteva di rivedere lxi che torturava una sua amica e non riusciva a reggerlo.

Due lacrime scesero fino al suo labbro tremante, e i respiri profondi non servivano più a nulla <Kaoru...> lo chiamò.
<...Nori io- non volevo- io-> io non volevo squartarla. Io non volevo farle del male. Io non volevo aprirla in due. Io non volevo fare niente di tutto ciò! Il resto discorso non uscì dalle sue labbra, venendo interrotto da un pianto disperato che stava trattenendo dall'inizio.

Tutte le lacrime uscirono nello stesso momento, esplodendo come una bomba e bagnando il suo volto che coprì con le sue mani, non volendo neanche farsi vedere in quel modo. IO NON VOLEVO! MI DISPIACE! MI DISPIACE! MI DISPIACE! Le parole uscirono come delle piccole urla bloccate dalle mani.


<Kaoru!> lo richiamò la fanciulla facendo un passo in avanti, verso di lxi ed allungando una mano che non l'avrebbe mai toccato per non farlo stare peggio. Vederlo piangere in quel modo, rompersi di colpo in mille pezzi, le strinse il cuore e le fu naturale la preoccupazione per lui. Si mosse seguendo l'impulso, la pancia che le urlava di raggiungerlo. Era ancora qualcosa per lei. Ma lei era davvero ancora qualcosa per Kaoru? Si bloccò subito e indietreggiò lentamente, sperando che non avesse notato il suo minuscolo movimento.

<io- no- Non ci riesco- scusa- non ce la faccio-> cercò di riprendere il controllo con la tecnica di prima, respirando il più lentamente possibile, con calma e serenità, ma non riusciva. Le parole gli uscivano a scatti, tra i singhiozzi, ed i polmoni iniziarono ad andare a tempo con i ricordi del suo massacro del corpo di Shinobu, veloci e frenetici.

<Nori- Nori Nori- mi dispiace- mi dispiace-> era impossibile respirare normalmente, l'aria entrava ed usciva velocemente, fin troppo, e non bloccava le lacrime <mi sento una merda per aver rovinato tutto...di aver...> per aver squartato Shinobu. Per aver ucciso Shinobu. Per aver distrutto Shinobu. Per aver fatto qualsiasi cosa a Shinobu. <per... per...per...per-> era così difficile descriverle quel momento, non solo mentalmente ma anche fisicamente. Il suo corpo glielo impediva. Strinse la camicia al petto, dove c'era il cuore e (tw) dove aveva stretto gli organi interni di Shinobu * <per aver aperto- il suo corpo e- ed lui mi prese e mi teneva stretto...stretto stretto stretto- mi teneva le mani io...io... tagliavo->

Le aveva strappato via il cuore rotto e bucato per colpa sua. Poteva essere di vetro, non gli importava, gli faceva schifo allo stesso modo di come si faceva schifo. Non riusciva a togliersi i sensi di colpa per questo atto.

<mi dispiace...mi dispiace! Mi dispiace! Mi dispiace per tutto!> aveva a bisogno di aria, pulita e fresca, si sentiva soffocare dalle proprie mani che stringevano il suo corpo sporco. Le sue lacrime lo stavano affogando <tu e tutti gli altri eravate- siete- eravate-> Kaoru non non riesci neanche a fare una frase di senso compiuto!? Sei ridicolo! <siete davvero il mio safe space- luogo sicuro- o casa o come vogliamo chiamarla!> fatelo uscire, aprite le finestre, fate qualsiasi cosa, non sopportava l'aria viziata della villa e quel corriodio che diventata sempre più stretto <non ho mai voluto ferirvi e sì! Sì mi sento una persona orribile per...per- Shinobu- per aver-> per averla uccisa. Per averla squartata. Per averla distrutta. <mi dispiace! Mi dispiace! Mi dispiace!>

Ogni respiro era un "mi dispiace", rimanendo sempre senza fiato e sembrava un disco rotto, ripetendo la solita parola all'infinito finché la biondina non cercò di fermarlo con la sua voce tremante <Kaoru! Kaoru basta! Kaoru hai detto abbastanza! Ho capito non ti preoccupare...davvero>

Kaoru voleva proteggere Shinobu da Aki, ma per un imprevvisto, l'intromissione della fanciulla, era finito per ucciderla. Non c'era nessun motivo di odio dietro la sua azione, qualche tipo di vendetta o pazzia improvvisa. Solo affetto mescolato a tanto dolore per l'errore commesso e per le atrocità che aveva compiuto non di sua volontà. Ilx fanciullx era stato vittima del destino...non era colpa sua.

Capito Nori? Non era colpa sua.

Non sapeva bene perché le venne da piangere, cercò solo di non farlo notare e rimanendo silenziosa mentre era il suo turno di versare un po' di lacrime <Kaoru guardami...> sussurrò, e forse stava esagerando con il pianto, ormai era troppo tardi per fermarlo e non farsi vedere in quel modo dallx schermidore. L'avrebbe fatto preoccupare ma era difficile chiudere il rubinetto nei suoi occhi <quindi è stato un incidente? Davvero?> gli chiese solo per avere una conferma da parte sua. Magari aveva capito male. Magari si stava sbagliando. Magari era tutto il contrario.

Nori aveva capito? Davvero? Gli aveva creduto? Davvero? Non stava sognando, era la realtà giusto? Nori l'aveva ascoltato e si era fidata delle sue parole? Davvero?
Kaoru fu molto molto sorpreso di sentire quella domanda, buttando fuori un sospiro di sollievo, piccolo per la mancanza di aria nei suoi polmoni distrutti dal continuo movimemto sfrenato nella ricerca disperata di ossigeno. Annuì, riprovando a respirare con calma ed asciugandosi il volto bagnaticcio.

Doveva esserne certa <quindi tu non volevi ucciderla?>
Kaoru annuì dinuovo.
Non bastava, doveva essere pienamente convinta <quindi non l'avevi fatto apposta a colpirla?>
Kaoru annuì dinuovo, più deciso.
Poteva fidarsi, o chiedere per l'eternità la stessa domanda in mille modi diversi <quindi...non la odiavi? Volevi solo proteggerla e avevi sbagliato?>
Kaoru avrebbe annuito per tutte quelle volte senza mai stancarsi - anche se realisticamente parlando si sarebbe fatto male al collo.

Nori accettalo. Era stato un incidente. Kaoru non aveva alcuna colpa. Nessuno aveva una colpa in questa morte e la rabbia del lutto non aveva alcun luogo o persona dove imbattersi per sfogarsi.

<oh...> eppure questa notizia non la fece stare improvvisamente bene, tirò su con il naso e si asciugò il volto dalle lacrime che continuavano a scendere <capisco...un incidente...è stato tutto un incidente>

Allora perché non riusciva a calmarsi e a guardare ilx ragazzx allo stesso modo, con grande fiducia e senza alcun timore? Perché doveva essere così difficile odiarlo e pure perdonarlo? Non poteva semplicemente chiudere tutto in una scatola e buttarla in mare, lasciare che vada nell'abisso, ed andare avanti? No, non poteva, non riusciva. Non era colpevole. Non era un assasino. Non lo odiava

<però...però è lo stesso...difficile per me comportarmi dinuovo come prima, anche se è appunto un incidente...non...non so se sono in grado>

Ilx schermidore riuscì a bloccare il pianto, singhiozzando solo ogni tanto <Nori...>

<io...io non sono Goro. Mi dispiace ma non lo sono. Lui ti avrebbe sicuramente perdonato subito dopo la tua confessione, avrebbe compreso in un nanosecondo ogni tua signola patole! Goro riusciva sempre a capirti e soprattutto era un amico migliore di me!> il pensiero dell'amico morto strinse il suo cuore già in pezzi. Si sarà comportato male con Kazuya dopo il suo tradimento, ma con lei e Kaoru era sempre sul pezzo e una persona amorevole. Lui si che sapeva ascoltare le persone, rimanendo in silenzio e prestando la massima attenzione. Ai suoi occhi le sembrava gli venisse naturale essere un buon amico, mentre per la fanciulla sembrava una grande impresa. Ci sarà un motivo se Kaoru si era confidato solo con l'artista e non con lei no?

<io so di non essere una buona amica per quanto ci sto provando... è tutto così nuovo e non so bene come comportarmi- cosa fare- cosa dire- faccio un sacco di errori tipo dare per scontato cosa volevate te e Shinobu! Fare piani strani di nascosto e mettermi in mezzo in questioni che non mi riguardano o non...non riuscire ad aiutarti perchè appunto faccio solo casini e non riesco ad ascoltarti per bene! Sono piena di convinzioni!> la biologa si fermò per prendere un bel respiro, pensando che sarebbe anche lei riuscita in questo modo a trattenere le lacrime <io... vorrei volerti bene come prima ma...ma mi è difficile- non sei solo tu! È tutta la situazione! Mi dispiace!> esse scesero lo stesso, non era possibile fermarle e continuò a piangere <mi dispiace di essere una pessima amica!>

Eglie mise una mano sulla spalla, cercando di confortarla con il contatto fisico che tanto odiava <non devi sforzarti a comportarti in un certo modo- voglio che tu sia te stessa e nessun'altro, per questo che ti voglio bene...tu sei Nori! Unicamente Nori! Non sei Goro, Kazuya o Shinobu! Sei te! E Nori è anche questo: una ragazza che ci rimane male, che ha una sua sensibilità e i suoi problemi! Ha bisogno di tempo per guarire le sue ferite> non aveva idea se stesse dicendo cose giuste <Goro non era un amico perfetto e nemmeno io lo sono...nessuno lo è Nori! Possiamo solo provare ad esserlo, ma è normale sbagliare!>

La risposta ritardò di qualche secondo, dando all'altro il tempo di elaborare, guardarsi con gli occhi lucidissimi e rossi, e di pensare a cosa dire. la biondina lx allungò la mano con il mignolino alzato <Kaoru...vuoi essere il mio amico?>
Lxi gli strinse il dito e annuì, non riuscendo ad esprimere con il linguaggio la sua gratitudine.

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L'ora di cena stava arrivando e alcuni dei partecipanti erano rimasti nel breve periodo di autonomia, andando contro gli Aki e mettendosi in mezzo al loro lavoro, tipo Yumeri.

La fanciulla si era goduta il buonissimo pranzo fatto da loro, e lo aveva mangiato solo perché si erano imposti loro - in realtà sentiva la mancanza del "vero cibo". Però la cena aveva intezione di farla lei, quando finalmente aveva accettato il suo compito le impedivano di farlo! Non era giusto! Entrava in cucina a testa alta, cercando di cacciare via i due maggiordomi da essa finendo per essere sempre lei quella buttata fuori.
<VI SEMBRA IL MODO DI TRATTARE UN OSPITE?!> urlò la motociclista battendo le mani contro la porta chiusa brutalmente in faccia da parte dei due. Il suo era diventato solo un capriccio, non più una lotta seria.
<MA VAFFANCULO!> fu la risposta di Akio, non aveva idea di cosa avesse detto di preciso ma aveva capito che era italiano ed un insulto.

<LASCIATEMI ENTRARE->
<Yumeri> venne chiamata da Kazuto, per lei apparso dal nulla alle sue spalle facendole prendere uno spavento come era successo in giardino. Questa volta al suo fianco c'era il corvino mafioso e tra le mani teneva dei piatti in bilico <se vuoi fare qualcosa puoi aiutare me e Jun'ichi a preparare la tavola->
<no>
<...no?>

<no!>

Lo stratega la guardò male, in mode serio senza far trasparire troppo il fastidio della sua risposta con una smorfia <allora rimani ad urlare davanti ad una porta chiusa come una scema!>
Ricambiò lo sguardo incazzato dopo il suo commento e rubò i piatti al fanciullo più alto, camminando verso il tavolo con passi pesanti <...solo perché non mi lasciano cucinare darò una mano!>

<MENOMALE!> disse Jun seduta al suo posto, con un piccolo sorrisetto divertito che si spense quando vide l'altra fanciulla avvicinarsi a lei dopo aver posato i piatti <oh fuck-> mormorò alzandosi di fretta e mettendosi a correre lontana per non farsi colpire da Yumeri. Si nascose dietro Jun'ichi e lo ruotava così che prendesse lui gli schiaffi al posto suo.

Sentendo il casino gli altri partecipanti si riunirono nella sala da pranzo, ritrovandosi davanti Yumeri e Jun che stavano girando intorno a Jun'ichi bloccato dalla confusione, mentre Kazuto stava effettivamente sistemando la tavola da solo. Decisero di aiutarlo e fermare le due fanciulle, preparando tutti assieme la tavola.

Per poco Kaoru non fece cadere i piatti a terra quando scambiò la chioma bionda di Nori con quella di Akinori.

C'era ancora da aspettare prima di poter cenare e ne approffitarono per poter chiacchierare un po' tra di loro, parlare e discutere su qualsiasi cosa che non fosse legata al killing game.

Era possibile? Per alcuni sì, o così sembrava agli occhi di Shou.

Esisteva chi riusciva a prendere alla leggera un momento così pacifico ed ad avere ancora la forza di ridere.

Il corvino provava ancora dei sentimenti pure positivi, non era diventato un "apatico depresso" che si ascolta i My Chemical Romance, ma gli era difficile lasciarsi andare ed unirsi ad argomenti stupidi come "prima i cereali o il latte" susseguito da un pericoloso "il cioccolato kinder fa schifo o è buono". Non sopportava come la sua mente fosse intrappolata in una gabbia inviolabile di negatività.

Shou sei morto.

Shou non sei quello reale.

Shou sei sempre stato il tuo nemico.

Shou non esisti.

Shou perché devi continuare a vivere?

Si sarebbe aperto il cranio per poter strapparsi via il cervello e smettere di pensare. Sarebbe morto - per la seconda volta secondo quelle carte - ma almeno avrebbe zittito la irritante vocina che gli ripeteva quelle frasi. La stessa che lo bloccava, lo avvolgeva e lo distaccava da quel corpo che non sapeva più a chi appartenesse. Quella che gli faceva venire i dubbi su se stesso nei peggiori modi, cercando di convincerlo pure che non esistesse.

Se non poteva essere Shou Ultimate Birdwatcher perché morto e neanche Shou Shinigami perchè i ricordi non erano completamente suoi, allora chi era? Cos'era? Non ne poteva più! Voleva spaccare il proprio cranio e smettere di fare solamente domande senza alcuna risposta.

Strinse le mani tra di loro bloccandosi prima di provare veramente a staccarsi la testa dal corpo con esse e dare ascolto all'ennesimo pensiero intrusivo che invadeva la sua mente.

Alla fine di questo gioco o sarei morto o sarei impazzito o entrambi.

Non c'era l'opzione "nessuna delle due", e ci stava mettendo tutto se stesso per non crollare dinuovo, per cercare un nuovo senso per cui continuare a vivere e per non sbattere la testa ripetutamente contro il tavolo.

<Shou tutto ok?> gli chiese a bassa voce la motociclista, avvicinandosi leggermente al fanciullo che per tutto il tempo era rimasto immobile a guardare il vuoto. Non si era reso conto che non era invisibile e chiunque avrebbe notato che qualcosa non stesse andando. Menomale che si era fermato più volte a colporsi la testa, sarebbe sembrato un pazzo. Come se fosse in mezzo a gente sana-

<uh...vuoi la verità o bugia?> sforzò un sorriso e la sua risposta causò uno sbuffo da parte di Yumeri.
Gli diede un pugno sulla spalla <Shou cerca di rilassarti, per una volta che è tutto tranquillo>
<ci sto provando- non è facile come per voi magari> ricevette un'altro pugno.
<per nessuno è facile Shou>

L'amica tornò al gruppo, dandogli le spalle e riprendendo la conversazione come se nulla fosse.

Si chiedeva se anche loro mentre parlavano o facessero qualsiasi altra cose avevano una vocina che li tormentava con le stesse sue frasi.

Se era difficile pure per loro rimanere attaccati per lungo tempo alla Terra e non sapessero più cosa fosse la loro vita.

O forse non si facevano tutti questi problemi perché ne avevano già abbastanza.

C'era chi doveva combattere contro il senso di colpa, chi contro il lutto, chi contro i traumi lasciati dalla vita e dal gioco. Non era il caso di aggiungere altro no? Nessuno voleva subire ogni giorno crisi e dubbi sulla sua stessa esistenza. Forse era l'unico che si stava fissando sulla questione così tanto che lo stava facendo per tutti, perché non era solo lui ad essere messo in dubbio ma anche loro. Era in mezzo a persone ignote senza più identità, non era solo, eppure non si sentiva meglio. Gli sembrava di stare con dei sconosciuti, all'improvviso, e metteva in dubbio tutto ciò che aveva conosciuto di loro.

Cazzo Shou, ti stai perdendo dinuovo nei tuoi pensieri!

Smettila!

Sbattè un paio di volte le palpebre per riprendersi e si ritrovò davanti un piatto di pollo arrosto accompagnato da delle patatine. Aspettò che chiunque venisse servito prima di mettersi a mangiare e riprovò ad entrare nelle conversazioni altrui.

<ora che ci penso, sono passati 10 giorni dal compleanno di Sally-> aveva appena commentato Elviira, sconvolgendo Jun che sbattè la mano sul tavolo e invece di una tazzina, sobbalzò il bicchiere di Jun'ichi.
<SOLO 10 GIORNI!? Sembrava essere passato molto più tempo! FOR REAL??> esclamò con gli occhi spalancati, esprimendo la onestissima reazione di tutti.

<scusate ma da quanto siamo qui?> chiese Shou. Si rese conto che non avesse proferito parola dall'inizio per come tutti si erano subito girati verso di lui sorpresi.
<da precisamente 39 giorni> rispose Kazuto, dinuovo senza occhiali, mostrandosi meno nerd di quello che effettivamente era e Jun battè dinuovo le mani sul tavolo facendo cadere il bicchiere di Jun'ichi versando tutta l'acqua.
<SONO PASSATI SOLO 39 GIORNI!?>
<JUN-> Il mafioso prese subito il tovagliolo cercando di togliere subito l'acqua prima che possa bagnare entrambi.

La fanciulla dai capelli viola annuì e continuò il suo discorso <comunque era il 5 Maggio il tuo compleanno giusto?> si girò verso la bambina che annuì con un bel sorriso, felice che qualcuno di loro se lo fosse ricordato <quindi siamo al 15 Maggio, non ci siamo minimamente preoccupati dei nostri compleanni!!> giunse al fine del suo discorso, avevano completamente ignorato le varie festività. Mentalmente erano bloccati nel tempo in un giorno qualsiasi e neutro <tra di noi c'è qualcuno nato a Maggio?>
<nessuno> disse Kaoru <pure dei morti mi sa che non c'è nessuno...> aggiunse con un filo di voce.
Ci pensò Nori ad alleggerire l'atmosfera, saltando in piedi con la braccia spalancate <15 Maggio...tra poco sarà estate!!>

<hai ragione!> disse Elviira battè le mani tra di loro portandole davanti alla bocca coprendo un piccolo sorrisetto <mi ero quasi dimenticata delle stagioni! Non c'è molto caldo qui dentro>
Jun'ichi riuscì ad asciugare la tovaglia dal casino fatto dall'amica, e allontanò il bicchiere dalle sue mani <quasi ci speravo in un cambio di abiti più estivo, non ne posso più di stare sempre in giacca e cravatta>
<davvero? Ed io che pensavo i businessman dormissero in giacca e cravatta!> gli rispose la corvina con un sorrisetto e scoppiò a ridere vedendo la faccia confusa dell'altro, non capendo se il suo fosse un commento ironico o serio.

La biologa marina era ritornata a sedersi e aveva le mani al petto, facendo una posa drammatica che fece ridacchiare ilx schermidore dinuovo vicino a lei <oh dio quanto mi manca il mare! Quest'anno volevo festeggiarlo in spiaggia! Sapete faccio il compleanno in pieno luglio!> disse smettendo di fare la drammatica per far ridere alcuni <volevo una festa in mezzo all'acqua, il sole, i pesci, le meduse e fare gare di castelli di sabbia!> chi avrebbe invitato se non aveva amici prima?

<se li convinciamo magari ci lasceranno fare un beach episode per il tuo compleanno!> disse Yumeri sorridendo alla biondina che si alzò di nuovo esaltata.

<SAREBBE MERAVIGLIOSO! Oppure andare in acquario! Mi manca l'acqua!>

Jun si appoggiò alla spalla di Jun'ichi, immaginandosi già lo scenario ed era bellissimo, soprattutto perché non erano più chiusi dentro 4 mura senza finestre <andrei ovunque per avere un minimo di libertà per un giorno> pensò la corvina ad alta voce per poi girarsi verso la biondina per farle una domanda <ma dovremmo farti il regalo?>
<se volete- non- non siete ovviamente costretti!> rispose Nori non aggiungendo il fatto che nelle loro condizioni era impossibile poter comprarle qualsiasi cosa.

Ma Jun non ci pensò a questo dettaglio, guardando subito il suo compagno che sbuffò e scosse la testa <non usare il regalo di Nori come scusa per prendere i miei soldi>
<io!? Ti pare che possa fare una cosa del genere!?> Jun si staccò da lui e si portò una mano al petto mentre la guardava male <volevo prendere una borsa medusa a Nori abbinata alla mia borsa gucci!>

<ANDIAMO TUTTI AL MARE!!> Sally li appoggiò con un piccolo applauso e sembrava esaltata all'idea quanto loro. Sperava che ilx mastermind che stava in mezzo a loro avrebbe concesso una cosa del genere. Realisticamente parlando non sarebbe mai successo.
<ci servirebbe un po' di sole, soprattutto a voi ragazzi> disse Yumeri indicando i due corvini e Kaoru <sembrate dei morti viventi, Kazuto è più abbronzato di voi!>
<è dovrebbe essere una brutta cosa?> chiese confuso lo stratega sentendosi preso in causa, ma non ricevette alcuna risposta.
<grazie Yumeri-> dissero gli altri tre ragazzi in un bel coretto poco convinto.

La cena si concluse con delle torte come dolce, erano entrambe al cioccolato decorate con lo zucchero a velo. Shou ne prese solo un pezzo, aveva un retrogusto strano - non capiva neanche di cosa - e non riuscì a finirlo. Ad alcuni era pure piaciuta, o stavano morendo di fame, come Kaoru, Yumeri e Kazuto che ne presero altri pezzi. Le uniche che non lo mangiorono furono Elviira e Jun, ancora piene dal loro bis di patatine mentre Sally aveva una torta tutta per sé sempre al cioccolato.

Il corvino si stava dirigendo in camera sua, sentendo un leggero mal di testa iniziare a crescere lentamente. Camminava tranquillo finché non venne preso all'improvviso sotto le braccia da Yumeri e le sue gambe prese da Elviira aiutata da Jun.
<MA CHE CAZZO STATE FACENDO!? EHIII!!> era bloccato, non riusciva a liberarsi e lo stavano portando in quel modo al piano superiore. Sentiva la propria voce molto più di forte rispetto a quanto lo fosse nella realtà.
<YUMERI! ELVIIRA! JUN! LASCIATEMI SUBITO!> non smise di urlare, e arrivati davanti alla sala giochi venne liberato, cadendo a terra.

La scammer e l'acrobata entrarono, lasciando Yumeri da sola con un corvetto arrabbiato <ora puoi darmi una risposta!?>
<pensavo che ti avrebbe fatto stare bene passare la serata con noi> il sorriso della fanciullo sparì con un sospiro vedendo nell'altro una smorfia per nulla convinta della sua idea.

Pensava che il suo discorso del giorno prima fosse bastato, invece gli aveva solo dato una spintarella. Se lo doveva aspettare, le persone non cambiano da un giorno all'altro. Rimase in silenzio a guardarla, era pronta a tirargli un calcio se si fosse dinuovo disperso nei suoi pensieri. Era un bene non riuscirli a leggerli, o avrebbero distrutto tutti i suoi scudi contro le notizie di questa mattina <Shou lo so che vorresti solo scoprire la verità e mettere fine a questa storia. Non credere di essere l'unico! Anch'io lo voglio!>

<semplicemente si fa superare da altri miei pensieri> si abbassò, Shou stava ancora sdraiato sul pavimento e si avvicinò giusto per fargli un'altro discorso che le uscì quasi naturale <non voglio che vivi male ogni giorno della tua vita perché potrebbe essere l'ultimo! Va bene preoccuparsi, va bene essere seri, va bene rimanerci male e stare male! Ma non può essere sempre così! Ogni giorno, ogni secondo, ogni momento! Soprattutto nel nostro caso! Vorrei che questo giorno iniziato malissimo lo finissi bene, rilassandoti e divertendoti con noi. Non hai perso completamente le redini della tua vita, puoi ancora decidere.> si rimise in piedi appena finì di parlare con un tono serio senza sembrare troppo pesante <entri o no?>

Puoi ancora decidere. Voleva credere ciecamente in quell'affermazione, però non era tanto sicuro se fosse così. Puoi ancora decidere. Voleva fosse vera al cento per cento, gli sembrava troppo bella per essere reale. Puoi ancora decidere

<ci proverò> rispose Shou alzandosi in piedi e ricevette una forte pacca sulla schiena.
<ne sono contenta!> commentò dopo il colpo che aveva quasi spinto dinuovo a terra il ragazzo.
<basta che non sia un gioco alcoolico>
Yumeri aprì la porta e lo guardò con un sorrisetto <ma come!? Sei così noioso> disse scherzosa ed entrò per prima.

<guarda che nessuno qui ha l'età per bere!> le rispose con lo stesso tono, non volendo sembrare troppo bacchettone. Sentì qualcuno toccargli una spalla, ma quando si girò non vide nessuno. Strano. Sarà stata una sua impressione.. Non era il momento di farsi prendere dalla paranoia. Non era un buon modo di iniziare la serata. Avrebbe provato a stare bene, e non si sarebbe fermato al primo secondo della sua sfida personale!

...

Le sue aspettative di una serata normale vennero distrutte dopo quasi una ventina di minuti a giocare a monopoli.

Sembravano tutti così esaltati, tranne Jun ed Elviira, che erano quelle più sconvolte soprattutto a sentire le grosse risate che il mafioso stava facendo per cose stupide e inventate. Stava cominciando ad essere quasi inquietante agli occhi di entrambe.
<guarda Jun! Guarda come si muove!> affermò ad un certo punto mentre teneva un pezzo della stecca da biliardo con entrambe le mani e lo agitata <fa wowowo!>

La biologa marina fu l'unica a scoppiare a ridere nel gruppetto a quella scena e prese l'altra metà della stecca per imitarlo <sembra il mare! Un pesce! Un delfino! O- non so- si un pesce cane! Fa blumblumblum!> disse tra le risate, e iniziò all'improvviso a fare movimenti completamente opposti del corvino.

<Nori devi tirare i dadi-> la chiamò Elviira, guardandoli confusa dal loro comportamento e quella ridarella stupida che era iniziata già da prima, partita puramente a caso per una strana forma del pavimento.

La biondina mollò la stecca senza pensarci troppo, dando retta ciecamente all'amica <SUBITI SUBITO! TIROO DEI DADDI!!> ma non prese nulla tra le sue mani, iniziando a scuoterevcon grande foga il nulla e le portò all'orecchio per sentire il rumore dei dadi che non c'erano. Spalancò gli occhi e fece un grande sorriso <SENTO IL MARE!>

Shou, confuso dai giramenti di testa, non stava capendo nulla, e sentiva tutto più forte, le urla dei due gli trapanavanano l'orecchio. Ma solo lui sembrava provare tale dolore <Davvero?> le chiese e l'altra annuì.
<fammi sentire fammi sentire!> le disse Jun'ichi e la fanciulla si avvicinò, posando le sue mani chiuse a conchiglia vicino al suo orecchio <io sento...nulla->
<ma come io sento il mare!>
<Nori lancia i dadi!> intervenne la truffatrice irritata dal loro comportamento e porse alla biologa i dadi reali <e per davvero!>

Fu inutile questa precisazione, tirò lo stesso a vuoto e guardava il nulla con tanta esaltazione <SEI E SEI!>
<Nori non hai tirato nulla!> disse Jun e ricevette come risposta una risata divertita.
<opsie!! RILANCIO!!> annunciò Nori tirando nel modo corretto, permettendo di poter continuare la partita e passare al prossimo turno.

La situazione stava solo degenerando a chi lentamente e chi velocemente. Kaoru non riuscì nemmeno a giocare, rimanendo a dondolarsi su se stesso con le gambe al petto per tutto il tempo, aumentando i suoi giramenti di testa. Poteva fermarsi ma sentiva delle viscide mani toccarlo, spingerlo in avanti e indietro, e gli impedivano di bloccare il mondo per riprendersi. Si misero a chiamarlo, cercando in lxi una qualsiasi reazione e ricevevano solo frasi sconnesse tra di loro mentre aumentava il dondolio.

<Kaoru calmati- cosa hai pure tu?> chiese Jun mostrando la sua poca dolcezza con il tono aggressivo ed esausto.

Ilx fanciullx abbassò lo sguardo verso le proprie mani e sentì il respiro mancargli, allo stesso modo di quel pomeriggio <sto sanguinando- sto sanguinando- sto sanguinando-> iniziò a ripetere e le mani tremavano, completamente pulite e intatte, confpndendo Jun davanti a lxi. Si mise a sfregarle tra di loro e poi sui vestiti, diventando sempre più veloce <HO LE MANI SPORCHE DI SANGUE E- E NON SI TOGLIE!>
La corvina scosse la testa e non riuscì a prendergli le mani, si muoveva troppo velocemente e le diede un leggero schiffo sul dorso <Kaoru non hai nulla- calmati->

<Kaoru sei ferito!?> chiese di colpo Nori, avvicinandosi ai due di scatto, smettendo di ridere e mostrando un volto pienamente preoccupato.
<non...non lo so- sto sanguando, non sto bene- sto per svenire? Sto per morire? Sto-> non capiva perché glielo stavano chiedendo. Non lo vedevano come le sue mani erano completamente rosse? Stavano gocciolavano e stava sporcando qualsiasi cosa toccasse con esse. Non riusciva a toglierlo. Non riusciva a pulirsi. Non era solo una sensazione ma era effettivamente così.

<sei ferito?> gli richiese ignorando la sua risposta di qualche secondo prima.
<io- io- io- io->
<non hai nulla Kaoru smettila!> sbattò Jun alzandosi in piedi e guardando tutti i presenti seduta a terra circondano il tabellone <cosa avete tutti quanti!?>

Nessuna risposta.

Anche Shou si sentiva strano, come se il mondo sotto di lui si stesse muovendo, girando senza sosta e creando delle onde che lo stabilizzavano pure da seduto. Tutto intorno a lui si stava muovendo velocemente, in continuazione, cambiando sempre direzione e lasciandolo sempre spaesato. Cosa stava accadendo? Perché dicevano cose strane? Perché vedeva cose strane? Cosa gli era preso?

Non importava quanto casino c'era intorno, quanto anche Yumeri e Kazuto potessero mostrarsi poco lucidi, Jun'ichi avrebbe continuato il gioco pure se non era il suo turno. Lanciò i dadi e la sua pedina finì su una proprietà ancora vuota e i suoi sensi da businessman si attivarono...male <LA COMPRO LA COMPRO!>
<ma non hai abbastanza soldi!!> gli rispose Elviira esasperata dalla situazione.

Il corvino non aveva giocano male ma di più, malissimo, ed era strano per uno che Kazuto aveva etichettato con grande vanto come il campione di monopoli. Non sembrava il tipo da dire una cazzata simile su un suo amico.

<LA COMPRO!>
<sono 150 dollari non->
Jun'ichi contò velocemente e diede i soldi sbagliati alla fanciulla perché non li aveva. Però la stava guardando con grandissima convinzione che quelli erano giusti! Li aveva contanti lui stesso! Ci pensò Jun a fargli capire l'errore urlando <MA SEI CRETINO? SONO TRE DA 5 NON LO VEDI?!> gli avvicinò il dollaro, schiaffeggiandolo in pieno volto al corvino.
<uhh...ma c'è uno strano cane sopra...con lunghi baffi e un cappello...>
Jun arrossì dalla frustrazione <MA CHE CAZZO STAI A DIRE! C'È UN PELATO CON I BAFFI!>

Nori si intromise mettendosi a ridere, spostando l'attenzione dal vecchio amico Kaoru sul mafioso <Jun'ichi>
<eh?> si girò di scatto, ignorando Jun che cerca di richiamarlo e capire cosa gli prendesse.
<ti stai muovendo come una gelatina!> gli disse di getto, mettendosi a dondolare.
<eh?>
<ti stai muovendo come una gelatina!>
<eh?>
<eh?>

<BASTAAA!!> urlò Jun non solo ai due fanciulli ma a tutti in generale, anche alla povera Elviira che si avvicinò. Si stava preoccupando molto per i suoi amici e pure per Jun'ichi, e resto al fianco della corvina che sembrava l'unica "normale" come lei. Le appoggiò una mano sulla spalla per calmarla e si guardarono negli occhi mostrando all'altra la loro preoccupazione e confusione.
<cosa sta-> Jun venne interotta da un grande tonfo che allarmò entrambe.

Si girarono di scatto dietro di loro, ritrovandosi a terra Yumeri, appena caduta ed era rimasta immobile, facendo andare nel panico le poverette.

La raggiunsero, l'acrobata con più fretta, e non si tranquillizzò neanche quando la sentì parlare a bassa voce. Ripeteva un nome, "Shiori", alternato da altre frase più aggressive o più spaventate, come "stare zitti" o "lasciatemi". Se si mettevano a scuoterla, cercando di farla tornare in sè, le frasi aumentavano e non smetteva di muoversi. Non smetteva di agitarsi. Le sue mani si muovevano avanti e indietro, cercando di afferrare i volti delle due fanciulle e dopo vari tentativi ci riuscì.

Stava vedendo doppio, anzi quadruplo e pure sfocato, mosso, non capiva più cosa stesse succedendo e dove si trovasse. Non solo il mondo stava girando, ma anche la sua percezione della realtà lo stava facendo e non capiva cosa era ciò che stava guardando. Lunghe facce bianche di inquinanti figure la osservavano dritto nell'animo <chi...chi siete voi? Cosa siete?> chiese stupidamente la fanciulla.

Jun si tolse la mano dell'altra dalla faccia, guardandola infastidita <Yumeri hai bevuto? Che domande sono queste!?> mentre l'acrobata le rispose con più dolcezza e delicatezza <siamo Elviira e Jun. Tu stai bene?>

<no...non siete voi- o voi avete portato via mia sorella?!>
<siamo noi Yumeri!> la fanciulla dai capelli viola si tolse la mano dal volto per stringerlo tra le sue mani <poi non abbiamo preso nessuno- tutto ok?>
<voi...io...siamo morti? Perché- perché è tutto così strano? Voi siete strane->
<parla lei-> commentò la truffratrice che si beccò un pugno sul braccio dall'altra ragazza lucida <che c'è?> le chiese guardandola storta.

<deve essere successo qualcosa che però non ha colpito noi due!> le rispose staccandosi da Yumeri che non aveva intezione di calmarsi e non sapevano minimamente come comportarsi.
Jun incrociò le braccia al petto <io avrei un idea->

Vennero nuovamente interotte da un grido straziante che spacco i timpani delle fanciulle e di chiunque si trovasse nella stanza.

Questa volta venne da Kazuto, sorprendendo entrambe. L'avevano già visto agitato e arrabbiato ma non l'avevano mai sentito gridare così tanto forte. Sembrava che stesse venendo brutalmente ammazzato e terrorizzato da ciò che aveva intorno a lui.

Era circondato dai morti. Era intrappolato dai morti. Era rinchiuso dai morti. C'erano loro seduti sul pavimento che piano piano si riempiva di sangue e crollavano a pezzi come dei veri zombie. Uno di questi si avvicinò a lui parlando con una voce roca e distrutta dal tempo <Kazuto che sta succedendo!? Kaz-> decise di rispondere lanciandogli un bicchiere al suo fianco.

In realtà era Elviira, venne afferata dalla corvina che la spinse di lato evitando il bicchiere che si spaccò in mille pezzi sul tabellone.

<STATEMI LONTANO!> urlò lo stratega alle due fanciulle che nei suoi occhi erano parte di quei mostri che iniziarono a muoversi verso di sè e contro cui stava lanciando tutto ciò che afferrava. Pedine, dadi, carte, soldi finti, altri bicchieri. Intanto strisciava all'indietro, allontanandosi da tutti e cercando di non farsi prendere. Non erano solo loro due, erano di più, c'erano pure Jun'ichi e Shou ad avvicinarsi. ma ai suoi occhi erano ancora di più. Un esercito di morti, di mani che lo toccavano e lo bloccarono quando andò contro al muro <STATEMI LONTANO!>

Era a capolinea. Era inutile urlare contro quella mandria di creature che si deformavano ogni minuto, diventando più terrificanti o più simili alla realtà effettiva. Anche se provava a stare calmo, a dare ragione alla sua parte razionale, il suo cuore batteva sempre più veloce, era un tamburo o la batteria di una band metal. Oppure una bomba pronta a esplodere appena il timer avrebbe raggiunto lo zero. Gli mancava l'aria e delle non esistenti mani rosse lo tenevano immobile attacatto al muro.

Cos'erano? Cosa volevano da lui? Perché lo stavano toccando e bloccando?
Jun provò a mettergli una mano sulla spalla, era quella più vicina tra tutti, e per questo motivo si beccò un calcio in faccia che la allontanò dal castano.

<BRUTTO BASTARDO-> la fanciulla si tenne il naso che gli faceva più male del resto e le sue dita si sporcarono di sangue. Jun'ichi - in confronto allo stratega sembrava lucido - afferrò l'amico con le sue braccia, bloccandolo al suo posto e facendolo solo agitare di più. Nonostante i colpi e le urla, quest'ultime sentire forti il triplo, non mollò la presa. Non l'avrebbe lasciato soprattutto dopo aver tirato un calcio alla sua cara Jun.

L'acrobata e la scammer si allontanarono per parlare tra di loro, sperando di riuscire a finire il loro discorso. Elviira ne approfittò per pulire il naso di Jun con un fazzoletto mentre lei le parla <ci hanno messo qualcosa nella torta, noi siamo state le uniche a non mangiarla! Questi stronzi->
L'altra finì con il naso e buttò via il fazzoletto lanciandolo oltre al bancone <cosa potrehbe essere?>
<non lo so, ma Kazuto con questa roba è diventato decisamente aggressivo. Sarà meglio portarlo via da qui> rispose guardando male con la coda dell'occhio e riportando le braccia incrociate al petto.

<non possiamo lasciarli qui soli mentre portiamo via Kazuto!> Elviira spalancò le braccia, girandosi con l'intero corpo verso il gruppo per indicarli e poi le mani strinsero le spalle della corvina <e se peggiorando pure loro? E se lasciamo da solo Kazuto? Non si farà del male? E se succede qualcosa?>

<succede sempre qualcosa qui dentro!> esclamò Jun afferrando a sua volta le spalle dell'altra <e cosa vorresti fare?>
<non so...sono messi male, sarà meglio portare tutti nelle loro camere l ma->
<ma non possiamo lasciarli soli, giusto?> concluse la frase Jun, capendo già il continuo e la guardò con fare scocciato. Non tantp per lei in sé ma per le urla, le risate, e il delirio in sottofondo.

<esatto! Pensavo quindi di diverci in due gruppi, una in cui ci sto io e l'altra tu, e ci mettiamo in stanze vicine!> fece un piccolo sorriso e si avvicinò di più, facendo scontrate le loro teste con fare più serio di prima <si anche Kazuto starà con noi>
<tienilo tu! Io non lo voglio un'altro calcio in faccia!>
Elviira annuì con un leggero sbuffo <per ogni bisogno potremmo usare le campanelle per gli Aki per chiamarci!>
<non mi sembrava un ottima idea...> sospirò l'altra <però non mi vengono in mente altre>

La divisione venne fatta velocemente quando riuscirono ad arrivare ai loro dormitori. Presero le stanze di Kazuto e della stessa Elviira, dividendosi in due gruppi di quattro e si erano armate di campanellini. L'acrobata offrì la sua camera all'altra, assicurandola che non c'era nulla di strano all'interno e potesse stare tranquilla con Jun'ichi, Kaoru e Shou. Dissero anche a loro di suonare il campanello in casi di necessità, ma solo il mafioso sembrava aver seguito abbastanza il discorso. Mentre lei avrebbe preso la stanza di Kazuto che stava nel suo gruppo con Nori e Yumeri. Come si aspettavano, con sintomi simili ognuno li aveva subiti in modi diversi e c'era chi non stava troppo male.

Non molto sicure della stanza dello stratega impazzito decisero di fare un controllo veloce. Era tutto apposto, non c'era neanche la sua pistola, facendo venire il dubbio alla più giovane.
<chissà dovrà l'avrà messa...>
<meglio così, almeno eviteremo la situazione della festa in maschera...spero-> commentò Jun uscendo dalla stanza.

<per qualsiasi cosa ci sono> disse quasi a sottovoce Elviira, vedendo nessuna reazione fermò la corvina prendendola per il polso <non mi stai molto a genio Jun, te lo dico sinceramente MAAA siamo le uniche sobrie quindi collaboriamo! Chiaro?>
Ella si girò annuendo lentamente, facendo un leggero sorriso <va bene! Va bene! Farò la brava! Goodnight!!>

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Ore: 11:30 p.m __________________________
Night time ______________________________

Il Birdwatcher corvino si stava rigirando più volte nel materasso buttato a terra dove avrebbe dormito quella notte. Da quando le campanelle avevavo segnato l'inizio del night time non riusciva a riposarsi. I rumori continui che sentiva intorno a sè così confusi, distorti e forti, gli avevano rovinato ogni tentativo di addormentarsi.

La testa pulsava tantissimo, gli sembrava che il suo cervello stesse crescendo e non stesse più dentro al suo cranio. Tutto mentre aveva dei sogni strani, assurdi e senza senso - non come quelli che aveva di solito - che sparivano subito dalla sua memoria appena provava a ricordarli.

Questa notte stava diventando eterna.

Shou...

Mi darai finalmente ragione oppure continuerai a pensare questo corpo è il tuo e non il mio?

Il fanciullo si rigirò sotto le coperte un paio di volte, ed appena sentì la sua stessa voce parlargli prese il cuscino per coprirsi le orecchie inutilmente. Lo sentiva lo stesso. Come sentiva un sacco di altri rumori più ovatatti che lo circondavano.

Siamo sicuri che tu hai qualcosa?

Siamo sicuri che tu sei qualcosa?

Non sei stufo di ripeterlo?
Non sei stufo di convincerti che esisti?

Smettila. Smettila. Semplicemente smettila di pensare e addormentati. Per quale motivo doveva essere così difficile riposarsi, dormire e far passare la notte con un bel sonnellino? Non poteva evitare l'argomento anche di notte? Sarebbe stato fantastico!

Shou...

Chi è l'intruso tra noi due?

Tu, un minuscolo frammento di un morto, oppure io, l'identità originaria di questo corpo?

Poteva starsene zitto? Forse non sarebbe cambiato nulla, stava lo stesso male. Stringeva gli occhi cercando di sforzarsi ad addormentarsi in un nanosecondo però non ottenne alcun risultato. Rimaneva sveglio. Rimaneva stanchissimo con la testa che stava per esplodere e il cuore che batteva come un matto.

Vuoi delle risposte? Cercale. Trovale. Prendile.

Vuoi la verità? Cercala. Trovala. Prendila.

La curiosità uccise il gatto, vero, ma se il gatto è già morto che problema c'è?

Alla fine gli occhi distrutti si aprirono, non riuscendo più a starsene chiusi, e il corpo si alzò lentamente mettendosi seduto. La testa girava, la stanza buia girava, forse pure il suo corpo girava, ed alzò lo sguardo davanti a sè. Si ritrovò davanti una figura identica a lui. Lo fissava dritto negli occhi, splendeva nella notte con la metà del mantello bianca, e seguiva le onde che muovevano il mondo questa sera.

C'è eccome.

Il corpo non è il suo.

Io non voglio morire Shou. Cerco voglio sapere anch'io cosa mi sia successo. Ma che senso ha scoprirlo se poi muoio subito dopo? Mi farebbe davvero stare meglio?

Sbattè gli occhi molte volte, ogni volta quella figura cambiava, prima era più nitida ed ora era sfocata, si avvicina e si allontana, si muove e poi si ferma, appariva e scompariva. Il suo petto si alzava e si abbassava velocemente, mosso dal cuore nel panico nel vederlo dal "vivo", e dai polmoni che cercavano aria per respirare dinuovo. Si strinse a sè stesso, afferrando il proprio corpo con fare possessivo.

Questa non è la tua vita. Non puoi fare come vuoi tu.

Ridammi il mio corpo.

Chiuse gli occhi dinuovo, non più per dormire ma per non vederlo più, stringendo il tessuto tra le sue mani nella zona del proprio cuore batteva. Era vivo. Lo poteva sentire sotto le sue dita. Piccolo. Tremante. Impazzito come il suo vero proprietario.

Shou...

<VATTENE VIA!!!>

Non si rese conto che aveva appena gridato. La voce uscì di colpo dalla sua bocca. Aprì gli occhi non ritrovandosi più nessuno nel mondo che lentamente si muoveva. C'erano solo i suoi compagni di stanza confusi con il buio della notte che lo avvolgeva e rendeva tutto più confuso. Come se ci fosse qualcosa di certo in questa villa! Non poteva neanche contare della propria esistenza.

Ti dimostrerò il contrario.
Ti dimostrerò che non hai ragione.
Ti dimostrerò che esisto anch'io.

Si era messo pure a discutere con se stesso - o con chi si credeva tale - stava veramente impazzendo e si alzò dal materasso, appoggiandosi al muro. Il petto si muoveva leggermente più lento a differenza della testa che scoppiava e lo torturava. Credendo di non aver svegliato nessuno prima, a passi svelti e delicati uscì dalla stanza ma non era da solo.

C'era anche Jun.

Ella sentì e vide benissimo il corvino urlare ed andarsene via, ignorando i suoi richiami fatti sottovoce e quelli più forti. Kaoru si era rifugiato in bagno da non sapeva quanto tempo, avrà chiuso a chiave la porta o l'avrà bloccata, almeno sentiva la sua voce nei mormorii - stava bene - ma aveva paura di lasciarlo da solo. Sopratutto dopo quello che era appena successo.

Ma pure Shou era da solo e stava anche andando in giro! Era pericoloso! Conciati com'erano potevano essere delle ottime vittime o finire nei guai seri. Per quanto non lo sopportasse non voleva certo che morisse! Tutta quella preoccupazione ed ansia le erano estranee, si sentiva strana, però non era tempo per farsi domande, Shou era appena uscito e non aveva idea di dove stesse andando da solo.

Jun'ichi non era troppo un problema ed era sveglio, lasciò a lui il compito di tenere d'occhio Kaoru e la scammer uscì dalla camera inseguendolo, continuando a urlare e a richiamarlo inutilmente. Non si girava, camminava deciso verso chissà dove. Non la sentiva o la stava brutalmente ignorando. Se era la seconda opzione l'avrebbe brutalmente menato.

Girarono l'angolo, uscendo dai loro dormitori e i due corvini corsero verso quello dei proprietari di casa.
<Shou what are you fucking doing?> gli chiese a bassa voce, senza mai ricevere una risposta. Si fermarono un secondo quando girarono un'altro angolo, ritrovandosi di fronte la porta di una stanza bloccata completamente spalancata. Una cosa incredibile sospetta, solo un idiota sarebbe entrato! Infatti il Birdwatcher ci si fiondò dentro.

<Shou...Shou!! Sei un deficente! Un coglione!> si trattenne nel gridare il suo nome dalla rabbia ed entrò pure lei.

Nulla la fermò nel tirare un pugno in testa al corvino più alto, fermandolo allo stipite della porta, attirando finalmente la sua attenzione e potendogli tirare pure uno schiaffo.
Gli occhi spalancati le fecero capire che lo aveva colto di sorpresa, facendogli prendere un colpo al cuore <ma che cazzo fai!?> fu la sua risposta, finalmente, e la guardò malissimo mentre si massagiava la guancia colpita.
<ma che cazzo fai te!?> gli rispose a tono, dandogli una leggera spinta <ti rendi conto dove siamo? Hai la minima idea di cosa ci potrebbero fare se ci scoprono o il tuo cervello è ancora fatto?>

<mi hai seguito? Fin qui?> il corvino diede le spalle alla stanza, appoggiandosi alla porta e guardando ancora male Jun che non smetteva di tirargli pugnetti sul braccio.
<"fin qui" guarda che siamo a due passi dalle nostre stanze> gli disse con freddezza <e poi ovvio dumdass! Mica potevo lasciarti da solo in questo stato!>
<allora non ti lamentare, hai deciso te di seguirmi!>
Mise un leggero broncio, un po' aveva ragione, ma giusto un pochetto, minuscolo, ed in ogni caso per Jun... <rimani un coglione!> lo fece girare verso la stanza e agitava il braccio per far capire che si stesse per riferire a questa se fosse troppo scemo da confondersi <potremmo essere nella stanza del master-> la bocca rimase aperta senza emettere però nessun suono, lasciando la frase incompleta e rimanendo bloccata ad osservara la finestra davanti a loro.

Una finestra libera, senza nessuna lastra di ferro che la bloccasse.

Una finestra vera, non qualche affresco fatto bene al muro.

Una finestra che fece vedere ai due dopo tanto tempo il mondo esterno e non era come lo ricordavano.

Non c'era nessun cielo rosso sangue eterno, anche durante la notte, dando al paesaggio un atmosfera più pesante e inquietante. Era un normale cielo stellato, con una Luna altissima in cielo completamente piena, e grazie alla luce del Sole poteva illuminare il mondo con leggerezza. Meravigliosa. Splendida. Jun non la vedeva dal vivo da molto tempo, le sembrava un eternità e temeva che in questa realtà fosse pure esplosa come nei peggior film trash. Shou la vedeva, più luminosa del solito, e più ondulata, ma non era una distorsione tanto fastidiosa. Era sempre la Luna. Meravigliosa. Splendida. La parte più bella della notte dopo le stelle.

Si aspettavano uno scenario apocalittico, oppure di stare in mezzo al nulla, in un bosco, nella terra distrutta e trovare un fossato che gli impedisse di scappare. Trovarono invece in un grande piazzato di terra buio che li separava da delle case in lontananza di una città distrutta, illuminata e ancora viva, circondata da elicotteri. Non erano abituati a vedere la guerra di persona, ma quello che vedevano non era poi tanto diverso dalle foto e video visti nei social o in televisione.

Il corvino non aveva ancora raggiunto la fase di vedere gnomi, draghi e creature magiche, rimaneva ancora attaccato alla realtà in quel momento.

Si avvicinarono ad essa con passi delicati, rimanendo silenziosi, e osservando il paesaggio con il cuore che si stringeva dall'emozione. Anche dalla bellezza del cielo, dalla gioia di vedere il mondo esterno dinuovo, dalla paura do quella guerra e di morire senza mai ritornarci. Jun poteva apprezzarlo di più per come era effettivamente, attaccandosi al vetro <questo...questo è quello che ci aspetterà fuori di qui?> chiese con fare infantile a Shou che si era allontanano per prendere un libro trovato nella stanza <non vorrai spaccarla vero?>

<perché no?>
Jun gli prese il libro tra le mani <non mi fido di te, magari mi prendi in faccia> disse la fanciulla e spaccò il vetro della finestra, allontanandosi subito prima di beccarsi qualche pezzo di vetro adosso.

Nella stanza entrò dell'aria nuova, fredda come la notte e c'era un leggero vento che li colpì in faccia. Odore di libertà, sempre se questa esistesse e avesse pure un effettivo profumo.
Jun le mancava la libertà, e voleva riprenderla con le sue stesse mani. Guardava fuori dalla finestra cercandola tra le cose in rovina, nel buio della terra, pure nel cielo e nell'universo che li circondava.

Mentre l'altro corvino si girò verso la stanza illuminata dalla luce lunare osservandola meglio, per quanto la confusione potesse permettergli.
Era tutto perfettamente in ordine. La scrivania, il pavimento, gli scaffali e poi c'erano le pareti che erano ancora marchiate da delle scritte e di insulti. Qualcuno sarà entrato già da prima, magari gli Aki, per scriverli oppure lo stesso mastermind impazzito l'aveva fatti. Non gli venne minimamente il mente la vera colpevole, Sally.

Gli sembrava tutto troppo vuoto per essere vero, e Shou si girò verso Jun troppo velocemente, perdendo l'equilibrio e quasi cascando a terra <ecco- dammi una mano a cercare>

Non gli sembrava molto convinta, soprattutto non voleva rimanere troppo tempo fuori lasciando da soli Jun'ichi e Kaoru. Si preoccupava soprattutto di quest'ultimo <Shou->
<non si sprecano le opportunità della vita come questa> la fermò il corvino, non permettendole di dire altro e bloccandola sul suo posto <non vuoi sapere anche tu cosa nasconde il nostro mastermind? Scoprire chi ci ha condannato a questo? O sfruttarlo per scappare via in modo più comodo che giù da una finestra?>

Eccola lì, dinuovo coinvolta in qualcosa di rischioso per la propria vita da qualcuno di esterno. Questa volta Jun aveva il coraggio di imporsi, di non farsi trascinare in un viaggio che non voleva fare e di farsi valere. Il problema era che lei volesse effettivamente conoscere questa "verità" tanto ricercata dal corvino. Lei volesse fare questa mini esplorazione e conoscere i segreti di quella stanza. Lei voleva trovare finalmente una risposta ai propri dubbi e mettere fine alla questione, potendo così vivere in pace quando di sarebbe ripresa la libertà.

A renderla titubante era solo la grande sfiducia verso i suoi compagni nella tragedia nata vedendo uno di loro, quello che meno se lo sarebbe mai aspettato, diventare un assasino.

Aveva visto uno di loro uccidere un'altro davanti ai suoi occhi e semplicemente non se lo aspettava.

Non era stupida. Lo sapeva che sarebbero morti per mani di qualcun'altro, però quando lo vedi con i tuoi occhi era completamente diverso. Davvero qualcuno di buono come ilx schermidore poteva diventare un carnefice. Ma non solo. Come poteva fidarsi di persone che non erano neanche quello che credevano e dicevano di essere? Come poteva credere a Shou se quello non era il vero Shou? Chi aveva difronte a lei? Chi era?

Si sentiva in trappola con gente sconosciuta, come all'inizio, e l'unico che si salvava da tale ragionamento era Jun'ichi solo per un motivo affettivo. Eppure sentiva il cuore venire stretto e colpito dalla terribile preoccupazione di vederli farsi male, anche se erano "sconosciuti", ed era la stessa sensazione che la bloccava nel trattenersi oltre con Shou. Non aveva senso farsi venire ansie e paure per persone che non conosceva, non era da Jun! Preoccuparsi degli altri non era da Jun! Era strana. Troppo strana. Infondo neanche tu sei quella che credevi.

<Jun? Ti sei baggata? Jun?>
Se voleva la verità e la libertà però non si fidava degli altri, allora si sarebbe messa a cercare entrambe in prima persona. Non sarebbe stata per forza da sola, come in quel caso, ma almeno lei era presente e non ci avrebbero messo tanto <senti...lo faccio solo perché sei ancora un po' fatto e non mi fiderei delle informazioni prese da te> gli rispose alla fine, concedendosi qualche secondo di silenzio.

Si misero a cercare assieme qualsiasi cosa potesse essere utile a risolvere questo grande mistero, guardando tra mobiletti e casetti, facendo attenzione a non fare troppo casino. Ilx mastermind potrebbe tornare da un momento e l'altro no? La porta lasciata aperta non le metteva molta fiducia, Jun era pronta a scappare via o a lanciare dei libri appena qualcuno sarebbe arrivato.

<non capisco cosa mi prenda...> la voce di Shou ruppe il silenzio, facendola girare verso di lui. Si teneva la testa e si sedette sulla sedia della mente <mi sento così strano...? Non- non so come spiegarmi...tipo- tipo come vedessi un mondo alternativo in movimento e distorto...mi sta esplodendo la testa per il mal di testa>

<sarai sicuramente sotto l'effetto di droghe...sto dicendo seriamente, non è un commento sarcastico> la corvina si era avvivinata appena trovò qualcosa di interessante dentro un mobiletto. In superficie c'erano i soliti documenti noiosi che non dicevano nulla di utile e interessante, ma quando li tolse notò che c'era un doppio fondo. Sotto quello finto trovò una maschera bianca con un segno nero sopra e un registratore rotto.

<l'effetto di droghe?> ripetè il fanciullo alzando le sopracciglia confuso e sorpreso allo stesso momento.
<si, non sei il solo. Per questo che vede cose strane, non state molto bene e non siete completamente lucidi>
<mh...chiaro...credo? Me lo spieghi più tardi> si era messo a cercare nel cestino vicino alla scrivania e ci trovò un sacco di fogli di carta segnati da tanto inchiostro che posò sul piano <forse ho trovato qualcosa>
Anche Jun posò la maschera e i resti del registratore <anch'io>

Erano lettere - o telegrammi o messaggi, troppe terminologie - e si misero a leggerne una per una cercando di scovare informazioni utili, nuove e chiare. Basta teorie e supposizioni. Menomale ci fu una conferma: ilx mastermind e gli shinigami collaboravano con la Future Foundation. Ne erano ormai certi, la maschera dei terroristi visti nei incubi era la stessa che avevano trovato. Stava facendo il doppio gioco. Erano state mandate queste lettere per avvisare i terroristi, loro alleati, sulle posizioni, le mosse e le azioni dell'esercito della disperazione. Tutto per far sì che i loro piani contro il governo Junko andassero bene. In ogni messaggio c'erano dei veloci segni simili a quello sulla maschera e richiedeva sempre di essere riconsegnato subito per evitare finisse in mani sbagliate. In ogni messaggio c'era sempre l'avviso della presenza di tre precise persone, molto pericolose e descritte in modo esagerato come se fosseo dei demoni o armi di distruzione di massa: i Cani della Regina.

<devono essere per forza Akio, Akinori e Hiroko.> disse Shou interrompendo Jun nella sua lettura ad alta voce. Si era messa lei a farlo così che non leggesse cose strane e non ci mettesse cent'anni come aveva fatto per il primo messaggio. <se li volevano uccidere per il colpo di stato o rivoluzione, o qualsiasi cosa volessero fare, vuol dire che era gente importante e che si mettevano in mezzo ai loro piani!> concluse poi il ragazzo <si spiegherebbero le email ricevute da Hiroko dove cercano i traditori per Junko quasi separatamente dal resto dell'esercito>

Jun posò una delle lettere per prenderne un'altra <fallendo i primi tentativi di sbarazzarsene di loro magari ilx mastermind li ha presi e portati qui per tenerli sotto controllo, impedire loro di fare i compititi di Junko o per...ucciderli?> si girarono a guardarsi in silenzio. Erano solo teorie. Per capire meglio dovrebbero trovarlx e interrogarlx legato come un salame.

Finirono di leggere, andando verso le ultime più velocemente notando che non c'era nulla di nuovo. Ma c'era un piccolo dettaglio. <sono tutti firmati G.M> disse la scammer posando l'ultimo foglio e guardando fisso sul mucchio di carta davanti a lei <ma chi cazzo è G.M?>

Shou ne prese uno di essi per cercare di rileggerlo per conto suo però il mak di testa era troppo pesante, rendendo quelle parole finalmente comprensibili troppo difficili da leggere <dovrebbe essere la firma del mastermind no? Se venivano ridati alla mandatote e sono qui, vuol dire che G.M è il mastermind>
<giusto quindi M è uno...di noi?> rispose la fanciulla girandosi verso di lui <soprattutto è un nostro alleato?>
<strano che tu non lo sappia Jun> le disse sarcastico il Birdwatcher ricevendo un pugno in testa da parte di ella.

Lo guardò male per qualche secondo prima di mettere nelle tasche alcune di queste lettere e buttarle dinuovo tutte nel cestino <ci sono dei doppi fondi, forse dovremmo ricontrollare dinuovo> avevano bisogno di sapere se c'era qualcos'altro che mancato. Aveva cercato di nascondere delle informazioni, anche distruggendole come aveva fatto con il registratore, e si rimasero a frugare nei cassetti.

La più bassa trovò un fondo dove era completamente vuoto, c'erano solo due pacchetti di fiammiferi che tenevano delle munizioni di pistola, uno vuoto e uno pieno. Niente di buono. Non la rendeva per nulla tranquilla. Dove erano finite le altre munizioni? E cos'altro c'era all'interno? Venne distratta dal tintinio dietro di lei causato da Shou e con un paio di chiavi decorate da un coniglietto rosa.

<saranno delle chiavi di riserva, sono solo tre> ipotizzò Shou, mettendole in tasca e l'altra semplice sbuffò <questo posto è pieno di chiavi!>

BOOM BOOM!

La tranquillità venne brutalmente interrotta da un esplosione che bloccò la fanciulla per qualche secondo dalla paura.

BOOM BOOM!

Un'altra esplosione, simile alla precedente, ed entrambe venivano dall'esterno, verso la città in rovina. Si tranquillizzò e fece un sospiro di sollievo, temendo invece che venisse dalla villa. Le era bastata la bomba del compleanno di Sally.

BANG BANG!
Due colpi di pistola, questi non venivano dalla città ma da dentro l'edificio. Il suono la bloccò dinuovo, non solo per qualche secondo, e non era solo paura ma vero e proprio terrore. Qualcuno aveva appena sparato a qualcun'altro o a due di loro. Che traducendo in breve tempo diventava qualcuno aveva appena ucciso qualcun'altro o due di loro. Dinuovo. Dinuovo. Dinuovo una morte. Non era nemmeno passata una settimana dallo scorso processo! Dinuovo. Dinuovo. Dinuovo un trial. Non ne poteva più.

La sua testa esplose di domande, importanti o futili, intelligenti o stupide, non importava, la tenevano attaccata al pavimento. Dinuovo. Dinuovo. Dinuovo. Non riusciva a muoversi, a spostare quel piede in avanti per mettersi a correre e scoprire se questa era stata la volta di Jun'ichi. Vedere con i propri se l'amico era morto o stava bene nella stanza dove l'aveva lasciato solo. Sperava fosse al sicuro. Sperava fosse vivo. Non voleva essere lasciata da sola. Dinuovo. Dinuovo. Dinuovo.

Aveva troppo paura per andarsene da sola e non avrebbe lasciato qualcun'altro di vulnerabile da solo. Non dinuovo. Per questo si girò verso Shou appena riuscì a muoversi inceve di scattare via, pronta a urlare di scappare e per farlo riprendere dal suo shock ma fu inutile. Il fanciullo era occupato a osservare il telefono a filo che aveva appena tirato fuori da un cassetto della scrivania.

<SHOU CHE CAZZO FAI!?> non ricevette nessuna risposta da parte sua. Non aveva tempo da perdere. Si avvicinò per prendergli l'orecchio e tirarlo verso di sè così da poter urlare più facilmente in esso <SHOU CHE CAZZO FAI!?> poveri timpani.
Infatti il fanciullo si prese un colpo, spalancando gli occhi e tappandosi le orecchie per paura che potesse rifarlo. Sentì la sua voce arrivare fino al cervello e infilzarlo con brutalità. Se urlava, per risponderle a tono, temeva di peggiorare, la guardò malissimo <volevo chiamare qualcuno...tipo la polizia>

<Shou è inutile! La polizia non farebbe nulla per noi perché sono dalla parte di Junko! Nessuno che conosciamo potrebbe essere vivo o vogliono di aiutarci! Ti ricordo in che mondo ci troviamo? IN UNO IN CUI È NORMALE GUARDARE LA GENTE CHE SI AMMAZZA!> gli rispose, lasciandogli l'orecchio ma prese il suo colletto del pigiama <quindi usciamo perché->
<perché c'è un'altra stanza> cercò di continuare la frase ma fallì, sbagliando completamente.
<no coglione! Qualcuno tra di noi ha appena sparato!> vedendo la sua faccia modificarsi dallo sconvolgimento della notizia le fece venire il dubbio se lui l'avesse effettivamente sentito <non hai sentito nulla!?>

<io...> si ammutolì a quella domanda, cercando di ricordare prima di rispondere. Le due esplosioni le aveva sentite perfettamente, furono esse a fargli partire nelle sue orecchie un potente fischio assordante. Superò il battito del cuore e il rumore dei suoi pensieri. Ma anche la voce di Jun prima distante da lui, di conseguenza dei due colpi di pistola. Il fischio era rimasto, lo sentiva più debole pure in quel momento. Come se la bomba fosse esplosa direttamente nella sua testa, distruggendo i suoi timpani <no nulla...>
<beh io si! Hanno sparato a qualcuno!> tenendolo per il colletto lo trascinò fuori <quindi ti prego andiamo a vedere e->
<e metterci in mezzo rischiando di farci ammazzare?>
Lo guardò malissimo <da quando sei così razionale? È l'effetto della droga!?>

<ho abbastanza compreso che essere impulsivi non serve molto nella vita se vuoi sopravvivere> e non vuoi far incazzare "te stesso". Poco importava alla truffatrice, anche se la paura di venire colpita da un proiettile la spaventava. Cosa doveva fare? Fare finta di nulla? Lasciare il colpevole libero di disfarre le prove? Perdere l'opportunità di salvare delle vittime? Forse erano ancora vive! Non poteva non fare qualcosa! No poteva scappare via dinuovo!

<queste telecamere saranno usate anche da lxi no? Ci sarà una stanza dove le guarda no!?> Shou riuscì a fermarla prima che potesse mettersi a correre e trascinarlo con sè. Con una mano indicò l'angolo del corridio e la riabbassò appena la fanciulla si era girata ler guardare <possiamo vedere cosa succede senza farci ammazzare e poi sapremmo dov'è! Potrebbe essere in quella stanza!>

<Shou-> alla fine fu lei ad essere trasportata dall'altro, con passo svelto si diresse verso la porta infondo al corridoio e usò le chiavi trovate per aprirla. Al terzo tentativo ci riuscì e si fiondò dentro la stanza buia. Nulla di strano, sarebbe stato sorprendente se fosse bella luminosa. Si riusciva ad intravedere davanti a loro una gigantesca tastiera, raggiunta subito dal ragazzo.
<non c'è alcuna telecamera qui! È inutile Shou-> si accessero all'improvviso un sacco di schermi che mostravano le varie stanze della villa, tranne le due stanze segrete <oh fuck you Shou> fu il suo commento, girata verso quest'ultimo che aveva premuto il tasto "ON".

La stanza adesso era più illuminata, la luce degli schermi rendeva visibili i vari tasti e anche i manichini visti il primo giorno, seduti negli angoli vicino alla porta ed erano spenti, morti. Vicino ad essi c'erano anche dei contenitori piccoli, facili da portare, di acido ed erano accompagnati da quelli più grandi che c'erano una volta nel giardino.
Jun ritornò a guardare gli schermi e al centro di essi c'era uno leggermente più grande dove si poteva ammirare i loro bei volti frontali <guarda ci siamo noi qui!>
Shou però non guardò, concentrato in altro e cercando di non acceccarsi per la luce diventata troppo luminosa per i suoi poveri e stanchi occhi <nessuno sta in camera e...> disse velocemente e poi si fermò su uno schermo della sala da pranzo che indicò subito dopo <guarda!>
Si poteva vedere la porta del dormitorio dei Aki aperta e poco distante da essa a terra c'era qualcosa di scuro, sembra una pistola.

Senza dirsi una parola si misero a correre verso la sala da pranzo per controllare dal vivo.
C'era una pistola e qualche schizzo di sangue, qualche gocciolina che li portò dentro al piccolo corridoio. L'ultime volte che erano entrati non era mai finita bene, e non si aspettavano altro di trovarsi qualcosa di sconvolgente dietro a quelle porte. La prima porta non si apriva. Sembrava bloccata da qualcosa dall'interno, non importava quanto spingere, rimaneva chiusa. Era pronta per arrendersi e andare a cercare gli altri ma il Birdwatcher era riuscito a sfondare la seconda porta, quella che non avevano ancora visto e non avevano mai pensato di essere così brutali per entrarci.
<Shou non credo che ci possa aiutare adesso...oooh fuck>
Jun su ritrovò in una stanza vuota con una TV infondo ad essa, già raggiunta dal corvino che non ci pensò due volte di accendenderla. La fanciulla si mise vicino ad egli guardando lo schermo ancora funzionante.

Macabre Dance: Episodio Zero . Ultima Stagione

Il video partì con una visuale dall'alto della sala da ballo, la stessa che avevano visto ogni giorno in questo mese ed era diventata familiare. Riconoscevano ogni dettaglio, Shou si ricordava anche il punto preciso dove aveva fatto esplodere una bomba creando un black out - le conseguenze gli erano rimaste impresse nella mente. La sua bellezza architettonica era diventata comune e non più sorprendente come la prima volta che l'avevano vista, Jun iniziava a trovarla noiosa.

Potevano farla vedere da più inquadrature e mostrare ogni suo dettaglio, ormai quel posto così meraviglioso esteticamente era diventato così vuoto e normale.

I due fanciulli ebbero la stessa reazione delle persone lì presenti, con indosso abiti dell'epoca, ed erano disinteressati dell'ambiente. Erano vestiti molto familiari per Shou, alcuni gli sembravano di averli visti indossare durante il compleanno di Sally. L'unica differenza era la presenza di mantelli lunghi bianchi e neri. Jun in automatico li riconobbe come Shinigami, non c'era altra spiegazione o gruppo che indossava quel capo come dress code. La musica era completamente diversa rispetto a quella messa durante il loro killing game, riprendendo fedelmente il periodo storico dell'ambientazione e guidava i fanciulli nei loro balli.

Il corvino trovava incredibile come avevano anche lo stesso aspetto! Lo pensò molto genuinamente. Sembrava di vedersi allo specchio! Una cosa assurda...no? Avevano gli stessi capelli, lo stesso fisico, pure gli occhi e anche i loro volti. Erano così...identici.

Sbattè più volte gli occhi, aspettando che il video cambiasse e mostrasse cosa c'era veramente, convinto che quello che stesse vedendo non fosse vero.
Erano così identici. Stava sognando. Stava impazzendo. Stava svarionando. Non poteva essere vero. Non potevano essere loro. Erano così identici. Sarà uno scherzo del suo cervello! Quel ragazzo corvino nello schermo non poteva essere lui. Assolutamente no. Stava scherzando prima!

Non erano gli Shinigami...lui...non poteva essere lui. Non...non erano la stessa persona alla fine. No? Quello che stava ballando con un ragazzo rosso, quello che stava ridendo e scherzando con tutti gli altri, quello con il suo stesso aspetto...era lui? Shou? Lo stesso dei suoi incubi e lo perseguitava? O lui stesso? C'era una differenza?

<non...non posso...non posso essere io quella...non>
Si girò verso l'altra corvina appena sentì la sua voce. Cercava in lei la conferma che stesse immaginando tutto, fosse veramente impazzito, ma le sue parole gli dissero il contrario. Anche la sua faccia sconvolta e le mani tremanti confermarono la sua visione.

Non capiva come era possibile. Non capiva e forse non voleva neanche capire come questo fosse possibile. Jun non aveva alcuna memoria di quella festa, eppure era lì presente.

Jun era lì. Jun era viva. Jun indossava le vesti di uno shinigami. Ma non poteva essere lei. Jun non era mai stata lì. Jun era morta. Jun non era uno Shinigami ma un Ultimate. Però non era possibile. Jun era in questa stanza. Jun era in questa villa. Non era stata in quel preciso momento, o non lo ricordava. Jun era viva non era morta. Jun era un Ultimate con ricordi e vesti di uno Shinigami. Non aveva senso. Come poteva essere due persone contemporaneamente?

L'unica persona che mancava era Shinobu, perché Shinobu era morta. La Shinigami Shinobu era morta, lo sapeva. L'Ultimate Shinobu era morta, lo sapeva. La non umana Shinobu era morta, lo sapeva. Allora perché Jun ti stai stupendo di non vederla? Era ovvio che non ci sarebbe vista.
Era inutile. Se fosse viva sarebbe lì, in quello schermo, e non sarebbe stata un androide durante tutto il gioco, come era stato per tutti loro. Perché loro erano quelle persone nello schermo. Era così ovvio! Ma non poteva essere vero! NON POTEVA ESSERE QUESTA LA REALTÀ!

Le luci si spensero lasciando i partecipanti al buio più totale finché una luce non illuminò la nuova domestica che stava in cima alle scale. Hiroko nascondeva il suo sorriso dietro ad una maschera a gas e non era vestita a tema, forse neanche doveva esserci alla festa e la sua intromissione non avrebbe portato niente di buono.

Battè le mani a ritmo di musica, accendendo la stanza lentamente, pezzo per pezzo, e quando la luce tornò la musica finì <BUONASERA SIGNORI E SIGNORE E SIGNORX!!> urlò la fanciulla a pieni polmoni per farsi sentire anche con la maschera.

In risposta ricevette vari borbottì da parte di tutti i presenti, sorpresi di vederla, come lo erano stati loro la mattina dopo il trial. Smettila di paragonarvi. Non...non siete...la stessa persona. Quel Shou non sei tu. Quella Jun non sei tu.
<cosa> una voce strana maschile, quasi modificata da qualche filtro, sovrastò le altre <cosa ci fai tu qui?> la persona - o il fanciullo - finì la frase. Non si capiva bene cosa provava dal suo tono, le telecamere non lo inquadravano nemmeno <non...non dovresti essere qui!>

<mi sono autoinvitata!> fu la risposta della biondina, spalancando le braccia e lentamente iniziò a scendere le scale con grande sicurezza. Era completamente da sola ma non temeva alcun pericolo, teneva il mento alto in segno di superiorità nei confronti dei invitati <ho sempre amato le tue feste! Mi è dispiaciuto non poter partecipare anch'io come mono al tuo show...> gli disse, rivolgendosi al proprietario della voce strana con un tono dispiaciuto, la maschera della fanciulla le stava coprendo un finto broncio <peccato che non ci sarà una prossima volta>
Calò il silenzio dopo quelle parole.

Dai lati della stanza uscì del fumo, minaccioso si avvicinava alla folla. Non si sentiva odore di bruciato, quindi non poteva essere andato a fuoco qualcosa. Questo furono i pensieri che sentirono.

<di cosa stai parlando Hiroko? Cosa cazzo ci fai qui!?> stava insistendo sempre la solita persona, la sua voce distrusse il mormorio appena creato <cos'è questo fumo? Cosa hai messo in casa mia?> iniziava a sentire nelle sue parole un tono preoccupato, un leggero panico e forte confusione. Si stavano chiedendo le stesse cose pure Jun e Shou.
Hiroko ridacchiò sotto la maschera, protetta dal gas che stava iniziando a salire <non ti preoccupare> il suo tono era dolce <Junko ci ha solo detto di fare pulizia ed eliminare la spazzatura> ma non riuscì ad essere rassicurante, magari neanche voleva esserlo, e la risata diventò più forte.

<noi saremo la spazzatura per Junko? Mi prendi per il culo Hiroko?> l'inquadratura puntava su persone che ormai erano morte da molto tempo, avvolte dal gas e i loro polmoni iniziarono a riempisi di esso <dopo tutto quello che abbiamo fatto per lei?> si fermò solo per tossire, come fecero altri, riuscendo a coprire le risate della biondina <cosa cazzo avreste fatto per Junko? Tradirla e complottare contro di lei?> fu la sua risposta dove aggiunse in quel modo di fare fanciullesco un pizziccò di rabbia.
<non cambia...ci siamo sacrificati per lei! Ci volete eliminare? Voi... perché da sola non sai fare nulla- ci volete uccidere? Dopo tutto quello che abbiamo fatto per voi->

<cosa cazzo avreste fatto per noi?!> sbattè i piedi contro il pavimento, giungendo alla fine delle scale, e dopo quelle semplici parole il pizzicco di rabbia diventò un intero barattolo.

<sentiamo le tue cazzate! Forza!> la voce non fu troppo alta, i suoi passi erano forti e decisi mentre si incamminati nella direzione della persona, intatta dagli effetti di quel gas che riempiva l'intera sala. Alcuni iniziarono a cadere a terra e altri non si reggevano bene in piedi <Hiroko->

<iniziamo: distruggere la nostra vita? Wow grazie! Non farmi finire in un killing game separandomi della mia migliore amica? Wow grazie! Trattarci come delle macchine da guerra, delle armi, dei oggetti che appena non servono più vengono buttate via fregandovene della nostra salute e dei nostri sentimenti? Wow grazie! Ci usate, ci umiliate, ci maltrattate, ci sfruttate giorno e notte senza mai riposare? Wow grazie! Cercare di ucciderci per il vostro colpo di stato? Wow grazie!> il piccolo corpo della fanciulla si fermò prima di arrivare davanti a quella persona, e le telecamere non puntavano mai dove stava guardando <manco solo io giusto? Perché non ho ancora una pistola puntata contro!? NON RIUSCITE NEANCHE AD UCCIDERMI PER QUANTO SIETE GENTILI?!>

<...questa è tutta una vostra vendetta?> si vide il proprietario della voce completamente coperto dal suo mantello cercando inultimente di salvarsi dal gas e impedendogli di mostrare il suo vero volto .<una gigantesca vendetta contro questo sistema che come voi noi odiamo?> tossì leggermente <infondo anche voi odiate Junko e questo mondo no?>

<QUESTA È UNA VENDETTA PER COME AVETE TRATTATO I MIEI MIGLIORI AMICI E AVER CERCATO DI AMMAZZARLI!> tirò fuori una pistola e la puntò contro a quella voce <QUESTA È UNA VENDETTA CONTRO->
Gli occhi grigi della fanciulla si spalancarono, come se avesse avuto all'improvviso un illuminazione dopo aver sentito quelle parole e anche le sue <questa-> si bloccò, strinse la mano libera in un pugno, conficcandosi le unghie nei suoi palmi <questa non è una vendetta privata...non- questa è la volontà della nostra regina e basta>

<adesso non avete neanche più una volontà?> la voce voleva essere provocatoria, qualsiasi cosa avessero messo nell'aria non riuscì a spegnerlo subito, era uno di quei pochi che resistevano e cercava di non lasciarsi prendere dal sonno <perché continuate a servirla? Siete i primi a conoscere bene la sua crudeltà. Siete i primi a subire sulla propria pelle la sua disperazione e la sua violenza> provare ad avvicinarsi fu troppo per il suo corpo, cadette a terra appena fece un passo in avanti e si mise a tossire <perché...perché...continuate a sostenere un mondo che vi ha tolto l'umanità e una vita normale? Prché non vi unite a noi->

Hiroko gli tolse il mantello, la sua unica protezione e la telecamera puntava solo su di lei mentre prendeva a calci quella persona rimasta anonima <non fate i santi! Neanche a voi vi è mai importato nulla della nostra volontà e libertà! Vi interessava solo le nostre abilità per i vostri comodi. Usarci per i vostri lavoretti. Siamo anche i vostri servi no?> non era mai stata una fanciulla che andava piano e si fermò solo per non rischiare di rompergli qualcosa.
Solo per qualche secondo, finché la rabbia non esplose e la gamba si mosse da sola, tirandogli dei forti calci in tutto il corpo.

<vi è solo interessata della vostra libertà! Siete solo egoisti come tutti noi in questo mondo!> Kazuya dietro di lei, pronto ad usare il suo mantello per soffocarla, venne fermato da un pugno da parte di ella <volete unicamente essere ricordati per qualcosa di meraviglioso! NON VI INTERESSA DEL MONDO MA SOLO DI VOI STESSI!> nessuno era rimasto in piedi se non la biondina, tutti sdraiati sul freddo pavimento, quasi addormentati <non sarete mai quelli che salveranno il mondo, perché siete quelli che l'avete distrutto>

Hiroko passò sopra ai vari corpi dei invitati, senza minimanente curarsi di poter fare del male alle loro schiene <questo sarà il vostro ultimo killing game> disse raggiungendo l'ingresso e aprendolo senza alcuna difficoltà, alcun rischio e pericolo <e non ti preoccupare Sally starà bene, non le abbiamo neanche aperto il cranio> furono le sue ultime parole prima di uscire di scena.

Un forte rumore statico separò la prima scena con la seconda che partì subito, non permettendo ai due spettatori di poter elaborare.

Una telecamera fissa in un angolo mostrava una stanza completamente buia, le candele ai lati di una porta di ferro a malapena illuminavano il volto abbronzato di Akio. Il corvino riusciva sempre a riconoscerlx. Aveva un espressione irritata, causata molto probabilmente dai lamenti di ragazzi nascosti nell'ombra, alcune delle loro voci gli erano molto familiari ed era inquietante quanto l'atmosfera del video.

Si sentì un tonfo, qualcuno tirò un pugno alla porta di metallo attirando l'attenzione del maggiordomo vestito diversamente da come si erano abituati. Si girò a guardare una fanciulla dai capelli blu, con un aspetto veramente simile a Yumeri. La stessa Yumeri che aveva conosciuto in queste settimane e aveva appena visto nel video precedente. Il suo temperamento era lo stesso e si mise ad urlare, superando i mormorii degli altri <allora!? CI VUOI DARE DELLE CAZZO DI RISPOSTE? DOVE SIAMO!?>

<smettila di urlare> provò a zittirla inutilmente, l'altra continuo ad urlare <LASCIATECI ANDARE!>
<STAI ZITTA-> la luce permise di vedere il pugno in faccia ricevuto dall'italiana da parte della più giovane. Pensava che questo bastasse per poter scappare, riuscire ad aprire la porta e correre via, era davanti a essa proprio per questo. Improvvisamente si aprì, facendo entrare nella stanza tantissima luce che illuminò una parte della stanza, colpendo alcuni volti dei presenti e li riconobbe tutti. Jun, Elviira, Roza, Sae, Nicolas, Nori, Shiro e Giro. Gli altri erano ancora in ombra o proprio non li vedeva. Forse neanche c'erano. La gioia di molti si interruppe in quel preciso istante quando udirono un potente BANG!! e Yumeri cadette a terra con un buco sulla fronte.

Adosso ad ella venne buttato il corpo di Shinobu, i suoi capelli verdi erano indistinguibili, pallida come un cadavere e respirava a fatica. Aveva un'espressione spenta in volto. Un attimo dopo era già morta con uno sparo alla testa, entrambi i colpi erano stati fatti da Akinori fuori dalla porta. Si vide meglio quando entrò nella stanza seguito da Hiroko.

Akio si pulì il naso leggermente sporco di sangue, sorprendentemente il suo, e puntò la sua pistola contro a tutti i presenti <non abbiamo problemi a uccidervi, non ci servite vivi per forza. Se volete morire tardi fate i bravi Ultimate ok?> fece un sorrisetto mentre Hiroko afferrò uno di quelli che stava nell'ombra, un ragazzino dai capelli rosso fuoco, e le sue urla strazianti fecero pietrificare i due spettatori. Avrebbero fatto qualcosa per loro, se solo potessero fare effettivamente qualcosa. Lo trascinò fuori dalla stanza e l'inventore la seguì a ruota dopo aver preso in braccio il cadavere di Yumeri.

I lamenti diventarono urla disperate e rumori statici.

Il biondino era in primo piano, vestito in modo completamente diversa rispetto a prima. Sembrava un dottore, mentre adesso un cretino vestito elegante con dei baffi neri finti e un cappello decorato da una rosa rossa come il pampion. Mancava solo il trucco ed era un perfetto clown <hai problemi di invidia?> il tono era gioco, simile a quello delle pubblicità, in contrasto con la stanza oscura e atmosfera tetra alle sue spalle. Non c'era solo quello. Ai lati si potevano vedere due ragazzi quasi identici dai capelli rossi, era stupido negare la loro somiglianza a Kichirō, ed erano legati ad una sedia, attaccati a dei fili.

<il tuo sosia è un incredibile Ultimate mentre tu sei una persona assolutamente normale?> continuò a parlare, coprendo le parole del rosso con la camicia, pienamente preso dal panico, che cercava inutilmente di dire qualcosa. Tanto sarebbe stato completamente ignorato. Al suo fianco, il rosso con la felpa gialla, era completamente spento e lo sguardo vuoto da ogni tipo di emozione <l'omicidio e rubare l'identità vi sembrano crimini troppo pesanti per la vostra ipocrita morale?> non importava cosa stesse accadendo e quello che diceva, il tono infantile rimaneva nell'uomo.

<vuoi essere a tutti costi lui e goderti tutta la fama e le attenzioni che i tuoi genitori non ti hanno mai dato? Si? Davvero?> si diede una risposta da solo a quelle domande fatte a chiunque stesse guardando, allontanandosi dallo schermo urlando a braccia aperte prima di un cambio di scena.

<ABBIAMO LA SOLUZIONE PER TE!!> non sembrava essere una cosa seria, più uno scherzo di pessimo gusto o il delirio di un pazzo come solo Akinori poteva essere. Shou nuovamente dubitava se non fosse l'effetto della droga, e guardare Jun gli fece capire che non era così <basta un semplice trucco: unirvi in un unico corpo unendo le vostre identità! Perché essere uno o l'altro quando puoi essere entrambi?> il teatrino finì presto, tornando la schermata di prima con i due rossi seduti e Akinori con il suo corpo continuava a coprire uno schermo luminoso <potete tenere quello che ti piace, oppure opprimere e nascondere quello che non vuoi! Potrai finalmente prendere quello che ti meriti dopo una vita faticosa dell'uomo comune di questa società fissata dai Ultimate! Tutto con una semplice operazione che potrebbe costare la tua vita e la tua sanità mentale!>

<abbiamo trovato anche il modo di non far rendere la cicatrice troppo visibile!> si riavvicinò alla camera e si vide proprio che ci fu un taglio con la scena precedente, il rosso con la camicia aveva la stessa espressione spenta dell'altro <come funziona? Beh lo vediamo subito! Basta solo->

Colpi. Colpi su colpi. Divennero così forti, ripetitivi e veloci da coprire la voce registrata del biondino. Quei rumori non venivano dalla televisione, erano esterni, reali, e si girarono in contemporanea verso la porta ritrovandosi Sally in contro luce.
Merda. Merda. Merda. Erano stati scoperti!?

Jun scattò in piedi, seguito dall'altro corvino che si pentì subito sentendo l'equilibrio sparire improvvisamente e si appoggiò a lei per non cascare. Guardarono la bambina, non erano troppo lontani e videro i suoi occhi brillare per le lacrime trattenute dalla rabbia infantile.
<Sally...> mormorarono entrambi, non sapendo minimamente come iniziare un discorso e cosa dire esattamente in quel momento.

<è vero?>
<cosa?> Jun le rispose abbastanza confusa.
Sally stringeva forte i suoi pugni, stritolando il povero braccio di Mr. Bunny <quello che ho appena visto è vero?>

La domanda fatta dalla bambina venne lasciata vuota, senza alcuna risposta, per la mancanza di essa da parte dei due fanciulli e per l'intromissione di Hiroko. Era lei che stava dando i colpi, si vedeva dalla terribile smorfia quanto fosse agitata e pure arrabiata, come lo erano tutti in quel momento <dopo vi punirò per aver infrato dinuovo le regole! Adesso non me ne fotte nulla e aiutatemi ad aprire quella fottuta porta!> ordinò a loro, afferrandoli entrambi per il polso e trascinandoli a fare quel compito. Non si accettavano no.

Assieme riuscirono a sfondare la porta ed entrare nella stanza con molta facilità. Ad accoglierli non ci fu nessun scenario macabro come si immaginavano, era pure sparita Junko-androide, e nella stanza c'era l'orribile odore di morto. Molto lieve e li condusse verso il bagno.

Aprendo quella porta si ritrovarono davanti un orribile scenario, Shou sperava ancora e ancora di star immaginando tutto. Purtroppo era reale. I due cadaveri nella vasca da bagno erano reali.

Stavano nell'acqua sporca di sangue e vedendo il contenitore di acido vuoto, un veloce 2+2, capirono che lì dentro c'era pure quest'ultimo. Esso era stato usato per rovinare velocemente il volto delle due vittime, una dai capelli corti biondi e l'altra dai capelli blu, e pure sul resto del corpo senza scioglierlo completamente. Era troppo poco per farlo, ma sembrava quello l'intento. Per terra c'erano un mazzo di chiavi abbandonate a loro stesse.

<dan dan dan!! Sono stati ritrovati due cadaveri! Sono iniziate ufficialmente le investigazioni e le preparazioni del trial!! Tan tan tan!>

Qualcun'altro era morto. Erano in due.

Chi era morto?

All'ultimo ho corretto velocemente scusatemi per gli errori!

ANYWAY ECCOCI QUA DOPO MILLE BESTEMMIE!! YIPPIEE!! Tanto sarà il prossimo capitolo a farmi bestemmiare 🥰 amo complicarmi la vita🥰

Lentamente stiamo giudendo la fine e spero che vi sia piaciuto questo capitolo!

Lascio a voi i vari commenti, io corro a scrivere la scaletta 👀

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