𝓐𝓻𝓬 𝟓 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝟐 - incubi e cioccolata

"Davvero una vita non basta: c'è così poco tempo e così tanti coglioni da mandare affanculo"

-Daniele Luttazzi

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Il telefono squillò.
Era lo stesso della scorsa volta, l'unica cosa colorata in quella non-stanza nera.
Non c'era altro se non quel telefono e Shou decise di rispondere.

<pronto?>
<hello hello...>

In un battito di ciglia dopo quelle parole, la non-stanza diventò un infinito prato verde e il cielo azzurro non aveva nessuna nuvola, il sole illuminava il suo volto assieme all'altro Shou vestito come uno Shinigami.
Senza specchio. Libero.
La cornetta era rimasta ma non il resto del telefono.
Dinuovo lui.
Dinuovo quella voce.

<cosa vuoi questa volta da me?> ricevette silenzio come risposta, l'altro rimaneva immobile a guardarlo e la mano che teneva la cornetta tremava.
<che fai? Ora non parli più? CHE CAZZO VUOI DA ME! Io non volevo manco tornare qui!> fece per avvicinarsi ma sbattè contro un muro invisibile che li separava. L'altro si morse il labbro ma non fiatò.
<vuoi anche tu rovinarmi la vita?!> stava parlando da solo ormai, forse lo stava facendo fin dall'inizio- <perché?! Cosa vuoi da me? Il mio corpo? Ancora? Uccidere entrambi? Farmi venire anche a me una crisi d'identità? Perché volete, te, i aki del cazzo, tutti, rendere la mia vita un inferno!?>

<tu non hai idea di cosa sia vivere l'inferno> mormorò non il nostro Shou e cambiò mano prima di far cascare la cornetta.

Risate di bambini.

Si bloccò prima di poter iniziare a parlare, si girò assieme all'altro verso quelle risate e videro un bambino corvino rincorrere un simpatico piccione, tenendo per mano la propria mamma che sorrideva dolce e amorevole.

<l'inferno di cui parlo è quello di stare rinchiuso qui lontano da tutti, lontano dai miei...amici...dal mio amore...dai miei compagni, non poter parlare con nessuno di loro ed essere completamente da solo> fece una piccola pausa e continuava a guardare quel bambino corvino così felice e vivace <una solitudine riempita da ricordi non miei che vivo in prima persona...sono dei ricordi bellissimi...> si girò verso Shou <ricordi della tua vita>

<non ho deciso io di averti qui, non ti lamentare con me> gli disse
<mica ho deciso io di venire qui, di essere proibito del mio corpo e della mia esistenza.>
L'altro sospirò <non fare il drammatico>
<pensi che stia facendo il drammatico!? Non sei solo tu la vittima qui coglione!>

L'ambientazione cambiò, non erano più in un parco ma in una dolce e calda casa, così familiare per il nostro Shou e si bloccò a guardare per qualche secondo sempre quel bambino corvino attaccare su un album varie foto di uccelli sempre con la propria madre e il padre osservava sorridendo, ascoltando con attenzione tutte le spiegazioni del figlio riguardo ai simpatici piumati che aveva fotografato.

<tu non hai idea di quanto faccia male ricevere quell'affetto che hai sempre voluto dai tuoi genitori in un corpo che non è il tuo.> la voce era fragile, un vaso di vetro in bilico e pronto a spaccarsi per un piccolo soffio di vento.
<Tu non hai idea di quanto faccia male vedere ogni giorno, ogni notte, tutto il tempo, una vita perfetta che tu non hai mai potuto avere!>

<e questo per te l'inferno? Vedere persone felici che si amano? Non pensi a quello che avevo sognato io o quello che ha sognato Kichi siano veramente peggiori?->
<per te il dolore è solo morte, distruzione, perdite?! NON CAPISCI UN CAZZO!> urlò di botto e quella pacifica visione iniziò a cambiare in continuazione, facendo vedere ad entrambi piccoli momenti in una casa buia e meno accogliente di un bambino corvino in lacrime e di urla continue di adulti. Per qualche secondo vide anche una donna tirare i capelli a quel povero bambino mentre attaccava delle foto su un quaderno <tu vedi la mia vita ogni tanto, letteralmente una sola volta l'hai vista! IO DA QUANDO SEI QUI CHE VEDO OGNI GIORNO LA TUA FOTTUTA VITA PERFETTA! UNA VITA CHE IO NON HO AVUTO E NON L'AVRÒ MAI!>

La donna strappò delle foto di piccioni, di persone che erano al parco e lanciò contro il muro la minuscola fotocamera, vecchia ma era costata tanto.
<perché ho genitori orribili, una madre che ti urla ogni giorno che sei una disgrazia! Ti ricorda di non avere nessun talento ed essere così dannatamente comune!> fece una piccola pausa per prendere dei bei respiri appena sentì che gli mancava il fiato, ma quell'aria la usò per urlare assieme alla donna <SHOU SEI UN FALLIMENTO! NON FAI MAI NULLA DI BUONO! METTITI A STUDIARE INVECE DI FARE FOTO INUTILI! NON TI PORTERANNO A NULLA! NON HAI NESSUN TALENTO!>

Mentre urlava l'ambientazione intorno a loro si distorceva, continuava a cambiare con scene simili, con la donna che urlava le stesse parole ancora e ancora, come un disco rotto, erano circondati da ella con un bambino corvino che diventò piano piano grande. Notava che nel mentre si vedevano per poco le scene pacifiche dell'altra casa. Tutto un miscuglio confusionario ed erano più forti le urla e i pianti che le risate.

<HAI AVUTO TUTTO NELLA VITA!> urlò al cornetto e rimase immobile, sapeva che non poteva raggiungerlo, la realtà intorno a loro si distorceva di più, pezzettini di momenti diversi si univano in una e cambiavano completamente.
<HAI AVUTO UNA FAMIGLIA BUONA! HAI AVUTO UN FIDANZATO! HAI AVUTO UN ULTIMATE! NIENTE BULLISMO! NIENTE SOFFERENZA!>

Faceva strano vedersi mentre si piangeva.
Le lacrime rigarono il volto di Shou non Ultimate, trattdnendo i singhiozzi e di tirare pugni a quel muro invisibile per colpire l'altro che rimase immobile a osservarlo.
<l'unica cosa speciale che ho ed essere uguale a te nell'aspetto e nel nome.>
Sussurrò prima di urlare nuovamente al telefono <SOLO QUESTO IN QUESTA VITA DI MERDA!>

Restò in silenzio aspettando una risposta immediata dell'altro ma gli diede altro silenzio.

Si ritornò al parco e c'erano i due bambini che li osservavano, anche loro in silenzio.

Nessun uccellino fece rumore.

Tutto calmo e tranquillo come se non fosse mai successo nulla, come se non avesse detto nulla.

<mi dispiace...> disse Shou.
<ti...dispiace?> ripetè Shou.
<si...mi dispiace che anche tu sia stato ingannato...> continuò Shou.
<...ingannato?> ripetè Shou.
<si...perché la mia vita forse non è neanche vera. Non so dove e quando inizia la finzione, ma so che c'è...e la mia vita continua anche in questo killing game dove ho perso tutto> disse Shou.

Non aspettò nessuna risposta e buttò giù la cornetta facendo tornare tutto nero.

Ore: 07:00 a.m ___ Giorno 31 ________
Luogo: Camera da Letto ____________

Aprì gli occhi lentamente, non fu un risveglio traumatico.
Rimase però immobile a osservare il soffitto a pensare a quelle parole che lui stesso aveva detto al "non tanto se stesso" Shou.

La mia vita forse non è neanche vera.

Era da un paio di giorni che non aveva pensato a questo non tanto minuscolo dettaglio.
Due anni della sua vita erano falsi.
Non esistevano.
Non li aveva veramente vissuti ma ne aveva il ricordo.
Finzione messa nella sua testa dalla Future Foundation.
Due anni di vita buttati.

Più ci pensava e più voleva sprofondare nel letto dalla tristezza.
Era orribile perdere così tanto tempo che non riavrà mai più indietro.

Si portò una mano in faccia e sentì che le guance erano bagnate, umide, resti di lacrime ormai asciutte.
Aveva pianto durante il sonno?
Erano lacrime sue o dell'altro?
Non lo potrà mai sapere.

Le mani strinsero il peluche, lo mollò prima che iniziasse a sfogare la sua rabbia contro alla povera Hello Kitty.

Reddie era accesso e andò a tirargli qualche ciuffo di capelli corvino per farlo reagire e svegliarlo dal suo stato vegetativo.
Si alzò finalmente appena sentì il rumore delle campanelle e come aveva fatto per quasi un mese, si preparò e scese giù a fare colazione, indossando nuovamente il mantello di Kichirō.

Arrivato venne accolto da Goro a braccia aperte, non lasciandogli tempo di fare la sua osservazione di routine e coprendo la sua visuale con una grande scatola.
<Buongiorno Gor->
<GUARDA COSA HO TROVATO!? JUMANJI!!!> lo salutò e abbassò la scatola mostrando il suo grande sorriso <sono certo che Kichirō sarebbe impazzito vedendolo...> aggiunse con aria malinconica ma decisamente meno pensate dall'atmosfera nella stanza di oggi e dei scorsi giorni.

Tensione ovunque.
Chissà quante cose sono successe Shou non ne era a conoscenza.

Si girò verso gli altri al tavolo intenti a fare colazione.
<...comunque ieri ho rovistato nei giochi da tavola con Kaoru e ho trovato un sacco di giochi interessanti! Quindi ho pensato che potremmo fare un pomeriggio di puro divertimento per alleggerire questo nostro "gioco" mortale> disse il castano, precedendo anche lui aria pesante del gruppo <cosa ne pensate?>

<Shou non ha altre bombe da usare ver-> commentò Jun ma venne zittita dal mafioso che le tappò la bocca appena vide lo sguardo infastidito del Birdwatching cadere su di lei.
<va benissimo-> disse e tolse la mano prima che la scammer potesse morderla.

<a me piac->
<NORI! Tu vieni?> Goro zittì e ignorò completamente il romano, girandosi verso la biondina che fece cadere il biscotto nella tazza di latte e cioccolato, finendo negli abissi più oscuri.
<ecco...io...> mormorò guardando la tazza, nessun segno del povero biscotto e non sapeva come prenderlo. <uh...> alzò lo sguardo e incrociò quello di Shinobu, bloccandole il cuore...in modo metaforico ovviamente, mica ha un infarto.

Non era più lo sguardo disperato di ieri ma le faceva male lo stesso.
La guardava.
Non riusciva a decifrare quei occhi.
Eppure riuscivano a bloccarla lo stesso, a influenzare il suo corpo e il suo cervello.
Sarebbe stata l'ennesima volta che tutti si sarebbero divertiti senza di lxi.
Sarebbe stata l'ennesima volta che tutti lx escludevano.
Sarebbe stata l'ennesima volta che tutti l'avrebbero lasciatx da solx.
Sarebbe stata l'ennesima volta che tutti mostravano una preferenza su Nori e non su di lxi.

Shinobu stava male per colpa sua.
Era la causa e non aveva fatto nulla per curare.

Shinobu stava male per colpa sua.
Era stata una pessima amica.

<Nori? Vuoi venire anche tu a->
<STO MALE- Umh- ecco- sto un po' male! Corro...corro in bagno!>
Rispose la biologa alzandosi in fretta e correre via riuscendo a evitare la mano del mangaka che provò ad afferrarla.

Shinobu stava male per colpa sua.
Shinobu stava male per colpa sua.
Shinobu stava male per colpa sua.
Non so se era chiaro il concetto.
Magari alla centesima ripetizione sarebbe stato più chiaro, eppure continuava a ripetersi quella frase nella sua testa superando i cento.

Odiava quella frase, non riusciva però a togliersela dalla testa assieme alle urla dell'amica. Era così arrabiata e triste, stava soffrendo così tanto e lei non aveva fatto nulla! Nulla!
Doveva riunire il gruppo ma l'aveva diviso di più stando solamente da una parte! L'aveva allontanata di più! Non era stata per nulla utile! Non era buona neanche ad aiutare le persone!

Mentre lei si divertiva con i suoi amici Shinobu stava da sola a soffrire!
Mentre lei rideva Shinobu piangeva!
Ma non solo lei...anche Kazuya...l'unica differenza era che Shinobu non aveva fatto nulla di grave da essere punita così severamente! Però così invalidava le paure e i timori di Kaoru, ci soffriva molto anche lxi! Non voleva dire che erano ingiustificati...non voleva mettersi contro di lxi e dalla parte di Shinobu...
Non capiva più cosa doveva fare!

Tutti stavano male! Tutti stavano male! Tutti avevano bisogno di lei!
NORI PERÒ ERA COSÌ INUTILE E INCAPACE AD AIUTARE!
SHINOBU STAVA MALE PER COLPA SUA!

I passi si stopparono di colpo.
Perse l'equilibrio mentre saliva le scale.

Shinobu stava male per colpa sua.
Shinobu stava male per colpa sua.
Shinobu stava male per colpa sua.
Le frasi non si fermavano, continuavano, volevano arrivare al mille.

Erano sempre più veloci e pensava di cadere anche lei velocemente ma il corpo non si mosse, non volò giù e venne tenuta tra le braccia forti di Elviira.
<Nori? Nori tutto ok->
<no non sto ok! Qui nessuno sta bene e non so cosa fare! Sono così inutile e-> disse di colpo, lasciando parlare il cuore per qualche secondo prima di fermarsi e trattenere delle lacrime. Non voleva piangere, non ne trovava il senso, era forte non c'era bisogno di piangere per null-
<è successo qualcosa Nori?> le chiese l'acrobata e il suo sguardo preoccupato la fece stare peggio, aveva subito fin troppo e non voleva essere un'altro dei suoi problemi.

<Nori?>
<io...io non so cosa fare! È tutto un casino!> fece dinuovo parlare il cuore e la fanciulla viola decise di prenderla a braccetto e salire le scale per andare nella sua camera, determinata a scoprire cosa avesse l'amica <mi puoi spiegare a cosa ti riferisci?>
La biondina prese forza, trattenne le lacrime e decise di raccontare tutto in quel corridio vuoto, erano solo loro due, nessun'altro poteva sentirla e aveva bisogno di tirare fuori tutte quelle parole che si era tenuta per sè.
Dal momento che aveva origliato i suoi amici, con Goro e i suoi problemi di cuore, Kaoru con tantissimi dubbi sull'innocenza di Shinobu per Akikuma, del casino che aveva combinato cercando di sistemare la situazione e del continuo allontanamento dell'artista, infine raccontò dello sfogo di ella e di quanto si sentisse in colpa per tutto.

Si sentiva colpevole della solitudine di Shinobu.
Prima di tutta questa storia neanche lei aveva amici, era anche lei sola, e si sentiva una merda ad aver fatto provare la stessa sensazione anche a lxi che non si meritava questo.
Se fosse innocente o no, non merita di essere trattata così.

<non ho mai capito quanto i miei amici stessero male! Ho pensato di averlo fatto, di aver trovato un modo per aiutarli ma ho fatto solo casini! Kaoru vuole il suo tempo ma non è intenzionato a fare dei passi verso di lei e anzi si allontana sempre di più! Goro si dedica completamente a Kaoru per... non pensare a Kazuya e...e i baci di loro due! Shinobu....Shinobu è completamente da sola e non ho la minima idea di cosa fare per farle capire che mi dispiace e che non è vero che fa schifo!>
Faceva strano dire quelle parole ad alta voce, le stava dicendo a qualcuno, non erano rimaste nella sua testa, rumorosi pensieri che cercava di nascondere e far vedere al mondo esterno. Questa volta decise di sciogliere leggermente quella faccia, ma veramente poco che era difficile notare la differenza se non per la voce tremante.

<cosa dovrei fare? Tipo...tipo dei biscotti? Una letterina di scuse? Provare a parlare e sperare che non scappi o non mi urli dinuovo contro?Spiegarle la situazione? Raccontare tutto anche a Kaoru? Prova dinuovo a farli parlare e sperare che non succeda nuovamente un casino? O semplicemente nulla come ho sempre fatto?! Forse...forse sarebbe meglio che non facessi nulla!? O no? Se...se non faccio nulla o faccio qualcosa cosa cambia!? NON...non si sistema nulla!> non sapeva se doveva smettere di parlare e lasciar rispondere Elviira, la guardava in silenzio con un volto serio e preoccupato, sperava di non averla neanche spaventata con quelle parole. Non voleva aggiungere alla situazione sensi di colpa per aver parlato ed essersi aperta, non ne aveva bisogno di altri pensieri soffocanti.

<scusami...scusami tanto...voglio solo essere una brava amica su cui puoi sempre contare>
<lo sei già Nori> finalmente parlò anche Elviira che strinse forte in un abbraccio la biondina <una brava amica fa anche degli errori, non è perfetta...e non si deve fare carico dei problemi di tutti>

Nori ricambiò l'abbraccio e appoggiò la testa alla sua spalla <però voglio aiutare tutti...>
<non è possibile Nori, non potrai mai aiutare tutti, esserci per tutti e risolvere i problemi di tutti. Questo non è una colpa> le disse Elviira accarezzandole la testa prima di staccarsi per guardarla nei occhi <e poi devono essere anche gli altri s fare qualcosa, potresti fare tutto e di più per Kaoru e Shinobu ma se loro non mettono lo stesso impegno e non fanno nulla è tutto inutile. E non è colpa tua.>

<però ho lasciato sola Shinobu...>
<ma lei vi ha mai cercati? Lei ha mai fatto qualcosa per farsi notare da voi oltre a ballare con Kaoru alla festa? Questo lo sai tu.> sembrava così grande mentre parlava, non una ragazzina di sedicenni, ma una donna forte come Yumeri e dolce come Shiro <e sei stata vicino ad altre persone...come me. Non potevi stare sia con me che con Shinobu che con Sally che con Kaoru e Goro nello stesso momento! Non devi fartene una colpa e puoi ancora rimediare! Non è la fine del mondo...non questo almeno>

Le asciugò una lacrima che scese solitaria dalle guance della biologa e fece un bel sorriso.
<anche con questi limiti riesci a essere lo stesso una persona meravigliosa, che fa i suoi errori ma vuole rimediare e l'ho capito dalle tue parole...ma non puoi fare tutto da sola>
<...vuoi darmi una mano?> chiese e l'altra annuì.
<ho un idea, lascia fare a me! Non ti prometterò che funzionerà ma faremo un tentativo>
Nori ricambiò il sorriso timidamente <grazie Elviira...>

Di nulla Nori, grazie per avermi salvata. Quelle parole Elviira le tenne per sè e mano per mano tornarono dagli altri.

Elviira parlò per entrambe, unendosi al pomeriggio assieme agli altri e chiese a Shinobu se voleva unirsi, ella fu titubante inizialmente, timidi "non vorrei disturbare" che vennero smontati da Goro con un sorridente "non disturbi!". Ma accettò vedendo Kaoru che annuì d'accordo alle parole dell'amico fumettista.

Si diedero appuntamento dopo pranzo alla sala giochi e tutti erano ben accetti. Tranne Kazuya ma quello era sottinteso e infatti non si presentò.

Non si fece vedere neanche Kazuto, a tutti era sembrato stressato e dopo tre camomille si era ritanato in biblioteca.
Infine non c'era neanche Yumeri e neanche Shou sapeva il motivo, forse era un passaggio troppo grosso da fare dopo così poco tempo. Anche lui stesso si era stupito del fatto che si fosse unito ed era meglio così che farsi divorare dai sensi di colpa. Menomale che nessun'altro, tranne Jun, parlava di quello successo nel trial.

Temeva di finire come il romano ma quando arrivò nella stanza venne accolto con i bei sorriso dei presenti.
Goro e Kaoru nell'angolo bar a preparare delle ciotole con qualche snack salato da sgranocchiare durante la partita a Jumanji e altri giochi messi su uno sgabello, Nori, Elviira e Shinobu sistemavano la stanza, spostando il biliardino e mettere al centro un telo rosa e sistemare dei cuscini presi dalle varie stanze.
<Shou!! Sei arrivato super puntuale!> commentò la biologa, era contento che si sentiva meglio dopo il suo "improvviso mal di pancia" di quella mattina <accomodati pure! Aspettiamo che arrivino anche Jun e Jun'ichi e iniziamo a giocare!>

L'aria si era fatta già più leggera.
Anche se avevano tanto su cui discutere, chiarire così tante cose, cercavano di metterlo da parte almeno almeno quel pomeriggio.
Non una tecnica così positiva e ottimale, rilassarsi e divertirsi in un gioco di omicidi, ma la gioventù porta a fare errori come questi.

Ci fu l'arrivo della scammer completamente da sola e aprì la porta con un calcio e urlando "TADA!!" attirando l'attenzione di tutti i presenti seduti sul telo a fare qualche chiacchiera.

<the lovely Jun is here!!! And only Jun. Jun'ichi ha fatto un piccolo cambio di programma ed è corso via sentendo il suono di un pianoforte...che sinceramente non ho sentito e penso sia la pazzia dovuta al lutto. Poor my wife, he's so sad!!>
<più pazzia del lutto credo possa essere l'effetto di qualche sigaretta simpatica> commentò Kaoru.

Invece era così.
C'era effettivamente il suono di un pianoforte ma Jun era così concentrata nel suo discorso che non l'aveva sentito, anche perché parlava ad alta voce e la musica non era molto forte.

Era certo che non potesse essere qualche illusione uditiva legata a Shiro perché c'erano troppi errori.
Non era una melodia fluida, che ti prende subito, ti giuda, ti stringe il cuore e lo smuove. Erano invece note insicure, rigide, dava quasi fastidio, attirò l'attenzione solo perché riconobbe lo strumento suonato dalla sua amata. Pensava che solo lei e Akikuma suonasse quel pianoforte della villa, quella stanza era inutilizzata se non da loro due e forse Kazuya.

Jun'ichi decise di andare a vedere chi stesse suonando, a passo svelto, c'era la porta socchiusa e la aprì completamente di scatto, un gesto veloce e naturale. Si bloccò lì davanti vedendo seduta difronte a quel pianoforte Yumeri con gli occhi lucidi e con le mani tremanti sui tasti bianchi.

Rimasero a guardarsi in silenzio per qualche secondo.
Non sapevano cosa dirsi.
Avevano lo stesso dolore per la stessa persona, quello di fronte all'altro poteva capirlo più di tutti in quel momento eppure non sapevano come comportarsi.

Soprattutto Jun'ichi.
Non aveva la minima idea di cosa fare, temeva di fare la scelta sbagliata, di fare un errore, di far scendere da quei occhi altre lacrime. Aveva paura.
Quella paura che ti blocca e ti spegne il pensiero, il mondo si ferma e il tempo non scorre più.

Chi vorrebbe mai ricevere le belle parole dalla bocca di un assasino?
Chi vorrebbe mai ricevere una carezza da una mano sporca di sangue?
Neanche chi condivideva il dolore della morte della stessa persona.
Neanche chi più di tutti poteva capirla.

Entrambi amavano Shiro.

Entrambi avrebbero dato la propria vita per Shiro.

L'odio tra di loro veniva solo dalla parte della motociclista, lui non l'aveva mai odiata e avrebbe preferito che sposasse lei Shiro, se ciò voleva dire vederla felice.
Era la consapevolezza di quell'odio che lo bloccava e gli impediva di agire, di pensare in modo lucido su cosa fare.
Se fosse stato come l'inizio, quando avevano un rapporto amichevole, sarebbe stato tutto più facile.
Anche se durante il ballo di compleanno sembravano essere tornati a quei tempi non così lontani.

Gli occhi scuri come il mare di notte della fanciulla erano pieni di dolore, l'acqua di quel mare stava iniziando a scendere.
Stava piangendo dinuovo, dopo essersi trattenuta in quel silenzio pesante della stanza.
Si morse il labbro, strinse le mani in pugni e tenne la testa alta, nascondersi l'avrebbe resa ancora più debole e patetica di quanto pensava di essere in quel momento.
<Shiro...Shiro voleva insegnarmi a suonare il pianoforte un giorno...non so neanche...leggere uno spartito>

<se vuoi...> odiava quando la gola diventava secca e ti si creava un gruppo, odiava essere diventato così emotivo <...posso insegnarti qualcosa io...so suonare il violino ma...ho studiato un po' di pianoforte per fare colpo su Shiro> deglutire era inutile, la gola rimaneva secca <posso insegnarti io...se vuoi>

Yumeri annuì.
Il corvino chiuse la porta alle sue spalle e si avvicinò a passi lenti e leggeri verso la motociclista che timidamente gli fece spazio così da sedersi affianco a lei sullo sgabello.

C'era appoggiato un Etude di Chopin, Etude Opera 10 numero 9, un tono molto romantico e sognante, un po' come Shiro. Se lo ricordava bene come faceva perché era il brano preferito della fanciulla.
Fu difficile per Jun'ichi trattenere le lacrime vedendo da vicino il pianoforte e quell'etude, era come star guardando la pianista, si tappò la bocca per non far sentire anche i singhiozzi e provare a rimanere il più composto possibile.

Faceva male.
Ogni cosa ricordava lei.
Anche la stessa aria che stava respirando.

Yumeri posò una mano sulla sua spalla, accarezzandola, spingendolo verso di sé e far appoggiare la testa sulla sua di spalla.
<avevo promesso che l'avrei salvata e protetta, ho ucciso per lei...darei la vita per riaverla> piagnucolò lui.
<anch'io lo farei...anche solo per poterle parlare e chiedere scusa di tutte le mie cazzate, per non averle fatto capire quanto fosse importante e dare tutto l'amore che non sono riuscita a darle...e che desiderava...> sussurrò la fanciulla e con la mano libera asciugò le lacrime che iniziavano a scendere senza il suo controllo <ma non è possibile...è andata...>

Era difficile da accettare la realtà.

Non c'erano dinuovo parole, erano già finite, non avevano più altro da dirsi.
Volevano solo suonare.

Misero le mani libere sulla tastiera, le dita premevano con pesantezza, aveva notato che ogni tasto aveva attaccato un pezzo di scotch e scritto sopra la nota equivalente. Sorrise, Shiro se l'avrebbero scoperto si sarebbe messa a ridere dopo lo shock iniziale.
Yumeri seguì le mani del ragazzo che sapeva leggere quelle note sul pentagramma, conosceva i tasti e cercava di fare la giusta melodia. Le spiegò quel poco che sapeva.
Il suono era orribile, impacciato e fece ridacchiare i due ancora in lacrime.
<credo che a Shiro sarebbero sanguinate le orecchie!> disse la fanciulla.
<ci starà urlando da lassù le peggio cose!>

Era troppo difficile quindi puntarono su qualcosa che conoscessero e Yumeri propose per una canzone per nulla felice, "Moral of the Story" ma era l'unica che ad entrambi piaceva e avesse uno spartito per il pianoforte.
<è fattibile secondo te?>
<no> rispose il corvino brutalmente onesto e l'altro gli tirò un pugno in braccio.

Pensavano che cantare avrebbe coperto l'orribile suono del pianoforte, in realtà anche il canto era un problema.

<So I never really knew you. God, I really tried to, blindsided, addicted felt we could really do this but really I was foolish. Hindsight, it's obvious> a voce bassa, musica lenta, piano piano saliva ma non migliorava <talking with my lawyer, she said, "Where'd you find this guy?" I said, "Young people fall in love with the wrong people sometimes"!!>

DOOON.
Premettero la nota sbagliata ma non si stpparono e alzarono di più la voce.
<Some mistakes get made! That's alright, that's okay! You can think that you're in love when you're really just in pain! SOME MISTAKES GET MADE! THAT'S ALRIGHT! THAT'S OKAY! IN THE END IT'S BETTER FOR ME! THAT'S THE MORAL OF THE STORY BABE!>

La porta si aprì di colpo mentre i due stavano ormai urlando invece di cantare.
Essi si zittirono poco dopo e si girarono all'unisono e videro Jun con un grosso sorriso in volto mentre teneva per mano Sally e dietro di loro c'era un Kazuto stritolato dalla bambina.
<HELLO DARLINGS!! Ho fatto benissimo a interrompervi perché siete così depressed. Really->
<gentilissima come sempre> commentò il mafioso alzandosi e asciugandosi velocemente il volto.
<e sta piovendo per la vostra canzone>
Yumeri la guardò male <fottiti->
<OOOH!! THERE IS A CHILD! LANGUAGE!!!>
Jun'ichi trattenne una risata.

Alla fine tutti erano alla piccola festa pomeridiana e c'era anche Sally, che si era introdotta improvvisamente vedendo dalle telecamere che stavano giocando senza di lei al suo gioco preferito dopo le bambole. Venne accolta con il grande sorriso e fu come una piccola festa di compleanno.
Le dispiaceva che alcuni mancarono quindi trascinò con sè Jun alla ricerca dei tre fanciulli e poter fare altri giochi assieme.

Tutti tranne Kazuya per essere sinceri.

Prima però Nori voleva fare una foto ricordo, approfittando che avessero delle fotocamere e ancora delle cartucce e che erano tutti riuniti senza troppi conflitti evidenti.
Reddie fu un ottimo assistente e scattò la foto premendo con il suo becco.

Shinobu partecipò solo perché tutti loro avevano insistito, anche Nori glielo chiese di partecipare e dopo le urla di ieri si sentiva in colpa a dirle di no e sembrare ancora più stronza oltre che ipocrita...voleva e inclusa e o dice di no a una foto di gruppo?
Si coprì il volto e fece del suo meglio di partecipare nei giochi, assicurata che nessuno la vedesse come un problema e si sentì bene, Kaoru era finito più volte in squadra con lxi e non sembrava così tanto a disagio, si bloccava solo ogni tanto. Si divertì. Non sapeva se la lettera aveva funzionato, non ne avevano parlato neanche un attimo, come non l'aveva fatto con Nori, eppure loro si comportavamo come se non fosse successo nulla.
Si comportavano come facevano prima quando erano tutti amici.

Elviira era quella che era cambiata tantissimo in poco tempo ed erano tutti felici di rivederla dinuovo così piena di energie, aveva dei suoi momenti no durante le partite dove stava zitta e guardava in basso, potevano capirla e non le misero pressione. In quei momenti poteva contare su Nori e il suo bellissimo sorriso.

Nori si sentiva più leggera vedendo i suoi amici interagire dinuovo e aver confidato con una persona a lei cara i suoi problemi e ansie. Era bello sapere di avere qualcuno al proprio fianco pronto a sorreggerti.

Sally si sentiva parte di un gruppo, per quanto lei fosse loro nemica per lo show e si era divertita tantissimo, più del suo compleanno, si scordò che facevano parte di un killing game.
Come facevano tutti.
Tranne Kazuto.

Kazuto era stanco.
Kazuto pensava continuamente a questo killing game.

Kazuto non riusciva a non pensare di salvare tutti, per vederli dinuovo sorridere e poter fare altre giornate simili.
Non riuscì a giocare, si agitava troppo anche per un stupido gioco e gli venne il mal di testa, nessuno lo sapeva e continuarono a divertirsi.

Un'altro giorno passò alla villa, tra i sorsi di una cioccolata calda e il nightime arrivò velocemente, più veloce rispetto agli altri giorni.

___ ___ ___

<dovrei forse andare da lei e scusarmi? Parlare? Chiarire? Non...non per forza mi tradirà vero? E- e no! Non mi sono affezionato! È solamente una questione di lavoro! Ci serve una talpa! Nessun'altro vorrà diventarlo, Kazuya ormai è inutile e lei è l'unica rimasta!> l'inventore fece un bel sorriso, cercando di sembrare convincente davanti a due suoi amici, Akio e Hiroko, purtroppo non riusciva a mentire a loro due e si vedeva che manco lui era convinto delle sue parole.

<MA TU SEI UN SCEMUNITO! NON VEDI LA GRANDISSIMA RED FLAG IN STA LETTERA?!> urlò ilx sicilianx tirandogli un colpo dietro al colpo sventolando la lettera stroppiciata, la stessa che gli aveva fatto tornare in mente quella terribile notte per tutte e tre, in particolare i due Aki.
<Aki...Aki...SEI DIVENTATO STUPIDO DI COLPO?! MA È UNA CAZZATA! POI STAI DINUOVO MALE O CERCA DI AMMAZZARTI CON LA TUA FORTUNA!> anche la biondina gli diede un colpo dietro al collo e si mise a urlare assieme alla migliore amica.

Si massaggiò quel povero collo e sbuffò. Lo sapeva che avrebbero detto così. <non è come le altre volte! Sono consapevole dei rischi, del fatto che sia una brutta influenza, che sia unx traditore manipolatore e ossessivx- MA->
<già che inizi con un "MA" vuol dire che sia una orribile idea!> commentò Akio non lasciandolo finale e sdraiandosi sul proprio letto, tra le gambe di Hiroko e quasi schiacciando quest'ultima perché era più grande e più pesante di lei <ho pensato la stessa cosa di quel romano bastardo e sai cosa? HA PROVATO AD AMMAZZARMI! DINUOVO! Anche se pensi di avere il controllo possono incularti lo stesso>

<ma ci serve una talpa!!> lo scozzese strinse a sè il cuscino, usandolo come scudo evitando di ricevere una ciabatta in faccia da parte della pallavolista.
<non ci serve! Non devi sforzarti e stare male per noi! Hai fatto troppo, sei stato molto male, non riuscivi più a reggere!> rispose quest'ultima.
<abbiamo la tua meravigliosa tecnologia per poter fare tutto senza una talpa! Posso occuparmene io a controllare dalle tue telecamere! Sono qui per aiutarvi! Aki non serve->
Akinorino abbassò il cuscino e si portò una mano al cuore <posso farcela! Hiroko te lo giuro! Posso reggere questo compito davvero!>

<ci serve qualcuno che sta dalla nostra parte lì dentro! Che agisca per conto nostro! A osservare la situazione hai ragione abbiamo le mie telecamere, abbiamo te, ma non possiamo interferire e sapere tutto al 100%! Ci serve! E io sono prontissimo a prendere dinuovo questo incarico, lei è sotto il mio totale controllo anche dopo che sono stato male e ho chiuso. È disposta a stare dinuovo dalla nostra parte se significa stare con me! > disse l'inventore, alzandosi dal letto e battendo più volte le mani al petto e gesticolava velocemente, con fare agitato.

<allora io tornerò da Kazuya> rispose con tono serio ilx scacchista.
<no! Non serve! Potrebbe ucciderti e->
<oh perché la tua cara talpa no!?> si alzò anche lxi mettendosi difronte all'amico <vuoi che ti ricordo cosa ha fatto al tuo androide? Si è fata usare come esca per farti mettere a k.o! Non è fedele anche se ti ha scritto questa lettera così patetica!> aggiunse l'italiano, afferrandogli il volto e guardandolo dritto nei occhi.
<se tu rischi per la missione farò lo stesso, se tu vuoi fare il masochista e ritornare da lei farò lo stesso con lui, se vuoi farti ammazzare farò lo stesso. Non ti lascio solo.>

<nessuno dei due deve fare il coglione!> si intromise la fanciulla, in piedi sul letto e riuscì a prendere entrambi per le orecchie <non ci servono, non abbiamo più bisogno di loro quindi lasciateli perdere! Siamo sempre stati noi tre contro tutti e così rimarrà. Non serve che vi distruggete anche mentalmente per questa missione...odio vedervi così>
<ok ok! Però minchia mi stai per staccare l'orecchio!> si lamentò Akio.
<non ci tengo a diventare Vincent Van Gogh-> si lamentò Akinori.
La fanciulla rise e li lasciò andare dopo averli tirati verso il letto, tornando tutte e tre sdraiati a guardare il soffitto spoglio.

Era un letto troppo piccolo per stare in tre per dormire ma Hiroko era piccola, stringendosi per bene ci stavano. Akio stringeva la fanciulla, lxi era appoggiato all'inventore schiacciato al muro, si addormentarono così...tranne Akinori.

Non perché era scomodo ma per un maledetto pensiero che lo teneva sveglio.
Andare dalla talpa e parlare, ignorare completamente quella conversazione fatta con le due e fare come gli pareva, dimostrare a nessuno, forse a se stesso, che potesse fare quella missione senza problemi. Quella maledetta lettera gli rimaneva impressa in testa e non c'era modo di farla uscire assieme a quella scena.
Sapeva benissimo quanto fosse una cazzata quello che voleva fare, eppure trovava sempre dei però che lo irritavano e lo rendevano più indeciso.

Era inutile sforzarsi, non riusciva proprio prendere sonno e decise di fare un giro.
Avvolto da una vestaglia da notte blu scuro di velluto rubata da Monoaki, troppo femminile per i suoi gusti ma per i corridoio segreti c'era anche freddo che in stanza e non era il caso di andare in giro in pigiama.

Girava.
Girava in silenzio e scalzo.
Non sentiva i suoi passi.
Sentiva solo il cuore, i respiri, e gli stessi pensieri di prima.
Non sentiva ancora la stanchezza.
Non sapeva neanche dove stava andando, che giro stesse facendo, camminava e basta.
Finché non arrivo davanti alla sua stanza.

<cazzo...> disse a bassa voce, trattenendo un sacco di insulti contro il suo cervello. Ora era lì. Si era messo da solo in un bivio e non c'era nessuno che potesse dirgli cosa fare se non se stesso. Poteva benissimo andarsene, ritornare con il suo giro e magari ritornare o fare come voleva, "riprendersi la talpa" e poi prendersi gli insulti dei suoi amici.

Era una sua decisione.

Tock tock.

Decise di bussare e di aspettare una sua risposta.

Non aveva bisogno di lei. Non più.
Era il contrario.
Per quanto cercava di convincersi che era una decisione puramente strategica, sapeva che c'era una motivazione emotiva in quella scelta.
Cosa di preciso non lo sapeva, faceva solo male, non era positiva, e decise per questa di tenerla nascosta, infondo infondo nell'animo.

Bussò dinuovo. Avvicinò l'orecchio alla porta, sentì i passi di una sola persona, non c'era nessun'altro teoricamente, poteva parlare.
<sono io, Akinori...volevo parlarti, ho letto la tua lettera e mi dispiace> doveva fingere. Era nato per mentire. Forse c'era un briciolo di verità, il giusto per essere convincente e sembrare sincero.
Non doveva neanche sforzarsi con l'espressione, tanto non poteva vederlo.

<anche se ero incazzato per motivi miei non...non dovevo trattarti così, non dovevo lasciarti da sola quando avevi bisogno di me. Non devi essere tu a scusarmi ma io, io ho sbagliato, io ti ho fatto stare male e ti ho fatto piangere. Tu non hai fatto nulla di sbagliato> amorevole, dolce, gentile, bugiardo e falso. Sembrare patetico e diventare un la vittima della situazione che ti sei creato, aveva imparato dalle persone migliori, come la sua stessa talpa. Far cadere le colpe su di sè, come avevano fatto tutti. Era abituato.

Hiroko diceva che era troppo buono per le persone ma non le credeva più, non si vedeva più come una persona buona.
Sicuramente la gente si approffitava di lui in ogni caso, se fosse buono o cattivo.

La porta si aprì e lx fanciullx uscì per abbracciare il maggiordomo, stringerlo tra le sue braccia dinuovo e appoggiò la testa alla sua spalla.
Lo prese alla sprovvista, non se lo aspettava e non era più abituato a questo contatto.
Il suo profumo, il suo calore, le sue mani, non erano mai cambiate, gli lasciavano in gola un senso di (tw) nausea, lo stomaco si muoveva e non era sicuro fossero farfalle. Solo il cuore sapeva del perché batteva velocemente.

Le mani lo avvolsero senza preavviso, bloccandolo in una forte presa, per paura che potesse scappare via dinuovo. Doveva rimanere lucido e nel ruolo, stava andando bene, non doveva crollare adesso. Le accarezzò I capelli con dolcezza e ricambiò l'abbraccio.
<mi sei mancato così tanto, mi dispiace se ti ho fatto stare male...non lo rifarò più...promesso>
Non riusciva a crederle. Non più.
Non doveva urlare. Non doveva incazzarsi. Non doveva farsi prendere dalla rabbia. Menti, menti, menti!
Sorrise e le diede un bacio sulla fronte.

Era vero.
Gli era mancato da morire.
Quei abbracci in cui si sentiva al sicuro, non voleva più staccarsi, il calore che le bruciava la pelle e il cuore, la rilassava e quei baci sulla fronte le spegnevano i pensieri.
Le erano mancati tantissimo.
Ne era diventata inconsapevolmente dipendente, sarà anche per il profumo di tabacco del biondo.
Pensava di averlo perso per sempre, invece era dinuovo tra le sue braccia.

<ho bisogno di te> le sussurrò all'orecchio tra le dolci carezze, un diavolo tentatore <mi affiderò dinuovo a te, saremo dinuovo noi due, un unica cosa. Non mi deluderai vero?> le prese il volto con una mano, alzandolo dal mento e sorridendo, i suoi occhi persi nel guardarlo lo assicurò che stava funzionando.
<puoi fidarti di me, Aki>

Non farlo. Non farlo.

Non farti ingannare dinuovo.

Provò a staccarsi, era tardi e non potevano rimanere così, era pericoloso, però la stretta era forte e la fanciulla non voleva staccarsi. Non poteva essere aggressivo, avrebbe rovinato tutto. Cercò di calmare il cuore.
<carx mix...devo andare...non posso->
<non puoi rimanere la notte con me? Non...riesco a dormire e...e mi sei mancato tantissimo>

Provò a staccarsi, era tardi e non potevano rimanere così, era pericoloso, però la stretta era forte e la fanciulla non voleva staccarsi. Non poteva essere aggressivo, avrebbe rovinato tutto. Cercò di calmare il cuore.
<carx mix...devo andare...non posso-> <non puoi rimanere la notte con me? Non...riesco a dormire e...e mi sei mancato tantissimo>
<io...non posso...> non voleva. Non voleva. Era troppo. Smise di accarezzarle la testa e si bloccò, mentre l'altra si mise a giocherellare con i capelli biondi.

<perfavore Aki- finché non mi addormento-> non sei il suo giocatolo. Non sei il suo giocatolo. Scappa. Scappa. Venne trascinato dentro la stanza, cadettero sul letto, le carezze erano così fastidiosi e la voglia di urlare si fece più forte di prima.
Gli toccavano il volto, il collo, le spalle, le braccia, in continuazione.
<solo per poco...ti prego> smettila di toccarmi.
<solo per->
<SHINOBU SMETTILA DI TOCCARMI!! LASCIAMI!> si staccò da quelle braccia e fece alcuni passi indietro.

L'artista rimase sorpresa, non solo per il nome ma per quel tono aggressivo e rotto che aveva nei scorsi giorni. Pure lui si era stupito di aver detto quel nome, faceva strano dirlo dinuovo ad alta voce. Uscì in modo naturale.
Shinobu.
Il nome della fanciulla su quel letto pietrificata e con la mano sulla bocca.
Shinobu.
Il nome della sua talpa.

<Aki...scusami io->
<domani cercami di portare qualcosa di interessante...solito luogo e orario...> fece altri passi indietro, arrivando alla porta, non voleva aggiungere altro <buonanotte...> e se ne andò a passo svelto, con le lacrime agli occhi. Non aveva senso piangere, aveva deciso lui di fare così, di ritornare a usarla come tutti avevano usato lui, e queste erano conseguenze. Faceva schifo ma ne era consapevole.
Si asciugò le poche lacrime che erano scese.

L'idea peggiore che abbia mai avuto in vita sua.

_______________________________________

Odore di polvere, fumo, sangue, morte.
Era soffocante, disgustoso, straziante.
Un forte rumore trappasava il suo orecchio dalla parte all'altra, non vedeva nulla se non luci e macchie grigie che si muovevano lente, e non sentiva più il suo corpo. Nè caldo nè freddo. Non aveva il controllo.

Non capiva dov'era.
Tutto annebbiato.
Tutto girava.
Tutto scorreva e non capiva nulla.

Cercava aria, respirava a fatica, era in apnea per troppo tempo.
Passi pesanti, se abbassava lo sguardo non vedeva altro che tante macchie di varie sfumature di grigio e rosso assieme all'asfalto nero.
Ma il resto non capiva cosa fossero.
...
Pezzi di edifici?
...
Massi?
...
Cadaveri?

Più andava avanti, più camminava, più inciampava e si rialzava, più vedeva il mondo intorno a lui.
Un pavimento d'asfalto rosso, cadaveri mal ridotti, carne sprecata per la strada e ad ogni angolo, soldati e civili, colpevoli e innocenti, alcuni uccisi dai edifici che crollavano.
Voleva cavarsi gli occhi guardando quelle persone diventare sempre più simili ad ammassi di carne, di ossa, di sangue, rosso, morte.
Disgustoso creature che non voleva vedere e non voleva toccare ma se voleva scappare doveva farlo.

Più andava avanti, più camminava, più inciampava e si rialzava, più sentiva il mondo esterno.
Urla strazianti.
Neonati in lacrime.
Spari.
Esplosioni.
Ordini militari.
Ancora il tremendo fischio assordante.
Voleva strapparsi le orecchie per smettere di sentire, le mani le stringevano ma non avevano abbastanza forza per tirare e strapparli veramente.

Più andava avanti, più camminava, più inciampava e si rialzava, più percepiva il bruciore alle gambe, la stanchezza che lo avvolgeva e rendeva faticoso ogni passo verso...verso qualsiasi posto che non fosse quello.

Qualsiasi posto che non fosse morte, dolore, tristezza, fatica, stanchezza, disperazione.

Qualsiasi posto dove per strada non vedeva cadaveri e i fiori spuntati tra il cemento non venissero schiacciati da essi e coperti di sangue.

Qualsiasi posto dove non fosse costretto a indossare quell'opprimente maschera bianca e quel pesante mantello bicolore che stringeva il suo collo come un cappio.
Non riusciva più a respirare.
Con un gesto deciso se lo tolse e lo lanciò via.

Qualsiasi posto dove fosse da solx, fece l'errore di girarsi indietro e vide tantissimi soldati, con i soliti due colori di quel mondo triste, senza maschere, non sembrando dei generici omini armati ma erano persone.
Alcune spaventate quanto lxi, correvano, si tappavano le orecchie, altri erano inespressivi o addirittura felici, correvano solo per imitarlx non per fuggire via.

Una lunga strada dritta, sembrava senza fine, coperta da una nebbiolina grigia che piano piano spariva a suon di "TUTTI AI VOSTRI POSTI!".
Parole che uscirono anche dalla sua bocca appena vide maschere bianche con un simbolo familiare nero, nascondendo la loro umanità rispetto agli altri soldati.

Uomini che puntano fucili, pistole, mitra, contro altri uomini.
Fece la stessa cosa anche lxi.
Doveva essere lxi a dare il via.
Puntava verso l'ignoto, non vedeva nulla, dinuovo macchie grigie ondulate e senza contorni.

La nebbia non c'era più.
Chiuse e riapre gli occhi velocemente.
Tra un battito e l'altro vide la figura che aveva di fronte a sè, a un paio di distanza.

Un ragazzo alto, con il volto celato dalla stessa maschera con i capelli castani a caschetto.
Immobile e impassibile.
Sbattè più forte gli occhi per assicurarsi di aver visto bene e non fossero altre macchie strane.

Era sempre il solito ragazzo castano.

Così familiare.

Una stretta al cuore.

Era il cuore di entrambi o solo quello di Kaoru?

Non abbassò l'arma.
La mano rimase immobile.
Puntava al cuore.

Avrebbe sparato?
Avrebbe davvero sparato ad un amico?
Era certo fosse un amico quello dietro alla maschera.
Avrebbe sparato?

Il cuore venne strappato in due.
Il petto gli faceva male ma niente sangue.
La mano con la pistola rimase immobile.

"FUOCO! AMMAZZATELI TUTTI!"
Urlò prima di premere il grilletto.

Non vide più nulla.

Sentì solo lo scoppiò e la voce di Goro, offussa, distorta, non capiva cosa gli diceva ma sapeva che era lui a parlare.

Intorno a lxi c'era solo nero, una stanza nera fatta di mani che si aggreppavano al suo corpo e lo stringevano, lo avvolgevano, lentamente perdeva il fiato.

Il cuore, distrutto, continuava a battere e ora più veloce di prima.

La paura di essere ferito da quelle mani.

Dalle gambe lentamente salivano.
Bloccando gambe, braccia, testa.
Bloccando la sua visuale, costringendolo a guardarsi senza specchio.
Il suo identico sosia con un mantello nero e bianco.
Diventava sempre così vicino.
Così vicino.
Così vicino.
Così vicino.
Così vicino che vide solo i propri occhi fissarsi intensamente.

Era davanti allo specchio, dopo una piccola corsa verso il bagno, a osservare dinuovo se stessx.

Kaoru.
Capelli bianchi con la frangetta arcobaleno, tagliati in modo strano, appiccicati al suo volto per il sudore.
Gli stessi capelli di quella figura.

Kaoru.
Occhi rosa e lucidi, sul punto di versare così tante lacrime da poter riempire il lavandino al posto del rubinetto.
Gli stessi occhi di quella figura.

Si tolse il pigiama prima che potesse diventare tutt'uno con la propria pelle, si sentiva soffocare dentro essa, come con il mantello che fu un sollievo non vederlo in quello specchio e preferì vedersi a petto nudo.
Decisamente meglio, almeno aveva la consapevolezza che quello fosse il suo corpo, anche se sbagliato, anche se gli provocava un grande disagio, era il suo.

Nello specchio vedeva Kaoru.

Kaoru che era solo un stupido ragazzino, un Ultimate, un schermidore, e non veramente uno shinigami, un assasino, un comandate di guerra, un mostro.

Non era il pericolo.
Non era la causa per cui erano stati rinchiusi.
Non faceva parte del problema.
Non era il cattivo della storia.
Non c'entrava nulla con quella storia!
LUI ERA SOLO KAORU!

Nello specchio vedeva Kaoru.
Kaoru che era nel panico.

Non aveva smesso di cercare anche nel mondo reale dell'aria pulita per i suoi polmoni.
Respiro troppo veloci, alcuni più pesanti degli altri, irregolari, non facevano altro che aumentare vedendo che la situazione non migliorava, che non prendevano nulla e avevano bisogno di aria.

Non riusciva a respirare.
Non riusciva a respirare.
Il petto si muoveva troppo velocemente.
Si chinò in avanti con la testa bassa.
Voleva strappare i polmoni e il cuore così si sarebbero fermati.
Voleva strappare gli occhi così che non potesse più vedere quella faccia appena alzava la testa, era diventata più vicina. Era normale, era più vicino allo specchio...eppure il panico saliva vedendo i stessi occhi osservarlo dinuovo.

Kaoru...aveva paura di sé stesso...?
Era così?
Era veramente così?
Assurdo.
Assurdo.
Era assurdo il solo pensiero di poter aver paura di sé stessi! Che cosa ridicola e stupida no?!
Perché...dovrebbe avere paura di sé stesso?

Non era il pericolo.
Non era la causa per cui erano stati rinchiusi.
Non faceva parte del problema.
Non era il cattivo della storia.
Non c'entrava nulla con quella storia!
LUI ERA SOLO KAORU

Se fosse così allora perché era così spaventato e in panico appena incrociava il suo sguardo con il suo riflesso?

Perché continuava ad osservarlo?
Perché continuava ad essere lì?
Perché continuava ad avvicinarsi?
Perché continuava a non respirare bene?
Perché continuava ad assomigliarli?
Perché non se ne va?
Perché non sparisce?
Perché non smetteva di guardarlo?
Perché non sentiva altro che un forte fischio alle orecchie?
Basta, basta, BASTA, BASTA, BASTA!
PERCHÈ NON RIUSCIVA A CALMARSI!? PERCHÈ NON RIUSCIVA A DARSI UNA CALMATA!?
PERCHÈ NON SE NE ANDAVA VIA DA QUELLO SPECCHIO!?

...

Silenzio.

...

Il riflesso si spezzò in piccoli pezzettini in una grande crepa.

Con un'altro colpo diventarono più piccole e il vetro si staccò dallo specchio cadendo nel lavandino o finendo nel suo pugno.

Era rosso.
Aprì la mano e vide sulle dita alcuni taglietti causati dal vetro.
Faceva male.

Cadde in ginocchio e per quanto potesse pensare ad altro continuava a non respirare bene.
Petto troppo veloce.
Troppo veloce.
Avrebbe usato quel vetro rotto per fermare i polmoni.

Gli faceva male la gola.
Aveva urlato?
Può essere.

Goro l'aveva sentito e lo vide davanti la porta del bagno immobile.
Sembrava ancora più alto e i capelli castani a caschetto erano perfetti come sempre.

Non era da Shinobu che doveva scappare.
Non era da Kazuya che doveva scappare.
Goro doveva scappare da Kaoru, da lxi.

Era il pericolo.
Era la causa per cui erano stati rinchiusi.
Faceva parte del problema.
Era il cattivo della storia.
C'entrava con quella storia.
Perché...
Era il pericolo.
Era la causa per cui erano stati rinchiusi.
Faceva parte del problema.
Era il cattivo della storia.
C'entrava con quella storia.
Perché...
Era il pericolo.
Era la causa per cui erano stati rinchiusi.
Faceva parte del problema.
Era il cattivo della storia.
C'entrava con quella storia.
Perché...perché...
LUI NON ERA SOLO KAORU!

Poteva fargli del male.
Poteva puntargli una pistola sul cuore e sparare nuovamente.
Era lui il ragazzo dai capelli castani del sogno.
E se non l'avesse ucciso lì chi poteva dire che non l'avrebbe ucciso in questo mondo? Nel mondo reale?
Chi l'avrebbe detto che non avrebbe ucciso Goro come avrà sicuramente ucciso un sacco di altra gente.

Goro era il suo nemico.
Lxi era il nemico di Goro.
L'avrebbe ucciso? L'avrebbe ucciso?
NO! NO NO! NON L'AVREBBE MAI UCCISO!
Eppure non aveva fatto nulla.
Non aveva abbassato la pistola.
L'avrebbe ucciso? L'avrebbe ucciso?
NO! NO NO! ERA SOLO UN FOTTUTO SOGNO! UN INCUBO! UN PENSIERO ORRIBILE!
NON UCCIDEREBBE MAI GORO!
NON UCCIDEREBBE MAI NESSUNO AL MONDO!

<Kaoru? Kaoru mi senti?>
Il mangaka si era seduto al suo fianco, le dita si muovevano frettolose, si bloccava nel toccarlo e abbracciarlo, allontanarlo da lì. Non sapeva come agire. Era agitato ma si mostrava così calmo, non voleva farlo preoccupare.
<Kaoru rispondimi! Mi senti?! Mi vedi?!> ilx schermidore annuì.
Il fanciullo non si tranquillizzò a quella risposta, il sangue e il suo respiro affannoso gli teneva alta l'agitazione.

Cosa aveva?
Cosa aveva Kaoru? Cosa era successo?

Prese velocemente un asciugamano, lo bagnò e avvolse la mano sanguinata dell'amicx.
<respira lentamente, con me, con il naso, tappati una narice e non usare la bocca. Lentamente e con respiri profondi...>
Serviva un sacchetto ma non li avevano, non sapeva se c'era del vetro in quelle ferite, non sapeva perché era così. Aveva paura ma doveva mostrarsi calmo.

Chiuse gli occhi.
Aria.
Nei polmoni arrivava aria.
Lentamente arrivava.
Ma non era calmo.
Aprì gli occhi ogni tanto.
Più guardava Goro e più si agitava e gli mancava nuovamente il respiro.
Aveva paura di perdere il controllo come Kichirō.
Aveva paura di fargli male.
Chiuse nuovamente gli occhi ma la paura rimaneva.

<Kaoru rimani concentrato sul tuo respiro e il mio, non pensare ad altro.> la sua voce era dolce e calda come il cioccolato, era più vicino al suo orecchio ma non voleva vederlo, sentiva più forte il suo respiro dolce, calmo e provò a imitarlo.
Niente fischi, niente spari, niente esplosione, niente odore di sangue e morte
Solo cioccolato e respiri.
<bravissimo Kaoru, stai andando benissimo. Continua. Segui il mio respiro.>

Quale respiro avrebbe seguito se fosse stato lxi a toglierlo?

<Kaoru non ti distrarr->
<vattene Goro.> disse secco e aprì gli occhi appena sentì l'altro trattenere per qualche secondo il respiro
<vattene...ti prego...vattene...ti farei solo del male...ti->
<non iniziare anche tu con questa storia! Hai anche tu paura di diventare cone tuo padre o hai altri problemi!?> il caldo cioccolato caldo diventò bollente e lo scottò, facendogli male.

<no Goro...non è come con Kazuya!> la voce tremava e non riuscì a spostarsi per sta più lontano dal mangaka <io sono il problema! Ho...sognato di ammazzarti! Ero vestito come uno dei...dei amichetti di Junko e ti puntavo contro una pistola! Tu eri dei tipi che ci hanno salvato e...E IO TI PUNTAVO ADDOSSO UNA PISTOLA! CAPISCI CHE->
<tu ora mi stai puntando addosso una pistola?> gli chiese freddo Goro e l'altro si zittì, scuotendo la testa. No, no che lo stava facendo.
<non mi importa del resto. A me interessa che tu, Kaoru del presente, Kaoru del Killing game, Kaoru che io conosco e...voglio bene, non mi stai puntando contro una pistola. Del Kaoru del passato e dei sogni non mi importa nulla.>

<Goro non dire cose assurde! Ti prego- come puoi essere sicuro che io...io non possa rifarlo!? Che non possa ucciderti!?> rispose Kaoru.
<non ne ho la certezza infatti...se non che il futuro non sarà mai come il presente e tanto meno del passato. Niente rimane come era prima. Tutto cambia. Ma pensiamo invece che tutto rimanga sempre lo stesso, che quelli che eravamo in passato o potremmo essere stati, siano gli stessi di quelli che saremo in futuro. Il cambiamento succede in automatico o devi essere tu a farlo partire> fece una piccola pausa di riflessione <io non sono più il ragazzino in psichiatria di qualche anno fa perché ho deciso io di non esserlo più...io non sono il forse terrorista della Future Foundation e ho deciso io di non esserlo dinuovo. Tu non sei il forse Shinigami che mi vuole morto...se sei tu a decidere di cambiare>

Gli prese la mano non ferita dellx fanciullo, appoggiandola al proprio petto coperto dal pigiama e ritornò a respirare lentamente vedendo che l'altro su era agitato dinuovo.
<tu puoi cambiare Kaoru. Hai la libertà e la possibilità di cambiare. Ed io sono sempre qui ad aiutarti a respirare>

Non sapeva cosa e non disse nulla.
Non riusciva a credere in quelle parole per quanto lo avessero fatto stare bene.
Tirò sù con il naso trattenendo le lacrime, mentre l'altro lo coprì con un asciugamano rendendosi conto in un secondo momento che ilx ragazzx fosse senza binder e non voleva creargli altri problemi.
Infine prese delle bende e iniziò a medicargli la mano, in silenzio, non avendo altre parole da dire.
Solo i loro lenti e calmi respiri.

Fu in quel momento che nei e-handbook di tutti arrivò una notifica, un debole "bip" e lo schermo si accese subito dopo mostrando l'anteprima di un messaggio.
Chi era già sveglio lesse subito incuriosito.

"Chiunque ucciderà le VERE talpe entro 7 giorni potrà esprimere 3 desideri, qualsiasi desiderio realisticamente fattibile, dopo la sua vittoria al class trial.

-Mastermind"

Finalmente un nuovo movente che prese alla sprovvista tutti, anche i due maggiordomi.

Ore: 07:10 a.m ___ Giorno 32 ________
Luogo: sala da pranzo _______________

Il buongiorno non fu uno dei migliori.
Shou vide quella mattina il messaggio e a passo svelto andò in sala da pranzo, per vedere le reazioni altrui e si ritrovò in una scena...particolare.

Il violinista romano, l'unica talpa di cui sapevano l'identità, era in piedi sul tavolo con in mano una sedia e puntava a chiunque ossasse avvicinarsi, anche il suo amico Akio, le gambe della sedia. Tutto al suono di urla in italiano che nessuno tranne i maggiordomi capivano.
<STATEME LONTANI! SI ME TOCCATE GIURO CH'URLO E FACCIO CADÈ TUTTI LI SANTI! SO' 'NA BRAVA PERSONA CHE N'HA MAI FATTO NIENTE DE MALE>

<PARLA GIAPPONESE COGLIONE!> urlò Yumeri.
<STATEMI LONTANO! SE MI TOCCATE GIURO CHE URLO E FACCIO CADERE TUTTI I SANTI! SONO UNA BRAVA PERSONA CHE NON HA MAI FATTO NULLA- AAAAAAAAAH!> l'urlo non solo era dovuto per un cornetto al cioccolato lanciato da Yumeri e che lo prese in faccia, era dovuto anche allx ex Ultimate che prese lo tirò per il cappotto e lo fece cadere giù dal tavolo. Non si fece nulla di grave, purtroppo.

<AIUTO AIUTO!! CERCANO DI AMMAZZARMI!!> continuò a urlare da terra, muovendo le gambe e le braccia come una tartaruga patetica.
<e tu volevi farti uno così?> sussurrò Nori a Goro che si coprì il volto diventato rossissimo <non...non me lo ricordare->

<EH BASTA FRIGNARE!> urlò Yumeri nuovamente, alzandosi e andando a lanciargli un'altro cornetto.
<AOOH MICA SIAMO AL ROMIX! NON SONO CICCIOGAMER!->
<Yumeri dammi un cornetto> la fanciulla stranamente obbedì a Monoaki ed entrambe spiaccicarono sulla faccia del poveretto quei cornetti alla nutella.
<che spreco di cibo> commentò Akikuma, ci aveva messo tanto impegno a farli.

<che cazzo sta succedendo?> Shou trovò la forza di chiederlo, passando lo shock iniziale e avvicinandosi a quelli non impazziti. Non ancora.
<Kazuya si è spaventato per il messaggio arrivato ieri, il nuovo movente.> rispose Elviira, in piedi e cercava di vedere da lontano come stesse il romano circondato dalle due fanciulle dai capelli blu infastidite <e meno male che si odiano, fanno paura assieme>

<non ha tutti i torti ad essere spaventato, soprattutto da me. Quando sono arrivato con Jun si è messo a urlarmi contro cose tipo "non pensare di ammazzarmi per poter chiedere di far risorgere Shiro"> raccontò Jun'ichi, l'espressione seria e inespresdiva del ragazzo in contrasto con le risate della scammer confermò che non stesse dicendo una cazzata ma fosse successo davvero.

<tutti noi lo odiamo...ma qualcuno di noi lo ucciderebbe davvero?> chiese Nori parlando a bassa voce temendo di farsi sentire dal ragazzo e così fecero gli altri...solo che il sentire dei brosigli peggiorò la situazione.
<STATE ORGANIZZANDO COME AMMAZZARMI!? EH?? PERCHÈ MI ODIAT-> Akio lo zittì tappandogli la bocca con un tovagliolo.
<se non la smetti ti leghiamo e ti rinchiudiamo nella tua camera, dinuovo> lo minacciò la motociclista.
<ed io col cazzo che vengo a salvarti, te la pigli nel culo!> si aggiunse ilx scacchista.

<dovremmo discuterne assieme, non possiamo fare finta di nulla> propose Shou, aveva ascoltato tutto mentre mangiava i biscotti <come dovremmo parlare di tante cose come di Kichirō, i suoi sogni e non so se qualcun'altro ne ha avuto di altri> era meglio che non tenesse i suoi incubi per sè, non voleva che facessero la fine della bomba e del suo piano della festa.
<concordo, ci vediamo in salotto subito dopo pranzo...portiamo anche Kazuya?> chiese il mafioso <magari ha cose interessanti da dire no?>
<se riesce a comunicarle non in un lingua antica e a noi sconosciuta sarebbe perfetto> commentò Jun.

Se ieri avevano dedicato il pomeriggio a divertirsi, oggi avrebbero dedicato un pomeriggio a discussioni e Shou si sentiva pronto a reggerli, c'erano tutti e sperava che anche loro fossero pronti.
Cambiarono l'idea all'ultimo e si chiusero in biblioteca, chiudendo la porta con delle sedie e dei libri pesanti, si portarono le patatine rimaste da ieri e cioccolata calda e tè richiesta ai Aki, brutalmente cacciati via appena avevano portato l'ordine.

<allora, da cosa iniziamo?> chiese Kaoru sedendosi sul tavolo, iniziando a sgranocchiare.
<del messaggio arrivano sta mattina> rispose il Birdwatcher tirando fuori e-handbook dalla tasca e rileggendo ad alta voce il messaggio.
<Chiunque ucciderà le VERE talpe entro 7 giorni potrà esprimere 3 desideri, qualsiasi desiderio realisticamente fattibile, dopo la sua vittoria al class trial.>

<allora volete davvero organizzare un omicidio di gruppo ve?> commentò Kazuya e tutti lo guardavano storto.
<si guarda, sei qui perché volevamo il parere> rispose Goro con sarcasmo prima di dargli un colpetto al braccio, lo stesso che era solito dargli amichevolmente prima del dramma.

Shinobu decise di parlare e rispondere in modo serio <vogliamo anzi trovare un modo per impedirlo! Non ci dà nessuna minaccia se non lo facciamo del tipo "morirete tutti" quindi potremmo far passare questi sette giorni in tranquillità e->
<yeah sure, of course nessuno qui vuole Kazuya morto e uscire da qui! Potrei chiedere di sposare un milionario e mi basterebbe ammazzare uno e vincere!> commentò Jun, con le gambe appoggiate su quelle di Jun'ichi e sdraiata su due sedie <dear Shinobu we dont live in My Little Pony, friendship is magic e altre cazzate simili! Io sinceramente mi sono rotta i cazzo di stare qui dentro!>

<Jun ha ragione, non possiamo escludere la possibilità che qualcuno faccia un omicidio o suicidio...ma come impedire ciò? E impedire che qualcuno ammazzi le talpe?> chiese Elviira, con il volto tutti sporco per il cioccolato.
<ma perché dovremmo impedirlo?> disse Kazuto e tutti si girarono a guardarlo con gli occhi spalancati.

<per evitare l'ennesimo trial? Poi sinceramente non voglio morire-> rispose il violinista.
<piano trovato! Tenere d'occhio Kazuto prima che ammazzi Kazuya e qualcun'altro?> affermò la scammer alzando la schiena e lo stratega la guardò male, massagiandosi la fronte.
<no scusa un momento. Abbiamo qui due traditori che spifferanno i nostri piani ai Aki e ogni piano si rovina, e abbiamo la possibilità di toglierli di mezzo e poter fuggire E NON VOLETE FARLO? Se fossero nostri compagni si sarebbero rivelati da soli e avrebbero detto tutto a quei maggiordomi del cazzo! Sono nostri nemici letteralmente!>

<possiamo fuggire anche senza doverli ammazzare! Basta escluderli no? Con Kazuya l'abbiamo fatto! E non sembra essere più tanto amichetto con Monoaki> disse la corvina e si alzò in piedi <non serve ammazzare qualcun'altro!>
<e come hai intenzione di fare se c'è una talpa sconosciuta tra di noi di cui solo tu sai l'identità?> chiese con fare provocatorio Shou.
<poi noterebbero che ci stiamo organizzando per un piano no? Lo direbbero a quei due bastardi che ci comportiamo in modo strano, troversnno un modo per scoprirlo e saremo nella merda come sempre! COME SEMPRE! PERCHÈ SEMBRA IMPOSSIBILE USCIRE DA QUI!> si alzò in piedi anche Kazuto e sbattè una mano sulla tavola.

<tanto ci pensa Kazuto a fare tutto no? A trovare una via di fuga! A salvare il culo a tutti! A fare qualcosa di utile! PERCHÈ QUI NESSUNO HA FATTO NIENTE DI UTILE! PERCHÈ DEVO FARE TUTTO IO E SORPRESA DALLE SORPRESE POSSO ANCH'IO ESSERE IN DIFFICOLTÀ!> sbottò di colpo e fece un passo in avanti verso la fanciulla, davanti a ella apparve il mafioso.
<Kazuto abbassa i toni e calmo->
<COME DOVREI STARE CALMO!?> si trattenne nel dare una spinta al corvino, gli tremavano le mani e le nascose in tasca <letteralmente ieri, per tutto il giorno, PER TUTTO IL GIORNO AVETE GIOCATO AI GIOCHI DA TAVOLA INVEVE DI TROVARE UN MODO DI USCIRE! TROVARE LE TALPE! IL MASTERMIND! FARE QUALCOSA!! Perché tanto ci penso io a fare tutto no?! E poi voi vi prendete il merito eh!? FACCIO TUTTO IO E POI VOI VI LAMENTATE!>

A passi svelti andò verso la porta, la corvina criminale decise di rispondere prima che questo uscisse fuori.
<tu hai deciso di prendere questo incarico, hai chiesto aiuto a me e a Jun'ichi per dei piani, tu hai deciso di fare tutto da solo QUINDI NON CAGARE IL CAZZO! Ti irrità non sapere l'identità della talpa? Uh? Dopo questo movente manco sottotortura lo dirò a qualcuno! Non voglio la responsabilità della morte di qualcuno, dinuovo! E non vogliamo qui tutti uscire assieme? Tutti i rimanenti vivi? O sbaglio?> si bloccò per qualche secondo prima di continuare <non darmi la colpa se non riesci a fare un piano decente per uscire da qui.>
Si fermò per guardarla <senti Jun, fai il cazzo che ti pare. Non vuoi dirlo? Ok! Non vuoi ucciderli? Ok! NON ME FOTTE PIÙ NULLA! VI ARRAGIANTE! E inizia a fare qualcosa! Pensaci tu se sei tanto geniale!>
Uscì sbattendo la porta.

Le parole di tutti morirono in bocca.
Nessuno fiato.
La riunione si era conclusa nel silenzio.

___ ___ ___

Pomeriggio. 05:00 p.m.

Nessuno si sentiva al sicuro ad avere i due corvini, Jun'ichi e Jun, in cucina. Temevano che qualcos'altro potesse esplodere e impedirgli di cenare.

I due si erano rinchiusi lì dentro dopo la discussione finita male, Kazuto chiuso in camera sua incazzato con il mondo come una adolescente in pieno ormoni e si continuava a evitare Kazuya, non rimanere mai da soli, così da avere un ipotetico alibi se il romano venisse ammazzato. Il violinista non voleva stare però da solo quindi era diventato più rompipalle di prima e i due criminali riuscirono a evitarlo, chiudendosi in cucina.

Jun'ichi non voleva stare lì dentro ma fu trascinato da Jun.
Gli venivano in mente bruttissimi ricordi, ogni angolo gli raccontava del suo omicidio e lo spazio diventò piccolo e soffocante. Cercava di rimanere lucido e calmo, non correre fuori urlando e piangendo in modo patetico. Utilizzava troppe volte questo aggettivo, era certo che adesso tra i significati di "patetico" nel dizionario avrebbe trovato il suo nome e una sua foto.

Meglio pensare ad altro.
Si era ricordato che voleva dire qualcosa alla ragazza, collegata a un idea che gli era venuta in quel momemto e l'avrebbe aiutato a non scoppiare pensando a un passato non così tanto remoto.
<Jun...mi aiuti a fare dei biscotti per Kazuto?>
<vuoi fargli dei biscotti cuore-cazzetto per dirgli che sei gay per lui?>
<NO!> rispose il mafioso arrossendo mentre l'altra scoppiò a ridere vedendo la sua reazione <voglio...voglio fargli qualcosa per farlo stare meglio! Potresti sfruttarlo per chiedergli scusa, sei stata veramente poco comprensiva nei suoi confronti. Non tanto legato al fatto che voleva morti due di noi, ma del suo stress...>

La scammer sbuffò e alzò gli occhi al cielo <non mi fare la morale Mister empatia>
<Jun sii seria per un momento. Non è facile comandare tutto e tutti, essere un leader perfetto e di cui nessuno può lamentarsi! È un peso enorme, con tante responsabilità, pensieri, obblighi. Anche se hai deciso tu di esserlo ciò non toglie quanto puoi essere stressato da questo ruolo. E lo capisco benissimo Kazuto, sia in quanto capo di azienda che capo di un attività criminale.> continuò il corvino apooggiando le mani sulle spalle dell'altra <sei stata forse...un poco severa?>
<MA SE MI STAVA URLANDO CONTRO!>

Jun'ichi sospirò, sembrava di parlare con il muro <Jun...Jun...> scosse la testa vedendo sul suo volto un broncio infantile.
<che c'è?>
<ti ha urlato contro perché era agitato, lo stavate accusando, perché era stressato e nessuno l'ha capito. Neanch'io, perché ho visto che stava diventando aggressivo e pensavo che potesse farti male.> le diede qualche goffo pat pat sulla testa <e cara mia Jun gli hai dato del fallito e buono a nulla. Secondo te doveva stare tranquillo?>

La fanciulla rimase in silenzio e guardò da un'altra parte, smettendo di fare quel broncio e le guance arrossirono.
<...ha esagerato->
<ma ho torto a dire di scusarci?>
<...come li vuoi fare i biscotti?>
Jun'ichi sorrise, un bel sorriso che stranì tantissimo la scammer.
<sembri un maniaco> commentò e l'altro ridacchiò. Avrà capito che aveva sbagliato ma ci vorrà molto a far sì che cambi effettivamente, a piccoli passi.

<sei sempre così gentile>

Grembiuli indossati, ingrendietri presi e misurati in modo impeccabile grazie al perfezionismo del mafioso, i due potevano finalmente mettersi all'opera. Vi avverto già che entrambi facevano schifo però si stavano divertendo.
Jun non smetteva di fargli qualche scherzo e sporcargli il volto di continuo, il cuore del ragazzo era più tranquillo e fu facile distrarsi.

Ogni tanto si bloccava, un piccolo flash di quella notte da film horror, sentiva ancora le urla di Roza e la risata di Nicolas, si lavava troppo spesso le mani odiando la sensazione di sporco che gli faceva ricordare il sangue. La cella frigorifera era meglio se non la guardava e le dava sempre le spalle. Jun lo prendeva in giro per quei comportamenti, lo faceva solo per distrarlo e farlo tornare nel mondo terreno.
<Nicolas ti ha impossessato che stai così immobile? Hai voglia di formaggio?>
<i topi non mangiano veramente formaggio>
<NON ROVINARMI LE BATTUTE!>

I biscotti al cioccolato, avevano la forma più di un cuore e meno di cazzetto, ma non erano poi tanto meglio degli scorsi.
Infornarono i biscotti e si misero a terra davanti al forno ad aspettare aspettare fossero pronti.

<comunque...stavo pensando a qualcosa> mormorò Jun, apooggiando la testa sulla spalla del corvino e aveva un tono serio <mh...pensavo che prima di pensare a un piano di fuga dovremmo investigare dinuovo e fare una riunione per elaborare tutte le nostre scoperte, sappiamo veramente poco e nulla è chiaro. Oltre che non abbiamo esplorato così tanto questo posto!>
<un buon punto d'inizio, fare il punto della situazione prima di agire...per la questione talpe? C'è il rischio che possano dire tutto ai Aki> chiese Jun'ichi.

<true true! So...Kazuya basta controllarlo, deve essere presente e basta qualche minaccia e parla. Potrebbe darci più informazioni...e per l'altra talpa pensanvo di andarle a parlare e fare un accordo, farla stare dalla nostra parte anche se significa minacciarlx.> rispose Jun e l'altro si stacco per controllare se i biscotti fossero pronti.
<non male come idea, vuoi farti come alleato l'amico del nemico?>
<esatto! Poi è unx tipettx facilmente manipolabile, potrei vederla sta sera in camera mia e...e voglio che ci sei anche tu>

Il fanciullo spense il forno e si girò verso di lei, sorpreso da quella affermazione <io? Perché?>
<perché...mi senteri più al sicuro sapendo che nascosto in camera mia, tipo in bagno, ci sei tu...così se accade qualcosa tu puoi aiutarmi> borbottò arrosendo come prima e guardando dall'altra parte.
<non hai paura che io scopra chi sia la talpa e la ammazzi?>
<no, perché sò che non lo faresti anche se potresti uscire assieme a me.> rispose e si alzò in piedi, scuotendo la testa cercando di togliere il rossore <ora...VEDIAMO QUESTI BISCOTTI CUORI-CAZZETTI!!>

La teglia uscì, erano cotto al punto giusto, non troppo deformati e li misero in un piattino.
Decisero di metterci anche una tazza di camomilla e dei biscotti già fatti al pan di zenzero, tutto messo su un vassoio.
Avevano fatto un ottimo.
<batti il cinque!> fece un piccolo saltello per battere la mano di Jun'ichi, sorridente e tranquillo.
Sperava che d'ora in poi la sua mente avrebbe proiettato questa immagine ogni volta che sarebbe entrato in cucina e non più le immagini di un omicidio.

Tock tock.
Erano andati a passo svelto alla porta dello stratega, i biscotti erano ancora caldi e speravano che il ragazzo avrebbe aperto la porta.
I due corvini si guardarono, il più alto teneva il vassoio e la più bassa aveva preso al volo un cactus dal giardino perché, parole sue, "è verde come Kazuto!", ignorando il parare del corvino che le aveva detto di prendere un Garofano Rosso.

Tock Tock.
La porta si aprì subito dopo, mostrando Kazuto con i capelli spettinati e si poteva vedere dietro la su camera perfettamente in ordine.
Non disse nulla, sembrava star per addormentarsi in piedi, un volto impassibile mentre la fanciulla parlava e il suo sguardo era perso nel vuoto. Gli porserò i doni e li osservò, troppa fatica capire cosa stesse succedendo e fare il suo mitico calcolo emotivo-sociale per capire perché davanti alla sua porta c'erano Jun e Jun'ichi con dei biscotti cuore-cazzetto e un cactus.

Aveva il cervello spento.
<dovremmo dire qualcosa...> sussurrò Jun'ichi all'altra che annuì e capì dal suo silenzio che doveva essere lei a parlare. Che doveva dire? Se si sarebbe incazzato di più? Ma era sicuro? Le diede una debole gomitata, gesto per dirle di sbrigarsi a parlare.

<Kazuto ci sei? Io e Jun'ichi ti abbiamo portato qualcosa per chiederti scusa...soprattutto da parte mia...non sono stata molto gentile a darti del fallito e incapace lo ammetto, hai fatto tanto e non ti abbiamo mai ringraziato> mormorò e arrossì dinuovo vedendo Jun'ichi guardarla e sorridere leggermente come un padre o fratello maggiore guarda fiero della propria bambina.

Kazuto guardò in faccia i due, il cactus e poi i biscotti, e poi scoppiò a ridere spiazzando i due che rimasero sorpresi da quella reazione.
Una risata mai sentita da parte sua, uscita dal cuore e si teneva la pancia, una di quelle risate che ti fa lacrimare e di colpo piangi, piangi con un sorriso in volto e non capisci se sei triste, felice o solo un pazzo.

Si calmò lentamente, con il dorso della mano si asciugò le lacrime e semplicemente ridacchiava <sono un totale disastro, scusatemi...>
Jun si avvicinò a dargli qualche carezza al braccio <ti servono proprio dei biscotti cuore-cazzetto, per la tua sanità mentale soprattutto>
Si tappò la bocca per non scoppiare a ridere come prima <hai assolutamente ragione>

I tre rientratono in camera, decisero di mangiare tutti assieme e dare un nome al cactus. Osvaldo Alfonso Pino III.
Kazuto aveva passato un ora a spiegare a Jun come un cactus non può avere come nome pino, alla fine l'avevano messo lo stesso o la fanciulla l'avrebbe rubato.

La scammer condivise le sue idee allo stratega che approvò, scrissero assieme la lettera da consegnare alla talpa e non aggiunse altro dicendo che era troppo stanco per mettersi a fare dei piani. Quindi decisero di rilassarsi fino all'ora di cena a guarda il soffitto e discutere su sciocchezze.

___ ___ ___

Volevo parlarti di una questione importante.
Ti aspetto in camera mia prima del night time!

Non ti ruberò molto tempo ed entra dai passaggi segreti così che nessuno ti veda.

Xoxo
-Jun (la scammer)

Un fogliettino sbucato da sotto la porta di Shinobu, per un momento si era illusa che fosse da parte di Kaoru o di Akinori ma era di Jun. La curiosità era naturale, aveva però il timore che fosse una trappola ma dal suo discorso di questo pomeriggio non sembrava avere cattive intenzioni.
La paura dopo quel movente rimaneva, prese una forbice dal bagno e la mise in tasca, ci sarebbe andata ma armata.

Si coprì con la vestaglia verde come i suoi capelli, arrivata alla porta della corvina bussò e si stupì quanto velocemente la porta del passaggio segreto si aprì.
<non pensavo saresti venuta Shinobu. Tranquilla non voglio ammazzarti! Tutti capirebbero che sono stata io. Nessun'altro sa che sei la seconda talpa> lanciò un veloce sguardo verso la porta del bagno, facendo poi spazio per far entrare la fanciulla in stanza. Tutti tranne me e Jun'ichi, peccato non poter vedere la sua reazione in diretta.

<di cosa volevi parlare?> chiese l'artista andando dritta al punto, non aveva tempo da perdere, doveva incontrare la stessa sera il maggiordomo e dopo il nigh time, la campanella era appena suonata quindi aveva le ore contate.
<volevo parlarti di un piccolo patto, accordo, minaccia elegante o ricatto...dipende da come la vedi tu!> Jun si buttò sul letto tranquilla, con un sorrisetto su volto e come se non avesse appena ammesso ad alta voce le sue vere intenzioni.

<io continuerò a mantere il segreto della tua identità, così che tu possa continuare a fare l'amichetta di tutti e non sarai sotto il mirino di qualcuno, e in cambio tu dovrai fare il doppio gioco> disse, breve la coincisa, l'altra però rimase confusx dalla sua richiesta.
<doppio...gioco?>
<fammi spiegare meglio> si avvicinò a lxi, scendendo dal letto, dalla tasca tirò fuori tra la collana di perle con il quarzo bianco rubata a inizio del gioco <tu dovrai prendermi dalla stanza di Akinori le sue chiavi per entrare nelle loro stanze, soprattutto di quella segreta. Vorremmo fare qualche investigazione e pensare a come scappare via, se vuoi puoi venire anche tu. Se non farai questa mia richiesta e anzi lo avviserai, io dirò a tutti che sei la talpa. A te la scelta di cosa fare>

Il cuore di Shinobu si fermò.

Spalancò gli occhi.

Si era cacciata nei guai.

Stava andando tutto fin troppo bene.
Manco lxi ci credeva.

Akinori aveva deciso di fare pace, anche se aveva rovinato tutto alla fine come sempre, e Kaoru le parlava, non poi così tanto ma a colazione, nei pasti, facevano qualche chiacchierata, oggi Nori l'aveva invitatx a stare con loro e sembrava tutto normale. Nessun conflitto. Nessun odio. Niente più fughe improvvise, ancora imbarazzo però col tempo se ne sarebbe andato.

Ora però doveva scegliere.
Jun le chiedeva di scegliere.
Akinori o Kaoru.
Uno o l'altro.
Il cattivo o ilx buonx.
Entrambi che amava e aveva desiderato così tanto il loro ritorno, senza nessuna preferenza e ora era costretta a farla.
Era così brutto fare delle scelte.
Non voleva scegliere.

<allora Shinobu? Cosa hai intenzione di fare? Cosa scegli?> chiese Jun che intanto faveva girare intorno al suo dito la collana.

Perché doveva scegliere?
Non voleva scegliere!
Non voleva far rimanere male a nessuno dei due, non voleva ferirli dinuovo, non voleva perderli dinuovo.
Akinori o Kaoru.
Uno o l'altro.
Due ragazzi amorevoli, sensibili, la facevano sentire a suo agio, la riempivano di attenzioni, si mostravano così forti e cirragiosi ma erano così fragili.
Non voleva scegliere!
Perché doveva scegliere...quando poteva avere entrambe le cose?

Forse...non era una così brutta idea accettare.
Così le diceva il cuore.
Fare il doppio gioco.
Poter stare con entrambi.
Poter prendersi tutte le loro attenzioni che si meritava e desiderava.
Aveva bisogno di entrambi.
Le parole scritte sulle lettere di entrambe erano sincere, le stesse, perché quelli erano i sentimenti.
Aveva bisogno di entrambi per vivere.

Non sarebbe rimasta da sola.

<va bene, accetto>

Non voleva pensare alle conseguenze, non adesso, ci avrebbe pensato la Shinobu del futuro.
<ottimo, sta sera se riesci portami le chiavi, quella della stanza segreta in camera di Akio aveva questa forma, sarà la stessa in camera di Akinori. Si spera> la corvina le passò un foglio con un disegno non fatto da lei, era troppo fatto bene e riuscì a distinguere i tratti del mangaka. Assieme al foglio c'era la collana che decise di indossare subito senza pensarci troppo.

Non aggiunse altro e uscì, osservando il disegno prima di mettere anche quello in tasca assieme alla forbice. Alla fine non era servita, non con Jun almeno.

A passo svelto raggiunse la stanza dell'inventore, entrando senza bussare, con fare naturale e con l'ansia che stesse facendo un grandissimo ritardo e questo fu solo uno dei tanti errori. Perché era in estremo anticipo e nella stanza c'era anche Akio, non sembrò felice di vederla, e...un androide ad altezza umana di una ragazza bionda con due giganteschi codini, che nascondeva l'altro biondino.

<Aki...> lo chiamò Akio ma l'altro non rispose e la fanciulla fece un passo in avanti.
<Akinori...> ancora nessuna risposta, l'androide faceva qualche scatto con la testa.
<Akinori Vincent...> nessun segnale da parte del biondino e l'androide si fermò, per poi fare altri scatti con la testa.
<AKINORI VINCENT MURAKAMI EX ULTIMATE INVENTOR NATO IL->
Si zittì quando sentì un piccolo "ahia" venire da dietro il robot e con una spinta apparve il nostro scozzese di fiducia su una sedia con le ruote e muoveva la mano, si sarà preso una scossa.
<che c'è!? Non serve che urlava anche il mio codice fiscale e pin della carta di credito>

<mi puoi dire cosa ci fa LXI qui?> gli chiese ilx catanese indicando l'artista che lentamente si era avvicina ai due e alla scrivania per vedere se lì c'era la chiave che voleva Jun. Il problema era cercarla con pure Akio nella stanza.
Aki vedendola sbiancò e sforzò un sorriso appena vide il volto incazzato nero dell'altro.
<ecco...posso spiegare->
<avanti spiegami e dimmi CHE CAZZO TI È PASSATO PER LA TESTA E QUANTO SEI COGLIONE! Che se lo dico io poi mi sento in colpa e penso che sono stronza!>

<uh...volete che me ne vada? Non c'è nessun problema...> si intromise Shinobu, giocherellando con la collana.
<awww indossi la sua collana? Lo ami così tanto? VATTENE A FARE IN CULO SHI-> Akio venne zittito dalla mano di metallo di Akinori che forzò una risatina, non si aspettava di vedere intorno al collo della fanciulla il suo regalo, non era quello il principale problema. Era non far ammazzare nuovamente Shinobu da Akio e (facoltativo) non farsi anche lui ammazzare dall'amicx.

<carx mix aspettami pure qui e->
Riuscì a togliersi la mani dalla bocca iniziando a fare il verso allo scozzese <CaRx MiX aSpeTtAmI pUre QuIi MA VAI A PIGLIARLA NEL CUL->
<un attimo-> trascinò Akio in bagno mentre urlava "stronza di merda" e "lascia stare sto coglione" e qualcos'altro in una lingua che non sembrava manco italiano, forse era catanese. Chiuse la porta con forza e si sentivano lo stesso le loro urla.

Aveva creato un casino con la sua presenza e allo stesso tempo una soluzione...ottimo no?
Non pensarci, approffitane per cercare quella chiave.

L'androide biondo era inquietante, era senza occhi eppure si sentiva osservatx da ella, cerco di non bloccarsi e fare veloce.

Scrivania non c'era.
Neanche nei cassetti.
Nell'armadio nulla e non pensava che il ragazzo avesse così tante magliette di band, musical, cantanti. Fin troppi e tutti messi in disordine come l'intera stanza. Si chiedeva come faceva a viverci in quel caos e trovare tutto come questa chiave.

Rifece il giro per sicurezza, i due stavano ancora discutendo e sentì, veramente forte, il pianto di Akinori. Ma cosa stavano dicendo non lo capiva bene, sicuramente c'entrava lei e non riusciva ad evitare di avere dei sensi di colpa.

L'occhio cadde sulla scrivania, ignorando tutti quei pensieri, vagando tra i vari oggetti e finì sulla testa di un cane finta, grandezza naturale, con la bocca aperta e zanne appuntite e da vicino poteva vedere che all'interno c'era qualcosa. Potrebbe essere la chiave? Beh...doveva prenderlo per scoprirlo.

Ci infilò velocemente la mano, prese qualsiasi cosa fosse all'interno e la tirò fuori subito giusto in tempo, prima che la bocca si chiudeva e potesse tranciarle la mano.
<trovata> sussurrò, era la chiave elettronica che voleva Jun, l'unica cosa diversa era che c'era una piccola freccia blu che puntava verso il basso, se la mise in tasca assieme al foglio e alla forbice.

I due uscirono giusto in tempo per impedirlo di continuare con le sue ricerche. Akinori aveva un leggero sorriso ma guardava sempre in basso, la mano passava in continuazione sulle guance, asciugando lacrime che non scendevano più, l'altrx gli teneva la mano e da uno sguardo dolce passò a uno severo e completamente rivolto all'artista.
L'avranno già beccata!? Pensò subito e cercava di non mostrarsi troppo agitata.

<senti...abbiamo pensato che per evitare che ti beccano e ti scoprano, se hai da dirci qualcosa basta una lettera ok? Non serve che arrivi fin qui e stai qui per tanto tempo. È rischioso...> fece una piccola pausa per un sospiro vedendo l'espressione dispiaciuta da parte della ragazza <se Aki ti convoca puoi venire...solo in questo caso. Ora togliti quella faccia da cane bastonato che mi dà sui nervi e vai su su!>

<tutto chiaro...notte> mormorò, a passo svelto uscì dalla stanza.

<Notte notte baci baci!> la salutò la scacchista mentre l'altro mosse semplicemente la mano. Quando sparì dai loro occhi, entrambi sospirarono.
<non fare così il depresso che se no sembro stronzo! Sei arrabiato? Lo sai che lo faccio per la tua non-sanità mentale-> si lamentò Akio, scuotendo la sua testa vedendolo troppo calmo e immobile, il biondino ridacchiò.
<lo so lo so! Ora lasciami lavorare, se no dovrai salvarmi da un'altra ragazza problematica>

___ ___ ___

<Shinobu? Shinobu sei tu?>
La voce di Kazuya nel buio le fece lo stesso prendere un colpo e sapere che fosse il suo compagno nel tradimento del gruppo la fermò nel tirare fuori la forbice e dargli un colpo.

Era davanti alla porta di Jun, tra l mani teneva la carta e quando la rimise in tasca fu troppo tardi, il romano l'aveva vista grazie alla luce della sua candela e spalancò gli occhi.
Non servirono troppi neuroni per capire cosa fosse, ma ne servivano per capire il perché.
<cosa stai facendo? Cosa ci fai tu con...quella chiave? Da Jun? È di Akinori vero? L'hai tipo rubata?>

<io- senti- ecco- è per Jun- per aiutare tutti ed essere utile- io-> si bloccava ad ogni inizio frase e si inginocchiò al fanciullo <non dirglielo ti prego! O finisco nei guai seri! Ti prego! Non voglio litigare con lui e Jun penserebbe che sono stata io! Direbbe a tutti che sono una talpa! Tutti mi odierebbero e->
<ma che fai! Alzati!> rispose il violinista prendendola per le braccia e facendola alzare.
<mica glielo dico! Uno entrambi mi odiano, Akio soprattutto mi manderebbe a fanculo e mi darebbe la colpa, e due non voglio farti finire nei guai! Sei l'unica persona qui dentro che mi rivolge il buongiorno!>

L'artista dinuovo in piedi decise di stritolarlo in un abbraccio improvviso <oh santo cielo grazie mille Kaz, grazie mille!>
<AOH- Piano te! Mi strozzi->
<grazie menomale che ci sei tu grazie graziegraziegrazie->
<STACCATE CHE NON RESPIRO!>
Non voleva urlare ma gli uscì naturale e almeno si liberò dalla presa di Shinobu, prendendosi un colpo e bloccandosi sul posto.
<scusa-> dissero nello stesso momento
Erano entrambi due disastri.

Tock tock.
Ad aprire ci andò Jun'ichi e non si ritrovò nessuno davanti, nessuna delle due talpe, ma una chiave e un foglietto ben piegato a terra.

Li raccolse e chiuse subito la porta del passaggio segreto.
<Jun! Abbiamo della posta!> la chiamò mentre apriva il foglietto, controllando velocemente prima che la scammer gli rubò gli oggetti di mano. Il foglio era una mappa per raggiungere dai dormitori le stanze dei Aki e c'era una piccolo nota.

Non ho trovato le chiavi della scorsa volta ma c'è un'altro modo per accedervi senza. Se hai dubbi chiedi a Kazuya.

<super affidabili queste talpe! Obbediscono a chiunque!> commentò la fanciulla con un sorrisetto, il suo piano aveva funzionato.

Mise la chiave e il foglio nel taschino dei suoi pantaloni e li nascose sotto i vestiti del mafioso, tenendoli al sicuro e sperando che i Aki non venissero a riprenderli nel bel mezzo della notte.

Si girò verso il corvino disteso sul letto sotto le coperte, lo trovava così buffo mentre era intento di accendere una sigaretta con i fiammiferi e tenere allo stesso tempo il peluche rosa di Melody tra le braccia.
<e accenditi!!> mormorò e anche dopo quelle parole nulla si accese.
<forse è un segno divino che ti dice di smettere di fumare> commentò la scammer prima di buttarsi a braccia aperte nella sua parte di letto.
<o di farmi furbo e usare una candela...>
Gli prese la sigarette da bocca e la lanciò a terra <fidati ti dice di smetterla e di dormire>

Poteva prenderne un'altra e accenderla tranquillamente ma sapeva che la corvina avrebbe buttato ognuna di esse fino a farlo rimanere senza. Si arrese, i suoi polmoni furono molto contenti di ciò.
Strinse il peluche e si girò verso l'altra sotto le calde coperte, pulite e non sapevano troppo di fumo.
<mi guarderai tutta la notte come i vampiri nelle romance?>
<potrei, non so quanto riuscirò a dormire...>
<if you want posso darti un colpo in testa e farti svenire> fece un piccolo sorrisetto e l'altro le arruffò i capelli.
<no grazie, preferisco una sana camomilla>
<con te è difficile che ci sia un rapporto sano-> si bloccò appena ricevette una testata dal peluche.

<dormi che è meglio> le disse e spense la candela appogiata sul suo comodino <buonanotte Jun>
<goodnight honey~>
Il sospiro di Jun'ichi la fece ridacchiare.
_______________________________________

Un bosco.
Era in un bosco di notte, immersa nel buio pesto.

Si guardò intorno ma non c'era nient'altro che alberi e cespugli.

Si guardò dinuovo intorno ma non c'era nient'altro che alberi e cespugli.

Si guardò intorno e vide dietro di sè una ragazza con una divisa scolastica troppo scoperta e corta per essere indossata a scuola, capelli biondi e due giganteschi codini tenuti da due elastici con due teste d'orso.

Con una mano teneva al guinzaglio tre cani neri, grossi, aggressivi, le abbaiavano contro, mentre con l'altra mano la indicava.
<prendete la traditrice> ordinò e lasciò i cani che corsero verso la sua direzione.

Si mise anche lei a correre, scappando da quei cani con dei bei denti e vogliosi di strapparle le carni dal suo corpo.

Correre il più veloce possibile, finché non sarebbe stata al sicuro e viva.

Correre nel bosco e nel buio, non vedeva dove camminava e più volte ha rischiato da cadere, il terreno era scivoloso e melmoso, pieno di fango.
Non si sarebbe fermata.
Correre. Doveva solo correre da quei cani che continuavano a inseguirla più infuriati di prima.

Non sapeva dove andare ma correva.

Sentì qualcosa afferarle la gamba all'improvviso, verrà dal fango, e la fece cadere a terra, fermamdo la sua corsa verso la salvezza.

Si girò per vedere chi sia stato ma l'unica cosa che vide fu uno dei cani saltargli in pieno volto con le zanne aperte.

Sentì dalla sua bocca uscire un urlo.

AIUTO.

Ma nessuno venne a salvarla.

Sentì le sue stesse urla disperate.

<uccidete tutti i traditori> era la stessa voce della ragazza di prima.
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Jun si svegliò di colpo, ritrovandosi senza volerlo a stringere il mafioso in un abbraccio e aumento la presa per l'agitazione e la paura.
Era solo un incubo. Lo sapeva.
Un incubo senza significato. Lo sapeva.
Non era reale. Lo sapeva.
Le era sembrato lo stesso di star per morire e si era lo stesso spaventata, per quanto sapesse che fosse tutto un incubo.

Nascose il volto nel petto del corvino, cercando di seguire il suo respiro per calmare il proprio.
Se chiudeva gli occhi quelle immagini ritornavano, più distorte di prima, più terrificanti e irrealistiche. Aumentavano il movimento del petto, come se avesse effettivamente fatto quella corsa per salvarsi.

<Jun? Jun?> il corvino era sveglio, provò a scuoterla per ricevere una risposta vocale ma ottenne solo una stretta più forte dell'abbraccio. Tremava, sentiva che aveva l'affanno, forse aveva fatto un brutto sogno?
<Jun? Jun tutto ok?>
La scammer fece no con la testa, le mani dietro la sua schiena stringevano il pigiama del fanciullo, le orecchie non riuscivano a sentire il silenzio ma solo le urla e i versi dei cani.
<ti senti male?> Jun scosse nuovamente la testa
<incubo?> Jun annuì.

Cosa avrebbe fatto Shiro in questo momento? Provò a immaginarlo e imitare le gesta.
Accarezzarle la testa, lentamente, rassicurandola, mentre con l'altra mano la stringeva a sè. Contatto fisico di cui non era abituato a dare il neanche a ricevere, non sapeva per esperienza se funzionavano, però vedeva tutti fare così quindi qualcosa facevano no?

<cerca di calmarti, prenditi tutto il tempo che ti serve, ci sono io qui con te adesso...non devi avere paura. Resterò sveglio finché non sarai più tranquilla...e puoi usarmi come peluche, non ti vergognare> sussurrò, calmo e dolce, al buio menomale copriva il suo volto non così espressivo.
<grazie...> sussurrò l'altra, rallentando la presa e prendendo dei bei respiri <non dirlo a nessuno o mi arrabbio tanto...>


Ore: 13:00 a.m ___ Giorno 33 ________
Luogo: sala da pranzo ______________

Shou era riuscito a rifare un'altra riunione come lo scorso giorno e sperava in bene. Dovevano almeno iniziare e finire almeno un discorso.
Ci teneva molto almeno parlare dei incubi e della situazione che aveva vissuto Kichi, anche perché la stava vivendo in prima persona e temeva infondo di fare la sua stessa fine.

<dalla testimonianza di Shiro abbiamo capito che Kichirō in questi giorni, dall'inizio del killing game, facesse molti incubi dove si vedeva protagonista in scene realistiche e familiari ma che non ha ricordi di aver vissuto. Soprattutto incubi dove parlava con un "se stesso cattivo", vestito con i suoi abiti del killing game e poi come uno shinigami, lo stesso che poi prenderà controllo e...e farà quello che è successo alla festa> fece un riassunto, rifrescando la mente di tutti e introdurre l'argomento.
<ma nessuno dei due ci credeva che erano la stessa persona, avevano il dubbio e cercavano di convincere l'altro che loro erano quelli reali. Una situazione complicata di cui non sappiamo i dettagli>

Fece una piccola pausa primw di continuare <avevamo pensato inizialmente che alcuni incubi fatti fa alcuni di noi fossero nostri vecchi ricordi perché coincidevano con i fatti raccontato dai giornali trovati. Ricordi nostri di una nostra vita ma...ma non penso sia così.> stava iniziando a perdere della sicurezza che aveva avuto inizialmente, temendo di non sembrare sincero e credibile <ultimamente ho avuto dei incubi...ho aspettato il momento giusto per raccontarvelo anche perché l'ultimo è stato strano...veramente strano...>
<Shou vai dritto al punto> disse con fare arrogante Jun, Jun'ichi le diede un colpetto <...pls> aggiunse sembrano più "gentile".

Prese il taccuino e iniziò a disegnare mentre raccontava <stessa situazione di Kichi, io con un me cattivo shinigami. Stesso aspetto, stesso nome, simpatica discussione e per fortunatamente l'ho visto solo due volte...circa tre- allora. In due abbiamo parlato...sembro pazzo lo so ma ascoltate- mi ha letteralmente detto che non siamo la stessa persona, che io gli ho rubato il corpo, oltre a odiarmi per la mia vita perfetta per metà falsa, e che la colpa è dei Aki e la loro amichetta Hiroko.> girò pagina dopo aver finito il primo schemino <poi c'è un terzo sogno che assomiglia ai ricordi fatto da alcuni di voi dove Kichirō, si proprio Kichirō, mi parla di una riunione dove hanno deciso di ammazzare gli Aki e Hiroko. Kichi quando era impazzito aveva urlato qualcosa legato a questo fatto! Tipo "dovevate morire quel giorno"!>

<a essere incaricati sono tre persone. Due di loro sono Kazuya e Shinobu, li hanno però chiamati con il nome delle targhette ma la terza persona non lo so ma è il mastermind perché avevano nominato Sally.
<Shou sicuro che non ti sei fumato qualcosa?> chiese non poi tanto sarcastico Kazuto.
<no ha ragione. Ho sognato il mio tentato omicidio nei confronti di Akio> rispose Kazuya e fu udibile il grande gasp di tutti i presenti.
<ooooh per questo che ti ignora e ti ha tratte male ieri? Non ha poi così tutti i torti> commentò la motociclista.

<Shinobu tu hai sognato qualcosa?> chiese Kaoru, girandosi verso di lxi sedutx al suo fianco. Lx vide bloccarsi per qualche secondo, immobile, trattenendo il respiro, per qualche secondo prima di rispondere.
<no...non ho sognato nulla legato a ciò...>

<quindi...quindi...noi avremmo in un corpo due identità, manco avessimo un disturbo dissocciativo, e uno del quale è uno shinigami? Se i nomi sulle nostre targhette sono quelle dei shinigami, vorrà dire che siamo tutti legati ad essi...ma perché per esempio Goro non si è sognato come tale?> chiese Nori riferendosi al Birdwatcher, stava scrivendo sul suo taccuino e quando ebbe finito lo girò verso tutti.
<hai ragionissima, anche a me sinceramente confonde assieme ad altre situazioni come il cambio partecipanti del killing game, le stanze segrete, cosa ci è successo, cosa stanno combinando gli Aki> e abbiamo tantissime domande quindi direi di->
<INVESTIGARE!!> concluse Jun al posto di Shou, alzandosi con un balzo <ED IO HO GIÀ UN PIANO IN MENTE!>

Dopodomani dopo il night time agiremo e in totale ci divideremo 4 squadre.
La prima formata da due persone dovrà semplicemente allontanare gli Aki dalle loro stanze per più tempo possibile. L'ultima volta è finita male, speriamo in bene. Terrò d'occhio le talpe per tutto domani. Il primo gruppo è formato da Nori e Yumeri.

Gli altri tre gruppi aggiranno dopo il suono della campanella utilizzata dalle altre due.
Il secondo gruppo formato da me (Jun), Shinobu e Kaoru, si occuperà della nuova stanza segreta.
Il terzo gruppo formato da Elviira e Shou andranno nella vecchia stanza segreta per cosa? Per provare a comunicare con il mondo esterno con le radio!

Il quarto gruppo formato da Jun'ichi, Goro, Kazuya e Kazuto dovranno esplorare la villa, i passagi segreti e cercare delle possibili vie di fuga, ostacoli e magari trovano qualcosa di nuovo!

Ci vediamo tutti domani davanti a camera mia nei passagi segreti.
Non fate altre cazzate.

Dopo mille problematiche non ancora risolto eccoci qua con il primo capitolo dell'anno

Vorrei scrivere di più ma voglio risolvere sto problema👺

Classic wattpad bugs

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