𝓐𝓻𝓬 𝟒 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝟔 - Carnevale dei Animali

"Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno."

-George Bernad Shaw

L'assasino è uno di noi.

La festeggiata non disse nulla, tenendo sul volto quel broncio da bambina, con il labbro che tremava e cercava di trattenere le lacrime.
La voglia di urlare contro tutti era così forte ma si stava trattenendo per sembrare grande e matura, per non far vedere che ci stesse rimanendo male perché la sua festa era stata rovinata.
Aveva una rabbia in corpo...stava per spaccare qualcosa e rovinare il bellissimo vestito fatto proprio per quel giorno.

Toccò ai due maggiordomi a parlare al posto suo.
<non credo che vi servirà un ripasso delle regole ma possiamo farlo lo stesso giusto per avere tutto chiaro prima di farvi iniziare> iniziò a parlare il biondino e l'altrx proseguì <avrete quasi tutto il tempo che volete, certamente non potete stare qui più di un giorno e alla fine della vostra discussione dovrete votare il colpevole che è uno e solo. Nel caso di doppio omicidio si vota per il primo che è stato fatto e si può votare un morto.>
Lo scozzese riprese parola <vincerà la maggioranza, se indovinate continuerete il gioco mentre il colpevole verrà punito, ma se sbagliate lxi uscirà e voi verrete puniti, proprio da me tra l'altro!>
<noi potremmo solo rispondere con si o no, vero o falso, giusto o sbagliato ma non potremmo dire altro...>
Sally sbattè le mani sui braccioli del trono, molto scazzata <INIZIATE E BASTA!!>

<allora...direi di partire cercando di capire com'è morto Kichirō, lo so che ad alcuni di voi sarà difficile ma dopo potremmo stare in lutto come abbiamo fatto con tutti gli altri. Cerchiamo di non raggiungerlo nel mondo dei morti ok?> Kazuto poteva capire benissimo la loro tristezza, il ragionamento era quello di base, morte di una persona cara = tristezza, ma non poteva non essere realista e ricordare a tutti i loro rischi.
Prese lui le redini della situazione vedendo che era uno dei pochi ancora lucido e con la forza di stare calmo e concentrato.

<quindi iniziamo leggendo il monokuma file>
<a me e a Yumeri non è arrivato-> commentò Shou che stranamente non aveva urlato ma aveva fatto sentire la sua incazzatura dal tono pesante e secco di quelle parole.
<perché l'hanno consegnato dopo che siete andati via. Ma non dice molto, l'orario del decesso è alle 9 p.m e la causa è un colpo di pistola in testa, cose che sapevamo già>

<ed è morto nella sala da ballo quando io Goro, Nori e Shou non c'eravamo quindi siamo già fuori dai sospettati, eravamo tutti assieme e i Aki possono confermare.> aggiunse Kaoru <ma abbiamo sentito lo sparo che avrà ucciso Kichirō e siamo tornati subito dopo...>
Goro decise di aggiungere qualcos'altro <l'annuncio è arrivato dopo lo sparo, dopo il nostro arrivo ma non perché è morto più tardi ma perché il buio ci impediva di vederlo e l'annuncio scatta dopo che tre di noi lo vedono...>
<più dello sparo mi confonde l'esplosione e il blackout. Almeno non abbiamo feriti per essa ma solo segni appunto dell'esplosione vicino all'ingresso, un quadro distrutto e pezzi di metallo. Aggiungerei che i due eventi sono collegati> disse Nori interrompendo i suoi amici e il nostro unico protagonista si mise a segnarsi tutte queste informazioni perché non aveva fatto le investigazioni.

<detto con crudezza: Kichirō si è suicidato.> disse con freddezza Jun e tutti si girarono per guardarla colpiti da quel atteggiamento distaccato come se non avesse appena detto che un loro compagno si fosse ammazzato.

Il mafioso si portò una mano al mento, tremante per l'astinenza e non voleva pensare ad essa in quel momento, non era il caso <Jun scusami ma uno per ammazzarsi fa esplodere una bomba, è stata palese una bomba, causando un blackout per spararsi? Non si sarebbe sparato e basta? Che senso ha fare tutto questo casino?> per Jun'ichi era difficile capire i sentimenti umani, più di Kazuto, usando meno ragionamenti matematici e sforzandosi a capirli con ragionamenti irrazionali. <è stato un omicidio.>

<oh certo uno è stato ucciso e tiene in mano l'arma del delitto?> rispose la scammer a quella contraddizione, incrociando le braccia al petto e guardandolo male.
<potrebbe benissimo aver fatto in modo per farlo sembrare un suicidio per togliersi tutti i sospetti> rispose a sua volta il mafioso guardandola con fare tranquillo.
<troppo complication! Per una volta non possiamo avere un caso semplice?>
<Jun ma che cazzo hai in testa oggi?! Ma ti rendi conto che stiamo parlando della morte di Kichirō!?> Shou si trattenne nell'urlarle contro, il tono fu abbastanza aggressivo di suo e la voce abbastanza alta da raggiungere effettivamente urlo.

Kichirō non si era suicidato.
Kichirō non si era suicidato.
Kichirō non si era suicidato.

Non sapeva se fosse meglio l'idea di un suo suicidio o di un suo omicidio.
In entrambe aveva fallito nel suo tentativo di proteggerlo.
In entrambe si sarebbe dato la colpa di tutto.
Ma almeno nella seconda opzione aveva un colpevole su cui sfogare la sua frustrazione e dolore.
Se fosse statq la prima, se il suo Kichirō avesse compiuto l'estremo gesto, poteva sfogarsi solo su sé stesso, non c'era nessun colpevole e vedere il suo corpo venire profanato con un esecuzione gli veniva il voltastomaco per la rabbia. Avrebbe preferito venir eseguito lui al suo posto.

<scusate ma...> Elviira attirò nuovamente la sua attenzione con una domanda <dove avrebbe preso la pistola e un bomba sia Kichirō che un ipotetico colpevole?>

Goro si era tolto la maschera e si passò una mano tra i capelli pensieroso <allora...abbiamo due pistole giusto? Una l'aveva Kazuto nella scatola e un'altra l'aveva Shou> iniziò e i sguardi di tutti si spostavano tra i due fanciulli appena nominati dal castano <e la bomba...ne avevamo vista una nella stanza segreta che Kazuto voleva usare ma era stata presa da Shou e forse è rimasta da lui> dopo quelle parole il Birdwatcher si pietrificò sotto quegli sguardi giudicanti.

Mentire o dire la verità?
Non ne aveva la minima idea.
La sua mente pensava a una sola cosa: che tutti stavano pensando che avesse ucciso Kichirō.
Lui avrebbe ucciso il suo sole?
Lui avrebbe messo fine alla sua vita?
Lui avrebbe premuto il grilletto?
Erano seri? Sembrava di sì.

Non si era suicidato ma non era stato lui ad ucciderlo! Aveva sbagliato, si dava la colpa ma non perché era lui effettivamente il colpevole.

<può...può benissimo avermela rubata!> rispose a quella velata accusa del mangaka e quell'atteggiamento che aveva dall'inizio trial rischiava solo di sembrare più sospetto.
<quando scusa?> gli chiese lo stratega guardandolo un po' storto per quella affermazione
<non lo so? Lo sai tu!>
<e tu non ti sei reso conto che la bomba era sparita?>

Shou rimase in silenzio ma non spostò lo sguardo, continuando a guardarlo, scuotendo leggermente la testa, un debole e non troppo convinto "esatto".
<e tu non hai detto a nessuno di noi che avevi una bomba ed era sparita? Sempre se è sparita e non l'abbia usata tu.>

<per caso mi stai incolpando di aver ucciso Kichirō?!> disse subito, sbattendo le mani sul podio, stringendole e facendo diventare le nocche bianche per la forza <PERCHÈ DOVREI AMMAZZARLO?!> pensavano veramente che potesse essere il colpevole?!

<perché dovrei ammazzarlo io?!>
<PERCHÈ VOLEVI DISTRUGGERE LA STANZA SEGRETA DEI DUE PEZZI DI MERDA!> gli urlò contro, come un piccolo cagnolino che sembrava più un topo incazzato con il mondo, l'altro rimase calmo.
<esatto distruggere la stanza segreta non ammazzare qualcuno e far esplodere cose a caso>
<beh sembra che invece sia il contrario! Potresti aver usato la tua pistola e rubato la "mia" bomba!>

I due si guardarono in silenzio per qualche secondo prima di urlare quasi all'unisono.
<la mia pistola stava nella scatola in camera mia!> disse Kazuto.
<anche la mia pistola stava in camera mia!> disse Shou.

Ci fu un attimo di silenzio nella sala rotto dal mafioso che fece un leggero sbuffo, il primo dei tanti di quel trial dovuto dalla stanchezza.
<uno di voi due sta mentendo, per forza>

Il corvino strinse di più quel podio, trattenendosi nel lanciarlo per l'ansia, una ansia che lo infastidiva e gli impediva di essere calmo come l'altro "imputato". Più lo guarda e più si irritava quindi si girò verso la motociclista, sperando che sarebbe stata al gioco <Yumeri può confermare che la mia pistola era in camera mia!>

La fanciulla aprì la bocca per parlare, non sapeva però se a suo favore o contro, mapler sua fortuna Kazuto le parlò sopra.
<non può essere la mia pistola perché le munizioni le avevavi tutte te! Con cosa avrei dovuto sparare?>
<stai dicendo che avrei ucciso Kichirō!?> fu quella la sua risposta, l'unica contro quelle domande e accuse.
<o qualcuno te l'ha rubata e stai mentendo, o l'hai usata tu, o se fosse un caso di suicidio Kichirō potrebbe aver benissimo preso la tua pistola perché eravate sempre assieme, non dormivate nella stessa stanza?>
Il silenzio del corvino fu una conferma all'ultima domanda e abbassò per qualche secondo lo sguardo.

L'acrobata si porse verso di lui vedendo che si stava agitando, decise di uscire dal suo posto e andare nel suo per dargli qualche carezza sulla schiena.

Aveva un respiro irregolare, la mancanza d'aria l'aveva colpito all'improvviso e non lo aiutava a stare tranquillo. Per non far troppo casino le mani si misero a stroppiciare dei fogli del suo taccuino.
Se gli chiedessero se fosse tutto apposto avrebbe urlato un bel no.
Perché non era ok!
Perché non era niente in quel momento apposto nella sua vita!
Poteva fare una lista lunghissima di cosa sta andando storto e in cima ci sarebbe "la morte di Kichirō".

Lui non era come loro che riusciva a rimanere calmo anche dopo un lutto come Shiro!
Lui non era come Elvirra che non smetteva di piangere!
Il suo cervello metteva in funzione solo un unica emozione: la rabbia.
La rabbia di essere accusato e guardato come se fosse l'assasino di una persona che ha (niente passato) amato.
La rabbia di essere guardato e giudicato come Nicolas, Jun'ichi e Maude quando non aveva fatto nulla di male!
Era a lutto e perché non lo lasciavano stare!?

Era un ipocrita perché stava mentendo ma era per una giusta causa. O solo una causa egoistica.

Kazuto non sembrava curarsene troppo della sua situazione, sapeva solo che fosse perfetta per sapere la verità. Doveva andare più affondo, insistere fino a farsi odiare dall'altro <Shou stai mentendo per caso?>
<no! Assolutamente no! Perché dovrei mentire riguardo a ciò?>
Lo stratega fece un piccolo sorrisetto che lo fece solo incazzare <perché forse centri qualcosa in questa storia? Non hai negato di avere una bomba e Kichirō potrebbe aver usato la tua pistola.>

<perché dovrei farlo?!>
Lo stava facendo.
Lo stava facendo.
Stava mentendo a tutti come a se stesso.
Yumeri lo guardava malissimo per quella bugia ma era contento che se ne era stata zitta.

<l'ho già detto perché.> rispose l'altro e decise di togliersi la maschera trovandola fastidiosa.
<l'unico a sapere delle condizioni della bomba sei tu perché l'avevi tu per tutta la settimana e qualcuno ha rubato la tua bomba e non hai detto nulla a nessuno? Neanche a un unica persona? E anche la pistola? Se non sei stato tu a usarla qualcuno te l'ha presa, quindi non era vero che era in camera tua. Stai mentendo.>

Ma chi sei credeva di essere?
Era anche lui accusato delle sue stesse colpe ma si comporta come se fosse innocente e gli sorrideva pure tranquillo come se avesse trovato subito il colpevole, consapevole cohe avesse scaricato tutto su di lui e che nessuno si stesse concentrato sulle sue parole.
Poi non poteva essere lui! Lui era fuori durante l'omicidio!
Potrebbe benissimo essere stato Kazuto ma non aveva prove.
Non poteva provare che era stato Kazuto a usare la sua pistola e la sua bomba. Poteva farlo ma doveva dire la verità e nessuno gli crederebbe, sarebbe sembrato un orribile bugiardo e ancora più colpevole di quel omicidio.

Si stava scavando la fossa da solo.

<allora Shou? Non parli più? I sensi di colpa di stanno mangiando? Ti penti di aver ucciso il tuo amichetto?>
<NON HO UCCISO KICHIRŌ! NON HO UCCISO KICHIRŌ BRUTTO BASTARDO!> con un calcio buttò a terra il podio, lo scavalcò con un piccolo salto e corse verso lo stratega e tutti iniziarono a muoversi per bloccarlo ma fu troppo tardi, un bel pugno in volto e lo afferò per il colletto.
<NON HO UCCISO NESSUNO! NON HO UCCISO NESSUNO CHIARO? SARAI TU IL COLPEVOLE MA IO NON CENTRO NULLA! QUALCUN'ALTRO HA UCCISO IL MIO KICHIRŌ CHIARO? CHIARO!?>

A separarli ci pensò la motociclista e Goro intanto si intromise <non ti stiamo dicendo che hai ucciso Kichirō per un semplice motivo, o ipotesi, che l'esplosione, e di conseguenza il blackout, possono essere completamente separati dell'omicidio>
<scusa...in che senso?> chiese Elviira.
<l'esplosione e l'omicidio sono state fatte da due persone diverse, anche se Kichirō si sia suicidato la cosa vale lo stesso>

Jun'ichi parve interessato da questa ipotesi e parlò subito dopo <quindi Kichirō o il colpevole potrebbe aver preso la pistola di Shou che invece potrebbe aver fatto esplodere la bomba...>
Shou <NON HO FATTO ESPLODERE NULLA! NON HO FATTO NULLA!!> fece per andare pure verso il mafioso ma venne fermato da Yumeri che lo riportò a forza al suo posto.
Jun era scazzata dell'ennesimo urlo del ragazzo, le stesse frasi che non aiutavano la situazione e sbattè la mano sul podio <allora qualcuno qui sta dicendo cazzate! O te o Kazuto!>

<non ho fatto esplodere il quadro elettrico e la pistola era in camera mia!> urlò dinuovo al suo posto e appoggiò un piede sul podio ancora a terra, sbattendolo e guardando malissimo la scammer.
Proprio lei stava parlando di sincerità!?

<Shou sta mentendo> a parlare fu l'unica persona che non doveva fare in quel momento, Yumeri, fuori dal suo posto e al centro del cerchio, guardava dritto il corvino per qualche secondo prima di girarsi verso gli altri.
Sta zitta. Sta zitta. Sta zitta. YUMERI STA ZITTA!

<Shou questa mattina non trovava più la sua pistola e sono stata l'unica a saperlo, perché non voleva rovinare la festa e gettare il panico in un momento felice come quello. Quando ero in camera sua la pistola era già sparita. Quindi qualcuno prima di me o Kichirō l'avrà presa. Non mi ha mai detto nulla riguardo la bomba.>

STA ZITTA. STA ZITTA. STA ZITTA YUMERI O TI AMMAZZO. NON DIRE ALTRO! STAI ZITTA!
<e poi...magari sono io che mi scordo le cose ma abbiamo mai scoperto un quadro elettrico da queste parti?> tutti dissero di no o fecero un piccolo movimento con la testa.
<allora...> alzò la mano verso di lui <Shou ha fatto esplodere la bomba>

STAI ZITTA!
DOVEVA STARE ZITTA!

<NON HO FATTO NULLA!>
<SMETTILA DI MENTIRE SHOU!>

ZITTA! ZITTA! ZITTA!

Perché aveva fatto qualcosa.
Perché aveva messo lui una notte la bomba nel quadro elettrico.
Perché aveva premuto lui il pulsante durante la festa.
Perché voleva vendicarsi, rovinare lo show con un improvviso blackout, dare fastidio, creare un disagio, colpire i Aki ma non voleva assolutamente creare un atmosfera perfetta per un omicidio.
Perché non voleva uccidere Kichirō.

Era stato un tale idiota ora che aveva visto le sue conseguenze della sua stupida idea.
Conseguenze che lo stavano uccidendo dai sensi di colpa.

Le sue parole di prima, cercando di togliersi le responsabilità delle sue azioni, di nasconderle, era un fallimentare tentativo per non sentirsi in colpa e autoconvincersi che non c'entrava nulla.
Che non avesse fatto nulla di male.
Era innocente.
Non aveva fatto nulla.
Non sapeva nulla.

Tutte bugie.

Tutte bugie a se stesso perché invece avevano fatto qualcosa, sapeva qualcosa, aveva fatto del male! Aveva permesso a qualcuno di uccidere Kichirō!

Si considerava colpevole quanto quello vero.

La voglia di vivere combatteva contro la sua voglia di essere punito.

<ALLORA? VUOI AMMETTERLO!?> gli urlò contro Yumeri, parole troppo forti che fecero cedere le sue gambe e il corvino cadde in ginocchio e si coprì la bocca per zittire i singhiozzi.
Era colpa sua. Era colpa sua. Aveva detto un sacco di cazzate. Era solo colpa sua.
<mi...mi dispiace...> si tolse la mano solo per dire quelle parole prima che le lacrime da coccodrillo iniziavano a scendere.
<MA COSA TI È VENUTO IN MENTE?! PERCHÈ VOLEVI CREARE UN BLACKOUT? PERCHÈ HAI FATTO ESPLODERE UNA BOMBA? NON HAI PENSATO A COSA POTEVA SUCCEDERE?!>
La fanciulla dai capelli blu scattò verso di lui e lo tirò su di forza per urlargli quelle parole dritto in faccia.

<non...non...non pensavo che qualcuno potesse fare un omicidio! Pensavo che in questo momento nessuno volesse uccidere nessun'altro! Non lo sapevo...non volevo fare male a nessuno!>
<ma sapevi delle condizioni mentali di Kichirō e dei suoi istinti suicidi>
Le improvvise parole di Shiro furono un'altro colpo e si tenne alla motociclista che voleva solo menarlo.

Ora voleva parlarne? Ha aspettato che Kichirō morisse per parlarne?!

La biologa marina corrugò la fronte confusa da quella affermazione della pianista <Shou, Shiro di cosa statate parlando?->
<UN ATTIMO! UN ATTIMO!> Erano abituati a una Lady Sally distaccata nei trial e sentirla urlare in quel momemto fece prendere un bel colpo a tutti <QUINDI SHOU HA ROVINATO LA MIA FESTA DI COMPLEANNO PER COSA? PER UNO STUPIDO SCHERZO?!> non ci voleva anche la bambina arrabiata <MA CHE TI HO FATTO!?>
<che mi hai fatto? MI HAI RAPITO E COSTRETTO A PARTECIPARE A UN KILLING GAME!!>

Sally si alzò, mettendosi in piedi suo trono <E HAI DECISO DI VENDICARTI ADESSO QUANDO NON C'ERA NULLA DI PERICOLOSO?! DI AGIRE ADESSO QUANDO ERA UN MOMENTO TRANQUILLO?! EH? SEI SOLO UNO STR-> La piccola si sedette, tirata giù dai due maggiordomi che le tapparono la bocca prima che dicesse un insulto pesante. Non smetteva di muovere i piedi arrabiata e i due la strinsero in un abbraccio cercando di calmarla con baci e dolci parole e la promessa di un adeguata punizione.

Silenzio.

La situazione era molto tesa.

Per Shou era difficile respirare e Yumeri non sapeva se abbracciarlo o prenderlo a pugni, sentendolo piangere dal nervoso della situazione in cui si era messo da solo decise di stringerlo, semmai l'avrebbe tirato qualche schiaffo dopo o solo qualche sgridata se si fosse calmata.
<sei un coglione> gli disse semplicemente in un sussurro e l'altro annuì d'accordo.

Altro silenzio.

La situazione ancora tesa.

Elviira decise di distruggerla con una semplice richiesta <è un problema per voi se facciamo un piccolo riassunto?>
<assolutamente no!> rispose Goro che tirò fuori come le scorse volte dei disegnini, fatti durante la discussione-litigio-rissa, e Jun'ichi stesse zitto lasciando fare tutto al mangaka <partiamo da un importante informazione: la divisione tra il blackout e l'omicidio, le due situazioni non sono collegate ma sono state fatte da due persone diverse. L'esplosione del quadro elettrico che ha causato il blackout è opera di Shou che NON può essere l'assassino perché non c'era nella sala da ballo. Come testimoni di ciò ci siamo io, Nori, Kaoru e i Aki, è stato tutto il tempo con noi. Questo è importante e ben chiario a tutti no? Bene perché ora arriva un grande dubbio...Kichirō si è suicidato o è stato ammazzato? L'unica cosa certa di questa situazione è che la pistola era quella di Shou sparita questa mattina. Il problema è chi l'ha presa? Kichirō? Il colpevole?>

<Shiro aveva appena detto che Kichirō avesse istinti suicidi...> la voce di Kazuya anche se debole e titubante attirò l'attenzione di tutti i partecipanti rimasti, manco avesse detto "ho ucciso io Kichirō" o detto una assurda accusa e risolto il trial. Erano solo stupiti che avesse parlato dopo tutto quello tempo e pensavano fosse morto anche lui per il suo essere stranamente silenzioso.
<un ratto ha parlato e non è lo spirito di Nicky> commentò Jun.

<Shiro ci potresti dire di più?> chiese Shinobu anche lei che stupì tutti per aver parlato in generale, di solito sta zitta. L'albina sospirò e si portò una ciocca dietro l'orecchio, solo adesso tutti notarono quanto stesse tremando, non facendoci caso durante l'intera discussione.
<ecco...allora...semplicemente Kichirō non si sentiva bene, mi ha raccontato più volte che non riuscisse a dormire per problemi suoi e brutti pensieri che lo perseguitavano, non stava per nulla bene e...come Shou potrà confermare...ha provato a suicidarsi già prima>
<e quella che hai visto non è stata la prima volta> aggiunse il corvino staccandosi finalmente da Yumeri e almeno aveva smesso di piangere ma non stava ancora bene.

<un'altra cosa che ci hai nascosto eh? Poi dici di me> giustamente Jun era scazzata da quella ipocrisia che veniva da un ragazzino che si faceva paladino della giustizia.
<non puoi paragonare le due cose!> rispose l'altro corvino e farsi riprendere da quella bugiarda non ne aveva proprio voglia.
<posso capire non voler dire informazioni private come la salute mentale di un tuo amico a tutti ma la sparizione di una pistola o l'utilizzo di una bomba? Quella mi sembra ovvia!>
<parli tu? Sei la prima a non farlo!>
<proprio per questo che non vado a rinfacciare queste cose agli altri! Duh!>

<smettetela di litigare bambini! Shiro ci ha dato un ottima informazione! Kichirō potrebbe essersi suicidato! Avrà provato nuovamente per motivi che vuoi due sapete e...e ci è riuscito!> disse il castano mezzo americano.

Kichirō potrebbe essersi suicidato? Davvero? Era così semplice la soluzione a questo problema?

No.

Non poteva essere vero.

IL SUO KICHIRŌ NON SI ERA SUICIDATO.

Ma con quali prove dovrebbe convincere tutti? Non aveva fatto nessuna investigazione, aveva appena detto che aveva provato più di una volta a farsela finita, non sarebbe stato facile riprendere la fiducia persa prima con tutte quelle informazioni nascoste.
Era solo una sua sensazione.
Era solo una sua ipotesi.
Poteva essere giusta per culo o completamente sbagliata per sfortuna.

Quasi ci sperava.
Aveva bisogno di un colpevole.
Per togliersi alcune colpe che si era dato da solo.
Perché non era rimasto con lui...
Anche per quello che non sapeva nulla.
Non era in sala da ballo.
Ma un'altra persona sì.
Yumeri gli aveva detto che Shiro stava discutendo.
Shiro era lì con Kichirō.
Lei potrebbe sapere di più perché sicuramente Kichirō sarebbe rimasto al suo fianco per tutto il tempo.

Poteva sapere di più e capirci qualcosa.

Trovare e punire il colpevole.

<Shiro com'era Kichirō durante il blackout? Era tranquillo? Agitato? Strano?> chiese e non si accorse che avesse disturbato una discussione nata da poco, il suo cervello era un attimo uscito fuori dalla realtà come faceva molto spesso il suo rosso preferito.
<ecco...era molto agitato> mormorò semplici parole guardando in basso, verso il nulla e usando la fantasia per costruirsi un immagine della realtà, e le mani torturavano la gonna color panna e i capelli coprirono il suo volto abbassato.
<e basta?>

Intervenne Elviira <stava discutendo con qualcuno, non era l'unico a parlare, tutti noi lo facevamo tipo io con Sally perché era molto triste e arrabiata. Non si capiva bene cosa stesse dicendo>
<io, Jun'ichi e Jun idem! Così da assicurarci che fossimo vicini e ancora vivi. Poi si è sentito un forte "lasciami stare" prima di un urlo di Shiro e dello sparo> continuò Kazuto.
La motociclista annuì d'accordo con quella affermazione <esatto, ho sentito Shiro discutere sempre con qualcuno, ha urlato "BASTA!" prima dello sparo.>
Fu il mangaka a volgere una domanda alla fanciulla cieca per sapere di più. <cosa stava succedendo Shiro?>

<Kichirō stava discutendo con...uh...con Kazuya...non so bene cosa stesse succedendo, cosa si stessero dicendo precisamente ma sentendo Kichi alzare la voce sono intervenuta e poi c'è stato lo sparo e Kichi è morto.> raccontò brevemente, la testa si alzò di poco e si girò verso la direzione della talpa appena nominata.
Jun fece un leggero sorrisetto sentendo quelle parole <stai dicendo che ad uccidere Kichirō sia stato Kazuya?>
<no però...è una strana coincidenza. Potrebbe aver rubato la pistola a Shou o durante la discusscune presa da Kichirō...non lo so, anche se non fossi cieca non si vedrei nulla per il blackout>

<Kazuya hai qualcosa da dire?> chiese il mafioso.
<dovremmo davvero credere alle sue parole!? Sicuramente mentirà!> disse Goro e l'altro fece un sospiro.
<ma ha il diritto di dire la sua come tutti noi, vai Kazuya>
<...non ho mai parlato con Kichi. Quello che ha detto Shiro è falso>
L'albina spalancò gli occhi sentendo quell'affermazione ma rimase composta e ferma, si mosse solo per asciugarsi le guance ancora bagnate da prima.
<EH CERTO PENSI CHE CREDIAMO A TE E NON A UNA NOSTRA AMICA? A SHIRO?> urlò la motociclista con fare molto scazzato e mise le mani intorno alla bocca a cono prima di urlare ancora <SEI TU IL BUGIARDO! TU HAI UCCISO KICHIRŌ!>

<MA CHE TE URLI TE! IO SONO CALMO E TU MI URLI!> Kazuya perse credibilità quando fece il gesto stereotipo dei italiani e lo mosse con forza avanti e indietro.

<CERTO PERCHÈ DICI CHE SHIRO STA MENTENDO!>
<MANCO AVESSI DETTO CHE È STATA LEI AD AMMAZARLO!> rispose a Yumeri e si trattenne di dare un colpo al podio perché mollarlo per un solo secondo sarebbe costato una bella facciata sul pavimento. Detto come direbbe pure lui, si era rotto il cazzo di essere trattato male per un "piccolo errorino" ed essere subito messo tra i sospetti perché era "la talpa".
Ora che era stato buono per tutto il tempo e dice UNA SINGOLA COSA viene trattato di merda.

Ma andate a fanculo.

<OLTRE A ESSERE LA TALPA SONO PURE L'ASSASINO? MA DAI! MA POI SCUSA! scusa! Smetto di urlare- MA POI IO CHE MANCO MI REGGO IN PIEDI-> alla fine aveva lo stesso urlato e Shinobu gli fece segno di abbassare la voce <dicevo...ma siete seri? a stenti me movo, paro 'no zombie. v'accanite pure? Ma poi quando? Quando dovrei aver rubato sta pistola se fino all'inizio della festa io ero chiuso in una camera?>
Yumeri alzò le sopracciglia confusa <scusa ma non ti ha liberato Monoaki?>
<EH SI MA MICA PER TUTTO IL GIORNO E ALLE 7 DE MATTINA! MAGARI! MAGARI!! Poi ero sempre con lxi! Akio confermi? CONFERMA! FIDATEVE!>

<sECONDA COSA AMICI ascoltatemi bene anche se vi sto sul cazzo-> tirò fuori dalla sua tasca un foglietto stropicciato <esattamente qui sono elencati tutti i motivi per cui IO sono INNOCENTE> scandì moltissimo la parola "innocente", guardando tutti negli occhi <'nnamo a leggerli...>
Nessuno lo guardava veramente convinto di quello che stava dicendo.

<punto uno, so' 'n bravo pischello, non farei mai nulla de male> e alzò lo sguardo guardando gli altri che lo stavano proprio guardando male e capì la contraddizione <...sono un po' vecchie- ma non ho ucciso nessuno!>

Poi riguardò il foglio <punto due, stavo a caca' ar momento d'o omicidio, quinni lasciateme caga' in pace ve prego> e riguarda i suoi compagni sorridendo ma si spense subito dopo vedendo le facce ancora più incazzate <...sono preparate da prima non giudicare-> poi ariguarda er fojo in silenzio per qualche secondo.

<terzo punto vi sto sui cojoni, ma mica potete spalà merda mo. sarò nemico vostro ma nun rompete er cazzo ao> riguardò il foglio.
<ultimo punto, probabilmente la vittima è schiattata guardandose a'o specchio> e riguarda i suoi compagni rimettendo il foglio in tasca <ecco perché io sono innocente!>

<...sei proprio un coglione> commentò Akio e tutto lo sentirono perché era calato un imbarazzante silenzio.

<ecco...in realtà Kazuya è innocente perché era rimasto con me per tutto il tempo...perché...perché non stavo bene...e mi parlava tutto il tempo per tranquillizarmi per il botto...> disse Shinobu all'improvviso e il romano la indicò con un sorriso forzato.
<ESATTO ANCHE PER QUESTO!>
<coglione ma dillo subito!> gli rispose Goro portandosi le mani in faccia.
<scusa...> mormorò Shinobu.
<non sei tu il problema, tranquilla MA È QUEL COGLIONE DI KAZUYA!!> Intervenne la motociclista.

<quindi Shinobu testimonia che Kazuya non abbia fatto nulla e che era sempre con lei, mentre Shiro dice che stava discutendo con Kichirō e potrebbe averlo ucciso> disse la biologa marina massagiandosi le tempie <vuol dire che...qualcun'altro sta mentendo?!>
<eddai!! Chi mi sta rubando il compito? I'm the liar here!> commentò con sarcasmo Jun e dalla stanchezza si era seduta a terra <chi avrà mai mentito? Our mother holy Shiro or our patetic sweet baby Shinobu?>

Aveva bisogno di silenzio.
Come faceva Kichirō a non sconcentrarsi con tutte quelle voci, tutti quei rumori, quelle discussioni...era così difficile chiudersi in sè, almeno per Shou e si tappò le orecchie per zittire il mondo.

Il podio era nuovamente in piedi e il corvino ci sbattè la testa per la disperazione.

Era impossibile!
Era impossibile!
Non era così intelligente, così geniale, così bravo, così furbo, non sapeva un cazzo dell'omicidio e voleva continuare a fare l'eroe della situazione!?
Non era come Jun! Non era come Jun'ichi! Non era come Shiro! Non era come Kichirō!

Più ci pensava e più si agitava, la mente esplodeva e i tentativi di focalizzarsi su un unico pensiero andavano a farsi benedire, c'era solo rabbia nella sua mente.
AVEVA BISOGNO DI SILENZIO!
SI-LEN-ZIO.
Ma sia il mondo esterno che quello interno era un bordello e non l'avrebbero ascoltato.

Non stava bene.

Gli tremavano le mani e la voglia di distruggere quel podio a cui stava tirando testate era così forte ma si tratteneva.
Si imponeva di stare calmo, non provava a calmarsi.
Si costringeva a esserlo, non di diventarlo.
Forse...era questo il problema.

Doveva...rilassarsi. E poi dopo ragionare.
Era una cosa così ovvia!

Gli occhi erano chiusi per tutto il tempo, vedeva solo nero, le mani continuavano a tremare, strinse il braccialetto di Mamoru e iniziò a prendere dei bei respiri.
Lenti.
Calmi.
Contava fino a tre per ogni respiro e aspiro.

Uno.

Due.

Tre.

Il cuore era più lento, più calmo, batteva come doveva fare normalmente. Sentiva solo quello assieme ai suoi respiri.

Uno.

Due.

Tre.

Ora si trovava in un giardino.
Lo stesso dove andava da piccolo a cercare docili volatili e giocare con i suoi compagni delle elementari.
Un luogo caldo, i colori erano così chiari, non sembrava una visione reale, sembrava invece di stare in un disegno ad acquerello e finto.
Il vento lo rilassava, lo fece sorridere, e non smetteva di respirare piano quell'aria così pulita.

Gli si avvicinarono tre corvi che tenevano con il loro becco scuro una fotografia a testa.
Una di Shiro, una di Shinobu e una di Kazuya.

Era il momento di ragionare, poteva farcela, con calma e senza agitarsi.

Troverà il colpevole.
Anche perché dalle loro affermazioni sembrava ovvio che non fosse un suicidio ma un omicidio, che qualcuno avesse sparato a Kichirō.

Meglio non pensarci troppo su o dà fuoco al giardino.

Raccolse una margherita, aveva un buon profumo.
Iniziamo a eliminare un po' di nomi.

Tolse un petalo per lui, Goro, Kaoru e Nori perché non c'erano nella sala da ballo durante l'omicidio.
Non era il momemto dei sensi di colpa, tolse altri petali.
Elviira aveva detto che era con Sally, se fosse una bugia la bambina avrebbe nuovamente urlato.
Kazuto, Jun e Jun'ichi erano assieme, se non fosse così sicuramente Jun l'avrebbe detto anche solo per incolpare uno dei due e smentirlo come aveva fatto con Nicolas.

Yumeri aveva sentito Shiro ma non era vicino a nessuno in particolare.
Se fosse stata lei quella con cui stava discutendo Kichirō perché Shiro dovrebbe mentire? Non era di certo la tipa da proteggere un amico per un omicidio, come non aveva protetto Jun'ichi perché dovrebbe con Yumeri?
Poteva dire la verità ma sembra che abbia mentito. Perché?

Cazzo.
Cazzo.
Cazzo.
Già un blocco!?
Non poteva escluderla per la fiducia!

Prese dei bei respiri e ascoltò il cinguettare dei uccellini.
Erano...delle cianciarelle di Owston.

Ci ritorniamo dopo continuamo con la lista che ora si fa complessa.

Perché abbiamo due testimonianze diverse.
Shiro stava vicino a Kichirō, per forza, se no come avrebbe sentito la sua ipotetica discussione con Kazuya? Ma questa discussione era davvero avvenuta? Perché Shinobu aveva detto che Kazuya era con lei tutto il tempo e per quanto non volesse credergli, anche lui aveva detto che non aveva fatto nessuna discussione.
Quindi se loro avessero ragione...perché Shiro stava mentendo?

Stava mentendo per proteggere qualcuno? Ma chi?
Era morto Kichirō e aveva visto quanto fosse sincera in quel pianto, quanto ne fosse distrutta anche adesso durante il trial e non era il tipo di persona da fare una cosa simile.
O forse si stava facendo le idee sbagliate.
Forse si era sempre sbagliato su di lei?

No...non era possibile.
Stava sicuramente nascondendo qualcosa.

Ripetiamo la scena.

Prese un'altra margherita e strappò tutti i petali tranne due, un po' con rabbia e iniziò a respirare prima per non agitarsi.
Doveva rimanere calmo.

Ragioniamo con calma.

Aveva appena fatto esplodere la bomba, c'era il blackout e si sono divisi per accendere le candele e fare un po' di luce. Qui abbiamo già tolto della gente no? Giusto.

Il piccolo gruppo della sala da ballo ha dato le sue testimonianze, facciamo "finta" che siano tutti sinceri. Nessuno di loro stava parlando con Kichirō no? Giusto.

Mettiamo il caso che Kazuya fosse stato con Shinobu per tutto il tempo, come quest'ultima aveva detto, neanche lui avrebbe potuto discutere con Kichirō no? Giusto.

Quindi se tutto fosse vero, se nessuno di loro avesse mentito, Kichirō con chi stava discutendo? Perché non saranno stati loro ma Kichirō stava parlando sempre con qualcuno come hanno testimoniato tutti e Shiro aveva urlato.

Sono rimaste solo Yumeri e Shiro...

E Yumeri doveva smettere di essere sempre tra gli ultimi sospettati!

Ora adesso...
Non sapeva a cosa pensare.

Aveva nuovamente un blocco.
Era in un bivio e non sapeva che strada prendere.

Yumeri o Shiro.

Yumeri o Shiro.

Yumeri o Shiro.

YUMERI O SHIRO-

Calma.

Uno.

Due.

Tre.

Prendiamo un'altra margherita.
Facciamo "mi ama o non mi ama".
Rilassiamoci.
Torniamo a fare ipotesi.

Se Yumeri fosse stata zitta, che avesse davvero solo sentito...
Con chi stava parlando Kichirō?
Con chi stava urlando Shiro?

Uno.

Due.

Tre.

Loro due con chi potrebbero aver discusso se non tra di loro?
Magari Shiro stava mentendo non per proteggere Yumeri ma per proteggere se stessa.

Aprì gli occhi di scattò e indicò la pianista con la mano più tremante di prima.
Non ci voleva credere, non ci voleva assolutamente credere alla sua stessa idea.
Forse si stava sbagliando.
Forse aveva ragionato male.
Oppure aveva ragione, doveva buttarsi e provare.
<Shiro eri tu che discutevi contro Kichirō e...e che hai sparato a Kichirō?>

La fanciulla fece no con la testa, con gli occhi spalancati e rossi, pronti a versare altre lacrime.
<no, no no no! Non lo farei mai! Non sparerei mai a Kichirō! Io...> cercava di rimanere composta, di essere la solita perfetta e calma Shiro <io non ho ucciso Kichirō!>
<allora perché hai mentito riguardo a Kazuya!? Se sei innocente perché hai dato la colpa a qualcun'altro!?> si sentiva un ipocrita a gridare quelle parole, poco fa era lui a mentire per non essere uno dei sospettati <se non sei stata tu a discutere e a parlare con Kichirō allora chi è stato Shiro!?>

<io...io...>
Sbattè una mano sul podio, un bel tonfo e la pianista si spaventò e si strinse a sè <tu lo sai! TU SAI COSA È SUCCESSO A KICHIRŌ! COSA GLI È SUCCESSO!?>

<io...io...io non centro davvero->
Un'altro colpo sul podio e la fanciulla si tappò le orecchie ma sentì lo stesso le sue urla <SHIRO CHI CAZZO HA UCCISO KICHIRŌ!? DIMMI CHI HA UCCISO KICHIRŌ!>

<è...è stato...Kazuya->
<NO NON È VERO! CHI È STATO!>
Le mani strinsero le orecchie, voleva strapparsele e non sentire tutti quei botti <mi...mi sono confusa...forse...forse era... io...io non lo so! Shou io non lo so! Io non l'ho...non l'ho ucciso!>

<DIMMI LA VERITÀ! CHI HA UCCISO KICHIRŌ?!> diede l'ultimo colpo al podio.

Silenzio.

Uno.

Due.

Tre.

Un'altro colpo, la mano era rossa e iniziava a fare male <CHI HA UCCISO KICHIRŌ?>

<È STATA SHIRO ARISUIN, ULTIMATE PIANIST!> sbottò la fanciulla sbattendo la mano al petto <SONO STATA IO A UCCIDERE KICHIRŌ VA BENE!?> aggiunse con un'altro colpo, uno bello vicino al cuore, fu come premere l'interruttore perché scoppiò a piangere <HO UCCISO KICHIRŌ! HO UCCISO KICHIRŌ! Ho...HO UCCISO ENTRAMBI! GLI HO SPARATO! ESATTO! E MI DISPIACE! MI DISPIACE TANTO!>

Non riusciva più a mentire.
Non riusciva più a dire nient'altro.
Era felice di non poter vedere le facce sconvolte di tutti, di Jun'ichi e Yumeri ma soprattutto di Shou. Poteva però sentire i loro sguardi addosso, erano un peso, la buttarono giù e si coprì il volto con le mani.

Poteva sentire lo sguardo deluso di Jun'ichi.

Dopo tutta quella scenata che gli aveva fatto ora era lei nei suoi panni.
Una mafiosa che aveva ucciso una persona.
Ma il fanciullo non disse nulla se non dei deboli "no" detti in ripetizione, perché neanche lui ci credeva, perché non voleva e si costringeva a non crederci alle sue stesse parole.
Perché non voleva accettare che venisse eseguita, punita e giustiziata per il suo crimine.
Non voleva che morisse prima di lui.
Non disse nulla, come sempre, dovette leggergli nel pensiero per capirlo e ormai era abituata.
Stava in silenzio, si sarà tappato la bocca per non piangere e mostrarsi come sempre un uomo freddo e duro,
forse era meglio così perché sarebbe stato un ipocrita a giudicarla come avrebbe fatto con qualcun'altro e in un'altro momento.
Sapeva quanto stesse soffrendo.
Perché faceva male vedere la persona che ami andare a morire e aveva sempre avuto più empatia del corvino.
Pensava che loro due non avrebbero mai avuto nulla in comune invece non era così.

Poteva sentire lo sguardo deluso di Yumeri.

Assieme alle sue urla che entravano e uscivano in un secondo.
<PERCHÈ L'HAI FATTO?! PERCHÈ?!>
Non aveva mai capito quanto odiasse le urla.
Non aveva mai capito quanto stesse male.
Non aveva mai capito quanto le volesse bene anche se la facesse disperare e perdere la pazienza, perché ci provava.
Voleva sul serio chiarire con lei dopo la festa.
Ritornare amiche.
Migliorare assieme.
Passare nuovamente le giornate a chiacchierare, a resistere, a supportati e sopportarsi.
Pensava pure un giorno di suonarle una canzone completamente scritta da lei.
Ma non succederà.
Non ci sarà nessuna chiarimento.
Nessun concerto privato.
Nessuna uscita fuori dal gioco.
Ci saranno solo la sua morte e mille parole inutilizzate.
Forse in un'altra vita potranno essere dinuovo unite.

Poteva sentire lo sguardo deluso di Shou.
Non aveva nulla da dirgli se non un "mi dispiace".
Mi dispiace per non aver protetto Kichirō.
Si stupì che il corvino non si lanciò su di lei per colpirla di pugni.
<perché...perché l'hai fatto?> tratteneva le lacrime e la voce era tremante. Gli veniva voglia di abbracciarlo ma si trattenne, gli avrebbe solo fatto del male.

Non riusciva più a mentire, era il momento di raccontare finalmente la verità sull'incidente fatale di Shiro Arisuin, Ultimate Pianist.

_______________________________________

Shiro non sapeva nulla.

Shiro non sapeva della bomba messa da Shou nel quadro elettrico e neanche della pistola rubata da Kichirō, appena entrato in camera sua si era fiondato in bagno per cambiarsi e nasconderla.

Shiro non sapeva nulla.

Alla notizia del blackout e quando si divisero restò attaccata al rosso.
Per proteggerlo.
Per assicurarsi che stesse bene.
Per mettere come aveva sempre fatto gli altri prima di lei.
L'importante era che fosse al sicuro.

Lo prese a braccetto ma lui si staccò subito e da lì inizio la discussione tra sussurri.

<non starmi vicina> le disse e lei fece un passo in avanti lo stesso, ignorando quelle parole che la stordirono e basta, provò a prenderlo dinuovo per il braccio ma lui si spostò nuovamente.
<lasciami! Stammi lontana>
<perché Kichi? Che hai?>
<ti ho detto stammi lontana! Devo far- lasciami!>
L'aveva preso per mano mentre parlava, non volendo lasciar perdere senza una valida motivazione, lo prese per avvicinarlo e tenerselo vicino ma si bloccò quando sentì che impugnava una pistola.

La pistola che scoprirà essere di Shou nel trial.

<dove l'hai presa? > gli chiese in un sussurro, cercando di rimanere calma e di prendere quella pistola ma il ragazzo aveva una bella presa.
<non sono affari tuoi! Lasciami!>
<ma assolutamente no! Che vuoi fare?> Entrambi la stavano impugnando e il fanciullo se la portò alla testa, dritta in fronte.
<mi voglio ammazzare.>

Si chiese come quella risposta la stupisse.
Era così ovvia.
Ma avrebbe preferito sentire un "voglio ammazzare qualcuno".

<no no no- non stai dicendo sul serio vero?> magari stava scherzando.
<se vuoi te lo ripeto più lentamente: mi voglio ammazzare! I want to kill myself! Yo->
<mi stai prendendo per il culo?>
<no! Se vuoi te lo dimostro subito premendo il grilletto->
<fermo!!> fu difficile non urlare ma ci riuscì. Poteva gestire la situazione da sola.

Shiro sapeva.
Shiro sapeva quanto stesse vivendo male per quei incubi, per l'altro se stesso, per la scoperta di essere in realtà uno Shinigami e di non sapere più chi era.

<Kichirō pensaci bene. Questa non è la soluzione ai tuoi problemi, questa non è la scelta giusta da fare...>

<non c'è nessun'altra soluzione!>

<si che c'è!>

<preferisco morire che vivere una vita non più mia e con la paura di tornare dentro!>

Shiro sapeva che quello non era il Kichirō che tutti conoscevano.

<saremmo entrambi felici> le disse cercando di convincerla.
Aveva due vite in un solo corpo.
Se premeva il grilletto sarebbero morte due persone in una.

Shiro non voleva che ciò accadesse.

Quindi strinse la mano e provò nuovamente a prendergli la pistola, l'altro stringeva e cercava di spingerla via ma lei tornata subito e non mollava.

Non avrebbe mai mollato.

Avrebbe salvato Kichirō.

<lasciami morire!>

No.

<lasciami stare!>

No.

<lasciami morire! Ti prego! Non riesco più a vivere così! Non vogliamo più vivere così! Nessuno dei due! Lasciami!!>

No. No. No. No. No. No.

<LASCIAMI STARE!>

Riuscì a prendergli la pistola.

<BASTA!>

Shiro non voleva che ciò accadesse.

Shiro non voleva premere quel grilletto.

Shiro non voleva ucciderli.

I movimenti dopo furono tutti automatici.

Mettere la pistola nella sua mano, cercando il corpo a tastoni e seguendo il piccolo tonfo della sua caduta.
Dopo si allontanò trattenendo le lacrime e fare finta che non sapesse nulla per tutto il tempo.

Fare finta che quelle lacrime fossero solo per la sua morte e non perché era la colpevole.

Shiro non voleva che ciò accadesse.

_______________________________________

<ho...ho ucciso entrambi...> sussurrò a fine del racconto fatto a fatica, spiegando quello che sapeva della situazione di Kichirō e della sua doppia identità.
<non...non volevo! Non volevo! Mi...mi dispiace così tanto...>
Non voleva morire neanche lei per questo aveva mentito. Era stata per una volta egoista.
Sapeva che sarebbe morta, che c'era questo rischio, ci aveva provato a vincere, a vivere ma era meglio così.

Era meglio che morisse lei che tutti i suoi compagni.

<non...non ho altro da aggiungere...possiamo passare alle votazioni>

Non voleva aspettare altro tempo.
Non voleva più discutere.
Era finita.
Era meglio così.
Cerco per l'ultima volta di essere composta come la donna più bella di tutto il rinascimento, una donna che anche se cieca aveva una grande ragione e un grande valore molare, una donna che aveva la forza di sorridere per l'ultima volta prima di venire condannata. Un espressione perfetta per il ritratto della nobile donna che era, nascondendo nel bell'aspetto il suo delitto.

Era meglio così.
Sperava di trovare anche lei la pace assieme ai due Kichirō e chiedergli scusa per non essere stata abbastanza forte per aiutarli a stare bene, a dargli abbasta speranza per vivere un giorno in più.

Il suo tenero Kichirō.
Sentiva già la sua mancanza.
Non vedeva l'ora di abbracciarlo nella vita dopo la morte.
Non sapeva cosa le aspettava ma sperava di rivederlo assieme a tutti gli altri.

Akikuma prese la scatola piena di fogliettini, tutti i loro voti, c'era un silenzio religioso, nessuno fiatava aspettando i risultati.
<la maggioranza ha votato per...Shiro Arisuin, Ultimate Pianist...che è la colpevole. Avete indovinato!>

<mi state prendendo per il culo?! MI STATE PRENDENDO PER IL CULO VERO!? Non...non può essere vero...>
Il silenzio venne rotto ovviamente dalla motociclista e ciò non la sorprese, anzi la fece sorridere di più.
<è vero...è tutto vero...> sentì dei passi venire verso da lei velocemente, delle braccia robuste e calde la strinsero e il buon profumo al cocco le fece capire che fosse Yumeri.

<stai mentendo! Stai dinuovo mentendo! Dimmi la verità! Dimmi che non sei stata tu!>
Ricambiò l'abbraccio e le accarezzò i capelli, morbidi, soffici, chissà di che sfumatura di blu erano.
<sto dicendo la verità...>
<sei- sei una stronza bugiarda!> sapeva che non le diceva con odio e si lasciò stringere da quelle braccia.
Aveva sempre voluto un suo abbraccio, non pensava di riuscire ad ottenerlo momenti prima della sua morte.

Sarebbe stato più facile se l'avesse ucciso per sua volontà perché saputa la motivazione puoi fartene una ragione. Ma se non c'era...era così difficile accettare che fosse colpevole.
Non c'era nessuna risposta per i perché di tutti...di Shou soprattutto.

Perché hai ucciso Kichirō?
Per sbaglio.

Era così difficile da accettare.

Rimase pietrificato da quelle notizia, non aveva più fiatato e si era limitato a votare.
Non poteva neanche arrabiarsi perché non voleva ucciderlo. Era stato tutto un incidente.
Non era giusto.
Non era giusto che dovesse essere punita per un incidente.
Non riusciva a urlare, a piangere, a muoversi, stava immobile a guardare il vuoto. Non sapeva su chi sfogare questa rabbia, c'era il colpevole ma...ma era Shiro.

Tutti i scenari nella sua testa si distrussero.
Tutte quelle reazioni pronte a scattare alla scoperta della verità diventarono cenere e non sapeva più che fare perché non andavano bene.
Si era fatte già delle aspettative per l'abitudine dei altri trial ed esse vennero distrutte.
C'era solo un ammasso di sentimenti che lo stringeva.

Stringevano forte come le braccia di Shinobu che si sostituirono a quelle di Yumeri intorno al corpo tremante di Shiro appena capì che fosse l'artista quella che ora l'abbracciava.
Non riusciva a gridarle contro offese e la sua rabbia. Come avrebbe fatto con chiunque altro in qualsiasi altro momento.
Sussurrò solo una breve frase al suo orecchio trattenendo le lacrime.
<perché...perché mi devi lasciare anche tu...> che fecero male al cuore dell'assassina. La strinse a sè e le tenne la testa, accarezzandola dolcemente.
<potrai farcela anche senza di me...>
<no...non posso...ti prego non mi lasciare...>

A quelle parole dell'artista rispose allontanandola con delicatezza, girandosi verso i loro rapitori con un sorriso tremante.
<Aki possiamo iniziare con l'esecuzione...>

<NO! NO NO NO!> urlò di colpo Jun'ichi che era stato zitto come tutti e non pensava di sentire la sua voce rotta da un pianto disperato. Era felice di poterlo sentire così umano prima di andarsene.
<NO! VI PREGO! FERMATEVI! FERMATEVI!>

<Jun'ichi spero che troverai una persona che ti ami davvero...salutami la mia famiglia...> gli disse cercando di mettere da parte la rabbia per quella promessa infranta <ti voglio bene...dopotutto...>
<SHIRO!!>
<ci vediamo>
Queste furono le sue ultime parole prima di cadere giù da un buco e il corvino non riuscì ad afferlara in tempo. Riuscì solo a urlare a pieno polmoni il nome della ragazza.

Akikuma non c'era più e Lady Sally premette il pulsante davanti a sè con il suo martello con grande forza.

Carnevale dei animali

11. Pianistes

La caduta fu...morbida.

La stupì molto, riconobbe al tatto che era su un cuscino, uno bello grande. Poteva starci per tutto il tempo ma la presero di forza delle anonime mani fredde e di metallo, l'odore era quello, la costrinsero a camminare e a sedersi su un panchetto. Le misero anche qualcos'altro intorno al collo di stretto e freddo, come un collare di metallo.

Molti avrebbero preferito morire senza sapere in che modo, come se fossero ciechi e non vedessero più nulla, mentre Shiro avrebbe preferito poter vedere dov'era e come sarebbe morta, l'ignoto le metteva ansia.

Fu inutile provare a togliersi quel collare.
<benvenuta a questo esame di pianoforte, di fronte a te hai il tuo pianoforte e se passerai potrai uscire viva e vegeta...esegui assieme a me> la voce calma e senza emozioni di Akikuma non la tranquillizzò per nulla.
Mise le mani davanti a se e sentì effettivamente i tasti di un pianoforte, ci passò più volte il dito sopra e non sentì nulla di strano.

Non le piaceva la situazione.

<che canzone suoniam->
<via!> disse interrompendola, iniziando a suonare velocemente e lei subito imitò le note senza aspettare troppo e creare un brutto effetto di eco. Le bastò poco per riconoscere il brano, Camille Saint-Saëns aveva utilizzato per questo pezzo classici esercizi da pianoforte che ricordava a memoria e più volte aveva suonato questo brano.
Era veloce ma non la spaventava, sapeva che potesse superarlo.

Prima serie finita.
Non era successo nulla.
La cosa la spaventava.

<via!>
Si riparte subito senza conto alla rovescia o battito di piedi.

Solita melodia.

Solite note-

<sbagliato.>

<AAAAAH-> cacciò un urlò per la grande scossa che partì da quel collare, durò qualche secondo o anche di meno ma fece male, alzò la testa di scatto e strinse gli occhi.
Non aveva sbagliato! Lui aveva sbagliato l'ultima nota! Non lei!
<ma non ho sbagl- AHIA-> urlò sentendo qualcosa di affilato colpirle entrambi i mignolini, non li aveva tagliati, erano ancora attaccati ma facevano male e la lama premeva forte.

<ripetiamo.>

Solita melodia.
Le lame erano uscite.

Questa volta non avrebbe sbagliato.
Fece la nota sbagliata di prima ma l'insegnante ne aveva appena fatta un'altra.

<sbagliato.>
Un'altra scossa, più forte, la testa si alzò di scatto e le lame infilzarono non solo i miglionini ma anche gli anulari.

<ripetiamo.>

Fu così per altre tre volte. Era sempre più veloce. Più forti erano le scosse. Le lame presero anche il medio, l'indice, il pollice e quelle vecchie venivano nuovamente colpite e per un momento ebbe il timore che le tagliassero tutte.
La nota cambiava sempre.
Era sempre diversa.
Sempre quella finale.
Non seguiva neanche una logica.
Era tutto casuale ma non si ripetevano mai.
Ma le note sono sette ed era rimasta solo una sola.

<ripetiamo un ultima volta.>

Era buffo come ripetendo la solita parte in realtà stavano andando avanti con il brano.
Era una lunga ripetizione infinita e veniva ripetuta sette volte, quindi erano alla fine...non era una cosa positiva.

Era più lento, ogni nota era un piccolo gemitò di dolore per quelle povere dita accoltellate ma riusciva a stare al suo passo.
Fece tutto giusto, non cambiò nulla ma ciò la preoccupava di più arrivati verso la fine.

Tre "battiti".

Uno. Giusto.

Due. Giusto.

Tre. Sbagliato.

Akikuma neanche parlò e la sua mano sinistra venne tranciata in due, urlò e riuscì a salvare l'altra mano allontanandola dalla tastiera.
Scattò un piedi e venne colpita dalla scossa al collo all'improvviso e urlò ancora più forte.

<mi dispiace, hai fallito l'esame. Non potrai uscire.>

<NO- NO- TI PREGO ASPETT- > 
Pensava di urlare quando venne infilzata da più pali ma non si sentì nulla venire dalla sua bocca.
Aveva urlato fin troppo prima.
Come da all'improvviso avesse perso la voce.

Non potè mai vedere il sorrisetto educato e vuoto del maggiordomo.
<ci rivediamo al prossimo appello>

_______________________________________

Anche Jun'ichi aveva smesso di urlare per tutta l'esecuzione, si fece piccolo piccolo tra le braccia della scammer e dello stratega mentre guardava la sua amata morire mentre lui rimaneva in vita.
Si era stretto come un bambino a se stesso, buttato a terra e batteva i pugni contro il pavimento, venne fermato sempre dalla corvina prima che potesse farsi male.

Non era l'unico distrutto ed era la prima volta che Shou vedeva nel volto di tutti loro, nessuno escluso, tristezza dopo un esecuzione.
Si c'erano altri sentimenti mescolati assieme ma nelle scorse volte non era così forte la voglia di piangere e non accumunava tutti i presenti.

Shinobu e Yumeri si abbracciavano a vicenda, come avevano fatto prima con la pianista cercando di darsi conforto a vicenda.
Elviira corse verso Nori per stringerla e piangere tra le sue braccia, entrambe poi strette dal mangaka, ilx schermidore rimase accanto dando qualche carezza alle teste delle due fanciulle.
Anche la talpa, Kazuya, rimasto da solo, era distrutto e guardava in basso verso i suoi piedi, con le mani davanti alla bocca come se stesse pregando.

Camminare fu difficile.
Andare verso l'ascensore, l'attessa in un silenzio tra singhiozzi e altri singhiozzi, e arrivati in camera erano finalmente soli. Loro e i loro pensieri.

Shou si cambiò con lentezza, non voleva pensare finché non si fosse buttato sul letto in pigiama e coperto solo dal mantello di Kichirō. Aveva il suo profumo e strinse il grande pezzo di stoffa rosso tra le sue tremanti braccia.
Ora poteva concedersi un pianto.
Come se in quella giornata non ci fossero già state abbastanza lacrime e infatti fu difficile farle scendere.

Era troppo tardi.
Sapeva cosa aveva Kichirō, aveva capito perché gli sembrava così strano, aveva delle idee per il loro sogni...ma era troppo tardi per aiutarlo.

Voleva così tanto chiedergli scusa.
Abbracciarlo nuovamente e non un suo pezzo di stoffa.
Voleva il suo Kichirō...che sia falso o no lo rivoleva indietro, anche solo per poter superare quella notte e riposarsi.

___ ___ ___

Forse era una pessima idea.
Si stava scavando la fossa da solo.
Ormai aveva preso quella decisione ed era troppo tardi per cambiare idea, era meglio non giocarci anche l'amicizia traballante con ilx sicilianx che si stava struccando con cura.

Che decisione aveva preso? Disturbare ilx poverx maggiordomo perché non riusciva a dormire da solo.

Non era la prima volta che stava nella sua camera, era più ordinata e non vedeva più l'ombra di bottiglie di vino e pacchetti di sigarette.
Non smetteva di guardare quelle foto strappate e riattaccate con dello scotch, era strano vedere sul volto di Akio un sorriso sincero e pieno di gioia, non l'aveva mai visto dal vivo e sicuramente non sarà mai la causa di esso. La vedeva che lo stava guardando male tramite il riflesso dello specchio, irritata che stesse occupando il suo letto e usando il suo pigiama, anche se era quello ridicolo da nonna che avevano tutti.
Irrata anche perché era passato ad osservarla facendo una faccia da vero coglione.

<non hai sonno?> gli chiese e si tolse la benda non mostrando un bel vedere per il debole stomaco del romano, l'assenza dell'occhio metteva angoscia, disgusto, non c'era niente e girò la testa coprendosi i occhi quando ilx più grande si mise a pulire la ferita <fa schifo lo so. Non serve che fai così eh, non è carino> commentò con freddezza, con quel leggero accento catanese e il suo perfetto italiano, potevano parlare benissimo nella loro seconda madrelingua senza problemi, si capivano benissimo. Si sbrigò a coprirlo con un grande cerotto, più lo guardava più gli ricordava la morte di sua sorella ed era meglio evitare buoni motivi per mettersi a bere del buon vino.

<scusa- non volevo sembrare maleducato o altro-> disse togliendo quelle mani dal volto e alzò lo sguardo sentendo la mano dellx maggiordomo spettinargli i capelli castani.
<ora non sentirti pure in colpa per questo, hai già troppi sensi di colpa che non ti fanno dormire. Vuoi un po' di vino per rilassarti?>
<non voglio avere una dipendenza->
<vero hai già quella affettiva, evitiamo> rispose con sarcasmo e tolse la mano dalla testa <beh...conta fino a 100, funziona sempre! Semmai chiamami, sono nell'altra stanza con Aki e Hiko Hiko! Buona notte picciotto!>

Fece per andarsene, fece un singolo passo e venne subito bloccato dalle svelte mani di Kazuya che afferrarono il suo polso e il suo braccio.
<non...> ecco che iniziava a balbettare, lo guardava con gli occhi di un cane bastonato da tutta la sua vita <non...non andare- non...non puoi rimanere con me?>

Fu facile liberarsi dalla presa, scosse velocemente il braccio e fece uno sbuffo <no, non posso Kazuya. Mica ti sto abbandonando! Sto letteralmente dall'altra stanza per qualche oretta- qui non c'è nessun fantasma di gente che ho ammazzato, semmai segue me e non te->
Lo riprese dinuovo per il braccio e si abbracciò ad esso, Akio cercò di staccarselo senza sembrare troppo scocciata e infastidita da quell'insistenza.
<ti prego rimani...ho paura...ho davvero tanta paura, non riesco a dormire! Non riesco a dormire! Non mi lasciare da solo ti prego>

Stare da solo per Kazuya significava avere a che fare con i suoi pensieri intrusivi, con le conseguenze delle sue scelte, con tutti i suoi problemi, tutti i fantasmi del suo passato che tornavano per tormentarlo.

Stare da solo era orribile.

Poteva capire benissimo la paura di Goro del silenzio, quell'orribile silenzio che permetteva a quelle voci di farsi sentire forti e chiare, fino a far scoppiare quella povera testa castana.

Tutto lo odiavano.
Facevano bene.
Facevano bene a odiarlo.
Se lo ripeteva ogni secondo.
Tutti gli ripetevano questa frase.
Tutti gli facevano notare come si meritasse di essere odiato da ogni essere vivente.
Pure lui si sarebbe odiato, molto probabilmente lo stava anche facendo ripetendo quelle frasi in testa.

Eppure soffriva.

Stava male.

Quell'odio lo avvelenava.

Quell'odio non lo faceva dormire.

Quel desiderio di rimanere sempre da solo, tenere tutti al sicuro, era in contrasto con la voglia di attenzioni e di amore che non ha mai ricevuto nulla sua infanzia da quel padre di merda.
Che l'aveva solo odiato.
Come facevano tutti.

E l'unica persona che un minimo dimostrava di volegli bene, sua madre, l'aveva lasciato solo con quel mostro.
Come aveva fatto Goro, lasciandolo solo con...se stesso.
Perché era lui il mostro.

Questi pensieri non gli faceva chiudere occhio per un intera settimana. Non riusciva a dormire senza pensare a quella notte doveva aveva quasi ucciso Akio, a quando l'aveva incontrato, alla notte dove aveva baciato Goro, a quando ha scoperto che fosse una talpa, ai volti di entrambi travolti dalla delusione e dal dolore di quel tradimento quando prima erano pieni di amore e simpatia nei suoi confronti.
Nessuno dei due lo voleva ancora tra i piedi ma Kazuya aveva bisogno di loro.

<non voglio Kazuya! Non fare il bambino dio mio!> dovette essere più aggressivo e lo spinse via, sbattè contro il muro su cui era attaccato il letto, non si fece male e si avvicinò nuovamente all'altro prendendogli solo il polso questa volta e stringendo la presa appena vide che l'altro con insistenza provava a liberarsi.
<perché? Perché mi lasci anche te? Perché? Non ti fidi di me Akio? Non m vuoi bene? Davvero mi odi? Perché?> Si alzò per andargli incontro, afferrandogli il collo con entrambe le mani per tenerlo fermo e strinse di poco <PERCHÈ? PERCHÈ MI ODIATE TUTTI?!>

Tutto lo odiavano.
Facevano bene.
Facevano bene a odiarlo.
Se lo ripeteva ogni secondo.
Tutti gli ripetevano questa frase.
Tutti gli facevano notare come si meritasse di essere odiato da ogni essere vivente.
Pure lui si sarebbe odiato, molto probabilmente lo stava anche facendo ripetendo quelle frasi in testa.

Le stesse parole.

Le stesse immagini in presse nella mente.

La stretta al collo aumentava.

Quanto avrebbe voluto odiare Akio come aveva odiato quella notte, in quel sogno.

Se l'odiasse come quella volta adesso non sarebbe qui.
Se non avesse accettato.
Se non gli avesse parlato quel giorno.
Se l'avesse buttato giù dal ponte...
Se avesse strozzato e conciffato quel coltello in testa fin da subito...
Se fosse mortx adesso non sarebbe in questo casino.

La presa era molto forte, venne spinto via da un pugno secco sullo stomaco da parte dellx scacchista.

<LASCIAMI KAZUYA!>
Ilx scacchista non era incazzatx...era spaventatx.

Poteva vederlo benissimo senza sforzarsi troppo, dalla voce che usciva a fatica dalla sua bocca, tremante come le sue mani, l'occhio, l'unico rimasto, era spalancato e non c'era nessun segno d'odio, non voleva ucciderlo con lo sguardo, voleva solo scappare, infatti fece due passi all'indietro verso l'uscita.

Akio era spaventatx.
Non pensava di poterlo mai vedere con quell'espressione in volto di puro terrore, eppure non aveva fatto nulla di veramente spaventoso. Non gli aveva fatto nessun livido, graffio...
<perché...> questa volta le sue solite domande le disse ad alta voce <perché sei spaventato?> l'aveva solo...l'aveva l'aveva afferrato al...collo.

<PERCHÈ FORSE HAI CERCATO DI UCCIDERMI?! DINUOVO?!> si portò le sue stesse mani sul collo dove prima c'era quella di Kazuya <HAI...hai...HAI CERCATO DI UCCIDERMI! DI STROZZARMI! DINUOVO! DINUOVO! HAI CERCATO DI UCCIDERMI DINUOVO!>

Lui? Uccidere Akio? Impossibile.
Quel sogno non era reale.
Le sue parole non sono vere.
Le parole di Hiroko non sono vere.
No.
Non era possibile.
Non lo stava per strozzare l'aveva solo preso...e stretto.
Stretto forte.
Desiderato che morisse...

Non...
Non era possibile...
Non era possibile che avesse veramente pensato a quelle cose.

Scattò nuovamente, buttandosi a terra e aggrappandosi alla vesta da notte rosa dellx maggiordomo, stringendo quella gonna e quel tessuto morbido, bloccando le sue gambe avvolgendole con le sue braccia per paura che scappasse davvero.
<scusa...scusa scusa scusa scusa scusa->
<lasciami ti prego. Lasciami.> disse con tono freddo interrompendo quel loop, cercando di contenersi come faceva sempre.
Perché non era la prima volta che rischiava la vita.
Shou aveva già provato ad ucciderlo più di una volta e non aveva avuto paura.
Ma Shou non era Kazuya.

Con Kazuya era un'altra storia che si stava ripetendo e questo lo spaventava.

Spaventava un'altro suo tradimento e tentato omicidio, perché si era fidatx nuovamente anche se poco.
Perché gli faceva paura l'idea di ricevere una seconda pugnalata alle spalle da un suo compagno.
Pensava che sarebbe stato diverso ma si sbagliava.
Gli aveva dato nuovamente tutto.
Cosa...cosa era andato storto questa volta? Perché aveva nuovamente provato ad ucciderlx?

Il romano non lo lasciava anche dopo quelle parole e ripeteva "scusa", piano piano saliva per stringerlo in un abbraccio che lx lasciò senza fiato. Andò in apnea e si pietrificò.
Non si muoveva più, non tremava neanche.
Aveva solo un pensiero "ora mi ammazza" e il cuore andava più veloce eppure non sentiva arrivare nelle arterie più sangue, non sentiva aumentare tutto il processo della circolazione del sangue e la testa per distrarsi pensò alle descrizioni dettagliate dell'inventore, per calmarsi con la sua voce e non pensare in continuazione che Kazuya avrebbe tirato fuori un coltello e l'avrebbe ammazzatx.

Non si fidava.
Non si fidava.
Aveva paura di Kazuya.
Paura di ogni suo tocco, di ogni suo movimento, di quelle carezze sulla schiena, quella stretta troppo forte, quelle mani che potevano prendergli il collo, quella bocca che poteva morderlx come un animale e beccare la cariotide facendola morire dissanguato.

Anche lxi aveva quei pensieri che annebbiavano la ragione e la mente, che lo facevano andare nel panico e si sentiva unx bambinx da solx in una stanza buia, completamente terrorizzatx.

<non...non volevo farti male...non farei mai una cosa del genere->
<io...IO COME DOVREI CREDERTI DOPOQUELLO CHE MI HAI FATTO!?> urlò ma non riuscì a spingerlo via, il corpo non aveva intenzione di muoversi e obbedire.
<non volevo...non volevo...>
<NON VOLEVI? QUELLA NOTTE MI SEMBRAVA CHE VOLESSI UCCIDERMI!>

<MA- MA NON SONO...NON SONO STATO IO! QUELLO NON SONO IO!>
<CERTO CHE SEI TU TESTA DI MINCHIA! SIA IN PASSATO CHE ORA. SEMPRE TU!>

<io...io non lo farei...>
<SI CHE LO FARESTI! L'HAI APPENA FATTO! E IO DOVREI DAVVERO FIDARMI E CREDERE CHE NON RISUCCEDERÀ? MI DIRAI CHE STO ESAGERANDO E CHE NON MI TRADIRAI ANCORA!? PENSI DI POTER PRENDERE IN GIRO UN BUGIARDO COME ME? NON DINUOVO!> lo prese per i capelli castani e li tirò cercando di staccarselo, il violinista potè vedere che stesse piangendo senza sosta, quando non parlava il suo mento tremava come il suo labbro, piangeva silenziosamente ma le lacrime non erano poche.
<LASCIAMI KAZUYA! LASCIAMI! NON MI TOCCARE! LASCIAMI!!>

Ci volle poco per staccarsi il fanciullo e lanciarlo verso la porta, essa si aprì di colpo dopo quell'urli finali e i due biondini, Akinori e Hiroko, entrarono in stanza per nulla tranquilli.
<ti prego Akio ti prego scusami, perdonami, perdonami! Non...non serve fare così! Non serve! Perfavore!>
<NON SERVE!? MA TI RENDI CONTO DELLE CAZZATE CHE FAI? TI RENDI CONTO CHE QUELLO CHE FAI HA DELLE CONSEGUENZE E UNA GRAVITÀ!?>
I due arrivati si avvicinarono all'amica per avvolgerla tra le sue braccia cercando di calmarlx, di farle abbassare la voce e non sforzarsi ancora, stringeva i bracci di entrambi trattenendosi nel ricambiare la stretta al collo del romano.

<NON VOLEVO! NON VOLEVO DAVVERO AKIO TI PREGO->
<VUOI CHE TE LO RIPETO ALL'INFINITO? HAI CERCATO DI UCCIDERMI! POTRESTI TRADIRMI ANCORA! POTRESTI UCCIDERMI ANCORA! PER...PER CHE NE SO! MAGARI PURE PER GORO! PER FARTI PERDONARE DAGLI ALTRI! PERCHÈ DOPO TUTTO QUELLO CHE TI HO DATO NON TI IMPORTA NULLA DI ME!> sbattè un piede a terra e la testa l'appoggio alla spalla dell'inventore che lo strinse amorevolmente e con delicatezza sentendolo piangere più forte, perché la capiva meglio di tutti, perché sapeva cosa stesse provando.

Non riusciuva più a contenersi come aveva sempre fatto.
Forse stava esagerando.
Se lo ripeteva in testa per tutto il tempo, dopo ogni lacrima che scendeva.

Forse stava esagerando.
Ma non era una piccolezza.
Non era una scemenza.

<Akio ti prego...>

Non stava per nulla esagerando.
<SMETTILA DI DIRE SCUSA E VATTENE E BASTA!! VATTENE! VATTENE! VATTENE! VATTENE!>
Ripetè due volte perché la prima volta fu solo un grande urlo disperato mescolato con il pianto, non sembrava neanche provenire dalle sue labbra e dal corpo sempre visto dai occhi del romano come un corpo perfetto e forte come la sua mente e il suo animo, una meravigliosa statua classica come il doriforo...invece erano entrambe fragili e imperfette. Bastava un soffio di vento per farle perdere l'equilibrio.

<hai capito?! Vattene via o ti ammazzo io!> ripetè la fanciulla bionda, non staccandosi dal busto dellx amicx, aggiungendo una bella minaccia per spaventarlo e farlo finalmente andare via dalla stanza.

Ora era davvero solo.

Non aveva più Goro.

Non aveva più Akio.

Non aveva più nessuno da cui rifugiarsi per la notte in bianco che lo stava attendendo a braccia aperte...se non una sua cara compagna.

Una compagna con cui condivideva lo stesso destino.

L'altra talpa ancora anonima.

Bussò alla sua porta e non si aspettò di essere aperto subito da ella.

<Kazuya...perché stai piangendo? E che ci fai ancora sveglio a quest'ora?>
Manco si era reso conto di star piangendo, lo scoprì dopo quella affermazione e sentendo le guance bagnate dalle lacrime.
<...credo che non sei più la sola ad essere odiato dal proprio Aki...siamo in due!> il tono ironico e divertito era forzato <e non riesco a dormire...posso stare con te? Per provarci almeno...e...e non voglio parlare del perché lxi non mi vuole più...>
<certo che puoi stare! Prenditi pure il letto io dormo a terra o seduta senza problemi, davvero e...e se hai bisogno ci sono sempre per te>
Almeno lei c'era...

___ ___ ___

Un piccolo scatto d'ira, buttò a terra tutti i fogli e soprammobili che stavano sopra la sua scrivania, aveva più spazio per sbatterci la testa ed è quello che fece ilx nostrx carx mastermind.

Non era tanto per la perdita che aveva colpitx anche lxi ma per tutto il resto! Trovava ridicolo che ilx mastermind di un killing game stesse teorizzando su cose che dovrebbe già sapere ma eccolx lì a cercare di capirci qualcosa anche lxi!

C'era qualcosa che non torna ed erano i sogni che tutti avevano, soprattutto quelli di Kichirō.
Come era possibile che qui dentro ci fossero altri Shinigami?! Cioè lxi dovrebbe conoscerli no? Sono suoi colleghi no? Lavorano assieme no? Hanno fatto un gigantesco piano contro i Aki che ora se ne sta occupando da solx dopo i fallimenti dei altri due.
Allora perché diavolo non si ricorda di nessun Kichirō!?

COME ERA POSSIBILE?

E se...i Aki lx avevano fatto qualcosa anche a lxi? E...e anche a Sally? Era da quando lavoravano per lxi si era reso conto che non li riconosceva eppure si erano visti altre volte prima...c'era qualcosa che non andava.
Lx avevano fatto qualcosa ai suoi ricordi. Deve essere per forza così.

<se scopro cosa hanno fatto giuro che li ammazz-> si zittì e si girò di scatto sentendo la porta all'improvviso aprirsi, ma non c'era nulla di cui preoccuparsi perché entrò una tenera bambina, Sally, con in mano un vassoio con un set da tè e delle carte.

<ti ho disturbato?> chiese a bassa voce e pronta a indietreggiare e andarsene.
<oh no no...stavo parlando da solx! È una situazione difficile.. > rispose e si sedette davanti alla scrivania <e ignora il casino, dopo metto apposto>

<allora se non hai altro da fare...possiamo giocare assieme? Come avevi promesso...se non è un problem->
<va benissimo basta che non facciamo troppo tardi ok? Che tè hai fatto per sta sera> rispose forzando un piccolo sorriso per sembrare più amichevole e alla bambina le si illuminò il volto a quella risposta.
<ho fatto il tè verde! E ho portato i biscotti!>
Ne prese uno e fece finta di mangiarli essendo di legno <mhhh~ buoni! Forse c'è poco zucchero- ma sono buoni!>

Se scoprisse che avevano fatto qualcosa a Sally, li avrebbe ammazzati con le sue stesse mani.

con questo si conclude arc 4 e si inizia con arc 5 👀
Sono super emozionato e spero che vi sia davvero piaciuto questo capitolo e scusatemi per l'attesa.

Ora piccolo questionario 🤭
Quanto mi odiate dopo questo arc?/j

Seriamente-
Ci tengo molto se rispondeste a queste domande 🥺💕
Cosa ne pensate di questo arc?
Dell'intera storia? Vi sta piacendo la piega che sta prendendo? Consigli?
I disegni vi piacciono?

Io sto amando questa storia e spero veramente anche a voi 💕

Al prossimo arc‼️👀

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