𝓐𝓻𝓬 𝟒 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝟓 - Festa in maschera
“L'Amore non è una passione. L'Amore non è una emozione. L'amore è una comprensione profonda del fatto che in qualche modo l'altro ti completa. Qualcuno ti rende un cerchio perfetto; la presenza dell'altro rinforza la tua presenza.”
-OSHO
Ore: 12:00 a.m __ Giorno 29 _________
Compleanno di Sally __ 05 Maggio __
Luogo: dormitorio di Sally __________
Appena scattò la mezzanotte i maggiordomi spensero le luci della stanza, interrompendo la loro partita a un gioco dell'oca particolare e completamente inventato da loro. Erano tutte e tre in pigiama, con un bel sorriso e con maschere per il viso per fare una perfetta skin care (idea di Akio).
Sally odiava le interruzioni ma questa volta non si arrabbiò perché il motivo era importante: era il suo compleanno!
I due spensero le luci per creare un atmosfera migliore per spegnere le candeline su un vassoio di cupecake rosa, a forma di coniglio, orsi e caneuovo bicolore, tutto fatto proprio dai Aki che erano riusciti a nasconderli e farli apparire come per magia per il momento giusto.
11 cupecake per 11 candele per 11 anni.
Questo compleanno non era da sola., negli scorsi anni era complicato.
Non aveva amici a scuola.
In orfanotrofio era solo una festa e c'erano tanti bambini che facevano gli anni con lei.
Era sempre solo lei e ilx mastermind, con i maggiordomi anonimi o una mandria di gente con cui non aveva veri legami.
Ora aveva tanti invitati e una festa gigantesca ma soprattutto due persone specialei con cui festeggiare a mezzanotte in tranquillità.
Due persone speciali che si misero pure a cantare, facendola ridere per non piangere.
<tanti auguri a te~ tanti auguri a te~ tanti auguri Sally~ tanti auguri a te~ Esprimi un desiderio!>
Chiuse gli occhi, spense le candeline.
"Spero che staremo sempre assieme, come una famiglia" e sapeva, con l'ingenuità di una bambina, che finché avrebbe tenuto questo desiderio per sè si sarebbe realizzato.
Ci credeva.
Ci credeva in quella speranza.
Venne presa in braccio dallx italianx, girando su sé stessx a grande velocità <LA MIA BAMBINA STA DIVENTANDO COSÌ GRANDE!!> urlò facendola ridere, si fermò un attimo solo per aumentare la stretta dell'abbraccio <non puoi rimanere minuscola, piccola piccola per sempre? Piccola minuscola e così tenera carina...la mia picciridda!!>
<ma io voglio diventare grande!> lx rispose e da dietro arrivò una grande mano che le scompigliò i capelli con fare affettuoso e fraterno.
<quando avrai la nostra età desiderai di essere piccola dinuovo>
<non sono un vecchio malinconico come te!>
<vecchio? Io? Ho solo 22 anni!> le rispose con un sorrisetto
<sei vecchio quanto due volte me! AHIA-> urlò quando Akio le tirò l'orecchio
<uno...>
<che fai stupido di un Aki- AHIAA>
<due...> e tirò per 11 volte l'orecchio senza fermarsi, anche se la più piccola lx tirava pugni e colpetti <UNDICI! UNDICI ANNI!!>
<SEI UN CRETINO!>
Le luci si riacessero subito dopo e non si accorsero che fosse opera dellx mastermind, entratx nella stanza con un piccolo sorriso e attirò l'attenzione con dei leggeri colpi di tosse finta.
La piccola scese dalle braccia, urlò il nome dellx Shinigami e si strinse a lxi.
<I AKI SONO CATTIVI!!> piagnucolò cercando di non farsi contagiare dalla risata dell'inventore.
<è una cosa italiana Sally! Immagina farla a 99 anni! Aki può confermare>
<sei proprio una putt-> si zittì notando una occhiataccia da parte del loro capo che si staccò da Sally prima che potesse stritolarlx <...una grande maleducata.>
<MI AVETE FATTO MALE!!>
<era un gioco e ho fatto pianissimo!> controbattè ilx scacchista
<NO! NON VI PERDONO!>
<allora mi sa che dovremmo dare i nostri regali ad un'altra bambina...> disse il biondino attirando l'attenzione di Sally e facendo smettere il suo piagnucolare.
<se ti diamo i nostri regali ci perdoni?>
<se sono belli si!>
Akio le porse una grande scatola rosa, la bambina scartò con grande foga e in fretta, aprendola ci trovò un bellissimo vestito ottocentesco, con le spalline di un bel rosa pallido e il corpetto e gonna di un colore più scuro. La gonna era decorata con dei fiocchi più chiari e c'era anche una maschera bianca, molto semplice ed elegante per la festa.
<è...BELLISSIMA!!> urlò e ilx scacchista le prese l'abito dalle mani solo per poterlo reggere e vedere in modo veloce come gli stesse agli altri due. Le avrebbe lasciato le spalle e le braccia scoperte <sono felice che ti piaccia, sarà il tuo abito per la festa...> aveva la voce un po' rotta e la piccola notò dopo che aveva l'occhio lucido, il labbro tremante nascosto da un sorriso da ebete.
<stai piangendo Aki? Tutto ok?>
<no...no- cioè si sto bene, mi è entrato...un po' di polvere nell'occhio->
Sally ridacchiò capendo benissimo la bugia e trovandolo buffo mentre cercava di non commuoversi. Si girò verso ilx mastermind tenendosi da sola il vestito <a te piace?>
<umh...carino si, ti sta bene solo che sei sicura di volerlo indossare? Le braccia sono scoperte quindi si vedranno anche quelle->
<indosserò dei guanti no? E Aki ci ha lavorato molto...lo indosserò!> lx rispose cercando di mostrarsi convinta come prima.
<ora sta al mio regalo e uno anche da parte di...una nostra amica> disse il biondino cambiando discorso e porgendo a Sally due regali, non ci mise poco a scartarli e tirare fuori il contenuto: una palla da pallavolo di Hello Kitty con una piccola lettera "tanti auguri Sally! Spero di poterti insegnare pallavolo quando ci vedremo♡" e nell'altro c'era uno zainetto a forma di squalo con una lavagnetta elettronica, da parte di Akinori.
<non sono eccezionali come l'abito ma spero ti piacciono->
<UNO SQUALO PORTA COSE? È BELLISSIMO E POI POSSO DISEGNARE ALL'INFINITO??>
<certo! E puoi anche salvarli!>
<ma posso scaricarmi giochi?>
<ovviamente che no! È solo una lavagnetta elettronica mica un tablet!> disse ad alta voce, poi si abbassò e sussurrò all'orecchio della bambina <certo che puoi ma non farti scoprire, lxi non vuole che hai un cellulare ed io finirei nei guai>
La bambina sorrise e lo abbracciò ma per stare al gioco fece la finta offesa e gli diede qualche colpetto <UFFA!! VOGLIO I GIOCHI!!>
<ora è il mio turno di darti il tuo regalo, anzi meglio dire premio. Sei stata brava a risolvere i miei enigmi>
<perché sono un genio!> rispose al più grande con un bel sorriso.
Il motivo per cui i giocatori l'avevano vista poco in quella settimana era proprio per risolvere un enigma che le era stato dato dalla mente, una specie di caccia al tesoro che faceva ogni anno per il suo compleanno per ottenere il vero regalo. Questa era la terza caccia del tesoro.
Si divertiva e i regali erano sempre giganteschi, come in questo caso e fu difficile scartarlo senza l'aiuto di lxi.
Era...una nuova e bellissima casa della bambole, una villa a tre piani con piscina e giardino.
<È BELLISSIMA!! GRAZIE GRAZIE!!> e disse nuovamente il suo nome stringendolx in un abbraccio, non era un tipx molto affettuosx e si bloccò a quell'abbraccio improvviso per quanto fosse consapevole sarebbe successo.
<di nulla- e Sally- staccati o non respiro-> disse e la piccola ubbidì subito ma non smetteva di sorridere e saltellare. Fece un piccolo sospiro e fece un sorriso <ti voglio bene e Buon compleanno, te la meriti questa casa delle bambole>
<ti voglio bene anch'io! Tantissimo! TANTO TANTO!!> lo prese per mano e aggiunse <puoi rimanere con me? Possiamo giocare assieme e->
<Sally adesso non posso proprio, devo tornare in fretta in camera mia, non posso rimanere altro tempo fuori>
<però...>
<dopo la festa potremmo giocare quanto vuoi, non mi prenderò nessun impegno, te lo prometto>
<...va bene...> mormorò e ricevette un veloce bacio sulla fronte
<non fare tardi e sogni d'oro>
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Non sapeva dove stava andando ma camminava tra i tetti dei palazzi ancora integri di quel paesaggio apocalittico e da film sulla guerra.
I piedi andavano da soli e per quanto volesse fermarsi a osservare meglio il paesaggio non poteva.
Il passo era svelto.
Si girò un attimo a guardarsi le spalle e potè vedere un mantello nero e bianco svolazzare.
Raggiunse un edificio molto alto e mal ridotto, almeno si reggeva in piedi e sul tetto di essa trovò un fanciullo dalla chioma rossa e scompigliata, con un mantello simile al suo e abiti neri decisamente da personaggio fantasy. Era sempre stato un nerd e non ha mai amato la loro divisa da Shinigami.
Ma si chiedeva come sapesse quel particolare.
Si avvicinò e dal volto si tolse una maschera bianca.
<hey Ketchup!>
L'altro si girò con un bel sbuffò <Shou potresti smetterla di chiamarmi così?>
<preferisci Kichi-chan~?>
<ti arriva un ficcone in faccia ti giuro>
Si sedettero sul cornicione, con i piedi in aria e lontani metri e metri da terra.
Non si era accorto che stesse portando un sacchetto con dentro due hot dog e delle patatine, sentì lentamente la fame alzarsi e iniziò a mangiare con...Kichirō? Era Kichirō no? Stessi occhi, stessi capelli, stesso volto, stesse mani, stesse labbra, stessa risata- l'unica cosa il suo modo di comportarsi era..diverso come era stato in questa settimana. E anche le sue parole, i suoi comportamenti erano strani. Non li stava minimamente decidendo lui, faceva tutto da solo.
Nessun controllo.
<hey mi passi il tuo simile?>
<no non ti passo il Ketchup.>
<EDDAI! Mica posso intingere le patatine nei tuoi capelli!>
<SMETTILA DI CHIAMARMI KETCHUP!>
<Ohh scusami Ketchup-kun~ non mi sgridare~> fece la voce da ragazzina e si beccò un pugnetto da parte dell'altro.
<non volevi parlarmi di cose serie e noiose?> chiese il corvino quando finirono di mangiare e il rosso si era appoggiato alla sua spalla, approffitandone per giocherellare con quelle ciocche scarlatte.
<esattamente> rispose <mentre tu ti stavi occupando del tuo maledetto killing game->
<pensavo ti piacesse Circus of Pyscho!>
<mi piace ma hai saltato un importante riunione> continuò Kichirō <comunque abbiamo discusso molto riguardo all'idea dell'ultima volta di Paganini's Devil e hanno deciso di uccidere tutte e tre quei cani e farli stare zitti e a cuccia. Stanno scoprendo troppe nostre informazioni e possono essere veramente pericolosi>
<finalmente uccidiamo quel bastardx italianx? Non l'ho mai sopportato! Come fa a sopportarlo ogni giorno? Ovvio che gli viene voglia di ammazzarlo. E chi li ammazzerà?>
Il rosso tirò fuori il cellulare per leggere una nota <allora...vuoi i nomi o nomi in codice?>
<che cambia dici sempre chi sono! Poi prima mica me l'hai chiesto>
<vero...allora- Paganini's Devil si occuperà di Ciclope, Queen of Glass Heart di Mad Hatter e della mummia non sappiamo, deve vedere come organizzarsi con Sally->
<vuole uccidere i amichetti di sua figlia?> non servì neanche nominarlx per capire di chi stessero parlando.
<e pensi che la situazione migliorerebbe davvero con la loro morte? Tipo...smetterebbero di attaccarci?> chiese subito dopo il rosso.
<non ne ho idea sinceramente. Tu invece ci vedi veramente una tregua? Una specie di pace?>
<boh...forse? Si stuferranno dopo un po' no? O cercheranno di ucciderci tutti come risposta>
<che drammatico> rispose il corvino <speriamo di venire ammazzati assieme, non riuscirei a pensare a una vita senza di te> aggiunse e l'altro ridacchiò
<aww che romantico!> gli prese la mano e gli bacio il dorso <io ti prometto che non morirò finché non leggeremo assieme Lo Hobbit! TUTTO E SENZA INTERRUZIONI!>
L'altro ridacchiò <allora considerati immortale!>
<voi due siete proprio insgamabili ma anche così teneri> i due si girarono di scatto e si presero un colpo sentendo una terza voce. Veniva da una ragazza con una maschera bianca in volto e un mantello bicolore come il loro, il cappuccio non la copriva e si potevano vedere lunghi capelli bianchi legati in una coda alta <non dovreste parlare dei nostri affari all'aperto, in modo così esplicito, soprattutto in questo periodo che siamo sotto la loro osservazione e sotto attacco di terroristi>
<scusa mamma!> disse il ragazzo Ketchup scendendo dal cornicione
<nessun cecchino ci ha presi, possiamo stare tranquilli no?> scese anche il corvino.
<assolutamente no. Sai-> non riuscì a finire la frase che si sentì un botto venire dall'edificio davanti al loro <sai potrebbe succedere di tutto in ogni momento! Sbrighiamoci ad allontanarci da qui> dopo quelle parole prese per mano il rosso iniziando a correre con lui e seguito dall'altro.
Più aumentavano i botti e più la vista si fece sfustaca, poco nitida e bianca, fino a non vedere più nulla e lasciarsi travolgere dal suono di una gigantesca esplosione.
Non sentiva più le gambe, le mani, la testa, il vento contro la pelle, il suo stesso cuore.
Si sentiva vuoto.
Si sentiva senza nulla dentro e senza nulla fuori.
<ridateci la nostra vita>
Disse una voce identica alla sua.
Ore: 04:00 p.m __ Giorno 29 _________
Luogo: camere da letto _____________
Era tutta la mattina che pensava a quel sogno, aveva chiamato anche per sbaglio Kichirō Ketchup e la sua reazione fu una sgridata simile a quella del sogno "puoi smetterla di chiamarmi così Shou?", spiazzando il corvino perché non l'aveva mai chiamato così per tutto il gioco.
<a dopo Ketchup!>
<ancora? Preferisco Kichi è decisamente meno irritante!>
Era la quinta volta che l'aveva chiamato così per sbaglio ma per il rosso sembrava solo l'ennesima volta.
Rimase nuovamente colpito e confuso mentre l'altro se ne andava con un sorriso a preparsi con Shiro e Shinobu.
Non capiva il suo comportamento.
Era cambiato all'improvviso e aveva paura.
Se quelli fossero veramente i suoi vecchi ricordi nascosti...
Lui e Kichirō sarebbero...Shinigami?
Sarebbe la causa per cui Mamoru è stato mandato a un killing game?
La causa della sua morta?
Forse stava esagerando.
Forse stava diventando troppo drammatico.
Doveva essere razionale.
Aveva paura.
Per quanto provasse a pensare come un robot non poteva smettere di avere paura.
Paura di qualsiasi cosa.
Paura che tutto quello a cui aveva sempre creduto essere reale fosse una gigantesca bugia.
Paura che tutto quello a cui si stava abituando a vivere cambiasse senza poterne avere il controllo.
Paura della vita degli altri, ma non della sua.
L'acqua calda non rilassava i muscoli, era in guerra con quei pensieri che non si abbandonavano e anche se chiudeva gli occhi non lo lasciavano.
Fare la doccia non lo aiutava.
Voleva avere solo delle certezze.
Forse Kichirō ha avuto i suoi stessi ricordi? Sogni? Incubi? O come volevano essere chiamati-
Ciò spiegherebbe il suo strano comportamento? Forse?
Avrà avuto sogni peggiori se l'avevano distrutto così tanto inizialmente.
Ma non capiva il cambio di comportamento, nel modo in cui parla, lo guarda, il tono, come cammina e come reagisce. Tutta la sua timidezza e purezza di un bambino sembravano essere spariti magicamente...non era più lo stesso.
Non smetteva di pensarci nemmeno un secondo.
Pensava più a Kichirō che a sè stesso, del fatto che anche lui fosse protagonista di quel strano sogno. Forse non meglio non pensarci o sarebbe peggiorato tutto.
Perché era più facile credere che fosse tutto finto, il suo subconscio era influenzato da tutte quelle informazioni tipo quando vedi troppe cose riguardanti i puffi e ti sogni come uno di loro.
Stessa cosa.
Più o meno...poteva scegliere un esempio migliore-
Uscì dalla vasca, c'era un sacco freddo in quelle stanze e l'accappatoio fu un sollievo per la sua pelle, uscì con calma per prendersi i vestiti e preparsi ma si bloccò un attimo venendo che nella stanza c'era Yumeri tranquilla sdraiata sul SUO letto CON LE SCARPE e che sulla scrivania mancava la SUA pistola...
<Shou quale maschera dovrei mettere? Questa o questa->
<Yumeri hai preso tu la mia pistola?> la interrompe bruscamente e la fanciulla fece no con la testa.
Panico.
<Yumeri da quanto sei qui?>
<uhh...5 minuti? Mi sono cambiata in camera mia e poi sono venuta qui come avevi detto->
<e hai visto qualcuno mentre venivi qui?>
<no...nessuno sinceramente->
<NESSUNO? PROPRIO NESSUNO?>
<SI NESSUNO! ORA NON SERVE CHE URLI! XALMO!>
<MI HANNO PRESO LA PISTOLA!>
<ANCHE TU COGLIONE CHE LA LASCI SULLA SCRIVANIA!>
Quella notizia peggiorò la situazione, si sedette sul letto e si mise le mani in testa e tra i capelli ancora bagnati.
<merda..merda...merda! Sono un coglione SONO UN COGLIONE COME HO POTUTO F->
<E SMETTILA SHOU!> gli urlò la motociclista dandogli un coppino dietro il collo e si mise davanti a lui, prendendogli dalle mani l'asciugamano e si mise a strofinare i suoi capelli <ascoltami bene, ora tu ti calmi, capito? TI C-A-L-M-I, ti prepari per la festa e vado a cercarla io questa pistola ok? Ok. Non accetto obiezioni.>
<ti prego trovala ti prego! E se qualcuno muore alla festa?>
<senti Shou ora non portare sfiga> si avvicinò alla porta <farò del mio meglio! Ora fatti bello bello per Kichirō e ti calmi chiaro?> ridacchiò e chiuse a tempo la porta evitando un asciugamano in faccia.
<NON FARE LA SCEMA!...SCEMA!>
____ ___ ___
Akio si era assentato per un bel po' assieme a Hiroko quindi era toccato ad Akinori preparare e lavare Sally, ma il buon profumo di rose non la stava rilassando. Il più grande l'aveva notato come fosse tesa, preoccupata e temeva che rompesse quella paperella per quanto la stesse strizzando.
<Sally tutto ok? In ansia per la festa?> le chiese con tono dolce, massagiandole la testa e imitando le mosse dell'italianx per pulire per bene i capelli.
La bambina si strinse a sè stessa e scosse la testa <sto bene...>
<Sally cosa abbiamo detto riguardo alle bugie? Non si dicono. Quindi non mi dire che va tutto bene se non è così> non era una sgridata, era anzi molto tranquillo e si fermò, pulendo le mani dalla schiuma <parla, puoi dirmi tutto lo sai>
<...non lo dire ad Monoaki però...devo per forza mettermi quel vestito?> mormorò.
<non ti piace? Puoi benissimo dirlo ad Akio, non si offenderà lo sai!> Le rispose subito e l'altra fece no con la testa.
<mi piace però...non è troppo scoperto?> a quella affermazione si girò verso il biondino che ridacchiò
<se quello è scoperto allora Akio è sempre nuda?> disse e quella battuta fece ridacchiare anche la piccola.
Ritornò dinuovo seria <e che...si vedono le cicatrici sulle braccia anche se indosso i guanti...e quelle qui sul collo...le cicatrici non sono carine da vedere seuuna ragazza e mi ricordano momenti brutti> confessò Sally, immergendosi di più nell'acqua piena di schiuma e che copriva appunto quelle cicatrici.
Segni dei maltrattamenti improvvisi dei suoi genitori per colpa dell'altra Junko e della disperazione. Prima erano così amorevoli.
Segni del killing game dove la sua vita era completamente cambiata, quando aveva solo sei anni.
Aveva solo sei anni e ha dovuto uccidere così tanta gente per vivere.
Segni di quella casa piena di orfani e bambini, una casa violenta, dove si crescevano soldati e non persone.
Cicatrici di risse, scherzi, punizioni.
Le più recenti erano cicatrici di partecipanti aggressivi e che se la prendevano con lei.
Odiava quelle cicatrici.
Sono brutte.
Rovinano la sua pelle candida e la rendono imperfetta.
Se ne vergognava.
<Akio dice che le cicatrici ti rendono un grande figo o una donna guerriera...ma sinceramente penso che sono segni orribili, rovinano il corpo...fanno proprio schifo> disse Akinori interrompendo quel silenzio.
Alzò di scattò la testa pronta a urlargli contro qualcosa, doveva consolarla e non dire quelle cose ma si zittì quando lo vide senza la camicia, davanti alla vasca, e mostrava una grandissima cicatrice sulla schiena, scura, e si girò mostrando molte altre, più piccole, su tutto il busto e sparse. Si tratteneva nell'istinto di coprirle subito e si mise le mani in tasca.
Cicatrici di un piano d'amore andato a rotoli, cicatrici di un passato da sempre violento nei suoi confronti e altre di una guerra che non sarebbe mai finita.
<non sono un bel vedere lo so> cercò di metterla sul ridere ma la bambina vide quanto si stava sforzando.
<permettimi di fare un discorso serio per una volta> si appoggiò alla vasca e guardò Sally dritto nei occhi <dovrai conviverci con questi segni sulla pelle, che siano per operazioni> si portò un mano sul ginocchio della gamba robotica <sai...prima di questa protesi avevo la gamba un po' rovinata...non ero un grande figo come Dottor House e dovrò convivere su non avere più due arti> aggiunse e la mano si spostò sulla schiena <convivere su ricordi che non mi lasceranno mai anche se ci provo in tutti i modi...> fece una piccolo pausa <questa e la perdita dei arti è dovuta ad un esplosione di una mia bomba e la rovina di una relazione...con una vecchia amica che ora non c'è più...> raccontò in breve, anche perché non era una storia adatta a una bambina. Era troppo complessa e temeva che non avrebbe capito bene le dinamiche.
Passò le mani sul petto <queste sono tutte missioni che ho fatto dove ho rischiato più volte di morire...fanno veramente schifo vero? Non è che prima fossi un top model ma adesso non sono neanche guardabile>
Ritornò a guardare la bambina che si era messa invece a guardare le sue cicatrici.
<non posso insegnarti ad amare le tue cicatrici posso solo aiutarti ad abituarti a loro e...viverci assieme.>
<non voglio neanche che ti blocchi per essere e impederti di metterti certi vestiti per colpa loro> disse, si alzò e si rimise la camicia <per anni non sono andato al mare per colpa di esse, non uscivo d'estate senza indossare qualcosa di lungo per coprirle, anche le protesi erano una vergogna.> nuovamente coperto si mise in ginocchio affianco alla bambina e le accarezzò il volto <non voglio che ti fermano nel metterti un bellissimo vestito per il tuo compleanno, che ti rovinano la festa e la vita. Non puoi farci nulla se ci sono, se rovineranno il tuo corpo, vivrai lo stesso e al meglio. Sono solo segni, comandi tu e non loro, tu non sei le tue cicatrici.> con il dito tolse le prime lacrime che scendevano dai occhi della bambina <quindi tu ti metterai quel vestito e sarai bellissima per quello, per i tuoi fantastici capelli, per il tuo volto e i tuoi occhi. Chiaro?>
<Aki...> Sally parlò nuovamente con voce tremante <anche tu sei bellissimo>
Il più grande non riuscì a non commuoversi a quelle parole e cercò di non piangere.
<grazie...grazie davvero Sally>
<non voglio...neanche i guanti. Se diranno qualcosa...li prenderò a pugni!>
Akinori ridacchiò, strofinandosi gli occhi e togliendo quelle timide lacrime che lentamente scendevano e diede un bacio in fronte alla bambina <that's my girl>
___ ___ ___
Era giunta l'ora della festa.
L'ultima volta che erano stati invitati a una festa gigantesca da Sally fu l'inizio di tutta questa storia e non erano molto positivi ripensando a quel giorno.
Ma c'era chi come Kichirō non vedeva l'ora di festeggiare, ballare, bere, mangiare e divertirsi, potersi godere una giornata veramente viva e non come le passava dentro a quella stanza di specchi.
Voleva per una volta, l'ultima volta, provare un po' di felicità che era diventata ormai un lontano ricordo.
Scattò fuori, non aspettando le altre due ragazze e si mise a correre per il dormitorio finendo addosso a un ragazzo corvino, caddettero a terra uno sopra l'altro.
Non era un corvino qualsiasi.
Era il suo Shou.
Inutile dire che Shou si prese un colpo, lo fece capire al rosso quasi tirandogli un pugno in faccia ma si fermò da solo appena si accorse che fosse il suo Kichirō. La maschera non gli dava il potere di essere anonimo come superman e la colpa erano di quei bellissimi occhi ambrati e quei capelli rossi, impossibile non riconoscerlo anche con il volto coperto.
<heylà~ anche tu passavi di qua? Che coincidenza! E dove va un bel ragazzo come te vestito così?> gli disse i Dungeon Master e ridacchiò per la ridicola espressione da "come sembrare attraente e conquistare la tua crush con un semplice sguardo" fallimentare.
<puoi toglierti o ti tiro davvero quel pugno>
<che violento!> si alzò e gli prese la mano per aiutarlo, non servì neanche porgerla perché l'altro la afferrò e la strinse subito <ora sbrighiamoci! Evitiamo di arrivare per ultimi e far aspettare tutti>
<ma è prest->
<ANDIAMO!!> e venne trascinato dall'amico giù per le scale.
Non lo lasciò neanche quando arrivarono alla sala da ballo e iniziò a salutare chi fosse già presente, Goro, Kaoru, Nori e Elviira, con grande energia e gioia che da tanto era sparita dal rosso.
Riscaldò il cuore del Birdwatcher vederlo così, con un bel sorriso e solare, con una voce alta e coinvolgente, sereno e tranquillo.
Il suo Sole.
Il suo Sole che aveva riscaldato le sue giornate e spazzato via temporali così potenti che avevano distrutto tantissimi edifici, il suo cuore e la sua mente. Anche quando sembrava più debole, coperto da nuvole, non smetteva di riscaldarlo e far sì che fosse sempre giorno.
Il suo Sole...che stava quasi per farlo rotolare giù dalle scale.
<FAI PIANO!!>
<BUONASERA RAGAZZI!!>
<KICHIRŌ!!>
<menomale che non mi sono affidata a Kichi oggi o sarei già a terra!> ridacchiò Shiro, con calma li aveva raggiunti e con lei c'era Shinobu che la guidava.
L'artista indossava dei comodi pantaloni neri a zampa al posto di una gonna, abbinati a una camicia bianca con maniche molto ampie, la maschera nera con un rosa del medesimo colore e decorazioni d'oro e accompagnata da un ventaglio scuro.
Mentre la pianista indossava sempre un abito molto chiaro, color crema, un corsetto più scuro e una collana un po' pacchiana di perle, la maschera bianca decorata con piccoli fiori chiari.
<con me coi tacchi rischi lo stesso> le disse e l'altra ridacchiò più forte.
<io mi fiderei sempre di te Shinobu con o senza tacchi! Poi stai andando benissimo cara, sei diventata un esperta>
<non esageriamo...>
<LUMACHE!!> le urlò contro Kichirō come un bambino, vestito con una bella giacca e maschera bianche con decorazioni dorate in contrasto con gli abiti e la maschera nere e rosse di Shou, facendoli sembrare un demone e un angelo, una bella coppia di contrari.
<fai piano Kichi- TI HO DETTO FAI PIANO PORCA PUTTANA NON MI TRASCINAR-EEEEEE->
Ecco che venne dinuovo preso e portato contro la sua volontà verso il gruppetto per salutarli e parlare, un po' come se fosse il primo giorno lì dentro, quando si risvegliarono in quelle strane camere e dando iniziò a un incubo.
Tutto era cambiato.
Ormai non potevano più considerarsi sconosciuti e tanta gente era morta, i rapporti cambiati di continuo e con un futuro più incerto di prima.
La speranza non era la stessa.
Loro non erano più gli stessi.
Nori era diventata più estroversa dal loro primo incontro ed era lei a trascinare Elviira, non smetteva di tenerla per mano e darle la forza di andare avanti. L'azzurro non l'aveva abbandonata anche in questo vestito, decorato da fiori rosa e una maschera bianca, i capelli corti erano un grande cambiamento e dovevano ancora abituarsi.
Elviira, senza Roza e senza Hannes, sorrideva, voleva mostrarsi come quella di sempre, quella che il primo giorno si presentò con una capriola e saltando giù dalle scale. Con quel taglio sembrava che anche Hannes fosse alla festa con un bel abito lilla, una maschera scura e un mantello bianco e decortato da fiorellini.
Faceva strano non vedere anche Sae, New York, Maude, Chunami, Nicolas e Roza alla festa come se fosse la prima volta.
Non c'erano e non sarebbero più tornati.
Goro e Kaoru le accompagnavano, senza il loro ormai ex amico Kazuya, solo loro due e si erano sempre forzati a portare un po' di allegria in questo killing game. Non si sarebbero mai immaginati di diventare così intimi, pensare che inizialmente erano solo studenti della stessa scuola e nient'altro, ora non riuscirebbero a stare senza l'altro.
<siete fantastici!> disse il rosso dopo aver fatto i complimenti alle due fanciulli e dando qualche pacca a quello che era solo il suo mangaka preferito e ero condividevano la stessa sorte.
<anche tu Kichi! Dopo posso farti un ritratto?> Goro aveva una maschera più particolare, blu e bianca, colori che riprendevano dai abiti come il panciotto blu e la camicia bianca.
<ovvio!>
<a me no?> disse Kaoru con finto fare geloso, il suo abito è troppo complesso da descrivere.
<no.>
<stronzo>
Arrivarono gli ultimi invitati
<hey! Scusate il ritardo> salutò Kazuto con un abito non-verde evitando di creare un outfit abbinato ai ciuffi verdi, ma puntando a una giacca rossa. La maschera era nera con un sole stilizzato sulla fronte.
<posso togliermi questa maschera? È scomodissima>
<ovviamente che no! Se no non sarebbe più una "festa in maschera">
<ma vaffanculo te e la tua festa in maschera!> non aveva tutti i torti Yumeri a lamentarsi, era l'unica tra tutti a non avere una maschera che le copriva solo la parte dei occhi ma metà faccia verticale, prendendo anche la bocca.
Una maschera bianca e decorata con fiori, l'abito non era poi tanto diverso da quello giornaliero se non per una giacca nera che le arrivava sopra alla vita.
Loro non erano poi cambiati così tanto, come potevano dire alcuni anche per Shiro e Shinobu.
Gli ultimi dei ultimi erano i double-Ju, Jun'ichi e Jun, i due criminali del gruppo e che a braccetto arrivarono alla sala pronti a subirsi sguardi pieni di odio e diffidenza, normali e che ormai non gli facevano più effetto. Se avrebbero pianto l'avrebbero fatto a fine festa.
Non potevano farci nulla, ormai la loro copertura era saltata e tutte le loro bugie erano state scoperte. Potevano essere solo sinceri e se stessi. Non erano più la timida commessa e il freddo businessman ma la vivace scammer e il malinconico mafioso.
La prima corvina aveva tirato indietro i capelli, si differenziava da tutti con uno stile più steampunk e non smetteva di lamentarsi per il corsetto, almeno non aveva uno scomodo vestito come le altre.
L'altro corvino era total black e con la sua solita eleganza.
La sala da ballo li accoglieva come la prima volta, con tanti banchi con il buffet e sarebbe stata la loro cena insieme alla torta, si aspettavano qualcosa di gigante e rosa. Tanto rosa.
C'era anche grande palco che copriva la sala da pranzo e c'erano solo dei simpatici manichini senza pelle umana che suonavano una melodia jazz rilassante.
Stavano pensando a cosa mangiare, anche se c'erano dei cartelli con su scritto "non toccare fino all'inizio della festa♡" quindi avrebbero dovuto aspettare e si misero a chiacchierare nell'attesa della festeggiata, cercando di coinvolgere tutti anche chi fosse meno volute come i due corvini ricercati.
Di cosa parlavano? Da cose da ragazzi.
Come fosse la loro classe, aneddoti scolastici e della loro vita prima del gioco, quelle cose quotidiane che sembrano così scontate ma in momenti estremi ti rendi conto quanto fossero importanti e pieni di valore.
Racconti che ti fanno sorridere e ridere gli altri, racconti che ti rendi conto che anche altri hanno vissuto e tutti vogliono raccontare la propria versione.
Conversazioni vuote, create dal nulla e che sono fatte per nulla, per usare stupide parole e far passare velocemente il tempo.
Chiacchiere tanto per.
Giusto per stare assieme.
<se volete iniziare a mangiare, il buffet è aperto al pubblico...>
Tutti si zittirono quando sentirono la voce dell'unico rimasto fuori da quella conversazione: Kazuya.
Era lì davanti a loro, libero da ogni corda, ricoperto di cerotti e fasce, a fatica si reggeva in piedi ed era vestito come un maggiordomo ma anche lui aveva una maschera come tutti loro.
Non si sarebbero mai aspettati che il violinista fosse fin dal primo giorno fosse in combutta con i loro rapitori.
Goro fece un passo in avanti e si fermò da solo prima di saltare addosso al romano con la voglia incredibile di prenderlo a pugni mescolato ad abbracciarlo. Gli mancava. Cazzo quanto gli mancava. Quanto gli faceva male vederlo così mal concio e odiarlo così tanto.
Sotto la maschera si potevano vedere i lividi e vari cerotti, pure un occhio nero, era davvero mal concio e con quella laccata di mucca faceva più pena.
<cosa ci fai tu qui?! Dovresti essere in camera tua legato e->
<Akio- uh...Monoaki mi ha chiesto di aiutarli perché dovevano occuparsi di altro e gli serviva qualcuno che facesse da "sostituto maggiordomo"...se vi serve qualcosa...io ci sono...ecco...> rispose e fu una grande fatica fare un inchino, sentiva lo stomaco venir colpito da fitti colpi e pregava che le gambe non cedessero facendolo cadere.
Tutto il suo corpo faceva mal per tutti quei corpi e stando legato, immobile e sempre a terra.
<mi serve che vai a farti fottere e non torni mai più> disse Goro subito dopo secco e senza pensarci due volte, girandosi e allontanandosi dal gruppo seguito dal schermidore e la biologa marina e sotto gli sguardi di tutti.
<...a me serve un bicchiere di...uhh- champagne, è leggero> il mafioso impedì al silenzio di rendere la situazione più pesante e più imbarazzante, attirando l'attenzione di tutti e le risatine di Jun.
<you are a idiot oh my god->
<perché? Ho sete.>
Il romano annuì e portò un bicchiere di champagne e anche un'altro con dell'acqua richiesto successivamente dalla stessa Jun solo per attuare un suo piano malefico.
Scambiare i due bicchieri e prendersi lei lo champagne e dando della salutare acqua all'amico.
Voleva berlo anche se non potrebbe, ma non potrebbe neanche scammare e giocare d'azzardo a quell'età quindi non le importava.
Un piccolo sorso e si fermò per tutte quelle bollicine che gli pizzicarono la lingua, facendo una piccola smorfia e guardando male quel schifoso liquido.
<questo champagne non sa di champagne->
<non sa di piscio? Fa schifo! Come fai a berlo? Tieni e dammi l'acqua!>
<sospettavo uno scambio, potevi anche chiedere->
<DAMMI L'ACQUA E SHUT UP!! FA SCHIFO OH MY GOD>
Il mafioso sospirò e riprese il bicchiere di champagne dando l'altro alla fanciulla.
All'improvviso si spensero le luci e rimase solo una accesa, un faro che illuminava la festeggiata sopra alle scale con il suo bellissimo vestito, le braccia scoperte, le cicatrici non sono vedevano troppo ma lei sapeva che erano lì.
Il volto celato dalla maschera, rosa pallido in contrasto con il rosa accesso e scuro dei capelli tenuti sciolti e con dei bei boccoli che le incorniciava il volto della bambina.
La protagonista di questa puntata.
La stella più luminosa di quella serata.
Iniziò a scendere le scale con in sottofondo una debole melodia trionfare che venne interrotta da un corretto improvvisato dei partecipanti.
<tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri a Lady Sally! Tanti auguri a te!!>
Semplice, la solita canzone che sentiva ogni anno eppure fu difficile contendersi, non correre giù dalle scale verso tutti loro e ringraziarli.
Era una cosa stupida ma quando le cantano gli auguri sente il cuore riscaldarsi, si sente voluta da qualcuno e tutte le sue preoccupazioni su come loro potessero odiarla sparirono in una nuvola di fumo con delle semplici note. Sembrava matura ma era sempre una bambina.
Si coprì la bocca, fu una sorpresa e continuarono a cantare anche in altre lingue come inglese e finlandese, finché non arrivò all'ultimo gradino e rubando il lavoro all'orchestra.
La prima cosa che fece fu abbracciare Elviira che si era fatta sentire più di tutti nel coro e aveva aggiunto un timido "ti voglio bene".
Si stacco subito dopo con un grande sorriso e il faro continuava a illumarla <grazie davvero...ma...È IL MOMENTO DI INIZIARE LA FESTA!! AKI ANDATE CON LA MUSICA!!>
Urlò e il farò si spostò verso il palco, in mezzo alle scale, dove c'erano i due maggiordomi pronti a fare lo show.
Akio seduta sul pianoforte, con le gambe incrociate, tacco basso, vestito attilato nero con uno scollo a V, spalle scoperte e braccia coperte da guanti del medesimo colore, avvolta da una sciarpa di piume azzurro chiaro.
Capelli sciolti e la maschera bianca e nera copriva leggermente il suo trucco. Elegante e bellissima come sempre, non avrebbe perso il momento per avere l'attenzione su di sè.
Più modesto era Akinori, che suonavano i pianoforte, aveva un cappello nero con una fascia bianca che gli copriva il volto assieme alla maschera, i capelli biondi legati in un piccolo e disordinato codino.
Anche lui indossava una sciarpa di piume verde chiaro che rovinava il suo completo serio e classico.
<Miss Mary giunse a Napoli, venendo dall'America per imparare tutte le canzon! Ma quando canta, che confusion!> la voce dell'italianx era perfetta, oltre che non si sentiva per nulla l'accento giapponese e aveva un ammaliante sorriso mentre cantava. Scese dal pianoforte mentre l'altro si mise a suonare <Ehi mambo! Mambo italiano...Ehi mambo! Mambo italiano! No, no, no, non è solo siciliano, non è calabrese, non è un mambo piemontese, ma... Ehi mambo! No, non è tarantela... Ehi mambo! Non voglio mozzarela, no, no, no! Mambo italiano, prova ad assaggiare pulpe, triglie e baccalà!>
Le luci si riacessero facendo vedere bene l'intera sala, i manichini che facevano d'accompagnamento per il solista inventore e a prendere la scena era lx scacchista che si mise a muovere i fianchi a ritmo.
La bambina si fiondò verso di loro, salendo sul palco con l'aiuto del più grande che si mise a ballare con lei senza smettere di cantare con una seconda timida voce, Sally.
<Ehi cumpa'! Gridavi il giorno a tutto spian, cambiando sempre l'italiano ma con il suo mambo... lei continua sempre, imperterrita a cantar soltanto... Ehi mambo!!>
Mentre loro cantavano altri si misero in centro pista a ballare, facendosi trasportare dalla musica come Goro che portò con sè Kaoru, cercando di non toccarlo troppo e stando lo stesso abbastanza vicini, e l'americano si mise a cantare e la sua pronuncia non poteva essere paragonata a quella del madre lingua e fece ridere ilx giapponese. Vennero seguiti da Nori che si prese coraggio a ballare in pubblico, come se non fosse la prima volta.
Erano tutti tranquilli, chi non ballava in prima fila lo faceva con più calma e contegno mentre mangiavano qualcosa al buffet come Shiro e Shinobu, abbandonate dai due protagonisti che corsero ad aggiungersi al trio (Kichirō aveva costretto Shou).
<se fa troppo casino per te dimmelo che semmai ci allontaniamo un attimo assieme> le disse la pianista e l'altra scosse la testa bevendo qualche sorso di vino <non ti preoccupare Shiro, per adesso tutto bene...poi Akikuma è veramente bravo a suonare non credi?>
<concordo! Sono felice che non me l'hanno chiesto perché non avrei trovato il tempo per allenarmi e non mi sarei goduta la festa> ridacchiò e morse un crostino <e godermi anche il cibo>
<ehi, tu pur, tu vuoi mangiare pasta e fasul! Dicendo sempre, ehi bambino, non bere molto vino poi continua sempre imperterrito a cantar soltanto...Ehi mambo! Mambo italiano!> canticchiava Kazuya per distrarsi dal dolore delle gambe, ogni passo era una lama che andava più nel profondo e più volte gli altri hanno dovuto aiutarlo per non farlo cadere a terra mentre portava da mangiare.
Venne aiutato anche da Yumeri che gli lanciò una grande occhiataccia e si prese i suoi paninetti.
Non voleva ballare soprattutto se a cantare era quellx bastardx, si limitò a fare piccoli movimenti e mangiare, ma soprattutto osservare Shiro che si era aggiunta al ballo trascinata dal rosso.
Mangiava più per il nervoso che per la fame.
Doveva parlare con Shiro ma non aveva in mente nessun discorso, nessuna bella parola, c'era il vuoto e solo l'angoscia di andare lì da lei e poi stare in silenzio, fare la figura della scema per della stupida ansia insensata e non aveva la minima idea da dove venisse.
Non aveva mai fatto così, forse pensare troppo prima di agire le faceva male e doveva fare come sempre, essere sincera e schietta, ma l'ultima volta che l'aveva fatto aveva appunto litigato con la pianista e creato tutta quella situazione.
Che pensieri ripetitivi. La infastidivano e si prese un bicchiere di vino per far passare tutta quella confusione in testa.
Cambiò anche la canzone e questa volta a cantare era Akinori, l'unico di loro che l'aveva sentito era Shou e non era stato un bel momento ma non perché non sapesse cantare.
<Another familiar type of love song is the passionate or fiery variety, usually in tango tempo. In which the singer exhorts his partner to haunt him and taunt him, and if at all possible, to consume him with a kiss of fire. This, uh...This particular illustration of this genre is called "The Masochism Tango">
Shiro era nuovamente sola perché Shou e Kichirō erano andati a ballare ed era il momento giusto per andare e parlarle ma sentì le sue gambe bloccarsi.
Troppi pensieri.
Stava lasciando troppo tempo passare e i pensieri aumentavano.
Il vino era pure finito.
Forse era una pessima idea parlarle.
Forse aveva bisogno più di vino e fare finta di nulla.
Forse...
<Kazuya->
<ti vuoi ubriacare così presto?> la voce di Jun'ichi la fece girare di scatto e ovviamente sorseggiava del vino, era una festa troppo elegante per della rozza e buonissima birra.
<e sembri una maniaca ad osservare Shiro>
<parli proprio tu? Il maniaco numero uno!>
<lo aggiungo alla lista dei miei soprannomi dopo assasino, bastardo, figlio di puttana, mafioso, merda umana...comunque perché la stai osservando?> chiese e finì il suo bicchiere.
<sei geloso?>
<no. Tu invece sei diventata una fifona? Perché non sei ancora da lei? Non avevi detto tu stessa che se non la prendo io la avresti presa tu? Sembra che vi state evitando...> continuò a chiedere con un leggero tono provocatorio che infastidì la motociclista.
<non sono affari tuoi stronzo. Poi stavo andando da lei per parlarle->
<quindi sei interessata a fare conversazione? È una cosa seria? Incredibile Yumeri>
<SI! È una cosa seria! Le ho fatto del male e voglio risolvere a faccia a faccia! Non come hai fatto te- e quindi si voglio risolvere, chiedere scusa, fare pace essere amiche e stare assieme come prima e- >
<e hai paura di peggiorare la situazione? Pensa che peggio di me non puoi aver fatto e finire> il tono di Jun'ichi fu come una secchiata d'acqua fredda.
<non posso fare la tua stessa minaccia "se non ci provi tu ci provo io" ma come avevo detto all'epoca, Shiro ti vuole bene e ti trova fantastica, non è una ragazza permalosa ed è sempre aperta al dialogo. Il problema sei tu che pur di non andare da lei ti sei fermata a parlare con me. Quindi ora vai da lei e vediamo se riesci a essere migliore di me nelle scuse. Hai sempre bisogno di competizione no?>
<io sono migliore di te.> disse dopo un bel sospiro <ma ho bisogno di più vino>
<ti sei rammolita>
<vaffanculo Jun'ichi>
C'era chi parlava e chi invece ballava.
<I ache for the touch of your lips, dear! But much more for the touch of your whips, dear you can raise welts! Like nobody else! As we dance to the Masochism Tango> la voce di Akinori era perfetta per questa canzone.
Kaoru guardava i due suoi amici, Goro e Nori, ballare assieme in modo molto goffo anche per via della grande differenza d'altezza e provavano di ballare questo Tango nel modo più drammatico possibile, cercando anche di non ridere e rimanere seri nella loro parte.
Non gli dispiaceva starli a guardare, anche perché sarebbe stato fin troppo contatto fisico per lxi e voleva evitare di rovinare la festa con un attacco di panico, sarebbe stato un pessimo regalo di compleanno.
<Let our love be a flame, not an ember! Say it's me that you want to dismember! Blacken my eye, set fire to my tie! As we dance to the Masochism Tango!>
Quello sarà stato almeno il terzo bicchiere di vino, pieno fino all'orlo e bastò per Shinobu per considerarsi più che brilla, ma non ubriaca!
Abbastanza brilla da prendere un quarto bicchiere di vino come se fosse della normalissima e sana acqua.
Abbastanza brilla da ridere per qualsiasi cosa e sentire la testa così leggera che sembrava non fosse attaccata al suo corpo.
Abbastanza brilla da andare verso ilx schermidore, prenderlo per mano e portarlo a ballare senza neanche chiedere. Se fosse stata più sobria non l'avrebbe mai fatto e dopo il primo passo si sarebbe bloccata per l'imbarazzo.
Ma era una festa e doveva divertirsi come tutti.
Ma era una festa e doveva ballare come tutti.
Ma era una festa e doveva essere come tutti, nessuno escluso, non voleva sembrare diversa e strana.
Dentro di sè desiderava poter stare dinuovo con ilx schermidore, danzare ubriaca con lxi e non pensare a tutti i problemi che non conosceva che avevano complicato il loro rapporto.
Lx voleva dinuovo per sè.
Voleva dinuovo la sua attenzione e il suo affetto, si sentiva così sola e dispera senza di lxi e chiunque altro potesse farla sentire desiderata e di qualcuno, non abbandonata a se stessa in un modo troppo duro e troppo soffocante per la sua piccola e debole anima.
<At your command! Before you here I stand! My heart is in my hand...Yeechh! It's here that I must be!>
<My heart entreats just hear those savage beats! And go put on your cleats! And come and trample me!>
Non voleva essere toccato.
Non voleva essere toccato.
Non voleva essere toccato.
NON VOLEVA ESSERE TOCCATO.
Soprattutto se era Shinobu.
Tra tutti lei doveva essere l'ultima.
Per quanto si costringesse a credere che fosse un'amica era così difficile ignorare tutti quei sospetti e più la guardava e più aumentavano.
Perché poteva stringere troppo una presa, rompergli un'osso, tirare fuori un coltello e conficcarlo nella schiena, poteva strozzarlo, poteva...poteva fargli del male e ucciderlo perché la stava facendo soffrire.
Non riusciva neanche a muoversi, facendosi trascinare a quel Tango che bloccava il suo cuore, ogni suo muscolo e i suoi polmoni, lo faceva sudare e tremare. Non stava bene.
Non voleva essere toccato.
Se lo ripeteva ma il suo corpo non stava bene, non riusciva a reagire.
Riuscì solo a sussurrare un debole "Shinobu" con il poco fiato rimasto.
<Your heart is hard as stone or mahogany that's why I'm in such exquisite agony!! My soul is on fire! It's aflame with desire! Which is why I perspire when we tango!>
Si era messa pure a cantare.
Lei era contenta di quel ballo.
Si preoccupò solo quando di colpo l'altrx si bloccò definitivamente e fece dei passi all'indietro, in quel momento la sua mente brilla poteva vedere con più chiarezza e notare il volto pieno di panico di Kaoru.
<Kaoru tutto ok?> gli chiese, facendo un passo in avanti e stringendo le loro mani, intrecciando le dita che sfuggirono via perché ilx schermidore fece altri passi all'indietro.
<non mi toccare. Shinobu scusa. Ma non mi toccare, non farlo mai più. Mai più ok? Ti prego...ti prego non mi toccare->
<Kaoru io->
<balla con qualcun'altro...scusa ma io non ci riesco.> cercò di essere il più dolce possibile per non farla rimanere male e corse via dalla pista lasciandola da sola sotto lo sguardo di tutti che si erano messi osservarli.
L'imbarazzo, il disagio e i brutti pensieri furono come un secchio pieno di slime che le era caduto addosso per uno scherzo.
Era stata un idiota.
La cogliona delle coglione.
La regina delle cretine.
Con o senza alcool nelle vene, cosa le aveva preso per pensare che ballare con unx che ha paura del contatto fisico fosse una buona idea per rilacciare i rapporti?
Scema, senza cervello, idiota, deficiente.
Pensava seriamente di riuscire a ricreare un momento passato adesso? Dove tutto era completamente diverso? Ballare nuovamente con Kaoru, come aveva fatto in passato, nei primi giorni, come si erano uniti e diventati molto probabilmente amici.
Pensava di ricreare le stesse emozioni di gioia e libertà. Una scena che aveva da giorni impressa insieme ad altri momenti con tutti loro.
Ma era stata una cogliona.
Aveva peggiorato tutto.
Chiamò Kazuya per farsi portare un'altro bicchiere di vino e lo buttò giù in un solo sorso.
Intanto Kichirō prese Shou per portarlo a ballare questa canzone che lo caricava, avvolgendolo con una mano sul fianco e un'altra che gli teneva la mano, il corvino gli posò una mano sulla spalla timidamente per poi essere trascinato dall'altro provando a fare un lento non veramente lento.
Non smettevano di girare su sé stessi e il rosso si mise a cantare assieme al biondino.
<Your eyes cast a spell that bewitches! The last time I needed twenty stitches! To sew up the gash...that you made with your lash as we danced to the Masochism Tango!>
Il Birdwatcher non riusciva a non seguirlo ad ogni passo, rischiando più volte di schiacciargli il piede e di inciampare sui suoi stessi passi.
Quelle giravolte iniziarono a fargli prendere l'equilibrio, far girare pure la sua testa e il suo cuore sembrava essere nelle montagne russe.
<Bash in my brain! And make me scream with pain! Then kick me once again! And say we'll never part!>
Si voleva divertire e infatti non smetteva di ridere e sorridere, incantando il corvino che come un burattino si muoveva secondo i suoi ordini e sentì il proprio cuire fare un balzo quando lo vedeva arrossire.
Quel bel colorito di solito c'era nel suo volto quando era arrabiato, con una brutta e buffa smorfia sul volto, mentre adesso colorava un viso non sereno e preso dal ballo improvvisato, dei loro corpi così vicini e poter sentire i loro cuori battere petto contro petto.
<I know too well! I'm underneath your spell!"So, darling, if you smell something burning, it's my heart!> gli fece fare una giravolta su sé stesso, da solo e lo riavvicinò dinuovo a sè e questa volta lo stringeva con il braccio intorno ai fianchi, prendendolo nuovamente alla sprovvista.
<Kichi->
<'Scuse me!>
<Take your cigarette from its holder and burn your initials in my shoulder! Fracture my spine and swear that you're mine! As we dance to the Maso-chism Tango!!>
Due o tre semplici passi prima del finale con un bel caschè che fece tirare un bel urletto da parte del corvino e una grossa risata da parte del rosso.
Sally prese un microfono così da far sentire anche la sua voce e cantare assieme ad Akio un'altra canzone, la imitava anche nei movimenti e cercava di non ridere guardando le buffe facce che Akinori faceva apposta per distarla e farla divertire.
<uno...due...tre! Hit the road Jack and don't you come back! No more, no more, no more, no more! Hit the road Jack and don't you come back no more!>
<What you say?> intonò lo scozzese che ci provava in tutti i modi a togliere il suo accento mentre cantava.
<Hit the road Jack and don't you come back! No more, no more, no more, no more! Hit the road Jack and don't you come back no more!> facevano un bel duetto le altre due, volto girato verso il loro pianista e con l'indice alzato gli facevano "no no no" nel modo più teatrale possibile e restando nel mood della canzone.
Nel mentre Yumeri posò il suo bicchiere e il suo piatto, aveva mangiato abbastanza ma aveva bevuto poco, non le dovrebbe servire il vino ler caricarla verso Shiro ma invece era il contrario.
Ma facendosi vedere ubriaca la situazione sarebbe peggiorata.
Prese un bel respiro e con passo veloce andò verso l'albina impegnata a consolare e ballare con l'artista di vetri.
<hey Shiro>
La fanciulla si girò di scattò appena sentì la voce della motociclista.
<hey...>
<potremmo parlare un attimo? Riguardo a->
<ora proprio di no Yumeri> le rispose subito e non se lo aspettava un no da parte sua.
<OOH-Old woman, old woman, don't treat me so mean! You're the meanest old woman that I've ever seen! I guess if you said so, I'll have to pack my things and go>
<perché no?>
<Shiro ma sto bene se vuoi->
<no Shinobu, tu non stai bene> le rispose, sembrando una madre amorevole e severa allo stesso tempo, accarezzandole il braccio e girandosi nuovamente verso la sua figlioletta. <semmai dopo ok?>
<THAT'S! RIGHT!>
<Hit the road Jack and don't you come back! No more, no more, no more, no more! Hit the road Jack and don't you come back no more>
Sally si stava divertendo un sacco e ilx più grande si mise a farle qualche giravolta, ma riuscì a non ridere per tutti i capelli che le venivano in faccia.
<WHAT YOU SAY??>
<Shiro ma è importante!> Era stato incredibile il tempismo e l'altra fece un sospiro, non si girò aspettando che se ne andasse.
<Shiro!>
<cosa c'è?>
<possiamo parlare!?>
<Hit the road Jack and don't you come back! No more, no more, no more, no more! Hit the road Jack and don't you come back no more!>
Yumeri non avrebbe mollato.
<Shiro davvero, ti ruberei solo qualche minuto->
<non è il momento Yumeri>
<dobbiamo solo parlare! Ti devo dire cose importanti!>
<Now baby, listen baby, don't ya treat me this way! 'Cause I'll be back on my feet some day...>
La pianista chiuse gli occhi, non sarebbe cambiato molto come vista ma era un gesto naturale che faceva per rilassarsi e mantenere la calma.
Non voleva discutere con lei.
<non possiamo fare dopo? Vuoi rovinare la festa con una discussione? Non possiamo rilassarci un attimo e->
<ti prego! Non possiamo aspettare! Non ci perderemmo nulla e devo solo dirti due cosette! Non discuteremo!>
<Yumeri stiamo già discutendo.>
<Don't care if you do 'cause it's understood! You ain't got no money, you just ain't no good!> risposero le due fanciulle al biondino, completamente ignare della vera discussione che stava avvenendo in quel momemto e facevano da sottofondo.
<allora possiamo continuare in un posto più calmo, solo noi due e->
<non ora Yumeri. Ti prego non ora. Tra tutti i momenti proprio ora?>
<...si! Quindi andiamo e->
<ti ho detto di no!>
<ti prego Shiro! Per una volta che voglio parlare!>
<ed io per una volta non voglio parlare! Che facciamo adesso? Sentiamo!>
Dopo quella frase ci fu silenzio da parte delle due fanciulle e c'era solo musica.
<Well, I guess if you say so
I'll have to pack my things and go> <that's right!>
<Hit the road Jack and don't you come back! No more, no more, no more, no more! Hit the road Jack and don't you come back no more>
<What you say?>
<Hit the road Jack and don't you come back! No more, no more, no more, no more! Hit the road Jack and don't you come back no more>
Fece per ripetere le stesse cose di prima ma Shiro fu più veloce, prese Shinobu e si allontanò per andare in pista e mescolarsi con tutti gli altri che stavano ballando e ridendo.
Quella musica ti dava una bella carica ed era impossibile non fare neanche un piccolo movimento, pure Jun'ichi c'era ed era stato costretto da Jun, ma c'era pure lui!
Anche Kaoru che stava un po' in disparte e si era calmato grazie a Nori e Goro e le loro belle parole e ora stavano ballando assieme rispettando una certa distanza, così da non andare nuovamente nel panico e stare nuovamente sereno.
Ma la nostra artista di ceramiche non si aggiunse, troppo impegnata a trattenere la rabbia per quel fallimento.
Non poteva aspettare, doveva chiarire subito, l'aveva fatta attendere troppo e non poteva far passare un'altra giorno senza aver risolto nulla.
Doveva chiarire prima che fosse troppo tardi.
<Well..>
<don't you come back no more!>
<Uh, what you say?!>
<Don't you come back no more!>
<I didn't understand you>
<don't you come back no more!>
<You can't mean that!>
<don't you come back no more!>
<Oh, now baby, please!!>
<don't you come back no more!>
<What you tryin' to do to me?>
<Don't you come back no more!>
<Oh, don't treat me like that!!>
<don't you come back no more!>
Yumeri però non era la sola a voler parlare con qualcuno e risolvere una problematica, c'era un fanciullo italiano, puro romano, che da bravo maggiordomo non si univa la festa e da bravo scemo osservava il suo amato ormai andato, un americano troppo alto che si divertiva con un giapponese con i capelli bianchi non solo per lo stress.
Sembrava l'inizio di una barzelletta raccontata così.
Il bello di essere l'unico italiano tra gli invitati era capire perfettamente le canzoni scelte dal suo caro Akio e poter ridere vedendo tutti cantare cose ambigue e maliziose come la canzone "Ma quale idea" di Pino D'Angiò senza che essi lo sapessero. Apprezzò il cambio tono dellx sicilianx, un tono più rauco e maschile, per imitare la voce dell'originale.
<L'ho beccata in discoteca con lo sguardo da serpente, io mi sono avvicinato, lei già non capiva niente!L'ho guardata, m'ha guardato e mi sono scatenato! Fred Astaire al mio confronto era statico e imbranato>
Poteva divertirsi come gli inglesi che ridono dei italiano italiani ignari cantano le peggio cose appunto in inglese.
Ma c'era una piccola melma nera, chiamata gelosia, che avvelenava il suo piccolo cuore vedendo il suo amato Goro ballare con Kaoru. Non erano neanche troppo attaccati, seguivano il movimento della musica e cercavano di capire il significato delle parole guardando Monoaki e il suo atteggiamento, ma era sempre molto provocante e ambiguo, non era d'aiuto. Dovevano farsi fare più lezioni dal romano ma ormai era troppo tardi.
<Le ho sparato un baccio in bocca, uno di quelli che schiocca! Sulla pista indiavolata, lì per lì l'ho strapazzata! L'ho lanciata riafferrata, senza fiato l'ho lasciata! Tra le braccia mi è cascata, era cotta innamorata, per i fianchi l'ho bloccata e ne ho fatto marmellata!> Era andatx veloce, i due vecchi amici si erano messi a girare su sé stessi, il mangaka lo teneva per la giacca con grande delicatezza per evitare di toccargli il braccio e farlo agitare. Era impossibile per il violinista calmare la gelosia sentendo su cosa stessero ballando i due, per come si muovevano e si guardavano, anche se fosse davvero una semplice amicizia per lui non era così.
Cosa poteva farci? Nulla! Assolutamente nulla!
<Oh, yeah~ Si dice così, no?>
Si ripeteva che doveva esserci lui al suo posto e in contrasto si diceva sempre che non doveva esserci lui al suo posto. La voglia di amarlo e la voglia di essere odiato non smettevano neanche un secondo di combattere, soprattutto dopo le parole che gli aveva Hiroko.
Kaoru gli avrebbe dato tutto.
Lui invece...gli aveva tolto tutto.
Forse...forse eh- dovrebbe scusarsi?
Ormai la musica non entrava più nelle sue orecchie, i suoi piedi si mossero subito dopo quel pensiero, senza che avessero il suo consenso e sperava di cadere così si sarebbe fermato da fare quella cazzata.
Se dovesse seguire uno dei suoi tanti pensieri, quindi andare da Goro e chiedergli scusa...cosa dovrebbe dirgli? Di cosa dovrebbe scusarsi? Quanti dei tanti problemi che gli ha causato si dovrebbe scusare? Tutti?
Poi magari si beccava l'ennesimo pugno in faccia.
Ormai un occhio nero in più l'avrebbe reso solo più simmetrico e un panda emo.
Non gli avrebbe chiesto scusa, scusa di cosa poi? Di essere un gran bastardo? Di avergli rovinato la permanenza nella villa? Tanto stavano per morire...e proprio perché stavano per morire non poteva permettersi di non provarci a parlare, a dirgli qualcosa.
Morire così, nel loro silenzio come se tra di loro non ci fosse stato nulla, come se non fosse cambiato nulla nel loro rapporto e sono sempre stati due persone che non si rivolgevano neanche un buongiorno. Non voleva morire così.
Camminava.
Camminava con i suoi tempi.
Camminava lentamente e goffamente, sembrava uno zombie che faceva una maratona.
Era ridicolo.
Così ridicolo che bastò solo una occhiataccia da parte di Goro per bloccarlo sul posto.
Non erano neanche a un metro di distanza, era abbastanza vicino per potergli parlare ma l'altro si allontanò a passo svelto seguito non solo da Kaoru ma anche Nori che si era aggiunta dopo aver mangiato.
Un occhiataccia orribile, la peggiore di tutte e quasi come quella di Akio.
Si era fermato pure il sangue e gli stava per cadere il vassoio con tutti i piattini con vari stuzzichini.
<Che idea! Ma quale idea? Non vedi che lei non ci sta? Che idea! Ma quale idea? È maliziosa, ma saprà tenere a bada un superbullo buffo come te! E poi che avresti di speciale che in un altro, no, non c'è!>
La musica non poteva tornare nel punto migliore per quel momento.
Alzò lo sguardo verso il palco e notò come ilx maggiordomo lo stesse osservando con un ghigno divertito, molto probabilmente per il suo patetico e fallimentare tentativo di fare una cosa giusta. Non si stupirebbe se avesse scelto quella canzone solo per tirargli frecciatine e fargli una ramanzina.
Ci era riuscitx? Ovviamente e la sua mente era più incasinata di prima.
Cosa doveva fare adesso? Doveva davvero provarci a parlare? Ne valeva davvero la pena?
L'essere umano riesce sempre ad essere complicato e complicare il mondo intorno a sè fino a non saper più come risolvere un semplice indovinello.
Doveva iniziare a essere semplice come un bambino, come Sally, che decise di perdonare dopo un semplice scusa e potersi divertire al suo compleanno insieme all'acrobata ballando e cantando a squarcia gola "Take on me" assieme alla bellissima voce di Akikuma.
Vivere come bambini era così facile.
Dopo una forte litigata con il tuo amichetto stavi dinuovo giocando con lui più sereno che mai.
Quella vita senza domande troppo complicata, senza troppi problemi, non rovinarti l'esistenza per un singolo fatto e andare avanti con menefreghismo, vedendo l'intero mondo, la vita stessa solo come un gioco.
Ad Elviira mancava quella genuità, quella spontaneità, quella gioa senza limiti che la rendeva cosi infantile e bambinesca, le stesse che la stavano piano piano abbandonando. Stava crescendo. Si rendeva conto che la realtà era così complessa, che il mondo degli adulti non era così bello come pensava e voleva tremendamente tornare indietro.
Voleva essere come Sally.
Una bambina al suo compleanno.
Così emozionata, così ansiosa, così felice e così piena di energie, che anche se non sa perfettamente il testo della canzone continua a cantare e si mette a ridere dei proprio errori per nessuno lo fa pesare.
Voleva essere come lei adesso.
Ma non voleva essere la Sally triste come aveva visto ieri, la Sally arrabiata come quasi sempre, la Sally spaventata quando ha scoperto che i Aki erano svenuti.
Voleva solo...Sally felice ed essere come lei, dinuovo.
Perché Hannes e Roza vorrebbero questo, che lei fosse felice dinuovo.
<TAKE OON MEEE! TAKE! ON! ME!!>
Urlò con la bambina prendendola in braccio e facendola girare con sè con grande velocità <HAPPY BIRTHDAY!!> aggiunse e si fermò solo per darle un bacio sulla guancia.
<grazie Elviira!> rispose prima di riprenderla per mano e trascinarla dinuovo in un ballo con passi semplici come quelli di un bambino.
Ne aveva bisogno di un po' di gioia.
Era stufa di sentire le lacrime scendere dai suoi occhi e rovinarle l'umore.
Voleva tornare indietro e bloccarsi in quei giorni tranquilli e neutri, dove non era molto nessuno a lei caro.
Dove era felice.
<So needless to say! I'm odds and ends but I'll be stumblin' away! Slowly learnin' that life is okay! Say after me! It's no better to be safe than sorry!!> Kichirō era stonato ma amava quella canzone e quel momento.
Fare uno stupido giro giro tondo con Shou, ridere per la sua faccia confusa e che stava perdendo l'equilibrio, il suo sorriso e il suo trattenersi dalle risate solo per dire qualche "fermati coglione!".
Semplicemente sentire il cuore pieno di qualsiasi altra cosa che non fosse disperazione.
Giorni in solitudine.
Giorni nel dolore.
Giorni nella rabbia, nel pianto e nelle urla.
Ora era finalmente libero da quella stanza.
Poteva finalmente stare con gente che ama e conosce, per l'ultima volta.
Poteva ridere con sincerità per l'ultima volta.
Poteva ballare, cantare, mangiare, bere, cadere, parlare per l'ultima volta.
Poteva sentirsi vivo per l'ultima volta.
Era così bello urlare per il divertimento, e non più per il dolore.
<TAKE OON ME! TAKE! ON! MEEE- AAAAH-> il ritornello venne interrotto dall'urlo di entrambi che cadettero a terra all'improvviso, di culo, e la testa girava come una trottola.
<SEI PROPRIO UN COGLIONE KICHI!!>
<TAKE ON ME!!>
<MA VAFFANCULO!> eppure il corvino rideva, non riuscendo a fare la figura dell'incazzato con il rosso.
Si alzò in piedi ma non riusciva a starci e si rimise a girare perché la canzone non era finita.
<TAKE ON ME!!>
<fermo che poi ricadi!> gli disse avvolgendogli le spalle con braccio per fargli da sostegno e tenerlo fermo, anche se non si reggeva manco da solo.
<TAKE! ON! ME!! DAI SU BALLIAMO SHOU!!>
<ma hai bevuto?>
<TAKEEE OOON MEEEEE!!!>
<mai più acqua gasata Kichi, è troppo pesante per te>
La risata di Shou era il suo suono preferito.
<smettila di bere e vieni con me!>
<non voglio ballar-eeeee- ferma!>
Un'altra coppia si aggiunse in pista ed era quella che nessuno si sarebbe ma aspettato di vedere quella sera: Yumeri e Jun'ichi.
<ti sei così disperata con Shiro che hai deciso di ballare con me? Ho chiuso con le relazioni->
<mica ci voglio provare con un assasino mafioso come te! Mi serve...> alzò gli occhi al cielo e mormorò qualcosa così piano che l'altro non capì.
<cosa?>
<sei sordo?>
<i nostri rapitori stanno cantando Take on me al massimo volume, ovvio che non ti sento! Cosa hai detto?>
<miserveiltuoaiuto> ripetè la motociclista.
<più lentamente.>
<mi...serve iltuoaiuto>
<scandisci bene le parole. Devo farti da logopedist-AHIA->
Gli aveva pestato il piede con forza <mi serve il tuo aiuto!>
<non molto da donna indipendente femminista radicale come t-AHIA E SMETTILA!>
<TI STACCO IL CAZZO SE MI INTERROMPI DINUOVO!>
<CHIEDI COSÌ AIUTO ALLA GENTE?>
<AI UBRIACONI MAFIOSI COME TE SI! COGLIONE!>
Jun'ichi faceva proprio schifo a ballare, ma il vino iniziava a far effetto e non si fermò, Yumeri odiava ballare soprattutto con lui e le pestate ai piedi da accidentali diventarono volontari dopo un po', almeno sembravano credibili, che stessero davvero ballando assieme e non progettando un piano malefico fatto da due idioti.
<fammi indovinare ti serve una mano per Shiro? Ti ho visto discutere con lei, non avete chiarito o->
<non abbiamo neanche parlato! Ho provato a farle capire quanto mi importasse ma nulla! Non voleva! E tu sembri conoscerla meglio di me quindi potresti aiutarmi>
<...proprio perché non sapevo se mi avrebbe ascoltato ho scritto una lettera anche perché sarei andato nel panico, avrei pianto e->
<dio mio mi ero dimenticata di quanto fossi patetico.>
<allora non ti serve il mio aiuto->
<SI CHE MI SERVE!! NON VOGLIO ESSERE PATETICA QUANTO TE!>
<...grazie eh>
Le fece fare una breve giravolta prima di iniziare un discorso serio <per quanto ti piaccia o no devi essere paziente, magari ti ha detto no adesso ma magari dopo ti dirà di sì.>
<ho aspettato già una settimana! Non posso aspettare!>
<allora vai da lei e semplicemente dille quello che devi dirle, diretta come fai sempre...ovviamente in un posto appartato così da discutere meglio ed evitare di coinvolgere tutti. Diretta e soprattutto sincera, Shiro ci tiene molto e sicuramente ti dovrà ascoltare se inizi subito il discorso...semplicemente non devi farti sfuggire il momento giusto>
<e quando sarebbe questo "momento giusto"?>
<che ne so, se non lo sai tu che devi chiedere scusa lo dovrei sapere io?>
<ti sei reso nuovamente inutile> commentò anche perché non sarebbe mai riuscita a dirgli un dolce ed educato "grazie".
<ma non essere troppo insistente o sembri una maniaca>
<parli tu?>
<si parlo io. Puoi considerarmi il boss dei maniaci se ti fa stare meglio con te stessa ma ora sbrigati! Su su!> la canzone stava per finire e il corvino spinse via la fanciulla verso la pianista e facendole segno di correre, oltre ad altri segni di incoraggiamento con uno dei sorrisi più falsi e sforzati da sempre più inquietante che rassicurante.
Si trattenne nell'urlargli un "ma sei deficente!?" perché troppo vicino alla fanciulla e voleva fare una buona figura, essere calma e tranquilla così che non temesse un confronto.
Non si sarebbe arresa quella sera.
Andava dritta, verso Shiro che chiacchierava con Nori, nella sua mente c'erano troppe parole e non sapeva quali utilizzare per prime e non si era preparata nel suo discorso.
Le piacciono le persone sincere no? Allora sarà sincerissima, parlerà con il cuore e senza paletti.
Stesso obiettivo di Kazuya che mise da parte il vassoio con le bevande e con passo svelto andava verso Goro che parlava con Kichirō e Shou.
Non aveva la minima idea di cosa dovebrre dirgli, ha una terribile paura delle sue reazioni per ogni parola che avrebbe detto e sapeva di star per rovinare la serata. Ma non poteva non parlargli.
Entrambi non potevano lasciare perdere senza dire qualcosa e senza aver provato a sistemare le cose.
<My grip on my secrets slipping while I'm speaking in tongues! Screaming at the top of my lungs in the confession booth! Take it with a pillar of salt, H.A.L.T., it's not my fault! The devil made me do it, but I also kinda wanted to~> nuova canzone e nuovo cantante, l'amatx scacchista della talpa e l'odiatx maggiordomo della motociclista, dava inizio alla musica di sottofondo della loro missione con una canzone più moderna delle alte e con un ritmo veloce e carico che giudava le loro gambine verso le loro prede.
<I'm cut from a different kind of meat
More than you can chew, hard to swallow me, forget bored stiff, I got rigor mortis, call it morbid curiosity how I! Cannot commit to reality, when my third eye's open and I like what I see!>
Erano abbastanza vicini ma non furono molto furbi chiamando entrambi i loro obbiettivi, avvertendoli del pericolo e permettendo ad entrambi di allontanarsi e cambiare completamente direzione.
<Baby, I may be crazy but I didn't lose it, no I set it free~>
<Shiro aspetta!> disse Yumeri seguendola, non c'era neanche troppa gente da rallentarla ma l'albina era veloce, prendeva compagni a caso per fare qualche passo, cambiare strada, fare finta che non si sia minimamente accorta della sua presenza quando fosse ovvio che stesse fuggendo da lei.
<Goro aspetta!> disse Kazuya seguendolo, ignorando chiunque lo chiamasse per il suo umile lavoro da maggiordomo, scontrandosi con chiunque perché il mangaka faceva come Shiro, ballare con altri velocemente per disorientare il violinista e cercare di sfuggirgli via andando tra la poca gente rimasta ma continuava a seguirlo anche dopo avergli fatto fare 5 giri della pista.
Non si voleva arrendere e non sapeva più che fare senza dirgli un bel "lasciami stare!" e farsi sentire da tutti.
<I'm just a psycho, babe, come and go out my mind! I didn't lose it babe, there wasn't much to find! I'm just a psycho, babe, come and go out my mind! I'm only passing through!!>
L'unico problema era che dopo neanche un minuto non c'era più gente libera per nessuno dei due poveri fanciulli.
Sally aveva preso Elviira e Nori per ballare assieme, sembrava amare quella canzone e non smetteva di saltellare e cantarla con le più grandi.
Akio scese in pista trascinata dalla festeggiata, contro voglia dell'acrobata ma mise da parte la rabbia per non rovinare la gioia della piccola e strinse forte la mano di Nori in cerca di conforto.
Ballare con i Aki? Manco morti! Anche perché l'altro stava suonando con tanta gioia e non sembrava il caso di disturbarlo.
Kichirō tornò a ballare da solo con Shou.
Meglio non ballare con Kaoru per non dargli un'altro attacco di panico.
Jun non voleva ballare da sola quindi si prese Shinobu, trascinandola con cattiveria in pista e scuotendo a destra e manca con energia, cercando di invogliarla a sciogliersi e divertirsi.
Aveva preso lei perché Jun'ichi ormai perso per il troppo vino e cocktail, aveva trascinato con sè in quel strano valzer lo stratega, con una faccia disgustata per il dolore forte dell'alcool e per inaspettata energia del mafioso. Erano due tronchi ma almeno il corvino sembrava divertirsi.
Erano rimasti solo loro due, Goro e Shiro, e si corsero incontro non sapendo minimamente che anche l'altro stesse scappando da qualcuno, si avvolsero come per fare un lento con un veloce scambio di parole
<hey!>
<hey!>
<ti va di ballare?>
<certo!>
Molto imbarazzante ma non avevano tempo da perdere, si buttarono in mezzo agli altri con passi svelti e seguendo il bellissimo assolo dell'inventore.
<I'm just a psycho, babe, come and go out my mind! I didn't lose it babe, there wasn't much to find! I'm just a psycho, babe, come and go out my mind! I'm only passing through>
I due inseguitori si fermarono, uno davanti all'altro ma non si scambiarono nessuno sguardo, i loro occhi erano fissi su i due ballerini.
Yumeri sbuffò e si portò le mani in faccia, era solo il secondo tentativo e una parte di lei voleva già arrendersi.
Forse non era veramente il momento giusto.
Forse stava usando l'atteggiamento sbagliato.
O forse...che ne sa lei! Non ha mai rincorso una dopo un litigio! Le sembrava solo ridicolo l'idea di una situazione del genere, da film, ed ecco che ne diventa protagonista.
Non poteva neanche lascer perdere, non l'avrebbe mai accettato.
Era più importante della pistola sparita di Shou.
<I'm just a psycho, babe, come and go out my mind! I didn't lose it babe, there wasn't much to find! I'm just a psycho, babe, come and go out my mind! A tourist passing through!>
Kazuya...Kazuya non aveva ancora rinunciato.
<Well that was fun, goodbye!>
Era finita la canzone, Akio passò il ruolo all'altro per riposarsi un attimo.
Al primo suono della nuova canzone, The Night we met, il romano scattò verso la folla, senza riprendere il respiro per l'inseguimento, facendosi trasportare più dal cuore che dalla ragione.
Prese Goro per il polso, rubandolo da Shiro, avvolgerlo per i fianchi, tenerlo vicino a sé petto contro petto e portandolo via, costringendolo in un ballo.
<che cazzo vuoi ancora da me?>
<senti puoi un attimo ascoltarmi e non insultare il mio intero albero genealogico fin da subito? Perfavore?> era difficile ballare una specie di lento (nessuno dei due era bravo a ballare) con qualcuno che faceva di tutto per staccarsi, andarsene e non voleva muovere neanche un piede, un qualcuno molto più alto di te ma per sua fortuna non troppo pesante.
<che cazzo vuoi? Chiedermi scusa in modo patetico, imbarazzante e pensare che basti per farti perdonare? Non siamo in un manga di bassa qualità ma nella vita vera.>
<non voglio chiederti scusa infatti->
<allora che cazzo vuoi da me!?>
Avevano gli occhi di addosso, in pista solo loro due da soli, a ballare con difficoltà, la musica era diventata un sottofondo che rendeva più difficile la comunicazione. Le gambe facevano troppo male per il romano e stava iniziando a usare il mangaka come appoggio.
<allora vuoi parlare!?>
<Goro potresti non urlare addosso?>
<ALLORA PARLA!>
<senti a...a malapena mi reggo in piedi secondo te riesco a fare un discorso complesso? Eheh...lo dici pure tu che sono un coglione->
<parla o me ne vado.>
<no no no! Non te ne andare Goro! Ti prego non...non mi lasciare...non mi lasciare!> le mani si spostarono dai suoi fianchi alle sue spalle, avvolgendo poi il suo collo con le braccia e intrappolarlo in un abbraccio, alzandosi in punta di piedi, le gambe tremavano fin troppo e non lo reggevano più, e l'altro decise di tirarlo sù, tenendolo per un po' in braccio per quanto riusciva a reggere.
<non mi lasciare...davvero io...io...lo so che è inutile chiederti scusa, lo so che non basta, lo so che mi odi e ti ho detto e fatto brutte cose ma...ma non mi lasciare ti prego. Davvero non mi lasciare Goro...>
<perché non dovrei farlo dopo che tu mi hai lasciato solo quella notte?>
<mi dispiace...>
<dici mi dispiace al posto di scusa? Hanno lo stesso significato, coglione>
Lo riposò a terra e questa volta fu Goro a guidarlo nella danza.
<non...non so che dire ma non posso non dirti nulla perché...perché sembrerebbe che non mi fosse...è... che schifo i tempi verbali- che non mi fosse mai importante di te quando...quando non è assolutamente vero. Tu sei ancora importante per me> una mano si spostò per accarezzargli la guancia già bagnate da delle lacrime.
<allora perché mi hai mentito? Perché mi stai facendo tutto questo?>
<non capiresti...non voglio che tu capisca...che capisci quanto faccio schifo> non aveva senso quella risposta, lo sapeva.
Avevano troppo bisogno di una canzone movimentata per loro, con abbastanza carica di energie che non riusciva a travolgerli, farli ridere e ballare con il sorriso come avrebbero fatto in passato... e invece avevano una canzone che erano altre lame per il loro cuoricino <per questo ti dicevo che ti avrei fatto solo del male...perché è così...non hai più il sorriso di una volta...ed è colpa mia. Solo colpa mia, lo so lo so...ma non potevo anche fingere che non provassi nulla per te e ho fatto solo un casino...per solo una mia paura, per un mio passato, per un mio problema. Sono...sono stato egoista...>
<almeno ne sei consapevole di ciò, che sei un egoista di merda.>
Il romano ridacchiò debolmente <ormai ti ho perso e non ho paura di fare questo...>
Lo baciò.
Semplicemente lo baciò davanti a tutti.
Si strinse a quel corpo che si irrigidì al contatto con quelle labbra, sforzò le gambe a tenerlo in alto per altri secondi, di non cedere e di aspettare, le mani stringevano la testa del castano e accarezzavano i suoi capelli lisci.
<I had all and then most of you, some and now none of you. Take me back to the night we met. I don't know what I'm supposed to do, haunted by the ghost of you...oh, take me back to the night we met>
Un bacio da film.
Quelli che ti isolano dalla realtà, dove la musica diventa silenzio e i pensieri si spengono.
Un bacio che Goro desiderava, che ha cercato quella notte ma che adesso faceva solo male.
Un bacio che per pochi secondi ricambiò, le mani gli accarezzavano la schiena, poi il petto, amorevoli, per poi affeffare il tessuto per staccarsi e allontanarsi.
<no. No no no. No Kazuya. Un bacio non sistemerà tutto. Non...>
Lo tirò dinuovo a sè dopo avergli fatto fare una piccola giravolta <non voglio lasciarti mai più. Ti prego Goro. Ti prego...non riesco a stare con te ma soprattutto stare senza di te...> e bacio dinuovo quelle labbra che si allontanarono dinuovo.
<smettila Kazuya è inutile.>
<Goro...Goro...>
<smettila di toccarmi. Smettila!> si stacco dinuovo da quelle mani, spingendolo piano per non fargli perdere troppo l'equilibrio che a stento riusciva a mantenere.
<basta...basta! È tutto inutile!>
<ti prego...fidati dinuovo di me! Fidati dinuovo di me! Possiamo essere come prima! Possiamo...essere noi!>
Lo guardò con freddezza <preferisco morire che fidarmi dinuovo di te.>
Si allontanò, con passo svelto se ne scappò dalla pista ma non smetteva di essere sotto l'attenzione d tutti.
<I had all and then most of you, some and now none of you. Take me back to the night we met. I don't know what I'm supposed to do, haunted by the ghost of you...take me back to the night we met>
<GORO TI PREGO ASPETTA!>
Fece un passo in avanti ma cadde a terra.
Tremava come una foglia.
Magari in un'altro universo dove erano semplici compagni di classe avrebbero potuto amarsi ed essere felici.
La bocca non emise nessun'altro suono, venne coperto da quello di un esplosione.
BOOM.
Tutto divenne buio.
Blackout.
Tutti urlavano.
Tutti giravano per la sala.
Tutti erano spaventati.
Tutti temevano di morire.
Sally voleva anche lei scoppiare ma riuscì a usare quella rabbia come forza per agire.
<STATE TUTTI UN ATTIMO BUONI!> urlò più forte di tutti riuscendo ad ottenere un po' di silenzio <state tutti bene? Uno alla volta rispondete e avvicinatevi a me ok?> e ubbidirono, tutti risposero, nessuno si era fatto ancora male.
<Aki! Andate a prendere delle candele! Veloci!> ordinò la fanciulla, stringendo la mano di Elviira, anche se cercava di farsi vedere come una ragazza adulta rimaneva una bambina con la paura del buio.
<veniamo anche noi> disse Nori che teneva le maniche dei suoi due amici, Goro e Kaoru <Shou vieni anche tu? Più siamo meglio è!> aggiunse e il corvino strinse un attimo la mano del rosso.
<io...>
<Shou vai pure, farai veloce e c'è Shiro e Yumeri con me! Poi...non voglio neanche seguirti se ci sono anche quei due bastardi, inutile che me lo chiedi>
Il Birdwatcher sospirò <fai attenzione ok? Farò veloce, davvero, sarò subito da te, non fare casini ti prego Kichi...>
<andrà tutto bene, fidati di me per una buona volta!>
Se non fosse stata per la presa salda di Goro che lo trascinava via sarebbe rimasto lì in sala da ballo.
Aveva paura.
Aveva rischiato di perderlo troppe volte.
A fare un pochetto di luce era lo schermo di Akikuma che digitava con furia, stava cercando di capire cosa fosse successo e come sistemarlo velocemente.
Intanto andarono in cucina, ilx italianx tirò fuori sei candelabri e tantissime candele, il fornello non funzionava quindi dovette usare il suo accendino e i fiammiferi. Ognuno accendeva il proprio candelabro, tranne il biondino, attaccato a quello schermo verde.
<voi non sapete nulla di quella esplosione...vero?> chiese all'improvviso lx scacchista osservando i quattro fanciulli con i volti belli illuminati da quelle piccole fiamme.
Ci fu un attimo di silenzio dove si guardarono un attimo, i loro sguardi non comunicavano nulla e si girarono nuovamente verso ilx più grande.
<perché dovremmo essere stati noi?> chiese Shou
<perché dovremmo rovinare il compleanno della mia padroncina? E se dite per lo show vi stacco la testa. Viene sempre prima Sally che questo show chiaro? E ilx sux tutore non ci chiederebbe mai di farlo. Voi avete mille motivi per far esplodere una bomba! Sapete chi è stato!?>
Rispose Akio sbattendo un pugno sull'isola della cucina e attirando l'attenzione dell'inventore.
Ma nessuno rispose.
<aww fate gli amichetti e coprite i vostri amici? Siete fortunati che sta bene se no vi avrei ammazzato. Tutti. Anche chi non c'entrava nulla.>
<Akio calma> disse il biondino avvicinandosi e posando le mani sulle sue spalle per farlx un massaggio.
<pensiamo a far tornare la luce poi dopo la festa ci occupiamo della situazione ok?>
<se sei stato te con le tue manie malinconiche ti tolgo la barba con le pinzette, pelo per pelo!>
Sospirò il più vecchio tra tutti <non ho fatto nulla! Non iniziare ad accusare anche me!> lx tenne una mano sulla spalla mentre con l'altra prese il candelabro completamente acceso.
Prima che chiunque dei presenti potesse aggiungere qualsiasi cosa, si sentì il suono di uno sparo venire dalla sala da ballo.
I primi a scattare furono i due maggiordomi che urlavano "Sally stai bene?", gli Ultimates li seguirono con i candelabri in mano e urlando "state tutti bene?", il più veloce era Shou e il più agitato, preoccupato per una sola persona: Kichirō.
Era la sua pistola.
Era per forza la sua pistola.
Yumeri non gli ha poi detto nulla.
Non si doveva fidare di lei.
Era stato un idiota ad affidarsi a un'altra idiota.
Era stato un idiota a divertirsi per tutto il tempo invece di stare attento e cercarla ancora.
Un'arma era sparita, ovviamente la volevano usare.
Era stato un idiota.
Sperava che nessuno fosse morto.
Sperava...
Il suo candelabro caddette a terra, tanto ci pensavano gli altri ad illuminare la scena.
Ad illuminare il corpo senza vita di Kichirō Tachibara, Ultimate Dungeon Master, con un colpo di pistola in fronte.
<dan dan dan!! È stato ritrovato un cadavere! Sono iniziate ufficialmente le investigazioni e le preparazioni del trial!! Tan tan tan!>
Kichirō è morto.
Kichirō è morto.
Kichirō è morto.
<KICHIRŌ!>
Urlò il corvino cadendo a terra in ginocchio di colpo, mettendosi affianco al cadavere del fanciullo, stringendo la camicia e appoggiandosi al suo petto sperando, inutilmente, di sentire il suo cuore battere ancora.
Perché doveva battere.
Perché doveva vivere.
Kichirō non poteva morire.
Non pure lui.
<KICHIRŌ RISPONDIMI! RISPONDIMI COGLIONE! NON È DIVERTENTE! RISPONDIMI!! DIMMI CHE SEI ANCORA VIVO! DIMMI CHE NON SEI MORTO!>
Perché doveva morire?
Perché dovevano morire tutti quelli intorno a lui?
Non...non era giusto.
Non era giusto che una persona buona come Kichirō dovesse morire.
Non era giusto che il Sole dovesse spegnersi adesso, quando era ancora così giovane e pieno di vita, quando aveva tutta la vita davanti, quando aveva un futuro grandioso.
Non era giusto che dovesse rimanere dinuovo solo.
Stava iniziando ad accettare la morte del suo vecchio Sole, si stava finalmente aprendo con qualcuno di nuovo, era pronto per andare avanti e ora...un'altra stella era morta.
Era solo.
La sua fonte di luce era sparita.
Era...solo, completamente solo.
E aveva paura di non riuscire più a rialzarsi.
<Kichirō...Kichirō ti prego non mi lasciare. Non mi lasciare anche tu...non morire anche tu...non posso farcela senza di te...TI PREGO KICHIRŌ NON ANDARTENE!! KICHIRŌ!>
Era stupido parlare a un morto.
Tanto non lo sentiva.
Tanto non poteva rispondergli.
Il suo calore non l'avrebbe risvegliato, stringerlo tra le sue braccia non serviva a nulla, quel corpo era freddo, gelido, morto.
Le lacrime bagnavano la camicia e non erano magiche da farlo resuscitare.
Le sue preghiere non venivano ascoltare. Nessun Dio l'avrebbe riportato in vita.
Per quanto potesse urlare.
Per quanto potesse piangere.
Per quanto potesse disperarsi.
Nessun Dio l'avrebbe ascoltato.
Perché se esistesse un Dio loro non sarebbero qui, nessuno d loro sarebbe morto e ora potrebbe sentire le risate del suo Kichi.
Perché se esistesse un Dio l'avrebbe trattenuto lì, con Kichirō per proteggerlo e magari ad essere morto sarebbe lui e non il rosso.
Non riuscì più a dire altro.
Uscì solo un forte pianto, un urlo e non voleva più staccarsi da quel corpo.
Sentì delle braccia avvolgerlo da dietro. Shiro. Non l'aveva sentita piangere e urlare insieme a lui, neanche avvicinarsi ma ora che era così vicina poteva sentirla.
Poi si aggiunse anche la piccola Elviira.
Un abbraccio di conforto, un abbraccio per dargli forza.
Un abbraccio che però...lo fece stare peggio e il cuore venne strizzato con cattiveria, con forza, quasi da farlo esplodere, e spinse via le due fanciulle, alzandosi di scatto.
<lasciatemi! LASCIATEMI!>
<Shou...Shou lo so che stai male...>
<sto male? STO DA SCHIFO! NON SEMPLICEMENTE MALE SHIRO!> le urlò contro, si tolse la maschera e la buttò a terra, gli faceva male il petto e la testa <DOVEVAMO PROTEGGERLO!> urlò alla pianista <DOVEVI PROTEGGERLO! ED INVECE È MORTO! È MORTO! È MORTO PER COLPA TUA! MIA! NOSTRA!>
Le luci si erano riaccese per le investigazioni, il povero corpo di Kichirō era ben illuminato ed era strano vederlo così pallido, spento, con gli occhi spalancati e con tutto il sangue che gli sporcava tutto il volto senza maschera.
Faceva troppo male vederlo così.
Ed era tutta colpa sua e di Shiro.
La fanciulla sussurrò un mi dispiace e aveva avvolto il rosso tra le sue braccia, come farebbe una madre che culla il suo bambino per farlo dormire, si tolse pure i guanti per poterlo accarezzare e sentire la sua pelle gelida.
Piangeva come una madre che teneva in braccio il suo neonato morto.
Il suo bambino.
Il suo fratellino.
Il suo Watson.
La sua forza.
Era morta.
Anche se sapeva che ora stesse bene, che non soffriva più, stava lo stesso male, perché l'uomo è sempre stato egoista e avrebbe voluto avere Kichirō con sè per sempre, finché non sarebbe stata lei la prima a morire, che se per lui sarebbe stato vivere una vita orribile e piena di sofferenza.
Non era perfetta.
Anche lei poteva essere egoista, pensare solo a se stessa e al suo bene.
Non era perfetta.
Si fece prendere da un forte pianto, facendo uscire lacrime che da anni teneva dentro, il suo volto era orribile mentre piangeva e decise di non rimanere come sempre composta.
Non era una donna superiore.
Non era una madre superiore.
Non sarebbe riuscita a stare calma alla notizia che suo figlio sarebbe morto come la Santa Maria di Masaccio, stringere quel bambino morto non l'avrebbe riportato indietro nel tempo.
Il corvino dopo aver urlato quelle parole era corso via seguito da Yumeri che ignorava completamente le sue urla e le sue minacce, finendo entrambi nella camera del Birdwatcher e la motociclista chiuse la porta alle sue spalle.
<perché non vai da Shiro eh? È il tuo mimento perfetto per fare l'eroina e fare pace! Lasciami in pace!> le disse buttandosi sul letto a peso morto.
La fanciulla si avvicinò velocemente solo per tirargli un sonoro schiaffo in faccia <MA CHE FAI DEFICENTE?! SE SEI VENUTA QUI PER MENARMI ALLORA VATTENE!>
<SONO QUI PERCHÈ HAI BISOGNO DI QUALCUNO CHE TI DICA LA VERITÀ IN FACCIA!> rispose alzando di più la voce e lo tirò su per il colletto
<Non puoi proteggere tutti Shou!>
<si che posso...AHIA>
Lascio la presa per tirargli un'altro schiaffo e strinse le mani in dei pugni pronti a colpirlo ad ogni sua altra cazzata.
<Non è umanamente possibile salvare tutti! Essere ovunque! Impedire che ogni singola cosa negativa accada nel mondo! Mentre noi siamo qui magari c'è altra gente in pericolo e sta morendo e tu non stai facendo nulla per loro! Vuoi prenderti la colpa di tutte le morti al mondo? Fallo ma sembri solo un coglione!>
<non è tutto sotto il tuo controllo e va bene così Shou! Non sei perfetto, non sei più macchina e non sei un super eroe! Sei solo un ragazzino che va a scuola! Sei solo uno studente!!> i pugni si sciolsero e le mani si posarono sulle spalle, stringendole non con cattiveria o con l'intento do fargli del male <sei uno studente che non dovrebbe farsi carico da solo di questo incarico troppo grande per lui! Non puoi salvarci tutti e ciò non ti rende una brutta persona, un fallito. Perché tu ci stai provando, dimostri la bellissima persona che sei ma non è possibile salvare tutti nella vita>
<Però...>
<però cosa Shou? Però COSA?>
Non dovrebbe essere troppo aggressiva, quella che doveva essere una testata divenne solo una piccola spinta per appoggiare la sua fronte su quella del corvino.
<Io non sono riuscita a salvare tutte le mie sorelle e per questo dovrei essere considerata una fallita? Una perdente? No! Perché io sono viva! Perché io ci ho provato! Perché sono solo una ragazzina che ama la ceramica e le moto!> deglutì, cercando di togliere il nodo in gola al pensiero di quella scatola, di Shiori morta <io ho provato...a salvare tutti Shou. Ho passato notte in bianco per farlo e sai cosa ho ricevuto come ringraziamento? Un tentato omicidio nei miei confronti e la morte di Sae. Non sai quanto mi sento in colpa per non essere riuscita a fermarla in tempo ma non potevo saperlo, non posso sapere tutto! Non posso fermare tutto! Certe cose...accadono e basta, fuori dal tuo controllo>
Il corvino si rimise a piangere, facendo una smorfia per trattenersi ma fu inutile.
<io...io potevo salvare Kichirō...potevo...>
<non darti tutte le responsabilità!> lo strinse in un abbraccio, facendo appoggiare la sua testa sulla sua spalla <la colpa non è solo tua. Io dovevo impegnarmi a cercare la tua pistola, Shiro ci ha provato a fare qualcosa, l'ho sentita discutere con qualcuno prima dello sparo, tu hai deciso di fare altro sempre per tutti noi. Ma non è colpa nostra se è morto, ma colpa di chi ha usato quella pistola>
<perché non mi hai detto che non hai trovato la pistola?>
<perché eri così felice con Kichirō che non volevo che ti preoccupassi e rovinarti la festa per cercarla disperatamente, sarebbe stato il tuo unico pensiero> rispose e gli accarezzò i capelli corvini
<non siamo dei super eroi, non siamo protagonisti di un manga shonen, siamo normali ragazzini. L'essere Ultimate non ci rende superiori e magici. Siamo come tutti quanti>
<pensavo...che se non fossi riuscito a salvare Mamoru magari...sarei riuscito a salvare almeno Kichirō>
Strinse il proprio polso dove c'era un braccialetto blu e rosso con una piuma, il braccialetto che gli aveva dato Mamoru.
<lo so lo so...e tu hai fatto del tuo meglio, Kichirō non ti odierà per questo.>
Rimasero così abbracciati per un po', finché il fanciullo non smise finalmente di piangere.
Shou le strinse la mano e uscirono assieme dalla stanza per raggiungere gli altri, sperando di avere ancora un po' di tempo per investigare, perché c'era un trial e non sapevano assolutamente nulla ma appena arrivarono in sala da ballo i Aki suonarono la campanella che indicava la fine delle investigazioni.
<Yumeri ti devi dire una cosa> sussurrò mentre tutti si riunivano al centro, anche Shiro ancora in lacrime e tra le braccia di Shinobu
<dimmi pure>
<l'unica cosa che ancora mi distrugge...è il pensiero che Kichirō non sia stato ucciso ma...si sia suicidato>
La motociclista spalancò gli occhi per qualche secondo, per poi tornare con il suo solito sguardo serio e minaccioso <ne discuteremo nel processo. Rimane che non è colpa tua.>
Non era molto convinto di quelle parole e strinse la sua mano.
Ed eccoli lì, tutti nella grande sala ad essere avvolti e chiusi in quel strano ascensore che li portava giù verso l'inferno. Lentamente ed era una attesa straziante, eterna.
Non era un processo qualunque.
L'ascensore si fermò, le porte si aprirono facendo entrare un immensa e accecante luce che gli dava il benvenuto a condannare qualcuno, solo uno di loro, che sia ancora vivo o che sia morto.
Era un processo di vita e di morte.
Uscirono lentamente e vennero accolti dalla stanza così ben illuminata da un gigantesco candelabro, lo stesso che illuminava il cadavere di Sae. Sotto ad esso c'erano però i vari podii, o postazioni, uno per ogni Ultimate.
Costretto a incolpare qualcuno, mettersi nel ruolo di Nicolas e puntare sulla vittima occhi pieni di giudizio. Questa volta si dovrà affidare alle investigazioni dei altri.
Era un processo di verità e di bugie.
Lady Sally si mise sopra a un trono dietro di loro, con dinuovo di suo volto incazzato e senza pietà avrebbe punito chiunque abbia rovinato il suo compleanno e i suoi boia vestiti da maggiordomo erano sempre al suo fianco. Fedeli e protettivi.
Era un processo di fiducia e di tradimento.
Dietro di loro c'era un gigantesco schermo spento. Riusciva a specchiarsi in esso e rimase immobile ad osservarsi. Guardava la sua immagine riflessa con un forte nodo alla gola. Iniziava a temere se stesso lì dentro e si sentiva così stupido
Era un processo di amici e nemici.
Ogni podio aveva una targhetta con su scritto gli stessi nomi che c'erano in quelle delle loro camere. "WhiteBird" gli stessi che avevano usato il Kichirō del suo sogno.
Era un processo di suppliche e di scuse.
Tutti si misero nei loro posti, tranne Y/N, Chunami, Maude e Sae, Hannes, Roza, Nicolas e purtroppo c'era anche Kichirō.
Al loro posto c'erano quattro pali con sopra attaccati delle cornici con le loro foto e sopra avevano una X rosa. Giusto per farti ricordare che non c'erano più.
Questo era un processo di classe
Well
Non potevo tenere entrambi i protagonisti vivi
Eh no
Eheheh
Mi dispiace Vivy che puntavi tanto a Nori in questo capitolo, sarà per il prossimo 🤭
Devo studiare e fare compiti.
Infatti ho messo una ckt a masaccio perché penso solo a lui
Sarà difficile teorizzare senza indizi 🤭 se avete culo indovinate subito senza manco ragionarci. CHI AVRÀ UCCISO L'UOMO RAGNO? SCOMMETTERE‼️‼️
Se volete insultarmi questo è il luogo adatto
Eee ci vediamo al trial👀💕
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