𝓐𝓻𝓬 𝟑 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝟏 - famiglia e biscotti
«Il matrimonio, Dio, i figli, i parenti e il lavoro. Non ti rendi conto che qualsiasi idiota può vivere così e la maggior parte lo fa?»
-Charles Bukowski
"Mamma e papà non hanno mai tempo per noi e quindi non li diamo il nostro tempo. Così litigano in pace perché lui ha tradito lei e altri cazzi loro. Perché dovremmo sentirci in colpa se stiamo sempre dallo zio Tatewaki?"
Suo zio era sempre stato il genitore che le piccole sorelle Shiraishi da sempre volevano e loro erano le figlie che Tatewaki ha sempre voluto.
Non aveva mai sentito così forte la loro mancanza e non si era mai immaginata a una vita senza di loro.
La sua mente le faceva ricordare ogni notte piccoli momenti vissuti con le sue sorelle e suo zio, rischiando ogni volta di piangere.
Quella notte si ricordò la prima volta che aveva visto Korean, la vecchia moto dello zio, tra un po' cadeva a pezzi con uno solo sguardo. Eppure furono lo stesso felicissime di vederla e cercarono di non toccarla, suo zio trattava quella moto come se fosse un'altra sua figlia o come un tesoro prezioso. Era la moto che i suoi nonni gli avevano regalato quando aveva più o meno la loro età.
Le fanciulle presero questa caratteristica da lui come la passione per le moto che per Yumeri era allo stesso livello della ceramica ma non lo ammetteva mai. La ceramica è una cosa troppo da deboli anche se la amava, se ne vergognava di questa passione ma aveva un vero e proprio talento per questo hobby.
"Un giorno la farò diventare come nuova" ripeteva sempre e sapevano che non l'avrebbe mai fatto. O così pensavano fino al 18° compleanno della loro sorellona Kaori. La Korean era ancora più bella e sembrava appena fatta in fabbrica e fu la sua prima moto.
Insieme a lei, la sua gemella Shiori e la piccola Juri fondarono le Shi no Shi Shimai.
Ma quel ricordo si fece più debole e leggero, iniziò a vedere la camera di casa sua al buio al posto delle immagini di lei sulla sua moto e delle sue sorelle per le strade vuote e notturne del Giappone.
Era notte, una notte qualsiasi nella sua casa, non riusciva a dormire per colpa di Shiroi che non stava mai ferma e non sembrava per nulla tranquilla.
Se non lo era lei non riusciva ad esserlo neanche Yumeri. Una cosa da gemelle.
Non aveva mai capito perché Shiori stesse così male certe volte, ogni tanto si bloccava a guardare il vuoto spaventata, si metteva a piangere a caso ed era così terrorizzata che era impossibile farla calmare, se la toccavi in quei momenti si metteva pure a urlare come una matta.
Anche se non capiva faceva di tutto per farla stare meglio, per tranquillizzarla e proteggerla dai suoi mali interiori.
Nascondeva qualcosa ma non l'ha mai sforzata a parlarne. Forse se ne vergognava, neanche lei lo sapeva oppure non voleva farla preoccupare di più.
Quello le bastava anche se sapere di più le avrebbe permesso di darle maggior aiuto.
Si alzò lentamente dal letto e andò in quello della sorella, stringendola in un forte abbraccio e tenendola ferma. Il calore era così reale che le sembrava di stare dinuovo a casa sua. Il killing game non era reale. Yumeri stette in silenzio ma Shiori stava singhiozzando e mormorava "scusa se ti ho svegliata, sto bene..." in continuazione.
Ma la stringeva a sè lo stesso, godendosi quel contatto finto finché poteva. Era consapevole che non poteva più farlo nella realtà e le faceva così male.
La stringeva per non farla scappare, per tenerla nel mondo dei vivi, per tenerla con sè finché potevano.
Non l'avrebbe lasciata sola la sua amata sorella.
"non ti preoccupare, ci sono io con te" rispose Yumeri chiudendo gli occhi.
"Scusami...scusami...davvero...
scusami se sono morta"
Spalancò gli occhi subito dopo e vide tutto bianco. Le facevano male per la luce e spostò lo sguardo in giro cercando un punto buio dove rifugiarsi.
Ma in basso vide solo il cadavere di Shiori, il torace completamente pieno di sangue e rosso e la gola tagliata. Era immobile davanti a lei, i suoi bei occhi erano aperti e senza vita.
Questa era la realtà.
Non poteva neanche più appoggiarsi ai sogni che anche quelli le ricordavano cosa era successo.
Anche Shiori è morta al posto suo.
Anche zio Tatewaki e le sue sorelle Jurin, Kaori ed Eri sono morti al posto suo.
Mentre lei è viva. Ingiustamente.
Lei è la causa delle loro morti.
Era tutta colpa sua. Non aveva fatto nulla per proteggerli.
Qualcosa di freddo, come delle mani, la presero per i polsi e le caviglie bloccandona di colpo.
Un braccio le avvolse la vita come in un abbraccio ma non fu nulla di simile e di confortante.
Si ritrovò Monoaki dietro di lei che le puntava un coltello alla gola e la testa del maggiordomo era appoggiata alla sua spalla. Insieme al profumo di alcool e fumo c'era pure quello del sangue. Sangue della sua famiglia.
"È tutta colpa tua. Ma puoi sempre rimediare..."
La lama fredda era vicinissima al suo collo.
"Urla quanto vuoi, tanto nessuno ti sentirà"
Con un veloce gesto le tagliò la gola e tutto divenne nero.
07:00 a.m __ Giorno 10 _______________
Luogo: camere da letto _____________
Oltre al taglio, la campanella suonata da uno dei due maggiordomi fece svegliare Yumeri di colpo.
Entrambe le mani tenevano il collo come per bloccare del sangue che non c'era, tremanti, il fiato le mancava e il petto andava su e giù troppo velocemente. Le sembrava che le mancava la voce, forse aveva davvero urlato così forte fino a farla rimanere muta. Monoaki sarebbe molto contento di ciò, forse l'avrà pure sentita e sorriso come un imbecille maniacx.
Era sudata ovunque, il pigiama era diventato uno strato di pelle pesante e umidiccio, insieme alla coperta che buttò a terra insieme al pigiama.
Ora sentiva freddissimo, aveva la pelle d'oca, ma non fece nessuna smorfia e cercò di contenere il tremolio mentre si alzava dal letto e andava in bagno.
Aveva bisogno di una doccia, di una buona colazione e qualsiasi altra pur per distrarsi.
Di solito si dimenticava gli incubi ma questo ancora le era in testa, il freddo della stanza le ricordava le mani e la lama sul suo corpo. Le telecamere nella stanza le ricordavano il gioco e del maggiordomo.
Il suo stesso riflesso le ricordava Shiori.
L'acqua calda che le scendeva sul suo corpo non la pulivano da quei brutti pensieri. Forse del fumo l'avrebbe aiutata ma sarebbe stata troppo simile a Monoaki, i capelli blu non la aiutavano. Di certo non si sarebbe rasata per lxi, magari avrebbe messo della crema depilatoria dentro il suo shampoo...sarebbe divertente la sua reazione e avrebbe la sua vendetta.
Ma rischierebbe un proiettile in testa quindi meglio di no.
Sbuffò, meglio dimenticare tutto ciò e pensare solo a non arrivare in ritardo a colazione. Voleva evitare litigi per una cosa così stupida ma tutti loro erano molto irascibili e volevano solo relax. Poi Yumeri iniziò a sentire la fame e finalmente decise di prepararsi ed uscire dalla sua camera.
Fu l'ultima ad arrivare alla sala da pranzo ma nessuno dei presenti ci fece molto caso tranne Shiro che si alzò di scatto e le andò incontro per darle un bello e improvviso abbraccio
<buongiorno Yumeri!!>
<hey- giorno anche a te Shiro-> rispose la motociclista tutta bella rossa ma cercava di nascondere questo leggero imbarazzo davanti a tuttu. Fu inutile, tanto nessuno l'aveva considerata tranne poche persone. Ciò non la offese, sarebbe stato più strano vederli tutti tranquilli dopo la notizia ricevuta ieri.
Non sapevano che fine hanno fatto i loro cari. Tutto quel trial non era servito a nulla, la morte di Sae non era servita a nulla...forse sarebbe stato lo stesso con la sua...
Merda non doveva ripensarci.
Si buttò sul cibo per distrarsi mettendosi affianco all'albina, Jun'ichi e Kazuto, gli unici tranquilli insieme a Nicolas seduto poco più lontano. Non lo guardò per troppo tempo o si sarebbe innervosita, non voleva creare litigi di prima mattina. Nessuno voleva sentire altre discussioni e valeva lo stesso per Yumeri.
Il latte e cioccolato bello caldo le riscaldò la gola dandole un bel senso di relax per il buonissimo sapore. La magia del cibo.
Tranquilla si mise ad osservare gli altri continuando a sorseggiare la bevanda lentamente per gustarsela.
Era contenta di vedere che era c'erano ancora quelli che provavano a tirare sù il gruppo ridendo, creando conversazioni e scherzando. Erano i soliti Kaoru, Kazuya, Goro e Nori che provavano a coinvolgere come sempre Shinobu e far sorridere Shou e Kichirō. Gli ultimi due sembravano non aver dormito, sicuramente la notizia non ha migliorato il loro stato mentale e molti erano preoccupati che facessero altre pazzie. Soprattutto Shou, così spento e non rispondeva alle domande stupide del gruppetto accanto. Anche lei temeva e l'avrebbe tenuto d'occhio, non avrebbe fatto lo stesso errore. Kichirō invece sembrava sforzarsi un pochetto, solo dopo un po' lo vide unirsi all'umore del gruppo ma non gli sembrò sincero.
Poi Elviira aveva un bel sorriso ed era energica ma notava in lei un tono più triste, nascosto dalle sue risate e racconti. Il suo compito era quello di rallegrare suo fratello stranamente silenzioso e come sempre con il broncio e incazzato, e provava a fare la stessa cosa con la sua amica Roza, silenziosa più di prima e si vedeva nei suoi occhi che era triste. Forse anche se stessa aveva lo stesso suo sguardo. Erano tutti sulla stessa barca dopotutto.
Jun era a fare colazione silenziosa e affianco a Nicolas, non avevano trovato ancora il tempo per parlare riguardo ai suoi piccoli furti e la collaborazione con quel maledetto. Ma non sarebbe stato oggi il giorno, nessuno era pronto e voleva farlo adesso. L'avranno tenuta semplicemente d'occhio e alla prima mossa sospesa l'avrebbero fermata.
Accanto a sè era Shiro che rendeva viva la conversazione insieme a Kazuto, entrambi tranquilli e intenti a usare la tecnica "facciamo finta di nulla" per non dare soddisfazione ai maggiordomi, al mastermind e ai spettatori. Un po' come faceva anche lei e Jun'ichi ma adesso stavano zitti, non stava neanche ascoltando la conversazione per via di questi pensieri ma forse sarebbe meglio per la sua mente unirsi e concentrarsi su qualcosa di reale.
Niente dubbi, niente paure, niente Shiori, niente passato e futuro ma solo il presente.
<hey Yumeri> la chiamò lo stratega mentre si versava altro caffè <ti va di unirti a noi in giardino dopo pranzo per rilassarci e mangiare qualcosina insieme?>
<noi chi?> chiese subito dopo e prese l'ultimo dolcetto al cioccolato. Si chiedeva come faceva a mangiare così tanto salato Sae alla mattina, il dolce era così buono.
<credo che non stava ascoltando> disse Jun'ichi rispondendo al posto del castano <comunque siamo io, Kazuto e Shiro>
<le mamme del gruppo> aggiunse lo stratega e fece ridacchiare la pianista che si corpì la bocca per non fare troppo casino e commentò con un bel sorriso.
<mi piace come nome!>
Non era una brutta idea, era l'opportunità perfetta per il suo piano di completo relax e di godersi il presente, non l'avrebbe certamente persa per piangersi addosso
<va bene! Basta che non ci sia il tè o diventiamo delle nonne!>
<avevo già chiesto a Aki di fare del tè...> mormorò Shiro abbassando la testa
<...va bene lo stesso ma voglio qualcosa di forte! Come alcool->
<meglio di no, è tutto avvelenato grazie ad Akikuma e poi sono di Monoaki.> le disse il businessman
<E CHE SI FICCHINO QUELLE BOTTIGLIE SU PER->
<su per cosa lady?> la interrompono in coro i due maggiordomi apparsi magicamente dietro di lei con in mano i piatti sporchi. In realtà c'erano da prima ma solo adesso si accorse della loro esistenza e presenza in sala.
Si girò lentamente verso di loro con ancora il sorriso che le si era creato prima. Akikuma aveva sempre i stessi vestiti mentre Monoaki era ritornato a sembrare una vendova fanciulla con quel bel vestito nero. Le vennero leggermente dei brividi, non le metteva sicurezza avere ilx maggiordomo dietro di lei e con un mano delle posate. C'erano dei coltelli-
<non finisci la frase? Eravamo curiosi. Se è quello che penso hai strani gusti per provocarti piacere. Non guidico tranquilla. E poi le bottiglie sono troppo grandi per->
<Akikuma! Ci stanno guardando anche dei bambini a quest'ora! Ti sembrano discorsi da fare?>
<è educativo.>
<È EDUCATIVO PARLARE DI BOTTIGLIE SU PER IL C->
<MONOAKI IL LINGUAGGIO!>
<MA VAFFANCULO!>
E se ne andarono in cucina continuando a discutere non lasciando il tempo a Yumeri di continuare la frase. Avevano fatto tutto loro ma almeno se ne erano subito andati via.
Calò il silenzio per l'intera stanza e tutti guardavano le telecamere agli angoli della stanza.
<quei bambini hanno bisogno di un terapista se guardando questa cosa> Nori fu l'unica a commentare.
Dopo pranzo il gruppetto di Yumeri andò dritto verso il giardino per occuparlo per primi e stare tranquilli tra di loro. Più si era più eri al sicuro...no? Aveva senso in un killing game-
In ogni caso per Yumeri era la prima volta che entrava nel giardino di giorno e non durante le ronde notturne. Dava vibes completamente diverse, sembrava di essere in una stanza completamente separata dalla villa ed era ottimo per il loro obiettivo.
Il buon profumo dei vari fiori fece lo stesso effetto del caldo latte e cioccolato, ricoprirono Yumeri di serenità ma non sarebbe stata tranquilla, se no sembravano davvero delle vecchiette e voleva dare animo alla situazione.
Mentre gli altri preparavano il tavolino e si prendevano il tè, la motociclista andò a prendere dal mobiletto in salotto un mazzo di carte e dei giochi da tavola. Ritornata li posò con grande cattiveria sul tavolino facendo un bel tonfo e attirando l'attenzione di tutti.
<chi sa giocare a poker? Se no possiamo fare una partita a Monopoli Risiko o Cluedo! No ok forse Cluedo meglio di no- beh abbiamo Pictionary e Taboo o->
<Yumeri ma come dovrebbe fare Shiro a giocare a tutti questi?> la interrompe Kazuto senza troppi giri di parole, cercò a modo suo di essere delicato.
<posso anche non giocare tranquilli...>
<non è giusto! Bisogna essere inclusivi! Ci sono giochi che puoi fare? Se no dobbiamo fare a squadre...e decisamente Cluedo meglio evitare- magari uno di noi si ispira a quel omicidio- ahia-> lo stratega si massaggiò il braccio colpito dalla pianista dopo aver sentito la sua ultima frase.
<io voto per Monopoly. Shiro potrà fare il banchiere o semplicemente le leggiamo le cose senza barare> disse Jun'ichi cambiando totalmente argomento
<quindi non posso farla pagare di più?>
<no Kazuto, poi ho già giocato a Monopoly, conosco bene le regole e il tabellone> disse l'albina mettendosi altro tè <e sono anche molto brava, potrei battere anche Jun'ichi!>
<beh in effetti è un gioco perfetto per un businessman. Molto probabilmente pure il suo preferito!> commentò Yumeri mentre sistemata il tavolo per giocare
<non è che se ci sono soldi e investimenti allora mi piace. Dipende dai costi e dai guadagni delle...>
<fermo! Non parlare in business-ese>
Il corvino la guardò leggermente male e stette in silenzio mentre gli altri due si trattenevano le risate.
<...non ti è piaciuta?>
<esattamente.>
Ci sono vari tipi di giocatori.
Shiro era quel giocatore che era molto tranquillo, gioca per divertirsi e non le interessa vincere. Fa del suo meglio in serenità.
Jun'ichi era sempre un giocatore tranquillo ma molto competitivo. Non si arrabbiava e puntava tutto sulla vittoria e diventare stra ricco su Monolopy. Questo era il suo obiettivo e doveva completarlo.
Kazuto aveva lo stesso spirito con la sola differenza che se il suo piano mentale veniva rovinato per una mossa improvvisa di un'altro giocatore si arrabiava. Aveva pensato a tutto il percorso, come spendere e guadagnare soldi, come vincere e poi Yumeri manda tutto in fumo perché prende una casella al posto suo.
Alla fine c'era proprio Yumeri che era competitiva e pure incazzata. Ogni volta che doveva pagare a qualcuno si arrabiava, anche perché era rimasta senza soldi. Shiro rideva sempre alle sue reazioni esagerate e continuava a farle proprio per renderla contenta. Non era il suo gioco preferito ma giocava lo stesso fino a quando nessuno di loro aveva voglia di continuare. Allora ne approffitò per giocare ad altro.
Provarono con Risiko, Kazuto aveva insistito molto adorando quel gioco. Qui la competizione era più alta ed erano nel completo mood dei capi di stati che vogliono espandersi, tranne per Shiro che si godeva i litigi dei suoi amici per un gioco.
<MA SMETTILA DI PUNTARE SEMPRE ME!> urlava sempre Yumeri contro Jun'ichi, anche perché riusciva sempre a batterla con il lancio dei dadi.
<se hai territori che mi interessano devo attaccarti. È questo il gioco>
<CAPITALISTA COLONIZZIATORE!>
<sta a te> le rispondeva sempre con calma e freddezza
<ti attacco>
<ma hai solo due carrammati non è conveniente->
<zitto. Ti attacco.> e subito dopo perdeva l'ennesimo territorio facendo espandere il dominio del corvino. Per ciò faceva tifo per Kazuto, prima potenza di quella partita che dava filo da torcere all'altro fanciullo.
La pianista era molto tranquilla, riuscì a completare uno dei suoi obiettivi eliminando completamente le armate di Yumeri.
<SHIRO!! Pensavo che eri dalla mia parte!! Come hai potuto tradirmi!>
<dovevo eliminare l'armata blu, scusami!> le rispose ridacchiando
<...solo perché sei stata tu! E ora hai più territori per batterli!>
<in realtà no-> si intromette Kazuto
<ZITTO. VAI SHIRO DISTRUGGILI>
Apparte i litigi fu molto piacevole passare il tempo con quei tre. La mente e l'umore di Yumeri migliorò molto e si divertitì lo stesso, le sembrava di star giocando con le sue sorelle. Anche le urla e discussioni erano le stesse. Fu contenta di aver anche vinto almeno a carte.
Decisero di fare uscite del genere più spesso, per distaccarsi da quel terribile gioco per farne altri molto più divertenti. Evitando come la peste Cluedo e Asso Assasino.
Quindi ogni dopo pranzo si sarebbero riuniti in giardino per passare il tempo insieme, parlare oltre a giocare, magari discutere su cose importanti o anche su cose stupidissima. Comportarsi come un normale gruppo di amici e compagni di classe. Per tornare alla normalità e tenere nel loro animo la loro umanità. La idea nasce soprattutto dalle due fanciulle che riuscirono a coinvolgere anche gli altri due, tanto non avevano altro da fare e tra le varie esplorazioni per scoprire come fuggire rimaneva del tempo libero da passare in tranquillità.
Yumeri e Kazuto se ne andarono dopo un po', dicendo che avevano altro da fare senza specificare cosa. Magari erano semplicemente stufi e Shiro poteva capirli, neanche lei era il tipo da riuscire a stare in compagnia di altri per tutto il giorno senza bisogno di un momento da sola.
Li salutò ringraziandoli per il tempo speso insieme e li abbracciò facendo leggermente arrossire entrambi, potè solo intuire quella reazione e le venne da sorridere. Alcune persone qui dentro sono veramente poco abituate all'affetto e lei non era fuori da questo gruppo.
In ogni caso rimase da sola con Jun'ichi che le diede una mano a sistemare e portare i piatti in cucina per pulirli. Anche se il corvino cercò di farle capire che non serviva farlo perché c'erano i maggiordomi, si ritrovò a pulirli lo stesso con l'albina per non lasciarla da sola.
Lui, capo di una grandissima azienda a diciotto anni, ricco, elegante, figlio di persone importanti per la società, stava avendo difficoltà a capire come pulire una tegliera. Molto ironico. Shiro ridacchiò non troppo forte per non risultare offensiva nei suoi confronti e lo fece solo arrossire dall'imbarazzo.
"Potremmo aiutare con le facende domestiche per farci amici i maggiordomi...non è una brutta idea no?" Cercava di convincerlo predendo delle scope dopo una lunga ricerca e facendogli un bel sorriso. Ma il corvino non li ricambiò mai e alzò gli occhi verso il soffitto sospirando, prese la scopa e insieme iniziarono a spazzare.
Era incredibile come quella ragazza riuscisse a convincerlo a fare le cose che mai avrebbe fatto. Tutto solo perché voleva proteggerla, starle accanto, per educazione e per uno strano sentimento che non aveva mai capito e sempre nascosto.
Lo trovava stupido quel suo modo di comportarsi. Non si conoscevano neanche così bene anche prima del killing game. Shiro era solo la sua promessa moglie, una ragazza ricca come lui con cui fare famiglia e rimanere in alto nella società. Una ragazza che aveva visto poche volte e neanche con tanta intimità, non era stato lui a sceglierla per stare al suo fianco. Non sarà che si sia davvero presa una cotta per una semplice conoscente? Questo era in realtà. Una conoscente che doveva sposarsi!
Eppure avrebbe fatto di tutto per farla sorridere ancora. Non sono per la sua famiglia ma anche per se stesso.
Non capiva questi sentimenti ma non erano poi così tanto sbagliati, sarebbe stato tutto più facile se la amasse. Se Shiro amasse lui. Era consapevole che per lei non era così e doveva accettarlo, funzionava così quel tipo di matrimonio e non sempre si ha la fortuna di trovare la persona giusta.
Magari nel futuro...sempre se per loro ci fosse un futuro.
<Jun'ichi> la pianista si fermò, aveva la voce seria e anche il businessman si fermò per darle tutta la sua attenzione <riguardo al discorso di ieri...non serve che ti preoccupi per me. Non voglio altri omicidi e soprattutto esserne la causa. Hai detto delle parole molto dolci...nel tuo modo ovviamente> le sfuggì una risatina. Il ragazzo era consapevole che non era il massimo riguardo a sentimenti, discorsi emotivi e tutte cose simili, si era forzato molto e a quelle parole capiì che non ci era riuscito.
<Shiro lo so che non vuoi altri morti...ma questo è un killing game, non puoi vincere senza fare qualcosa...quindi...>
<prometti di non uccidere mai nessuno neanche per salvarmi> lo zittì la fanciulla facendo un passo verso di lui. Con tutti era molto obbediente ma ogni tanto riusciva a farsi valere, bastava che lo volesse.
<Shiro non puoi dire sul serio>
<se muoio semmai troverai una moglie migliore di me no? Oppure ti sei affezionato?> un piccolo colpetto al cuore e cercò di rimanere impassibile, anche se ogni espressione che potressee fare Shiro non l'avrebbe mai vista.
<non dire così. In questo gruppo non ci serve anche il tuo pessimismo e sei uno dei pilastri importanti che ci tiene in piedi. Nei trial sei stata bravissima>
<promettimelo Jun'ichi Ueno> ecco che si mise a imputarsi mettendosi vicinissima al fanciullo con le schiena dritta, i pugni belli stretti e il viso candido serio. Riusciva benissimo a tenergli testa.
Non le rispose rimanendo in silenzio e guardandola dritta negli occhi.
<questa è la promessa più importante che tu possa mai farmi. Perfavore>
Nessuna risposta.
<non voglio metterti in rischio. Non voglio voglio qualcun'altro rischia per me, non riuscirei a sopportarlo. Quindi promettimelo>
Ancora nessuna risposta. Non avrebbe ceduto questa volta, anche se logicamente non aveva senso quello che stava facendo. Metteva a rischio tutto, non solo la sua vita ma tutto il suo mondo, per lei. Non erano neanche sposati così che almeno potesse prendere lei il comando dell'azienda.
Perché la sua parte razionale non stava rispondendo? Perché rimaneva zitto? Cosa sono tutti questi pensieri?
Non era da lui.
Nulla di ciò era da lui eppure lo stava facendo.
Chiuse pure gli occhi per non vederla, come se così potesse zittire il suo cuore ma non fu così. Poteva sentire il suo dolce profumo invadere le sue narici, la immaginava davanti a sè con una bella faccia sorridente.
<Jun'ichi promettimelo...ti prego! Ti chiedo solo questo. Sei l'unico di cui mi fido qui dentro...>
Le sue mani lo presero saldamente e gli strinsero il braccio facendolo tornare alla realtà e aprire gli occhi.
<Shiro...Io...>
<Jun'ichi. Promettimelo>
Il corvino sospirò leggermente rinunciando a trovare le giuste parole per fare un bel discorso.
<...te lo prometto>
La fanciulla fece un piccolo sorriso e avvolse l'altro in un forte e amichevole abbraccio. Così lo era per lei.
Per Jun'ichi fu un colpo al suo povero cuore scosso dai troppi sentimenti incomprensibili per la sua mente, si irrigidì tra le sue braccia e il viso divenne tutto rosso, non sapeva che fare. Se avrebbe ricambiato avrebbe reso tutto più sospetto? Avrebbero fatto intendere qualcosa? Per non creare disagi si erano promessi di non dire nulla a nessuno. Ciò non lo aiutò per nulla.
Shiro si staccò subito dopo anche lei leggermente rossa <scusami scusami, mi era venuto d'istinto...mi ricordo la nostra promessa tranquillo- scusa->
<non...non preoccuparti...>
<beh...io devo andare, avevo promesso a Shinobu di fare un passo in biblioteca insieme e parlare un po'...allora...ciao!>
Disse l'albina uscendo con passo svelto dalla cucina lasciando un grande imbarazzo nell'aria ma era sollevata di sapere che aveva un nemico in meno e messo più nei caos il cuore del suo promesso sposo.
___ ___ ___
<FERMATI SUBITO!!>
<NEANCHE MORTO! LASCIAMI STARE MOCCIOSA!>
<TI HO DETTO DI FERMARTI! NON PUOI STARE QUI LO VUOI CAPIRE?>
<TANTO NON MI PRENDI! SEI TROPPO LENTA!>
<TI ODIO!!>
Le urla di Hannes e Sally disturbavano e distraevano la scammer Jun completamente priva della sua maschera. Aveva una bella smorfia di fastidio a sentire quei due mocciosi urlare, l'unica cosa positiva era che capiva dov'erano e riusciva a non farsi beccare. Non voleva altri problemi e incontrarli, soprattutto il mago. Era di un fastidio che voleva tappargli la bocca con lo scotch, voleva sapere troppe cose degli altri per fare la doppia faccia. Poi si arrabbia se lo fanno gli altri con lui o Elviira! Ipocrita. Ma l'amicizia con sua sorella le ha permesso per un po' di avere buona luce ma per colpa di Kichirō che ha parlato di ciò che ha fatto era andato tutto a farsi fottere. Anche perché ha accettato di collaborare con Nicolas- unica cosa positiva di ciò e che ora sapeva come scammare gli altri senza farsi vedere e avere mille nascondigli. Si sentiva speciale ad essere una delle poche ad ambientarsi nei passaggi segreti.
Chiuse la porta di uno di essi alle sue spalle, era la camera di Shinobu, ma non aveva trovato nulla di interessante come la fanciulla. In realtà aveva trovato poche cose particolari nelle loro stanze, tranne le scatole dei cari e qualche e-handbook dove aveva scoperto segreti. Menomale che avevano detto di stare attenti.
Non sentiva più urle, le sue orecchie erano contente ma rimase lì stesso allerta, doveva concentrarsi per non farsi trovare. Sarebbe stato difficile trovare una scusa sul momento, altra cosa positiva era che la borsetta dove metteva gli oggetti rubati era quasi vuota quindi poteva stare tranquilla. C'era solo un taccuino con delle note scritte sopra e qualcosa di inutile e per gli altri importante. Pensava d trovare molti gioielli da rivendere e usare per fare altri scam ma ne aveva trovati pochi.
Stava per uscire da uno dei piccoli corridoi per andare in quello principale quando sentì veloci passi andare verso di lei, non aveva meravigliosi riflessi e venne travolta da Hannes e Sally finendo tutte e tre a terra. Fecero un bel tonfo e Jun si fece male per l'impatto. La borsa le volò via, giusto di un paio di centimetri.
Era stato più comico che drammatico.
<ma che cazzo-> voleva arrabbiarsi di più ma aveva un ruolo da mantenere
<e per magia ho fatto pure apparire Jun. Che stavi combinand- AHIA->
La bambina gli aveva tirato un pugno in testa ed era come il suo solito rossa di rabbia. Teoricamente non dovrebbero essere lì, ha senso che fosse irritata così tanto.
<ORA VOI DUE USCITE!>
<m-ma non stavo facendo nulla di male! Davvero!> le rispose la corvina facendo una finta voce balbettante e si alzò da terra spintonando via i due mocciosi con delicatezza.
<oh si stavi casualmente passeggiando per di qui, cosa per nulla sospetta e strana! Ah no!> commentò Hannes anche lui dinuovo in piedi e mettendosi davanti alla fanciulla con un piccolo sorrisetto <che stavi facendo? Rubando? Spiando? Smascheri il mastermind o lo aiuti? Mh?>
Sei più insopportabile di Nicolas pensò Jun trattetendosi nel fare una faccia irritata e fece al suo posto un piccolo sorrisetto
<assolutamente no! Volevo rivedere un po' questo posto, l'ultima volta avevamo trovato delle trappole ricordi? Volevo vedere se c'erano ancora ma credo che erano state messe da loro> indicò Sally che li stava ascoltando ancora tutta bella arrabiata <per impedirci di scoprire di più. Preferisco lavorare da sola Hannes...mentre tu? Perché sei qui?>
Allargo il sorriso fiera di come si era gestita la situazione rimanendo calma, facendo un po' la timida giocherellando con una ciocca di capelli ma lo guardava dritto negli occhi. Sapeva che avrebbe mentito.
E Hannes sapeva che lei aveva mentito ma stette al gioco.
<per rivedere le porte bloccate, non le ho viste bene per via di tutte le trappole! Magari trovavo una magia per aprirle...oltre a scoprire dove porta ogni passaggio. Potrebbe tornarmi utile> rispose con lo stesso sorriso tranquillo della ragazza.
<davvero? E come mai dinuovo con Sally?>
<mi ha trovato e non mi ha più lasciato>
<perché non dovreste essere qui!!>
Entrambi alzarono gli occhi al cielo allo stesso momento ma sono il maghetto sbuffò.
La bambina li guardò malissimo e strinse a sè la borsa della corvina che spalancò gli occhi
<hey! Guarda che è mia! Posso riaverla?> cercò di non scomporsi troppo e allungò una mano verso la più giovane. Lei scosse la testa e si mise a frugare all'interno della borsa.
<stop little child! Non puoi frugare nelle cose altrui!>
<si che posso! Mia villa mie regole!> le fece la linguaccia e tirò fuori Reddie, spento, e se lo mise sulla spalla. Era una telecamera spia molto carina! Poi qualcuno lo stava cercando, potrebbe riportaglielo e dare una mano al mastermind controllando i partecipanti! Era un genio.
<ohoh ecco dov'era finito! Non ti sei limitata solo a Kichirō allora~> ridacchiò il mago
<i- shut up-> mormorò un po' rossa in volto e poi si girò verso la bambina. Non poteva assolutamente torcerle un capello perché era contro le regole e sarebbe stata punita, quindi doveva trovare un'altro modo per convincerla. Di solito per farsi ascoltare dai bambini si tende a fare delle promesse, le minacce con lei non sarebbero funzionate, e dovevano essere fattibili. Ne serviva una giusto per prendere la borsa e anche distarla per continuare a fare il suo giro ed uscire. Avrebbe fatto un favore anche all'altro mocciosso con questo gesto.
<Lady perfavore posso riavere la mia borsa?> ritornò il suo bel tono dolce
<no no! Ora è mia! È così carina!!>
<lo so...me l'ha regalata mia madre...ooh povera donna! È molto importante per me...>
<ok. Ora è mia> quella bambina ha zero empatia certe volte. Era incomprensibile come i maggiordomi, dopotutto era stata allevata da loro e da altri psicopatici. Sarebbe stato strano il contrario.
Meglio essere diretti.
<Lady...se tu mi dai la mia borsa io e Hannes giocheremo con te a...a nascondino!>
<COSA!?>
<COSA!? VERAMENTE??> Sally sorrise tutta bella contenta e iniziò anche a saltellare facendo attenzione a non far cascare l'uccellino dalla spalla.
Jun annuì e diede un colpetto ad Hannes come per dirgli di fare lo stesso e fingere di essere d'accordo.
<non state mettendo vero? Posso fidarmi? Non siete molto sinceri vuoi due!> chiese dopo qualche secondo la bambina facendo sparire quel dolce sorriso. Hannes fece un piccolo sospirò e sorrise anche lui, come faceva durante gli spettacoli quando c'erano tantissimi bambini che urlavano e si comportavano da bambini.
<certo! Siamo sincerissimi! Nascondino è il mio gioco preferito!>
<fantastico!!> La piccola diede la borsa alla corvina e si mise a girare intorno a due <voi due contante fino a 30! Serve lavoro di gruppo per trovarmi! Ho nascondigli super fighi e diffucili!!>
<perfetto! Allora iniziamo senza barare!> disse Jun tappandosi gli occhi e il mago fece lo stesso iniziando a contare in coro.
Anche Sally mentre correva verso il suo nascondiglio contava per capire quanto tempo mancava e per capire quanto ci mettevano a trovarla.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci...
L'uccellino era caduto, dovette fermarsi e prenderlo subito per non sprecare secondi. Si rimise a correre più veloce di prima. Era così felice!
Uno, duo, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, venti...
Aveva uno strano modo di contare però era semplice e veloce, ma sapeva i numeri giusti! Tutti fino a cento e anche fino a tre mila! Era un genio! Akikuma le aveva fatto i complimenti quando aveva superato i due mila per la prima volta! Era brava in matematica.
Intanto aveva quasi raggiunto il suo nascondiglio.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, trenta!
Al trenta era arrivata al suo posto e si mise seduta ad aspettare, teneva tra le sue mani Reddie e continuava a contare.
Trenta e cinque, quaranta, quaranta e cinque, cinquanta, cinquanta e cinque, sessanta...passato il primo minuto!
Non l'avevano ancora trovata, aveva scelto il giusto nascondiglio. Neanche gli Aki lo conoscevano ma non era troppo difficile.
Due minuti, tre minuti, quattro minuti, cinque minuti, sei minuti, sette minuti, otto minuti, nove minuti, dieci minuti...
Si erano per caso persi? Non erano neanche arrivati al secondo piano! Stanno esplorando tutto il primo? Che stupidi! Non l'hanno sentita salire?
Venti, trenta...mezz'ora?
Ma dove sono? Non era così difficile! Oppure sono troppo scarsi per una regina del nascondino come lei? Secondo i suoi calcoli dovrebbero averla già trovata o essere nei paraggi ma non aveva sentito nulla.
Iniziava ad annoiarsi a stare sola, in silenzio e aspettando i due. Ma continuava a sperare, semmai sarebbe uscita e avrebbe vinto! Ancora qualche minuto!
Quaranta, cinquanta, sessanta minuti...un ora...
Nulla. Non era ancora venuti...che scarsi! Aveva aspettato troppo, poteva uscire e fare tana! Magari la stavano aspettando e si erano arresi.
Si alzò lentamente e con passi leggeri corse verso il punto in cui si erano separati. Per non farlo cadere, teneva l'uccellino tra le mani e aveva ancora un bel sorriso sentendo sempre più vicino la gloria e la vittoria!
<TANA PER ME! HO VINTO! HO VINTO!> urlò appoggiando la mano al muro e facendo qualche saltello. Sicuramente l'avranno sentita! Non saranno molto lontani...giusto?
I minuti andavano avanti e non arrivarono. Neanche lì si facevano vivi. Fu lì che capì e fece cadere Reddie tra le sue mani e si siede a terra stringendosi le gambe al petto.
Hannes e Jun non c'erano.
Hannes e Jun non la stavano cercando.
Hannes e Jun non stavano giocando.
Hannes e Jun l'hanno presa in giro.
Hannes e Jun le hanno mentito.
Hannes e Jun se ne sono andati via.
Era stata una stupida a fidarsi di loro due! Lo sapeva che erano bugiardi ma era così felice di giocare finalmente con qualcuno di nuovo! A nascondino poi! Era felicissima! Avrebbe passato il tempo giocando! Tenuti lontani dai misteri! Non era sola! E invece...era stata una stupida speranzosa bambina! Stupida! Stupida! Stupida speranza!
Non era un genio come diceva Akikuma e non era talentuosa come diceva Monoaki.
Era una bambina sola, stupida, inutile e piagnucolona. Ecco cos'era veramente.
Odiava piangere, odiava stare da sola, creare pieghe sul suo bel vestitino stringendo la gonna per la rabbia. Odiava arrossire perché è di cattivo umore, odiava essere stupida, odiava Hannes e Jun, odiava le bugie, odiava quel posto e soprattutto odiava...
<Sally che ci fai qui?> la voce del mastermind la fece uscire da tutti quei brutti pensieri e alzò il volto tutto bagnato dalle lacrime.
Soprattutto odiava lxi.
Si era messo in ginocchio davanti a lei, con la solita faccia seria e con nessun tono confortante. Non era veramente preoccupato e questo lo sapeva, nessuno in quel mondo conosceva l'empatia tranne lei. Faceva così solo per mantenere il ruolo da figura fraterna o genitoriale essendo il suo tutore legale e l'unica famiglia che aveva. Per entrambi non era rimasto nessuno biologicamente imparentato. Lo odiava certe volte ma aveva solo lxi.
Fu proprio quel pensiero a spingerla contro di ellx per abbracciarlx e bagnarlx l'abito con le sue lacrime.
Era triste e sola, voleva solo conforto e compagnia. Andavano bene anche la sua.
<qualcuno ti ha fatto del male?>
Rispose scuotendo la testa
<oh...vuoi dirmi allora cosa è successo?>
Rimase immobile e non rispose se non con singhiozzi. Il mastermind sospirò, si alzò in piedi e la teneva in braccio
<chiaro, ti porto in camera tua e ti leggo qualcosa ok? Così ti calmi un pochetto>
La piccola annuì e si tenne stretta a lui <poi...dai quello a Shou> mormorò poi indicando l'uccellino rimasto a terra, il più grande lo prese e se lo mise in tasca
<che brava, l'hai ritrovato! Lo facciamo subito non ti preoccupare. Vuoi fargli anche un bigliettino?>
Sally annuì nuovamente.
<ricordati poi che se sei da sola e stai male manda un messaggio agli Aki. Io non sono sempre qui in giro e liberx.>
Sally annuì ancora e posò la testa sulla sua spalla facendosi portare verso la sua camera.
Era felice che sarebbe statx un po' con lei, questo vuol dire che le voleva bene...giusto?
___ ___ ___
<Nori non mi sembra una buona idea->
<Shinobu ha ragione. Non siamo ad Halloween a fare dolcetto e scherzetto!>
<ragazzi questi non sono scherzetti normali ma segni di protesta contro il killing game! In America fanno così>
<non è una scusa convincente->
<Kaoru! Shh! Zitto come un pesce!>
La bionda biologa marina aveva trascinato con sé in cucina Shinobu, che era appena uscita dalla biblioteca con Shiro, e Kaoru, che stava giocando a biliardo con Kazuya, Goro e Kichirō nella sala giochi. Jun'ichi se ne era andato e potevano agire nel loro piano senza problemi: vandalizzare la villa.
Nei film americani lanciavano contro le case carta igienica, uova, farina, miscuglio di salse e altre schifezze. Sembrava un idea divertente oltre a una innocente vendetta contro i maggiordomi e il mastermind che li avevano rapiti. Ma le serviva una mano e per questo scelse i due fanciulli, completamente contrari ma sapeva d riuscire a convincerli.
Shinobu difficilmente diceva di no e Kaoru dopo aver iniziato si sarebbe così tanto divertito che non avrebbe smesso! Tutto fantastico!
Era poi un modo per distrarsi dalle cose brutte successe in quei giorni e godersi i prossimi finché potevano.
Arrivati in cucina si misero a raccattare tutti i materiali che servivano per il loro scherzetto e li mettevano sull'isola al centro.
Mentre frugava in una mensola, lx schermidore trovò in alto un barattolo di biscotti e li condivise con le altre due fanciulle. Erano buonissimi! Non troppo morbidi, l'interno era pieno di cioccolato e dentro l'impasto c'erano gocce di cioccolato sparse in modo equo. Dopo che ne hai mangiato uno ti viene spontaneo mangiarne un'altro e un'altro ancora fino a finirli.
<che buoni! Perché non li offrono a colazione? O perché non li vendono ovunque? La mia vita sarebbe migliore!> disse Kaoru cercando dentro lo scaffale un'altro barattolo
<esatto! Perché non potevano vendere biscotti invece di fare show gore?> concordò Nori <avrebbero molto più successo!>
<davvero! Aki's and Coockies! Hanno già il nome! Hanno già vari tipi di biscotti da vendere e questi sarebbero i più venduti! Migliaia di pubblicità!>
<dipende quanti sono vivi sotto il governo di Junko. Magari diventato pure biscotti di propaganda...>
<"i biscotti preferiti della Regina Junko assoluta, meravigliosa, grandiosa e...">
<ho trovato un'altro barattolo!! EVVIVA!>
<GRANDE NORI!!>
Shinobu guardava i due ridere e mangiare insieme in silenzio, stando lontana da quel momento e mettendosi nello sfondo. Stava vicino alla porta per controllare se qualcuno arrivava ma in realtà stava concentrata su altro.
Era felice di vedere una scena così serena dopo quello successo ieri, le sfuggì un piccolo sorrisetto contagiata da quello del fanciullx e per le battute della biondina.
"Una dieta bilanciata? Avere un biscotto in entrambe le mani!" era carina, lo ammetteva.
Forse si sentiva di troppo? Non voleva sembrare così esagerata ma era quello che pensava. Riuscivano a ridere e divertirsi anche senza di lei, quindi era effettivamente di troppo? Non sarebbe cambiato nulla per loro se ne andasse, no? Poteva uscire e tornare a fare...nulla come sempre.
"Se cucino un biscotto tre volte, cosa ottengo?"
"Un triscotto!"
Anche questa era molto carina e fece sfuggire uno sbuffo all'artista che era girata verso la porta e la mano si muoveva lentamente verso la maniglia.
Poi la porta si aprì subito da Akikuma che rimase immobile vedendo Shinobu li ferma davanti alla porta. Entrambi rimasero immobile a osservarsi negli occhi in silenzio con un espressione sorpresa, uno per motivi diversi dall'altro.
Il maggiordomo non se lo aspettava di beccare proprio lei. E non si aspettava un attacco a sorpresa subito dopo ma i suoi riflessi furono abbastanza veloci da evitare la farina che prese solo la fanciulla dai capelli verdi.
<ops-> mormorò Kaoru posando a terra il sacchetto vuoto di farina
<oddio! Scusaci Shinobu!! Volevamo prendere->
<me? Ma che state facendo?! È possibile che fate casini ogni volta che mettete piede in cucina?> la interrompe il maggiordomo tirando fuori dal taschino un bel fazzoletto
<non ti serve neanche la tinta!> cercò di scherzarci sù ilx schermidore guardando l'amica tutta bianca
<scusa! Non sei arrabiata vero?>
<no no- non lo sono tranquilli-> mormorò per poi stare in silenzio mentre Aki le puliva il volto con delicatezza, da vicino vide oltre al velo un espressione scocciata.
<pulite subito a terra e mettete apposto tutto ciò che avete preso! Ho capito che volete fare dalle telecamere. Non ho voglia di pulire e subirmi Monoaki incazzata. Sbrigatevi!>
Cercò di togliere un po' di farina anche dai capelli dell'ultimate <credo che dovrai farti una bella doccia- intanto aiutali anche tu su!>
I tre dovettero rinunciare al loro piano malefico di vendetta per non rischiare di essere puniti dal creatore delle esecuzioni. Il terrore li rendeva ubbidienti e velocemente misero tutto apposto ma non erano usciti dal pericolo.
L'inventore infatti vide i barattoli vuoti appoggiati sul ripiano, la mensola aperta e l'ultimo scaffale vuoto, non ci mise troppo per collegare tutti i punti e capire l'altro guaio. Lo riferì con molta calma.
<AVETE MANGIATO TUTTI I BISCOTTI DI SALLY!? ERANO GLI ULTIMI DUE BARATTOLI RIMASTI- DOVEVANO RESISTERE PER DUE O PIÙ GIORNI- CAZZO!> urlò all'improvviso facendo spaventare i tre e Kaoru fece quasi cadere le uova a terra, menomale che le salvò in tempo. Ma avevano lo stesso fatto una cazzata.
Usciti dal magazzino videro il ragazzo biondo tirare testate al muro e stringeva tra mani il cappello.
<come faccio ora? Si metterà ad urlare e a piangere se faccio in ritardo e se scopre che sono finiti...già era triste oggi...cazzo...non ciò voglia di farli, volevo realizzare il mio razzo spaziale oggi...uffa- che palle...> aveva il tono disperato e non urlava più. O così pensavano mentre si dirigevano lentamente verso l'uscita.
<STATE FERMI!> e si pietrificarono davanti alla porta osservandolo con la coda dell'occhio
<ora voi riprendete tutto quello che volevate sprecare per dei stupidi scherzi e mi aiutate a fare i biscotti! O uso il vostro corpo per la cena di sta sera!>
Annuirono e ritornarono indietro con passo veloce
<grazie Nori-> mormorò Kaoru
<ciò è colpa tua-> gli rispose la biologa
<VELOCI!>
<SI SIGNORE!> urlarono in coro i due.
All fine si era calmato dinuovo. Mentre portavano tutti gli ingredienti si era messo a parlare dello spazio, all'inizio come loro punizione per poi continuare perché ne aveva voglia ed era contento che i tre lo ascoltavano sinceramente interessati. Monoaki lo invogliava sempre a parlare di cose che amava per farlo tranquillizzare, un tecnica migliore rispetto a distruggere cose e rischiare di uccidere persone.
Quindi ne approfittò per spiegare ai tre fanciulli come rendere perfettamente abitabile una navicella spaziale per viverci per sempre, i vari problemi riguardo al cibo, acqua, ossigeno, allevamento e le varie soluzioni che aveva trovato oltre a nominare altri scienziati e divagare sulla loro vita e le altri loro idee.
Ma dovette fermarsi perché doveva spiegare come fare questi buonissimi biscotti.
<dovete ascoltarmi attentamente, se vengono leggermente differenti rischiamo un mega pianto di Sally e non voglio>
<si signore!> dissero in coro sempre il duo che li aveva messo nei guai e Shinobu annuì e basta.
<ci basteranno 480 grammi di biscotti, poi ci penso io a rifarli> mormorò alzandosi di più le maniche, togliendosi il gilè per mettersi un grembiule. Nori si aspettava di tutto ma non uno con su scritto "I LOVE COOK" con la faccia di Hannibal. Se era rosa sarebbe stata ancora meglio.
Anche loro ebbero i loro grembiuli, la biologa prese quello "BEST DAD" e Kaoru "COOL MOM" mentre Shinobu le era rimasto uno semplice con un cuore sopra. Un cuore anatomicamente corretto.
Vennero poi stupiti quando videro sparire le lame della mano robotica e al loro posto c'erano normali dita. In effetti era difficile cucinare con delle lame.
<aggiungete nella ciotola il burro a pezzettini e lo zucchero, lavorate i due ingredienti con le mani o con la forchetta per amalgamarli fino ad ottenere una sorta di crema grumosa...>
<il cioccolato quando lo mettiamo?> chiese subito Kaoru mentre seguiva gli ordini
<quando l'impasto è pronto mettiamo le gocce e poi un pezzetto di cioccolato mentre diamo forma ai biscotti. Ma questo più avanti. Devi avere calma> gli rispose Akikuma.
Si aspettava più casino, tipo che lanciassero le uova ma fu contento di vederli seri e concentrati. Meno da pulire. Misero gli altri ingredienti (l'uovo, la vaniglia, la farina, il sale e il lievito) e passarono poi mezz'ora a sistemare l'isola aspettando che l'impasto fosse pronto per continuare a lavorare.
Mentre Akikuma spiegava i prossimi steps e come impastare per bene per chi era rimasto indietro, Shinobu cercò di versare la giusta quantità di farina senza fare casini e recuperare gli altri. Ma finì per far cadere tutta la farina dentro la ciotola.
Gli altri due ridacchiarono e in silenzio presero delle manciate di quella farina iniziando a lanciassera contro come due bambini. L'artista cercò di fermarli come una sorella maggiore ma venne colpita nuovamente e questa volta con un uovo. Cercavano di coinvolgerla nel loro gioco e Akikuma fece uno sbuffò guardandoli
<non iniziate con una guerra di cibo perfavore! Potete-> venne interrotto da un uovo in faccia lanciato dalla stessa Shinobu che aveva sbagliato mira. Voleva prendere uno dei due amici per rispondere e non ci teneva a colpire dinuovo in faccia il maggiordomo.
<oh no...> mormorò Kaoru
<siamo dinuovo nei guai?> mormorò invece Nori
<s-scusami- io-> balbettò l'artista per per poi zittirsi con un'altro uovo lanciato in faccia ma questa volta da parte di Aki. Pensava di sentire delle urla da parte sua ma sentì una forte e grossa risata. Fu molto più spiazzante di una sgridata.
Si teneva pure la pancia e con un panno si puliva il volto, non riusciva a parlare e a fermarsi. Riuscì a dire in un sussurro "siete un vero disastro" con le lacrime agli occhi. Pensarono che era un modo alternativo per non urlare e calmarsi, sfogarsi con una risata piena di nervosismo e di sincero divertimento. Uno strano mix.
Riuscì a dire altro dopo un po' mentre i tre Ultimate andavano avanti fino al punto che aveva spiegato.
<è la seconda volta che mi lanci cibo in faccia...> voleva dire Shinobu ma si zittì ridendo <ottima mira ma questa è l'ultima volta, non voglio essere un bersaglio vivente>
<certo...scusa->
<ti sei dimenticato dinuovo il suo nome?>
<Kaoru ti sto per lanciare un coltello in faccia.>
Alla fine non lanciò nulla grazie a Nori che cambiò argomento e iniziò una discussione con Akikuma riguardo alla possibilità di fare un gigantesco acquario nello spazio per salvare l'ecosistema marino dall'inquinamento terrestre.
Gli altri due non capivano nulla dei loro discorsi, per certi termini tecnici e per le continue deviazioni che facevano partire entrambi. La biondina stava per elencare tutti gli animali marini che vivevano sulla terra e che ci sarebbero ancora nel futuro per capire quanto spazio serve. Akikuma le diceva moltissime idee che però dovevano avere dei limiti e che era impossibile salvare tutto l'ecosistema mandandoli nello spazio. Oltre al problema che ogni animale ha bisogno di un ambiente diverso e c'era quindi bisogno di un sacco di materiale per creare una vasca per ciascuno ambiente e renderlo sempre lo stesso, oltre che doveva avere la s grandezza dei mari terresti. Veniva ogni tanto corretto dalla biologa marina e restava ad ascoltarla quando proponeva le sue idee. Tutto mentre facevano biscotti e aspettavano che si cuocessero nel forno.
Non era il loro campo e non si aggiunsero per non dire stupidaggini, poi erano troppo persi nel loro discorso per ascoltarli. Quindi Shinobu e Kaoru decisero di trovare qualcosa in comune e furono i colori.
Si misero a parlare per tutto il tempo d'attesa di colori, dei colori migliori in assoluto, quelli adatti per alcuni schizzi e perché l'arancione è il colore migliore tra tutti. Lo schermidore non smise mai di parlare ascoltatx con grande attenzione dall'altra, come il suo solito non diceva mai la sua e stava in silenzio lasciando parlare gli altri. Ma non le dispiaceva questa cosa.
A fermare i loro discorsi fu il timer del maggiordomo e i biscotti erano pronti! Il buon odore invase le narici dei fanciulli fieri di come erano venuti, identici a quello del barattolo!
<potete prenderne uno, soffiatte prima di mangiare o vi scottate la lingua>
Furono contenti di sentire ciò e presero subito un biscotto cercando di non bruciarsi. Il gusto era lo stesso ed era buonissimo, anche perché erano appena usciti dal forno e il cioccolato era bello fuso.
Peccato che potevano prenderne solo uno ma era giusto che anche Sally potesse godersi questi biscotti. Li misero tutti dentro un bel barattolo e furono costretti a scrivere una letterina di scuse per la bambina.
<grazie per l'aiuto, non siete poi così tanto male ma se fate altri casini come oggi o mi aiutate nuovamente a cucinare o io vi cucino. Byee~>
E il maggiordomo se ne andò con passo veloce per non far attendere ancora la sua padrona.
<è stato più divertente del previsto no?> commentò Kaoru guardando le due
<SALVEREMO LE FOCE DAL RISCALDAMENTO GLOBALE!!>
<lo prenderò come un sì Nori->
___ ___ ___
Il pomeriggio passò veloce, chi voleva interagiva con più persone possibili come aveva fatto Kichirō.
Per non pensare a sua madre si era messo a giocare a biliardino e a freccette con il bel trio caotico. Poi era andato con Roza e Elviira a sistemare la sala della musica, ballarono un po' assieme suonando nel peggior modo il pianoforte. Le due fanciulle non si separavano mai neanche per un secondo sopratutto Elviira quando vedeva Roza più giù del solito.
Poi si concentrò per tutto il pomeriggio su un sola persona: Shou.
Lo costrinse a raggiungerlo in biblioteca per aiutarlo a cercare "Il Signore Degli Anelli" e ci riuscirono dopo aver incasinato tutta la biblioteca, ma ne approfittarono per sistemare tutto per generi letterali. Riuscì a fa sciogliere un po' il Birdwatcher, era contento di essere riuscito a farlo ridere con la sua goffaggine ma non con le battute. Sempre meglio di nulla! E sentendolo così felice gli riscaldò il cuore.
Unico fatto negativo: si era causò un bel mal di piedi per via di un libro gigantesco caduto sopra ad essi. Non voleva far faticare troppo Shou che non si era ancora ripreso del tutto dal combattimento con gli Aki. Si reggeva in piedi ed era vivo, il dolore era soprattutto per le braccia, il petto e la testa, Kichirō voleva solo fare il galantuomo predendo dei libri che teneva in mano!
Zompicante e facendo da bastone al corvino uscirono per lasciare sole Shiro e Shinobu e andarono verso le loro camere. Non era il caso di fare altri giri ridotti com'erano, anche se per Shou stava facendo il drammatico e per ciò lo perculava, almeno rideva e anche il rosso rideva. Erano entrambi contenti e sereni e con "Il Signore degli Anelli".
<guarda che era grande il libro!> ripeteva sempre il Dungeon Master
<ahia! Poveretto! Avrai sicuramente una gigantesca frattura! I danni della cultura>
<forse devo andare in ospedale! Non ridere!> piagnucolò il rosso
<adesso chiediamo ai due Aki di chiamare un ambulanza! Oppure c'è bisogno di amputarlo? Finisci come Akikuma!> rise Shou
<sarei un figone! Il protagonista con un passato così drammatico che gli ha causato tante ferite e...> disse con tono teatrale Kichirō portandosi una mano sulla fronte
<un libro che cade sul tuo piede è la tua backstory? Triste>
<CHE CATTIVO CHE SEI->
La coppietta si zittì sentendo un cinguettio provenire dalla camera di Shou. Erano davanti alla porta e si guardarono con gli occhi spalancati.
Il corvino sapeva che era il cinguettiò di un passerotto, riuscì a capire che non era neanche di uno vero. Non era poi possibile che lo fosse perché non c'erano finestre aperte. Quindi poteva essere solo uno falso.
Poteva essere solo Reddie.
Era da un paio di giorni che non lo vedeva! Colpa di Jun e Nicolas- e non sapeva se esserne contento o no...dopotutto Reddie era collegato ai maggiordomi, una spia, poteva essere sospetto agli occhi degli altri.
Ma ogni sera gli faceva compagnia, era così carino e stava sempre fermo quando voleva disegnarlo, era affettuoso. Che complessi per un passerotto robot.
<entriamo?> chiese Kichirō
<si, non ho paura di un passerotto fatto dai Aki> gli rispose il corvino predendo la maniglia
<io ne avrei- magari esplode>
<non portare sfiga Kichi!>
Aprirono la porta, la stanza sembrava tutta integra e normale. Iniziarono a guardarsi intorno cercando il piccolo uccellino che continuava a cinguettare e lo trovarono bello in piedi sulla scrivania.
Shou doveva rimanere impassibile, era amico del nemico, una spia, magari ha una telecamera nascosta o una bomba. Era pericoloso. Quindi doveva rimanere impass-
<NON MI RICORDAVO CHE ERA COSÌ MINI!!> urlò e prese tra le mani il piccolo passerotto e dandogli delle carrezze sulla testa.
Non era cambiato molto, meno male che Jun e Nicolas l'hanno trattato bene se no erano guai. Era finto ma sembrava avere vita propria, era così realistico, Akikuma era davvero un genio.
Il fanciullo rosso rise vedendo la sua reazione così amorevole dopo il suo atteggiamento di prima super serio e fece arrossire il corvino.
<non ridere Kichi!>
<non sto ridendo!> si tappò la bocca cercando di fermarsi, lo trovava tenero.
<si invece! Non ridere!>
<scusa! Scusa! Ora vado, ti lascio da solo con tuo figlio! Mai disturbare le mamme>
<i- non è mio figlio! E non sono una madre!>
Gli urlò contro ancora tutto rosso mentre l'amico se ne usciva dalla camera.
Scosse la testa e posò Reddie nuovamente sulla scrivania, non lo spense e lo lascio vagare per la camera. L'avrebbe spento solo se andava in giro ad esplorare e fare cose che i maggiordomi non devono sapere, anche se c'erano sempre le altre telecamere.
In ogni caso notò un foglietto sempre sulla scrivania, bello piegato e con sopra scritto "PER SHOU".
Non sembrava essere fatto dagli Aki, era poco curato e senza qualcosa di macabro attorno. Reddie non può essere considerato come "qualcosa di macabro"! È troppo carino!
Magari c'era scritto qualcosa di positivo per una volta.
"Ho ritrovato il tuo amichetto! Grazie a me è salvo dalle mani dei due cattivoni! Divertiti con lui!
La grandiosa e fortissima Lady Sally"
<pensavo in un'altro suo invito per una festa...beh forse dopo la ringrazio. Forse...è sempre stata lei a rapirmi dopotutto-> mormorò posando il foglietto e andandosi a riposare sul letto sentendo la stanchezza prendersi in possesso del suo corpo. E c'era anche la fame, menomale che tra poco c'era la cena.
Pensava che sarebbe stata una brutta giornata, era in dubbio tra la vita e la morte del suo fidanzato ed era riuscito lo stesso a divertirsi. Mamoru sarebbe contento per ciò ma lui si sentiva una merda a ridere con Kichirō e con chiunque altro.
Si chiedeva come facevano gli altri.
Forse ogni notte si sentivano allo stesso modo e piangevano disperatamente. O semplicemente fa scendere qualche lacrima. Comunque si sentivano delle merde...oppure se la vivevano con filosofia.
"È morto lxi mixa io".
Ognuno processa il lutto in modo diverso e Shou non sapeva quale seguire senza sentirsi in colpa.
Magari doveva fare come Kichirō senza finire per impazzire...chissà come stava. Sono stati insieme tutto questo tempo e non glielo aveva chiesto. Ma sembrava stare bene.
La cena fu veloce e c'erano lasagne e pollo arrosto con patate al forno, come dolce turamisù e per alcuni del gelato. Almeno avevano cibo gratis e anche gustoso, la sua fame si placò lasciano posto solo a una grande stanchezza.
Eppure Shou, dinuovo sdraiato sul suo letto, non riusciva a prendere sonno.
Niente incubi, niente Mamoru, niente vittime del killing game.
La sua mente era vuota.
C'era solo un anonimo dolore che gli fece fare una notte in bianco.
Ore: 12:00 a.m _______________________
<come fai a lavorare al buio e avere ancora un ottima vista?> chiese ilx mastermind interrompendo il silenzio che si era creato nella stanza delle telecamere. Era appoggiato al muro vicino agli schermi, non indossava ancora la vestaglia da notte, e affianco a lxi c'era Monoaki impegnatx a osservare un pacchetto di sigarette ancora ben sigillato. Sembrava pensare al più grande dilemma della sua esistenza: fumare o non fumare.
Akikuma invece era seduto davanti alle telecamere, c'erano tantissimi schermi che illuminavano il suo volto serio e premeva tasti in completo silenzio e velocemente. Strano da parte sua, normalmente non sta mai zitto, aveva sempre qualcosa da dire.
Ripensandoci non era così strano, aveva sentito dire che quando Aki lavorava poteva non parlare per un intero mese oltre a non dormire, mangiare, bere e lavarsi.
Avrà fatto la stessa cosa per sistemare tutta la villa per questo killing game e per lavorare alle esecuzioni.
Infatti non ricevette nessuna risposta da parte sua a quella domanda e il silenzio ritornò nella stanza. Sbuffò leggermente e si perse nei suoi pensieri mentre aspettava.
Questi due maggiordomi erano decisamente migliori rispetto a tutti gli altri che il governo di Junko gli dava. Non erano ancora morti e questo non era il loro primo killing game insieme, di solito non duravano neanche metà gioco ed era una scocciatura. Non era un grande fan di Monokuma però doveva per forza comprarli per continuare lo spettacolo, Sally era troppo piccola e immatura per lasciare tutto in mano a lei.
Magari questi nuovi sarebbero rimasti per un bel po' finché Junko non li rivuole indietro. E sarebbe un grande problema. Dovrebbe ritornare al circolo di prima: cambiare sempre maggiordomi, Sally che rimane sempre da sola e dà fastidio.
Chiudere il programma significa perdere delle buone entrate, non è un ottima soluzione.
<ops...un virus della Future Foundation ha cancellato tutti i nostri file...> finalmente il biondino fiatò, stava maneggiando anche con un suo computer e con lo schermo del suo braccio.
<COSA!?> entrambi, mastermind e Monoaki, spalancarono gli occhi girandosi verso l'altro che aveva un bel sorriso anche dopo quella notizia.
<stavo scherzando!> disse tra le risate Akikuma e anche Monoaki si aggiunse, solo lxi rimase serio e lì guardava malissimo. Gli sembrava il momento di scherzare? E così poi? Non faceva neanche ridere.
Il maggiordomo si calmò e si alzò dalla sedia spegnendo il computer
<Sono troppo stupidi per fare un virus che entri qui dentro. Ed è tutto ok, solo un piccolo e veloce bug che bloccava la registrazione a caso. Ora è tutto risolto>
<chiaro...ottimo lavoro Akikuma, potete andare>
I due Aki fecero un veloce inchino e andarono verso la porta con passo svelto <anzi fermatevi un attimo> e ubbidirono rimanendo immobili davanti alla porta.
Si girarono tranquilli, classico sorriso forzato e occhi vuoti. Speravano che non dovesse parlare troppo perché avevano dei lavori importanti da fare, come gestire questo show in modo migliore di lxi. Era una grande responsabilità e compito. Oltre a un grande bisogno di dormire.
<potreste evitare di finire ubriachi mentre lavorate? Va bene bere ma vi voglio lucidi e professionali. Oltre a evitare anche il fumo. L'odore si sente troppo e capiranno se siete stati in una stanza o no. Chiaro? Voglio evitare di mettere veleno in tutte le vostre bottiglie. Quindi che non ricapiti più una cosa del genere.>
<certo signore> risposero in coro ed uscirono dalla stanza alzando velocemente gli occhi al cielo e fecero cadere la loro maschera da cani ubbidienti.
L'italianx mise il pacchetto in tasca sbuffando leggermente ma non disse nulla. Aspettò di ritornare nella loro parte privata al piano terra prima di lamentarsi senza il rischio di essere ascoltati. Le telecamere lì non funzionavano bene, Akikuma ha approffitato nel "sistemarle" per aggiungere un upgrade molto utile.
Ora ilx mastermind avrebbe visto dalle telecamere cose differenti rispetto alla realtà solo con un click sullo schermo verde e sull'e-handbook di Monoaki proprio per quella parte di villa.
<almeno Hiroko era simpatica quando mi riprendeva per il fumo e alcool. "Vi farete scoprire" come se tra gli Ultimate non ci sono drogati come me> intanto Monoaki si stava cambiando e lanciò un occhiataccia all'amico che stava per accendersi una sigaretta <e tu sei stronzo>.
L'inventore mise su un comodino lì vicino la sigaretta e l'accendino. Era appoggiato al telaio della porta già pronto per dormire, anche se sarebbe rimasto sveglio tutta la notte a lavorare.
<approfittane per uscire da questa dipendenza no? Mica ha tutti i torti>
<stai dalla sua parte per caso?> lo guardò ancora più male e lo scozzese ridacchiò divertito
<no ma sto dalla parte dei tuoi polmoni, fegato e cervello>
<aww che carino> fece un piccolo sorrisetto per poi lanciargli contro un cuscino prendendolo in faccia appena lo vide ripredere la sigaretta
<vale anche per te minchione! Vai a dormire su! Dobbiamo essere sempre carichi se non vogliamo farci mangiare da una pedina come lxi! O vuoi che faccia scacco matto senza problemi?>
<non mi erano per nulla mancate le tue reference agli scacchi.>
<vaffanculo!>
<buona notte anche a te!> ed uscì dalla camera di Monoaki per andare alla sua ridendo.
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Il cielo era grigio, non erano le nuvole a renderlo così ma il fumo che proveniva dalla città lontana da Kaoru. Rendeva l'aria pesante e diventava difficile respirare, ma entrava nei polmoni permettendogli di vivere ancora.
Abbasando lo sguardo potè vedere miliardi di cadaveri mal ridotti creare un bel tappeto per tutto il fuori città e nei resti della periferia. Gli venne il voltastomaco e iniziò a sentire il profumo di quelle persone senza vita.
Era certo che aveva fatto anche una smorfia buffa perché sentì la risata di una ragazza molto vicino a lxi.
Si girò e vide un'altra persona che indossava una semplice maschera bianca, aveva capelli verdi a caschetto e il corpo coperto da un grande mantello nero e bianco che copriva una divisa militare maschile dei soliti due colori. Era rivolta verso di lxi e potè immaginare che stesse sorridendo in quel momento.
<se ti dà fastidio l'odore dovresti indossare la tua maschera>
La sua voce aveva un chè di familiare, un tono tranquillo e amichevole per nulla pesante come tutto ciò sfondo.
<volevo respirare un po' d'aria pulita ma neanche qui c'è. Sta diventando rara come l'oro>
Le parole e la sua risata uscirono dalla sua bocca senza il suo controllo, estranea da sé stesso. Come se stesse giocando in prima persona e dal punto di vista del protagonista.
Ma neanche i suoi movimenti erano controllati e si mise sul volto una maschera identica a quella della ragazza. Notò poi che aveva i suoi stessi vestiti.
<già...magari in Europa è rimasto qualcosa> le rispose e iniziò a camminare tra i cadaveri facendo attenzione dove metteva i piedi. Per evitare qualche interiora o bomba.
<qui abbiamo finito possiamo andare, ci stanno aspettando>
Annuì alle sue parole. Ci stanno aspettando? Ma chi? Non gli venne in mente nulla riguardo a ciò e si mise a camminare al suo fianco.
Si fermò di colpo quando sentì un esplosione venire da lontano.
<merda, un'altro attacco. Dobbiamo sbrigarci o ci prenderanno!>
Era la sua voce. La riconosceva. Ma non capiva cosa stesse sognando, perché diceva quello cose, perché conosceva cosa stesse succedendo.
Chi li prenderà? Chi? Chi è quella ragazza? Non conosce nessuna come lei! Non conosce nulla della situazione! Dov'è? Perché è lì? È solo un sogno non dovrebbe preoccuparsi...ma almeno quanfo vive i sogni sa cosa succede! Teoricamente...funzionano così no?
Il suo corpo lo disubidisce dinuovo, agendo per conto suo e correndo verso la parte opposta del botto, stando dietro alla misteriosa fanciulla.
Come si chiamava? Lxi è Kaoru no? È se stesso no? E lei chi era?
È un suo sogno. Per forza...per forza...
Ma non sembrava neanche un sogno...è tutto così strano. Non gli piaceva. Voleva svegliarsi.
Più corre più vede sfocato e non sa più dove cammina, non sente bene la voce della ragazza che gli dice di correre più veloce. Aumenta e non sente l'odore del fumo e dei cadaveri, niente più nausea. La maschera sembra essersi fatta invisibile e non la sente più in faccia. Forse le era volata via?
Il suo corpo era pensate all'improvviso e rischiava di inciampare sui suoi stessi passi.
<KAORU!>
Non è la voce della ragazza
<KAORU!!>
Cadde a terra come un sacco di patate sui cadaveri. La sua faccia era vicina alla pancia aperta di un vecchio ma fu una visione che durò poco, venne preso di forza, messo in piedi e trascinato via. Ritornò a correre come prima e un dolore improvviso alla gamba iniziò a farsi viva e dargli noia. Il suo sguardo era fisso verso a terra e i morti, ma erano veloci e non riuscì a vedere nel dettaglio ogni scempio. Meglio così, gli era bastato il vecchio di prima.
<MUOVI QUEL CULO O FACCIAMO COMPAGNIA A QUESTI DISGRAZIATI>
Era la voce di prima, ascoltandola meglio era maschile e familiare.
Alzò la testa pesante e vide che la ragazza lx stava trascinando insieme a un ragazzo poco più alto dei due, dal cappello scendeva un velo nero che copriva tutta la sua testa. Gli dava le spalle non permettendogli di vederlo in faccia, magari il velo davanti non c'era ma vedeva dinuovo sfocato, quindi non l'avrebbe visto molto in ogni caso. Problemi inutili.
Poi la testa cadde verso il basso, pesante e dolorante, e aveva dinuovo lo sguardo puntato verso il pavimento morto e rosso.
Un improvviso dolore all'altra gambe e alla schiena lo colpì insieme a un incredibile stanchezza.
<KAORU RESISTI! TI PREGO RESISTI>
Era dinuovo la ragazza misteriosa
<RESISTI TI SCONGIURO>
Divenne tutto nero.
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10:00 a.m __ Giorno 11 _______________
Luogo: camere da letto _____________
<adesso gli dò un patone così si sveglia>
<non lo fare Kazuya!>
<lo sta per fare->
Ilx fanciullo si alzò di scatto dal letto dopo aver sentito quelle parole, svegliando nei peggiori dei modi. Non bastava il strano sogno. Si ritrovò ai lati del letto Goro, Kazuya e Nori che lo osservavano mettendogli una grande inquietudine.
Il violinista aveva allungato una mano verso di lxi e per pochi centimetri non toccava il suo braccio
<NON MI TOCCARE!>
<non ti sto toccando!>
<MI STAI TOCCANDO!>
<non ti sto toccando!>
<MI VOLEVI DARE UN PATONE- CHE COSE POI!?>
<NON HO FATTO NULLA! STO TOCCANDO L'ARIA!> e il romano ritirò la mano
<avete finito di citare male la disney?> si intromette la biondina con la sua solita espressione tranquilla e seria
<però ti sei finalmente svegliato! Sono ormai le 10!> aggiunse e ilx fanciullx spalancò gli occhi sorpreso da questa notizia. Aveva dormito così tanto? Davvero? Forse doveva avere più volte sogni del genere per recuperare tutte le ore di sonno perse. Poteva poi fare sia pranzo che colazione insieme, sembrava una figata.
<essendo tardi siamo venuti qui per vedere come stavi e sembravi molto agitato, hai fatto un brutto sogno?> chiese preoccupato Goro che era andato a prendere un vassoio lasciato sulla scrivania. C'erano alcuni biscotti, non quelli di Sally, e un bel caffettino, il giusto per riempire la pancia e lasciare spazio per il pranzo. Anche se non sentiva molto la fame venne quasi costretto a mangiarli e sentì Kazuya urlare in romano "FORZA CHE STAI TUTTO SPELACCHIO".
Comunque alla fine Kaoru rispose alla domanda del castano
<più che brutto...strano? Si decisamente strano. Non era un incubo legato a cose mie personali come paure o il mio passato misterioso ma...come...sinceramente non saprei descriverti la sensazione. Era un qualcosa che sembrava esterno da me, come un sogno normale no? Dovuto all'immaginazione della tua mente però aveva anche un qualcosa di vero. Come nei film su vicende veramente accadute con me protagonista...o qualcuno con il mio nome perché io non comandavo nulla. Non so se hai capito> disse facendo varie pause per cercare le parole giuste, per ricordare le sue sensazioni e tutto il sogno.
Goro si portò una mano sul mento e con l'altra si era messo a disegnare sul suo taccuino
<non sei il solo. Anch'io ho fatto un sogno simile ed era veramente terribile. Forse per la visione di cadaveri ridotti malamente...>
<anch'io ho visto dei cadaveri> lo interrompe Kaoru <erano ovunque sotto di me, ero fuori da una città ed era pieno di fumo...>
<stessa cosa più o meno> lo interrompe il castano alzando il taccuino facendo vedere il disegno di una città completamente in fiamme e distrutta <io ero in spiaggia, i morti ovunque e sentivo ancora le esplosioni. Come se stessi scappando da un bombardamento. Poi indossavo un qualcosa di pesante come una giacca militare e una maschera...>
<anch'io!> prese il taccuino e matita dell'amico e si mise a disegnare <io non ero solo, c'era anche una ragazza vestita nel mio stesso modo. Eravamo lì per...qualcosa? Teoricamente dovevo saperlo ma non ne avevo la minima idea. Poi abbiamo sentito un esplosione mentre andavamo da altri nostri alleati...credo? E poi ha detto che l'esplosione era dovuto ad altri contro di noi. Ma niente nomi perché io, cioè il Kaoru del sogno, sapeva già ma io, Kaoru reale, non sapeva! Eravamo due cose separate praticamente...e poi c'era un'altro tipo che ci ha aiutato a scappare perché ero ferito forse->
Fece vedere i disegni dei due personaggi al mangaka che muoveva la testa mentre lo ascoltava
<io invece di altre persone ho solo avuto un gruppo di persone vestite in bianco e nero che volevano prendermi e uccidermi. Poi io gli ho lasciato contro una granata urlando "PER LA FUTURE FOUNDATION" e cose simili... e mi sono svegliato subito dopo l'esplosione>
<non mi sembrano sogni normali o frutto della fantasia della mente...sono troppo simili no? Quasi collegati> parlò il violinista predendo il taccuino dalle mani del mangaka per vedere meglio i disegni
<e se altri hanno fatto sogni simili? Kichirō aveva detto che non riusciva più a "distinguersi", non so se è il termine giusto, come aveva spiegato Kaoru prima. Oltre ad aver citato di alcuni strani sogni che l'hanno molto colpito. Potremmo parlare con lui e con altri! Sono decisamente strane "coincidenze", sempre se uso termini giusti e se questo ragionamento ha senso-> commentò Nori alzandosi in piedi e porgendo allo schermidore i suoi vestiti
<ha senso tranquilla e sono d'accordo con te! Poi volevo parlare di altre esplorazioni per la villa, magari è la volta buona che troviamo una via di fuga!>
<avremmo molto da discutere allora, intanto richiamo tutti in salotto mentre tu ti prepari. Fai veloce>
<non ci metto così tanto Goro!>
Erano tutti riuniti in salotto al secondo piano e sapevano che non era per una questione qualsiasi ma dovevano parlare di cose importanti. Ormai quella stanza serviva a questo. Non sapevano se erano pronti mentalmente ma eccoli lì in attesa che Kaoru iniziasse a parlare accompagnato da Goro e Jun'ichi, diventati ufficialmente gli addetti a fare il punto della questione e aiutare chi non capisce.
<io e Goro oggi abbiamo avuto una veloce discussione su dei strani sogni. La cosa più particolare che abbiamo notato era la assomiglianza per certe cose: ci sentivano esterni dalla situazione anche se vedevamo con gli occhi di una persona con il nostro nome e voce. Non avevano la minima idea di cosa stesse succedendo ma i noi del sogno sì. Avevamo poi abbigliamento simili come giacche militari nere e bianche e maschere. C'erano molti cadaveri, città distrutte e esplosioni, quindi un ambientazione e sfondo per nulla tranquillo. C'era un "qualcuno", più un gruppo, che ci voleva fare fuori e ci cercava> iniziò parlando lentamente per far sì che tutto lo seguissero. Notò che Kichirō era completamente sbiancato quando sentì quelle parole, teneva il volto leggermente abbassato e stringeva alle le mani la magic 8 ball. Aveva toccato qualcosa che turbava il rosso, forse poteva riuscire a fargli dire di più.
<nel mio sogno precisamente ho urlato "PER LA FUTURE FOUNDATION" e ho attaccato questo gruppo che mi inseguiva armato. Quindi penso che questo me nel sogno erano un memro di questa organizzazione...> aggiunse Goro
<"il me del sogno" sembra una lezione di filosofia e su un libro scritto da Pirandello> commentò semplicemente Nicolas ma sembrava interessato alla discussione.
Kaoru fece per continuare m venne interrotto da Shiroi che si alzò in piedi per prendere l'attenzione di tutti
<anch'io ho fatto un sogno simile sempre qualche giorno fa. Nei sogni non sono cieca, la mia mente mi permette di vedere anche se in questo caso avrei preferito di no. Dalla tranquillità in una città sono passata a osservare la sua completa distruzione per delle persone vestite in bianco e nero. Era proprio orribile. Anch'io indossavo una giacca militare ma non so se avevo una maschera o no. Ma ciò che mi ha colpito e ricordo benissimo era un canto strano a cui mi sono unita anch'io...anche se non avevo la minima idea di quali fossero le parole. Ma io cantavo e in qualche...uno strano senso di sapere e non sapere. Comunque sembrava un canto religioso verso Junko Enoshima>
<una specie di sogno opposto a quello di Goro...perché la Future Foundation e Junko Enoshima si odiano e sono in conflitto> commentò Nori
<io...ho avuto sogni simili per due volte e mi hanno causato...tanti problemi- come potete aver visto eheh... Certamente essere pure accusato di essere il mastermind non mi ha aiutato-> Kichirō non alzò la testa mentre parlava, le mani erano tremanti e lo sguardo era perso nel vuoto. Staca ripensando a quelle maledette immagini che lo tartassavano nel sonno.
La città vista dall'alto distrutta, le urla che diventavano sempre più forti fino ad assordargli le orecchie, quei morti piccolissimi e così distanti. Formiche. Tantissime formiche urlanti e morenti. Ci stava male perché non riusciva a provare dolore per loro. Come se quel sentimento di indifferenza del sé del sogno fosse rimasto in lui insieme alla sua orribile risata a quella vista. Non era la sua risata, il suono era simile, veniva dallo stesso corpo, ma non era la sua. Lo stesso sentimento che sembrava provare anche gli altri in quei piccoli riassunti. Un forte senso di estraneità da quel corpo che lo ospitava in quel sogno, un corpo che portava il suo aspetto, il suo nome di la sua voce. Tranne per la mente quel corpo era lui.
Ma non avrebbe mai riso per tragedie simili. Cercava di comunicarlo agli altri ma non trovava le parole per spiegarlo ma tutti attendevano le sue parole.
<non ero io. Non ero io quello che rideva dall'alto verso la città distrutta e verso i morti...eppure sentivo qualcuno chiamarlo con il mio nome e in quel momento non sembrava il mio. Io in tutta quella scena ero solo...una persona. Avevo un abito simile al mio...ridevo e ridevo...tutto era così piccolo...>
Intanto la sua testa aveva altre immagini. Il suo riflesso.
Il suo riflesso sporco di sangue e normale che gli facevano vedere quel corpo non più suo. Non sentiva suo soprattutto sporco di sangue. Quello allo specchio del bagno era strano, guardare quel riflesso lo riportava a quello del sogno. A un se stesso che non aveva mai conosciuto e neanche ci teneva se era sporco di sangue di altri. Un se stesso assasino.
Lo raccontò in breve e si rese conto che la sua mano toccava continuamente il suo volto inconsciamente, cercando rassicurazione sentendo la sua pelle calda e vera. La sua voce tremava, si interrompeva di continuo e cercava continuamente un contatto con la realtà e se stesso.
<mi dite come ciò potrebbe interessarci e esserci utile?> chiese giustamente Hannes aggiungendosi alla discussione <non credo che questi sogni potrebbero aiutarci a fuggire! Possono benissimo essere creati dai traumi nati qui dentro>
<non ti sembra lo stesso strano? Un canto per Junko Enoshima, dispute armate tra Future Foundation e disperazione, cose nominate dai giornali che abbiamo trovato, città distrutte e morte ovunque come piace ai due Aki e molta gente che vive sulla Terra- non possono essere sogni qualsiasi!> rispose Goro e il mago sospirò
<invece si. Sono solo influenzati da quelle cose false! I sogni non sono una valida prova della loro esistenza! Sono strani ok e quindi? Pensate che siano ricordi passati e cancellati da chi sa chi per cosa poi? Per manipolarci meglio? È fantascienza e complottismo>
<disse quello che fa le magie> commentò Yumeri e il mago la guardò male
<sinceramente...non ho capito molto in realtà-> mormorò Elviira che forzò un sorriso <quindi...noi c'entriamo qualcosa con Junko e la Future Foundation?>
Quelle parole segnarono l'inizio del silenzio che durò per un po' di minuti. Non era una delle domande stupide che faceva di solito e tutti si guardavano aspettando che qualcuno potesse rispondere. In breve stavamo dicendo questo raccontando dei loro sogni, loro erano coinvolti in tutta questa storia non solo come Ultimate ma come...altro? Da che parte stavano?
<Elvii questi sogni non significano nulla! Nulla! Sono solo sogni! Se tu sogni che il mondo verrà distrutto da...da una caramella gigante non significa che è già successo-> Hannes cercò di rispondere alla sorella
<davvero? E come sono morti i dinosauri?>
<con un meteorite>
<oh...>
<comunque finché non troveremo cose valide noi non c'entriamo nulla! Anche se in realtà l'essere Ultimate ci mette in mezzo lo stesso....ma non come essere in uno dei due schierament>
<quello che ha detto Hannes non è del tutto sbagliato> disse ilx schermidore cercando di ripredere in mano la situazione e finire ciò che doveva dire. Poi era già tardi <per questo che volevo proporvi di esplorare dinuovo la villa cercando qualcosa che possa darci delle conferme o una via di fuga. Dovremmo conoscere com'è il mondo lì fuori prima di fuggire, se è come lo abbiamo sempre conosciuto e che ci adora o se è un mondo completamente diverso e assurdo che ci vuole morti-> riprese parola Kaoru aprendo il suo taccuino <e ho già pensato a una organizzazione e a un piano...più o meno->
<quel "più o meno" non mi convince> commentò Kazuto
<allora prima di tutto credo che sia giunto il momento di rischiare e esplorare le parti a noi proibite quindi il dormitorio di Sally e l'archivio. Ci sarebbe anche le stanze private degli Aki...non se volete rischiare così tanto- forse aspettiamo per questo->
<e chi te lo dice che vogliamo esplorare anche le altre stanze?> lo interrompe Nicolas che era stato zitto per troppo tempo <ci stai proponendo una cosa super rischiosa solo per delle prove per confermare dei stupidi sogni? Davvero? Ti ricordo che stiamo andando contro le regole, rischiamo di ricevere una punizione come quella di...come si chiamava la tipa ciambella?>
<Chunami> gli rispose Jun
<di Chunami.>
<parlate proprio voi due di legalità e di seguire le regole?> disse Shou fulminandoli con lo sguardo
<beh...si...ma- ma non possono scoprirlo se noi li teniamo occupati! Quindi non potranno punirci! Easy game! E per fare ciò dobbiamo fare un bel lavoro di squadra. Nessuno di noi vuole rimanere qui e per fare dei passi avanti dobbiamo agire anche nel rischio!> disse Goro dando corda all'amicx <faranno di tutto per farci ammazzare tra di noi quindi non serve a nulla resistere senza fare nulla e aspettare la polizia che non arriverà mai.>
<quindi cosa avete in mente?> chiese Jun'ichi genuinamente interessato
<cosa ha un mente. Io non so nulla> rispose il mangaka
<tu lo appoggi senza sapere nulla di ciò che vuole fare?!> gli andò contro Kazuya
<beh...era convincente->
<MA SEI UN IDIOTA>
<allora! Allora!> riprese parola ilx schermidore pronto a spiegare cosa aveva in mente e sperare di non essere più interrotto
<ci divideremo in tre gruppi: il primo si occuperà dell'esplorazione, il secondo a distrarre gli Aki e Lady Sally e il terzo in realtà non ha un ruolo preciso...dovrà solo tenere d'occhio chi si comporterà in modo strano e vuole prendere oggetti altrui> all'ultima frase si girò verso Jun per far capire di chi stesse parlando per poi continuare con il suo discorso <comunque può dare una mano sia al primo gruppo che al secondo, dipende dai casi...>
<sembra un nostro solito piano ma può starci, meglio evitare di essere in troppi in giro in posti in cui non dovremmo esserci e avere dei pali> disse lo stratega predendo il suo taccuino e iniziando a scrivere qualcosa su di esso
<iniziamo a dividerci e poi ci organizziamo. Anche se abbiamo ruoli diversi non siamo del tutto separati.> aggiunse con un bel sorriso.
Alla fine, tra litigi e amichevoli discussioni, decisero le cose principali per poi lasciare il lavoro ai singoli. Avevano poco tempo e volevano agire subito prima che la situazione potesse degenerare con un nuovo movente.
Il primo gruppo era formato da Kichirō, Yumeri, Hannes, Roza e Kazuto. Il mago fu costretto ad essere in quel gruppo, non si fidavano nel lasciarlo tranquillo nel terzo. Dopo pranzo avrebbero iniziato dal dormitorio di Sally alla ricerca anche di qualcosa per aprire la porta dell'archivio sia normalmente che tramite i passaggi segreti. Prima di agire si sarebbero assicurati che il secondo gruppo era all'opera e lo segneranno suonando la campanella dei maggiordomi tre volte per indicare che erano tutti occupati.
Il secondo gruppo era diviso a sua volta in piccoli gruppetti. Kaoru e Nicolas si occuperanno di Monoaki, Elviira di Lady Sally, Shiro e Shou di Akikuma. Il Birdwatcher aveva assicurato che si sarebbe comportato bene in presenza del maggiordomo ma non erano molto convinti, semmai c'era la pianista a calmarlo e a non fare casini. Il loro compito più importante era di impedire ai maggiordomi di guardare le telecamere e andarsene in giro. Per Sally solo che restasse per più tempo possibile fuori dalla sua camera.
Il terzo gruppo, considerate le riserve, erano Kazuya, Shinobu, Jun'ichi e Jun. Dovranno stare nella sala giochi aspettando l'arrivo degli altri, cercheranno di finire prima di cena e dovranno essere pronti ad agire in caso di imprevisti. Se risuonano le campanelle dovranno aiutare il secondo gruppo, mentre se il primo gruppo non tornava in tempo dovranno agire.
Oltre a ciò decisero che il piano verrà messo in atto il giorno dopo.
Conclusero in tempo e andarono a pranzo carichi oltre con mille pensieri per la mente ma cercarono di stare tranquilli per non creare sospetti ai maggiordomi. L'unico rischio era quello che il mastermind potesse avvisare i Aki e mandare tutto a fumo. Un rischio che era impossibile non avere, non sapevano nulla di lxi edi chi possa essere per evitarlx.
Il dolore dei cari venne accompagnato da questo dubbio e dalle teorie sui sogni e cosa potessero essere e significare. La loro mente non era per nulla tranquilla e leggera, ma divenne un macigno bello pesante e fisso sulla loro testa.
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Roza camminava per il corridio del loro dormitorio molto agitata. Decisamente agitata. Le dita si muovevano veloci per tutta la gonna nera e grigia, stringendo e giocando con il tessuto morbido e delicato. Si dava piccoli morsi sulle labbra e si fermava subito per paura di farsi troppo male. Tremava leggermente e sentiva che le gambe avrebbero ceduto da un momento l'altro.
Tutta questa agitazione era dovuta non solo perché doveva incontrarsi con Elviira al salotto e sentiva una strana sensazione alla pancia ma perché la corvina era troppo in ritardo. Avrà aspettato per più di dieci minuti e per lei erano troppi, soprattutto in un killing game.
La sua mente si era già fatta mille film mentali. Ora sarebbe entrata in camera sua e l'avrebbe trovata morta, un'altro trial, un'altra esecuzione e sarebbe rimasta da sola.
Dopo aver perso sua sorella avrebbe perso anche Elviira.
Scossè la testa a quei pensieri che si facevano più forti più si avvicinava alla camera dell'amica. Non potevano aver già ucciso qualcuno il giorno dopo a un trial! No? Non ha senso- giusto?
Nessuno...avrebbe ucciso ancora...giusto?
I pensieri intrusivi di Roza si fermarono quando arrivò davanti alla porta dell'acrobata. "Sweet Sister".
Prima di bussare e aprire decise di sentire se c'era qualcuno nella stanza appoggiando l'orecchio alla porta.
E c'era per fortuna, il suo cuore si calmò un po'.
Sentì qualcuno piangere, un debole lamento femminile e un sacco di singhiozzi. Il cuore si fermò quando in testa le venne un unico pensiero: Elviira sta piangendo? e allontanò il volto dalla porta.
Almeno era viva però stava male, per questo che non l'aveva raggiunta. Non lo dimostrava spesso ma anche lei stava male per il movente e per tutta la situazione in cui sono stati messi.
Dovrebbe quindi intervenire? Non poteva lasciare da sola e in lacrime Elviira dopo tutto ciò che stava facendo per lei e per la sua senerità.
Per non pensare a Violetta.
Doveva fare qualcosa anche lei.
Prese un bel respiro e un secchione di corraggio e bussò delicatamente per non spaventare la corvina
<Elviira...tutto ok? Ti stavo cercando e...e ti ho sentita piangere- quindi forse non è tutto ok...però- ecco->
Il corraggio si fece sempre più piccolo, il viso dall'imbarazzo diventò rosso e ogni parola che usciva dalla sua bocca era meno decisa. Stava facendo un casino. Infatti si zittì e rimase davanti alla porta aspettando che l'altra aprisse e le rispondesse.
Nella realtà passarono pochi secondi ma per Roza erano ore di apnea e il cuore le sembrava bloccato durante l'attesa.
Tutto tornò normale quando Elviira aprì la porta e aveva un piccolo sorrisetto, gli occhi lucidi e un po' rossi, le guance completamente bagnate. Ma non le disse nulla.
<posso entrare? Così...parliamo un po' in...intimità- cioè- si...tra noi due sole...> sto peggiorando la situazione devo stare zitta. La corvina annuì allargando il sorriso.
Il silenzio era strano. Lo capiva quando ogni tanto era confortante e altre volte pesante, ma la mandava in confusione il cervello quando lo era entrambe. Come adesso.
Erano stese sul letto a pancia in sù ad osservare il soffitto e il vuoto sopra di loro, le mani stese lungo i fianchi e le loro dita si sfioravano. Entrambe aspettavano che l'altra parlasse ma non volevano essere le prime, sapevano che dovevano dire alcune cose come Roza delle parole di conforto e Elviira delle motivazioni del suo stato. Ma temevano di dire cose sbagliate, non erano sicure e alla fine quel silenzio non era così male.
La giudice prese per mano l'altra sperando che dal suo timido gesto capisse le sue intenzioni. Voleva starle accanto, farle capire che non era sola ed era tutto ok. Sarebbe bastato questo a farlo capire?
Con il passare dei minuti iniziò a far sentire la sua pesantezza e cercava di far uscire le loro parole e togliere quei blocchi. Erano solo loro due.
La prima ad iniziare fu la corvina, guardava ancora in alto ma si stava rivolgendo all'amica
<scusami se ti ho fatto aspettare> la voce non era più spezzata per il pianto, le lacrime erano completamente asciutte ma il dolore al petto, dove stava la sua cassa delle brutte cose, era rimasto.
<solo che...ho pensato...a cose poco belle...sono passate- da molti anni ormai- e sono diventata triste...scusami>
<Elviira non ti devi scusare se sei giù per una volta, non puoi sempre essere al massimo ogni giorno. Non c'è nulla di male di essere tristi ogni tanto...a pensare a cose brutte...a far uscire fuori i tuoi sentimenti...> le rispose la fanciulla girandosi verso di lei con la testa e stringendo la sua mano.
<lo so...però non mi piace essere triste...> sussurrò l'altra e strinse più forte la sua mano cercando di non farle del male <non mi piace vedere te triste, Hannes triste, Yumeri triste...sono tutti tristi. È brutto ciò...non mi piace piangere, pensare a cose passate e a quelle nuove...sono così infantile...> la voce iniziava a farsi nuovamente spezzata, si tratteneva nel far scendere quelle lacrime e bagnare nuovamente il suo volto. Non voleva piangere davanti a Roza e per questo che non la guardava, però la mano calda della fanciulla la fece girare così da avere più contatto visivo
<neanche a me piace vederti triste...però non puoi tenerti tutto dentro perché stai solo più male alla fine...e non sei per nulla infantile Elviira. Tu...tu...> cercò di non far tremare troppo la voce
<tu sei la persona più buona, gentile e carina che conosca. Fai di tutto per tutti, anche per chi si comporta male, solo per vederli sorridere. Vedi il positivo ovunque...sei divertente, buffa e hai un bel sorriso...tu sei fantastica, così piena di energie e forze...> Roza distolse lo sguardo per l'imbarazzo mentre continuava a parlare <ma anche così fragile. Non sei per nulla infantile. Hai bisogno anche tu dell'affetto che dai agli altri...> un'altra piccola pausa <se vuoi sfogarti e parlare io ci sono. È il minimo che posso fare per tutto ciò che fai per me...>
Tornò a guardare Elviira e sbiancò quando vide che stava nuovamente piangendo. Aveva detto qualcosa d brutto? Di sbagliato? Voleva farla stare meglio non farla piangere! Che idiota!
<Elviira...io-> venne zittita dall'altra che la strinse in un forte abbraccio che la fece diventare un peperone e timidamente ricambiò. Le guance stavano andando a fuoco, il cuore era impazzito e si sentiva così bene tra le sue braccia, come se tutte le cose brutte fossero lontane, un piccolo ricordo passato. Un brutto incubo che si dimentica da appena svegliati.
Era certa che Violetta l'avrebbe adorata e sorrise pensandoci.
<grazie mille Roza...> rispose la corvina che cercava di fare meno singhiozzi possibili e non si staccava dall'abbraccio, appoggiando la testa sulla spalla della fanciulla <ne avevo bisogno...davvero... mi fa ancora male pensare che il mio padre adottivo... è...è...> non riuscì a finire la frase, tanto si capiva lo stesso cosa intendeva <era la mia famiglia insieme ad Hannes...ora ho solo lui e ho così tanta paura di perderlo qui dentro...non voglio stare da sola...poi se c'entriamo qualcosa in tutto ècolpa mia se...>
<non sei da sola ci sono io con te...>
<vero...posso parlarti di lui?> Roza annuì <però voglio che anche tu parli di qualcosa che ti fa male...anche tu ne hai bisogno>
<io...non vorrei togliere l'attenzione su di te e...>
<Roza, non lo stai facendo e siamo solo noi due. Non farti problemi a parlare con me> le sorrise Elviira e Roza un po' rossa annuì
<allora inizio io>
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Prima di dirti come ho incontrato il signor Polar Star forse è meglio dirti come sono finita per strada con mio fratello e senza genitori...giusto per contesto no?-
Sinceramente non ho mai compreso il motivo per cui mamma e papà se ne sono andati e non sono mai più tornati.
Avranno trovato un bel lavoro ma non capisco perché non tenerci con loro e lasciarci con uno strano signore, non era un amico di famiglia e non l'ho mai visto prima. Non eravamo mai stati ricchi e neanche benestanti, era tutto disastroso e non c'erano mai. Ma almeno avevo con me Hannes, lui non mi ha mai lasciato sola.
Ero felice con lui, anche quando eravamo costretti a stare per strada a chiedere soldi nei giorni più freddi d'inverno e quelli più caldi in estate. Eppure non sorridevo mai. Non mi piaceva stare sempre fuori, sentirmi urlare contro minacce da uno sconosciuto che ci ha preso dai nostri genitori. Non era mai gentile. Un paio di volte mi ha tirato i capelli e tirato degli schiaffi, non mi ha mai detto scusa dopo ciò.
Mi mancavano mamma e papà, anche se non c'erano mai era meglio che stare a terra e con lui!
Hannes poi era sempre arrabiato, voi non avete mai visto veramente mio fratello incazzato e nel suo mood "odio il mondo". Io purtroppo sì e non voglio più vederlo così.
Non mi piace. Non mi piace.
Non mi piace che si era subito lui tutto il peso dei nostri problemi per non rovinarmi di più, per tenermi buona e pura, una bambina sempre felice! Siamo gemelli! Dovevamo sostenerci a vicenda e reggere allo stesso modo tutto! Ma ho permesso di rovinarsi la vita perché...perché non capivo com'era veramente il mondo e ancora non lo capisco.
Mi illudo che da quella porta entri mio padre, Polar Star, e mi salvi da questo gioco.
Perché lui ci ha salvato.
Era un classico giorno di quella vita triste che stavamo facendo, seduti a terra con davanti a noi un barattolo sempre vuoto, in mano tenevamo cartelli con su scritto "ABBIAMO BISOGNO DI CIBO" e altre cose per convincere alla gente di darci qualche moneta. In un giorno riuscivamo a prendere un panino e un sacco di sgridate perché ritornavamo a mani vuote. Classica routine.
L'unica cosa che non sopportavo era essere separata da mio fratello per un intero giorno e rimanere completamente da sola in mezzo alla città.
Ma quel giorno si avvicinò uno strano uomo, era molto giovane, aveva corti capelli azzurri e si vestiva in modo...strano e eccentrico però era bellissimo! E la cosa più strana che fece fu...parlarmi.
La gente si limitava a guardarmi, indicarmi e parlare tra di loro ma nessuno fino ad adesso mi aveva mai rivolto la parola.
Mi fece normali domande come "qual è il tuo nome?", "quanti anni hai?", "cosa ci fai qui? I tuoi genitori?", "hai fame?" E solo a quest'ultima ho risposto con un debole si. Alle altre scena muta. Ma chi era quel tipo? Cosa voleva da me? Perché non mi dava 2 yen e basta?
Lo osservavo confusa mentre entrava subito dopo in un bar senza darmi nulla. Lo trovai un vero egoista.
Ma cambiai subito idea quando tornò con una gigantesca brioche al cioccolato ed era per me! Mi guardò divorare quella pasta con un bel sorriso, contento di aver fatto la scelta giusta. Ti ammetto che avrei mangiato qualsiasi cosa in quel periodo.
Il cioccolato caldo mi sciolse e iniziai subito a rispondergli e fargli mille domande. Mi prese altro cibo vedendomi molto magra e senza forze, ed io lo finivo in un secondo! Stupito scoppiava sempre a ridere vedendo la mia faccia tutta sporca. Mi piaceva il suo sorriso e le sue risate, alcuni membri del circo dicono che le nostre sono simili e per questo sembriamo facilmente padre e figlia.
Lo ammetto con me fu facile ma ebbe molto da faticare e lavorare per conquistare la fiducia di Hannes, lo portai subito da lui per offrirgli del buon cibo così da resistere all'ennesima notte senza cena.
Pensava che ero cascata all'inganno dell'ennesimo mal intenzionato. Ma lui era diverso, cercavano di fargli capire che era quello giusto! Che potevamo fidarci di lui! Che avere qualcuno che ci aiutava in quella situazione ci serviva.
Fu in quella piccola discussione che Polar Star scoprì la nostra vita, io all'inizio non gli avevo detto nulla, ma aveva già dei sospetti vedendo le nostre condizioni e alcuni lividi evidenti di Hannes.
E fu in quel momento che decise di portarci via con sé verso una nuova vita...AL CIRCO!
Ho sempre sognato di andare al circo, sembrava divertente e figo ed effettivamente era così! Mi ero fin da subito innamorata di quel mondo, soprattutto vedere quelle fanciulle danzare in aria mentre si lanciavano da un'altalena all'altra con leggiadra e corraggio. Libere. Sembravano volare! Ed io volevo sentirmi libera, corragiosa e volevo volare!
Adoravo quel posto, tutti poi erano molto gentili e dolci con noi! Anche con Hannes che si comportava come il suo solito, da burbero o da furbetto, sapevano la mostra storia e capivano perché era così. Facevano di tutto per farci sentire a nostro agio e io mi sentivo fin da subito a casa.
Non era uno di quei circhi con sfruttamento minorile e altre cose brutte, ma eravamo tutti una grande famiglia e c'era solo amore.
Mi ricorderò per sempre quando ci fecero una gigantesca e meravigliosa festa a sorpresa quando abbiamo raggiunto l'età per lavorare al circo! Eravamo ufficialmente dei membri del circo e potevo finalmente volare e fare l'acrobata come avevo sempre sognato!
Mi allenavao già prima, così da essere pronta a quel momento e potevo esibirmi fin da subito!
Tutti potevano vedere la povera fanciulla abbandonata dal mondo essere la star! Ero sotto i riflettori, tutti mi guardavano meravigliati e tutti mi applaudivano!
La stessa gente che molto probabilmente in passato neanche mi degnava di uno sguardo per strada e provava una gigantesca pietà nei miei confronti. La stessa che non ha fatto nulla per me.
Ora mi ammirava. Ora ero la loro star.
Ma a me importava solo di volare e volteggiare in aria.
Poi avevo finalmente un padre! Un vero genitore! Sai Polar Star ci portava ovunque, ci faceva vedere tutte le città in cui andavamo per il circo, molte volte ci perdevamo ma era lo stessi dibertente! Non avevo paura, avevo lui e Hannes con me.
Ci faceva assaggiare un sacco di cibi che non avevamo mai mangiato e mi faceva un sacco di regali! Volevo tanta roba, tutti ricordi di quei momenti splendidi e ho sempre sognato di avere una camera da letto piena di peluche e giocattoli! Non volevo più camere tristi e spoglie!
Volevo una nuova vita e godermi quella vita perché ne ho una sola.
Però se uscirò da qui potrò continuarla? Avrò un posto in cui andare? Ci sarà mio padre ad accogliermi a braccia aperte? Ci sarà una festa per il mio ritorno?
Oppure troverò solo un...un cadavere? Una tomba? Nulla?
Dovrò tornare in strada a chiedere monete ai passanti? Sperare che qualcuno provi pietà e mi dà abbastanza yen per mangiare qualcosa?
Se è tutto finito...forse è colpa mia?
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Elviira finì di raccontare, era rimasta accollata a Roza per tutto il tempo, sperando che non le desse fastidio. Non le dispiaceva e si sentiva al sicuro, riuscì a far scendere altre lacrime ripensando soprattutto ai bei momenti. Ormai i suoi genitori erano il passato, un dolore dentro la sua scatola nascosto da altri e ormai dimenticato, non le faceva più male.
Aveva già messo dentro a quella scatola questo nuovo dolore per la sua nuova famiglia, era anche quello passato ma le lacrime dicevano il contrario e non le capiva, perché scendevano? Non erano finite con il pianto di prima? Perché stava ancora male? Sarà l'ultima frase che ha detto "Se è tutto finito....forse è colpa mia"?
A Polar Star non sarebbe piaciuto vederla piangere dinuovo per lui, non voleva mai vederla triste e voleva solo il suo sorriso, come tutti i membri del circo e suo fratello. Ed anche Roza.
La giudice cercava le parole giuste da dire dopo che qualcuno ha raccontato del suo passato e di una persona che le manca, la vittima dello scorso movente. Le venne automatico pensare a cosa lei vorrebbe sentirsi dire ma le sembrava un gesto egoistico. Ma non poteva neanche rimanere in silenzio, adesso Elviira aveva bisogno di lei.
<non è colpa tua...non voleva che tu uccidessi per lui e ti vuole lo stesso bene...> anche per Violetta vale anche stesso, allora perché non riesco a darmi pace? Si disse e rimase dentro di sé.
Neanch'io ho colpa per ciò che è successo. Della sua morte. Ma sono stata lo stesso egoista nei suoi confronti.
Dopo aver sacrificato molto per me io le ho dato la morte. Ha rinunciato al suo essere bambina per occuparsi della sua sorellina ammalata e viziata.
Se è tutto finito è solo colpa mia. Perché non riesco a fare nulla di buono.
Guardò dritto negli occhi la corvina e il suo cuore si strinse, si accorse solo in quel momento di star piangendo e si pietrificò sentendo la mano calda di Elviira accarezzarle la guancia per asciugarle le lacrime.
Sto rubando dinuovo la scena a qualcuno. Era il suo momento non il mio. È infastidita lo so, le faccio solo pietà. Questo fu il suo primo pensiero mentre rimaneva immobile a prendersi quelle meravigliose carezze e più lacrime scendevano.
Era così dolce, così affettuosa, così troppo per lei. Le avrebbe solo fatto del male o Elviira avrebbe ferito lei.
Cercava di farla parlare, di scoprire ogni suo segreto, diceva di ascoltarla ma si sarebbe poi anche lei stufata ed annoiata. Avrebbe mentito solo perché le era comodo essere sua amica, avrebbe sparlato alle sue spalle e...
Ma Elviira non è così. Lei è sincera.
Come può fidarsi ancora? Come riesce a fidarsi anche adesso in quel gioco?
Come riesci a dubitare di una persona che ti ha appena raccontato la sua vita a te? Come fa una persona abbandonata dal mondo e rimasta sola poter fare lo stesso agli altri? Come riuesci a giudicarla così dopo che si è aperta a te e dato tutta se stessa per farti stare meglio?
Sei una stronza Roza. Un ingradata. Perché è ancora tua amica?
<Roza? Cosa c'è? Perché piangi? Vuoi parlarne?> la voce della corvina riuscì a farla uscire da tutti quei pensieri ma non smise di piangere silenziosamente.
E i pensieri ritornarono approfittando del silenzio.
La conosci da qualche giorno. Che ne sai se ti farà del male? Anche lei era dolce con te. Tutti sono dolci con te solo per manipolarti. Solo per i loro interessi.
Pensi veramente ciò Roza? Anche con lei?
<Roza? È tutto ok ci sono io...>
Finché non verrà uccisa. Finché non si stuferà di te. Finché avrà bisogno di te. Perché stai dubitando di lei?
<non volevo farti piangere, non sei costretta a parlare se non vuoi, stai tranquilla...>
Guardala. La stai facendo sentire in colpa per nulla. Perché hai paura di aprirti dinuovo agli altri, però continui a dire a tutti di sfogarsi e parlare, di aprirsi. Ipocrita.
Le parole non riuscivano a uscire, la gola era chiusa e le lacrime non si fermavano, riusciva solo a singhiozzare. Strinse la mano di Elviira che le accarezzava la guancia. Voleva sentirla, voleva il suo affetto, voleva restare accanto ma aveva così paura. Paura di tutto.
Sei tu quella infantile. Vuoi pure un suo abbraccio? Ti rendi conto di ciò che stai pensando di lei?
Fu la corvina a stringerla a sè, a far posare il suo volto vicino al suo petto e le accarezzava i corti capelli con lentezza. Riusciva a sentire il suo cuore battere forte, vivo, regolare e confortante. Il calore della fanciulla fece arrossire le sue guance ancora bagnate. Si sentiva al sicuro...
Allora perché non ti apri?
Perché ti blocchi?
Perché piangi?
Perché hai paura?
Perché continui a pensare a cosa che non esistono? Come che Elviira non sia sincera, che voglia farti male, che ti menta.
Ti senti in colpa. Ti senti sempre in colpa. Per aver rubato l'attenzione dei tuoi genitori da tua sorella, per esserti aperta fino troppo con quella ragazza, per star bagnando il vestito di Elviira e non mantenere il vostro accordo.
<scusa...non...non me la sento...io...>
Disse tra i singhiozzi staccandosi lentamente dall'abbraccio, con una mano si asciugò il volto e guardava qualsiasi cosa che non fosse la corvina <io non riesco...adesso...non è per te. È colpa mia...>
<Roza non è colpa tua. Non lo è assolutamente. Tu hai i tuoi tempi ed io i miei, entrambi validi...scusami> le rispose stringendole le mani che continuava a dare calore alle guance della giudice e al suo cuore travolto da emozioni completamente diverse.
<non ti scusare...tu non hai fatto nulla...volevi solo aiutarmi come sempre. Ma era il tuo momento io->
<Roza non esiste un momento per tizio e uno per Caio. Ogni momento è per tutti. Sia per me che per te. Ricordatelo.>
Mentre parlava l'acrobata si alzò dal letto e le porse la mano, aveva dinuovo il suo bellissimo sorriso.
<ed io voglio che questo nostro momento sia felice e non triste. Quando ti sentirai pronta ti darò tutto il mio tempo per ascoltarti e consolarti come adesso. Ora però...mi concedi un ballo?>
La mano di Roza si mosse da sola, zittendo la sua mente e tutti i suoi pensieri, belli e brutti, lasciandosi trasportare dal momento.
La vita è una giusto? Deve godersela finché può.
Elviira non era il massimo dalla danza, fece quasi inciampare la sua compagnia ma la tenne forte a sè per non farla cadere. Non era facile guidare una persona più alta! Per ciò dovette far abbassare Roza.
Entrambe semplicemente ridevano per tutta questa buffa e goffa danza. Le lacrime non scendevano più lasciando tutto fuori dal loro mondo e il loro passato.
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La giornata passo velocemente non solo per le due fanciulle ma per tutti i partecipanti. Un momento di pausa anche per i maggiordomi e Lady Sally.
Cena fu come sempre ottima e chi non aveva problemi di sonno dormì tranquillo, con una leggera ansia di fare uno dei incubi strani di cui avevano parlato prima di pranzo.
Dovevano essere carichi per domani, avevano un importante missione e se non volevano mettere a rischio la loro vita non dovevano fallire.
Ecco il mio arco preferito💕💕 per la lore e varie scene speciali.
Iniziamo con la lore di alcuni personaggi, i cry for all </3
Oltre a qualcosina della storia ma per la lore vera e propria dovrete aspettare un pochetto 👀 e Aspettatevi capitoli molto lunghi- ho paura di me stessx.
Spero che vi sia piaciuto really TT<3
Se avete consigli o idee per fee time o altro scrivetemi pure in privata.
Domanda random: qual è il vostro oc preferito per il momento?
Per me è difficile scegliere TT direi miei bb Aki 😔💕 ma apparte loro credo Kazuya ma per ciò non verrà risparmiato
E invece il vostro oc più odiato? E perché proprio Nicolas?/hj
Detto ciò al prossimo capitolo💕
Aspettatevi molta lore e io aspetterò le vostre teorie 👀
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