𝓐𝓻𝓬 𝟐 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝟑 - odio e amore

«l'odio viene dal cuore; il rispetto dalla testa; e nessun sentimento è totalmente sotto il nostro controllo»

-Arthur Schopenhauer

La musica usava il ticchettio di un orologio per dare il ritmo alle note del pianoforte sia del giradischi che quello suonato da Akikuma. Il maggiordomo dava le spalle alla porta e non sentì entrare l'ultimate. Era concentrato sulla musica e fu contento quando sentì che non c'era un suono doppio, il tempismo suo e quello del disco era perfetto e non creava nessun fastidio. Non era il suo talento ma aveva una certa bravura nella musica. Ma questa sua gioia si spense nei primi secondi, non era una canzone a caso, ma la sua preferita e la adorava perché gli permetteva di mostrare alcuni sentimenti che di solito non riesce a mostrare bene. Tranne ridendo, facendo una faccia seria o spenta, uccidendo o rischiando di uccidere- questo era uno dei suoi tanti problemi e la musica per sua sfortuna non era ancora diventava la cura.

Shou era nascosto dietro al mobile al buio, le candele e il grande candelabro non illumavano dov'era lui ed era una grande fortuna, lo aiutava a essere quasi invisibile. Si sentiva come un piccolo topo che si stava nascondendo da un gatto, ed intanto cercava anche un modo di ucciderlo. Tipo Tom e Jerry ma più gore. Decisamente più gore-
In ogni caso rispetto ad ieri avevano aggiunto nuove cose: affianco all'ammasso di strumenti musicali, messi in ordine, c'erano due manichini che indossavano delle armature medievali, come quelli all'ingresso, e in mano reggevano due spade. Armi in più per lui se mai servissero, era di certo più efficace di un coltello.

<Every year, the same reminders... of the things I've lost...>

Iniziò a cantare il maggiordomo facendo ritornare un attimo in sè Shou che si affacciò leggermente per sbirciare. Il biondino aveva una bella voce e la pronuncia perfetta come quello di un madre lingua, dopotutto era per metà scozzese. Una voce anche quasi ipnotica, era molto gradevole da ascoltare anche per ore intere, il corvino scosse le testa e si rimise ben nascosto come se il mobile potesse fargli da scudo da quella sensazione.

<...absent friends and broken pledges... wrapped in freezing frost.>

Shou rimase ad ascoltarlo, cercando di non farsi distrarre dalla sua voce e continuò ad aspettare prima di spostarsi e andare all'attacco. Doveva essere paziente. Molto paziente.

<Why should I be bright and merry?
Why should I, won't someone tell me?>

La musica iniziò un pochino ad alzarsi, Shou ne approfittò per spostarsi e andare dietro a uno dei manichini, tanto lo sguardo del maggiordomo era dritto verso la tastiera quindi non l'avrebbe visto.

<tell me...tell me...> la sua voce esprimeva rabbia, sentimento mostrato con facilità e non fu difficile capirlo anche per il Birdwatcher.
Ci fu un ultimo "Tell me" fatto da altre voci dal giradischi, ma non fu abbastanza forte da corpire il rumore che il fanciullo causò quando per sbaglio colpì l'armatura con la pistola. Sbiancò sentendo il suono e rimase immobile, chiuse pure gli occhi sperando di diventare al più presto veramente invisibile.
Il biondino si alzò di scatto a tempo con la musica, sul volto aveva lo stesso un sorriso anche se molto lieve. Aveva per caso una paralisi alla faccia che non si toglieva mai quella smorfia di "felicità"? Pensò Shou che aveva riaperto gli occhi e stava sbirciando per vedere cosa faceva.
Akikuma girava per la stanza, non andando mai troppo vicino al muro e verso i due manichini, rimaneva dove la luce lo illuminava mentre ormai era solo il giradischi a suonare la melodia.
Poi si fermò al centro della stanza, dinuovo accanto al pianoforte e osservava le due armature. Shou cercò di trattenere il tremore, sentiva che stava osservando anche lui anche con l'ombra che lo nascondeva. Aveva capito che c'era qualcuno? Allora perché stava lì immobile e non agiva? Tanto questa volta era pronto a sparare e a difendersi, avrà difficoltà a perforargli il petto.

<Cold bleak winters filled with sorrow are all I've ever known...>

Invece continuò a cantare, sorprendendo il corvino, ma i suoi bei e ghiacciali occhi grigi erano ancora fissi verso quel punto come se tenesse d'occhio il fanciullo nascosto.

<seasons greetings...you can keep them...just leave me alone!>

Ecco che ritornava il suo tono arrabiato che contagio Shou.
Lui era arrabbiato? Per caso gli si è rotto un robottino? Oh poverino! Gli si era rotta un unghia? Sporcato il cappello?
Il corvino lo trovava ridicolo, la voce incantevole non lo prendeva più come all'inizio. Non aveva senso che lui provasse ciò! Non gli hanno fatto nulla, non si è mica ritrovato due occhi del suo fidanzato! O minacciato per fare un stupido omicidio!
Shou fece sbucare di poco e nuovamente la testa dopo aver preso dei bei respiri per calmarsi. La rabbia che l'aveva spinto fin lì era tornata ma cercava di zittirla pensando a quando e dove muoversi. Se il bastardo si girava verso la porta rimanendo in quel punto poteva benissimo andare dietro l'altra statua per poi andare verso il pianoforte e colpirlo a morte. Forse avrebbe usato la pistola e mirato alla testa.
Il biondino ora guardava da un'altra parte ma non si girava come voleva l'ultimate, doveva aspettare e avere pazienza.

<"Why not join us, toast the season?"
Don't they know I have my reasons?>
Iniziava a dargli fastidio la sua voce, ma veramente tanto. Non perché stonava, ma per quello che diceva. Perché non stava zitto? Che si lamentava? Lui? Lui?!
<tell me...tell me...tell me...TELL MEEE>
Faceva così tanto il drammatico in quel momento, cantando e con quella musica così potente, quando non era lui a soffrire adesso ma tutti gli altri. Si comportava come il protagonista di una tragedia, la vittima di questa storia quando in realtà era solo il carnefice.
Loro dovevano essere arrabiati e sfogare cantando, non lui.
Rispetto a quel bastardo non hanno scelto di far parte di questo mondo di malati, di pazzi, di solo morte e sangue, loro sono statti costretti a vivere in un luogo di solo sofferenza! Di sola disperazione! Il problema non era la morte, c'era anche normalmente ma così era troppo! Essere costretti ad uccidersi, mangiare un cadavere, vedere i propri cari morire. Lui no! Non era costretto! Non era felice della morte che vedeva? Del dolore che causava nei loro animi?

<Every year such joy and gladness
Sparkling in their eyes!>

La voce di Akikuma non era più tranquilla, con la rabbia che prima era leggera seguendo il tono della canzone, ora divenne forte quasi come stesse urlando trasformando il canto incomprensibile e senza senso per il Birdwatcher e lo faceva solo più irritare e convincere della sua scelta. Meritava di morire, doveva morire. Sarà davvero la vittima.
Per sua fortuna in quel momento il biondino decise di girarsi verso la porta, posizione perfetta per il suo attacco a sorpresa. Approfittò anche del casino che stava facendo con musica e voce, passando dietro all'altro manichino e camminò stando attaccato alla parete e al buio. Passi veloci e cercava di non fare troppo casino allo stesso tempo. Doveva essere a sorpresa, non doveva essere sentito. Stava andando tutto bene.

<Treat them tougher, make them suffer! Bring them down to sizee!>

Shou era perfettamente dietro di lui, nel buio, alzò entrambe le mani che reggevano la pistola. Tremava, sentiva l'ansia e la rabbia fondersi e insieme dargli una bella carica all'interno del suo corpo. Cercò di prendere mira, puntando la sua testa, stava solo muovendo le mani mentre cantava per il resto era immobile. Il problema era il tremore del colpevole.
Il dito era sul grilletto ed era pronto per premere.

<all around me, oh so cheery!!>

Abbassò di poco la pistola vedendo che stava puntando al volto cupo ma sorridente di Akikuma. Un volto che non sembrava così arrabiato come la voce. Si era girato di colpo e ora lo guardava dritto negli occhi facendo sobbalzare il corvino.
Sapeva che era lì? Pensava che era distratto dai suoi sentimenti inutili e dalla musica...invece l'aveva sentito benissimo. Stava aspettando quel momento prima di agire?
Doveva calmarsi, era armato mentre il biondino no. Avrebbe vinto.

<I'm not happy so why should they be?> continuava a cantare anche se aveva un arma puntata addosso, non voleva interrompere così la sua performance e la canzone che iniziava a dargli una bella adrenalina e carica mentre tutto diventava più alto. Alzò verso l'altro le braccia mostrando la sua grande tranquillità davanti a qualcuno che lo vuole uccidere.
Il corvino sentì delle braccia bloccarlo all'improvviso, spostò lo sguardo sentendo qualcuno appoggiarsi alla sua spalla e voleva vedere chi era. Monoaki. Non era davvero da solo come pensava appena entrato.
La presa era bella forte, cercò di fargli abbassare l'arma e buttarla via prima che potesse sparare e colpire l'amico mentre il fanciullo si dimenava cercando di liberarsi. La pistola però rimaneva puntata sul volto di Akikuma, muovendosi più verso il basso, poi verso l'alto, destra e sinistra. Finalmente arrivò verso la fine del testo, ma non ancora della musica.
<Tell me, TELL MEEEEEEEE TELL ME!!> e all'ultimo urlò si sentì lo sparo fatto da Shou a tempo con "l'esplosione" musicale. Era riuscito a premere il grilletto ma non sapeva se aveva preso il punto giusto. Sperava di si. Lo sperava con tutto il cuore.

L'italianx spinse via il corvino facendolo sbattere contro il pianoforte e la pistola gli cadde tra le mani dopo la botta. Cadde anche lui subito dopo e alzò il volto verso Akikuma che rimase immobile ed aspetto che cadesse per terra.
È morto, quel bastardo è morto. È morto...è... vivo.
Il proiettile colpì la mano robotica che fece da scudo per il suo meraviglioso volto, tutto grazie ai suoi riflessi. La mano sembrava funzionare ancora però aveva una pallottola, l'avrebbe tenuto occupato per tutta la notte se voleva fare un bel lavoro di riparazione.

Ma era vivo, il corvino non poteva accettarlo, tirò fuori il coltello dalla tasca, riprese la pistola velocemente e non aspettò neanche un secondo per ragionare e si lanciò addosso a Monoaki. Lx avrebbe tolto l'altro occhio, si sarebbe sporcato del suo lurido sangue, avrebbe distrutto il suo petto dalla rabbia. L'avrebbe ucciso, magari non velocemente con un proiettile ma l'avrebbe fatto.
Non riuscì neanche ad avvicinare la lama al suo corpo che venne spinto via contro l'altro maggiordomo. Provò quindi ad attaccare lui con lo stesso obiettivo ma non ebbe neanche il tempo per pensare a una mossa che rivenne rispinto verso l'altro con però un bel colpo in pancia. Il metallo gli fece molto male rispetto a un normale colpo. Quello fu l'inizio.
L'avevano per caso preso per una palla?! E subito dopo un'altra spinta, Monoaki pensò che fosse una buona idea usare i suoi tacchi a spillo e giocare a calcio, colpendolo con calci e piedate. Mentre Akikuma preferiva usare le mani, spingendolo con pugni in faccia e alla pancia sempre con quella fottuta mano robotica. Giusto per causargli più dolore, sicuramente avrà qualche nerone e se continuano così anche qualcosa di più.
Dopo al secondo pugno al volto iniziava a sentire sulle labbra il gusto del sangue che scendeva dal naso.
Invano provava a colpirli con il coltello, ma veniva rilanciato via così velocemente che riusciva a ferire solo l'aria e il nulla. Nel suo cuore cresceva l'odio e il fastidio verso i due che lo guardavano sorridendo così divertititi dal loro nuovo giochino e dei suoi gemiti di dolore. Sembravano due bambini sadici che se la prendevano contro un cucciolo ferito, dandogli calci e scacciandogli coda e zampe.
Iniziò a fargli male l'intero colpo oltre alla schiena per quei tacchi e il naso perdeva molto sangue. Le mani stavano diventando quasi cadaveriche per quanto stringevano forte il coltello e pistola con la grande voglia di sangue. Oltre che per quei spintoni iniziava a girargli la testa e non capiva più nulla, stava perdendo il controllo dei suoi movimenti e del mondo intorno a lui. Da palla iniziava a sentirsi una trottola. Una trottola dolorante.

Ritornò dallx maggiordomo dai capelli blu, questa volta non si lasciò spingere via ma si tenne a lxi, afferrandole la giacca nera e tenendo alto il coltello con dinuovo la speranza di ucciderlx. Voleva togliere dal suo volto quel sorriso, rovinare la bellezza che tanto curava, cavargli l'occhio. I pensieri lo distraggono e ricevete l'ennesimo colpo sulla pancia e un'altro calcio che lo spinse questa volta verso il pianoforte. Un piccolo cambio di programma e si ritrovò come all'inizio ma con ancora le armi in mano. Dopo il colpo ai fianchi stava per cadere, ma venne afferrato dai capelli dall'italianx che fece sbattere il volto sulla cassa dello strumento. Si trattenne nel fare qualche gemito per non dargli altre soddisfazioni. Gli faceva male l'intero volto e sbattè le mani contro lo strumenti come un invano tentativo di dire "basta" oltre a cercare di liberarsi dalla presa.
Venne nuovamente lanciato e afferrato dal biondino solo per qualche secondo per poi finire contro i manichini in armatura. Gli cadde il coltello a terra insieme a lui e ai poveri manichini, non erano stati gentili con la forza. Il suo dolorante corpo, si sentiva quasi un vecchio, venne colpito da altro ferro e per poco non si traffigeva con le spade. Si ferì solo il fianco.
Penso di usare la pistola ma temeva di sprecare un'altro proiettile, ne rimanevano solo due e non gli sembrava il momento adatto per usarlo. Quindi decise velocemente di usare la spada che tenevano i manichini e la usò anche per rialzarsi.

Ancora si regge in piedi e non molla. Magari non li avrebbe uccisi ma non avrebbero vinto.
Con la spada decise di puntare a Akikuma, pensando di poter amputargli altri arti, decapitarlo, traffigerlo, fare un bel duello con la spada. Non era bravissimo con il combattimento ma non importava, avrebbe usato ogni arma per ucciderli.

La lama era alta pronta per colpire e fece dei grandi passi verso il suo obbiettivo disarmato.
Iniziò a fare vari fendenti imitando le scene nei film ma colpiva il vuoto, l'altro era troppo veloce e riusciva a schivare. Oppure era solo Shou troppo lento. Provò a mirare alla pancia ma nulla, alla testa uguale. Alla fine reagì pure Akikuma che con un solo colpo di gamba sul suo volto lo spinse a terra e questo bastò per distruggere le sue nuove speranze.
Ormai sembrava che non avesse più ossa e i dolori non divennero poi così tanto dolorosi.

Notò che i volti dei maggiordomi non avevano più un sorriso ma avevano un espressione annoiata. Combattere contro Shou era così noioso, per nulla eccitante e travolgente. Bisognava muovere un po' di cose, non bastava usarlo come palla da gioco. Volevano di più. Senza però ucciderlo, questo era il loro limite. Si stava pentendo di aver fatto quella promessa.
Akikuma lo tenne a terra con un piede sul petto, premendo bello forte per fargli risentire il dolore causato dai colpi precedenti e aggiungere un bel senso di ""schiacciamento"" rafforzato dalla protesi.
Shou aveva la bocca semi aperta come se volesse parlare, ma era solo un tentativo per prendere più aria. Poi da quella bocca uscì un bel urlo quando sentì il suo braccio essere tirato verso il maggiordomo con grande forza, sentiva le lame di metallo graffiarlo e lo stringevano forte.
Gli sembrava che da un momento e l'altro quelle dita affilate tagliassero in cinque parti il suo braccio, che quella mano robotica staccasse il suo braccio dal resto del corpo. Temeva di fare la fine di Pento nelle Baccanti. Un incredibile sensazione e dolore che andò sopra agli altri che paragonati erano solo pizzicotti.

Eppure Akikuma non era soddisfatto sentendolo e vedere il sangue sporcare la manica e le lame.
<urli per così poco? Ti prego, sono solo due taglietti! Mica ti ho aperto il torace e tolto le viscere...drammatico> disse mollando la presa sul suo petto ma non quella al braccio, anzi quella aumentò. I due taglietti erano in realtà cinque, uno per dito, molto profonde.
Il fanciullo smise subito di lamentarsi per il dolore dopo quelle parole, come per fargli vedere che aveva torto ed era molto forte e coraggioso.

Con la mano libera dalla spada, dal coltello e dalla presa afferrò dinuovo la pistola. Mirò nuovamente l suo volto, per un nuovo tentativo. Poteva solo schivare ma non aveva più nulla per proteggersi.
<

bastardo...> sussurrò e riuscì dopo qualche secondo a premere il grilletto, era stato un po' lento ma con grande velocità cambiò obbiettivo colpendo la gamba del maggiordomo. Non prese la protesi, vide il sangue sporcare il tessuto bianco, gli diede una piccola sensazione di gioia ma non sentì nessun urlò o gemito. Si accontetò della smorfia di Akikuma, era anche un po' sorpreso che avesse preso la gamba giusta, di solito tutti si confondevano e non si ricordavano dov'era la protesi. Sorpreso anche perché l'aveva colpito e iniziò a dargli fastidio che i pantaloni si stavano sporcando. Erano appena puliti.

Il biondino rispose con uno sbuffò e facendolo alzare da terra lanciandolo subito dopo contro Monoaki, liberando il braccio rosso sangue e non guardò neanche la ferita. Non era una sua priorità adesso.
Shou era pronto a sparare dinuovo contro l'altro maggiordomo ma quest'ultimo non gli lasciò il tempo per agire che si trovò sbattuto più volte contro la parete. Non gli bastava l'immenso dolore al braccio, lo sentiva bruciare, volevano per caso disintreggrare le sue ossa? Ci stavano riuscendo se continuavano così.

In testa iniziò poi a crearsi un dubbio...non capiva perché non lo volevano uccidere. Che senso ha malmenarlo e annoiarsi se potevano divertirsi di più ferendolo anche mortalmente? Così si erano tolti un problema! Anche se con un braccio così ferito e con un proiettile non era sicuro di riuscire nella sua missione.
Gli era ormai ovvio che quei colpi a corpo a corpo era giusto per fargli male, se no era già morto da un pezzo e anche in modo orribile. Perché allora? Forse perché non potevano ucciderlo? Non aveva infranto nessuna regola e loro non potevano disubidire e punirlo con la morte...forse per ciò?
Fece un leggero gemito, quel colpo al muro fu più doloroso degli altri perché venne preso anche il braccio con i tagli.

<non reagisci più? Facevi tanto il gradasso ieri! Non volevi ucciderci per caso? Sei un fallimento.> Ecco che Monoaki decise di parlare e farlo irritare mentre fermava i colpi e lo butta nuovamente a terra come un sacco di patate. O letame, dipende se lo trovi simpatico o no. Gli girava dinuovo la testa e iniziò ad avere un forte senso di nausea.
Voleva reagire in qualunque modo ma il dolore lo bloccava rendendolo quansi un pupazzetto senza vita da poter comandare e picchiare senza problemi.
<forza! Spara! Sono qui! Sparami! Mostra agli altri che sai fare qualcosa di utile nella tua vita! Uccidimi! Uccidi il colpevole delle tue disgrazie!>
Si fece più vicino finché non decise di mettersi sopra al Birdwatcher, prendergli la mano con la pistola con grande forza e appoggiare la canna sulla sua fronte. La pistola non avrebbe sbagliato colpo, avrebbe creato un bel buco e avrebbe fatto un bel casino con il sangue.
Gli stava dando la possibilità di ucciderlo senza difficoltà, bastava premere il grilletto.

<andiamo! Uccidimi! Uccidimi! Forza! Non lo desideri così tanto? Non vuoi avere sul tuo volto il mio sangue? Uccidimi!>
Shou si accorse solo adesso che c'era ancora la musica, bella carica e forte, dovrebbe dargli energia per continuare a combattere e premere il grilletto. Poteva ucciderlo. Doveva ucciderlo. Eppure non riusciva a muovere quel dito, si sentiva pietrificato sotto quell'unico occhio grigio spalancato e dalle mani tremanti, così...umane? Un aggettivo strano da dare a una persona...
<ti devo incentivare? Bene, sono stato io a cavare gli occhi a Mamoru. Ma ad ucciderlo non sono stato io, ma quello sbirro di merda si è suicidato. Ha preso una pistola e si è sparato per "salvare tutti". Che idiota! Tanto sono morti tutti per colpa mia! Mia!>

<...cosa?> fiatò il corvino guardando confuso ilx ragazzx che iniziò ad improvviso a piangere. Le mani facevano tremare la pistola ancora appoggiata alla sua fronte.
Mamoru è...morto? Per...chi? Tutti? Tutti chi? E lxi lo conosceva?
Impossibile! Impossibile! L'aveva incontrato al bar...quando non se lo ricordava ma era recente! Ne era certo! Certissimo! Avevano preso un bel dolcetto insieme, avevano discusso per chi doveva pagare e...
<è morto un anno fa. In un killing game, con me. Ed io ho reso il suo sacrificio inutile quanto lui. Sparami. SPARAMI!>
Ci fu un attimo di silenzio, anche la musica non c'era più. Non sentiva neanche i piccoli rumori che faceva Akikuma
<come...COME UN ANNO FA!? IMPOSSIBILE!> riuscì ad alzare la voce e cercò di alzarsi e liberarsi dalla presa e dalla pistola
<SPARAMI>
<NON SI È SUICIDATO! NON È MORTO! È UN'ALTRA DELLE VOSTRE CAZZATE COME I GIORNALI!>
<SPARAMI>
<MAMORU NON È MORTO! È TUTTA UNA GRANDE BUGIA PER IL VOSTRO SHOW DI MERDA! NULLA DI TUTTO CIÒ È POSSIBILE!>
<SPARAMI.>

Il corvino fece per premere il grilletto per zittirlx e accontentarlx ma venne fermato da Lady Sally. Non l'avevano sentita entrare e saltò addosso al maggiordomo facendolo allontanare dalla pistola e anche dal fanciullo. Lo stringeva forte in un abbraccio nascondendo il volto sul suo petto.
Stava dicendo qualcosa ma non si capiva per il pianto, singhiozzava e tirava la giacca di Monoaki con rabbia. Lxi la strinse a sè cercando di calmarla con carezze e baci tra i capelli ma sembravano inutili.
Capiva solo "cattivx aki! Cattivx!", "stupido! Stupida!" e poi solo lacrime, l'aveva presa male vederlx mentre cercava di incitare qualcuno per ucciderlx.
Si alzò prendendola in braccio, andò verso l'altro Aki che per tutta la scena si era messo seduto cercando di togliersi il proiettile dalla gamba riuscendoci ed usò un pezzo di camicia per bendarsi. Lo aiutò ad alzarsi e la piccola iniziò a prendersela anche con Akikuma tiradogli dei piccoli pugnetti. Erano entrambi due cretini! Ecco cosa pensava la piccolina mentre veniva portava via dai due che uscirono dalla stanza lasciando Shou da solo steso sul pavimento.

Gli occhi del corvino diventarono molto pesanti, quasi all'improvviso e questo lo mandò un po' in confusione insieme alle parole del maggiordomo. Non voleva pensarci, non ne aveva neanche le forze o la lucidità per farlo.
Non era però stanco, aveva solo ricevuto manate ma non ha fatto nulla. Forse era per la perdita di sangue? Molto probabilmente. Il braccio si appoggiò a terra e la mano mollò la presa liberando la pistola.
Ora il dolore si faceva più forte insieme a un grande fastidio per il suo fallimento. Perché non aveva sparato? Perché? Non capiva cosa lo bloccava, non era quello che voleva? Si che lo era! Ovvio!
Iniziò a fargli male anche la testa e chiuse completamente gli occhi. Vedeva tutto nero, era quasi confortante e alla fine perse i sensi. O si addormentò...non sapeva quale dei due era il termine giusto.

Dopo aver ripreso coscienza per qualche secondo, sentì che la schiena era appoggiata su qualcosa di morbido, tipo un materasso, ed era avvolto in qualcos'altro sempre morbido e caldo, tipo una bella coperta pesante. Non voleva però aprire gli occhi, non si chiese neanche del come sia finito dal pavimento della stanza della musica su un letto. Era troppo stanco e si sentiva molto al sicuro in quella morbidezza e caldo...poi gli preoccupavano altre cose.
Cosa era successo? Come può essere che non ricorda due anni importanti della sua vita? Come può non ricordarsi che Mamoru è sparito da un anno...che è successo alla sua mente? Cosa gli hanno fatto?

11:46 a.m ___ Giorno 06 ______________
Luogo: camera da letto _____________

Nessun sogno, forse era meglio così, i dolori sul volto, sul torace e sulla schiena erano lievi. Erano più...sopportabili?- come non detto, si era un attimo mosso ed ecco una grande fitta lo colpì. Fece un leggero versetto di dolore.
Gli occhi erano ancora chiusi, troppo stanco per aprirli ma troppo sveglio per tenerli ancora chiusi. Mosse un attimo il braccio ferito e fece una bella smorfia trattenendo qualche versetto. Erano dei bei tagli se non ricordava male, sinceramente non si fidava molto della sua mente adesso.

<Shou? Sei sveglio?>
A parlare era Yumeri, il fanciullo aprì finalmente gli occhi e iniziò a guardarsi intorno per vedere dov'era.
Era in una camera, ovviamente, ma non sembrava essere la sua. In effetti non sapeva com'erano le stanze degli altri e aveva la vista leggermente sfocata, aspettò qualche secondo prima di darsi qualche conferma.
C'erano dei vestiti sporchi sopra una sedia, tutti bianchi, sulla scrivania la scatola nera mentre la sua era bianca. Ok era in un'altra stanza e sentendo la voce della motociclista era sicuramente nella sua.
Girò la testa e la vide seduta al suo fianco con in mano delle bende, dei fazzoletti e una bottiglia di disinfettante. Si ricordò della sua domanda e annuì lentamente, era sveglio e anche vivo.

<bene mettiti seduto e dammi il braccio> gli disse e il corvino ubbidì facendo qualche versetto di dolore ad ogni movimento. Il sonno non l'aveva magicamente guarito anzi aveva peggiorato la situazione, forse perché non aveva più la rabbia che lo distraeva e gli dava carica.
Il braccio era ben bendato, non troppo rosso come pensava ma il dolore fu lo stesso soprattutto quando iniziò a pulirlo e a stringere molto forte la benda facendolo urlare
<esagerato->
<mi fai male Yumeri! Guarda che sono profondi!>
<tsk non è nulla di che->
Shou fece un leggero sbuffo e mettendosi comodo e cercando la posizione perfetta per non soffrire e maledire tutti i santi.
<comunque...grazie per avermi credo salvato? Non ricordo nulla di ieri dopo che sono svenuto...>
<di nulla. Comunque dovresti ringraziare quella bambina, la stavo seguendo mentre si dirigeva di corsa e in lacrime verso la stanza della musica. E poi stavo fuori dalla camera tutta la notte proprio per evitare questi casini e omicidi. Ho fatto quello che potevo, ti ho portato in camera mia e ho cercato di impedire che morissi dissanguato. Vedo che ci sono riuscita ma meglio che stai a letto per un bel po', devi riprenderti e non abbiamo nessun medico> intanto si alzò per buttare i fazzoletti e la benda sporca. Gli dispiaceva che l'aveva fatta stare sveglia tutta la notte e le aveva rubato anche il letto. Fece per alzarsi ma come un fulmine tornò da lui per spingerlo dinuovo giù. Non era stata molto delicata e urlò per il dolore, speravo che le sue ossa non erano diventate polvere per tutti quei colpi.

Qualcuno bussò alla porta ed essa si aprì subito dopo senza aspettare una risposta da Yumeri. Entrarono Elviira, Shiro con un vassoio pieno di cibo, Kazuto, Shinobu e stranamente anche Nicolas.
<vedo che ti sei ripreso, ci stavamo preoccupando. Yumeri ci ha detto tutto riguardo a ieri...> disse lo stratega avvicinandosi seguito dall'artista che faceva da giuda alla pianista.
<mi aspettavo che avresti fallito, basta guardarti per capirlo. Ma sinceramente mi aspettavo anche che ne uscivi morto. Una persona inutile in meno>
<andiamo Nicki!! Non essere così cattivo!!> disse Elviira mettendosi affianco a lui e facendo un tenero broncio arrabiato, non riusciva a farsi prendere sul serio.
<...Nicki? Ti prego non chiamarmi mai più così o mi strappo le orecchie>
<non ti piace proprio?? Però sembra che preferisci vecchietta!>
<no- non mi piacciono nessuno dei due orfanella- AHIA-> fece un piccolo urletto dopo che la fanciulla gli schiacciò il piede con poca delicatezza per via del nomignolo per poi andare verso Shou.

Shiro sobbalzò e quasi non fece cadere il cibo a terra per via dell'urletto. Il poverello ferito prese il vassoio prima di ritrovarsi il pasto sul pavimento e sporcare anche camera di Yumeri. Non sarebbe stato un giusto ringraziamento. C'era un bel piatto di lenticchie, un po' di carne di manzo, poi anche una frittata con bacon e una bella bottiglia d'acqua fredda
<ecco la tua colazione-pranzo! Mangia tutto, ti aiuterà a prendere energia e aiuterà il tuo corpo a recuperare il sangue perso> disse Yumeri e Shou iniziò subito a mangiare mentre gli altri parlavano.
<riguardo a nuove scoperte o altro ti informeremo quando starai meglio. Non mi sembri neanche quanto stabile mentalmente come Kichirō...>
<avete capito solo ora che quello lì ha dei problemi?> disse Nicolas
<...in che senso? Che gli è successo?>
<ieri sembrava stare abbastanza bene fino a quando siamo arrivati in biblioteca. Dopo che ha discusso con Monoaki riguardo ai giornali, è stato zitto per tutto il tempo, mentre noi parlavano urlò di colpo "Basta" e se ne andò di corsa. È da quel momento che è chiuso in camera...> Raccontò lo stratega facendo verso la fine un bel sospirò e si portò una mano tra i capelli <avete bisogno di riposo entrambi. Se hai bisogno urla, alcuni di noi rimarranno in questo piano per aiutarti> aggiunse.
<chiaro...se avete notizie soprattutto di Kichirō fatemi sapere...> disse Shou per poi tornare a mangiare e zittirsi. Gli era venuta l'idea di dire ciò che Mono-bastardx gli ha detto però a loro cosa poteva interessare? E sinceramente voleva capirci prima lui qualcosa e non dare agli altri altra confusione.

<comunque abbiamo scoperto che anche Akikuma è stato costretto a stare a riposo. Ed è stato chiuso in camera se no scappava e continuava a lavorare...hai fatto qualcosa!> disse Elviira
<tanto si riprende e non è morto. Quindi è come se non avesse fatto nulla.>
Ribattè Nicolas e tutti lo guardarono male per qualche secondo per poi concentrarsi su Shou.
Continuavano poi a guardarlo come se davanti a loro avessero un malato mentale, questa volta pure fisico, e voleva solo che se ne andassero al più presto. Odiava questa sottospecie di pietà e spavento nei loro occhi, lo faceva sentire...sbagliato? No forse meglio strano.
Per sua fortuna se ne andarono dopo un veloce saluto ed era ancora più contento che Nicolas se ne fosse andato. Era fiero di sé per non aver risposto ma era solo dovuta alla stanchezza.

___ ___ ___

I fanciulli tornarono nel salotto nel secondo piano dove c'erano gli altri.
<per nostra sfortuna è vivo> commentò Nicolas prima di andarsi ad appoggiare al muro affianco alla Scammer Jun.
Sopra al mobiletto ancora chiuso con le corde c'erano un mucchio di fogli, davano le stesse sensazioni delle verifiche a sorpresa di una materia difficile.
<smettila di fare l'antipatico o finisci che qualcuno ti ammazza> commentò Kazuya guardando male il Wool Artist per poi ricevere un colpetto da parte di Nori
<non dare corda a quel psychrolutes marcidus...>
<un che?>
La biologa marina sospirò ma non era irritata per la domanda <un pesce blob!>
<oddio! In effetti ci assomiglia molto...io che pesce sono?>
<uhh...> ci pensò su per poi fare un bel sorriso <un pesce pagliaccio!>
<ehh?? Che cattiva!>
Goro diede un'altro colpo all'amico che fece un piccolo urletto <c'è l'avete con me? Mica siete madre natura>
<no e poi ho fatto piano>

<comunque...> prese parola il nostro carissimo businessman facendo segno a Goro di avvicinarsi, era arrivato il momento serio e quindi di spiegare e discutere <speravamo che oggi c'erano anche Kichirō e Shou, così da dire quello che Goro e gli altri hanno scoperto una volta sola...>
<ma tanto non ci hanno detto molto! Quindi non si perdono nulla e poi abbiamo pensato di fare un nuovo riassunto! E ho speso tutta la notte a fare questi schemi per tutti voi!> lo interrompe il mangaka che prese i fogli sul mobiletto iniziando a consegnarli a tutti i presenti. Per fortuna non erano veramente verifiche, sarebbe stato orribile un killing game con anche compiti in classe.

<abbiamo messo anche le poche informazioni nuove. Abbiamo provato a farli parlare ma erano sempre vaghi e hanno fatto pure impazzire Kichirō> disse Goro.

Elviira sembrava molto contenta e solo concentrata sul bellissimo "cane uovo", per il resto rimaneva confusa e non aveva considerato le scritte, ma almeno aveva qualcosa da poter leggere quando dovevano fare quelle discussioni senza disturbare a fare domande! Era così contenta! Le sembrava di essere anche tornati dinuovo a scuola con gli schemi da studiare.
<quindi non abbiamo altro da dirci? Pensavo di scoprire più informazioni> commentò Kaoru
<anche noi ma erano veramente vaghi, quindi abbiamo lasciato perdere. Sono quasi certo che nella stanza privata dei Aki nella biblioteca potremmo scoprire di più, lì tengono i giornali e secondo me anche di più> disse Kazuto, che fece ricordare a tutti che a investigare il giorno prima c'era anche lui
<sfondiamo la porta e leggiamo tutti i segreti!!> disse Elviira con grande entusiasmo
<sembra un rischio provare a entrare per ottenere più Informazioni, è una delle stanze bloccate. Dovremmo uccidere qualcuno per...>
<zittx Kaoru. Non tirare in ballo quell'argomento soprattutto adesso. Non è la soluzione. Non hai detto pure tu che dovremmo puntare ai passaggi segreti?> lx interrompe Yumeri
<si- non dicevo di farlo! Era solo per dare contesto ed era per andare contro alla idea di Elviira! Anzi volevo dirvi se domani volevate investigare nei passaggi segreti...> mormorò subito ilx schermidore mettendosi sulle difensive
<vedo che non abbiamo solo uno con problemi di memoria, stupidità e incoerenza> commentò Nicolas e tutti si girarono verso di lui per guardarlo male <che c'è? Ho detto la verità>
<sta zitto. Almeno loro fanno qualcosa di utile rispetto a te, anche Shou è stato molto più utile> parlò Sae stupendo tutti per il suo intervento. Era diventata abbastanza strana in questi giorni dopo l'annuncio del movente. Oltre a mangiare poco, era diventava più fredda e distaccata del solito, non che prima fosse la persona più appiccicosa al mondo. Fu una sorpresa sentire ciò da lei.

<se si può parlare per utilità allora neanche tu puoi, mangiona. E no, Shou è stato più inutile di tutti perché non ha concluso nulla. Almeno le vostre investigazioni alla fine avete trovato qualcosa, lui no anzi gli è andato tutto male. Ha sprecato solo tempo che poteva dedicare ad altro o magari a pensare a un omicidio decente per ucciderli> rispose avvicinandosi alla fanciulla castana che si alzò di scatto irritata da quel nomignolo. Non doveva chiamarla così e i pugni si strinsero in pugni pronti a colpire il suo bel visetto, ma non lo fece
<tu invece in tutto questo tempo hai pianificato un grandioso omicidio o via di fuga grandiosa? Oppure ti sei limitato a lamentarti di come agiamo credendoti sempre così superiore? Non hai neanche il corraggio di uccidere! Shou ha agito! Ha fatto qualcosa! Non come tutti voi che state li impalati a fare nulla!>
<"voi"...perché tu hai fatto qualcosa?>
Sae a quelle parole fece un piccolo sobbalzo e sul volto dell'altro apparve un sorriso tutt'altro che felice, creava nel suo animo un grande fastidio.
<ovviamente che no! Tu giudichi me per le stesse cose che fai tu! Almeno io non mostrò di essere così tanto ipocrita quando faccio la brava persona. Direttamente non faccio la brava persona.
Tu non hai mai fatto nulla, io semplicemente lo faccio da solo e lo tengo per me. È diverso, pensaci un po' magari capisci. Tu invece ti limiti a mangiare, a respirare e a piangere perché c'è un tuo caro che sta per morire! Lasci fare tutto il resto agli altri! Se vuoi salvarlo meglio che inizi ad agire perché nessuno lo salverà. Nessuno ti farà un favore. A nessuno importa di te. Shou non voleva salvarlo, voleva salvare il suo fidanzato, il suo gesto eroico che stai esaltando e dando un minimo di valore è puro egoismo.> disse Nicolas alzando il volto della Food Challenger con l'indice. A Goro sembrò di sentire nel suo tono la voce di Monoaki, lo rivedeva anche nei movimenti e in quel sorrisetto.

<Sae...Nicolas...> interviene Yumeri, prendendo il braccio della fanciulla e allontanandola dall'altro ma ella la spinse via subito dopo e si girò guardandola male
<anche tu!>
<anche io...cosa?>
<non fare la stupida! Appena hai visto il pericolo nell'uccidere quei due hai mollato e ti sei lavata le mani! Che leader sei?>
<...scusa?> Yumeri la guardò un po' storto e la voce iniziò fin da subito ad avere un tono arrabiato.
<non sei la più forte? Potevi farcela senza problemi e tutti noi saremo liberi da ciò! Anche i nostri cari! Oppure non ti interessa nulla? Di noi e della persona nella tua scatola?> continuò Sae
<ti prego, te la stai davvero prendendo con una che non si ricorda cosa ha mangiato ieri?> commentò Nicolas che ricevette come risposta una occhiataccia
<ragazzi calmatevi...scusate sembrerò maleducata ma state dicendo cose senza senso! Sae non puoi dire che qualcuno che non faccia un omicidio adesso è inutile o dargli delle colpe! Non puoi obbligarci se non vogliamo! Non ci rende egoisti questa scelta. Yumeri può benissimo cambiare idea anche dopo un secondo! È una cosa validissima e non la rende stupida! E Nicolas, Shou ha sbagliato ma non è inutile, ha agito senza ragionare.> interviene subito dopo Shiro che le faceva male la testa per quelle voci alte che litigavano per nulla.

<si che vi rende egoisti! Non pensate agli altri?!> ormai la castana stava urlando irritata nel profondo da quelle parole che per lei erano senza senso non le sue! Ma erano tutti impazziti? Stavano dando davvero ragione a Nicolas!? Proprio a lui?
<soprattutto Yumeri!>
<eh? No scusa scusa un attimo Sae> iniziò nuovamente a parlare la motociclista che iniziava a irritarsi <perché dovrei essere egoista? Perché non ho davvero picchiato o addirittura ucciso quei due? Qualcun'altro? Seria? Mi è bastato il libro per farmi capire che non era un ottima idea! Kaoru ha ragione su provare a fuggire senza uccidere...> fece segno all'altra di stare in silenzio perché non aveva finito <so cosa stai per dirmi "non ti importa di nessuno" ma proprio perché mi importa di qualcuno che lo faccio. Di voi. Non sacriferò voi anche se si tratta di salvare tutte le mie sorelle>
<che eroina...> commentò Nicolas
<potresti evitare di andare contro a chi sta dalla tua parte per una volta!?>

Sae non disse più nulla, le unghie iniziarono a fare dei bei segni sui palmi delle mani. Adesso capiva Shou ieri mentre tutti lo attaccavano, quando Nori era stata accusata, quando anche Hannes era stato preso di mira all'inizio. Doveva vivere la stessa situazione per poterli capire davvero e provare una vera empatia, non una finta che si costringeva ad avere per non sembrare troppo egoista. Tutti la definivano così, lei definiva così tutti adesso e questo aggettivo era stato detto così tante volte che iniziò a suonare strano nella sua testa.
Erano davvero decisi di sacrificare i loro cari per loro stessi? A Yumeri non le interessava davvero di loro in quella stanza, ne era certa, ma era stata forse troppo cattiva a definirla così dopo aver scoperto quanto stava perdendo?
Sempre lei le aveva dato false speranze, un modo per sistemare la situazione e che ora ripudiava dopo che uno ha rischiato la vita. Forse sarà stata la sua mente a farle fare tutto quel viaggio ma...perché nessuno sta facendo qualcosa!? Mancano solo quattro giorni alla scadenza! Quattro giorni! Non possono essere così...tranquilli.
Kaito tra quattro giorni morirà, se non lo era già anche adesso...

<Sae...ascoltami> disse Shiro avvicinandosi a lei, prendendola per le spalle con fare dolce per capire dov'era. Sae non rispose guardandola ancora con i pugni belli stretti
<provi le stesse cose di Shou, anche di noi, ma non devi perdere il controllo e non rischiare di fare pazzie. Devi essere più forte di loro e...>
<se volevi tanto aggire perché non hai dato una mano a Shou? Perché non l'hai sostenuto ieri? Perché non hai fatto qualcosa?> eccolo che il fanciullo dai capelli viola si intromise, proprio per irritare la castana che si girò di scatto per guardarlo male
<Nicolas perfavore...> disse la cieca fanciulla
<cosa? Sto dicendo la verità. È un peccato? Non credo. Anche se in effetti è inutile ragionare con qualcuno che ha solo un pensiero fisso>
<basta me ne vado> disse Sae staccandosi dalla pianista e camminando verso le scale con passo deciso
<vattene brava! Fai come il grandioso Shou!>
Ignorò le altre frasi del fanciullo mentre scendeva le scale con passo deciso.

Non lo sopportava più, la sua voce, i suoi modi di fare, il suo viso, vestiti, tutto! Era sempre stata zitta quando parlava, non le importava cosa diceva degli altri ma il suo tono la infastidiva sempre. Ed era tutto aumentato quando le sue parole piene di veleno erano tutte per lei, per il suo Ultimate e la sua passione. Come si permetteva? Come? Chi si credeva di essere?
Era vero, non aveva mai fatto nulla, nelle esplorazioni, processi, nelle conversazioni di gruppo, ma tutto sarebbe cambiato.
Aveva deciso. Gliela avrebbe fatta pagare, lo farà scendere dal piedistallo con le cattive.

___ ___ ___

Dopo che Sae se ne andò il gruppo decise di separarsi, non avevano altro da dirsi e come il loro solito volevano tornare a una finta normalità stando con i loro nuovi amici creati li dentro. Un posto sicuro in cui stare dentro a un gioco di omicidi.

Nicolas e Jun decisero di non aggiungersi in nessuno di quei gruppetti e non volevano unirsi a questa iniziativa, ma si isolarono nella stanza della fanciulla dove teneva la palla 8 di Kichirō e Reddie.
Avevano altro a cui pensare e non avevano tempo per piangersi addosso o scappare dalla realtà.
Il fanciullo si siede sul letto, a gambe incrociate e teneva il volto con una mano, osservava l'altra che era in piedi davanti a lui con un fastidioso sorriso. Particolarità che caratterizzava entrambi, ma Nicolas trovava il proprio un bel sorriso.
<il nostro forse mastermind è andato fuori di senno, non uscirà per molto tempo e molto probabilmente non ci eseguirà le nostre richieste. Né quella di farci uscire da qui e neanche quella delle prove per un'altro mastermindm Sooo I think di decidere già quando rivelare le mie scoperte agli altri. Ormai è ovvio che non farà nulla>
<le tue? È grazie a me se hai scoperto come andare nelle stanze altrui e rubargli le cose di nasconsto.>
<uhhh shut up! Sono stata io a scoprire il segreto dei due idioti! Non prederti i meriti che non hai!> lo guardò male e intanto incrociò le braccia al petto
<siete tutti uguali> mormorò il fanciullo alzando gli occhi al cielo irritato <comunque ormai aspettiamo che sia il penultimo giorno, non per dargli tempo ma per mettergli più ansia. Magari penserà che non ci ricordiamo di ciò. Poi durante un pasto qualunque, dove ci siamo tutti, lo diciamo. Sarebbe meraviglioso dirlo davanti a lui ma ne dubito che uscirà>
<yep yep and parliamo solo di Kichirō. Shou ha cercato di uccidere gli Aki per fuggire di qui e l'ha fatto sul serio, non sarebbe più credibile come teoria anche con Reddie come prova. Potremmo lo stesso metterlo in cattiva luce o tenere questo uccellino per fargli fare ciò che vogliamo.>
<non hai tutti i torti...> ammise e si accarezzò il mento <per Kichirō è molto strano e sospettoso che rimane sempre in camera sua no? Con la scusa di stare male può usare i passaggi senza problemi ogni ora del giorno, magari ha avvertito anche i due Aki rovinando il piano di Shou e può fare tutto il suo lavoro da mastermind. Magari non sarà così ma se riusciamo a convincerli fin dall'inizio ci cascheranno.>
Jun rimase un attimo in silenzio a pensarci su dopo averlo ascoltato, facendo girare tra le mani la magic 8 ball che l'aiutava a concentrarsi
<un'altro punto a nostro favore. Potrebbero andarci contro solo perché Kichirō sta collaborando abbastanza...ma può avere sempre una "doppia faccia". He's a fake! Non deve essere troppo sospetto, soprattutto nel comportamento. Deve sembrare il classico protagonista di un anime qualsiasi, un vero giocatore di un escape room! This ball da lontano non creava sospetti ma prendendola e osservandola per bene capisci che c'è qualcosa che non va. Soprattutto se ti sveglia alle 5 di mattino con urla di persone torturate.> disse la corvina dopo il suo momento di silenzio e fermò la palla, osservando il collega.

<la crisi avuta con Goro e Kazuto in biblioteca è un'altro punto a nostro sfavore. Ma non credo lo tireranno fuori per diffederlo, è la prova che non è stabile mentalmente e potrebbe benissimo creare una cosa del genere. Solo uno pieno di disperazione può fare un gioco fatto dall'Ultimate Despair. È facilmente smontabile sempre con il concetto di "ha una doppia faccia"> continuò sempre la corvina vedendo che non riceveva risposte, sbuffò e e fece qualche colpetto di tosse cercando di attirare la sua attenzione. Nicolas guardava il vuoto quasi spento ignorandola.
<oh please! Ti arrangi quel giorno! Non ti ripeterò per te e il tuo crash! You look like a NPC right now!>
Gli disse e dopo quelle parole lo sguardo del fanciullo si spostò su di lei, con un volto meno spento ma solo annoiato
<scusa, stavo aspettando che finisse la pubblicità>
<you- serio? Mi chiedo perché ho chiesto di collaborare->
<perché senza di me non riusciresti a fare nulla...e so il tuo segreto> le fece un piccolo sorrisetto e si alzò dal letto
<ho sempre fatto il massimo da sola. Quindi non è vero Jose~ non sei l'unico a sapere i segreti degli altri, so pure come accedere al tuo conto in banca>
Ricambiò il sorrisetto, contenta di averlo fatto irritare con quel nome
<smettila, mi basta Mono-tossicodipendente a chiamarmi così>
<solo se compri da questo link un bel Iphone 10, hai pure un bello sconto per altri mille prodotti Apple e Amazon>
<stai zitta, non ti darò i miei soldi per continuare a giocare d'azzardo.>

A interrompere la loro conversazione fu un rumore fastidioso come una sveglia posseduta dal demonio provenire dalla magic 8 ball, sullo schermo c'era scritto "ORA DI CENA" con i due Aki pixelati che saltellavano ai lati molto contenti. La corvina scosse l'aggeggio posseduto e la musica smise di suonare.
<allora abbiamo un impegno questo fine settimana> commentò Nicolas dirigendosi verso la porta seguito dalla fanciulla
<oh yes! Sarà una cosa anche molto divertente. Cerchiamo di non far annoiare il pubblico a casa.>

___ ___ ___

Il bel gruppetto di Goro, Shinobu, Nori, Kaoru e Kazuya decise di andare a prendere e tirare fuori "amorevolmente" Kichirō dalla sua camera dopo cena.
Pensavano che la miglior medicina per il rosso sia di distrarsi e stare in tranquillità, fosse di farlo sentire al sicuro e sereno. Loro erano le persone giuste per questo compito!
Bussarono alla porta più volte, anche se era impossibile chiuderla (tranne bloccandona con i mobili) e potevano entrare senza problemi ma decisero lo stesso di aspettare il permesso del fanciullo. Ma come si immaginarono non ricevettero nessuna risposta

<ragazzi...siete sicuri che sia una buona idea?> chiese Shinobu dopo aver dato l'ultimo colpetto alla porta girandosi verso il gruppetto. Era un modo carino e poco evidente per dire che per lei ciò era una pessima idea.
<certo! Anche perché mi sta preoccupando molto che non risponda da due giorni> disse Goro che appoggiò l'orecchio sulla porta cercando di sentire qualcosa dalla stanza per sapere se Kichirō era ancora vivo. Nulla, forse dei respiri- ma non aveva un ottimo udito
<vero quindi direi di passare al piano B!> disse Nori e si girò verso il romano poi verso i due artisti davanti alla porta facendo segno di spostarsi. I due ubbidirono guardandoli confusi.
<KICHIRŌ I SQUALI STANNO ARRIVA'> urlò in italiano incomprensibile per tutti e si concentrarono su quello che faceva. Corse verso la porta pronto per sfondarla con grande energia ma fu tutto inutile, non andò a sbattere contro essa ma contro Kichirō facendo un bel tonfo cadendo a terra.
<non doveva andare a finire così> disse Nori.

<ouch- tutto bene voi due?> mormorò Kaoru entrando dentro la stanza facendo attenzione a non colpire gli altri due
<dude tutto ok? Sei vivo?> chiese il mangaka avvicinandosi al romano che si alzò da terra massaggiandosi la testa dolorante per il colpo

<ma vattene a fanculo te e il tuo du-de di sto cazzo>
<stai bene, mi stavo preoccupando>
Ad aiutare il povero pazzo Dungeon Master a rialzarsi fu Shinobu
<è successo qualcosa che stavate bussando con così tanta foga?> chiese il rosso quando riprese l'equilibrio e si tenne alla fanciulla
<si.> dissero in coro il bel duo Goro e Kazuya creando nel volto dell'altro una nella smorfia di preoccupazione oltre a essere sbiancato subito
<E CHE COSA!?>
<non esci da più di 24 ore e già la tua sanità mentale è andata. Non peggiorare la situazione stando da solo chiuso in una stanza.> parlò il palo castano con grande serietà e si avvicinò all'amico avvolgendolo con un braccio. Kichirō riprese il suo colore naturale ma aveva lo stesso un espressione preoccupata. Si mise seduto sul letto guardando il gruppetto e staccandosi dalla presa di Goro.
<non serve che siate così tragici...sto bene! Davvero...sono solo stanco...>

Shinobu fece un leggero sospirò e si siede affianco a lui
<Kichirō...se vuoi puoi parlarne con noi di quello che ti sta succedendo...>
<esatto, ti farà bene parlarne no?> disse Nori che si mise dall'altra parte sempre affianco a rosso.
Il fanciullo le guardò e poi si corpì il volto con le mani, reggendo la testa che gli sembrò pesare troppo, come un macigno. Gli altri tre fanciulli si misero a terra davanti a lui aspettando che parlasse. Erano sinceramente preoccupati perché tutto ciò che stava nascondendo l'aveva cambiato moltissimo.
Il rosso con un po' di riluttanza decise di parlare lo stesso, non avrebbe però parlato della questione mastermind per non rischiare di creare altri litigi. Forse gli avrebbe davvero fatto bene, prese dei bei respiri sentendo già il cuore muoversi velocemente e le lacrime pizzicargli gli occhi. Le mani si spostarono verso i capelli, reggendo ancora la sua testa.
<credo di star impazzendo...non riesco più a reggere tutto ciò. Morte, omicidi, sfiducia verso gli altri...se devo essere sincero ho timore di raccontarvi ciò...davvero non reggo più tutto ciò! Basta! Anche quando dormo non...non riesco a stare in pace...non riesco a pensare ad altro...io...> la voce era spezzata, già colpito da un pianto debole, si sforzava a finire quelle frasi, cercava di farsi capire e raccontare un qualcosa che neanche lui era così certo.

Goro si mise proprio davanti a lui, inginocchiato a terra, le mani accarezzavano i suoi polsi e le mani che stringevano i bei capelli rossi.
<Kichirō, non sei il solo a provare questi sentimenti e che viene torturato dai propri pensieri. Ognuno al modo suo reagisce. Non stai impazzendo...>
<si invece. Sono pazzo! Non riesco a concentrarmi su qualcosa che incomincio a dubitare di tutto! Sulla mia esistenza! Su l'esistenza di questo posto! Del nostro mondo...non mi riconosco più! Ho paura di guardarni allo specchio e avere il viso coperto di sangue come nei sogni! Di non capire chi sono! Chi sono io! Nei miei sogni sono io ma non sono io! Sempre che qui sono io...non ricordo nulla di tutta questa storia dello spazio e di Junko! Non ho più il controllo della mia mente! Sto impazzendo! Questo gioco mi sta mandando fuori di testa!> lo interrompe Kichirō che decise di guardarlo finalmente negli occhi, per tutto il tempo aveva tenuto la testa china non solo per il finto peso ma perché non aveva il corraggio. Aveva una voce più decisa, non più spezzata e colpita dalle lacrime.
<Kichirō ascoltami perfavore...è tutto nuovo, emozioni e sensazioni che non hai mai provato, non siamo abituati a tutto ciò! Come ho detto prima ognuno reagisce nel proprio modo e noi vogliamo aiutarti...>
<e come?> Ecco che aveva dinuovo interrotto il castano ma lui non sembrava esserne infastidito
<parlandone e facendoti uscire da qui. Dobbiamo dare alla tua testa altri stimoli, altri pensieri e stando da solo chiuso in camera non li ottieni. Rimani fisso su queste tue paure, pensieri, emozioni negative che riempiono questa gigantesca scatola in cui ti sei rinchiuso. Devi aprirla, devi far entrare altro, poco alla volta, e far uscire quello che ora ti sta torturando. Con calma ovviamente, non velocemente. Nessuno di noi vuole stare qui ma dobbiamo resistere, farci nuove corazze per proteggerci e nuove sicurezze. Ora non ti deve importare del mondo esterno, ti fa solo stare male e sono solo un peso, devi pensare a ciò che succede qui e devi pensare al tuo bene> disse il mangaka con una bellissima voce calma che non bastò per rilassare il petto del Dungeon Master
<possiamo iniziare da adesso...> disse Nori <vuoi parlarci meglio dei tuoi sogni? Ed il perché ti senti così lontano da te stesso? Oppure...> mormorò la biondina un po' insicura, temeva di dire cose sbagliate e non essere veramente d'aiuto
<ci siamo noi con te. Poi tu sei Kichirō, Ultimate Dungeon Master. Non devi avere dubbi per i sogni, non rappresentano la realtà sono solo...sogni. Tutta una cosa della mente separata dal nostro mondo. Per la questione Junko...lo so che è brutto non sapere e non ricordare ma chissene! Scopriremo cosa è successo ma tu devi concentrarsi sul tuo bene, non darti altri pesi...>

<no...> disse il rosso dopo che era stato zitto per un po' ad ascoltato la voce dell'amico. Aveva detto cose meravigliose ma era tutto così non adatto ai suoi sentimenti. Non si sentiva veramente compreso e questo lo faceva un po' agitare senza che lui davvero volesse. Apprezzava la loro preoccupazione ma non potevano aiutare. Non poteva essere aiutato. I pazzi non possono guarire...soprattutto da altro ragazzini
<no cosa? Qualcosa non va?> chiese Goro sempre con quella bella voce calma che creava una piccola gelosia nel cuore e mente confusionarie del rosso
<non capisci...non capisci Goro...>
<cosa non capisco? Parlami, parla! Voglio aiutarti...>
<no...non potresti capire! Non puoi aiutarmi! Non puoi e basta!> La sua voce si stava alzando più la mano del castano gli accarezzava il polso velocemente. Perché si sforzava nel capirlo? Non poteva.
Non veniva prosciugato dagli incubi e dalla realtà, non era minacciato e perseguitato, non rischiava di essere odiato da tutti... <TU NON SAI COSA STO PROVANDO! TU NON STAI SOFFRENDO QUANTO ME! NON PUOI CAPIRE! NESSUNO MI PUÒ CAPIRE!>

Ci fu il silenzio dopo le sue parole, dette con rabbia e esplodendo di colpo, ma voleva dire di più, voleva urlare ma si bloccò. Un silenzio pesante lo zittì, insieme ai suoi pensieri, qualsiasi essi fossero.
La sua espressione piena di forti sentimenti che ora provava si svuotò diventando piena di sensi di colpa quando vide il volto di Goro diventare cupo. La mano amorevole e pallida si fermò e si staccò dai polsi, tremanti si appoggiarono sulle gambe del castano.
Tutti aspettavano che qualcun'altro parlasse per primo, ma nessuno di loro ne aveva il corraggio. Secondi che sembravano eternità iniziarono a stuzzicare la loro pazienza.
Le due fanciulle si guardarono, cercando di parlare tramite i loro occhi, scambiandosi preoccupazioni per la situazione. Mentre Kaoru e Kazuya osservavano con la stessa preoccupazione Goro che iniziò a tremare
<quello che ti ho detto sono le stesse cose che mi ha detto il mio psicologo. Forse, ripeto forse perché secondo te non è così, ti capisco fin troppo bene. E ho sofferto e sto soffrendo quanto te. Ma come io non ti conosco, tu non conosci me! Che ne sai tu che sono finito in psichiatria! Che ne so io di te! Siamo tutti dei sconosciuti qui...sono stato un idiota...>
Quella voce calma era rimasta ma era anche così terribilmente fredda che fece venire i brividi a Kichirō.
Aveva combinato un casino. Aveva parlato troppo.
Era lui l'idiota, non Goro.
Idiota, idiota, idiota! Si ripeteva in testa, solo quella parola insieme a scusa, ma non uscì nulla dalla sua bocca semi aperta e rimase immobile mentre il castano uscì velocemente.
Lo seguì subito Kazuya senza aspettare neanche un secondo e senza rivolgere una parola a uno di loro.

Kazuya riuscì a raggiungere Goro prima che si chiudesse in camera. Con la mano bloccò la porta rischiando di farsela schiacciare. L'altro aprì la porta e lo guardò con la stessa freddezza con cui aveva pronunciato quelle parole a Kichirō. Siamo tutti dei sconosciuti. Ma il romano gli sorrideva come sempre
<hey non vorrei mica anche tu rinchiuderti in camera da solo vero?> gli disse incrociando le braccia al petto
<non sarebbe la prima volta>
<beh non importa, te lo impedirò...almeno di stare da solo. Se no finisci dinuovo in psichiatria> disse e quella frase riuscì a far sfuggire un sorriso nel volto serio del castano. Ne fu contento ed entrò nella stanza dell'amico buttandosi sul letto di pancia e venne raggiunto dall'altro ma su buttò di schiena affianco a lui.

Si creò il fastidioso silenzio che Goro non amava, batteva le mani contro il materasso facendo un piccolo rumore mentre guardava il soffitto. Capiva benissimo come Kichirō fosse ridotto così in soli due giorni, era messo anche peggio dopo interi anni di solitudine. Voleva solo aiutarlo, impedirgli di finire come lui, ed essendo in un killing game magari di fare qualcosa di peggiore. Tipo uccidere qualcuno o, molto più probabilmente, uccidersi...
Il solo pensiero gli fece aumentare i colpi contro il materasso. Non capiva cosa aveva detto di sbagliato per essere trattato così...non era stato abbastanza comprensivo? Ha parlato troppo? Doveva lasciarlo un po' stare? Magari finiva per impazzire di più...magari diventava un vero prigioniero di quella stanza, non avrebbe più sopportato nessuno e neanche se stesso, o almeno quello che pensava di essere, avrebbe vissuto solo con pensieri orribili, neanche al sicuro dal killing game. Perché non eri mai al sicuro.
Nessuno poi ti avrebbe più considerato, non esistevi più nel mondo esterno, eri il nulla, il nulla con un talento, il nulla che portava i soldi a casa. Tutt'uno con la stanza.
Nella sua mente iniziarono a tornare orribili sensazioni familiari, un grande dolore passato combattuto per anni per farlo mandare via.
Si sentiva dinuovo rinchiuso in quella stanza grigia, pieno pieno pieno di fogli e di inchiostro, a disegnare come una macchina, senza luce, senza poter parlare...i suoi genitori erano felici di ciò, che lavorava...notte e giorni. Notte e giorno. Senza neanche più mangiare. Come uno di quei lavoratori sfruttati nelle fabbriche di tappeti in qualche paese dell'est. Solo che non veniva neanche pagato con un centesimo. Ma ai suoi genitori non importava, portava i soldi a casa con i suoi stupidi disegni.
Odiava il silenzio, odiava la solitudine, odiava i posti chiusi, odiava i suoi pensieri, odiava i suoi ricordi, odiava fingere di stare sempre bene per tenere tutto lontano.
Kichirō non si era reso conto di quanto potesse capirlo.

Il violinista lo osservava, aspettando che parlasse, lo leggeva nei suoi occhi che voleva dire qualcosa, che c'era qualcosa che non andava ma sentendo che non diceva nulla decise di fare il primo passo.
<tutto ok pischè? Stai facendo una bella chiacchierata senza di me nella tua mente? Non so se lo sai ma non posso leggere i pensieri altrui>
La sua voce fece tornare nel mondo reale il castano che fermò le mani e si girò verso di lui
<ah no? Pensavo di sì! Stavo facendo una bella teoria sull'esistenza degli alieni pi-s-chè!>
<ancora troppo americano-giapponese> ridacchiò Kazuya giudicando la sua pronuncia
<forse perché lo sono! Asshole!> ma ridacchiò anche lui appoggiandosi di lato per guardare lo "sconosciuto" nel suo letto e l'altro lo imitò
<allora? Mi rispondi? Come tu volevi aiutare il pazzone io voglio aiutare te...hai fatto molto per lui se ciò che ti preoccupa. Magari non l'ha subito capito reagendo anche in modo aggressivo però come dici tu tutti reagiscono in modo diverso no? Tu sarai stato...più tranquillo, più favorevole ad essere aiutato mentre Kichirō no. Credo sia difficile aiutare uno che si crede pazzo e non sa più chi è. Magari ripenserà alle tue parole e ti chiederà scusa, e noi potremmo aiutarlo. Forse dopo qualche giorno o direttamente domani. Tu hai fatto quello che potevi...e dico noi nel "potremmo aiutarlo" perché siamo tutti fragili e questo è un peso troppo grande da portate da soli...non credi Goro? Soprattutto se stai dinuovo giù come in passato ne puoi parlare con me. Saremo due sconosciuti ma cosa ci vieta di conoscerci di più? Non c'è nessuna regola contro ciò!>

Il romano gli sfoggiò uno dei suoi miglior sorrisi che contaggiò l'americano
<vero...aspettiamo domani che le acque si calmeranno, vorrei parlare anche con Sae e...>
<Goro ascoltami. Non puoi pensare a tutti, non ti rende una brutta persona se fai uno per uno> lo interrompe il romano e il mangaka ridacchiò alzando gli occhi al cielo
<ok ok! Non diventerò troppo altruista! Felice?>
<se ciò significa averti ancora stabile mentalmente si, lo sono>
Goro gli diede un leggero colpetto alla spalla per poi alzarsi e andarsi a prendere dall'armadio la veste da notte. Era quasi ora del night time.
<ah comunque...ti scoccia se resto qui tutta la notte?> mormorò il romano e arrossì leggermente quando vide il piccolo ghigno da darte dell'amico <BELLO NON FARTI STRANE IDEE! Semplicemente non voglio lasciarti solo, non mi sembri ancora molto ok, e...>
<e?> il palo della luce gli fa segno di continuare e finire la frase
<e non riesco a dormire da solo...NON RIDERE!>
Goro si tappò la bocca trattenendo le risate e con l'altra mano gli lancia un'altra vestaglia da notte
<va bene! Va bene! Ci faremo compagnia my dear!>
<...ok me ne vado->
<allora dormi da solo!> intanto entrò nel bagno per cambiarsi
<NO NO NO NO AMORE MIO!!>

Era arrivato il night time, i due si buttarono sul letto nello stesso momento. Per fortuna di Kazuya il palo della luce metà americano non si muoveva molto, restava fermo un po' in obbliquo nel letto, se no i piedi restavano fuori al freddo.
Pensava di addormentarsi con facilità, non era solo, i fantasmi non potevano rapirlo perché c'era un testimone. Si sentiva un idiota di pensare a ciò, eppure era vero.
Se sentiva versi, rumori, movimenti era sicuro che era Goro, non una creatura paranormale di qualche creepypasta. Gli vennero i brividi solo al pensiero e cercò subito a cambiare immagine, se no era l'ennesima notte passata in bianco soprattutto durante le tre di notte. Non sopportava quell'orario e tutte le leggende terrificanti riguardo ai morti che si portava con sé. Ora la sua mente gli proiettava le peggio immagini spaventose riguardo a fantasmi, vecchie foto che per alcuni erano palesemente false ma che adesso al romano gli metteva solo terrore.
Passavano velocemente, una dietro all'altra. Ma una rimase di più rispetto alle altre.
Anche se teneva gli occhi chiusi vedeva nell'angolino della stanza buia di Goro una fanciulla magra e completamente bianca con il viso chinato, indossava gli stessi abiti di New York. Di scatto ella andò verso il letto facendogli vedere la faccia più orribile che potesse mai immaginargli, non sembrava Ultimate Fanfiction Writer, ma un mostro.
Così vicina, così realistica e irrealistica allo stesso momenti, aprì gli occhi di colpo per lo spavento.

Si mise seduto con un leggero affanno, anche se non aveva fatto nessuna corsa, non come quella maledetta ragazza. Il suo volto gli è rimasto impresso, aveva paura di osservare la stanza così buia e vivere la scena nella realtà quindi teneva la testa china.
Stare in un killing game non aiutava con la sua paura verso i fantasmi, era circondato da morte, odiava pensare che il detto "i morti vivono tra di noi" fosse vero. Chissà se intorno a lui ci sono le tre fanciulle pronte a tortutarlo perché lui vivo e loro no.
Morte per nulla, morte per cose senza senso, morte perché qualcun'altro gli sembrava giusto così. Morte per puro divertimento di persone che li stanno osservando dai loro schermi.
Sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla, fece un bel saltò come il suo cuore che iniziò a battere più forte per lo spavento

<Kazuya? Tutto ok?> disse Goro, si era quasi dimenticato che era con lui a dormire e sentì il cuore calmarsi subito dopo.
<si...solo...un brutto sogno...> non era proprio tutto ok ma non voleva dargli delle preoccupazioni. Si accorse solo adesso che tremava e stringeva forte il braccio di Goro. Non riusciva a mollarlo e neanche voleva.
"I fantasmi non esistono!" Si diceva cercando di autocalmarsi ed evitare di essere deriso per la sua stupida paura infantile. Eppure ciò non lo stava aiutato lo stesso!
Poteva anche iniziare ad elencare dove vengono tutti i rumori che sente nel modo più scientifico possibile, dopo ricerce e ricerce, ma continuerebbe a pensare che siano i fantasmi. Che non era mai solo, ma c'era sempre qualcuno con lui che non era del loro mondo.
<hey...qualsiasi cosa tu abbia sognato non può farti veramente del male...non esiste e poi ci sono io con te. Sono stato cresciuto da un classico americano del Ohio> disse il mangaka, accarezzando il braccio del violinista che ridacchiò per le sue ultime parole
<allora mi fido eh!> gli rispose e si risdraia ma non mollò il braccio dell'amico, aveva una presa più leggera. Per assicurarsi che veramente fosse lì.

Saremo due sconosciuti ma cosa ci vieta di conoscerci di più?

___ ___ ___

Erana appena mezzanotte.
Poche volte Sally andava nella camera del mastermind. Non le piaceva l'ansia che le creava e poi neanche lxi piaceva averla intorno però anche lei ha dei lavori da fare. Non aveva poi molto sonno, era preoccupata per Akikuma anche se era solo una stupida ferita alla gamba. Le aveva promesso di giocare insieme oggi pomeriggio e invece no! Aveva preparato del bel tè per lui!
Magari al mastermind potrebbe piacere quindi si era portata con sè il suo vassoio con il set da tè di vera porcellana con decorazioni rosa e dorate.
Prese del bei respiri ed uscì dalla sua meravigliosa cameretta, andando verso la stanza davanti alla sua. Non era troppo buio e non ne aveva molta paura, si vantava sempre di ciò con gli altri bambini.

Bussò per tre volte cercando di tenere il vassoio in una mano
<sono io!> aggiunse non urlando per non farsi sentire da chi rimaneva sveglio e si faceva un giro per la villa.
<entra pure> rispose la mente e la piccolina ubbidì.
Era bello poter essere illuminati dalla luce della luna, poter vedere l'esterno e sentire aria pulita. Le fece uscire un tenero sorriso e andò a sedersi appoggiando il vassoio sulla scrivania cercando di non coprire documenti importanti.
<vuoi del tè? È molto buono! L'ho fatto io> disse sorridendo e iniziò a bere, meglio dire fingere di bere perché era tutto finito. Ma le bastava il gesto per sentirsi come una nobile donna occupata con gli affari e con il mondo. Una importante.
Il mastermind sospirò ma restò al gioco, prendendo la tazza e imitandola, solo per non farla rimanere male e sentirla urlare per i capricci. Non era proprio ilx tipx adattx per i bambini ma ormai l'aveva adottata e non poteva abbandonarla, infondo non è poi tanto inutile.

<ti ho chiamata non per prendere il tè ma per un compito semplice semplice> disse e Sally lo guardò tutta attenta per non perdersi nessuna parola
<ho scoperto che alcuni dei Ultimate vogliono esplorare i passaggi segreti. Essendo che è anche colpa tua se conoscono ciò dovrai fare in modo che non scoprono nulla di nuovo. Devi mettergli i bastoni tra le ruote in poche parole, puoi farlo direttamente oppure indirettamente, uccidendoli o no. Farli perdere tempo.> spiegò, aprì un cassetto della scrivania e tirò fuori un mazzo di chiavi <quella più piccola è la chiave per la stanza di Akikuma e delle sue telecamere. C'è anche un intero piano pieno di bottoni e leve, non ti preoccupare c'è scritto a cosa servono e se fai casini ti brucio le bambole. Alcuni di questi ti permettono di fare cose divertenti per la casa anche tra i passaggi>
Sally annuì mentre ascoltava e osservava le chiavi
<farò la brava! Promesso! Ma...>
<ma?>
<ma voglio una nuova casa delle bambole!>
<Sally, ne hai già dieci, non fare la viziata e fai il tuo compito ok? Domani dovrai stare tutto il tempo nella stanza, tanto Aki è nella sua a riposare. Semmai ci penso io a lui>
<ok...> fece un leggero sbuffò, poi gonfiò le guance rosse dall'irritazione

<non fare quella faccia Sally chiaro? Se farai bene il tuo compito vedrò di ricompensati ma prima pensa a non fallire chiaro?>
Disse il mastermind con un bel tono severo e porse le chiavi alla piccola che le prese ancora con quel tenero broncio infantile <chiaro...>
<bene, ora puoi andare. Buonanotte>
<notte> riprese il vassoio con il tè invisibile ed uscì dalla stanza, il broncio sparì ma non il rossore. Voleva avere qualcosa in cambio! Era giusto no? Tu fai qualcosa e ricevi qualcos'altro! Anche per lei valeva la stessa regola anche se era una bambina!
Forse avrà nuove bambole? Peluche? Tazzine? Vestiti? Magari qualcosa con meno valore di una casa delle bambole...
Sospirò e ritornò in camera sua, posò il vassoio su un tavolino basso circondato da pupazzi, soprattutto conigli e gatti, e si fiondò sul letto.
Doveva essere piena di energie se domani doveva stare tutto il giorno davanti a degli schermi! Che noia, non voleva farlo ma era per lxi...non voleva deluderlx...

07:00 a.m ___ Giorno 07 ______________
Luogo: camere da letto _____________

<BUONGIORNO!! La colazione è pronta! È iniziata una nuova deprimente giornata!>

La voce di Monoaki svegliò Hannes con già il mal umore. Come se normalmente non lo avesse già.
Ma la consapevolezza di essere ancora rinchiuso lì dentro aumentava questa sensazione soprattutto dopo la consegna delle scatole. Non ci pensare.
Prese un bel respiro e si alzò dal letto per andarsi subito a prepararsi. Usciva e subiva di stare tra tutta quella orribile gente solo per sua sorella, per tenerla sotto d'occhio ed evitare che le facciano del male.
New York non sarà l'unica a morire, qualcun'altro cederà come Maude.
Mentre si pettinava sentì qualcuno bussare con molta energia alla sua porta facendo un bel ritmo. Subito dopo c'era la voce di Elviira che cantava una piccola canzoncina e feve uscire da quel viso imbronciato un bel sorriso. Non fece aspettare troppo la sua gemella ed uscì dopo qualche secondo e si beccò un bel abbraccio del buongiorno.
Era viva. Stava bene. Tutto ciò che gli importava adesso era Elviira.
<su sbrighiamoci!! Hanno fatto i pancake!!> gli disse prendendolo per mano iniziando fin da subito a trascinarlo verso le scale
<e tu come lo sai? E vai piano!>
<ho un ottimo olfatto per i pancake!! Vanno a ruba! E sto facendo aspettare Roza!!>

Rischiò di inciampare più volte sui suoi stessi passi e iniziare a rotolare giù per le scale trascinando con sè la gemella per quando ella andasse veloce. Ma arrivarono alla sala da pranzo sani e salvi, lei tutta sorridente mentre lxi con una bella faccia infastidita dalla visione di tutti i presenti. Quella villa non l'aveva aiutato con i suoi problemi di fiducia, pensa che li abbia anzi peggiorati. Salutò Roza, solo perché gli sembrava scortese non salutare la nuova amica di Elviira e le sembrava una brava persona. Si mise a osservare tutti giusto per vedere chi c'era, chi dava strane sensazioni e chi tranquille, per capire com'era la situazione.
Shinobu era come sempre silenziosa, gli veniva sonno osservarla, una semplicità noiosa, al contrario di Kaoru che cercava ogni volta di coinvolgerla nella conversazione unito da Nori che aveva fatto un bel pesciolino sui suoi pancakes. Sempre tranquilli, li aveva visti andare da Kichirō. Pensava di beccarli diversi dopo un incontro con un matto... o stavano nascondendo qualcosa e cercano di distrarsi come tutti o era successo qualcosa di bello.
Aveva notato che tutti usavano quella tecnica, pensando di ingannare gli altri ma li faceva solo sembrare dei stupidi bugiardi.
Gli venne fame e iniziò anche lui a mangiare e cambiò soggetti.
Shiro se ne stava per conto suo e le sembrava un po' giù di corda, ma non si fece troppi viaggi mentali. Era un sentimento sincero, era un po' incuriosito ma non voleva aiutarla, magari era un informazione utile. Si aggiunse affianco a lei Yumeri ma non le parlò molto, si scambiarono due parole e qualche domanda di cortesia come "mi prendi x?", "Come stai?", "certo tieni pure x, vuoi anche y?" E cose del genere.

Qualche minuto dopo entrarono altre persone quindi altre analisi, intanto Elviira e Roza chiaccheravano tranquille come due piccioncine.
Jun'chi e Kazuto sembravano andare d'accordo, entrambi nei piani più alti della società anche se così giovani solo perché figli di qualcuno ed era certo che tenevano un segreto. Quale lo doveva ancora capire, ma erano infondo alla lista delle "persone di cui non fidarsi" che si era creato nella sua testa. Era dedicato solo per alcune persone, ma nel tempo ne aggiungeva altre e spostava i posti. Dipende quanto scopriva su di loro.
Si misero affianco a Shiro e iniziò a crearsi una vera conversazione in quella parte del tavolo.
Dopo di loro ecco che arrivarono Goro e Kazuya facendo un gran baccano con risate e semplicemente parlando tra di loro animando la situazione.
Li trovava due idioti ma non erano nella lista, come il gruppetto bello caotici. Shinobu, Nori e Kaoru rivolsero a Goro dei sguardi preoccupati e gli chiesero come stava ma lui rispose sorridendo che era tutto ok. Una menzogna, la solita per non far preoccupare nessuno ma fa il contrario, ne crea di più. Era successo qualcosa? Decisamente.
Poi arrivò Sae che silenziosa mangiò poco come faceva in quei giorni. Veramente strano da parte sua, non era l'unico ad averlo notato, tutta la situazione la stava distruggendo ma ciò non lo toccò molto. Era una perfetta vittima o carnefice, meglio starle lontano e aspettare che ceda, oppure approffitarsene. Restò per conto suo.
Di Kichirō e Shou neanche l'ombra.

Gli ultimi ad arrivare sono proprio quelli che stanno all'apice della sua lista, dopo i tre pazzi. Nicolas e Jun. Nessuno l'aveva notato che avevano iniziato a legare, li aveva visti più di una volta parlottare decisamente in modo sospetto tra di loro, li vide andare molto spesso nelle loro stanze insieme e con nessun intento amoroso. Non erano i tipi. Nicolas non nascondeva il suo brutto carattere e il suo essere per nulla affidabile, lo si notava subito, come se ne andasse fiero. Gli dava fastidio pensare che alcuni li paragonavano.
Mentre Jun era più subdola, ammise che ci mise un pochino a capire che non era davvero così tanto carina e timida come mostrava. Sotto il suoi comportamenti c'era una fastidiosa falsità che lo colpiva soprattutto perché Jun girava molto spesso intorno alla gemella. Di certo non per motivi amichevoli.
Infatti si mise subito vicino alle altre due fanciulle per aggiungersi alla chiacchierata.
Gli Aki si fecero vedere poche volte, solo per portare piatti chiesti da alcuni di loro e ripulire il tavolo. C'era dinuovo Akikuma, scappato dalla prigionia e ora camminava con il supporto di un bastone. Era ancora ferito ma non voleva smettere di muoversi e lavorare. Non deve neanche essere la prima volta, riusciva a usarlo perfettamente permettendogli anche di essere abbastanza veloce.
Forse l'avrà usata quando non aveva ancora la protesi alla gamba? Forse.
Osservandolo gli venne voglia di fargli un piccolo scherzetto, giusto per vendicarsi per un movente e per aver preso di mira il loro padre adottivo. Qualcosa di semplice perché aveva lasciato il cappello magico in camera.

Il maggiordomo passò dietro alla sorella e alle sue amiche, teneva in mano alcuni piatti vuoti, arrivò poi vicino ad Hannes pronto a prendergli di colpo il bastone e farlo sparire per magia facendolo anche inciampare allo stesso tempo. Non uno dei suoi scherzi migliori ma era quello più semplice da fare.
Arrivò il momento, allungò la mano per afferrargli il bastone ma non ci riuscì, il biondino lo alzò per poi usarlo per colpirgli la testa debolmente
<bonk.> disse ridacchiando <sii più originale, questo me l'hanno fatto tutti> e lo colpì dinuovo facendo un'altro "bonk".
Elviira ridacchiò e si tappò la bocca per non scoppiare a ridere vedendo la faccia tutta rossa del fratello e gli altri "bonk" e Jun la imitò, solo la Roza riuscì a contenersi abbastanza non capendo neanche perché ridevano.
<ahia, qualcuno ha rovinato il trucco di magia> commentò Nicolas che ottennè una occhiataccia da parte del mago.

Dopo colazione Kazuto prese parola come il finto capo che era per decidere chi sarebbe andato con Kaoru per esplorare i passaggi segreti. Erano così fissati per sta cosa che Hannes iniziò a provare un grande fastidio per ogni volta che la nominavano oltre a una grande noia.
Lo stratega iniziò a dire vari nomi: Jun, Roza, Elviira e...
<Hannes ci vai anche tu e niente storie. Tra di noi sei, credo, l'unico in cui ci è stato quindo saresti molto utile>
Rispose facendo uno bello sbuffò, non era decisamente il tipo da collaborare e sperava di averlo fatto notare ma sembrava che tutti avessero i prosciutti negli occhi. O lo facevano apposta. Ma in contrasto a ciò fece poi un sorrisetto, seguire quella bambina non era stata una brutta idea, gli aveva dato una importanza.
Quindi non si lamentò e si alzò dalla sedia, prima iniziavano e prima finivano.
<

va bene va bene, allora andiamo subito prima che cambi idea>
<SII!! ANDIAMO A SCOVARE SEGRETI SEGRETISSIMI!!> urlò la gemella prendendo per mano le due amiche che sorrisero timidamente.
<finiremo 100% per guai- ma è stata una mia idea- dovevo aspettarmelo> mormorò lx schermidore e seguì con lo sguardo il mago andare verso la parete della sala da pranzo. Era la stessa in cui Lady Sally era apparita il primo giorno e premette nello stesso punto.
In pochi secondi il passaggio si aprì ed entrò per primo sotto lo sguardo abbastanza sorpreso di tutti i presenti. Sembrava che avesse fatto uno dei suoi trucchetti.
Il passaggio si richiuse quando tutto il gruppetto entrò.

<era da un bel po' che non ci entravo> disse Hannes mettendosi a camminare per quei lunghi e chiari corridoi, non si ricordava bene quella sensazione inquietante che creava quel posto, soprattutto dopo ciò che era accaduto. Aveva ben compreso quanto potesse essere pericolosa la villa.
Non era cambiato nulla, le solite telecamere, le solite porte senza nessuna indicazione, ma ora non aveva nessuna giuda ed era seguito da persone che non ci avevano mai messo piede.
<wow...sembra di stare in un labirinto> commentò Kaoru che si mise affianco al fanciullo guardandosi intorno
<già, ma ormai sono diventato un esperto!>
<dopo esserci stato neanche una volta?>
<ovviamente> che no. Ma con fare veramente convinto si rimise dinuovo in cammino per il corridoio cercando di ripercorrere i suoi passi passati ma dovevano anche esplorare quindi sperava di non perdersi.

Le tre dell'ave Maria provarono a fare una mappa ma era difficile capire bene dove si trovavano nel piano terra. O come rappresentarlo.
Fecero il giro lungo il perimetro e dove teoricamente dovrebbe esserci la parte dell'ingresso c'era un muro che bloccava la strada. Quindi non riuscirono veramente a fare il perimetro ma solo una tre lati su quattro.
<bene abbiamo già capito che il piano di Kaoru non è possibile senza sfondare una parete> commentò il mago picchiettando l'ostacolo per la via di fuga
<non potremmo tipo sfondarlo?> chiese Elviira con fare innocente
<tu hai una fissa con sfondare e spaccare le cose! Ma questa volta non è una pessima idea...> commentò ilx fanciullx dai capelli arcobaleno.
<e con cosa? Con un martello magico creato dalla nostra amicizia?> chiese con fare sarcastico il gemello
<è possibile Hannes??> la gemella aveva gli occhi che brillavano inmaginandosi la scena molto nello stile anime anni 90. Le rispose con un sospiro e qualche pacca sulla testa
<no, Elviira. Bisogna avere i materiali>
<MA TU SEI MAGICO!!>
<no- cioè si- cioè non in quel senso->
<ragazzi...> li richiamo con fare timido Roza
<e in quale senso sei magico?> chiese Kaoru curioso <tipo come fai a far spuntare sempre cose a caso dalle tue maniche!>
<e non solo> disse con un leggero ghigno avvicinandosi allx fanciullx, fece un goffo salto toccandogli i capelli e tra le mani aveva una manciata di caramelle
<le avevi già in mano, non mi inganni>
<...ragazzi-> li richiamò dinuovo Roza alzando leggermente la voce ma non abbastanza da attirare la loro attenzione
<ah si?> il maghetto alzò le sopracciglia ma rimase con un leggero ghigno in volto. Mise una mano in una tasca di Kaoru che si irrigidì subito dopo e da essa uscì una colomba viva che iniziò a volare in giro
<ma->
<"ma come ci è finita una colomba nella mia tasca?"> disse al suo posto Hannes <era la sua casa, stava anche facendo una partita a burracco con una sua amica> rimise le mani in tasca allx fanciullx che era rimasto zitto per tutto il tempo. Questa volta uscì una lucertola e solo carte con il 4 di fiori.
<era questa la carta che stavi pensando?>
<io->

<RAGAZZI!!> urlò Roza facendo girare tutti verso di lei e arrossì come un peperone per l'imbarazzo, le mani iniziarono a tremarle <ecco...volevo dirvi- che- la porta- parete...parate si sta alzando...tipo cancello del garage...e-> il rumore che sentiva e voleva comunicare agli altri si fece più forte e la parete si alzò così tanto che permise a tutti i presenti di poter vedere andare contro di loro una gigantesca palla come nei peggi film d'avventura. Si fece sempre più vicina e faceva tremare il pavimento
<CORRETE!!> urlarono Kaoru e Elviira in coro per poi iniziare a correre.
Per i primi minuti ognuno corse per conto proprio ma solo i due che urlarono erano in grado di fare una cosa del genere quindi diedero una mano.
Kaoru prese per il braccio Hannes e lo trascinò con sè tenendolo al suo fianco e non troppo dietro, Elviira prese in braccio Roza ancora più rossa in volto e trascinava Jun allo stesso modo del collega corridore.
Erano più veloci della palla per loro fortuna, ma dover correre per tutti iniziò a farli stancare, incominciarono ad esserci i primi dolori alle gambe ma neanche per un secondo mollarono o rallentavano. Anche Jun e Hannes sentivano la stanchezza, cercavano di correre anche loro in modo autonomo ma non avevano un ottima resistenza fisica e più volte rischiarono di inciampare o far inciampare gli altri.
<ci sono dei piccoli corridoi ai lati! Sono per ogni muro delle stanze...potremmo-> disse con grandi pause Kaoru
<non serve- ...s-siamo quasi arrivati alle....alle...scalle! Me lo ricordo-> rispose con più pause il mago e cercò di velocizzare il passo inutilmente. Non disse bugie, a pochi metri c'erano davvero le scale che portavano al piano di sopra al sicuro. In teoria.
<poi ci sono altre palle dietro!> Si aggiunse Roza, l'unica senza il fiato corto.

<Elviira...posso camminare dinuovo da sola- sono un peso adesso-> disse poi la giudice sentendo da molto vicino il grande fiatone della corvina, la stringeva con grande forza per evitare che cadesse. Rispetto al fratello aveva più resistenza ma stava sempre correndo con qualcuno in braccio e trascinando qualcun'altro. Le sue energie e forze non servivano solo per le gambe e per correre. Eppure rispose con una bella risatina
<non ti preoccupare...anzi...anzi...sei leggera! Eheh...sono abituata!> e detto ciò accelerò il passo per arrivare il più velocemente possibile al sicuro.
Le gambe di entrambi sembravano andare a fuoco, soprattutto per la grande adrenalina. Loro la sentivano più degli altri l'ansia di essere schiacciati, anche se si fingevano forti e corraggiosi.
Elviira voleva tanto strapparsi la gonna che le dava un sacco fastidio, la teneva su con la stessa mano con cui trascinava Jun. Per sua sfortuna non aveva quattro braccia, le sarebbero state molto utili. L'unico momento in cui odiava questo bellissimo e tenerissimo vestito. Le ballerine le stava uccidendo i piedi ma non mollava. Non doveva o sarebbe morta.
Le scale erano sempre più vicine quindi aumentavano i passi con la poca energia tenuta di riserva proprio per la parte finale.
Quindi come due veri corridori si dirigono verso il traguardo con la voglia di prendere quel maledetto premio senza veri vincitori ma solo con la salvezza dal venire schiacciati.
Arrivano ai primi gradini, l'acrobata li saltava a coppia di due e l'altro la imito. La palla bloccò non solo se stessa ma anche una via di uscita.

Roza scese dalle braccia della corvina e la tenne a sè mentre riprendeva il respiro.
<...state tutti bene?> mormorò Jun con finta preoccupazione mentre si appoggia al muro bianco di un nuovo corridoio. Decisero di ripredersi un momento prima di iniziare a pensare dinuovo al loro compito.
<dio mio...peggio dell'ora di ginnastica...> commentò Kaoru <ho bisogno di acqua-> non finì la frase che Hannes gli spruzzò l'acqua addosso con quei strani fiochetti che usano i pagliacci nei loro trucchetti. Sorrideva come un bambino divertito.
<ti odio...> aggiunse e ricevette altra acqua.

Jun li ignorò, riprese il fiato e notò che c'era qualcosa di diverso in quei corridoi così familiari per lei. Non le sembrava piu di essere un labirinto, non le creava più confusioni.
C'erano delle caselle colorate, rosse e nere, ed erano sparse per il pavimento e per i soffitti. Notò che dopo un po' cambiavano posizione ma i colori erano sempre quei due. Non aveva mai pensato che potessero esserci delle trappole, eppure era passata di qui molte volte e molto probabilmente era anche stata vista dalle telecamere. Le avranno messe da poco proprio per ciò?
Si mise a camminare nel corridoio in cui portava nelle loro camere. Ormai le conosceva a memoria. Stava attenta a non toccare le caselle, poteva accadere di tutto e voleva evitare di crearsi dei problemi.
<strano...prima non c'erano...> sussurrò, pensò che l'avesse detto nella sua mente
<prima? Prima quando?> chiese Hannes e la sua presenza improvvisa fece sobbalzare la scammer che si girò di scatto ricordandosi che non era sola e pensò che potesse leggerle la sua mente con la magia. Ma c'era solo lui, gli altri erano andati nell'altro corridoio, verso le stanze private di Lady Sally.
<di...di cosa stai parlando?> rispose con un'altra domanda tornando con la sua maschera della povera fanciulla
<ti ho sentita. Hai detto "strano...prima non c'erano..." sei già stata qui?> era diretto nelle sue domande, senza fare troppi giri di parole e la guardava dritto negli occhi ma non l'avrebbe fatta cedere. Il tremolio l'aiutava a stare nella parte
<ma cosa stai dicendo...non è vero e poi ve lo avrei detto...ho detto ciò perché giù non c'erano, pensavo che i corridoi erano tutti uguali...> cercò di farsi spiegare e si mise una mano sul petto e fece la faccia più pietosa che riuscisse a fare per renderla così pura da farle venire la nausea <poi tu non mi sembravi a conoscenza di queste stranezze...quindi ho pensato che non c'erano... non vi avrei mai mentito! Non lo farei mai!>
<ho capito! Capito!> le rispose Hannes zittendola, la corvina dentro di sé sorrise, magari non l'aveva convinto della sua innocenza ma certamente era riuscito a rinunciare a indagare di più.

Intanto gli altri tre camminavano nell'altro corridoio.
c'erano molte caselle colorate e infatti Roza rimase all'inizio del corridoio ad aspettarli e analizzare tutto da lontano, non se la sentiva di aggiungersi.
C'erano due porte ma solo una di loro era rosa, uno bello molto accecante e al posto di un pomello e una serratura classica avevano una elettrica come quella degli hotel. Sembra essere fatta di ferro. Una porta era nella parete di lato ed era una di quella classiche, penso subito che era quella usata da Lady Sally per scappare. Mentre la porta rosa era infondo, obiettivo di Kaoru e Elviira.

I due riuscirono ad arrivarci, la fanciulla alzò di scatto la mano per dargli il cinque ma fece sobbalzare leggermente l'altro ma alla fine le diede il cinque.
<bene...possiamo sfondarla?>
<Elviira mi stai spaventano! Comunque non credo> bussò alla porta facendo sentire un bel suono metallico e subito dopo sentì venire dall'altra parte un grande colpo alla porta che fece sobbalzare entrambi
<tornate al vostro stupido gioco!> urlò una voce infantile, stridula e femminile. Lady Sally. Forse era la sua camera? Ma non era infondo al corridoio- una stanza misteriosa e privata? Fattibile.
Non risposero e si rigirarono verso il corridoio, rimanendo pietrificati alla vista del pavimento coperto da piastrelle rosse.
<merda-> mormorò ilx schermidore e guardò verso Roza che da lontano faceva segno con le mani di guardare verso di lei. Diede un piccolo colpetto all'acrobata ed entrambi si misero a guardarla.
La fanciulla dai capelli chiari si tolse goffamente una ballerina e la lanciò verso le caselle rosse, colpì una di quelle e ne uscì un bello spuntone.
Prese l'altra ballerina e la lanciò questa volta contro la parete dove c'erano varie caselle nere e ne uscì una lancia che infilzò la ballerina. Dopo ciò iniziarono a spuntare e sparire varie lance a ritmo, una si e una no, diventando quasi ipnotiche.
I due topolini in trappola si guardarono veramente preoccupati. Come cazzo fanno adesso?
<ELVIIRA!!> urlò Hannes che raggiunse la giudice seguito dalla commessa-scammer e spalancò gli occhi vedendo la scena. Si lasciò sfuggire un sonoro "oh merda".

<forse ho un idea> disse Kaoru alla sua compagnia di svenuta ed ella si girò di scatto per ascoltarlo super attenta, attivando ogni suo neurone
<allora...dobbiamo usare le lance per attraversare il corridoio. Ho visto che non vanno molto veloci, abbiamo il tempo per dondolare e lanciarsi verso un'altra lancia...>
<un gioco da ragazzi!> disse la corvina capendo subito ciò che diceva, anche perché le aveva subito ricordato un esercizio che faceva al circo decisamente meno pericoloso e mortale di questo <tu riesci a farcela?>
<credo...credo di sì? Ho dei ottimi riflessi-> mormorò ilx fanciullx cercando di mostrarsi il più sicuro e corragioso possibile quando in realtà dentro di sé stava tremando peggio di una foglia e aveva una paura da morire. Non era per nulla certo di potercela fare ma ormai aveva detto di sì e non aveva altre chance. Ne dubita che Lady Sally gli avrebbe aperto se bussava alla porta chiedendo pietà e aiuto.
A distoglierlo da quel piccolo momento riflessivo fu il suono della stoffa che si rompeva, si girò verso Elviira e vide che si stava strappando la gonna accorciandola. Non sembrava molto agitata e ciò gli diede un po' di tranquillità, forse pensava che era uno dei suoi spettacoli, doveva solo dare il meglio senza pensare ad altro e fece lo stesso anche se non era il suo mondo. Ma sempre meglio di farsi prendere dalla paura.

<uno...> disse proprio la fanciulla andando verso la parete pronta a saltare. Non era poi tanto larga, quindi se l'altro ne aveva bisogno potevano aiutarsi.
<due...> disse l'altrx andando dall'altra parete e cercava in tutti i modi di togliere tutte le brutte sensazioni che iniziavano a bloccarlo ed erano in contrasto con tutti i suoi bei pensieri motivazionali.
<tre...> disse Elviira ed era completamente seria e concentrata, non l'aveva mai vista così e faceva anche un po' paura.
<VIA!> dissero infine in coro e entrambi saltarono aggrappandosi alla prima lancia e ognuno per il proprio percorso iniziò a saltare ed aggrapparsi da una lancia all'altra, aspettando il momento giusto per non farsi infilzare e morire.
Elviira era poco più avanti, molto più abituata a queste cose, si tratteneva di fare qualche giro su se stessa. Era meglio assicurarsi di arrivare verso il gemello e Roza sana e salva.
Kaoru se la cavava, leggermente più lento solo per via dell'ansia che non lo abbandonava. Non guardava mai in basso, solo davanti a sé e teneva per bene le lance per non rischiare di cadere.
Diventò dopo un po' un movimento automatico, sembrava durare all'infinito, anche per l'acrobata che era molto più avanti e aveva superato la metà. Mentre ilx schermidore stava mettendo tutta la sua forza e abilità per raggiungerla, era arrivato a metà e si stupì di questo traguardo.
Cercò di ignorare la stanchezza alle braccia e alle mani, non doveva farsi distrarre da nulla o sapeva che avrebbe ceduto.

La corvina aveva calcolato bene il salto ma la lancia si ritirò prima ritrovandosi senza nessun appoggio.
Sentì suo fratello urlare, il panico riempirle il cuore e gli occhi erano puntati verso il basso pronta a vedere il suo sangue mimetizzarsi con il pavimento rosso. Venne anche ferita da un'altra lancia sulla schiena, nulla di grave ma sentì il cuore perdere un colpo per lo spavento.
Ma venne afferrata da Kaoru e lanciata verso un'altra lancia. Fu tutto così veloce che non ebbe il tempo per metabolizzare quello che era accaduto. In un paio di secondi poteva morire, Kaoru poteva beccare il secondo sbagliato e non prenderla, poteva beccare il secondo sbagliato e trovarsi infilzata dalla lancia. Invece era dinuovo a "correre", a muoversi come una scimmia tra i rami. Era come se non fosse successo nulla e per non distrarsi dinuovo tenne quel miscuglio di immagini lontani dalla sua mente, come faceva anche al circo.
Tutte le cose che potrebbero distarla le metteva dentro una piccola scatolina, molte rimanevano lì dentro anche dopo lo spettacolo e non aveva intenzione di turarle fuori. Anche perché se li dimenticava.
Adesso doveva pensare che era quasi arrivata, pochi metri, veramente pochi metri.

Fece un ultimo salto, con una piccola capriola, e atterrò in piedi davanti ai tre.
Dopo di lei atterrò Kaoru, in modo meno elegante ma era arrivato. Questo era l'importante.
Iniziava a sentire le braccia doloranti per lo sforzo però era meglio di finire infilzato, quindi non si lamentò.
<oh dio santo Elviira-> disse Hannes abbracciando la gemella e non aveva l'intenzione di lasciarla. Soprattutto dopo quasi la sua caduta. Sorprese un po' tutti questo gesto affettuoso da parte di quel nano brontolo, tutti tranne la corvina che ricambiò ridacchiando.
<ti sei fatta male?>
<forse, non sento tanto dolore! Sarà solo un graffietto!> lo tranquillizzò e ora era lei a non volersi più staccare dal fratello stritolandolo
<non c'è molto da vedere sinceramente...quella porta laggiù è chiusa, abbiamo bussato e ha risposto Sally quindi sarà qualcosa di nasconsto...> disse con leggero fiatone Kaoru, il finto corraggio che si era creato per se stessx stava svanendo dal suo corpo. Come cazzo ho fatto? Come? Potevo morire!! Diventare uno spiedino!

Decisero di andare subito al secondo e ultimo piano, prima che la situazione con le caselle potesse degenerare e per finire questa esplorazione stancante. Notarono che quando erano in alto per le scale il piano sotto era pieno di caselle rosse. Segno che non potevano più scendere. Ottimo-
Dinuovo altri corridoio bianchi, porte sconosciute ed era decisamente di più simile a uno labirinto.
Trovarono solo una porta rosa, identica a quella del piano di sotto, sembrava stare nella parete della stanza privata in biblioteca. "Sembrava" perché non capivano più quali erano le stanze- troppo corridoi. Troppe porte. Si chiedevano come facevano gli Aki, forse era dovuta anche alla stanchezza e alla fame. Si stavano confondendo e seguivano come delle pecore Hannes.
<quindi abbiamo sempre delle porte... proibite?? Anche se usiamo questi passaggi...peccato... ma non credo che funzionano come le altre stanze...cioè- si sbloccano dopo un omicidio...no? Servono una tessera...carta...una chiave- qualcosa> osservò Roza
<non credo se no sarebbero state come le altre porte ma chiuse...no?> commentò Elviira
<se vogliono tenere dei segreti devono fare in modo che nessuno possa accederci, questo spiegherebbe anche le trappole...in effetti qui è tutto molto tranq-> Kaoru venne zittito da un colpetto da parte di Hannes che lo guardò male
<shh!! Così porti sfiga! Comunque non sembra esserci altro da vedere, possiamo andarcene> disse il maghetto andando verso una porta familiare, se non ricordava male era quella dove era uscito la prima volta facendo prendere un infarto ad alcune persone.

Quando la porta si aprì davanti a loro c'era la piccola Lady Sally, con un bel broncio e il volto rosso, sobbalzarono alla sua vista. Non era irritata per la sua missione, aveva messo "i bastoni tra le ruote" ma si era veramente annoiata.
<vi siete divertiti? Io no. Siete tutti vivi. Mi dispiace per il tuo carinissimo vestito Elviira...comunque è ora di pranzo! Uscite subito da lì su su! Tu, falsone, non hai capito che è proibito entrare lì!?> disse sbattendo i piedi a terra e puntando un dito contro Hannes. Uscirono subito dopo quelle parole senza ribattere rimanendo in silenzio, per non farla arrabiare di più. Non volevano anche occuparsi di una bambina che fa i capricci. Troppo stanchi e iniziarono a sentire molto la fame.

Dopo pranzo, belli riuniti con dei buonissimi piatti di sushi, riferirono quel poco che avevano scoperto.
I passaggi segreti portavano ovunque, dovevi solo capire come orientarti con tutti quei corridoi. Alcune porte erano bloccate, segnate da un bellissimo colore rosa e c'era bisogno di una chiave elettronica. Teoricamente non potevano andarci, è una zona riservata e infatti hanno trovato alcune semplici trappole. C'erano anche lì le telecamere, forse registravano anche quelle parti. Per via della prima trappola non hanno potuto vedere per bene se c'era qualcosa per l'ingresso e fuggire.

La giornata passò senza problemi in attesa di un morto, di una via di fuga o di un salvataggio. Ma solo la prima opzione era realistica in questa situazione.


07:00 a.m ___ Giorno 08 ______________

Luogo: Camere da letto _____________

Shou ignorò il suono della campanella che suonava. Era ancora nella camera di Yumeri, finché non si riprendeva del tutto lei avrebbe dormito nella sua camera e lui nella sua. Un piccolo scambio per pochi giorni.
Il corvino decise di dormire ancora per un po' abbandonandosi nel mondo dei sogni, erano un bel riparo rispetto al mondo esterno e poi non aveva altro da fare. Voleva evitare di pensare, di pensare al gioco e di quelle false verità. Di tutte quelle parole che lo mandavano solo in confusione e avevano distrutto le sue certezze.
_______________________________________

Aveva sei anni, non riusciva a vedersi ma sapeva che era piccolo, un tenero bambino. Era come se stesse rivivendo il suo passato, al sicuro e ignaro del futuro. Della realtà.
Era all'aperto, in un bel parco pieno di verde, l'erba tagliata perfettamente, piante e cespugli ben curati. Il cielo era senza nuvole e azzurrino. Il sole gli accarezzava il volto e il corpo mentre correva verso gli alberi attirato da un piccolo cinghuettare.
Il suo corpo non era dolorante come nel presente, la bella adrenalina gli dava una grande carica. Sentì la sua risata, era come vedere un video di quel momento.
Nessun segno di disperazione, morte, Junko, spazio. Solo lui e quel misterioso uccellino. Ascoltò meglio il suo verso e sorrise quando capì di che razza era. Un passerotto!

Ormai non lo vedeva più e la stanchezza iniziò a farlo rallentare fino a fermarlo con un grande affanno. Si guardò intorno ma del passerotto non c'era più traccia, l'aveva perso!
Fece una smorfia, triste per averlo perso di vista e non poterlo osservare da vicino. Magari poteva vederlo a fare un nido, con i suoi cuccioli, con il suo compagno, oppure mentre cercava del cibo, dei legnetti...gli stava davvero dispiacendo.
Sentì poi sua madre chiamarlo da lontano per andare a casa, ma non sentì le sue parole, ma ebbe solo la sensazione che ciò fosse accaduto. Il suo infantile corpo si girò e ritornò in dietro contro voglia, magari se aspettava beccava dinuovo l'uccellino!

Ritornò da sua mamma, stava facendo un bel picnic con delle sue amiche, i loro bambini stavano giocando dall'altra parte ma non li raggiunse perché voleva raccontare la brutta notizia a sua madre abbracciandola forte forte. Quanto le mancava.
<mamma!! Ho perso il passerotto! È volato via!>
Disse con le lacrime agli occhi e ricevette tanti baci da parte della donna per consolarlo. Il ricordo era così pieno di dettagli, gli sembrava davvero di viverlo dinuovo.
E come si ricordava, quando si sedette per mangiare un panino, affianco a lui si appoggiò proprio un bel passerotto, si rese conto di quanto fosse simile a Reddie, con uno stecchettino nel becco.
Era stra felice, non urlò solo per non farlo scappare via dinuovo.

A sette anni aveva ricevuto un album dove metterci le foto e una macchinetta fotografica. I suoi genitori notarono quanto ammasse la natura e gli animali, soprattutto gli uccelli, quindi decisero di fargli questo regalo.
Iniziò subito a fotografare tutto ciò che lo circondava, ogni dettaglio, ogni persona. Tutto.
Poi un giorno decise di concentrarsi sull'esterno, osservando il paesaggio dalla finestra di camera sua. La sua attenzione si fiondò su vari uccellini che si appoggiavano nei fili dell'alta tensione. Si concentrò molto su di loro, prese una bella enciclopedia per vedere che razza erano e poi si mise a cercare sul perché non prendessero la scossa. Li osservava cercando di capire come vivevano, cosa facevano, sinceramente interessanto. Poi faceva subito dopo varie ricerche per vedere se aveva ragione e scoprire cose nuove che scriveva in un libricino.
Ci fece anche un progetto scolastico! Con tutte foto fatte da lui.
Non era nullo finto, il cielo non era nero e decorato da galassie. Era sulla Terra...no?

Scuola...ora aveva dodici anni. Si ricordò della rissa che fece contro un suo compagno. Sempre in prima persona lo vedeva urlargli contro ma non sentiva nessuna sua parola. Ma poco gli importava, era il passato e l'avrebbe colpito lo stesso. Un bel pugno in faccia, come quelli che aveva ricevuto.
I dolori del suo corpo erano reali, li sentì quando venne anche lui colpito e iniziò la rissa. Era sempre stato uno che non gestiva bene la rabbia, che arrivava troppo spesso all'utilizzo delle mani beccandosi tantissime note sul registro e chiamate dal preside.
Il volto del suo compagno era sporco di sangue, il viscido liquido rosso scendeva dal naso rotto...prima non gli faceva nessuno effetto anzi gli dava gioia vederlo così ma...ora sentiva uno strano nodo in gola. Sangue...come quello che ricopriva il petto di Chunami, la mani di Akikuma, il vestito di New York, la pancia di Maude. Sangue era quello che aveva ricoperto la sua bocca nel suo tentato omicidio, quello nel suo braccio e nelle lame di Aki, sulla sua gamba in carne ed ossa...sangue vero. Quello sul volto del suo compagno era...vero? Fino ad adesso era tutto vero? Normale? Lontano dalla disperazione?

Poi aveva subito dopo tredici anni, un anno dopo. Ancora lontano a quando teoricamente dovevano partite per lo spazio.
Era in classe, una normale classe delle superiori, niente di strano. Nessuna Junko Enoshima. Però se si concentrava bene notava che alcune cose sembravano sfocate...tutto era molto strano...vago rispetto ai ricordi precedenti.
Stava disegnando un uccellino appoggiato a un ramo dell'albero vicino alla finestra. Non aveva la fotocamera con sè e faceva del suo meglio per essere il più fedele alla realtà. Intanto altri suoi compagni entravano in classe.
Gli cadde all'improvviso la gomma a terra e l'uccellino se ne andò prima che potesse finire il disegno, gli mancava veramente poco!
La lezione stava per iniziare, fece per abbassarsi prima che qualcuno potesse rubargli la gomma ma si accorse solo ora che affianco a sè c'era un'altro ragazzo. Gli prese la gomma e gliela porse facendo un bellissimo e incantevole sorriso.
Il suo volto diventò sempre più chiaro...
Mamoru...
I suoi bellissimi occhi neri...

Il mondo intorno a loro iniziò a cambiare, non riusciva a sentire quello che diceva, la sua meravigliosa risata...
Il suo cuore stava soffrendo al pensiero di non poterla mai più sentire. Perché lui era morto.

A Natale avevano passato tutto il giorno insieme, a girare come due cretini e piccioncini ridendo e tenendosi per mano. Il miglior regalo che potesse mai ricevere.

Lo amava così tanto...ma la sua morte sarebbe davvero stata così traumatica da eliminarla dalla propria mente? Sostituire i ricordi mancati? No no...da solo era impossibile. Mamoru era diventato molto importante nella sua vita, poi l'avrebbe notato che solo lui parlava con la sua visione creata dalla sua mente! Sarebbe già finito in terapia a farsi curare...era assurdo!
È sparito da un anno nel quale ha partecipato ed è morto in un killing game. In un anno non si era mai accorto di ciò e anzi aveva dei ricordi con lui anche recenti...confusi ma recenti. Qualcosa non tornava. Tutto in realtà non tornava.
Quindi il progetto della Future Foundation non li aveva protetti, anche lui era qui in un killing game. Cosa stava succedendo?

Ma i suoi ricordi vanno contro a tutto ciò. Come se qualcuno l'avesse fatto apposta per proteggerlo da quei brutti ricordi, la disperazione, morte, Junko, suicidio di Manoru...può davvero qualcuno riuscire a manipolare così le loro menti? Ed era davvero una persona che li voleva proteggere?
Li stava complicando solo la vita, li stava facendo impazzire. Forse l'avevano fatto apposta per contenuto dello Show...

Più si sforzava nel ricordare, più le immagini del sogno erano sfocate e la testa iniziava a fargli veramente male. Non otteneva nulla facendo così.
Quindi si lasciò prendere dalla stanchezza, perse il controllo del sogno, perse lucidità addormentandosi.
Nessuna immagine, solo nero.
_______________________________________

Kichirō non aveva ancora intenzione di uscire. Era molto stanco, aveva dormito poco ma per sua fortuna nessun incubo. Era solo torturato dal ricordo della faccia di Goro così cupo e ferito. Si ripeteva che era stato un idiota, un incredibile idiota, un insensibile. Stava iniziando a perdere anche empatia? Non voleva finire a ridere indifferente guardando il mondo distruggersi come quell'incubo...
Scosse la testa e strinse gli occhi chiusi cambiando subito immagine nella sua mente. Doveva pensare ad altro. Ad altro. Si strinse molto forte al cuscino.
Si abbandonò anche lui nel suo passato cercando rifugio dal presente.

Aveva dodici anni, era molto felice perché era il suo compleanno. Anche se alla sua festa non c'era nessuno oltre ai suoi genitori e qualche altro parente. Non aveva amici da piccolo e nessuno voleva stare con lui.
Aveva spacchettato tutti i regali, manga, videogiochi, giochi da tavola ma sembrava esserci una sorpresa perché non poteva muoversi dal tavolo e mangiare la torta.
Aspettava con grande eccitazione e teneva gli occhi fissi verso la porta aperta. Dopo un minuto ecco che entrò un meraviglioso Shiba Inu con un gigantesco fiocco sulla schiena e correva verso di lui abbaiando.
Sul suo volto apparve un gigantesco sorriso e andò di corsa verso il cane per abbracciarlo e riempirlo subito di coccole.
Aveva sempre sofferto la solitudine per tutte le elementari e medie, ma con l'arrivo di Dango aveva finalmente un amico! E si prendeva cura di lui ogni giorno. Usciva di casa solo per poter giocare con il bel cagnolone. Era il suo migliore amico ed era anche come se fosse suo figlio.
C'era sempre al suo fianco. Tranne adesso. Ne aveva proprio bisogno di accarezzare il suo morbido pelo e dei suoi teneri bacini...

Aveva quindicianni. Due anni fa, ma si tolse subito dal pensiero tutto ciò che aveva letto in quei giornali.
Si trovava nella sua stanza con un'aria triste e in mano aveva un biglietto spiegazzato. Ma non era solo in quel momento: suo padre era in piedi davanti a lui con uno sguardo severo. Vuoleva sapere il perché il figlio sia uscito da scuola prima e senza alcun permesso da parte sua o di sua moglie.
Kichirō sapeva che non poteva nascondere la verità a lungo, non era mai stato un ottimo bugiardo quindi svuotò il sacco: gli piacciono i ragazzi e si era dichiarato al suo senpai Nobu usando un biglietto ma ricevette un rifiuto. Fu molto secco cercando di non farsi prendere troppo dall'ansia.
Il padre non faceva un accenno al fatto che la persona in questione fosse un maschio, l'unica cosa che fece fu appoggiare una mano sulla spalla del figlio ringraziandolo per essersi confidato con lui e rassicurandolo di amarlo sempre e comunque, anche dopo questa scoperta. Sapeva che i suoi genitori avrebbero sempre amato in ogni caso ma sentirselo dire era un'altra cosa.
Chiusa la conversazione l'uomo sfidò Kichirō a una partita alla Playstation e in seguito decise di fargli qualche lezione su come usare il gel per capelli, così avrà un ciuffo da paura e non dovrà avere i capelli davanti agli occhi tutto il tempo.

Aveva sedici anni. Alle superiori si unì in un gruppo di D&D solo per stare con la sua crush per poi iniziare a innamorarsi anche del gioco in sé e non solo del ragazzo. Questa scelta gli permise finalmente dopo anni di avere dei amici e non sentirsi più solo.
Si ricordò che prima che Nobu, la sua crush, abbandonasse il club perché doveva diplomarsi erano andati tutti assieme una serata al karaoke.
Era stata la serata migliore al mondo. Si era divertito con qualcun'altro che fosse sua madre o suo padre o Dango. Quindi che non sia della sua famiglia o un animale. Era sinceramente felice e quel semplice ricordo era così importante per lui. Era il momento in cui il suo arco narattivo da "sfigato senza amici" finì e iniziò un nuovo arco con nuovi personaggi.
Prima era solo lo sfigato fissato con i draghi e mostri, noioso, ma ora era un Ultimate e con più di un amico. Aveva un bel club al suo fianco!
Per poi finire nuovamente da solo, in mezzo a sconosciuti. L'unico con cui aveva una passione in comune è stato ferito dalle sue parole. Si stava isolando da tutti. Tutti pensano dinuovo che sia diverso e strano. Stava tornando indietro nel tempo in quei anni brutti.
Aveva finalmente tutto e tutto gli era stato tolto in pochissimo tempo.

Poi tornò a quando aveva nove anni. Era molto triste, sentiva le lacrime puzzicargli gli occhi e singhiozzava silenziosamente non volevando farsi sentire. Anche in quel momento era chiuso nella sua cameretta, steso sul letto in posizione fetale. Dopotutto era un bambino e stava molto male.
La porta si aprì facendo entrare la luce nella cameretta buia, alzò la testa e vide sua madre in penombra che si avvicinava al suo lettino.
Si mise seduto continuando a singhiozzare, le lacrime iniziarono a scendere e quando la mamma si sedette affianco a lui la strinse subito in un abbraccio. Quanto le mancava. Era sempre stato un mammone e non se ne era mai vergognato.
<Kichi...che succede? Perché piangi?> chiese Ren, sua madre, ricambiando l'abbraccio e dandogli tante carezze confortanti.
Non sentiva però la propria voce, ma si ricordava che cosa era successo.
Fuori da scuola dei suoi compagni gli avevano cominciato a tirare della neve in faccia e a cantilenare in coro di come fosse uno sfigato, secchione e senza amici. A pensarci ci stava ancora male, sentiva ancora adesso il freddo di quella neve sul volto. Ma non era nulla in confronto a questo dolore, era tutto più...semplice...
Il piccolo se stesso scoppiò a piangere dinuovo dopo aver raccontato.
<Kichi non devi dargli retta. Loro comportandosi così stanno perdendo l'opportunità di poter conoscere il meraviglioso bambino che sei. Meglio stare solo che con persone che non ti apprezzano e ciò non ti rende inferiore agli altri. Poi amore mio, sappi che io e papà saremo sempre dalla tua parte...>
Disse la donna e il Kichirō vero sentì delle lacrime vere bagnargli il volto e come il piccolo Kichirō ritornò a piangere. Ma lui non stava abbracciando sua madre, non sentiva le sue carezze, il suo calore, il suo amore.
Lei morirà per colpa sua.
Lei non ci sarà più per colpa sua.
Non era al sicuro nello spazio.
Se era con lui adesso poteva aiutarlo, poteva farlo tornare alla normalità, l'avrebbe difeso da Nicolas e Jun, aiutato a chiarire con Goro.
Ma era da solo. Nessuno aprì la porta per chiedergli come stava. Nessuno l'abbracciò.
Strinse più forte il cuscino, il piccolo sè la madre, non voleva abbandonarla, non voleva lasciarla. Voleva tornare indietro e rimanere lì rinchiuso nel passato.

<Kichi, non piangere più...ti faccio una bella tazza di cioccolata calda e poi andiamo a fare un pupazzo di neve. Non voglio che stai qui tutto triste, non devi mostrargli che stai male. Tu sei molto più forte>
Quelle parole non capiva se erano state dette davvero in quel momento oppure era la sua mente che parlava tramite Ren.
Lui...era davvero forte? Forse...non gli sembrava di esserlo in quei giorni...
Ma aveva ragione e poi se sua madre fosse morta dovrebbe vivere anche per lei...

Domani sarebbe uscito, avrebbe preso una bella cioccolata calda e poi...non lo sapeva...si farà trasportare degli eventi.

Mi sono superatx dinuovo- soprattutto per colpa della prima parte :")

Well mi sembra giusto avvisarvi che sta arrivando il momento dell'omicidio! E quindi quasi la fine di questo arco 😔 altre due parti. C'è stata abbastanza lore ma forse potrei aggiungere altra sempre nel prossimo 👀

Scusatemi per il ""ritardo"" ma lo studio, verifiche, tavole ecc mi hanno riempito le giornate.
Ringrazio Purin per avermi aiutato scrivendo alcuni flashback di Kichirō<3<3

Spero vi sia piaciuto 💕💕
Al prossimo capitolo! (Se non mi danno altri compiti)

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