𝓐𝓻𝓬 𝟐 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝟐 - giornate tranquille
«La follia di una persona è la realtà di un'altra»
-Tim Burton
Tw: attacchi di panico, dissociazione, little gore
<Shou...ma che cazzo stai facendo?!>
Il corvino divenne immobile come una statua, con la mano che teneva ancora la pistola e aveva gli occhi puntati verso i due nuovi arrivati, Kazuya e Shinobu. Lo guardavano con gli occhi leggermente spalancati vedendo quell'arma tra le mani del compagno.
Stavano pensando a tutto e di più. Soprattutto che Shou volesse uccidere qualcuno per chissà chi d'importante per il suo cuoricino, un parente? Un amicx? Un partner? Un uccellino? Erano tutti così importanti da poter uccidere qualcuno che non c'entra nulla della loro situazione? Non pensavano che il fanciullo potesse fare una cosa del genere!
Nessuno dei due si avvicinò per prendergli l'arma e fermarlo, avevano entrambi paura che potesse sparare da un momento all'altro, ucciderli e magari riusciva a scappare.
Stavano anche loro immobili aspettando una risposta alla domanda del romano, sperando che fosse anche la verità.
Shou capì le loro preoccupazioni, ma non posò l'arma e lentamente si rimise in piedi portando la mano libera davanti a sè come per dirgli di stare fermi e calmi. Non voleva farli del male, non era la sua intenzione e mai lo sarà
<ascoltatemi...non è come sembra->
<Shou...HAI UNA CAZZO DI PISTOLA! Cosa dovremmo pensare?> urlò dinuovo Kazuya facendo sobbalzare Shinobu che non reggeva più tutti questi casini e rumori forti. Le sussurrò un "scusa" sincero e poi si concentrò dinuovo verso il Birdwatcher aspettando le spiegazioni e la maledetta risposta.
<lo so lo so! Ma non voglio uccidere nessuno di voi! Lo giuro su...sul mio fidanzato, vittima del movente!>
<allora...a cosa ti serve la pistola?> mormorò lx fanciullx stringendo un po' la gonna con le mani.
<non dirmi "autodifesa" perché non è credibile.> aggiunse il violinista
<non è per autodifesa...più o meno- poi non so se dirvelo...>
<SHOU!- Shou. Ripeto ma piano. Siamo in un cazzo di killing game e tu hai una cazzo di pistola! Se non vuoi fare cazzate come uccidere uno è quasi un obbligo che tu devi dirci cosa vuoi farci! Cazzo...ho detto tante volte cazzo-> lo interrompe subito sempre il violinista che parlava anche per Shinobu che non se la sentiva di parlare, rimanendo lì a osservare come se fosse veramente una statua nascosta dietro l'altro.
<e se qualcuno fa la spia?> rispose Shou
<oh dio- credo che fare la spia non porti nulla di buono in questo luogo se non vuoi crearti nemici! E poi chi fa la spia non è figlio di Maria! Quindi dillo e basta! È peggio se facciamo la spia dicendo a tutti che hai una pistola e basta senza altre cose! A meno che non vuoi uccidere qualcuno...>
<si voglio uccidere qualcuno ma come ho detto non siete voi!> disse ma a bassa voce per non farsi sentire da altri e dalle telecamere, stava gesticolando molto stando attento alla pistola che era diventata una parte della sua mano.
<e chi vuoi uccidere!? Parla e Basta!>
<voglio uccidere i due maledetti maggiordomi!>
Ci fu dinuovo il silenzio come all'inizio, anche i due fanciulli diventarono immobili come Shinobu. Il corvino perché non aveva altro da riferire, mentre il castano non sapeva come rispondere e doveva pensarci un attimo.
Uccidere i due maggiordomi, Monoaki e Akikuma, non era contro le regole anzi erano stati proprio loro a dirlo tranquilli. Poi avrebbero scoperto chi dei loro cari era morto o no ma non potevano uscire- a sto punto meglio non saperlo e basta no? Tanto non sarebbe cambiato nulla! I due trovavano invece l'idea assurda. Ucciderli? I due Aki? Era un impresa ai loro occhi impossibile! Kazuya li aveva visti combattere e neanche tra di loro erano riusciti a prendersi e a uccidersi, un semplice adolescente come Shou potrà riuscirci? Non credevano, a meno che il corvino non era in realtà "Ultimate Hitman" o "Ultimate killer". Cosa ancora più assurda è sarebbe stato un orribile colpo di scena e grande forzatura della trama.
<Shou...capisco il tuo dolore ma...sei davvero sicuro di ciò che dici? Ucciderli? Non hai visto ciò che hanno fatto? Alla morte di Chunami sono stati così veloci che non abbiamo neanche visto Akikuma! Poi sembrano molto abili con le pistole più di noi...poi se uno di loro rimane vivo? Non pensi si vendicherebbe uccidendo uno di noi? O tutti?...oppure...se rimangono vivi e tu muori nell'intento? Non otterremo nulla! Pensaci bene e posa quell'arma...ci sono altri modi per agire...> fece un bel monologo Shinobu che decise di parlare e interrompere quel silenzio, si stava già pentendo vedendo il viso del corvino diventare leggermente rossa dalla rabbia. Doveva stare zitta e solamente zitta! Perché ha parlato? Soprattutto per andargli contro ed era ancora armato! Che idiota! Idiota!
<non ci sono altri modi. Non ci sono vie di fuga! Non ci sono altri modi per salvare i cari che sono ancora vivi! Se li uccidiamo finiamo il gioco no?>
<no...per fermarlo bisogna uccidere il Mastermind...e loro non lo sono quindi non ha senso farli fuori...>
<avremmo dei problemi in meno Shinobu! Pensaci! Basta un colpo nel punto giusto e sono fuori!>
<ma...ma è pericoloso e-> mormorò per poi zittirsi completamente stringendo più forte la povera gonna che si stava spiegazzando. Era inutile, le sue parole e se stessa. La loro discussione sembrava un bambino che cercava di distruggere un muro con un martello vero. Parole giuste ma il problema era la persona e la sua forza.
Kazuya scossè la testa ridacchiando, attirando l'attenzione di entrambi anche perché era stato zitto per tutto il tempo, ma la risata non fu molto forte facendo notare agli altri due che era forzata.
<Shou...spero che tu stia scherzando. Cioè psichè sul serio alcune aggiunte nelle battute ed è un prank perfetto!> disse tra le risate che piano piano si fecero sempre più deboli fino a sparire vedendo che nessun'altro rideva. Fece un sonoro "oh" e assunse un aria più seria
<dimmi che me stai pija per er culo ti prego. Vuoi sul serio ammazzarli!? Ma tu sei fuori! Da piccolo hai sbattuto molto forte la testa se pensi che questa sia un ottima idea!> Fu decisamente meno delicato e dolce di Shinobu e fece qualche passo in avanti verso il corvino che spalancò gli occhi vedendo la sua reazione.
<hai a che fare con un sicilianx palesemente mafiosx e con uno squilibrato fan dei cuori! Tu pensi di sopravvivere in una rissa con quelli? Io li ho visti litigare con pistole e mi stupisce come siano ancora vivi! Sia loro che noi- poi non so i tuoi livelli da pistorelo eh! Metto le mano avanti>
<scusate...di cosa state parlando?> mormorò Jun che arrivò all'improvviso non facendosi sentire dagli altri tre finché non parlò. Si girarono verso di lei e notarono che non era sola ma c'erano tutti. Ci stavano mettendo molto a raggiungerli e preoccupati decisero di salire e vedere dov'erano.
Nessuna risposta, alcuni di loro iniziarono a guardarsi intorno per vedere se era accaduto qualcosa e Kazuto fu il primo tra di loro a notare la pistola tra le mani del corvino
<Shou...perché hai una pistola?>
Ormai era troppo tardi per nascondere l'arma, tutti avevano dopo qualche secondo gli occhi puntati verso di lui. Fece per dire qualcosa in sua difesa ed ecco che Kazuya gli rubò la scena rispondendo al posto suo
<quel pazzo amante di piccioni vuole uccidere Akikuma e Monoaki!>
<davvero? Qualcun'altro qui ha le palle per agire contro di loro?> disse Yumeri con un leggero sorrisetto, non sembrava essere contraria come gli altri e si avvicinò molto a Shou <però non mi fido lo stesso di lasciarmi una pistola tra le mani! Rimaniamo in un killing game no?> disse e la fanciulla gli prese la pistola mettendola al suo posto sotto le coperte nell'ultimo cassetto. Prese poi le corde nei altri cassetti per legare e chiudere il mobiletto così che nessuno possa prenderla e utilizzarla.
<scusami Yumeri...ma non sei stata tu la prima ad avere questo pensiero omicida verso di loro? E ora fermi uno che ha il tuo stesso obiettivo?> disse Nicolas con le mani sui fianchi e la guardava molto confuso. Non capiva questa sua reazione vedendola anche come una povera idiota .
<...davvero? Ah si- la scatola in faccia al biondino. Beh ho chiesto mica volevo farlo!> gli rispose la motociclista facendo spallucce tranquilla e rimase accanto a Shou <poi non mi ricordo bene cosa avevo per la testa, sicuramente voglia di menarli ma non di ucciderli. Non sono scema, so che è una missione suicida pure per me. Ma non pensavo che alcuni di voi avevano questa idea tra le loro opzioni per sistemare la situazione> aggiunse.
<tutta questa situazione porta alla morte. Di un caro, di uno di noi, di sé stessi, dei maggiordomi e credo che nessuna di queste sia una ottima scelta. Apprezzo il tuo corraggio Shou ma non il tuo istinto suicida! Se vuoi vendicarti ci sono modi più...tranquilli> disse Kazuto aggiungendosi alla conversazione mettendosi a centro e guardando solo il diretto interessato delle sue parole
<capisco il dolore ma pensa in modo lucido se non vuoi che finiamo tutti nei guai ok?>
<io non vi capisco...non vi capisco! Perché ci tenete tanto alle vite di quei due maledetti!?> Shou fiatò dinuovo sentendosi attaccato da tutti e lasciò vedere la sua rabbia che cercava di tenere nascosta. Aveva un bel colorito rosso e le mani libere si strinsero in pugni. Sbattè a terra il piede.
<teniamo alla tua vita! Vogliamo evitare che qualcun'altro di noi muoia e manda avanti questo gioco!> si intromette anche Kichirō sorprendendo con le sue parole Jun e Nicolas che si lanciarono qualche sguardo. Si aspettavano che il "mastermind" si sarebbe arrabiato per questa minaccia verso i suoi sottoposti, forse era così e quelle parole così amiche erano false. Osservarono il rosso cercando capire le sue vere intenzioni. Nessuno notò quelli sguardi, troppo concentrati sulla discussione.
<esatto! Anche loro due sono partecipanti! Invece di uccidere pensiamo a scappare> disse Kaoru e si avvicinò verso il muro dove nei primissimi giorni Hannes era apparso dal "nulla" e dove stava con il corvino durante l'omicidio di New York.
<mi sembra ovvio che il nostro unico modo per scappare siano questi passaggi segreti! Dovremmo esplorarli di più e troveremo magari un passaggio per l'entrata e ci permetterà di uscire! O altri passagi in generale. Non serve che ci uccidiamo e aggiungiamo più sangue anche se sono di quei due. Sinceramente sono stufx di vedere altri morti, ne ho già abbastanza> disse e si avvicinò al poveretto che tutti cercavano di far ragionare e tornare a sè. Era troppo preso dalla rabbia e dalla voglia di vendetta, di casa e di una vita normale. Anche lui come tutti i presenti era stufo della morte ma non poteva lasciarli impuniti dei loro peccati. Del dolore che loro stavano causando, non poteva direttamente colpire il mastermind non sapendo chi era e quindi punire direttamente lxi, quindi le vittime saranno i suoi sottoposti.
Il Birdwatcher fece qualche passo indietro e poi di lato allontanandosi sia dallx fanciullx arcobaleno che dalla motociclista. Anche Kichirō gli era andato contro! Nessuno dalla sua parte! Nessuno! Non capiva! Stava vendicando anche loro! Era lui il buono! Era lui dalla parte della ragione e da sostenere!
<Shou per favore...calmati e ragioniamo insieme per scappare e dobbiamo parlare anche delle informazioni che abbiamo scoperto> disse proprio il rosso che riuscì ad afferrare l'amico prima che potesse attraversare la folla e scappare via.
La sua voce era dolce e calma, proprio per non dargli l'idea che era arrabiato e gli stava andando contro. Capiva la sua paura e il suo dolore, ognuno reagisce in modo diverso e questo è il modo di Shou. Non lo odiava per questa sua idea, voleva solo aiutarlo...
<no! Io non vi capisco! Se proprio volete scappare è meglio ucciderli no?!>
<no Shou! Basta sangue! Basta stare al loro gioco macabro! Loro vogliono proprio questo, che tu uccida qualcuno!> Kichirō lo tenne forte per le braccia per non allonatarlo anzi lo avvicinò più a sè, così che potesse sentire meglio le sue parole.
<ed io lo farò ma saranno loro le vittime! Nessun'altro poi dovrà farsi dinuovo male! Fidatevi di me!> non si aspettava quella presa salda da parte dell'altro che però non gli mise nessuna tranquillità anzi lo fece agitare di più. Tutti lo guardavano come se stessero ascoltando un pazzo appena uscito dal manicomio ed era senza medicine. Ma lui non era il pazzo della situazione! Erano il mastermind e i maggiordomi i pazzi! Perché quindi lo guardavano così? Non diceva cose sbagliate no?
Non capiva le loro parole, era assurde! Lui non stava al loro gioco! Certo che no, voleva fermarlo più di tutti!
Shou prese i polsi del rosso e riuscì a fargli molare la presa e si allontanò da lui. Non voleva più restare e quindi corse via per non essere fermato subito. Non voleva più essere guardato in quel modo e chi cercava di raggiungerlo venne fermato dalla voce di Kazuto
<lasciatelo andare, è molto scosso e non vuole compagnia. Meglio lasciarlo un po' solo. Abbiamo altro di cui parlare no?>
Tutti decisero di spostarsi verso il salotto e sedersi, non avevano più voglia di stare in piedi e poi avevano bisogno di qualche secondo di pausa dopo ciò che era successo. Kichirō era ancora molto preoccupato per il suo amico ma decise di rimanere, temeva di creare sospetti verso i due maledetti, Nicolas e Jun, se scomparisse dalla loro vista.
Doveva poi vedere come continuava la discussione iniziata in sala da ballo, intanto avevamo detto cosa erano le due stanza ma si erano fermati proprio quando stavano per parlare dei giornali. A riprendere il discorso fu Jun'ichi che si mise in piedi davanti tutti con in mano il suo taccuino dove aveva riscritto tutto ciò ciò dicevano gli articoli.
Ma non li lesse ma decise di fare un piccolo riassunto e dire subito le informazioni importanti
<allora, abbiamo trovato quattro articoli di giornale in biblioteca ma solo uno di questi era di un giornale importante in Giappone ed era anche il più vecchio. Parlava di quando era stato aperto la Hope's Peaks Academy. Gli altri tre venivano da giornali che non ho mai sentito. Future Foundation e Despair News. Sono i più recenti, di due anni fa più o meno> iniziò con una piccola introduzione prendendo l'attenzione di tutti con quei nomi mai sentiti <la Future Foundation, che a quanto ho capito è anche un organizzazione ma non si sa altro su di essa, ha parlato che due anni fa è avvenuta un viaggio verso lo spazio in cui portavano i sopravvissuti al sicuro insieme agli Ultimate. In questa stazione spaziale ricostruirono la Hope's Peaks Academy così che gli Ultimate fossero al sicuro dalla disperazione e da Junko Enoshima> fece un segno di stare ancora zitti vedendo alcuni aprire la bocca, voleva finire di parlare prima di discuterne insieme.
<mentre gli altri due sono della Despair News, uno in cui parla di Junko Enoshima, regina del nuovo mondo e Ultimate Despair che sono da due anni che governa ma da come ne parlano l'altro articolo sembra sembra che è da più tempo che fa casino...>
<come mai pensi ciò?> chiese Nicolas interrompendo il suo discorso anche se aveva detto di stare in silenzio
<no aspetta...non sto capendo nulla-> mormorò subito dopo Elviira pensando che potesse parlare.
Jun'ichi sospirò e fece segno a Goro di fare dei disegnini, come avevano fatto nel trial.
<in ordine e brevemente due anni fa c'è stata la nascita di questo governo da parte di Junko Enoshima, chiamata anche Ultimate Despair, e qualche giorno dopo ci fu il viaggio versno lo spazio per salvare i sopravvissuti da parte della Future Foundation, organizzazione che è contro Junko e di quello che sta facendo. Ma se ci sono dei "sopravvissuti" vuol dire che è successo qualcosa e pure di grave se hanno deciso di salvarsi nello spazio!
Quindi o è successo durante quei giorni di differenza o prima. Sostengo la teoria che sia successo qualcosa prima, che abbia anche fatto crescere la fama di Junko e permesso di avere così tanto potere da poter fare un vero e proprio governo. Nell'articolo parla di un killing game con lei come una dei partecipanti, forse è stato ciò? Non saprei, non ne hanno parlato nell'articolo solo dedicato a lei. Oltre a ciò è grazie a lei che ci sono i killing game visti come show televisivi con pure delle leggi a riguardo. Quindi le telecamere che ci sono non servono solo per controllarci ma registrano magari pure in diretta...>
Fece una piccola pausa, anche per vedere i simpatici disegni del mangaka per poi riprendere il discorso che stava per finire <Insieme a Junko ci sono questi "shinigami" ma non ci sono altre notizie di loro nel secondo articolo. Consideratene come degli aiutanti e parlamentari, loro sembrano occuparsi anche dei killing game>
Concluse e abbassò la mano dando il permesso a tutti di commentare
<sembra tutta una grande messa in scena> commentò per primo Hannes e non aveva tutti i torti. Anche gli altri pensavano allo stesso modo. Era tutto così assurdo per essere vero
<davvero il mondo è caduto per una liceale e la "disperazione"? E cosa sarebbe un "Ultimate Despair"? Non ha senso come Ultimate! Poi tutto ciò più di due anni fa? Io non ricordo nulla di tutto ciò. Nessuna Junko, nessuna disperazione, nessun viaggio spaziale, Shinigami e Future Foundation> aggiunse Nicolas d'accordo con le parole del nanerottolo
<ci sta il lavaggio del cervello ma non possono farlo mondiale no? O di tutti noi! Poi sono passati due anni! Hanno cancellato due anni dalle nostre menti? È pura fantascienza!> continuò Hannes che stringeva forte la mano della sorella che non aveva capito nulla di tutto ciò anche con i disegnini.
<parla il mago! Com'è possibile che tu fai dei trucchetti perché non è possibile ciò?> disse Sae che stranamente non stava mangiando, di solito nelle discussioni era solita sgranocchiare qualcosina ma in quel momento no e sembrò anche molto aggressiva nelle sue parole.
<perché significa che hanno modificato le memorie e le menti altrui! Mettendo anche memorie false che sostituiscono quelli vecchi senza creare dei buchi e far sembrare sembrare sia tutto normale. Eliminando quelli vecchi del tutto se no credo che un po' li avremmo ancora come nei sogni o altro. Non è come far apparire un coniglio o un mazzo di fiori!> fece per tirare fuori dalla tasca proprio dei fiori e un coniglietto ma uscirono dei glitter e mazzi di carte. Ma tante carte. Tante. E anche una colomba.
<comunque- neanch'io ricordo qualcosa di tutto ciò...mi ricordo questi due anni passati normalmente fino a quando sono entrata nella scuola e la prima settimana di lezioni. Poi è iniziato questo gioco dopo un piccolo vuoto, dopo essermi svegliato...> disse Roza timidamente che era rimasta accanto a Elviira per stare tranquilla e non distruggersi con la preoccupazione per sua sorella che ancora le feriva il cuore.
<uguale!> Dissero tutti i presenti piano piano, alcuni anche in coro.
<non ricordo poi i miei sogni sinceramente> mormorò Kazuto <quindi non saprei dirti se la mia mente mi ha fatto rivedere questi ricordi>
<allora...perché mettere quei giornali lì se sono falsi?> chiese Yumeri che mentre ascoltava aveva gli occhi dritto verso il mobile legato controllando che nessuno si avvicinasse in modo sospetto.
<per confonderci oppure non sono false. Non del tutto almeno, qualcosa sarà successo no? Anche perché ciò spiegherebbe perché nessuno sta venendo a salvarci> rispose Jun'ichi pensandoci bene e rileggendo quello che aveva scritto <dovremmo vedere se nella biblioteca c'è altro, magari nello stanzino privato degli Aki c'è di più>
<possiamo vedere domani? Ho la testa che frigge per tutto ciò> disse Elviira che si massaggiò le tempie facendo un piccola smorfia stanca
<già...poi devo metabolizzare che io abbia ragione! Che le telecamere erano come del Grande Fratello! Tò Nicolas~> Kazuya fece il dito meglio al fanciullo dai capelli viola che lo guardò irritato
<che volgare- e poi rimane la possibilità che sia anche quello falso idiota.> rispose arrabiato il Wool Artist.
<ammettilo che ho ragione! Aspetta devo trovare un modo per registrarti, tranquillo che non ts lo rinfaccerò per tutta la tua vita>
<sei così ridicolo e irritante->
<fate i bravi su su! Domani vedremo se troviamo altro. Sperando che Shou non faccia casini> disse Kazuto.
In testa ci fu dinuovo la preoccupazione per il fanciullo che ora stava da solo forse in camera sua, temevano qualche sua follia e sul volto di alcuni si vedeva bene questa loro preoccupazione.
Mai una giornata tranquilla in quel posto.
<comunque volevo dirvi che ogni notte di questa settimana o più starò in giro, c'è molta tensione e voglio evitare che ci siano omicidi> disse Yumeri e nessun le andò contro.
La conversazione si concluse lì, nessuno sapeva cos'altro dire e quindi ognuno andò dove gli pareva, da solo o in gruppo, facendo ciò che facevano da quando erano lì dentro: distrarsi.
Distrarsi da tutto finché non potevano più scappare dalla realtà.
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Kazuya, Shinobu e Nori non passarono il tempo con gli altri due del gruppetto da poco formato, Goro e Kaoru, che da soli si erano chiusi nella stanza dei giochi e stavano seduti nel mini bar.
Non erano soliti a passare il tempo insieme, non perché si detestavano o erano troppo diversi anzi erano uguali e si trovavano entrambi molto simpatici ma semplicemente non avevano mai trovato il tempo per farlo. Ed ecco che era arrivato!
Anche perché Goro non voleva stare solo neanche un secondo e si era accollato come una cozza allx schermidore che apprezzava tutte le attenzioni del mangaka gli dava.
Infatti ora stava facendo un ritratto dellx fanciullx stando ad ascoltarlo con grande attenzione e senza mai interromperlo. Per passare il tempo si era messo a parlare della sua passione: la scherma. Parlava di come funzionavano i tornei, i combattimenti, i errori comuni e come migliorare. Goro ascoltava e ogni tanto parlava, chiedendo soprattutto di fare delle pose delle posizioni così da disegnarle e predendo degli appunti per migliorare i combattimenti nei suoi manga.
Dopo un po' Kaoru si fermò nel parlare vedendo che l'altro non diceva molto. Non che gli desse fastidio ciò, anzi ama più parlare che ascoltare però gli faceva strano vederlo così silenzioso. Pensava di ascoltare qualche suo monologo stupido o serio, fare una bellissima discussione insieme come faceva con gli altri ma nulla. Stava parlando solo lxi e guardò il castano incrociando le braccia al petto
<Goro, tutto ok? Hai perso il dono da logorroico?> chiese, forse doveva essere più delicato ma quella domanda fatta così fece ridacchiare l'altro che non tolse gli occhi dai fogli del taccuino. Quella risatina era sempre meglio di un annuire, mh-mh, puoi fare la posa?, mh-mh, ok e altro versi per fargli capire che ascoltava.
<oh no no, mi piace anche ascoltare gli altri. Poi non sapevo come risponderti, non so nulla in materia "scherma" e di sport in generale> rispose con fare tranquillo dicendo una frase più lunga d quattro parole.
Ci fu un attimo di silenzio che Kaoru usò per comprendere meglio il suo comportamento con la poca empatia che aveva. Non disse altro e nella stanza si sentivano solo i loro respiri e nient'altro, non si potevano sentire i rumori esterni creando un rilassante e anche irritante silenzio che mise a disagio il castano che smise di disegnare chiudendo con forza il taccuino
<continua pure a parlare! Ora non ho molto da dire...ma non sei costrettx se non vuoi eh! Ovviamente...non mi dà fastidio il silenzio eh- ma parla pure senza problemi ripeto- mi interessava molto la scherma, ma se vuoi parlare di altro fai pure!> disse subito dopo per riempire questo silenzio che non gli piaceva per nulla e fece sobbalzare l'altro che lo guardava confuso. Prima ci stava ma ora iniziava ad essere strano-
Goro ogni tanto apprezzava il silenzio, sempre in compagnia, ma adesso aveva bisogno di rumore e parole. Rumore e parole. Solo queste due cose. Anche perché i respiri non bastano a colmare il vuoto delle parole.
Si mise pure a sbattere il piede aspettando che l'altro si rimise a parlare di altre sue fissazione, magari poteva unirsi con le sue e continuare a fare rumore. Stava pensando a come parlare lui al posto suo e iniziò quindi a divagare su come rendere una posa dinamica e dare il senso di movimento soprattutto durante un combattimento. Faceva degli esempi disegnando e poi aggiunse su come capire se una posa e realistica o no, fattibile o impossibile sempre con disegni.
Kaoru lo ascoltava ma in testa c'era ancora un po' di preoccupazione, ma non riusciva a capire da solx che cosa aveva l'artista quindi decise di farsi gli affari degli altri e chiederlo direttamente a lui
<uh...Goro...tutto ok?>
<si! Sto benissimo. Ti sembra che sto male? Se è per il mio pallidume è normale! Sono albino...si lo so ho i capelli castani ma sotto queste lenti ho gli occhi rossi e mia madre è albina! Cioè no...allora teoricamente dovrei dire che entrambi abbiamo un presenza ridotta di melanina nella pelle e occhi...ma non rende lo stesso! Poi tanto parlo tanto quindi l'avrei specificato dopo. Dicendo "hey sono albino" attirò subito la tua attenzione perché vedendomi non sembrò albino no? Non so se ha senso però funziona per molte cose. Tipo i video! Ti attira molto di più un video con il titolo "sono finito in ospedale!!" che ti dà l'aria di essere una cosa grave e vuoi capire di più. Poi magari scopri che non è nulla di grave ma il content creator ha fatto bene il suo lavoro!>
<Goro! Goro- non intendevo tipo fisicamente ma più tipo psicologicamente->
<non ho nessuna malattia mentale o disturbi se è ciò che mi chiedi, sto benissimo->
Kaoru sbuffò portando una mano sulla faccia, decisamente stava evitando la sua domanda e questo era il penultimo tentativo <non in quel senso. Tipo- stai bene? Male? È successo qualcosa?>
<ho scoperto che mio nonno, persona che mi ha cresciuto, è rischio di vita, ci sono stati tre morti e con Shou forse quattro perché farà ciò che vuole finendo per morire. Ecco cosa è successo- AHIA!>
urlò il castano pallido tenendosi la testa colpita dalla asta da biliardo che era stretta nelle mani dellx fanciullx arcobaleno pronto a rinunciare a scoprire cosa aveva l'amico.
Si accarezzava la testa che gli faceva male e fece un sospiro <Kaoru non ti devi preoccuparti-?>
<sono stato in silenzio per qualche secondo e tu eri già nel panico e magari a fare un viaggio mentale nella tua testa e chissà che pensieri ti sei fatto-> gli rispose e teneva ancora l'asta pronto a colpirlo se necessario.
<...davvero?>
<si.>
<oh- uhh...beh-...non mi piace il silenzio, semplice! Cioè si ma se è completamente silenzioso no, mi piace stare con qualcuno ad ascoltare musica, stare a osservare le stelle, lavorare...niente ...silenzio silenzioso? Si! Silenzio silenzioso! Ed era quello che si stava creando adesso e non abbiamo bisogno di silenzio silenzioso ma di divertimento! Non so se capisci...penso che sia meglio per la nostra mente che non ci sia mai quel silenzio assoluto che ti fa impazzire, che è meglio non essere mai soli e che solo in compagnia puoi stare veramente bene. Anche semplicemente stando zitti ed ascoltare altri rumori, cosa impossibile con queste pareti- se no avrei apprezzato molto il nostro silenzio! Ma poi saremo finiti a pensare a tutte le nostre tragedie quindi diventare tristi e passando il tempo con il muso! Preferisco passarlo in serenità! Capisci no?> disse Goro che si alzò in piedi predendo l'altra asta mettendosi in una delle posizione che gli aveva parlato l'altro poco fa.
Quel discorso poteva comprenderlo e non aveva tutti i torti, aveva ricevuto anche una risposta e sembrava che non poteva ricevere altre informazioni quindi non chiese altro. Sarà per un'altra volta. Si limitò a ridere vedendolo, perché aveva completamente sbagliato e si mise a correggerlo mettendosi affianco a lui.
Decise di dargli corda, di passare quel tempo non in silenzio ma insieme e continuare a parlare di scherma insegnandola al mangaka ridendo entrambi per la sua goffaggine e i suoi errori, gioire per le sue riuscite e urlare provando un combattimento molto da manga battle shonen.
Aveva ragione, così nessuno dei due pensò ai loro problemi ma era veramente giusto scappare così?
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Shiro dopo quella discussione voleva fare come Shou e chiudersi in camera sua. Era ancora molto scossa per quella maledetta scatola, ogni secondo passava e più si avvicinava il momento della forse morte dell'unica persona che abbia mai amato. Più il tempo passava e più i sensi di colpa tornavano a torturarla, non voleva farsi vedere così deboli quindi accelerò il passo per il corridoio sentendo anche dei passi che la seguivano. Non era dell'umore giusto per parlare con qualcuno.
Troppi pensieri in testa...vita nello spazio? Disperazione? Sopravvissuti? Poi il movente...quanto la stava facendo soffrire quel movente! Ma sapeva che non era la sola, per colpa di Shou temeva che qualcun'altro, non solo lui, potesse fare un omicidio e le vittime non erano i maggiordomi.
Venne fermata all'improvviso da una mano che le prese il braccio e la fece girare, si prese un bel colpo e poteva essere chiunque, forse proprio quel qualcuno dei suoi pensieri.
Non sentì nessuna lama o altri materiali colpirla, quindi si calmò e cercò subito di capire chi fosse.
Non riconosceva ancora bene i passi, però gli odori si e prese dei bei respiri. Era Jun'ichi. Aveva un profumo molto...legnoso? Quello che usano per alcuni profumi da uomo, un aroma sia leggera che intesa allo stesso momento, ma non dava fastidio al naso. Creava nell'aria qualcosa di interessante. Era cedro. Aveva un profumo familiare, riusciva poi a farsi notare quando era con gli altri.
Poi la stretta al braccio era la sua, che si alleggerì subito dopo. Menomale iniziava a farle male.
Ma sentì altri passi che li raggiunsero, il naso di Shiro percepì un odore diverso, un profumo molto più...agrumato? Non sapeva se usava gli aggettivi giusti. Era certa che era bergamotto e, se non ricorda male, il suo aroma ha la capacità di donare un benessere immediato. Il suo profumo è allo stesso tempo frizzante e dolce. Completamente diverso rispetto a quello dell'altro fanciullo. Erano in molti di loro che avevano quel odore e per capire chi era fu la voce.
<hey Shiro! Ti va di fare un giretto con noi?>
Era Kazuto e se lo immaginò che stesse sorridendo. Ma non ricambiò e mosse la testa verso la sua direzione, scuotendola.
<oh no...sto bene davvero, grazie per la vostra preoccupazione sono solo...stanca> mormorò la fanciulla prendendo la mano del corvino e la staccò dal braccio, liberandosi dalla presa.
<allora possiamo rimanere in salotto, volevo vedere se riuscivo ad aggiustare la radio e...>
<Kazuto per favore....voglio stare da sola adesso> disse cercando di non essere troppo scortese. Le dispiaceva rifiutare ma davvero, non voleva stare con nessuno adesso.
Non aspettò altre rispose e dopo qualche passo raggiunse una port, prima di entrare toccò la targhetta. "Blind Melody". Era la sua, entrò e chiuse la porta alle sue spalle facendo senza volerlo un bel tonfo.
Si appoggiò ad essa ma rimase dritta in piedi anche se sentiva le gambe tremare e chiuse gli occhi, tanto non cambiava molto, non vedeva lo stesso. Ma fu un gesto naturale, per impedire qualche miracolo e vedere il mondo intorno a sè. Poteva vedere solo quello interiore che nel silenzio si fece sentire molto forte e tornò a elencare i problemi.
Il suo amato era morto o rischiava di morire, Shou vuole fare un omicidio, qualcun'altro vuole fare un omicidio! Loro forse erano nello spazio e i loro ricordi non erano...giusti? Veri? Oppure erano solo quelle notizie.
Poi il pensiero mise un focus su uno vecchio...a nessuno importa degli altri, sono degli sconosciuti che l'unico legame tra di loro è la scuola. Oltre a essere partecipati di un gioco.
Loro non avevano problemi a uccidersi, era come uccidere un barbone o un pedone per strada...ma non per lei.
Tra tutte le persone che poteva incontrare in questo killing game proprio lui doveva esserci? Ci stava che poteva avere una sua compagna di classe ma no! Per creare più problemi dovevano rapire lui!
Il suo promesso sposo! Non gli piaceva molto definirlo così, tutti iniziavano a pensare a un amore come Renzo e Lucia, non era così romantico come cosa e non la rendeva felice di vederlo in questo gioco. Non voleva vederlo morire.
Non era preoccupata per un solo caro ma per due! E molto probabilmente per tre perché il suo caro lo conosce!
Quindi lei è l'unica a non avere la fortuna di stare tra sconosciuti e non preoccuparsi se muoiono.
Almeno Renzo e Lucia non erano statti interrotti da un gioco di omicidi, erano stati decisamente più fortunati di loro due. Anche perché si amano e non è un matrimonio combinato, stranamente.
Non lo odiava, provava anzi un grande rispetto nei suoi confronti, per il suo Ultimate e per la sua personw ma nient'altro. Neanche un grande affetto. Non era neanche un caro amico. Anche se cercava di provare qualcos'altro solo per la sua famiglia. Non poteva dire di no, avrebbe rovinato anche lui e sarebbe stato scortese no? Era sbagliato che lei potesse amare liberamente e vivere nel ventunesimo secolo.
Perché non poteva essere così semplice come lo era stato con Caleb? Innamorati dopo un tocco, dopo una semplice parola. Un colpo di fulmine, un amore da Petrarca.
Perché non poteva amarlo come aveva amato lui? Tutti sarebbero più felici se fosse così! Se lo amasse davvero! Se non si sentisse in gabbia e non avesse la voglia di scappare non solo da un gioco assasino ma da tutti. Anche da lui.
Si portò le mani sul cuore, le gambe cedettero e si trascinò verso terra con la schiena ancora appoggiata alla porta. Gli occhi ancora chiusi.
Se morisse...cosa avrebbe provato? Cosa avrebbe fatto se poi lei sarebbe sopravvissuta? I suoi avrebbero deciso di farle sposare un'altro? Sarebbe stato solo la morte di un personaggio secondario della sua vita?
Il suo cuore però pensava ad altro...al povero Caleb, il suo amato Caleb, chissà che pene starà vivendo per colpa sua! Lo staranno torturando mentre aspettano un morto? Oppure lo stanno spiando e sono pronti a sparargli da un momento e l'altro? O forse è già morto, magari da molto tempo? Starà guardando questo show? La starà guardando?
Povero! Povero! Chissà poi dov'era... Sarà nello spazio? Lui ricorda dei fatti successi due anni fa? Non sembrava, anche lui come Shiro era tranquillissimo...
Che fine tragica per il suo amore da romanzo e lei non potrà farci nulla.
Perché non vuole uccidere nessuno, non farà come Shou e soffrirà semplicemente.
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Anche se c'erano alcuni che volevano stare da soli, furono quasi costretti da loro stessi a presentarsi per cena e mangiare con gli altri. Pure Shou si fece vivo solo in quel momento e non rivolse parola con nessuno ignorando i loro sguardi preoccupati, sia sinceri che quello falsi. Si concentrava a guardare i maggiordomi studiando i loro passi e movimenti, pensando a qualche loro punto debole ma trovava sempre qualcosa contro. Per esempio gli arti robotici di Akikuma, se li colpisce sarebbe in difficoltà anche perché il braccio era la sua arma ma come i loro e-handbook erano indistruttibili potevano esserlo anche le protesi. Quindi meglio puntare alla carne, sperare che inciampi o non sia in forma per fare una corsetta.
Monoaki non aveva un occhio, aveva però una mira perfetta, si sarà adattatato e avrà qualche trucchetto. Poteva accecarlo del tutto no? Non vedendo era una vittima perfetta!
E poi...
Ricevette un colpo da parte di Yumeri che lo fece tornare alla realtà e grazie a lei il fanciullo mangiò la sua cena, ormai fredda, in silenzio e senza ascoltare le discussioni altrui. Non la guardò neanche, non guardò nessuno.
Fu il primo ad andarsene dalla sala da pranzo, letteralmente dopo mangiato e come un bambino in punizione rimase chiuso in camera sua.
Era disteso sul letto e come un morto nella sua bara stava dritto con le mani sul ventre. Ma aveva gli occhi aperti puntati verso il soffitto e le orecchie ascoltavano i suoi respiri lenti e regolari, tra poco sentiva pure il cuore.
Non gli importava dei pensieri degli altri, lui li avrebbe uccisi per salvare non solo il suo amato ma anche tutti gli altri. Lady Sally non poteva fare nulla e avrebbe ucciso anche il Mastermind se non riuscissero a scappare. E scoprisse chi fosse tra di loro, era d'accordo con questa teoria ma non aveva ancora iniziato a cercare degli indizi e prove a riguardo. Un passo alla volta.
Non avrebbe aspettato una settimana per agire, avrebbe trovato una nuova arma o liberato la prima, per poi agire il più presto possibile...anche domani sera.
___ ___ ___
Entrò in camera come fecero tutti verso l'inizio del night time. Era riuscitx anche a dare una lettera ad Akikuma, facendola passare sotto la porta delle stanze private dei maggiordomi mentre tutti si stavano preparando per andare a dormire. Aveva fatto una bella corsetta.
Chiuse la porta con calma dando le spalle alla stanza. Era stancx, voleva dormire e rilassarci dopo una giornata pesante.
Sarebbe stata una settimana dura, più per sè era per gli altri, era difficile vedere i loro visi così spenti, arrabiati, preoccupati e con nessuno sentimento positivo. Non reggeva neanche queste discussioni.
Ma anche lxi sarebbe così se dal caro della sua scatola gliene importasse ancora. Non fraintendetelx, era molto importante per la sua vita, senza di ella non era nulla e le mancava da morire ma...se ci ripensava meglio non stava soffrendo come dovrebbe ed un grande senso di colpa e di sollievo le mandavano in panna il cervello. Non sapeva se essere felice o triste per ciò.
Pensieri che lx fecero stancare di più e lx veniva più voglia di chiudere gli occhi e dormire.
Si girò appoggiando la schiena sulla porta e guardò il letto, gli occhi semi chiusi si spalancarono di colpo quando vide Akikuma seduto sul letto che sfogliava il taccuino dellx fanciullx con la mano non robotica. Alzò la testa bionda verso di lxi mostrando uno dei suoi miglior sorrisi, chiuse il taccuino e lo mise affianco a sè sul comodo letto.
<ho ricevuto la tua lettera, hai detto che era una emergenza quindi eccomi qui. Siediti pure e parla, sono tutto orecchi> la sua voce così calma e dolce tolse tutta la stanchezza e le brutte sensazioni dal cuore dellx fanciullx. Ecco perché lei, la sua cara nella scatola, non aveva più importanza, era colpa di quel biondino. L'aveva in qualche modo sostituita.
Si sedette accanto al maggiordomo rimanendo comunque un po' distante, lx faceva un po' di timore anche con quei suoi modi così gentili e educati nei suoi confronti.
<ecco...ho saputo dallo stesso Shou che ha intenzione di uccidere te e Monoaki così da liberare i nostri cari...e noi dal killing game...> iniziò con voce debole così che solo il biondino potesse sentire e vide sul suo volto, non coperto dal velo, una smorfia piena di confusione
<e quindi?> le rispose
<...e quindi? Vuole uccidervi! È molto determinato...ha anche una pistola- cioè aveva una pistola...ma è determinato nel farlo! Ho provato a farlo ragionare ma nulla di nulla...vuole proprio uccidervi!>
<oh dio...è orribile...dovrei dargli un'altra pistola, se dovesse prendere quella nel cassetto è vecchia e non funziona molto bene...>
La talpa guardò Aki con gli occhi leggermente spalancati. Come poteva essere così tranquillo? Vogliono ucciderlo! Non è preoccupato che ci riesca? Così sarà da solx? Sta pure ridendo come se fosse tutto una grande barzelletta! Non ha paura? Non ha paura per il sux amicx Monoaki? Perché riesce a essere così tranquillo?
Stava ridendo della sua faccia presa dallo spavento per lui, lx accarezzò la guancia delicatamente vedendo la sua grande preoccupazione. La mano vera era molto calda, non come quella di metallo, e le carezze erano così familiari. Come la voce, tolse dalla sua mente ogni domanda e fece calmare il cuore che più volte accellerava per questi pensieri invasivi.
<non serve che ti preoccupi e torturi il tuo cuore e la tua mente per me, carx. Riesco a cavarmela, non è la prima volta che cercano di uccidermi. Ti fidi di me?>
L'ultimate annuì con gli occhi completamente chiusi, lasciandosi trasportare e manipolare dalla sua voce e dalle sue carezze così confortanti, un vero calmante per tutto il suo corpo e una silenziosa ninna nanna.
<sono felice che me ne hai parlato, vuol dire molto per me e hai dimostrato la tua lealtà nei miei confronti>
La mano si fermò e lxi aprì gli occhi per guardare il biondino subito dopo. Perché aveva smesso subito? Doveva per caso andare? Per forza? Non voleva e poi aveva ancora dei dubbi che invasero dinuovo la sua mente. Cosa avrebbe fatto per non farsi uccidere da Shou? Ha detto semplicemente di non preoccuparsi ma non lx ha detto altro...e ciò lx preoccupava. Chissà cosa passava per la mente di quel pazzo, era imprevedibile e per questo che non era tranquillx.
Già lx fa soffrire che stia collaborando con il nemico ma lx farebbe più male se questa scelta comporta alla morte di uno dei suoi compagni. Doveva assicurarsi che Shou starà bene per non avere sensi di colpa pronti a ucciderlx.
Lo vide alzarsi ma lo trattenne ancora per un po' aggrappandosi al suo braccio senza sembrare troppo tragicx.
<Akikuma...> iniziò sempre con quella voce debole che metteva tenerezza e pietà nell'animo crudele del maggiordomo <cosa farai a Shou? Lo...lo ucciderai?> chiese e in risposta ricevette un bel sorriso da parte dell'altro che lx prese il volto dandogli le ultime carezze come se fosse un cucciolo di cane.
<tu vuoi che muoia?> lxi fece no con la testa <allora non morirà, mantengo sempre le promesse, ricordatelo. Buona notte> il biondino si liberò dalla sua presa e andò verso un muro, clicco qualcosa di veloce sullo schermo del braccio aprendo una porta per un passaggio segreto.
Akikuma sparì lasciando un bel silenzio nella camera della talpa.
Non sapeva più cosa provare, se paura o affetto, non riusciva a capire cosa era giusto e sbagliato nella sua scelta. Ma sapeva che voleva vederlo dinuovo, che sentiva un bel senso di sicurezza quando era con lui. Poi era pure contento per il suo gesto! Non l'avrebbe di certo abbandonatx se si dimostrava così fedele...no?
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Nessun corridoio e nessuna porta bianca. Le sue gambe camminavano in autonomia verso una grande vetrata pulitissima e da lontano sembrava che non c'era. Sembrava anche che potevi buttarti senza problemi giù verso l'oblio.
Era in una stanza sopra un grandissimo grattacielo, era notte e non si vedeva nulla, solo qualche piccola luce colorata della grande città sotto di lui.
I suoi occhi puoi si concentrarono sul suo riflesso, mettendo la meravigliosa vista notturna come uno sfondo sfocato e poco importante.
Un giovane fanciullo, con un abito elegante nero, il suo vestito che indossava adesso era simile a quello che aveva ogni giorno ma non era così tanto vampiresco e fantasy. Il tessuto era pesante e iniziò a sentire molto più forte la sua presenza che tocca la sua pelle. L'abito ll rendeva più grosso, dando più stazza al suo corpo giovane e piccolo, sembrava un adulto.
Il volto era il problema. Era sempre quello. Quello faceva capire che sotto quei abititi non c'era un quarantenne ma un diciassettenne. Un viso che dovrebbe essere pieno di vita, di giovinezza e di energia ma che in quel riflesso dimostrava solo grande confusione e disorientamento. Era stranito da vedere se stesso, quei occhi ambrati e quei capelli rossi in una strana capigliatura che lo faceva sembrare un riccio.
I tratti del suo volto erano...strani. come se stesse ammirando un quadro e potesse vedere pennellata per pennellata, pelle non sua, colori non suoi. Tutto non suo.
Il rumore forte alle orecchie iniziò ad agitarlo, un forte fischio, che rendeva sempre tutto confuso non capendo più nulla. Chi era quello specchiato in quella vetrata? Cos'era quel suono? Dov'era?
La stanza era vuota e scura, ciò lo agitava di più. Gli faceva paura. Non si sentiva più al sicuro.
Nessuna voce che lo chiamava, che gli diceva il suo nome, che lo cercava, non lo facesse sentire solo.
Le mani iniziarono a toccarsi il volto osservando il riflesso fare gli stessi suoi movimenti. Non era lui. Non era lui. Ma la pelle che toccava era calda e liscia, sentiva le proprie mani sfiorarlo e stringerlo.
Cos'era quindi quella sensazione? Lo stava facendo impazzire.
Era pazzo. Pazzo. Pazzo!
Le mani scesero dal volto e abbassò in automatico il volto verso esse, la pelle leggermente abbronzata era completamente sporca di sangue. Alzò immediatamente lo sguardo verso il riflesso e vide che il volto era dello stesso rosso dei suoi capelli. Tutto il suo corpo sporco di sangue di chissà chi.
Il respiro iniziò a farsi più veloce come il suo cuore, lo sentiva che poteva uscire dal suo petto da un momento all'altro con la giusta forza. Sentiva un forte dolore per via del suoi colpì. Voleva urlare ma la bocca rimase semi chiusa per far entrare l'aria. Cosa era successo? Che sta succedendo?
Posò le mani sul vetro per tenersi in piedi sentendo le gambe tremare e farsi sempre più deboli. Cercava un appoggiò e macchiò quella finestra perfetta.
Iniziò a vedere tutto doppio, per poi unire le figure e sdoppiarle nuovamente. Facendo apparire tanti se stessi, con volti diversi, con piccoli cambiamenti per poi unirli in uno solo. In loop. Chi era quello vero? Chi erano quelli? Chi era?
Non riusciva più a sentire il proprio respiro affannato per via dell'udito completamente assordato dal fischio.
Tra quel gioco di sdoppiamenti, con una mano iniziò a toccare il proprio corpo e volto. Per vedere se era ancora lì. Ma tutti loro imitavano ogni suo movimento.
Mentre si guardava allo specchio dai mille riflessi iniziò a vedere alternato lo specchio di un bagno, con il suo riflesso senza sangue ma con la stessa espressione di terrore e panico. La bocca che cercava di prendere più aria possibile e aiutare il naso a riempire quel polmoni il più velocemente possibile. Con la stessa mano stretta al cuore che piesgazzava il pigiama.
Poi tornava a quello vestito elegante, poi alle sue mille versione e così via.
Tutto diventò veloce e non si fermarono quando urlò con tutto il fiato accumulato, zittì solo il fischio.
?? : ?? _ Giorno 05 ___________________
Luogo: camere da letto _____________
Il suo stesso urlò lo svegliò e si alzò di scatto dal...pavimento? Era così freddo e lui stava morendo di caldo, era sudatissimo e il pigiama era appiccicato al suo corpo.
Si trovava nel bagno, non nel suo letto, era seduto sulle piastrelle bianche ed ai piedi del lavandino. Cosa ci faceva qui? Anche nel sogno si trovava in un bagno...
Lentamente si alzò da terra senza fiato, gli sembrava aver perso la voce e il cuore volesse uscire dal suo cuore liberandosi dalla gabbia di ossa e carne. Come nel sogno. Le mani tremanti si reggevano al lavandino freddo. Prese dei bei respiri guardando il vuoto, sentendosi sporco e appiccicoso per via del sudore. Prese dei bei respiri per calmarsi, sentiva il suo corpo andare troppo velocemente di quello che dovrebbe.
Si tolse la fastidiosa veste da notte per via del caldo e perché iniziava davvero a dargli fastidio, gli venne un brivido sentendo all'improvviso un po' di freddo. Ma il tremore che rimase dopo veniva da un incredibile agitazione che colpiva il suo intero corpo e mente.
Era così confuso e spaventato da tutto.
Andò verso la vasca da bagno, si sdraia e prese la docetta, da essa uscì acqua gelida. Fece un'altro urletto, adesso era bello sveglio e il caldo soffocante sparì, al suo posto c'era un incredibile freddo. Mise l'acqua calda, fece riempire la vasca, c'erano delle bombe da bagno e si mise a osservarle mentre cambiavano colore all'acqua. Il cuore adesso batteva piano, il respiro ancora un po' irregolare. Prese un po' di sapone così da fare una bella schiuma e chiuse gli occhi. Doveva calmarsi, l'acqua calda lo rilassava e si sentiva...meglio.
Si concentrava solo su questo lasciandosi alle spalle il terribile incubo.
Era certo che si era addormentato nella vasca, quando di svegliò le sue dita sembravano quello di un vecchio. Uscì con calma, svuotò la vasca mentre si asciugava e si accorse che aveva fatto il bagno con i boxer ancora addosso. Ma reagì ridacchiando. Era più sereno, ma dentro di sé sapeva che varcata quella porta sarebbe tornato a stare dinuovo male.
Mise a lavare gli abiti fradici e si coprì con un caldissimo accappatoio, gli veniva voglia di dormire dinuovo.
Si asciugò i capelli e evitava finché poteva di guardarsi allo specchio, se la prendeva poi con calma.
Uscì e andò dritto nell'armadio ignorando la stanza e i suoi cambiamenti, ci avrebbe pensato dopo. Andò solo per poco nella scrivania per prendere e-handbook per vedere l'orario. Erano le sei. Chissà a che ora si era svegliato all'inizio.
Si fermò a osservare la scritta iniziale
Kichirō Tachibana, Ultimate Dungeon Master questo era la sua identità. Nessun dubbio. Poi osservò il piccolo Akikuma che lo salutava e camminava tranquillo per ogni schermata. Poi si metteva a girare per lo schermo e nelle regole era in compagnia di Monoaki. Si accorse che potevi prenderli e trascinarlo in giro per lo schermo come volevi tu, come con i mii e ridacchiò vedendo come si dimenavano. Forse per tenerezza? Per puro sadismo? Non lo sapeva e spense subito dopo il tablet quando iniziò ad avere questi dubbi.
Si mise i vestiti, i capelli erano ancora da sistemare e cercò di tenerli più lontani possibili dagli occhi così da poter vedere. Ma cadde lo stesso più volte a terra o sul letto completamente sfatto. Sospirò quando finì, decise di andare subito in bagno a sistemarsi i maledetti capelli e la calma tornò dinuovo, gli sembrava di starsi preparando per incontrare i suoi amici per fare una giornata D&D travestiti! Ma non c'era nessuno del suo club e amici, nessuna partita. Gli faceva strano guardarsi allo specchio, aveva paura di osservarsi troppo per poi finire come nel incubo. Si sbrigò e ritornò in camera.
Era ancora presto, erano le 6:20, decise di mettere apposto il letto con grande calma, era già tutto pulito quindi decise solo di sistemare. La scrivania era in ordine, la scatola la spostò sotto il letto così da non vederla più e non far più soffrire il suo cuore. Scusa mamma, scusami davvero.
Con un telo corpì il grande specchio, non voleva vedersi e voleva creare nella sua camera il suo posto veramente sicuro. Ma ecco che trovò l'ennesimo problema. Un'altra lettera.
La prese ma non la aprì subito, girandosela tra le mani. Non sembrava essere fatta dai maggiordomi o da Lady Sally, non c'era neanche scritto all'esterno chi l'aveva scritta. Alla fine la aprì, dopo qualche bel respiro per calmarsi la lesse
Hello hello!!!
Dear Mastermind, siamo stati decisamente molto crudeli nei suoi confronti. Anche se te lo meritavi dopo averci rinchiusi qui in un gioco che non posso apprezzare al meglio! You're bastard!
Anyway avremmo una proposta da farti e che non potrai rifiutare.
Se davvero è innocente allora dacci delle prove non solo sulla sua innocenza ma anche chi possa essere il vero mastermind. Oppure potrebbe dirci come fuggire da qui o farci direttamente uscire dall'ingresso nella tranquillità e senza rischi.
Avrà per entrambe le due scelte lo stesso tempo che ci avete dato per ucciderci. Se non lo farà o rifiuterà diremo a tutti che tu, Kichirō Tachibana, sei il mastermind, che sia vero o no.
Volevamo colpire anche Shou, ma si sta già scavando la fossa da solo. Però non avremmo problemi a dare la colpa anche su di lui.
Spero sia tutto chiaro. Ci si becca in giro.
P.s se pensi di sistemare tutto uccidendoci, stai tranquillo che riusciremo lo stesso a far sapere a tutti your little secrety!♡
BYE BYE~
Non era difficile capire chi l'aveva scritta. Le mani strinsero la lettera stroppiciandola e sentiva dinuovo il respiro mancargli. Non sapeva che pensare...non si stupiva come nel night time siano entrati in camera sua, doveva capire solo dove si trovava la porta segreta. Un'altra volta avevano violato la sua privacy per una lettera! Una fattura lettera!
La mise in tasca, non fidandosi nel lasciarla in camera. Meglio tenerla sempre con sé.
Prese dei bei respiri, voleva mostrarsi più calmo rispetto a ieri ed uscì dopo aver sentito la campana e la voce di Akikuma, forse gli si era rotta la trombetta? Molto probabilmente era stato Monoaki.
Fu il primo ad arrivare in sala da pranzo, sfoggiando uno dei suoi miglior sorrisi per far vedere che stava bene, che non era per nulla minacciato e non stava impazzendo per dei incubi. Assolutamente no!
Piano piano tutti arrivarono, come lui cercavano di stare tranquilli soprattutto quando entrò in stanza Shou. Per sua fortuna gli aki se ne erano andati dopo aver servito chi aveva chiesto qualcosa di particolare, salvandoci dalla visione di una discussione, rissa o tentato omicidio.
Il corvino si sentì decisamente osservato e a disagio, prese due biscotti e mangiò nel salottino sotto le scale non reggendo neanche per un secondo gli occhi preoccupati e alcuni accusatori puntati tutti su di lui.
Kichirō non riusciva a guardarlo, non ne aveva il corraggio e temeva di farlo ssntire peggio. Stava soffrendo molto, non riusciva ad accettarlo e non sapeva che era preso sotto mira. Si sentiva in colpa per ciò anche se infondo non ne aveva...non aveva fatto nulla! Nulla! Nessuno aveva fatto qualcosa per cui meritare di stare qui!
Scossè leggermente la testa, finì la sua colazione per prendere le energie perse per il terribile sonno. Voleva investigare e aveva bisogno di MOLTE energie e anche una mano, oltre ad essere dei testimoni per la sua innocenza. Si girò verso il mangaka e gli sorrise
<hey Goro, vuoi venire con me in biblioteca? Volevo mettermi subito a cercare più informazioni per il discorso di ieri!>
<certo, poi volevo prendermi anche un libro> rispose il castano finendo velocemente il suo caffè
<vengo anch'io se non vi disturbo> si aggiunse Kazuto che era in piedi dietro i due <tanto volevo lo stesso andarci per leggere per conto mio gli articoli>
<ottimo!> rispose il rosso e poi guarda gli altri, si alzò in piedi e fece un sorrisetto per tutti <noi tre andiamo in biblioteca! Chi vuole aggiungerci basta dirlo! Se no vedete voi dove cercare e esplorare>
In risposta tutti annuirono tranquilli, contenti di vederlo dinuovo in forma e come il solito Kichirō. Oh quante cose non sanno! Non sanno che dolori sta portando e nascondendo!
I tre partirono a passo svelto verso la biblioteca, carichi grazie al cibo e ai caffè e all'incredibile sensazione di stare in un telefilm di detective che cercano la verità! Ma quando finirono gli scalini avevano un leggero fiatone, troppe scale! Come facevano nell'Ottocento senza ascensori?
Goro aprì la porta e ed era pronto per dire qualcosa ma si zittì vedendo che nella stanza c'erano proprio i due maggiordomi.
Non si accorsero della loro entrata, l'italianx era troppo concentratx a sistemarsi il trucco mentre giocava a scacchi contro un manichino. Così umano e così robotico allo stesso momento, con la schiena aperta e dentro c'era un computer utilizzato da Akikuma, le sue dita si muovevano velocissime.
<altro momento di stallo> disse Monoaki, chiudendo il rossetto e vedendo poi se si era sporcato i denti
<davvero!?> disse il biondino staccandosi dalla macchina con un grande sorriso
<no. Scacco matto, ho vinto> fece cadere il re mentre l'altro fece un grande sbuffo infastidito e ritornò dietro la macchina e per poi ritornare a guardare la scacchiera
<sicuro di non aver barato?>
<perché dovrei?>
<perché sarebbe un disonore per te perdere per via di un macchina creata da me?>
<non ho barato, non ne ho bisogno>
L'italianx notò che il biondino iniziava a mordersi le dita e battere molto forte i piedi, era irritato e nasconderlo a Monoaki era impossibile, lo conosceva troppo bene.
<ma rispetto a prima è migliorato! Stiamo giocando da tutta la notte! L'unica pausa è stata per la colazione, ma è passato molto tempo prima che riuscissi a batterlo! Riesce a battere un professionista Aki, fidati!>
<ma non riesce a battere te! Queste è il problema!>
<forse perché sono un Ultimate come te? Forse se dormi e riposi il tuo cervello da genio riesci a trovare la soluzione a questo problema!> e subito dopo Akikuma si mise a scrivere su dei fogli ignorando il consiglio dell'amicx
<non posso riposarmi...non posso! Devo anche realizzare le esecuzioni, ho solo le idee! Oltre che devo mandare il progetto per distruggere di...qualcosa! Credo centrassero quelli fisatti con il futuro- ah poi! Poi! Ho pensato anche a come rendere tutto più interessante, i motivi dati sono noiosi! Ci serve tortura psicologica! Spero che lxi non si arrabierà perché non me l'ha chiesto->
<giuro che ora ti tiro una palo in testa, così svieni e dormi>
<con quale palo?>
<lo sto per fare davvero.>
Akikuma sospirò posando i fogli sparsi per il tavolo dentro un taccuino, trattenne uno sbadiglio per non dare la soddisfazione all'altro. Era stanco ma non voleva darlo a vedere.
Sentirono qualcuno tossire, si girarono verso la porta e notarono i tre nascosti, i due castani guardavano male l'unico rosso colpevole di quella tosse.
<buongiorno! Potevate entrare senza problemi, siete lì da molto?> chiese Monoaki, si era alzato e diede un colpo sul braccio allo scozzese vedendo che stava dinuovo scrivendo qualcosa. Con il labiale gli disse "RI - PO - SO".
<solo da qualche minutino!> rispose Kichirō entrando, cercò con lo sguardo i giornali ma non li vide sul tavolo, forse li avranno messi a posto?
Non dissero nulla, c'era un grande silenzio mentre cercavano tra i libri i pezzi di giornali sotto gli occhi dei due maggiordomi. Si sentiva il piede del biondino battere per terra creando un bek ritmo, si sentiva il rumore delle palette chiudersi e aprirsi, fingevano di fare qualcosa e solo per il gusto di mettergli ansia li osservavano. Quei suoni iniziarono ad assomigliare a un ticchettio di un orologio. Distraeva i tre fanciulli che si misero a guardare negli stessi libri visti qualche minuto fa sempre da loro. Non potevano parlarsi, erano tenuti d'occhio e quel ticchettio fastidioso iniziava a essere sempre più veloce.
Goro si girò per vedere che facevano effettivamente, Monoaki cercava la palette giusta dentro di un beutycase mentre Akikuma leggeva American Pyscho con un bel sorriso sul volto. Si chiedeva se era per via di una scena divertente, di uno squartamento o erotica.
Non trovavano quei maledetti giornali, eppure nessuno del gruppetto ieri li aveva portati via. Yumeri, poi, ieri sera aveva già iniziato a fare la "guardia notturna"? Non li aveva avvisati quando l'avrebbe fatto no? Era stata lei a prenderla? Era una scusa quella del controllo? Kichirō iniziava già a dubitare su di lei, anche su Nicolas e Jun, quei due potevano benissimo farlo per puro divertimento e far ricadere la colpa di lui!
Akikuma chiuse il libro facendo un grande tonfo e fece sobbalzare i tre Ultimate nella stanza
<state cercando un libro in particolare?> chiese con ancora quel sorrisetto che aveva mentre leggeva, pensava che aveva letto decisamente una scena di uno squartamento...forse quella della tipa e il topo? Oppure di quando ha cucinato un'altra tipa?
<uh...si si! Cioè- non è proprio un libro...> mormorò Kichirō balbettando, aveva ansia di come parlava con loro. Se sembrava troppo confidenziale avrebbero creduto ai due...no? Ma anche se era troppo distante avrebbero dei sospetti!
<avevamo trovato dei giornali qui ieri...> disse Kazuto continuando al posto del Dungeon Master <li avete nascosti?>
<Asahi Shimbun, Mainichi Shimbun, Yomiuri Shimbun, Sankei Shimbun o Nikkei Shimbun? Oppure il Quotidiano, La Stampa, Il Sole 24 ore, Corriere della sera o la Repubblica?> iniziò ad elencare Monoaki mentre si dava un bel ombretto blu, più scuro dei suoi capelli e tenente al nero.
<il Patty Winters Show?> interviene Akikuma che intanto si era rimesso a leggere
<Aki quello non era uno show americano? Stiamo parlando di giornali! Quel libro ti fa male->
<solo perché parla della America? Mi serve ispirazione e mi fa bene! La mia psicologa è d'accordo!>
<non hai una psicologa.>
<davvero? E tu cosa sei scusa?>
<mi consideri la tua psicologa!?>
Akikuma stette un attimo in silenzio e poi fece spallucce <beh in effetti hai il mio stesso numero di disturbi mentali, non credo che saresti un ottima psicologa>
<non comportarti come Bateman perfavore o il palo te lo ficco su per il->
<COMUNQUE> interviene Goro prima che i due iniziassero a litigare e finire per spararsi. <in realtà cerchiamo un Despair News e una Future Foundation...> disse e vide il volto dei due prima diventare serio per poi illuminarsi e il sorriso tornò
<ohoh chiaro! Non pensavo che vi interessavano quegli argomenti. Non so che giornali c'erano ieri sinceramente e purtroppo non abbiamo quelli di oggi...ma abbiamo quelli di una settimana fa!> disse l'italianx alzandosi e andando verso la porta privata, entrò e quando ritornò, qualche secondo dopo, aveva in mano tre giornali <anche se trovo Future Foundation molto noioso, parlano delle stesse cose! Non ho poi dei giornali loro...> posò quello che aveva preso sul tavolo e fece segno ai tre di avvicinarsi e prenderli.
<possiamo avere un topo?> chiese il biondino
<non riniziare- non volevi una meravigliosa pantera ma vuoi un topo!?>
<bastava un no eh, permalosx> borbottò tornando a leggere.
I tre giornali erano uguali, la data era quella di una settimana fa. Iniziarono a leggere i vari articoli, scritti benissimo il problema era il contenuto testuale e visivo.
Madri che uccidono figli, nipoti che uccidono nonni, figli che cucinano madri e padri, esplosioni in scuole, chiese, moschee, templi, uffici e più di due torri gemelle. Epidemie su epidemie, esperimenti, torture su minori e su maggiori, vendita di bambini, cani, cadaveri e droghe. Quest'ultime era la cosa meno grave. Suicidi di massa in onore di Junko Enoshima, c'era appena stato il 100 in questi due anni di governo. Era come una cronaca nera, o forse anche peggio-
Ormai Kichirō non leggeva più, guardava quelle foto orribili, macabre e i titoli bastavano per fargli capire il contento e non gli facevano venire voglia di leggere. Anche se più che leggere guardava le lettere.
Un grande nausea iniziò a colpirlo ma cercava di trattenersi e chiuse il giornale, non voleva più leggere quelle cose orribili.
Non avevano poi trovato altre notizie su Shinigami (i politici non gli dei della morte), Junko Enoshima e del viaggio spaziale.
<quindi...davvero i killing game sono solo uno spettacolo?> disse Goro e prese l'attenzione di tutti, aveva il dito puntato su un articolo "Benjamin Price vince la 50° edizione di Death Hope" e affianco c'era una foto. Molto probabilmente era questo Benjamin, biondo, avrà la loro età o forse era pure più piccolo, era così...spento, pareva un robot. Non era felice di questa vittoria.
<certo, ma non ci pagano molto in realtà. Devono ancora approvare l'aumento delle paghe> disse Monoaki che ritornò a truccarsi, si stava mettendo una matita nera.
<comunque non mi è piaciuto molto Death Hope, potevano organizzare meglio le esecuzioni! E poi era palesemente una copia di Obsession! Capisco che erano dei fan...però hanno esagerato! Peccato le prime edizioni erano meravigliose...almeno il mastermind non si è fatto beccare al primo omicidio...oggi dovrebbe uscire la nuova puntata> disse invece Akikuma senza mai distogliere gli occhi dal libro.
Era strano sentire parlare in quel modo di killing game... se al posto di "Obsession" e "Death Hope" c'erano i totali di due anime poteva benissimo essere il discorso di una normale persona che guarda animerà!
La loro importanza era a zero, che senso a stare male per un personaggio? Per una bambola? Era lo show! Non potevano fermarsi! Ma non era finto. Non erano come alcune serie e film horror, qui si muore davvero e per questo che a loro piace. Per questo che nessuno li salva, li cerca e vuole aiutare. Rovinerebbero lo show nazionale! Mondiale! Che senso ha? Non ci sarà neanche la polizia! Sarà nello spazio o è morta in un stupido killing game! Nessuno li verrà a salvare, dov'è quella maledetta Future Foundation!? Non doveva tenere al sicuro gli Ultimate? Allora perché sono lì!? QUALCUNO PUÒ DIRMI IL PERCHÉ DI TUTTO QUESTO?!
<tutto ciò è falso. Non è possibile...è assurdo-> mormorò Kichirō che aveva la testa bassa, aveva un forte dolore alle tempie e sentiva il sè interiore urlare. E gli veniva da piangere...era così infantile.
Se sarebbero fuggiti, dove potevano andare? Fuori c'era morte e disperazione! E...il pensiero si spense quando sentì la mano di Monoaki, coperta da un guanto, gli prese il mento e alzò la sua testa dolorante. Stava sorridendo, sentiva l'odore di sigarette anche se non aveva fumato.
<tutto falso? Com'è possibile? Eppure tu, io, loro, noi siamo qui. Vivi. Ti posso toccare, parlare, osservare e sentire tua voce e il tuo profumo. Cos'è falso? Ciò che c'è fuori? Ne sei sicuro? Ciò che hai in testa, i tuoi ricordi, i tuoi pensieri? Ne sei sicuro? Sei veramente sicuro che esista un vero e un falso? Possibile o impossibile? Sicuro che siamo questo assurdo e non altro? Perché non è possibile che vivevi nello spazio senza averbs ricordo? O che il mondo è nella completa disperazione, nella follia e nell sangue di innocenti e colpevoli? È assurdo perché noi Ultimate veniamo trattati come le nullità che siamo? Sempre che noi due siamo simili, se io sono ancora considerabile Ultimate...forse hanno già trovato un mio sostituto. Noi possiamo essere sostituiti. Ed è assurdo? Irreale?>
Non capiva nulla, in testa gli entravano parole ma non riusciva a collegarle e darle un senso. Era bloccato da quella mano e da quella voce quasi ipnotica. Può essere una voce ipnotica? Non lo sapeva.
<hai mai visto ciò che succede fuori? Hai mai visto ciò che succede veramente fuori?> mollò il suo mento, sorrise anche agli altri due e si rimise sedutx affianco all'altro maggiordomo che ridacchiava. Era divertente per loro portare alla disperazione qualcuno. Era il loro compito.
Goro prese Kichirō e lo strinse a sè in un abbraccio, il fanciullo rosso non parlava più, aveva gli occhi spalancati. Eccola la terribile sensazione di distaccamento che po colpisce nuovamente, sembrava di star sognando, era un'altro incubo. Voleva svegliarsi ora, voleva svegliarsi ora subito adesso!
Strinse la camicia di Goro stroppiciandola, il tessuto era reale, lo sentiva come sentiva il cuore del castano battere, rispetto al suo era più lento o semplicemente era normale. Il petto saliva e scendeva lentamente, non come il suo. Era così vivo e reale.
Chiuse gli occhi, come se potesse cambiare qualcosa non vedere più! Fu un gesto insintivo ma le parole del maggiordomo erano ancora nella sua testa.
Quei pezzi di carta con inchiostro...erano veri? Reali? Vivi? Come lui? Come Kazuto? Come tutti loro? Ma sembrava anche così falsi, irreali, morti.
Non capiva più nulla, stava impazzendo, stava impazzendo, stava impazzendo, stava impazzendo.
Non era vero, vero, non lo era, non era vero, non lo era, vero, vero.
Tutto falso, falso, falso, falso, falso, tutto, tutto falso, falso tutto, falso, tutto.
La pazzia non era vera, vera era la pazzia.
Vivo o morto, vivo o morto, vivo a morto, sono vivi o morti? Vivo o morto, morto o vivo, vivo e morto?
Sta diventando pazzo, pazzo, pazzo, pazzo, pazzo, pazzo, pazzo, pazzo, pazzo, pazzo, pazzo, pazzo, PAZZO, PAZZO, PAZZO, PAZZO, PAZZO, PAZZO, PAZZO, PAZZO È UN FOTTUTO PAZZO DI MENTE.
Un pazzo che non capisce più niente, un pazzo che non riesce a distinguere la realtà dalla falsità, un pazzo che non ha creato tutto ciò ma rimane un pazzo.
...basta...semplicemente basta, basta basta, basta, basta, basta, basta, basta, basta
<BASTA VOGLIO USCIRE DA QUI!> urlò il fanciullo aprendo gli occhi e staccandosi dall'altro, lo guardavano entrambi sorpresi dalla sua reazione. Le parole nella sua testa non gli avevano permesso di ascoltare la conversazioni e non si rese conto di aver interrotto qualcosa.
I due maggiordomi lo guardarono con finti visi preoccupati, parlò Akikuma che si alzò in piedi
<caro...vuole che la accompagniamo in camera sua? Vuole qualcosa da bere o->
<NO! N-no- faccio da solo-> era quello che voleva e a passi svelti uscì dalla biblioteca lasciandoli da soli.
Non gli interessava sapere cosa si erano detti, non gli interessava nulla, NULLA. Nemmeno di capire chi era il mastermind e come salvarsi dalle accusse, di capire la vera storia di quel posto e come sono finiti qui, di come stava Shou e tutti gli altri, di sua madre compresa. Era iniziato tutto così bene! Così bene!
Si rinchiuse in camera sua, buttandosi nel letto e coprendo il volto nel cuscino.
Sono solo passati cinque giorni. Aveva bisogno d'aiuto e di qualcuno ma non aveva il corraggio di farlo.
___ ___ ___
Arrivò l'ora di pranzo e tutti si riunirono, c'era un aria tranquilla, c'era chi parlava e chi no con sempre della musica classica in sottofondo. Questa non la conosceva nessuno e non chiesero chi fosse, godendosi il buon piatto di carbonara. Ma non c'era Kichirō, Goro l'aveva chiamato ma non ricevette nessuna risposta, solo dei singhiozzi. Fece un bel respiro e si fece trovare a tavola tranquillo nascondendo la sua grande preoccupazione.
Al suo posto per farli compagnia, stranamente, c'era anche Lady Sally ancora un po' assonata e annoiata si mise a dare fastidio ai due maggiordomi facendoli fare avanti e indietro perché chiedeva un cibo e subito dopo ne voleva un'altro. Tutto fino a quando non ebbe i suoi amati biscotti e tutti avevano finito di mangiare.
Sae, Nicolas, Jun, Jun'ichi e Kazuto non rimasero con gli altri nella sala da ballo ma andarono nei piani superiori senza spiegare il perché. Sparendo insieme ai due protagonisti. Avranno da fare e sembravano cose importanti e segrete.
Si sentiva l'aria un po' testa, non troppo rispetto a ieri e i quattro più energici decisero di rendere tutto più vivo mettendo della musica. Elviira scelse un brano veramente moderno e soprattutto movimentato, California girls di Katy Parry e Roza vedendola fece un bel sospiro preparandosi a essere trascinata in un'altro ballo. Anche Hannes ebbe la stessa reazione della fanciulla facendo per allontanarsi ma subito venne preso dalla sorella così che non potesse scappare anche lui.
<balliamo insieme! Su su!!>
<cretina no! Io non ballo!>
<uff! Come sei brontolone!!>
La acrobata si concentrò sul fratello mago lasciando libera la giudice, accanto a Nori che faceva timidi movimenti con le spalle. Nulla di esagerato, solo per mostrare che le piaceva la musica ed era incentivata da Kaoru che si avvicinò per ballare insieme.
Era divertente vedere questi giovani vestiti da nobili in una sala da ballo ottocentesca ballare musica pop come se fossero in una festa dei giorni nostri. Soprattutto sentire alcune risatine e vedere sorrisi in un momento così brutto per loro, rischiavano ogni secondo di morire e anche i loro amati cari, ma ciò non lo avrebbe fermati a godersi il momento. Godersi ogni secondo in cui erano in vita senza farsi drammi e complessi in testa, di non renderla un macigno per i brutti pensieri. Solo senerità. Questo era il loro motto del momento.
Nori e Roza erano le più tranquille ma nei loro volti c'era un bellissimo sorriso e le guance rosse per l'imbarazzo dei loro passi. Anche se la fanciulla dai capelli rosa non faceva chissà che passi, muoveva solo la testa a ritmo. Preferivano godersi la canzone e osservare gli altri ballare.
Hannes venne lasciato dalla sorella, si mise in un angolino con un leggero broncio e senza volerlo muoveva un po' il corpo sempre a ritmo rendendolo veramente buffo.
Ma ad attirare l'attenzione erano Elviira, Kaoru, Goro e Kazuya. I tre fanciulli rimasero solo in camicia per muoversi con più comodità e non morire di caldo per tutti quei strati. Non facevano passi tranquilli ma decisero di scatenarsi e incentivare gli altri a fare lo stesso.
I due castani cantavano ad alta voce, quasi urlando, il mangaka e la fanciulla viola con una perfetta pronuncia in inglese mentre il violinista manco sapeva le parole e le inventava facendo ridere come un pazzx lo schermidore che lo immitava cantando anche lxi male.
Quando finì la canzone ci pensarono le altre due fanciulle, Nori e Roza, a mettere un'altra dello stesso tipo. Avevano deciso di prendere il ruolo di DJ e guardavano il quartetto ballare e divertirsi più di tutti.
<DEFICENTE NON MI SCIACCIARE IL PIEDE!> urlò il romano guardando male Goro
<ma non ti ho fatto nulla!>
<KAORU BASTARDX>
<manco io!> rispose ilx fanciullx arcobaleno.
Elviira ridacchiò più forte quando vide che tutte e tre la guardavano <ops~> disse con fare innocente coprendosi la bocca e soffocando delle risate
<non mi aspettavo questo da te Elviira!>
Ma in sala da ballo non c'erano solo loro, si dimemticarono di altre due persone che stavano isolate vicino alle scale. Shinobu e Shiro, la prima si teneva forte le mani sulle orecchie con una leggera smorfia sul volto.
La musica era così alta e così forte che non riusciva neanche a sentire il proprio battito, pensiero e respiro.
Sapeva che il cuore batteva essendo ancora viva ma non lo sentiva, ne era certa che batteva ancora? Poi aveva la sensazione che stava in gola per via di un blocco fastidioso.
Anche tappandosi le orecchie non lo sente, la musica entrava lo stesso nella sua testa zittendo anche i suoi pensieri. Questi per farsi sentire da lei si fecero anche loro più forti, una voce interna stava urlando come stavano facendo adesso i suoi amici mentre cantavano.
Non le piaceva quella sensazione, era terribile, le mancava il respiro e il blocco non la aiutava. Non capiva se stesse respirando più lentamente o più velocemente, se i battiti umentavano o diminuivano. Chiuse gli occhi per concentrarsi e capire cosa stesse succedendo al suo corpo, lo trovava silenzioso e ogni rumore naturale sovrastato dalla musica, era bella ma non così alta. Poi fu improvviso, non si aspettava tutto ciò adesso. Il suo organismo non era pronto a subire questa situazione, a diventare sempre più piccolo sotto il peso non reale del rumore. Le tremavano le ginocchia, sentiva che tra un momento e l'altro avrebbero ceduto.
Perché non abbassano? Non vedono che sta male? Il suo respiro era veloce, l'aveva capito, il suo petto si alzava e si abbassava molto velocemente, eppure mancava lo stesso il respiro. Non doveva così prendere più aria? Non funzionava così?
Non sopportava questo rumore, quella musica, di farsi vedere così debole dagli altri. Loro si divertono e lei stava avendo un attacco di panico. Le veniva da piangere, forse non sarebbe neanche riuscita a sentire I suoi singhiozzi.
La stanza era grande, si creava più casino ed era tutto così insopportabile.
Shinobu aprì gli occhi, tenne le mani ancora sulle orecchie e con passi veloci si mise a correre per le scale andando verso i corridoio del dormitorio. Le gambe non riuscivano a reggerla del tutto, braccolava e poi con la gonna lunga rischiò di cadere più volte. Ma riuscì ad arrivare verso la porta della sua camera senza farsi male, la musica c'era ancora e la sentiva forte come prima. Non era cambiato nulla.
Si fermò solo per ripredere fiato, sentendo che ormai non ne aveva più, il cuore batteva velocemente ma non lo sentiva e il petto andava su e giù senza fermarsi.
Una mano le sfiorò il braccio, in modo affettuoso e con nessuna brutta intenzione. Era Shiro, che aveva sentivo i suoi passi andare su e aveva deciso di seguirla.
<hey Shinobu...>
Anche lei come l'altra ragazza sentiva il petto non smettere di muoversi, la voce rotta per l'affanno causato per averla raggiunta di corsa. Strinse la mano al suo braccio, aveva bisogno di uno sostegno, sentiva anche lei le gambe tremare e che non riuscivano a reggerla.
Shiro provava le stesse cose che provava Shinobu, la musica così alta più di lei la disorientava, copriva i suoni degli altri impedendole di capire dove si trovava, con chi, cosa succede ecc... poi i rumori improvvisi le facevano venire la pelle d'oca. Eppure cercava di farsi vedere dagli occhi dell'altra più forte, che era tutto ok e doveva stare tranquilla. Era solo musica, niente per cui avere tanta agitazione, non erano tuoni o spari.
La capiva e non nascondeva del tutto quei sentimenti anche per farle capire che non era sola.
Shinobu si girò per vedere chi era e rimase immobile davanti all'altra con gli occhi lucidi, non poteva vederla piangere ma si tratteneva lo stesso.
Entrambe le mani dell'albina la strinsero per le braccia, i pollici la accarezzavano lentamente a ritmo con il suo respiro. Shiro voleva calmarsi, placare il suo petto e il cuore, voleva che l'artista facesse lo stesso.
Entrambe presero dei bei e lenti respiri, con gli occhi chiusi e si reggevano a vicenda, anche se la musica rimaneva alta facendole sentire delle piccole formiche.
Le lacrime scesero e bagnarono il volto della fanciulla dai capelli verdi, iniziò anche a fare dei piccoli singhiozzi. La pianista si avvicinò così che potesse sentirla senza urlare e farla spaventare di più.
<Shinobu è tutto ok, non ti preoccupare> aveva una voce tremante anche se cercava di restare calma
<non sei la sola ad avere paura, ci sono io e ora dobbiamo stare entrambe tranquille ok? Va tutto bene. Riprendiamo dinuovo dei bei respiri forza...>
Espira e inspira, espira e inspira, espira e inspira, uno e due, uno e due.
L'artista smise di singhiozzare.
<brava continua così insieme a me>
Espira e inspira, espira e inspira, espira e inspira, uno e due, uno e due.
Il petto si muoveva sempre più lentamente, in modo normale e regolare. Le mani di Shinobu adesso stringevano le braccia di Shiro invece dei capelli e rallentò la presa quando sentì che la musica finì.
<è tutto finito, è tutto ok adesso>
Ci fu un bel silenzio, sentiva dinuovo il suo cuore e la fanciulla cieca non si sentiva più così tanto dispersa nel vuoto. Le mani rallentarono la presa e i respiri erano dinuovo regolari
<grazie...Shiro> sussurrò la fanciulla con ancora un po' la voce spezzata, la voglia di piangere c'era ancora ma nessuna lacrima scese. La mano bianca dell'altra si posò sulla sua guancia e sorrise
<di nulla, serviva anche a me un aiuto>
Le due vennero raggiunte dagli altri, sentirono dei passi veloci andare verso di loro. L'artista era l'unica a vedere i loro volti dispiaciuti e preoccupati. Elviira abbracciò entrambe che sorprese sobbalzarono non aspettandoselo.
<tutto ok? Siete scappate via all'improvviso, puff! Non c'eravate più!> disse Kazuya e si zittì sentendo la dolce risata della pianista
<è tutto ok, solo che la musica troppo alta ci ha dato molto fastidio>
<davvero? Scusate! Non lo sapevamo!! Scusa scusa scusa!> disse l'acrobata non staccandosi dall'abbraccio ripetendo "scusa" come un giradischi rotto
<allora abbasseremo la musica, scusateci davvero! Volete ballare con noi o preferite stare da sole?> chiese Goro con un dolce sorriso.
Le due si guardarono e Shiro annuì prendendo la decisione per entrambe.
Ritornarono tutti nella sala da ballo, con il volume più basso che permisero a Shinobu di sentire i rumori del suo corpo ma per sua sfortuna venne costretta a ballare trascinata dall'altro artista, Goro. Era rossissima per l'imbarazzo ma non si allontanò e cercò di imitare i passi dell'amico, scusandosi quando lo colpiva e in risposta riceveva sempre una risata e un "vai tranquilla! Continua su!". Nessuno dei due sapeva ballare e il mangaka non si faceva troppi problemi, finché non rischiò di far cadere la fanciulla per via di un caschè.
Shiro invece ballava insieme ad Elviira che aveva trascinato anche Roza. Ella non rifiutò facendo minuscoli passi, si stancava facilmente e le dispiaceva andarsene molto presto. Non era più abituata a ballare anche cose molto semplici. Nori si aggiunse presa da Kazuya e Kaoru. In cerchio si tenevano la mano e giravano facendo dei passi di danza soprattutto con le gambe colpendosi per sbaglio. O forse lo facevano apposta-
Tutti ridevano, il romano si tratteneva per non farlo troppo forte e spaventare Shinobu e Shiro, quando non ci riusciva chiedeva sempre scusa. Facevano del loro meglio per rimediare il loro errore e far stare a proprio agio tutti, non solo le due fanciulle.
Questa volta a fare il DJ era solo Hannes, ballava da solo non facendosi vedere da nessuno godendosi per conto suo la canzone. Li osservava e soprattutto teneva gli occhi sulla sorella ma decise di lasciarla divertirsi finché può sotto le note di Just Dance di Lady Gaga.
___ ___ ___
<un coltello basterà?> mormorò Shou, nel suo bagno mentre osservava il suo riflesso nel piccolo specchio. Le mani stringevano il manico di un coltello da cucina, l'aveva preso ieri dopo che se ne era andato dopo la grande discussione. Aveva pranzato e anche cenato in camera, proprio per non parlare dinuovo di questa sua scelta.
I aki gli avevano portato i piatti e anche da bere, sorridendo come se non sappessero quanto dolore gli stavano creando. Ignari dei suoi pensieri omicidi nei loro confronti, oppure lo sapevamo e proprio per questo gli sorridevano? Non li capiva e non ci teneva a farlo.
Si trovavano quasi sempre in soli quattro posti: i dormitori di Lady Sally nel primo piano, nelle stanze a loro riservate nel piano terra, nella biblioteca e nella sala della musica al secondo piano. Li avrebbe uccisi, entrambi, sarebbero stati tutti più felici senza di loro. Molto più felici. Decisamente.
Ma doveva stare calmo e lucido se voleva che andasse tutto secondo i suoi piani. Li avrebbe colpiti di sorpresa, senza che loro sospettassero qualcosa.
Mise il coltello in tasca, la coprì poi con la giacca un po' lunghetta, chissà se gli altri lo beccavano in giro dinuovo armato. Non voleva più farsi vedere da loro come un pazzo, come qualcuno di pericoloso e da curare, l'avrebbero ringraziato dopo ciò che stava per fare. Avrebbe vendicato tutti. Non faceva nulla di male, era la frase che si ripeteva sempre in testa.
Uscì dal bagno e si fermò dopo aver varcato la porta, i suoi occhi si fermarono su una nuova scatola apparsa sulla scrivania. Non prometteva nulla di buono.
Apassi svelti andò verso essa e quando alzò il coperchio fu sorpreso che si aprì senza problemi. Non prometteva nulla di buono, ora ne era certo.
Abbassò lo sguardo velocemente al suo interno e rimase pietrificato.
Amavi i suoi occhi giusto? Eccoli solo per te♡
Non c'era solo questo bigliettino, c'era anche una pistola con tre proiettili e affianco ad essa due occhi umani. Due bulbi, non avevano sporcato molto l'interno della scatola. Erano neri proprio come quello di Mamoru...proprio i suoi... erano...i...suoi?
Questo era troppo, decisamente troppe per Shou. Prese la pistola, non sapeva di che tipo era, ma sembrava un modello vecchio e una di quelle con cui puoi fare la roulette russa. Ci mise i tre proiettili e la tenne stretta nella mano tremante dalla rabbia.
Aveva sopportato abbastanza il movente, le morti non necessarie di Maude, Y/N e Chunami, ma non riusciva a sopportare questo. Hanno fatto davvero del male al suo fidanzato, per poi cosa? Per puro gusto di questo show del cazzo? Questo era per loro no? Come ci sono le leggi per gli zoo ci sono anche per i killing game! Normale no? No cazzo! Non era una roba normale costringere dei giovani ad uccidere!
Li avrebbe uccisi! Tre proiettili bastavano. Semmai aveva il coltello.
Prese dei bei respiri solo per darsi un po' di calma ma era impossibile dopo quella notizia, le mani tremavano così tanto che temeva di far cadere la pistola. L'adrenalina e la rabbia scorrevano nel sangue dandogli una forte carica.
Stava facendo la cosa giusta? Certo che si!
Ne era certo? Certo che si!
Ma- certo che si!
Aprì la porta di camera sua, tutti erano ancora nelle proprie camere e tra poco sarebbe iniziato il night time.
Anche se era con i suoi abiti giornalieri, era scalzo così da non far sentire i suoi passi, tranne per Shiro e sperava che stesse facendo altro. Con passi da ladro andò alla ricerca dei due bastardi.
In cucina non c'erano, non poteva controllare nelle loro stanze quindi prima di escluderla andò nel piano di sopra a origliare stando alle vicinanze del dormitorio di Lady Sally. Nessun suono, non sentiva la loro voce in nessuno di quei luoghi quindi andò subito al secondo piano. Teneva un bel passo, aveva lo stesso un po' di fretta e di agitazione, temeva di essere scoperto e fermato dagli altri. Non voleva, doveva vendicare Mamoru, doveva ucciderli prima che loro potessero fare dinuovo del male al suo amato...sempre se era vivo. Se era vivo...scosse la testa continuando a camminare andando prima in biblioteca. Nulla.
Quando chiuse la porta si appoggiò ad essa per un attimo.
Mamoru, il suo amato Mamoru...era vivo? Era...era...sta usando il passato? Sta pensando che sia morto? Ciò non l'avrebbe fermato, anzi gli dava più carica e rabbia! In testa aveva l'immagine del suo corpo senza vita, on la pelle pallida, forse rossa per le torture che gli avranno di certo fatto, soprattutto al volto quando gli hanno tolto i suoi splendidi occhi...gli venne il (tw)vomito immaginandosi la scena e si tenne la bocca per trattenersi.
Aveva altro a cui pensare e occuparsi, avrebbe pianto dopo per la sua forse morte.
Si allontanò dalla porta della biblioteca per andare in quella della sala della musica. Appoggiò l'orecchio e riuscì a sentire la melodia di un pianoforte. Aspetto prima d entrare, magari si sbagliava ed era Shiro o qualcun'altro che sapeva suonare.
La musica era alta, il piano era accompagnato da un giradischi che aiutava il suonatore a fare la melodia.
Era arrivato verso la fine della canzone che non riuscì a riconoscere.
Quella persona si alzò e andò a mettere un'altra canzone da suonare
<mi sono riscaldato abbastanza, credo di riuscire a suonarla>
Era la voce di Akikuma, era da solo, non aveva sentito altri rumori, passi e voci. Perfetto, li avrebbe uccisi uno per uno, senza rischiare. Prima di aprire lentamente la porta aspettò che iniziasse a suonare, la musica corpì la porta che si apriva e i suoi piccoli passi mentre si nascondeva dietro il mobile.
Era tutto buio, illuminato da pocchissime candele.
La pistola, carica, era ancora stretta nella sua mano ed era pronto per fare la pazzia.
Un bel capitolo che introduce a un idea che stavo aspettando di fare da molto :D
Altra suspense scusatemi, almeno avete altra lore per altre teorie 😔💕
Spero che vi sia piaciuto, ammetto non uno dei miei preferiti ma volevo analizzare i vari personaggi e di come si sentono. Hanno subito tre omicidi e i loro cari sono minacciati, poverini.
Oltre alla pazzia di Kichirō e Shou 👀 non avevano traumi e sono stati i primi a cedere.
Se avete consigli e critiche fate pure! Mi importa molto sapere le vostre opinioni
Well al prossimo capitolo <3
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