𝓐𝓻𝓬 𝟒 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝟒 - solitudine

"Ci vuole un minuto per notare una persona speciale, un ora per apprezzarla, un giorno per volerle bene, tutta una vita per dimenticarla"

-Sir Charlie Chaplin

TW: menzione all'aut0lesionismo
[non è una descrizione della scena quindi metterò un semplice TW prima della frase ♡ ]

Era tarda notte e Shou si svegliò di colpo sentendo dei passi e qualcosa muoversi, come una porta.
Ma quando aprì gli occhi, si alzò in piedi e accese una candela non vide nulla nessuno.
Erano solo lui e Kichirō bello addormentato, sperava di non averlo svegliato e si mise a controllare la sua stanza. Magari Jun o l'altra talpa avevano deciso di rubare qualcosa per pura noia o motivi che non sapeva.
Nulla di strano se non una scatola davanti a un muro, dove c'era il passaggio segreto.
Si era svegliato quando qualcuno sarà uscito, si sedette davanti ad essa e posò accanto la candela, arrivò anche Reddie che l'aveva lasciato per sbaglio acceso.

Non era così fiducioso.
Non si fidava ad aprire quella scatola, poteva essere una trappola.
L'ultima volta che aveva aperto una scatola si era ritrovato gli occhi di Mamoru e non era stata una bella giornata. Era molto simile alla scorsa e non lo incoraggiava ad aprirla.
Non aveva poi tutti i torti ma magari si sbagliava e c'era...c'era un bel regalo. Da parte di Monoaki o qualcun'altro di sconosciuto e per nulla sospetto.
Assolutamente rassicurante.

La scatola di...oddio come si chiamava il tipo del gatto vivo o morto?
E poi perché pensava a questo invece di fare qualcosa?
Doveva ammettere che era curioso quindi la voglia di aprirla c'era.
Però era consapevole che non fosse un ottima idea.
Quindi era bloccato a osservare questa maledetta scatola assieme al passerotto robottino.

Doveva pensare in modo razionale.

Doveva essere razionale.

Non cedere alle tentazioni.

Infatti aprì la scatola con un gesto veloce e deciso, sapeva che avrebbe vinto l'impulsività.

C'era un cuore.
Un vero cuore umano.
Con tanto sangue e un bigliettino attaccato al coperchio.
"Stai giocando con il fuoco Biancaneve, la prossima volta ci sarà il tuo cuore.
Non è carino distruggere le cose altrui.
Ti mancava l'amore del tuo principe vero? Ecco il suo cuore! Spero di essere statx d'aiuto :)"

Un'altra volta.
Un'altra volta la stessa storia.
Aveva un incredibile senso di dejavu e non bastò per mantenere il controllo.
Aveva nuovamente esagerato.
La vocina razionale stava in silenzio, era inutile cercare di calmare quella melma nera che dal cuore andava in tutto il suo corpo, stava prendendo possesso di ogni suo organo e muscolo.
Era troppo.
Era troppo.
Nella sua mente c'era solo un orribile immaginazione del corpo morto di Mamoru venire aperto e distrutto per cosa? Per fare dei dispetti? Per ridicole vendette? Perché aveva rotto delle stupide fotografie? Era sceso così in basso?

Va bene.
Voleva giocare così?
Va bene.
Sarebbe stato al gioco.
Perché si era stufato a farsi mettere i piedi in testa da un pezzo di merda, da qualcuno che dovrebbe essere loro amico ed invece era un loro nemico, che li aveva messi in mezzo a un loro piano e di cui loro sono ingiustamente coinvolti.
Coinvolgeva qualcuno morto tre anni fa e che non c'entrava nulla! Si era stufato di tutta la situazione e voleva agire dopo tanto tempo.

Avrebbe dato dinuovo retta alla rabbia e questa volta non aveva nessun piano ma solo un obbiettivo: vendicarsi.

Poteva ucciderlo.
Poteva semplicemente ferirlo.
Non importava, bastava che soffrisse e sfogasse la sua rabbia su di lxi.
Come faceva lo stesso Monoaki.

Era nuovamente armato di pistola.
Corse fuori dalla camera seguito dal passerotto che iniziò a cinguettargli contro e tenerlo per la manica del pigiama, ma era troppo debole per poterlo veramente fermarlo e correva troppo velocemente.

Aveva un unico pensiero: Monoaki.
Doveva trovarlx e farlx le peggiori cose, tanto se moriva non sarebbe stato punito al trial, poteva anche esagerare senza problemi e nessuno ci sarebbe rimasto male. Tranne Kazuya.
Avrebbe fatto un favore a tutti.
Avrebbe vendicato Hannes e Roza, soprattutto Mamoru e tutti i suoi compagni di classe.
Avrebbe fatto giustizia.

Non sapeva che non fosse il primo ad aver provato a fare la stessa cosa e non era finita bene.
Aveva avuto conferma che sarebbe stato un fallimento per esperienza ma era un ragionamento troppo razionale e non l'avrebbe fermato.

Shou era completamente cieco dalla rabbia.

Il pensiero divenne cosi ripetitivo e forte fino ad arrivare al punto che non riusciva veramente a pensarlo, era diventato una parte di sè e giudava in automatico il suo corpo, aveva preso il controllo dalla sua coscienza.

Salì all'ultimo piano.
Fu così fortunato.
Monoaki era uscitx dalla biblioteca, stava messagiando a qualcuno, poco importava perché qualche secondo dopo si ritrovò al muro e le mani del corvino al collo.
Il fiato iniziò a mancare, la presa era bella forte e stretta, ma non si scompose.
Non era la prima volta che provavano ad ucciderlx, era abituata a quelle sensazioni e all'improvvisa apnea.

<mi sa che non ti è piaciuto il mio regalo, preferivi la sua testa o il suo cazz-> non finì la provocazioni per un colpo secco in mezzo alle gambe, solo per quello odiava essere nato uomo, le mani si tolsero dal collo solo per tirargli un pugno in stomaco e colpire alla schiena quando si piegò, cadendo a terra.
<giuro che oggi ti ammazzo!>
<sei così ripetitivo e poco originale> disse prima di incassare un bel calcio e bloccarlo non solo aggrappandosi alla gamba con le mani ma anche con un bel morso, fece forza e riuscì a farlo cadere, bloccò un'altro calcio e si alzò in piedi per qualche secondo prima di essere tirato nuovamente giù per i capelli.

Era fuori controllo.
Un unico obiettivo.
Non sapeva minimamente quello che stava facendo.
Lo faceva e basta.
L'importante era il suo obiettivo.

Ilx scacchiata sopra l'altro, riuscì almeno a mettersi sedutx, un morso alla mano per liberarsi in parte, come farebbe un cane, un pugno e una gomitata allo stomaco da parte del corvino ma non lo liberò, anzi affondò di più, aveva una mano bloccata.
L'altra però era libera.
L'altra però era riuscita a prendere la pistola e a puntarla dritto in volto dellx scacchista.

<scacco matto.>

Il sorriso da sfotto irritò Shou ma riuscì a rallentare quel dito che stava per premere il grilletto per qualche secondo, quanto bastava per dimostrargli che non aveva il controllo.
Le mani di Akio erano completamente libere.
Liberò la bocca solo per potersi muovere meglio, bloccare a terra la mano armata e con l'altra rubargli la pistola, le tirate di capelli non la fermarono, erano deboli e alla fine mollò la presa e ora era Shou ad avere puntato in fronte l'arma.
<pensavi veramente di riuscire a farmi scacco matto Shou?>

<sai sei così noioso e facile da manipolare, è bastato poco per farti arrabiare, un stupido regalo. Non serve neanche che mi sforzi a trovare qualcosa di originale perché sei così patetico come il tuo fidanzatino. Siete entrambi così insopportabili>
Commentò con tono freddo anche se aveva un bel sorriso in volto.
<non...non parlare così di Mamoru!> lo guardò con odio, nascondendo la paura di quel ferro al contatto con la sua pelle con la rabbia e la melma che piano piano se ne andava.
<aww ti sei nuovamente offeso? Ora cosa farai? Distruggerai la lettera di Hiroko? Cercherai nuovamente di uccidermi? È così facile controllarti e farti entrare nell'animo del gioco. Basta un piccolo fatto che ti colpisca minimamente nel personale e tu cerchi di fare fuori qualcuno. Pensi di avere il controllo delle tue azioni ma sei sempre sotto il controllo di qualcun'altro. Sei sotto il mio controllo, di Akikuma, della mente e del killing game. Sei solo una patetica pedina, non il giocatore della partita>

Aprì la bocca per parlare ma venne zittito dalla pistola che si posò sopra alle sue labbra.
<so cosa stai per dire perché sei così tremendamente prevedibile. No non hai il controllo. Non pensare di essere il più furbo tra tutti come ha fatto il tuo fidanzatino, perché sei caduto dritto nella mia tentazione. Hai cercato di uccidermi più di una volta, stavi per uccidere qualcuno e questo ciò che vuole il killing game e ciò che volevo io. Sei così stupido. Ridicolo. Patetico. Noioso. Fragile. Una pedina perfetta e sacrificabile> si avvicinò al suo volto e la pistola si spostò alla sua tempia <Mamoru pensava di dimostrare la sua indipendenza ammazzandosi, voleva dimostrare che non era sotto il controllo di nessuno...peccato che era proprio ciò che mi serviva per fingere di averlo ucciso, per fingere che fosse la talpa, per fingere di essere la mente. Era sempre sotto il mio controllo ma insisteva così tanto a dirmi che non era vero.>

<il tuo discorso non ha senso. Ma dimmi, illuminami, qual è il tuo piano adesso? Che vuoi fare?>

L'altro gli rise in faccia e allontanò la pistola dal volto <nulla! Stai facendo tutto tu! Infatti...se tu sei qui e Reddie è anche qui> fece una piccola pausa per indicare con l'arma l'uccellino robotico accanto a loro <Kichirō con chi è?>

Pochi secondi di silenzio.
Così pochi ma così lenti, sembrava che il mondo si fosse fermato.
Silenzio nella sua mente.
Il giusto per concedersi silenzioso ragionamenti sulle recenti frasi dette dallx maggiordomo.
Kichirō non era con lui.

Kichirō non era con Reddie.

Kichirō...era da solo.
Kichirō...era...da...solo.
KICHIRŌ ERA DA SOLO.

AVEVA LASCIATO KICHIRŌ DA SOLO.

INDIFESO. SENZA AIUTO. IN PERICOLOSO.

CHE CAZZO AVEVA FATTO PER COSA POI? PER PROVARE A UCCIDERE E DIMOSTRARSI PIÙ INCAPACE E IDIOTA DI PRIMA?
no no no NO NO NO NO NO NO NO.
KICHIRŌ ERA DA SOLO.

<CHE GLI VUOI FARE? CHE GLI HAI FATTO?> gli chiese con tono tutt'altro che calmo e con la stessa energia che l'aveva spinto prima a combatterlo senza nessun piano e ragione.
<come ti ho già detto nulla, dovresti preoccuparti su come lui si vuole ammazzare oggi>

La mano libera e morsichiatta riuscì a tirare un pugno in pieno volto all'altro per allontanarlo e non averlo più addosso. Un bel pugno secco.
Non gli importava neanche di riprendersi la pistola e ucciderlo, pensò solo a sbrigarsi e correre verso camera sua, il più veloce possibile, sperando che non sia troppo tardi.
<CORRI BIANCANEVE! CORRI!>

Forse non era successo nulla.
Forse Kichi stava solo dormendo.
Forse Kichi stava bene.
Stava cadendo in un'altra sua provocazione?
Stava cadendo in un'altra sua trappola?
Aveva ragione.
Kichi era da solo e poteva (TW) tagliarsi e ammazzarsi.
Kichi era da solo e poteva avere bisogno di lui.
Non c'era tempo per pensare ad altro, per ragionate e riflettere. Non avrebbe fatto aspettare Kichi.
Corse veloce come prima, Reddie faceva più casino di prima e arrivò per primo alla porta della camera del corvino.
Lo raggiunse, prese il pomello e iniziò a spingere ma nulla. La porta non si apriva. La porta era chiusa. Perché durante il night time non si potevano aprire da fuori.

LA PORTA ERA CHIUSA CAZZO.
Cosa doveva fare adesso?
Non poteva entrare!
Poteva essere successo di tutto a Kichi e lui non può fare nulla! Nulla!
Provò a spingere più forte, a sfondare la porta, tirava calci e pugni a quel legno duro e scuro, ma non succedeva nulla. Si faceva solo male e le sue nocche diventarono rosse per il sangue, facevano male ma continuava a tirare pugni.
Non lo faceva con rabbia, aveva solo paura.
Paura di perdere anche lui.
Paura di non salvare anche lui.
Doveva entrare.
Doveva entrare!
DOVEVA ENTRARE!
DOVEVA RITORNARE DA KICHIRŌ!

<KICHI? KICHI!! KICHI STAI BENE?!>
<Shou? Che ci fai qui fuori?>
Pensava che la sua voce venisse da dietro la porta ma non fu così, si girò di scatto verso il rosso in piedi in mezzo al corridoio assieme alla pianista.
Un'altra corsa, questa volta il passerotto non provò a fermarlo e si buttò verso il Dungeon Master stringendolo in un forte abbraccio.
Le mani gli accarezzavano i capelli e la schiena, si voleva assicurare che fosse veramente lui e se stesse bene, l'altro ricambiò subito vedendolo così agitato e le sue carezze lo calmarono lentamente. Posò il volto tra spalle e collo del rosso, sentì la fatica della corsa e dinuovo i dolori della rissa fatta poco prima, oltre alla stanchezza della notte.
Non voleva neanche dire dov'era e rimase il silenzio.

Kichi stava bene.
Kichi stava bene.
Kichi...stava veramente bene?
Si staccò solo per poterlo vedere per bene in volto, i suoi occhi lucidi e rossi, avrà pianto, eppure era così serio in volto e così spento (TW) lo sguardo cadde sui suoi polsi bendati...e rossi. Un rosso accesso, non erano bende vecchie...erano nuove.

Kichi non stava bene.
Kichi non stava bene.
Si abbassò la mani per coprire i polsi.
<scusa scusa>
Lo strinse nuovamente a sè, chiuse gli occhi e potè sentire quanto fosse rigido adesso <scusa scusa scusa! Non dovevo lasciarti da solo, non dovevo andarmene, io dovevo essere con te! Io dovevo esserci sempre per te e invece...non c'ero! Non c'ero! Scusami Kichi scusami veramente!>
<Shou non ti devi scusare, non ha senso che ti scusi>
<si invece! Dovevo imperdirtelo! Dovevo...proteggerti...scusa scusa scusa- ho fallito anche questa volta. Scusami>
<tu non centri nulla, non->
<scusami! Scusami!>

<Shou> a chiamarlo fu la pianista che gli mise una mano sulla spalla e attirò l'attenzione del corvino <non hai nessuna colpa e non devi scusarti. Non potevi saperlo ok? Non puoi sapere ogni cosa che farà Kichirō in futuro. L'importante è che sta bene no?>
<giusto...tu cosa ci fai sveglia?> le chiese subito dopo e non aveva intezione di staccarsi dall'altro.
<non riuscivo a dormire quindi sono andata a farmi una camomilla, in cucina ho incontrato Kichi e abbiamo parlato, poi ho deciso di accompagnarlo in camera mia perché tu non c'eri e non volevo lasciarlo da solo>

<beh...ti disturba se...mi aggiungo? Non riesco a entrare in camera mia e non voglio girare di notte nei passaggi segreti> si imbarazzava a chiederle questo e arrossì sentendola ridacchiare.
<certo! Così tu e Kichirō potete stare assieme!> disse e aprì la sua porta con lo stupore degli altri due, il trucchetto era semploce, bloccare la porta con un oggetto come un libro.
Kichirò entrò e prima di seguirlo a ruota il corvino fermò l'albina, a bassa voce e vicino al suo orecchio le chiese <di cosa avete parlato? Tipo...del perché lui (tw) taglia?>
E l'altra lo imitò <se sapessi qualcosa non ti direi nulla, voglio che sia Kichirō stesso a dirtelo e lo farà quando sarà pronto>
<lo so però->
<Shou. Non forzarlo.> e dopo quelle parole finalmente entrò.

Lasciò il suo letto ai due fanciulli, che si sentivano in colpa a farla dormire seduta alla scrivania! E riuscirono a convincerla a dormire con loro, tanto ci stavano in tre nel letto e aveva il diritto di picchiarli se russavano o parlavano nel sonno.
<non mi darete fastidio, state tranquilli> rispose sorridendo, spense la candela e si sdraiò girata verso i due nel letto, con il rosso al centro e ancora attaccato al corvino.
<notte Shiro>
<notte Shou>
<notte e grazie mamma>
Ci fu un attimo di silenzio dopo quelle parole prima che Shou scoppiasse a ridere e Kichirō morisse dell'imbarazzo.
La fanciulla cercò il suo volto per dargli una carezza e trattenne le risate
<notte e prego Kichirō>

Ore: 07:00 a.m __ Giorno 23 _________
Luogo: camere da letto _____________

Kichirō fu l'ultimo a svegliarsi dopo il suono delle campanelle e faceva strano svegliarsi in un'altra stanza, non quella a cui ti eri abituato per giorni, rimase a fissare il soffitto per qualche secondo.
Cercava un contatto con la realtà circostante.
Le lenzuola calde e morbide, lo avvolgevano e con le mani poteva sentirle, completamente diverse dal pigiama che lo copriva e lo riscaldava. Un calore meraviglioso e rilassante.
Ma non aiutava l'incredibile mal di testa che lo colpì all'improvviso e fu una delle cause del suo risveglio.
Era stupido concentrarsi su questo, quando se ne rese conto decise di alzarsi e incontrò la freddezza del pavimento che lo fece rabbrividire.

I due fanciulli, Shou e Shiro, erano già svegli, e il corvino non smetteva di osservarlo e di stargli appresso e cercò solo di ignorarlo per non irritarsi.
Si sentiva un vecchio malato a un passo dalla morte, con il suo nipotino che lo aiuta ad alzarsi, a camminare, gli prendeva tutto e gli aprì pure la porta del bagno.
Fu in quel momento che l'armatura di pazienza, molto fragile, si disintegrò
<senti Shou già che ci siamo, vuoi pure aiutarmi a spogliarmi e vestirmi?>
<EH? Cosa? N-No no no->
<chiedevo perché magari pensavi che non riuscissi a fare neanche questo!> il tono era diverso, più aggressivo e ciò confuse gli altri due.

<ti volevo solo aiutare Kichi, dopo ieri->
<Shou mi sono semplicemente tagliato e ho mal di testa! Mica ho avuto un incidente e mi sono risvegliato da un coma! Posso farcela da solo, grazie>
Detto ciò il rosso chiuse la porta con forza e in faccia al Birdwatcher che rimase pietrificato da quelle parole.
<uh...se ti serve aiuto->
<mi vuoi veramente vedere nudo?>
<ASSOLUTAMENTE NO- SENTI- LASCIA STARE E FAI DA SOLO>

Per velocizzare decisero di separarsi, la pianista nella sua camera e il corvino nella sua, quest'ultimo fece il più veloce possibile perché Kichirō ci stava mettendo tanto a prepararsi e non furono poche le volte che bussò per chiedere se fosse tutto apposto. Aveva ottenuto solo risposte scortesi come "sto bene, tranquillo che non sto cercando di ammazzarmi dinuovo!" o "aspetta che ora prendo una lametta"
Non serviva un genio per capire che Kichirō non stesse bene, oltre al gesto estremo di ieri, il comportamento di quella mattina era stranissimo. Forse si sarà solo svegliato con la luna storta? Era inutile provare a non preoccuparsi per il corvino, si morse il labbro per zittirsi e non chiedere per la millesima volta in un minuto "come stai? Tutto ok Kichi?".

Finirono di prepararsi e raggiunsero gli altri come ogni mattina, mettendosi a correre perché Kichirō era partito a tutta velocità all'improvviso e Shiro quasi caddette per le scale.
Però erano pronti a ripete la routine e partecipare alla inaspettata riunione fatta da Jun.
Tra tutte le stranezze di quella mattina c'era pure l'assenza di Kazuya, Shou era pronto a chiedere al suo solito gruppetto per poi ricordarsi che era rinchiuso in camera sua. Se anche non fosse così ne dubitava che sarebbe uscito. Era un loro nemico, un traditore e agitato com'era non si sarebbe trattenuto nel menarlo ancora.

Seduto al suo posto fece la sua solita osservazione mattutina e ormai era giornata delle stranezze.
Shiro si mise vicino a Shinobu invece di mettersi al suo solito posto che era vicino a Yumeri, non le diede neanche il buongiorno e l'altra si mise solo a osservarla come faceva il nostro mafioso di fiducia.
Parlando di Jun'ichi stranamente Goro gli stava parlando, non erano messi vicini, ma gli stava raccontando qualcosa legato all'industria fumettistica e consigli su come far passare un forte mal di testa. Quella chiacchierata attirò gli sguardi pieni di odio da parte di Elviira che decise di non unirsi alle chiacchiere di Nori e Kaoru ma stare per conto suo a fare colazione. Poteva capirla e si stupì del suo autocontrollo, non avrebbe fatto lo stesso al suo posto.
Kazuto e Jun stavano avendo una piccola discussione, con lui che la incitava a rileggere qualcosa scritto in quei appunti e lei rispondeva con una pernacchia e dei bellissimi "no fuck you little bitch" ripetuti a ogni sua affermazione.

Come ogni mattina arrivarono i Aki con alcuni piatti richiesti separatamente e fuori dal buffet, ormai li portavano senza avere preso un preciso ordine. Un piccolo gesto di gentilezza che stonava con le loro figure da assasini ma ci stava per il loro essere maggiordomi.
Gli portarono pure il caffè ma non si fidava, soprattutto se lo aveva fatto Monoaki ed era lxi a portarlo, magari questa era la volta buona che fosse avvelenato.
Ne aveva bisogno? Certamente, si sentiva stanchissimo e per questo che non lx disse che non lo voleva.
Non servì neanche dirlo perché Kichirō prese la tazzina e la buttò a terra appena questa si posò sul tavolo e fece lo stesso con la sua omelette attirando l'attenzione di tutti.

<Kichi...che stai facendo?!> gli chiese vedendo che l'altro si era bloccato un attimo, in piedi, a guardare il vuoto tra lui e ilx sicilianx. Passarono pochi secondi prima che si mise a prendere tutto il cibo davanti a lui e buttarlo a terra e contro i muri.
<COSA STO FACENDO IO? CHE STATE FACENDO VOI? CI VOGLIONO AMMAZZARE! ANNIENTARE! E VOI MANGIATE IL LORO CIBO!? SHOU CI VOGLIONO AMMAZZARE!!> urlava e lanciò contro ai maggiordomi la povera omelette buttata che terra. Prestava i piedi e le mani iniziarono a lanciare anche i bicchieri di vetro.

<NON AVRETE MAI LA MIA VITA! NON DINUOVO! NON DINUOVO CHIARO?! DOVEVATE MORIRE QUEL GIORNO! DOVEVATE MORIRE BRUTTI BASTARDI!>
<Kichirō calmati, non serve fare questo dramma> gli disse il biondino facendo un passo in avanti ma si fermò prima di venir preso dal bicchieri.
<Kichirō smettila. Quei bicchieri costano e vuoi fare del male ai tuoi amichetti?> fece lo stesso anche Akio e riuscì a schivare quel bicchiere che arrivava dall'alto verso il suo volto.
<STATEMI LONTANO! STATEMI LONTANO! NON HO PIÙ BISOGNO DI VOI!>

Stava dicendo cose senza senso per tutti i partecipanti.
L'avevano capito che non stesse poi così tanto bene ma vederlo così era così impressionante anche per chi lo conosceva di più come Shou e Shiro.
Cosa prendeva al loro Kichi?
Perché era così aggressivo?
Perché era così agitato?
Perché era così cattivo?
Non solo con loro ma anche con Aki fino a capovolgere tutta la stanza per attaccarli.
Poi quelle parole non avevano senso.
Era come sentire un vecchio pazzo che ripensa alle guerre in Vietnam.
Non erano gli unici confusi dalla sua reazione, lo erano anche i maggiordomi che si lanciavano occhiate preoccupate.
Che dovevano fare?
Che aveva Kichirō?
Non si era mai comportato così e non era la prima volta che si alterava in pubblico, l'aveva già fatto con Nicolas e non era così.

<ANDATE VIA! LASCIATEMI DA SOLO! LASCIATECI DA SOLI!>
E sbattè ripetutivamente a terra la sedia dove era seduto ma non riuscì a spaccarla, era troppo debole per farlo.
A fermarlo ci pensò la pianista, si fiondò su di lui rischiando di prendersi un pugno in faccia, fu molto più veloce di Shou che era manco a un metro di distanza completamente bloccato da quella scena.
Che stava succedendo al suo Kichi? Perché si comportava all'improvviso così?

<Kichirō smettila> gli disse l'albina ma altro urlava le solite frasi confuse e incomprensibili.
<KICHIRŌ SMETTILA!> alla fine a urlare fu la stessa Shiro ma non bastò per zittirlo perché si mise a urlare quelle frasi.
<ok Kichi andiamo.> furono le sue ultime parole prima di strascinare via di forza il Dungeon Master lasciando nella stanza un silenzio rotto dalle parole fredde e secche di Monoaki.
<per essere chiari, lo pulirete voi questo casino>

Ed è quello che fecero dopo la veloce colazione, anticipando la loro punizione e garatendosi il pomeriggio libero, una piccola gioia in quella giornata iniziata nel modo sbagliato.

Inutile dire quanto Shou fosse preoccupato per Kichirō ma fu costretto da Yumeri ad unirsi alle pulizie nella sala da ballo e di stare tranquillo, era con Shiro e non avevano nulla di cui preoccuparsi.
L'unica cosa che non riusciva a fare era proprio strare tranquillo e finì per far cadere un quadro rinascimentale vicino all'ingresso, per poco non lo prendeva in testa e mostrò un quadro elettrico nascosto. Per quanto la struttura volesse mostrarsi dell'epoca ottocentesca c'era qualche luce artificiale che illuminava per bene il posto durante il giorno.
L'avranno nascosta per non rovinare l'atmosfera e impedire a qualcuno di fare brutti scherzi come un improvviso blackout, si sbrigò a mettere apposto e nessuno lo vide.
O così pensava.

In ogni caso appena finirono di pulire riuscirono a fare questa riunione prima di pranzo e rimasero al piano terra solo per pura pigrizia da parte di Jun che aveva nuovamente perso la voglia di fare una riunione organizzata da lei stessa. Troppa fatica e troppo impegno, non erano cose da lei e lasciò il suo taccuino a Jun'ichi.
<spero che non sei ancora preso dalla cannabis per poter ragionare in modo lucido> gli disse e tutti lo guardarono con fare confuso, tranne chi fosse testimone di quello che era successo ieri in biblioteca.
<sono lucidissimo, l'unico problema sono i tuoi appunti>
<i dont care about your opinion! Non ho tempo da perdere come te e Goro che oltre a farvi le sigarette curiose fate mille fogli per tutti!>
<sei un caso perso> commentò e girò il taccuino per far vedere a tutti le pagine prima di provare a fare una discussione.

<analizziamo i nuovi punti uno alla volta senza fare troppo bordello, se avete dubbi chiedete. Per essere chiari ieri nella stanza segreta ha trovato solo tanti schermi che fanno vedere tutta la villa, delle radio collegate alle due fazioni nemiche, delle email da parte di una certa Hiroko, amica dei Aki, e tante armi.> disse il mafioso facendo il gesto di fumare con una penna, solo perché non voleva infastidire qualcuno come Kazuto fumando una vera sigaretta.

<inizierei dall'email di Hiroko con la lista dei nuovi partecipanti di Macabre Dance, il nostro killing game, ed è tutto alle spalle del nostro carx lxi, il mastermind.>
<quindi in breve noi non dovevamo essere qui. Ma inizialmente avevano programmato di prendere altri Ultimate, poi i Aki e Hiroko hanno cambiato per un loro piano che non c'entra nulla con lo Show del mastermind> disse subito dopo Jun guardando il vuoto e massagiandosi il mento
<esatto. Non può essere fatto a caso, non è un cambio come fanno ogni tanto in TV con gli attori.> concordò Goro e la biondina fece la prima domanda <cosa c'entriamo noi con loro? Che siano legati ai nostri sogni e ricordi nascosti?>

<in effetti nei tre incubi che sappiamo sono legati al conflitto tra disperazione e Future Foundation. Come avevamo pensato all'inizio noi c'entriamo qualcosa e non siamo dei semplici Ultimate. Il problema è capire da che parte stiamo> quella di Shou non fu una vera risposta per Nori ma servì per iniziare un dibattito a riguardo, l'altra corvina riprese i suoi appunti dalle mani del mafioso
<abbiamo Kaoru che si è sognato come Shinigami, Goro come membro della Future Foundation e Shiro come un spettatore. Difficile come situazione, like dudes, abbiamo unx che potrebbe essere il mastermind, uno che potrebbe essere collega dei Aki e una che non ci fa capire quale dei due potrebbe essere una maggioranza>
Kaoru si immobilizzò alla affermazione della scammer e non controllò se effettivamente lo stessero osservando con sospetto o fosse solo una sua impressione data dal panico.

<piano con le parole e non iniziare dinuovi ad accusare come avevi fatto con Kichi> commentò il Birdwatcher facendo sbuffare l'altra.
<per quanto mi riguarda potremmo essere 50/50 tra Shinigami e membri della Future Foundation, o un solo Shinigami e il resto Future Foundation o il contrario> e aggiunse subito dopo con un sorrisetto provocatorio <ma non trovi strano che tra tutti Kaoru si sogna come uno Shinigami?>

<io non mi ricordo nient'altro! Sarei un stupido mastermind da farmi togliere ricordi del genere! Che senso ha?> cercò subito di difendersi Kaoru da quelle parole <poi non mi piace essere considerato uno Shinigami adesso per un sogno!>
<secondo questo ragionamento allora Goro potrebbe essere la seconda talpa perché ha sognato di essere dalla parte della Future Foundation come potrebbero essere i Aki e Kazuya!> aggiunse Shou cercando di mantenere la calma <ma dubito fortemente che possa essere lui! Come dubito che sua Kaoru il mastermind con solo una prova! Evita di rimetterti ad accusare gente per una minima cosa e potresti invece accusare gente giusta come la seconda talpa e dire a tutti chi sia->
<solo se mi dai una ricevuta un numero con 10 zero>

<scusate....quindi era avvenuto uno scambio di partecipanti, da un gruppetto di 20 innocenti a 20...colpevoli? Partecipanti a una guerra? Un po' Shinigami e un po' membri della Future Foundation?> cercò di riassumere Elviira che non era molto convinta di star capendo i loro discorsi <però...se i Aki fossero membri della disperazione, di Junko e compagnia bella, perché mettere anche dei Shingami? Come mastermind o Kaoru? Mentre se sono membri della Futufe Foundation, perché mettere anche dei altri membri come Goro? Metterebbero in pericolo dei loro compagni!> disse l'acrobata <da che parte stanno i Aki? E di conseguenza anche le talpe? Potrebbero sapere qualcosa...no?>

<potremmo provare a interrogare Kazuya per ottenere informazioni, potrebbe saperne di più d questa facenda ma dubito che risponderà ma se lo torturiamo-> disse Kazuto.
<dude you are such a creep, ora capisco perché il governo ti ha scelto> commentò Jun guardandolo con fare disgustato.
<non ha tutti i torti>
<sei un mafioso ovvio che sei d'accordo>

<comunque> prese parola il Birdwatcher <una cosa certa è che stanno dalla parte di una certa "lei" che Hiroko ha nominato in una delle sue email. Qualcuna che non è ilx mastermind. E questa qui da che parte sta? Boh. Nella prima stanza segreta e nelle email non abbiamo visto nulla che ci risolva il dubbio perché non si sa per chi è quella macchina per il controllo mentale d Akikuma, magari l'avrà fatta per Junko ma ne siamo veramente sicuri? Magari era in realtà per la F.F? O...boh?? E c'erano delle radio tipo quelle che usano i poliziotti per comunicare per la Future Foundation e il governo di Junko! Non si capisce nulla...poi loro sono così strani e ambigui. >
<se scopriamo da che parte stanno di conseguenza scopriamo chi sono i nostri alleati e potremmo usare le radio per chiedere aiuto e farci salvare!> disse Nori con un leggero sorriso e quell'affermazione piena di speranza fece brillare gli occhi di tutti i presenti.
Potevano chiedere aiuto.
Potevano salvarsi.
Potevano vivere.

C'era veramente questa speranza?

<poi...cosa super nuova...perché Kichirō diceva quelle strane cose agli Aki?> chiese nuovamente Elviira e si girò verso Shou <tu lo conosci meglio di tutti noi oltre a Shiro, sai qualcosa?>
Il corvino fece no con la testa, sapeva che il rosso stesse bene ma tutta questa storia non c'entrava nulla, non si tagliava per questo <no...assolutamente no, scusate ma non so nulla, non so se è una cosa passata o recente, potrei provare a chiederglielo dopo>

La riunione si finì come sempre: zero certezze e più domande.
Almeno li aspettava un bel pranzo all'italiana, spaghetti al sugo, e mangiarono in compagnia del mastermind e dell'unica talpa rimasta.

___ ___ ___

<spero che non sia dinuovo uno dei strani piani di Nori>
<non dire così Kaoru...e poi perché dovrebbe farlo?>
<lunga storia di quando eri fatto.>
<potresti non ricordamelo ogni due minuti? È stata solo una->
<cinque>
<sigaret->
<canne. Cinque canne.>
<ho capito! Non serve che me lo ripeti!>

I due rimasti di un vecchio trio stavano aspettando la biondina nella sala giochi e si misero a fare una veloce partita a biliardo per passare il tempo.
Non erano neanche poi tanto in anticipo, dovrebbe arrivare a momento no?

Passarono dieci minuti.
Decisero di cambiare gioco e a fare un po' di freccette, prendendo più il muro che altro perché non riuscivano a stare seri e concentrati.
Passarono venti minuti.
Decisero di prendere le stecche del biliardo e mettersi a fare una veloce lezione di scherma dove Kaoru mostrò il suo Ultimate.
Passarono trenta minuti e di Nori neanche l'ombra, si stavano genuinamente preoccupando per questo grande ritardo.
Dov'era finita la biologa?
Era inutile cercare di non pensare alle peggio cose come un omicidio.

Scattarono verso la porta, la aprirono insieme e si ritrovarono davanti a loro proprio la fanciulla con in mano una teglia di biscotti scuri, molto probabilmente bruciati, ed era ancora sporca di farina e cioccolato, indossava anche uno dei grembiuli divertenti di Akikuma.
<tada~ ho avuto alcuni problemi ma- ho fatto dei biscotti del perdono!> Fece un sorrisetto e li porse ai due.

<scusate veramente per aver origliato un momento vostro privato, per aver insistito tanto ed essere sembrata così...così poco empatica? Avere molta fretta? Sembrare un po' soffocante? Si. Tutti termini giusti. Scusa soprattutto a te Kaoru per quello che ho fatto con Shinobu>
<...no aspetta cosa? Tu cosa hai origliato e che hai fatto con Shinobu?> chiese Goro rovinando completamente il mood di questa scena e la biondina cercò di non scoppiare dal ridere per l'imbarazzo.
<Oh...doveva raccontargli tutto? Ops- beh io accetto le tue scuse ma non mi fido dei tuoi biscotti> rispose ilx schermidore.
<ma sono buonissimi! Giuro!>
<scusate cosa ha fatto Nori??>

Seduti al bancone del baretto e mangiando quei biscotti che non erano completamente bruciati e con tanto cioccolato, i due raccontarono al mangaka del piano fallimentare per riunire Kaoru e Shinobu, comprese entrambe le parti e ringrazio Nori per preoccuparsi tanto di loro ma di pensarci più volte su quello che vorrà fare la prossima volta.
Cambiarono subito dopo argomento con una bella partita a freccette e biliardino.

Ridevano.
Erano così felici.
Urlavano.
Ridevano.
Ridevano tantissimo.
Si erano messi anche a cantare.
Si stavano divertendo anche senza di lei e Kazuya.
Come se non fossero mai stati membri di quel gruppo, completamente cancellati dalla loro memoria.

Così pensava Shinobu, appoggiata alla porta e poteva solo ascoltare quel momento tra i tre, non riuscendo a trovare la forza per entrare e farne parte.
In mente aveva solo questo pensiero: stanno bene anche senza di te, ma non è il contrario, lei non sta bene senza di loro.
Era inutile che fingeva che quel loro comportamento non le faceva male.
Era inutile aspettare che fossero loro a fare la prima mossa.
Si stavano divertendo anche senza di lei.
Non c'era bisogno di cercarla.
Era inutile sistemare tutto.
Per cosa? Per cosa si stavano allontanando? Che cosa aveva fatto? Che cosa aveva sbagliato?

Perché anche loro la stavano abbandonando senza poter chiedere scusa e chiarire?
Perché anche loro la odiavano?
Perché anche loro?
Le bastava sua sorella.
Le bastava l'abbandono di sua sorella come dolore, non voleva altri ancora.
Non voleva essere nuovamente sola.
Non voleva perderli come ha perso sua sorella.

Dovrebbe entrare? Fare lei il primo passo?
Rischiando di rovinare il loro momento felice? Se non ora che sono tutte e tre vivi quando dovrebbe farlo?
Per dire cosa?
Per scusarsi di cosa?
Cosa aveva fatto di sbagliato?
Aveva un atteggiamento brutto? Detto qualcosa che non doveva dire? Li aveva offessi in qualche modo?
Perché la stanno lasciando sola?

Aveva solo domande, domande che se dette avrebbe causato un litigio e avrebbe comportato a urla e a una separazione netta.
Non voleva discutere anche con loro.
Non aveva mai amato le discussioni.
Non aveva mai amato la solitudine.
Non voleva fare guerra con loro, voleva solo la pace e tornare a divertirsi come prima.

Era possibile ciò?
Non lo avrebbe mai scoperto se non si decidesse adesso se entrare o no.
Di essere lei ad agire o aspettare.
Doveva prendere una decisione e non era facile per Shinobu.

Poteva accadere di tutto.
Quel passo in avanti, la sua presenza in quella stanza o meno, avrebbe comportato a grandi conseguenze magari anche disastrose o non sarebbe cambiato nulla.
Non c'era nessuna certezza.
Nessuno che le diceva cosa fare.
Il suo cuore era preso da quel dubbio quanto il suo cervello.
Non sapeva cosa fare.

Se non l'hanno invitata ci sarà un motivo no?
Magari...non faceva parte del gruppo quando loro e lei forse è destinata a stare sempre da sola...
<hey Shinobu> si girò di scatto e si ritrovò dietro di lei Shiro.
<si Shiro?>
<tutto ok?> le chiese e per un momento temeva che avesse iniziato a piangere e l'avesse sentita, si strofinò gli occhi e il volto ma erano asciutti.
<si...sto bene>
<menomale! Ti va di suonare con me? O ascoltare o...non lo so! Ho bisogno un po' di compagnia e musica, non farò brani troppo rumorosi stai tranquilla>

Shiro voleva la sua compagnia?

<uhh certo! Non ho altro da fare- va benissimo> rispose e l'albina la prese per mano trascinandola via verso la stanza della musica, coprendo con le risate del trio impresse nella sua mente con dolci e avvolgenti sinfonie.

___ ___ ___

<SHOU!!! SHOU! SHOU! S H O U! S H O U!! SHOU DOVE SEI?? SHOU!!! SHO- AHIA!>
A fermare le urla di Kichirō, in mezzo alle scale del primo piano fu proprio il corvino che gli diede un pugno in testa.
<guarda che non serve che urli così forte cretino! Ti sentivo anche se parli normalmente!> disse con fare incazzato ma sul volto aveva un piccolo sorriso, divertito e felice di vedere che il rosso era a modo suo più tranquillo.

<comunque perché mi chiamavi in modo così disperato? È successo qualcosa di grave? Stai mal->
<mi annoio e volevo passare il tempo con te> rispose subito Kichirō, non facendo finire di parlare all'altro che lo guardò un po' stupito da quella sicurezza nelle sue parole, non c'era minimamente segno della solita timidezza del rosso.
<vuoi stare con me?>
<si, è quello che ho detto! Preferisci che lo passo a tagl->
<NO NO NO NO! NON DIRLO NEANCHE PER SCHERZO!>
L'altro ridacchiò e lo prese per mano <va bene mamma! Ora andiamo a leggere lo Hobbit! Te l'avevo promesso di leggerlo insieme quindi facciamolo!>
<ma tu non hai mai promess->
<ANDIAMO!!> iniziò a correre verso la biblioteca trascinando il Birdwatcher.

Era inutile chiedergli se stesse veramente bene, cosa gli era preso quella mattina, avere risposte a tutti i suoi perché. Era inutile, non avrebbe ricevuto nessun risposta sincera da parte del rosso.
Poi ora era così tranquillo, sorridente, energico, più del solito e vederlo così gli riscaldava il cuore.
Non gli avrebbe rovinato l'umore, non voleva vederlo nuovamente triste, sarebbe stato al suo gioco e si sarebbe sentito tutto lo Hobbit solo per vederlo ancora così felice.

Kichirō era così importante per Shou.

___ ___ ___

Se fosse stato per Jun'ichi non avrebbe mai più parlato con Elviira fino alla fine del gioco.
Sapeva che dovrebbe invece parlarle, dirle di quanto fosse dispiaciuto e cose simili come gli diceva Kazuto ma era troppo.
Era stato distruttivo farlo con Shiro e aveva fatto tramite lettera, non immaginava farlo con Elviira sia tramite lettera che a parole.

Non aveva nessun discorso.
Non aveva neanche un scusa sincera preparato.
Il loro incontro fu fuori da tutte le sue programmazioni mentali.
Non pensava di incontrare l'acrobata proprio in giardino mentre metteva dei fiori davanti a un disegno di Hannes e Roza fatti da Goro.
Lui stava cercando solo un'altro posto dove poter fumare e pensare e ripensare a tutte le sue scelte di vita.

Ironico come proprio adesso si trovavano nella stessa stanza.

Bloccati ognuno al proprio posto.
Jun'ichi poteva andarsene, non era neanche entrato nella stanza ma le sue gambe non si muovevano.
Elviira poteva chiudergli in faccia la porta ma le sue gambe tremavano troppo per muoversi.
Non erano mai stati da soli, solo loro due, e non sapevano cosa fare e quale emozione ascoltare.

Era come essere travolti da una frana.

<cosa vuoi?> chiese alla fine secca Elviira, guardandolo dritto in faccia ma l'altro non riusciva a guardarla negli occhi senza morire dentro.
<volevo...> Non sapeva che dire, non sapeva che fare, non sapeva se fare finta di nulla o parlare del suo omicidio. Non era previsto questo momento e l'agitazione gli impediva di ragionare razionalmente <io...volevo chiederti scusa per...per quello che ho fatto a Roza e stavo per fare anche ad Hannes...scus->
<se credi che con delle scuse mi riporterai in vita Hannes e Roza o avrai facilmente il mio perdono hai sbagliato di grosso>

Lo sapeva.
Sapeva che avrebbe risposto così.
<lo so benissimo. Infatti non cerco il tuo perdono o quello degli altri anche perché sono consapevole di non meritarmelo però...>
<però cosa? PERÒ COSA?>
<mi sembrava giusto dirtelo...scusa...>
<IL TUO SCUSA NON SERVE A UN CAZZO JUN'ICHI!> gli urlò e sbattè un piede a terra, stringendo la gonna tutta strappata e sentendo le lacrime pronte a scendere e rovinarle dinuovo il trucco <non ci sono più! NON CI SONO PIÙ HAI CAPITO? Ed è tutta colpa tua e di quel... quel...bastardo viola! TUTTA COLPA VOSTRA!>

<Elviira...io->
<turpa kiinni! (Stai zitto) non mi interessa delle tue stupide motivazioni murhaaja! (Assasino)>
Quelle parole in finlandese non le conosceva ma era certo che fossero insulti.
<turpa kiinni! TURPA KIINNI!! NON SEI PER NULLA GIUSTIFICABILE!  MERITI DI FINIRE COME KAZUYA! CHIUSO E LEGATO DA SOLO SENZA NESSUNO! ANSAITSET KUOLEMAN! (meriti di morire)>

Il corvino rimase in silenzio e chiuse gli occhi, non riusciva proprio a tenerli aperti i guardarla, faceva troppo male.
<GUARDAMI JUN'ICHI! KATSO SILMIINI! (guardami negli occhi!> decise di ubbidire e gli occhi viola pieni di odio della fanciulla fu un brutto colpo al petto.
<sai cosa potevi fare? Non ascoltavi Monoaki! ERA COSÌ SEMPLICE! Avevi molti modi per non farti odiare e risolvere pacificamente, no? POTEVAMO SCAPPARE ASSIEME!>
<hai ragione...>
<allora...ALLORA PERCHÈ HAI DECISO DI ROVINARMI LA VITA?>

Perché non volevo rovinare la mia vita.
Ma non riuscì a dire quelle parole.
Il nodo in gola le bloccava.
Ora il suo sguardo era fisso su di lei.

Sentì le guance bagnarsi.

Stava...stava piangendo?

Stava veramente piangendo?

Il boss mafioso Jun'ichi Ueno stava piangendo per una ragazzina a cui aveva ucciso il fratello e l'amica.

<VATTENE VIA! VATTENE VIA! MURHAAJA!!>
Le gambe si mossero da sole e l'assassino impunito scappo via, senza girarsi neanche una volta verso le urla e gli insulti in finlandese dell'acrobata.
Questa volta alcool e droga non l'avrebbero aiutato a stare meglio.
Faceva troppo male.
Non credeva neanche di saper piangere.
Ed era uno stupido a farlo, non aveva senso piangere.

Un colpevole che piange è solo un grande ipocrita.

Ore: 12:30 a.m __ Giorno 24 _________
Luogo: camera da letto _____________

Passi veloci.
Decisi.
Con rabbia.
Le mani stringevano la gonna nera per non tirarsi i capelli e rischiare di staccarsi qualche ciocca.
Non voleva far preoccupare gli altri due.
Poi Akio aveva speso molto tempo per renderlo dinuovo belli come un tempo.
Lunghi capelli biondi.
Svolazzano per la velocità della fanciulla.
Era una grande sportiva, era abituata a correre velocemente anche con quelle gambe corte senza stancarsi e perdere il fiato.
Voleva togliersi quel grande peso sul cuore.
Voleva prima vedere quel bastardo.

Era più forte di lei.
Non sopportava l'idea che l'unica punizione che aveva avuto era solo questo dopo quello che aveva fatto ad Akio.
Non ragionava più quando si faceva del male ai suoi unici amici. Soprattutto ad Akio.
Il pensiero di quella notte faceva bruciare il suo cuore dall'ira.
Quella notte poteva perdere ilx sux migliore amicx.
Se fosse arrivata un secondo più tardi.
Se non fisse proprio arrivata.
Se avrebbe aspettato un altro poco l'arrivo di entrambi.
Akio sarebbe mortx.
E la sua immaginazione non riusciva a creare la punizione perfetta per quel bastardo.

Aveva fatto arrabiare la biondina sbagliata.
Sempre sottovalutata.
Anche lei poteva essere crudele come quei due.
Aveva ucciso qualcuno con le sue stesse mani prima dell'incontro di Akio.
Era novembre.
Aveva 15 anni.
Pioveva.
Era un tipo così simpatico.
Così simpatico da menarla quasi ogni giorno a scuola.
Così simpatico da farla arrabbiare tantissimo, era fuori di sè e non ragionava più.
Così simpatico che si beccò tante forbiciate per tutto il corpo.
Poi il resto è storia.

La rabbia passata e la rabbia del presente la caricavano mentre camminava per i passaggi segreti, aumentava ad ogni passo, ad ogni gesto, all'arrivo della porta per la camera di Kazuya e scoppiò alla vista del violinista addormentato.
Il suo risveglio fu doloroso, un bel calcio bello stomaco con quei nuovi stivali neri, non fu uno solo, non solo due o tre, ma continuava con un bel sorriso sentendo i suoi ridicoli versi da cagnolino maltrattato.

Era da quella notte che voleva farlo.
Solo per lo show non avrebbe usato quelle forbici che porta sempre con sè.
Nicolas era stato poco originale.

Si fermò con i calci, osservando dall'alto quel verme che si era messo a tossire e la guardava terrorizzato.
Si sarà chiesto perché era qui.
Se fosse veramente lei.
Se voleva ucciderlo.
Chissà.
Non stava dicendo nulla e rimaneva con la bocca aperta.
Dava una bella soddisfazione essere guardata così, un incredibile senso di superiorità e di forza, lo prese per i capelli e alzandolo di poco da terra, abbassandosi lei anche se di poco.
<fai veramente pena sai?>
<grazie eh...>
<di nulla, è la cosa più leggera che mi è venuta in mente. Sono anche andata piano a menarti, veramente piano rispetto a tuo padre e a Shou.> aggiunse e lasciò la presa facendolo ritornare a terra con un piccolo tonfo.
<tu come...>
<ti stupisci ancora su come sappiamo tutto di voi? Eppure hai lavorato con Akio! O pensavi a un certo mangaka mentre ti parlava? O ai tuoi pipponi mentali e ai tuoi sensi di colpa per respirare un secondo in più?!>
Lo zittì, sedendosi su di lui e proprio sulla pancia che sarà piena di lividi.

Era vestita in modo diverso, una gonna nera e corta, larga e alta di vita e stretta a modi corsetto, una camicia bianca e un bel fiocco dello stesso colore. Calze lunghe a scacchi e dei stivali con il tacco alto. Un codino laterale e aveva un leggero trucco sugli occhi. Uno stile adatto allo show rispetto a quello di prima.
Incrociò le gambe e lo guardava con la coda dell'occhio.
<che hai da guardare? Pensi che sia venuta qui per farti i complimenti per aver fatto il tuo compito? Per aver fatto una cosa ovvia? Il tuo semplice lavoro? Per le coccole hai Akio! Non riesco a fingere così tanto come lxi>
<Akio...non sta fingendo...>
<certo ed io sono alta due metri!> rispose con sarcasmo e dando un pizzicotto al romano
<AHIA->
<ma quanto sei delicato? Le botte dei genitori non dovrebbero renderti più forte e robusto? Sia te che tuo padre siete dei tali fallimenti...>
<che gentile> roteò gli occhi il castano e l'altra sorrise
<lo so!>

Qualche secondo di silenzio.
Tirò fuori il suo cellulare con una tenera cover con le orecchie a coniglio rosa e attaccati due pupazzini di Akinori e Akio.
In camera non c'era nessuno.
Tutti a dormire.
Anche ilx mastermind.
Guardava le telecamere velocemente e si fermò a guardare quella della camera di Goro.
Lui non stava dormendo ma disegnando in continuazione, chino sulla scrivania e parlava da solo, in deboli sussurri.
Girò il cellulare così che l'altro potesse vedere lo schermo.
<te ne stai pentendo per averlo lasciato andare?>

Ovviamente.

Non passava neanche un secondo senza pensare a Goro e a quanto dolore avesse portato nella sua vita.
Era un pensiero continuo e fermo nella sua testolina dolorante.
Non aveva neanche il coraggio di chiedere come stesse perché avrebbe fatto male sia se stesse soffrendo e sia se stesse bene.
Non voleva sapere che stesse passando le giornate a piangere da solo.
Non voleva sapere che stesse passando le giornate a ridere con Kaoru.
Non voleva sapere se era il suo unico tormento o se stesse andando avanti, si stava rifacendo una vita senza di lui. Che diventasse solo un brutto ricordo da dimenticare.
Avrebbe fatto male sia vederlo triste che vederlo felice.
Non sapeva cosa preferire ma gli bastava che per lui fosse ancora qualcosa.
Qualsiasi cosa.

Forse avrebbe preferito che soffrisse.
Perché non voleva essere il suo passato e un pensiero lontano.
Voleva ancora essere al centro del suoi pensieri.

Voleva ancora essere una parte attiva della sua vita.

Voleva essere tutto per Goro.

Era così egoista.

Aveva le lacrime agli occhi a quei pensieri che ritornavano e l'altra sbuffò sentendo i primi singhiozzi.
<lo prenderò come sì e fai bene a starci male>
<ma tu...lx hai perdonatx...>
<non paragonare me e Akio con te e Goro. È completamente diversa la situazione tra persone completamente diverse. Io non sono come Goro e Goro non è come me, non riuscirà a perdonarti. Accettalo>

Perché.
Quanto odiava quei perché.
Perché Akio poteva essere perdonato e lui no?
Perché Akio poteva essere amato e lui no?
Perché Akio poteva essere perdonato e lui no?
Perché Akio poteva essere amato e lui no?
PERCHÉ AKIO SÌ E LUI NO?
PERCHÉ NON POTEVA ESSERE FELICE COME AKIO?
PERCHÉ NON POTEVA ESSERE FORTE COME AKIO?
PERCHÈ NON POTEVA ESSERE BRAVO COME AKIO?
PERCHÈ NON POTEVA ESSERE COME AKIO?
PERCHÈ IL MONDO NON ERA GIUSTO CON LUI?
NON ERA GIUSTO! ANCHE LUI PUÒ ESSERE PERDONATO E AMATO!

Non capiva se era geloso dellx schiacciata o semplicemente arrabiato.
Le lacrime continuavano a svendere aggressive.
<però tu hai perdonatx Akio...perché Goro non può fare lo stesso?>
<te l'ho già detto.>
<però voi due siete rimasti grandi amici perché...>
<fatti gli affari tuoi. Non illuderti.>
<perché...>
<perché Akio lx importava di me! A te non importa nulla di Goro!>
<a me importa di Goro->
<NON DIRE CAZZATE!>

Lo prese nuovamente per i capelli e lo avvicinò al suo volto.
Per un secondo temeva di essere colpito nuovamente ma non ricevette nulla se non uno sguardo pieno di odio e rabbia, contenuta in un poccolo barattolo e non riusciva più a starci, stava per far esplodere il barattolo e il vetro avrebbe fatto male a qualcuno.
Un volto così espressivo, bastava una veloce occhiata per capire quanto si stesse trattenendo nel fargli del male.
Avrebbe usato solo le parole.
Sarebbero servite.
Uscirono di getto senza neanche pensarci prima, non aveva nulla da nascondere.
<PENSI VERAMENTE DI AMARE GORO? PENSI VERAMENTE DI TENERCI AD AKIO? SEI COSÌ RIDICOLO! INSIGNIFICANTE! BUGIARDO ED EGOISTA! TI INTERESSAVA SOLO L'AFFETTO E L'AMORE CHE TI DANNO! SOLO QUELLO!>
Gli urlò in faccia e cambiò presa, tenendolo per il colletto della camicia.
<infatti è così facile farti cambiare idea. Se solo Goro avesse evitato di baciarti, avesse evitato di spaventarti per qualcosa di serio tra di voi beh adesso saresti con lui ma invece no. Goro ha sbagliato a darti troppo amore e quel tipo di amore. Akio ne ha approffitato per portarti nuovamente con sè con un amore giusto, genitoriale e che ti mancava. Ma potevano essere altra gente e tu saresti cascato nuovamente nella trappola. Basta la paura e un po' di amore per manipolarti>

<non è vero...non è assolutamente vero>
<allora cosa ti manca di Goro? Non dirmi tutto. Non pensarci. Prima cosa che ti viene in mente.>
<i suoi abbracci...>
<un gesto di affetto. Chiunque potrebbe darti un abbraccio allo stesso modo di Goro>
<ma non sarebbe lo stesso!>
<anche dormire con Akio è diverso di dormire con Goro eppure tu non sembravi così disperato dal cambiamento e dalla diversità. Perché avevi le attenzioni di qualcuno e basta.> la biondina lo guardava dritto negli occhi come se così potesse leggergli l'anima <non ti importa nulla di Goro>
<non è vero->
<ALLORA COSA HAI FATTO PER GORO? DIMMI COSA HAI FATTO PER LUI?!>

Un solo secondo.
Un solo secondo era troppo per questa domanda.
La risposta doveva essere veloce, pronta, uscita direttamente dal cuore senza pensarci.
Quel secondo di silenzio Hiroko lo prese come un "continua a parlare e a distruggerlo".
<NULLA! NON HAI FATTO NULLA PER GORO!>
<non è vero...non è vero->
<SI INVECE!> gli rispose e mollò la presa facendolo cadere dinuovo a terra di testa <vuoi tanto sapere perché ho perdonato Akio? PERCHÉ MI HA DIMOSTRATO CHE CI TIENE A ME! Ha sempre pensato a me! OK HA TRADITO TUTTI! FA SCHIFO PER CIÒ MA È RIUSCITO A TROVARE UN MODO PER SALVARCI TUTTI! TUTTI! PER STARE ANCORA ASSIEME! Ci credi che ha fatto scegliere a tutti la disperazione? LA DISPERAZIONE? Perché così saremmo stati tutti bene? Poi siamo rimasti solo in tre...ma è incredibile! Ha insistito sempre su farmi state al sicuro! Ha fatto un casino per farmi ottenere un compito lontano da killing game, morte, guerre, per farmi stare al sicuro! Ha scritto mille lettere di scuse da leggere perché sapeva che sarebbe stato via per tanto tempo! Ha fatto di tutto per farsi perdonare! QUANDO HA SCOPERTO CHE UN UCCISO QUALCUNO MI HA VOLUTO LO STESSO BENE! È DISPOSTO AD ANDARE CONTRO TUTTO IL MONDO PER ME! TU INVECE? TU INVECE NON HAI FATTO NULLA PER GORO! OVVIO CHE NON TI PERDONERÀ!>

Si coprì il volto con una mano sentendo alcune lacrime scendere, non voleva farsi vedere mentre piangere soprattutto se c'era Kazuya.
Lacrime per la tristezza di quei ricordi.
Lacrime per la rabbia per quel fanciullo.
<avrei preferito se avessi tradito Akio per stare con Goro. Lxi ti avrebbe capito sai? Si sarebbe incazzato di meno. Era disposto a fare come avevano fatto con noi due ma aspettava che fossi tu a propre qualcosa per te e Goro. Ma non hai mai detto nulla.>
Si alzò in piedi, cercava di non scoppiare a piangere per non rovinarsi il trucco e si mise pure a ridere nel tentativo.
Si avvicinò alla porta del passaggio segreto <pensavi veramente di essere come Akio? Ti prego! Non sarai mai come lxi. Ah giusto! Se osi a dire a qualcuno che sono qui sei morto.> non si girò neanche a guardarlo un'altra volta prima di andarsene.

Non voleva stare un secondo in più con lui.
Avrebbe rovinato il suo mood.
Anche perché non era venuta lì con l'intenzione di arrabiarsi e piangere, anzi pensava di festeggiare!
Si era fatta così carina per questo giorno che aspettava da tanto tempo, da quando la missione era iniziata.
Non si era mai truccata così tanto, preoccupata per i capelli, essere perfettamente abbinata e attenta ai dettagli del suo vestiario.
Avederla sarebbero state solo due persone, tre con il romano, ma ci teneva lo stesso!

Al solo pensiero dei due bastò per farla sorridere nuovamente e togliere dal cuore tutta quella rabbia accumulata, darle la carica per correre e sbrigarsi a raggiungerli.
Aveva detto di collegarsi verso l'una per fare una delle loro videochiamate ma li stupirà con il suo arrivo! Non sanno assolutamente nulla! Erano troppo occupati ad aspettarla per controllare le telecamere, li conosceva troppo bene. Anche perché di solito faceva iniziare la chiamata pochi minuti prima.
Fece lo stesso percorso delle talpa di corsa, controllando una mappa sul cellulare e assicurandosi di non farsi beccare da qualcuno.

Mancavano una decina di minuti all'una.
Lei era quasi arrivata alla camera.
Ci stava mettendo più energie di una partita di pallavolo.
La porta si aprì con un semplice click dal suo cellulare, aveva fatto una bella rincorsa e fu facile fare un bel balzo per saltare addosso ad Akinori e Akio in piedi ad aspettare il collegamento, erano molto più alti di lei e si presero un colpo.
<ECCOMI!!>

Appena si resero conto che era la fanciulla esplosero di gioia.
<HIKO HIKO!!> urlò lx scacchista prendendola in braccio, staccandola dall'altro per stringerla forte forte e mettersi a girare su sé stessx mentre riempiva il suo volto di baci.
<Akio calma->
<MI SEI MANCATA TANTISSIMO!!>
<AWW ANCHE TU!> rise, tutti quei baci le facevano il solettico.
<poi sei bellissima! Stupenda! Una stella! LA STAR DI QUESTO SHOW! Bellissima! Bellissimissima! Ti ho già detto che sei bellissima?> disse in italiano, Hiroko l'aveva un poco imparato stando con lxi e arrossì capendo cosa stesse dicendo.

<si e anche fin troppo> rispose l'altra staccandosi solo per andare verso l'inventore che faceva una buffa faccia da finto geloso che le faceva morire dal ridere
<ANCHE TU MI SEI MANCATO!!>
<YOU ARE SO PRETTY!! OH MY GOD- I MISS YOU SO MUCH HIROKO! > la presa del biondino era più forte per il braccio metallico ma non le faceva male, si mise a saltellare sul posto e anche lui le diede tanti baci tra un "i love you" e l'altro con il suo meraviglioso accetto scozzese.
Se li guardavi assieme sembravano due gemelli, una alta un mentro e voglia di vivere e l'altro alto un metro e rabbia repressa.
I due biondini di Akio che si aggiunse nel loro abbraccio.

<comunque...ho una buona notizia per voi> disse e i due si fermarono per guardarla completamente attenti alle sue parole, la fecero scendere a terra.
<RESTO QUI CON VOI PER DARVI UNA MANO! Dietro le quinte MA STO CON VOI!!>
<DAVVERO!?>
<si e quindi...> un'altro balzo per prenderli per i capelli e abbassarli alla sua altezza <non voglio vedervi neanche per un secondo con una sigaretta, droga, alcool e altre cose simili chiaro? Ve l'avevo detto che ogni sigaretta è un pugno vero?>
I due fanciulli si guardarono preoccupati, poi si strinsero di più contro di lei e fecero occhioni dolci
<e tu lo sai che ti vogliamo tanto bene vero?>
<lo so MA NON MI FERMA NEL MENARVI PER AVER FUMATO E BEVUTO!> e diede un pugno in testa ad entrambi.

I due si staccarono e si misero a discutere su chi avesse iniziato per primo, fumato di più, quanti bicchieri aveva bevuto l'altro e quindi meritevole di una punizione più dura. Come i bambini che cercando di far ricadere la colpa all'altro per uno scherzo messo in atto da entrambi.
Hiroko li guardò divertita e fu difficile non scoppiare a ridere.

Erano stati mesi tristi senza di loro.
Le erano mancati molto.

Ore: 02:00 p.m __ Giorno 28 _________
Luogo: sala da ballo _________________

Per tutta quella settimana dall'annuncio i maggiordomi erano più carichi di gioiosi di prima, i partecipanti non potevano sapere che ciò era dovuto alla presenza nascosta di Hiroko. Non sapevano nulla neanche la talpa di Akikuma e Kazuya non parlava da quando l'aveva vista, dovevano sforzarlo ad aprire la bocca almeno per mangiare.
Ad occuparsi di lui avevano deciso che fosse il compito di Shinobu e Nori, si assentavano per i pasti e ogni tanto per vedere se stesse bene. Per quanto tutti provassero un grande odio per il romano non volevano lasciarlo morire e subire l'ennesimo trial.

Kichirō si faceva vivo tranne ai pasti, parlava solo con Shiro o Shou ma faceva così tanto casino che tutti lo sentivano ed erano partecipi. Aveva avuto un'altro attacco di rabbia a colazione, per questo decisero di far mangiare in camera con la pianista o il Birdwatcher, non riusciva proprio a vedere i maggiordomi.
(TW) Riguardo al suo autolesionismo... non stava migliorando. Shou aveva smesso di dormire per bloccarlo e impedirgli di prendere qualsiasi oggetto affilato, correre in bagno e fare quello che voleva fare. **
Non era facile e il corvino era così preoccupato, non voleva dargli delle risposte e non sapeva più che fare.
Shiro gli diceva sempre "sarà Kichi a dirtelo, dagli tempo" ma non sopportava più quella nuova e caotica routine.

Domani ci sarà la festa in maschera di Sally per il suo compleanno e i maggiordomi dopo pranzo li riunì per dare ad ognuno di loro due o tre abiti abbinati con due o tre maschere, tirati fuori da una grande cassa. La bambina sembrava molto emozionata e non smetteva di saltellare sul posto e teneva entrambi per mano.

<poi la nostra padroncina Sally ha deciso di farvi un piccolo regalo anche se detto sinceramente non ve lo meritate> disse ilx italianx e tirò fuori una polaroid camera <tada~ potete fare foto ricordo! O foto per ricatti- dipende da voi. Ne avrete una a testa e ne abbiamo di tutti i tipi e colori, scegliete i vostri preferiti!>

Shou fu uno di quelli che corse per prenderne una. UNA MACCHINA FOTOGRAFICA?? FANTASTICO! Non ci sono uccelli da fotografare ma può sempre farlo con i suoi amici e i partecipanti proprio per fare qualche foto ricordo.
Erano funzionanti e decise di fare le prime due foto, una ritraendo Nori, Kaoru e Goro, e un'altra con tutte le ragazze senza Shinobu, non voleva farsi fotografare.

Si aspettavano di vivere una giornata tranquilla, almeno oggi, e si divisero in gruppi per provare i vestiti e prepararsi per la festa di domani.

Nori decise di stare con Elviira con cui aveva passato la settimana assieme, trascinandola a passare le giornate anche con Goro e Kaoru ma oggi sarebbero stare solo loro due.
Anche perché era una decisione difficile il vestito e avevano bisogno soprattutto di un parere femminile.

Fu veramente difficile per la due, per quanto i completi più maschili con pantaloni fossero molto comodi non potevano essere paragonati alla bellezza e eleganza dei abiti lunghi e ottocenteschi. Sembravano due principesse o figlie di ricchi duchi.
Almeno erano dello stesso colore e non dovevano andare in crisi per fare un trucco per ciascun abito, Elviira li aveva viola e Nori azzurri.

Decisero quindi di occuparsi prima di un trucco e dello smalto, decisione molto più semplice che la scelta dell'abito e manco dovevano andare in un matrimonio! Sarà l'atmosfera così principesca e reale che le avrà rese due vere fanciulle dell'epoca, elettrizzante e piene di emozioni per un ballo.
Ma rispetto a quelle fanciulle dell'epoca loro avevano una polaroid e allo specchio, con dei buffi codini, si fecero una foto.

<grazie di tutto Nori> disse di colpo l'acrobata e la biondina sorrise.
<di nulla Elviira, se sei felice tu lo sono anch'io> la prese per mano <sarai la più bella! Anche con i capelli tagliati a mano per una crisi ma non sei la sola!>
Entrambe risero.
Il vuoto lasciato da Roza non verrà mai coperto, però non avrebbe smesso di amare e volere bene ad altre persone.
<saremo entrambe bellissime>

Vuoto che provava anche Goro.
Vuoto e ferita gigantesca lasciata dal violinista romano e che ilx schermidore stava riempiendo e medicando con cura e amore.

Se non fosse stato per lxi sarebbe rimasto per l'intera settimana chiuso in camera, non avrebbe mangiato e si sarebbe distrutto fisicamente. Ma c'era Kaoru ogni giorno e si era preso l'impegno di dormire assieme quando stava tanto male.
Più volte nel suo taccuino l'aveva disegnato come un angelo, inconsciamente, era il suo angelo custode dopo il suo nonno.

<hey Goro! Vieni qui che facciamo una foto assieme!> gli disse e l'altro si avvicinò allo specchio ridendo
<foto da coppia gay?>
<non avrai mai un bacio da parte mia, scordatelo>
<non sei un vero bro> disse sarcastico <ci riproverò sta notte, non puoi vietarmi dinuovo il bacio della buonanotte!>
<si che posso, mi faccio desiderare e ora sorridi per la foto!>

Non erano gli unici a dilettarsi con le foto, c'era anche Shiro che si divertiva a farle anche se cieca e una di queste foto era un scatto di Shinobu, inaspettato e improvviso.

<è artistica sai? E hai preso appieno Shinobu!> disse Kichirō rimasto con le due perché "voglio sorprendere Shou con il mio vestito" e perché voleva stare con la pianista, aiutarla con la scelta dell'abito e dare un parare maschile.
L'artista prese la polaroid e sbiancò, non amava farsi fotografare ma non poteva fare scenate, Shiro non poteva sapere che l'aveva presa e non voleva farla sentire in colpa. Non poteva saperlo!

<ah si? Sono certa che sarà bellissima, vorrei tanto vederla anch'io> disse posando la macchina fotografica sulla scrivania.
<non sono un granché in realtà->
<ma che dici!> rispose subito l'altra che si avvicinò di scatto verso di lei prendendole il volto tra le sue pallidissime mani <sei bellissima! Hai dei bei lineamenti, un buon profumo> poi le prese una mano, era freddissima e ruvida, non erano ben curate e la fanciulla non aveva tempo per farlo, tanto si sarebbero rovinate dinuovo lavorando <le tue mani sono proprio d'artista, bellissime anche se rovinate, raccontano un sacco di opere che hai fatto.> disse con un bel sorriso e l'altra iniziò ad arrossire <sei veramente bella secondo me, con i nuovi abiti anche di più. Saresti una bellissima vetrata o una armoniosa melodia>
<non sono come te...> mormorò e l'altra ridacchiò
<menomale! Non vorrei assolutamente che fossimo uguali, la bellezza è meravigliosa proprio perché non è uguale ad individuo a individuo, vi invidio voi che riuscite ad apprezzarla anche con la vista>

<Shiro ed io sono bello?> chiese il rosso e l'albina si avvicinò per scompigliargli i capelli.
<ovviamente e tanto soprattutto con questo nuovo abito, cerca di non far svenire Shou>
<ma è questo il mio intento!>

Ci sarebbe anche riuscito e Shou non vedeva l'ora di vederlo.

Non aveva la mamma amorevole ma cattiva e brutalmente sincera, Yumeri, che mentre giudicava i vari abbinamenti si era messa a parlare di lei e Shiro, la loro litigata, perché il corvino non smetteva di insistere.
<cosa dovrei fare secondo te? Sicuramente non abbinare un pantalone verde con un sopra rosso! Cambiati assolutamente!> disse la motociclista e l'altro andò in bagno, rispondendo da lì
<tipo che ne so, parlarle?? Cercare di riprendere la conversazione? Ci hai provato in questa settimana?>
Yumeri non rispose e il corvino si affacciò dalla porta.
<NON LE PARLI DA UNA SETTIMANA?>
<E CHE DOVREI DIRLE SCUSA?>

<tipo "senti Shiro scusami se sono stata troppo insistente, opprimente e non ho compreso il tuo dolore, vuoi risistemare le cose? Ricominciare?" Cose del genere! Perché hai capito di aver sbagliato e cosa hai sbagliato...vero?>
<OVVIO! MICA SONO SCEMA!> gli rispose urlando e portandosi le mani in faccia <è fuori dalla mia logica però non siamo tutti uguali...quindi ha senso...voglio solo che stia bene e che parliamo dinuovo ma se dico dinuovo qualcosa di sbagliato? Se la faccio stare dinuovo male? Sarebbe un problema e si stufferebbe delle mie continue scuse... Dio sembro Jun'ichi così depressa per una donna->

<Yumeri ha scoperto l'amore! Incredibile!> la prese in giro Shou e si sedette vicino a lei <domani al ballo vai da lei e chiarisci, chiedi scusa e fate pace. Mostra che ci tieni, smettila di fare la forte, impassibile, menefreghista Yumeri e per un volta fai la Yumeri sensibile, perché esiste ma è troppo timida e fifona per uscire>
<non sono per nulla fifona!>
<allora domani dimostrarlo ballando con Shiro e chiarendo, senza rimandare ad un'altro giorno e far passare un'altra settimana!>
<va bene va bene!> sospirò e si alzò dal letto <le dirò tutto in faccia, così dimostro di avere le palle più grosse di Jun'ichi e le sue lettere>

<aww sei così amorevole e carino qui!> disse Jun vedendo la foto sviluppata e con un sorriso divertito sul volto mentre l'altro fece un sonoro sbuffo assieme a del fumo, stava nuovamente fumando e questa volta era una semplice sigaretta.
<potresti evitare di farmi foto con il flash dritto in faccia?>
<così diventi cieco come la tua ex moglie>
<ahah simpatica e non siamo mai stati sposati io e Shiro> commentò e la sua sigaretta venne presa dall'altra corvina che fece un tiro, buttando tutto il fumo dritto in faccia all'altro.

Erano stesi nel letto al buio nella camera di lui, dovrebbero provare i vestiti per la festa e sceglierli ma non avevano voglia e stavano aspettando lo stratega per iniziare.

Ormai passavano le giornate così i due, da soli, chiusi in quella camera che sapeva più di fumo e alcool che di aria normale, con carte sparse in giro, ordinata solo perché Jun'ichi ci teneva ma appena arrivava Jun arrivava il caos, quindi ogni giorno dal pranzo e ogni tanto rimaneva anche durante la notte.
Tanto non aveva altri luoghi dove andare e non aveva altra gente con cui stare se non il mafioso o Kazuto, detto sinceramente preferiva stare con il mafioso e rovinare quella perfezione che tanto odiava.
Stessa cosa voleva per Jun'ichi che giustamente nessuno voleva stare assieme se non la scammer, lo stratega e stranamente anche il mangaka. Ma sentiva sempre in tutti quel senso di giudizio per i suoi peccati, tranne con l'altra criminale.
Nessuno voleva stare con loro quindi si facevano compagnia a vicenda.

Lei dal cuscino si spostò all'altro che era Jun'ichi, appoggiandosi al suo petto e si mise a giocare con la sua cravatta rossa.
<se vuoi possiamo ancora sposarci, non mi dispiace vivere la mia "mafia core" dei dark romance in real life.>
<manco morto o se mi facessi ogni giorno i panini> le rubò la sigaretta
<sarei una moglie migliore di Shiro e Kazuto> e l'altro iniziò a tossire brutalmente, rossissimo e facendo ridere l'altra <CI STAVI PENSANDO A KAZUTO MOGLIETTINA EHH??>
<MA STAI ZITTA! SINGLE PER SEMPRE!>
<CREDICI!>

L'altra continuò a ridere.
Non pensava di potersi divertire con qualcun'altro che non fosse il suo amico Philippe.
In modo stranamente genuino che le faceva così strano e la portava a fare riflessioni strane su sé stessa.
Riflessioni che rimanevano dentro, chiuse, e cercava di ignorarle per non complicarsi la vita.
Non era certamente il momento migliore per queste cose.
Il suo unico pensiero dovrebbe essere sopravvivere e uscire da quella villa sana e salva, non...altro di così profondo come...la solitudine.
Pensarci le rovinata l'umore.
Le faceva venire i brivi, si attrocigliavano le membra e stava male.

Era sempre stata sola, fin da quando ha memoria.
Senza nessun amico.
Chiusa in casa a studiare, non poteva neanche considerare i libri suoi amici e gli unici esseri umani con cui aveva un rapporto erano i suoi genitori.
Per loro la scuola era più importante della sua vita sociale e da normale bambina. Avrebbe preferito essere stupida ma aver vissuto la sua vita fin dall'inizio che intelligente ma senza aver vissuto veramente tutti quei diciassette anni.

"Jun noi ti vogliamo bene, continua a studiare"
"Jun continua a studiare! È importante!"
"Jun siamo così fieri di te, continua a studiare"
"Jun avrai un futuro meraviglioso se continui a studiare"
"Jun sei il nostro orgoglio, continua a studiare"
A vedere solo dei libri gli veniva voglia di prendere un accendino e fare un bel falò.
Prese quella sigaretta dalle labbra di Jun'ichi con un gesto più veloce e aggressivo, riempiendo i suoi polmoni di fumo e fare un bellissimo tiro.
I suoi genitori non avrebbero approvato la compagnia di un boss mafioso e che stesse fumando, ma non gli importava più nulla della loro opinione.

Ora per loro era solo una delusione, una disgraziata, una maledetta, un disastro, la rovina della famiglia, una perdente, una fallita...la odiavano perché aveva reso la loro tenera, manipolabile, studiosa, fastidiosa e timida bambina in una criminale, giocatrice d'azzardo, una ladra e una poco di buono.
Aveva distrutto quella bambina che non si poteva godere neanche un briciolo di vita.
La odiano perché ha deciso di vivere a modo suo, con le sue regole, sotto il suo controllo e non sotto due persone che una notte avevano deciso di non usare le protezioni e pensavano che facendola nascere potessero avere il diritto di decidere tutto.

Voleva vivere.
Non aveva mai desiderato di vivere così tanto da quel cambiamento.
Non voleva morire proprio ora.
Voleva vivere.
Voleva vivere e non stare da sola.
Perché non voleva dinuovo vivere in solitudine.

Primo giorno di Killing game era completamente da sola e si sentiva persa senza il suo unico amico Philippe, quello che le aveva aperto gli occhi e le aveva fatto capire quanto fosse importante vivere per sé stessi e non per gli altri.
Aveva cercato disperatamente con chi stare, si era aggrappata pure a quell'odioso Nicolas che come i suoi genitori volevano controllarla, poteva essere se stessa certo ma veniva vista come un oggetto per un suo piano incredibile che non saprà mai, di cui però forse era il pezzo fondamentale...no? Perché Nicolas la considerava geniale...no?
Era felice che fosse morto ma era nuovamente sola. L'aveva lasciata da sola per puro egoismo.
L'avrebbe sacrificata per vivere, si stupiva di come si fosse meravigliata di ciò. Era così ovvio da parte sua.
Nuovamente abbandonata a se stessa.
Finché non aveva trovato Jun'ichi e stava...bene.

Non era da sola, viveva e non la controllava.
La apprezzava molto fino a discutere su facendo serie e teorie di continuo, ascoltando ogni suo pensiero e le faceva i complimenti se diceva cose giuste e sensate.
Era se stessa. Era la vera e viva Jun.
Non aveva più quella paura di essere sola.
...si stava affezionando a qualcuno di nuovo?

Il corvino le prese dalle labbra la sigaretta e la guardò con il suo solito sguardo inespressivo.
<cosa hai?>
<che vuoi dire che ho?>
<tutto bene?>
<si perché dovrei stare male?>
<sembravi strana qualche secondo fa, chiedevo>
<aww sei da sposar- AHIA- BASTARD> le aveva dato un colpetto con le dita sulla fronte e fece un leggero sorriso vedendola fare un broncio così infantile da farla sembrare veramente una bambina.

<comunque stavo solo pensando...non ti sei mai sentito solo?>
Gli chiese senza neanche pensarci, diventando leggermente rossa quando si rese conto di ciò che aveva chiesto ma ormai l'altro stava rispondendo.

<sinceramente...non lo so. Non credo di aver mai sofferto la solitudine o se lo sto facendo l'abitudine avrà reso quei sentimenti normali. Non ho mai avuto una vita così sociale> fece un piccolo tiro prima di spegnere la sigaretta <cioè, ho avuto a che fare con molte persone per lavoro, sia per l'azienda che per motivi di mafia ma quello con cui intendo con "socialità" è inteso come fare amicizia. Non so neanche se considerare Shiro come prima e l'unica persona con cui ho veramente socializzato. È strano. Veramente strano anche come riesca ad aprirmi adesso, sarà per la pressione di poter morire da un momento e l'altro che mi rende più umano>
<parli come se fossi un alieno>

<però tipo voi mafiosi non avete una fissa con la famiglia?> aggiunse subito dopo, mettendosi di lato e rimanendo sempre appoggiata con la testa sul petto del ragazzo.
<anche lì, solo un rapporto lavorativo. Non c'è nulla di più. Solo...si ok è come nei film che se uccidi uno dei miei è quasi guerra però neanche così tanto, dipende se conviene oppure no ma questa cosa è legata tipo a delle regole "come essere un bravo mafioso" e valori insegnato da mio padre> rispose e le mani senza pensarci si misero a giocherellare con una ciocca corvina della ragazza <valori impressi nella mia mente fin da bambino. Unico erede di un grande impero, dovevo essere perfetto e degno per questo ruolo. Per questo non ho mai avuto così tante possibilità di socializzare...avevo un compito e dovevo prepararmi per bene, essere il migliore e non far crollare quell'impero. Direi che ho fatto un lavoro migliore di mio padre>

Socchiuse gli occhi un attimo e si ricordò di quel tenero bambino che invece di giocare con le macchinine e di robot, teneva tra le sue mani una pistola e giocare così al tiro a segno.
Invece di scendere a giocare al parco con altri bambini doveva studiare, studiare e solo studiare.
Mentre tutti facevano karate per sport e passione, lui faceva karate per combattere, difendersi e non farsi ammazzare.
Tutti avevano paura dei botti e dei tuoni, per lui erano diventati normali suoni e non gli facevano più tanto effetto. I morti erano normali, il sangue non era altro che un liquido rosso, conoscere a quell'età tutti i tipi di droga, di veleni e di acidi era normale.
Non era l'unico bambino dentro quel mondo nella sua organizzazione.

Era giusto per un bambino crescere così?

<quindi tu non hai mai deciso di essere un boss?>
<esatto, non avevo neanche possibilità di scelta e...non so se me ne pento o no, non so neanche se in un universo alternativo avrei scelto di esserlo. Sono semplicemente nato e cresciuto per fare ciò, triste detta così ma è vero> fermò la mano <tu perché hai scelto di essere una scammer?>

<per poter guadagnare soldi in modo easy e usarli per fare poker online> rispose e avrebbe chiuso lì la conversazione ma invece andò avanti entrando nei dettagli <tutto è nato da quando il mio primo amico, Philippe, mi aveva portato al casinò di suo zio dove ci fu la trasformazione da studentessa modello a...Jun! Me di adesso! Dovetti smettere di uscire con lui perché i miei mi chiusero in casa a studiare e rimediare ai vostri bassi che prendevo, risultato? Scammavo invece di studiare, facendo tanti soldi e scommesse invece di diventare gobba per lo studio. I miei avevano una fissa sullo studio farmi avere una futuro brillante. È stato Philippe a darmi questa idea e sinceramente non saprei se lo rifarei...cioè figo vivo la vita come mi pare, faccio un sacco di soldi, cento volte meglio fare crimini che studiare ma boh...non so. Forse...semplicemente sono nata per fare ciò anch'io? Avrei cambiato qualcosa nella mia vita? Non lo so. Non lo so. Ma è grazie a lui che sono una scammer come tu che sei un mafioso per tuo padre...siamo simili...credo>

L'imbarazzo fece uscire la piccola Jun timida e introversa, bloccandola più volte mentre parlava.
<credo anch'io. Potremmo provare a scappare assieme via da tutti e tutto, provare a vivere...e basta? Non per forza legalmente ma senza influenze>
<fugga amorosa?> disse sarcastica e l'altro le diede un'altro colpetto in fronte
<vedila come ti pare, dove vorresti andare?>
<mh...Dubai?>
<costosa>
<sei un riccone! Non dovresti avere problemi! Se no pago io e tu fai la mi maglietta casalinga> sorrise sentendo l'altro fare una leggera risata, molto contenuta ma sincera.
<certo certo! Credici>

La porta si aprì all'improvviso, la luce si accese accecando i due ormai abituati a stare al buio e dopo qualche secondo la figura davanti alla porta diventò più distinguibile: Kazuto infastidito dall'odore del fumo e si tappò il naso.
<meglio che venite in camera mia, col cazzo che rimango qui! Sbrigatevi>
<ok signor capitano> dissero in coro i due corvini, lanciandosi un veloce sguardo come tra due complici e fratelli.
I due criminali che non avevano veramente scelto di esserlo.

___ ___ ___

Quando Nori uscì dalla camera Elviira iniziò con le preparazione di un tea party con Sally usando un set trovato in cucina e sperava di non beccarsi una sgridata da parte dei maggiordomi.
Quella mattina aveva lasciato ad Akikuma un biglietto da dare alla bambina dove la invitata a un tea party di scuse e di portare i suoi giochi.
Sperava che avesse accettato e poter chiarire, si sentiva in colpa per la scorsa settimana e aveva trovato il coraggio per parlarne, il giorno prima del suo compleanno.

Si mise seduta sul letto ad aspettare l'arrivo della bambina.
Passarono i minuti.
Cinque, dieci, quindici, venti, venticinque, trenta...trenta cinque..
Teneva che non arrivasse più.
Forse era ancora arrabiata con lei? Voleva punirla? O non lo sa neanche lei, ma c'era una motivazione ed era valida. Forse era stata una stupida a pensare che bastasse un stupido tea party per risolvere.
Era solo una bambina, ci teneva a non vederla più triste del normale.
Non meritava di vivere così.
Le ricordava una piccola sè.

Fece un leggero sospiro, si alzò per mettere apposto ma si fermò quando sentì un piccolo e tenero starnuto venire da dietro la porta. Curiosa andò subito ad aprire e si ritrovò davanti proprio Sally, stringeva il suo coniglietto e aveva un carretto con tutti i suoi pupazzi.
<sei un po' in ritardo, da quanto eri qui?>
<...da trentasette minuti...> rispose guardando in basso imbarazzata e l'altra non riuscì a non sorridere.
<capito, hai aspettato fin troppo! Entra pure>

Erano sedute sopra a una grande coperta, la stessa che aveva usato al primo pigiama party del gioco e intorno a loro c'erano tutti i peluche.
Il silenzio venne rotto dalla bambina dopo qualche sorso di tea finto.
<quello che hai fatto...era per vendicarti?> chiese e quella domanda, detta così seriamente, la fece sobbalzare e spalancare gli occhi.
<cosa? No! Perché dovrei vendicarmi su di te? Tu non c'entri nulla> le rispose e posò la tazzina davanti a sè.
<non lo so...io faccio parte dei cattivi, di quelli che si occupano del gioco...gioco che ha ucciso Hannes e Roza, gioco che ti ha reso triste...magari non sono stata io a dire a Jun'ichi e Nicolas di ucciderli come Monoaki però...magari volevi vendicarti cosi, facendo male a persona a me care...>
<Sally è assurdo quello che stai dicendo. Tu non c'entri nulla, non lo farei mai e poi mai! Non voglio farti stare male come sto male io> si avvicinò alla bambina che stringeva la tazzina tra le sue mani.
<allora perché hai fatto del male ai Aki? Perché non li hai fermati i tuoi amici?>

Era una bambina.
Certe cose erano troppo difficili per lei ma non per questo non doveva saperle, l'acrobata cercò il modo migliore per spiegare la situazione.
<Sally non ci sono solo io. Per quanto potessi andare contro a questa scelta gli altri avrebbero detto di sì e alla fine sarebbe successo. Mettiamo il caso che tu sapessi cosa voleva fare Monoaki, anche se tu l'avessi fermatx nell'ordinare di uccidere Roza e Hannes lxi ti avrebbe dato retta? Forse si, forse no. Quindi se anche avessi provato sarebbe successo lo stesso. Ero tranquilla perché tanto erano svenuti ma avrei fatto casino se volevano ucciderli proprio per te>
<anche se vuol dire vendicarti e uccidere Monoaki?> chiese Sally e l'altra annuì
<perché non voglio farti soffrire come ho sofferto io, ma non posso sapere cosa gli altri vogliono o faranno. Per questo non ti dò la colpa, perché tu non potevi saperlo, non potevi intervenire e sapere che sarebbe stato inutile>

Era molto seria ma non smetteva di avere quel debole sorriso e quel tono dolce, non voleva sembrare cattiva <non so se hai capito perché è molto complicata la situazione Sally. Non ci sono cattivi o buoni ma solo persone e reazioni, risposte, azioni che non sono bianche o nere. Come il nostro piccolo party segreto tra ragazze, non era fatto solo per un motivo ma c'era altro. Un miscuglio di pensieri, sentimenti e motivi. Tenerti occupata e farti stare bene. È veramente difficile da spiegare...>

La bambina alzò lo sguardo dalla tazzina posata a terra alla più grande, le prese la mano e la strinse tra le sue mani.
<Elviira...mi prometti che non lo rifarai mai più? Che non mi farsi mai stare male quanto stai male te?>

L'altra si lasciò sfuggire una risata, liberò la mano per poterle accarezzare il volto
<io non posso prometterti nulla Sally, le promesse sono grandi cose e sono difficili da mantenere in eterno, perché dopo un po' si romperanno. Sembra brutto detta così ma è vero, non voglio mentirti>

<sai...Hannes mi aveva promesso di starmi sempre accanto, che saremmo usciti assieme e ora...non è qui e non so neanche se uscirò io viva. Non voglio illuderti, non voglio farti stare male per una promessa rotta> aggiunse <posso solo sperare. Lo so sembra stupido per una come te cresciuta nell'odiare la speranza ma se sono qui è solo grazie ad essa.>
Fece un piccolo momento di pausa per prendere il volto della piccola tra le sue mani, fare uno dei suoi vecchi solari sorrisi.

<quando muore una speranza, come uscire con mio fratello, ne cerco una nuova come uscire qui viva e vivere per mio fratello, cerco di non rimanere mai senza. È difficile cambiare questa speranza, non è facile tenerla viva ogni giorno ma la vita è fatta solo di combattimenti>
Appoggiò la fronte alla sua e sentì le piccole mani di Sally appoggiarsi sopra alle sue <quindi spero che il tuo compleanno sia meraviglioso, spero che nessuno provi a fare dal male a te e ai Aki, spero che tutto questa finisca senza nessuna morte e spero di essere sempre tua amica, spero di essere sempre al tuo fianco. Ma non ti prometterò nessuna di queste cose perché non posso sapere cosa succederà in futuro, perché dipende tutto da me, da te e dagli altri.>

Sally la strinse in un abbraccio che venne subito ricambiato dalla più grande.
<ti voglio bene Elviira e spero che sarai sempre felice>
<...grazie Sally, lo spero anch'io>

___ ___ ___

Era finita la giornata, ognuno andò nella sua camera tranne Kichirō che ormai era il nuovo proprietario della camera di Shou

Era molto stanco, si buttò sul letto ancora con i suoi vestiti giornalieri e guardava la macchinetta fotografica.
<Shou..ti va di fare una foto assieme? Usando lo specchio, odio i selfie> chiese all'altro che si buttò vicino a luo <ovvio! Lo chiedi pure?> rispose con un bellissimo sorriso.

Il rosso la mise sul comodino e la riguardò prima di andare a dormire, bello preparato e con quel pigiama da nonna.
Era felice di poter passare i suoi ultimi momenti di vita con Shou.
Gli era mancato e non era cambiato.
Chiuse gli occhi e si addormentò con un bel calore al petto dovuto all'abbraccio da dietro del corvino.

Gli occhi si aprirono subito dopo, mostrando quella orribile stanza piena di specchi.

Non sopportava quel posto.
Non sopportava l'idea di starci per più di 5 secondi.
Era una gabbia, una prigione, un carcere, una tortura.
Non voleva più starci.
Non voleva passare altro tempo in solitudine, nel silenzio, nel vuoto a impazzire.

Faceva strano entrarci come faceva Kichirō, quell'altro, che con la sua felpa accecante e gialla, era sdraiato a terra piangente e tremante.
Era così patetico.
Era così irritante.
Faceva strano odiare qualcuno che ti assomiglia così tanto.
Ma era colpa sua se tutto è iniziato.
Non doveva essere qui.
Non doveva esistere.
Stava dove dovrebbe stare. Dentro quella stanza, nella sua mente, a piangere, a disperarsi come aveva fatto lui, lontano dal mondo, lontano da tutti.

Quando lo vide gli corse incontro, aggrappandosi al mantello bianco e nero, cercando di tirare giù l'altro rosso e lo guardava con occhi piedo di disperazione. Non voleva stare in quella stanza e lo capiva, lo capiva così bene.
<BRUTTO BASTARDO FAMMI TORNARE DAL MIO CORPO! QUESTO CORPO È MIO HAI CAPITO? RIDAMMI IL MIO CORPO! FAMMI USCIRE DA QUI! TI PREGO TI PREGO!>

Una parte di sè voleva che soffrisse quanto lui abbia sofferto fino ad adesso da...non ha neanche idea da quanto.
Gli sembra che siano passati una ventina di giorni ma anche un intera vita.
Ha i ricordi della sua vita.
Eppure sembra che non l'ha mai vissuta.
Ha anche qualche ricordo di un'altra vita. Quella dell'altro vista come se fosse un osservatore dentro il personaggio principale. Un estraneo. Eppure era il suo corpo quello che vedeva, era la sua voce quella che sentiva ma quella vita così felice non era la sua.
Non era la sua.
Non era la sua vita.
Non era il suo corpo.
Non era la sua voce.

Non capiva se questa, adesso, dentro il gioco, fossa la sua vita o quella dell'altro.

<RIDAMMI IL MIO CORPO! LA MIA VITA! LA MIA MENTE!>

Perché doveva essere lui quello che doveva andarsene? A soffrire? A farsi sottomettere? Perché?
Non voleva stare dentro per interi giorni.
Non voleva più vivere in quel modo.

<non ti preoccupare Kichirō. Ci penserò io a mettere fine a tutto questo e non fallirò>


CAPITOLO PRIMO DELL'OMICIDIO !!
Iniziamo con le scommesse per chi morirà a sto giro 👀

Doveva essere un capitolo tranquillo
Poi ho avuta troppo ispirazione 😭

Scusate per la attesa ma la scuola mi sta occupando molto tempo infatti finisco subito qui che devo studiare per due verifiche e finire un compito.

Spero vi sia piaciuto💕

Byee

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