𝓐𝓻𝓬 𝟑 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮 𝟑 - passato nascosto

«Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo»

-Primo Levi


Era in un posto strano e diverso da quello degli altri incubi. Aveva cominciato a sognarli in loop e sempre i soliti due senza nessun cambiamento. Solito posto, solite urla, solito sangue, soliti morti.

Era tutto buio e ricoperto di specchi, era in una stanza rotonda e senza finestre e lampade anche se arrivava un po' di luce dall'alto.

La cosa più strana era che non c'era il suo riflesso negli specchi.

Aveva i suoi vestiti normali prima del killing game, la sua bella felpa gialla, jeans larghi e tenuti bassi, non aveva però la sua benda e neanche la sua magic 8 ball.

Sentiva dei strani rumori e gli venne spontaneo chiedere "chi c'è?" E si stupì di sentire la sua voce e non il vuoto. Negli altri incubi non riusciva mai a parlare, o urlava o rideva.

Dopo quella domanda sui specchi apparirono un sacco di ombre con le figure di tutti i partecipanti del killing game, dei suoi amici e membri del club, della sua famiglia, anche dei due maggiordomi e di Sally.
Le loro espressioni erano molto semplici, tipo degli smile e faccine che fai con la tastiera.
Iniziò a girarsi su se stesso osservando tutte quelle ombre amiche che non sembravano per nulla amichevoli, avevano una brutta espressione arrabbiata o triste. Tranne quella di Nicolas che aveva un bel ghigno e i due Aki sorridevano come sempre.
Nessuna di esse risposero alla sua domanda ma non stettero zitte neanche per un secondo.

<assassino!>
<MOSTRO! MOSTRO! SEI UN MALEDETTO MOSTRO!>
<che hai da guardare? È TUTTA COLPA TUA!>
<avevi detto che avresti fatto di tutto per scappare e salvarci! BUGIARDO!>
<sai solo dire cazzate.>
<SEI UN PAZZO! COME POTREMMO CREDERTI?>
<non riesci a fare nulla da solo. E voi essere un leader? SFIGATO
<BUGIARDO! BUGIARDO!>
<non pensavo che eri tu dietro a tutto ciò...>
<STIAMO PER MORIRE TUTTI E TU NON FAI NULLA! NULLA!>
<non mi sorprende la tua inutilità e la tua stupidità. Cresci un po' sembri un bambino>
<ASSASINO! ASSASINO!>
<sei malato! MALATO! Dobbiamo rinchiuderti!>
<PAZZO! PAZZO ASSASINO! CI VUOI FAR FUORI TUTTI!>
<SEI IL MASTERMIND AMMETTILO! AMMETTILO!!>

Le voci dei altri ultimate lo pietrificarono e muoveva gli occhi cercando di capire chi stesse parlando e cosa stesse dicendo, era difficile capire appieno anche per le altre urla

<CI HAI UCCISO! CI HAI UCCISO!>
<SALVACI! SALVACI!>
<CI HAI UCCISO! CI HAI UCCISO!>
<NON TE NE IMPORTA NULLA DI NOI!>
<EGOISTA! EGOISTA!>
<TANTO MORIRAI ANCHE TU!>
<CI HAI UCCISO! CI HAI UCCISO!>

Iniziava a fargli male la testa, anche comprendosi le orecchie li sentiva lo stesso ripetere le stesse frasi, stesse frasi, stesse frasi! E quanto facevano male nel debole e fragile cuore di Kichirō.
Il cervello, la ragione, cercava di fargli capire che non erano vere, che non aveva senso stare male e doveva solo ignorarle. Non hanno veramente un peso le parole, non sono fatte di materia. Eppure il cuore veniva ferito per quelle parole d'odio, con quei "volti" tristi, delusi, arrabbiati verso di lui.
Girava su se stesso cercando un qualcosa per scappare ma nulla. Solo specchi e ombre. Nessuna via d'uscita.
I suoi occhi si fermarono su uno specchio specifico, rettangolare e alto quanto lui. C'era l'ombra di sua madre.

Era triste, tutte le altre ombre si zittirono non appena Kichirō sussurrò un "mamma" e fece un passo in avanti.

<stammi lontano. Non ti avvicinare a me! Kichi...mio piccolo Kichi...quanto dolore mi stai creando nel mio cuore. Non pensavo che mi odiassi>

<mamma non ti odio! Non ti ho mai odiato! Perché- perché->

<perché non hai fatto nulla? Perché mi avresti lasciato morire? Mi avresti sacrificata per la vita di qualcun altro?>

Quelle parole lo zittirono e furono le più letali tra tutte.

<avresti mai sacrificato qualcuno per me figlio mio? Avresti mai sacrificato tutti per me?>

Non disse nulla e la donna diventò più triste e arrabbiata.

<NON AVESTRI SACRIFICATO NESSUNO PER ME?!>

No. Si. No. Si. No. Si.
Non sapeva cosa dire, quale risposte dare, tutti gli altri rimanevano zitti a osservarlo pronti a giudicarlo di nuovo per una singola parola. Stare in silenzio però non migliorò la situazione perché tutti si misero a urlare nuovamente quelle parole con più forza, pugnalandolo con più velocità e premendo fino in fondo nel suo corpicino tremante.
Volevano fargli del male.
Era stato davvero così cattivo per meritarsi tutto ciò?
Aveva fatto stare così male gli altri?
Cosa aveva fatto? Perché dicevano così? Cosa ha sbagliato?
Ha sempre cercato di essere amico di tutti...di essere sempre gentile...di aiutare...
Nessuno lo apprezza?
Lui...lui perché non ha mai fatto nulla per sua madre? La odia come dice lei? Era un modo del suo inconscio per dirgli la verità di ciò che prova? No...non poteva essere così...dopo quello che lei ha fatto per lui...
Le mancava da morire ma sarebbe davvero morto per lei? Avrebbe davvero ucciso per lei? No, ne aveva avuto la conferma con il movente.
Non aveva coraggio.
Non aveva il coraggio di dare ragione a sua madre e a tutti gli altri.

<TI ODIO KICHIRŌ! TI ODIO! SÌ CHE MI AVRESTI UCCISO PER LEI!>
Tra tutte le voci quella più forte fu quella di Shou. C'era così tanto casino e stringeva forte i capelli.

<TI ODIO KICHIRŌ! TI ODIO! SÌ CHE MI AVRESTI UCCISO PER LUI!>
Tra tutte le voci quella più forte fu quella di sua madre. Le tempie gli facevano malissimo e aveva gli occhi lucidi. Li strinse per non far scendere nessuna lacrima.

<STATE ZITTI! STATE ZITTI! STATE ZITTI!>
Tra tutte le voci quella più forte fu la sua e le altre si zittirono ma continuò a urlare.
<NON AVREI UCCISO NESSUNO! NON LO FAREI MAI MAI MAI MAI! NON SONO UN ASSASINO! NON SONO IL MASTERMIND! SOLO SOLO UN RAGAZZO CHE AMA I GIOCHI DI RUOLO CAZZO! NON FAREI MAI DEL MALE A QUALCUNO! SCUSAMI MAMMA SE NON SONO ABBASANTA FORTE E CORRAGIOSO PER SALVARTI! NON SONO UN EROE! NON SONO UN ASSASINO! IO->

<ne sei proprio sicuro Kichi?>

La sua stessa voce, il suo stesso aspetto, il suo stesso profumo, i suoi stessi occhi...e la sua stessa risata. Quando aprì gli occhi per vederlo rimase pietrificato alla vista di...se stesso con gli abiti del killing game e sporco di sangue che rideva. Chissà che espressione strana stesse facendo osservandolo se lo faceva divertire. Anzi...osservandosi.

Era come guardarsi in uno specchio ma era lì che gli prendeva il volto con il guanto sporco e si avvicinava tantissimo a.. a se stesso? Erano la stessa persona...no?
Si stringeva a sè, il suo sguardo faceva paura e anche il suo grande sorriso. Le guance strette tra le sue mani si sporcavo del sangue ancora fresco di chissà chi.

<devi ricordare. Devi ricordare ciò che hai fatto. Ricordare quante persone hai ucciso. Perché hai ucciso. Non sei veramente una brava persona>

<TU HAI UCCISO!> si urlò contro e si spinse via

<abbiamo ucciso> disse e si riprese per le braccia <questo sangue è sul tuo corpo. Questa è la nostra mente...>

<no no no! NO! NO! NON HO UCCISO NESSUNO! QUELLO NON È IL MIO CORPO! QUESTA È SOLO LA MIA MENTE>

<ne sei sicuro Kichi?>

<OVVIO CHE NE SONO SICURO! TU
...tu...tu...TU NON SEI ME CAZZO! NON SEI ME!>

<e cosa sono?>

<NON LO SO MA NON SEI ME!>

<si che sono te e tu sei me. Fidati di te stesso>

<STAI ZITTO! TU NON SEI ME! TU NON SEI ME! E NON MI FIDERÒ MAI DI TE!>

<smettila>

<NO TU SMETTILA!!>

Batté il piede troppo forte contro il pavimento, si sentì come uno specchio che si spaccava e cadde di colpo verso l'oblio sotto i suoi piedi. Ma solo lui cadde, l'altro se stesso rimase nella stanza.

Urlò così forte che non senti le voci dei specchi ritornare.

Ore: 07:00 a.m __ Giorno 13 _________
Luogo: camere da letto _____________

Aveva urlato così forte anche da sveglio che da fuori del corridoio Shiro lo sentì benissimo mentre si dirigeva per prima verso la sala da pranzo. Preoccupata entrò con grande velocità quasi inciampando tra i suoi stessi passi, spaventò il rosso che smise di urlare e la guardò restando immobile seduto sul letto.
Aveva la stessa espressione che aveva nel sonno, o così gli sembrava, l'aveva disturbata? Era arrabbiata? L'aveva infastidita?
Non c'era nulla per cui urlare, l'avrà fatta spaventare per nulla! Più secondi passavano più sembrava agitata e si muoveva lentamente per la stanza.

<Kichirō? Kichirō tutto ok? Sei ferito? Dove sei?>
Che coglione, Shiro è cieca! Non può vederlo mentre sta immobile come un idiota e in salute! Sentendolo urlare avrà pesante a un attacco da parte di qualcuno o altro di simile e se sta zitto come adesso non può sapere come sta. Soprattutto sapere se era vivo o no.
<s-scusa...scusa sto bene- non...non volevo spaventarti...sono sul letto...> la sua voce uscì con fatica dalla sua bocca e gli faceva un po' male la gola.
La pianista riuscì a trovare il letto e si sedette davanti a Kichirō, il suo volto era ancora pieno di preoccupazione.
<sicuro? Perché hai urlato? È successo qualcosa? Sicuro che stai bene?>
Aveva un tono dolce, caldo, confortevole, completamente il contrario di quello nel sogno.
Era sincera in questo momento? O sta mentendo per essere nelle grazie di tutti e non avere nemici?
Era seriamente preoccupata?
Stava...
No...non era così Shiro...
Non la conosceva così bene per giudicarla...ma neanche per sapere com'era- come poteva fidarsi di lei se non si fidava della sua stessa mente?

Il suo petto iniziò a muoversi lentamente, cercava di calmarsi e non farle sentire il suo respiro un po' affannoso, ma il suo povero cuore ferito batteva come un pazzo, ancora preso da quell'incubo, quella grande e improvvisa caduta verso il nulla e da se stesso.
Se stesso.
No.
Non era lui.

<Kichirō? Kichirō tutto ok?> parlò di nuovo la fanciulla sentendo che il fanciullo resto nuovamente muto, gli trovò il braccio e lo strinse con delicatezza e dandogli qualche carezza.
<si si...scusa stavo solo pensando...pensando a un incubo che ho fatto>
<oh capisco... beh vuoi parlamene?>
<no...scusa- ma- no...non è un incubo strano che possa interessarci e...>
<non l'avevo chiesto per questo> lo interrompe Shiro fin da subito con il suo solito tono calmo <ma perché sento che ci sei rimasto molto male e non deve essere stato molto bello dal tuo urlo. Parlarne ti farà stare bene ma non ti voglio ovviamente costringere> disse e la mano si spostò dal braccio sulla guancia di Kichirō <lasciami dirti qualcosa a riguardo: sono solo incubi, non darci troppo peso. Non sono reali. Non farti influenzare da essi ok? Non è facile ma devi tenerlo a mente per non stare troppo male...già sei molto fragile per quelli scorsi e non voglio che stai peggio. Adesso bisogna essere molto forti e darsi forza a vicenda per sopravvivere quindi non avere paura a chiedere aiuto>

<mh...> la guardò alzarsi e fargli un sorriso per dargli un po' di tranquillità e serenità. Era uguale a quello di sua madre, lo contagiò allo stesso modo, peccato che Shiro non poteva vederlo <grazie Sherlock> aggiunse debolmente.
<di nulla Watson> ridacchiò <per ogni cosa ci sono. Siamo una squadra no?>
Una squadra. Sorrise di più, una semplice parola aveva zittito tutte quelle frasi e urla, forse si stava dimenticando l'incubo come si fa normalmente. Meglio così, sarebbe stato più facile seguire il consiglio della pianista. Non doveva dargli peso...semplice no?
<si...siamo una squadra>
Però...quanto sarebbe durata questa pace?

Shiro uscì dalla stanza lasciando da solo Kichirō con un po' di carica in corpo e con grande velocità si preparò per raggiungere gli altri in sala da pranzo.
Ma non era completamente sereno. Per l'ansia che gli metteva il suo riflesso coprì lo specchio della sua camera con un lenzuolo e quello del bagno con un asciugamano, fu difficile sistemarsi i capelli ma sembravano essere venuti bene e lo sperava, voleva evitare di essere guardato in modo strano da tutti anche nella realtà.
Le belle parole di Shiro iniziarono a perdere il loro effetto ed era ancora mattina, sarebbe stata una giornata difficile e non voleva assolutamente essere un peso per il nuovo piano. Non doveva essere pessimista! Non sarà un peso! Deve avere fiducia e speranza!
Fiducia e speranza!
Fiducia e speranza e anche del cibo, iniziava ad avere molta fame.

Quando uscì dalla sua camere andò a sbattere contro Shou molto forte, il corvino era di corsa, e entrambi cadettero a terra, uno sopra l'altro come nel primissimo giorno. Questa volta nessun pugno in faccia come saluto ma un aiuto per rialzarsi.
<scusami Shou ma grazie per non avermi colpito in faccia nuovamente>
<sto migliorando vedi?> ridacchiò l'altro, un po' forzato ma non lo biasimava, dopo la notizia di ieri... <comunque scusami tu, non ti avevo per nulla visto uscire>
<tranquillo! Tranquillo!> disse e ebbe il coraggio di aggiungere altro di più delicato <e tu...come stai?>
<io...non ne voglio parlare. Scusami Kichi...> non aveva un tono arrabbiato e ciò lo rassicurò molto soprattutto dopo quello che gli aveva urlato la sua ombra.
Non doveva darci peso! Nessun peso! Basta pensarci! Deve concentrarsi su altro come la colazione e su come non farsi ammazzare! Ci sono cose più importanti.
<certo non ti preoccupare, ma quando vuoi parlarne io ci sono>
Avrebbe continuato a essere dolce sperando di non essere odiato.

La colazione fu strana.
Non c'era un silenzio assoluto, i chiacchieroni non se ne stavano neanche per un secondo zitti ma parlavano a bassa voce e si sentiva molto forte la presenza dei due maggiordomi nella stanza.
Kichirō pensò che volessero controllarli di più dopo quello che avevano fatto ieri e non avevano tutti i torti, magari si sono beccati le lamentele del mastermind. Passavano dietro ai Ultimate in silenzio, senza commentare, se stavi attento potevi sentire i loro passi leggeri e delicati come quelli di un sicario che non deve farsi sentire dal suo bersaglio.
Lady Sally faceva colazione come sempre in camera sua e anche da sola se loro due erano qui. Ogni cosa riguardo alla bambina faceva più male dopo aver letto il suo diario.
Come si sentirà sapendo di essere carnefice di un massacro? Avrà anche lei un'altra sè che le ricorda ogni giorno quel momento?
Forse non era così male non ricordarsi nulla.

In ogni caso Kazuto e Jun'ichi riuscirono a far uscire i due maggiordomi ordinando delle cose in più che non c'erano nel buffet e che erano costretti a cucinare. Approfittarono di quel mezz'ora senza controllo per far passare tra di loro un foglietto con su scritto il nuovo piano di oggi. Giusto perché non erano abbastanza finiti nei guai ieri ma non potevano esagerare con le punizioni o le show sarebbe finito. Quindi potevano stare abbastanza tranquilli...no? Semmai non avrebbero cenato di nuovo.

Il piano era semplice: dopo cena Elviira, Jun e Kazuto avrebbero fatto un gran casino nel bagno comune al primo piano, i due Aki dovranno per forza intervenire e quando saranno dentro la stanza chiuderanno l'entrata con delle sedie o anche un oggetto più pesante come un mobiletto. Kazuto ha scelto quella stanza perché non ha passaggi segreti quindi non potranno scappare.
Shou, Shinobu, Hannes e Roza sono quelli che avranno il compito più importante, cioè quello di andare nell'archivio e aveva lasciato un veloce metodo per far funzionare la TV.
Menomale che era una pessima idea quella di intrappolarli.
Pensò il Birdwatcher facendo una leggera smorfia mentre leggeva il piano e lo passava agli altri.

Non era neanche molto contento di essere tra quelli che dovranno investigare ma non disse nulla, erano ritornati i maggiordomi con i piatti belli caldi e non dovevano scoprire nulla di ciò. Riunirsi tutti più tardi sarebbero sembrati sospetti e tutti dovevano essere d'accordo di eventuali cambi.
Ma non avevano tempo e non voleva assolutamente aspettare altri giorni.
Cerchiamo di non far fallire anche questo piano. Pensò e costrinse la sua testa a concentrarsi su questo e non su un lutto. Mamoru ha aspettato 3 anni, qualche giorno in più non gli cambierà molto. Avrà poi tutte le sue lacrime e il suo cuore quando non sarà più in pericolo o semplicemente un momento di pausa, niente piani strani, investigazioni, discussioni, omicidi...
Era stufo di tutto ciò e voleva solo trovare il tempo per piangere e concentrarsi sul dolore.
Si sentiva il solo a pensarla così mentre tutti scappavano da quell'orribile sentimento e cercavano disperatamente un momento di felicità, di gioia e d'amore.
Forse perché loro avevano ancora qualcuno da amare rispetto a lui.

___ ___ ___

La mattina passo velocemente insieme al pranzo e Kazuya e Goro avevano intenzione di passare un po' di tempo insieme in camera del primo per non essere controllati dai due maggiordomi. Ok c'erano sempre le telecamere ma non facevano lo stesso effetto di inquietudine di averli dal vivo e i loro occhi puntati contro.

Non fecero nulla di speciale, volevano rilassarsi e condividere le loro passioni con l'altro. Il romano aveva preso dalla sala della musica un bel violino e si mise a suonare a memoria la primavera di Vivaldi, giusto per riscaldarsi, e il mangaka si mise a disegnarlo sul suo taccuino nel suo stile e utilizzando solo la china! Nessun errore e anche se non era un disegno realistico riuscì a fare un ritratto molto fedele. La dolce melodia gli dava un sacco di ispirazione, il violinista era un sacco bravo, sembrava di sentire dal vivo uno di quei musicisti che si studiano a scuola e che hanno fatto la storia.

Incuriosito Kazuya si avvicinò per vedere i disegni senza smettere di suonare, nessun brutto suono, nessuna nota presa male, una melodia pulita e delicata, Goro rimase per un momento immobile a osservarlo incantato anche dopo che aveva finito il brano.
<wow quanto sei bravo, non ci riuscirei mai a suonare un brano a memoria> gli disse con un leggero sorriso e con grande sincerità
<e io non riuscirei mai a disegnare certi capolavori> rispose il romano suonando la quinta sinfonia di Beethoven e si abbassò per vedere meglio il suo ritratto.
Si sentì per un momento come Dorian Gray guardando quelle linee perfette di inchiostro nero, sperava che Goro non facesse una brutta fine come Basil.

<ma sai disegnare i cervi->
<se ciao, mo sono l'ultimate deer artist, sai quanto mi pagano?>
<perché ti pagano per suonare? Hai lo stipendio?> chiese Goro ridendo e mettendosi a disegnare su un altro foglio l'amico che gli fece una infantile linguaccia
<e sono stato gentile a suonarti qualcosa gratis e di leggero perché potevo suonare qualcosa di molto più difficile e dinamico> ribatté e smise di suonare la meravigliosa sinfonia.
<e non lo faresti per me my dear?>
Gli venne voglia di tirare uno schiaffo alla faccia dell'americano con un bel ghigno malizioso, ma si trattenne allontanandosi in silenzio imbarazzato e rosso in volto.
<cojone-> sussurrò e l'altro scoppiò a ridere.

Dopo un po' i due decisero di fare qualcosa di nuovo cioè scambiarsi i ruoli, Goro avrebbe suonato il violino e Kazuya lo avrebbe disegnato.
Il povero mangaka ebbe molta difficoltà solo a capire come posizionarsi e imparare le note, tanto avrebbe fatto tutto a caso sperando di creare una melodia decente, mentre il povero violinista aveva paura di rovinare il bel taccuino con i suoi orribili disegni e non sapeva minimamente disegnare una persona mentre suona! Fu un disastro.

Le povere orecchie dei due ragazzi chiedevano pietà a ogni "nota" che Goro faceva e Vivaldi si stava ribaltando nella tomba sentendo quella versione stridula e orribile della sua Primavera. Il povero cuore del romano si stava distruggendo vedendo un violino trattato così
<che cosa je stai facendo a quell'archetto...>
<pensa a disegnarmi bello> rispose guardandolo un po' male
<tu sei sempre bello amore mio>
<non mi deludere con questo disegno>
<GORO SO DISEGNARE SOLO CERVI E PENTAGRAMMI!!>
<e semi realismo.> aggiunse il castano
<...e semi realismo> ripeté l'altro castano ma non sembrava molto convinto.

Kazuya non ci riusciva ad ascoltare per più di dieci secondi Goro suonare quindi lo interrompe nuovamente commentando
<corso intensificato di violino quando che ho bisogno di soldi?>
<che povero> gli rispose con un leggero sorrisetto e posando il violino sul letto <voi che diventi il tuo sugar daddy?>
L'altro arrossì nuovamente e si trattenne di dargli veramente uno schiaffo o un calcio nelle parti basse.
<ma siete tutti così stronzi voi capitalisti o sei solo tu?>
<non pensavo che i romani fossero dei tsundere o forse lo sei solo tu>
<pensavo che dicessi fascisti e non ti avrei dato torto>

Il mangaka scoppiò a ridere, si avvicinò per vedere il disegno di Kazuya ma l'altro si allontanò ancora rosso in volto stringendo il taccuino a sé <no no no! Non puoi vederlo! Fa schifo! Troppo schifo! È tutto sbagliato!>
<non dire così! Nessun disegno fa schifo e sbagliato...>
<non fare discorsi strani sull'arte con me! Non te lo faccio vedere!!>
<dai my dear! Prometto che non rido! Per favore! Tu ti sei subito me che suono male!> cercò di avvicinarsi e prendergli il taccuino ma il romano iniziò a correre per la stanza
<NO NO NO NO!! LO FACCIO PER IL TUO BENE!!>
<MA STAI ZITTO E FAMMI VEDERE IL DISEGNO!>
<MAI MAI MAI!!>

Dopo qualche giro si misero a ridere ma il romano non aveva intenzione di farsi prendere ma purtroppo le lunghe gambe di Goro gli permisero di avvicinarsi abbastanza all'altro per catturarlo in un abbraccio. Non riuscì a fermarlo nel strappare il foglio, accartocciarlo e farci una bella pallina, fu un grande colpo al cuore vedere Kazuya palleggiarlo! Povero foglio e povero disegno.
La lanciò con il piede verso di lui ma il mangaka stette immobile non capendo
<non hai mai giocato a calcio?>
<no...ho passato tutta la mia vita in casa per colpa dei miei. Non ho mai fatto nessun gioco o sport>
Kazuya riprese la pallina di carta e si rimise a palleggiare <c'è sempre tempo per imparare! Sai questo è il passatempo di un sacco di ragazzini romani e italiani>
<ti sembro romano o italiano?> si indicò e osservava l'amico muoversi e cercò subito di imitarlo in modo goffo
<se ipoteticamente adottassimo un bambino non me frega nulla che sei americano e giapponese, io lo educo alla romana>
<perché ovviamente fai tu la mamma>
<fijo demmerda->
<cosa?>
<sei meraviglioso>
<certo certo> alzò gli occhi al cielo <allora mi insegni a giocare a calcio?>
<SUBITO! SARAI IL NUOVO TOTTI!>
<...chi?>
<TOTTI IL CAPITANO DELLA ROMA! Oh dio- avremmo un sacco di lavoro da fare>

___ ___ ___

Nel piccolo salotto sotto scala c'era musica moderna, nessun violino o altri strumenti classici, solo una vecchia band rock che Elviira non conosceva ma adorava il ritmo della canzone. Non era da sola, seduta a osservarla c'era Roza che non si aggiunse a ballare, rimase meravigliata vedendo i suoi movimenti molto veloci, non era per nulla rigida, i capelli in faccia non le davano fastidio e non si fermava neanche un momento. Contagiava lo spettatore con la sua stessa energia, non era neanche imbarazzante vederla ballare, sembrava che si stesse esibendo per il suo circo e stesse facendo uno dei suoi spettacoli in cielo.

Non si accorse di star arrossendo e di star sorridendo vedendola così divertita dalla musica e il suono della sua risata la riscaldava il cuore.
Era un po' gelosa, anche lei voleva ballare come lei senza smettere e con energia ma non aveva così tanta forza. E sono anni che non balla.

Quanto le mancava, la musica la chiamava ma non rispondeva e rimaneva immobile, lasciava che fossero gli altri a ballare e si prese il ruolo di essere quella che li giudicava. Era la più giovane tra tutti quei ex ballerini nella giuria ma non si sentiva a disagio e riuscì a dimostrare di essere più brava.
Ma lei voleva tanto ritornare ad essere in quel palco, di essere sotto quelle luci, di ricevere gli applausi, avere quei riflettori addosso a illuminarla.
Forse iniziò ad avere un espressione più triste perché Elviira si fermò e si avvicinò alla giudice con il suo tenero viso preoccupato.
<Roza...tutto ok? Sei triste?>
<eh? N-no! Non sono triste! Stavo...stavo solo pensando->
<pensando a cose brutte?>
<...forse...> mormorò Roza non riuscendo a mentirle ma non voleva scendere nei dettagli.

La corvina lo capì e non chiese altro, si limitò ad avvicinarsi per darle un bacio sulla guancia che divenne completamente rossa
<non ci devi pensare alle cose brutte ti fanno solo stare male> disse subito dopo e sul suo volto c'era pochissimo rossore
<m-mi- mi hai dato un bacio?>
<uhh si! Il signor Polar Star dice che un bacio o un abbraccio migliorano le giornate alle persone e cacciano via i brutti pensieri!> rispose con tutta l'innocenza del mondo <non ti è piaciuto? Ti ho messo a disagio? Se vuoi non lo faccio più->
<no no no!> le rispose prendendole il braccio ancora tutta rossa <baciami quanto vuoi- VOLEVO DIRE- UHHH- non- non ho nessun problema>
<menomale!> Elviira sembrò non aver sentito la prima frase dell'altra e le sorrise tranquilla, Roza fece un sospiro di sollievo, sarebbe stato molto imbarazzante se l'avesse sentita.

<oh giusto!> disse di colpo la corvina, si era appena ricordata di qualcosa e cercò tra le tasche qualcosa <menomale che questi abiti hanno le tasche!> commentò e dopo un paio di secondi trovò quello che cercava: una meravigliosa collana di perle con al centro un ciondolo di quarzo bianco. La fanciulla dai capelli rosa spalancò gli occhi vedendola, sembrava così delicata, così preziosa e così costosa.
<tada!! Un regalino per te!!>
<non...non so se posso accettarla ma...> con un dito sfiorò il quarzo <ma dove l'hai trovata?> fu questo il suo primo pensiero.

<non lo so>
<come...come non lo so?>
<non lo so!> fece girare la collana tra le dita e Roza temeva che cadesse all'improvviso e si spaccasse in mille palline e pezzi di quarzo <l'ha trovato mio fratello con un braccialetto di pelle, non voleva neanche che lo toccassi, e mi ha lasciato questa collana! Ed io ho pensato di darla a te!!>
<grazie mille...ma tuo fratello ti ha detto per caso dove li ha presi?> chiese ancora la fanciulla e la corvina scosse la testa, non ne sapeva nulla e non capiva perché era tanto interessata a ciò. Aveva paura che Hannes l'avesse preso da qualcun'altro? Non lo farebbe mai!

In ogni caso si mise dietro di lei per metterle la collana, le dolci dita dell'acrobata le sfiorarono il collo ed erano molto calde, come normali dita umane, le fecero lo stesso venire un po' di brividi.
<non si rifiuta un regalo comunque! E spero che ti piaccia...> mormorò la corvina mettendosi nuovamente davanti all'altra che annuì stringendo il ciondolo tra le sue mani
<certo...è molto bella...grazie...>
<menomale! Temevo di aver cannato!> ridacchiò la fanciulla e mise apposto il vinile della band rock anonima che continuava a suonare in sottofondo.

<comunque devo andare! Avevo promesso a Sally di aiutarla a fare vestiti per le sue bambole, ci vediamo prima di cena!>
<uh- certo! A dopo!>
Elviira le sorrise e corse via, la mano di Roza ancora stringeva la collana e la osservava.
Non si meritava tutto questo amore.

___ ___ ___

Shiro aveva bisogno di svuotare la mente e suonare finché può il suo amato pianoforte, era completamente da sola, non era riuscita a convincere Akikuma a fare un altro duetto e Kazuya era occupato con Goro. Ma non era triste per ciò, la musica le faceva compagnia.

Le dolci melodie che creava muovendo le sue bianche dita attirarono Jun'ichi. Il corvino rimase davanti alla porta lasciata aperta dalla pianista e la osservava suonare con grande maestria, eleganza e bellezza... merda- stava di nuovo pensando in quel modo di Shiro? Era una cosa stupida e senza senso, doveva smetterla. Era ridicolo, gli sembrava di essere una di quelle ragazzine innamorate perse del ragazzo più figo della scuola. Era solo una maledetta cotta, passerà, passerà...passerà vero?

Il pianoforte non aiutava, era magnetico e lo costringeva a stare lì impalato come un idiota, i suoi occhi rimanevano fissi lì, sprecando il suo tempo a osservare Shiro così carina quando sorride...
No.
Non è carina.
Ok è oggettivamente e soggettivamente bella-
NO. No. No.
Deve usare questo tempo per interagire con gli altri, evitare di crearsi nemici, pensare meglio al piano.
Indietreggiare e andare da un'altra parte non era un'azione così difficile...allora perché non riesce a farla!? Neuroni potete mandare quel cazzo di messaggio alle gambe!? DEVONO MUOVERSI! M-U-O-V-E-R-S-I. per A-N-D-A-R-S-E-N-E.

<sei inquietante> la voce di Yumeri lo fece tornare alla realtà senza scomporlo troppo. Sperava di non essere arrossito o sarebbe stato decisamente imbarazzante.
<come mai dici così?> rispose e girò la testa verso la motociclista affianco a lui che guardava l'albina suonare.
<stai immobile e in silenzio a osservare una ragazza. Sembri un maniaco>
<non è molto carino da parte tua dire ciò. E poi stavo ascoltando la musica e guardando il vuoto.>
<certo ed io sono un uovo!> lo guardò un po' male e incrocio le braccia al petto
<...un uovo?> ricambiò lo sguardo con uno confuso
<era per dire idiota->

Anche se i due stavano zitti non c'era mai silenzio, Shiro non smetteva neanche un secondo di suonare ed era completamente persa nel suo mondo, non si accorse della presenza dei due anche se sentiva leggermente i loro profumi. Ma non ci diede troppo peso, troppo impegnata a seguire il pentagramma nella sua testa.
Entrambi la osservavano allo stesso modo però Jun'ichi aveva un espressione impassibile mentre Yumeri aveva un leggero sorrisetto.
<allora...quando inizi a provarci con lei invece di fare l'asociale?>
<...come scusa?> si girò a guardarla nuovamente confuso
<ti prego si vede da lontano un miglio che hai una cotta! La stai sbranando con gli occhi!>
<io...> si bloccò un attimo cercando le parole giuste <non essere così volgare->
<non stai negando che hai una cotta~> Yumeri alzò le sopracciglia e allargò il sorriso
<non ho nessuna "cotta"->
<o sei un bugiardo o sei un idiota. Voi maschi siete tutti uguali>
<questo è molto sessista da parte tua> commentò Jun'ichi appoggiandosi allo stipite della porta.

<guarda che se non ci provi tu ci provo io con Shiro!>
Il businessman stette un attimo in silenzio a guardarla, non capiva se la brutta stretta al cuore fosse gelosia o fastidio per Yumeri. Non avevano entrambe senso! Perché doveva essere geloso e infastidito da lei?
<ti piace Shiro?>
<...non ti interessa ma sappi che ci proverò se tu non fai nulla->
<vuoi giocare con il cuore di Shiro? Vuoi ingannarla e ferirla?>
<no ovviamente! Non lo farei mai! Ok sembro la tipa che lo farebbe ma solo se mi stufo- non mi guardare così! Non sono una da cose serie come te!> rispose la motociclista cercando di non arrossire e si appoggia anche lei allo stipite della porta davanti a lui.
<sei certamente migliore di me se ti impegni a essere un po' più attivo come persona. Sembri un robot!>
<non mi interessano queste cose, non ho una cotta e anche se fosse Shiro non è interessata a me- quindi è inutile- hai più probabilità tu...>
Tanto il nostro non è un matrimonio per amore.

<per favore! Ti stai già abbattendo? Oh dio- allora inizio magari ti dò un po' di grinta e senso di gara! Funzionate così voi uomini no?> disse Yumeri alzando gli occhi al cielo
<ragionamento sessista>
<parla il maschio cis etero e stra ricco>
<ma cosa hai contro i maschi? E se mi piacie una ragazza non significa che sono per forza etero...>

<non capisco perché state discutendo voi due...> una terza voce si aggiunse alla discussione ed era Monoaki, i due lo guardarono male oltre a chiedersi da quanto fosse lì con loro. Solito sorriso e si stava sistemando il rossetto.
<potete provarci entrambi e nei vostri letti c'è abbastanza spazio per stare in tre->
Venne zittita da un pugno in faccia da parte di Yumeri <STAI ZITTX PERVERTITX>
<MINCHIA IL MIO NASO- BRUTTA FIGLIA DI PUTT->
<PARLA GIAPPONESE TESTA DI CAZZO->

I due vennero interrotti dal brutto suono dei tasti premuti tutti assieme da parte di Shiro che tremava. Sentirli urlare all'improvviso l'avevano spaventata molto ma cercava di mantenere la calma, non si scompose troppo e tolse le dita dal pianoforte.
<oh dio scusaci Shiro-> mormorò Yumeri e si tappò la bocca per non urlare nuovamente dopo un pugno sulla testa da parte del maggiordomo.
<non volevamo spaventarti> disse Jun'ichi e la pianista si alzò andando verso di loro con un leggero sorriso
<è...è tutto ok tranquilli. Mi avete fatto tornare alla realtà, in un brutto modo ma rischiavo di stare lì a suonare tutto il giorno> trovò le braccia della motociclista e del businessman prendendoli a braccetto, all'inizio strinse troppo forte ancora scossa da quel rumore forte <se non è troppo tardi vi va di stare un po' assieme? Se Kazuto è libero chiediamo anche a lui!>

<certo-> mormorò Jun'ichi
<basta che non giochiamo nuovamente a Risiko- AHIA SHIRO- HAI GLI ARTIGLI AL POSTO DELLE UNGHIE!>
<Yumeri prima chiedi scusa a Monoaki> disse seria la fanciulla
<come scusa!? Ma anche no!>
<Yumeri...>
<non sei mia madre! Non gli dico scusa!>
<Yumeri.> l'espressione della pianista era molto seria che fece impressione anche alla coraggiosa Yumeri. Sbuffò e borbottò un "scusa"
<come? Non ti ho sentito puoi ripetere?> chiese Monoaki con un sorriso divertito
<SCUSA. Vuoi anche lo spelling? No, non lo vuoi. Quindi Ciao.> e la fanciulla trascinò con sè i due nobili andandosene via senza aspettare una risposta da parte dell'altrx.
<divertitevi!> urlò da lontano l'italianx e con una grande risata.

___ ___ ___

La cena fu come le solite, nessun cadavere o cervello, cibo normale e anche molto buono. Avevano le energie per entrare in azione e anche nel scappare se tutto andasse storto. Non tutti erano fiduciosi per colpa di Nicolas e quello che aveva combinato il giorno prima.
Elviira, Kazuto e Jun furono i primi ad agire andando nel bagno comune per allagarlo. Come? Ecco...avrebbero provato con tutto.

L'idea migliore era rompere un tubo e far uscire molta l'acqua così che entrambi fossero occupati, uno a fare l'idraulico e l'altro per togliere l'acqua. Elviira propose di intasare il cessò buttandoci un sacco di carta igienica ma venne bocciata ma la corvina lo fece lo stesso.
Jun tenne aperto il rubinetto del lavandino e osservava Kazuto che provava a staccare due tubi, iniziò a colpirli molto forte con i piedi e mani facendosi solo male. Ma ci stava provando e lo apprezziamo.
La salvezza fu trovare una chiave inglese controllando bene nei cassetti del bagno, non sapevano effettivamente se fosse veramente utile e a cosa servisse in realtà ma fece un ottimo lavoro per colpire i tubi e cercare di svitarli.
Il risultato fu perfetto, dal rubinetto non usciva più nulla e ci pensava l'apertura della tubatura a far uscire l'acqua con un grande getto.

Cercarono di non farsi subito beccare, uscirono, nascosero la chiave inglese nella camera dello stratega e Jun chiamò i Aki che non sembravano molto contenti del casino. Stava iniziando a uscire troppa acqua e non solo il pavimento del bagno iniziava a bagnarsi.
Aspettarono che si misero a lavoro prima di chiudere la porta, tenerla bloccata con i loro deboli corpi più quello di Yumeri e aspettare che gli altri trasportarono un mobiletto delle loro camere per fare un blocco migliore. In pochi minuti riuscirono a intrappolarli.
La risposta furono insulti in varie lingue e colpi contro la porta, sarebbe stato difficile aprirla, alcuni di loro si misero sopra e la tenevano ferma.
Questo li sarebbe costato un sacco di pasti e qualche livido.

Ora era il momento di Hannes, Roza, Shinobu e Shou che entrarono nell'archivio utilizzando i passaggi segreti e la chiave del maghetto, l'aveva tenuta ben nascosta nel bagno della sua camera.
Non bloccarono le porte, non avevano tempo da perdere e poi i Aki erano occupati, Sally sarà a fare i fatti suoi e non era così tanto pericolosa. Se non era armata- in effetti aveva fatto un omicidio di massa...
Nessuna distrazione Shou!
Concentrati sul momento e sulla realtà, non perderti tra i tuoi pensieri.

<avete già provato ad accenderla?> chiese guardando gli altri del suo gruppetto
<uhh no...> rispose la giudice e il corvino fece un leggero sospirò, si avvicinò alla TV e cercò di capire quale fosse il tasto per accenderla.
Era ancora nel mobiletto che aveva usato Kichirō per bloccare l'entrata ma era al suo posto, la stanza era più in ordine, ieri Monoaki avrà sistemato e pulito tutto già che era lì.
<tasto trovato!> disse all'artista affianco a lui e premette il tasto "ON" ma non si accese <e che cazzo->
Shinobu non voleva stare immobile a guardarlo e si mise a girare intorno al mobiletto <magari è rotta o...> notò che i fili della TV non erano attaccati alla presa dietro al mobiletto <...o non è attaccata->
<oh merda- sai quale possa essere il filo giusto?>
La fanciulla fece no con la testa
<siamo in due. Speriamo di non beccarci la scossa->

Intanto Roza prese la scatola con le cassette, si mise al tavolino con Hannes e insieme iniziarono a frugare.
Il fanciullo viola, non il ratto, aveva notato la collana dell'altra che era la stessa che aveva dato a sua sorella. Era stata carina a fare un regalo a Roza, anche se non si fidava ciecamente di lei era una brava persona, e aveva fatto bene a non dire nulla a sua sorella. È troppo onesta e sincera, avrebbe detto a tutti, soprattutto a Roza, cosa aveva fatto.
Magari tutti avrebbero frainteso scoprendo che aveva preso degli oggetti nelle camere degli altri- non era poi il favorito di tutti e-
<AHIA->
Hannes uscì dai suoi pensieri sentendo urlare Shou
<t-tutto ok?> chiese Roza preoccupata e avvicinandosi agli altri due
<solo una piccola scossa ma credo che sia il filo giusto adesso no?>
<si si! Si è accesa ma è tutto nero-> rispose Shinobu che aveva collegato la TV con un lettore di videocassette trovato nel mobiletto <forse funziona, dobbiamo solo mettere una di quelle> e indicò la scatola.

Hannes la prese e la mise vicino a loro, giusto per provare ne presero una a caso e la inseriremo nel lettore.
La cassetta partì senza problemi, aumentarono di poco il volume con i tasti in basso a destra, non c'era un telecomando. Il filmato non era nulla di interessante, solo la presentazione stile anni 90' della Hope's Peak Accademy, lo videro tutto solo per non perdersi cose strane ma niente. Fu molto noioso.

<sopra le cassette ci sono delle etichette, "ULTIMATE DESPAIR" e "H.P.A" come sono divisi gli archivi, tutti numerati e con varie date. Ma ci sono due videocassette con due titoli diversi...anzi meglio dire due nomi> iniziò a spiegare Roza dopo aver ripreso la cassetta e stava tirando fuori altre tra cui le due più interessanti <Akio Kenichi Alì e Akinori Vincent Murakami.>
<Aki...Aki...> mormorò Shou prendendo le due cassette per scegliere quale dei due guardare per primo.
<dici che sono i nomi dei due Aki?>
<forse...il nomignolo "Aki" sarà legato al loro nome no? Sono due nomi, gli unici in quella scatola, non li abbiamo trovati nei archivi dell'organizzazione e quelli della scuola sono censurati. Non sarà tutto un caso> disse Hannes rispondendo a Shinobu.
<beh risolviamo il dubbio guardandoli, magari troviamo cose interessanti per minacciarli e fare le stesse cose che fanno con noi> disse il corvino mettendo dentro il lettore la casetta di Akio.

Partì un filmato orribile, da volta stomaco, quello che non vorresti mai vedere e che trovi solo nei siti gore.
Nessuna censura, potevano vedere perfettamente gente venire ammazzata in mille modi diversi e tutto accompagnato dalle loro urla strazianti. Shou notò che si vedeva anche il carnefice di tutti quei morti, un ragazzx dai capelli blu molto lunghi ma non si vedeva mai la sua faccia.
Non sapevano se considerarla fortuna o no ma arrivarono i due maggiordomi spalancando con forza la porta normale e il video venne messo in secondo piano.
Erano completamente fradici, con un po' di fiatone e soprattutto incazzati.
Erano riusciti a uscire spaventano i fanciulli sparando contro la porta e con tantissimi calci.
Entrarono nella stanza ed erano seguiti da tutti gli altri, Kazuya si teneva stretto a Monoaki cercando di bloccarlo inutilmente e stessa cosa la facevano Nori e Shiro con Akikuma.

<non solo avete rotto il lavandino ma siete rientrati qui!? Lo capire che non potete entrare!? NON POTETE! PROIBITO! QUINDI ORA USCITE SUBITO->
<ciao...credo che la registrazione sia partita...beh- dovrei dire ciao caro diario? O boh che ne so>
Monoaki si zittì e si girò lentamente verso la TV da dove veniva la sua stessa voce.

Monoaki, cioè Akio Kenichi Alì, si osservava, le sue mani tremavano tantissimo e il resto del corpo rimase immobile.
Il ragazzino del video avrà avuto pochi anni in meno di loro, forse quelli di Hannes e Elviira, ed era identico al maggiordomo.
<il mio psicologo ha detto che fare video in cui parlo della mia giornata, dei miei pensieri e altro mi aiuteranno a non trattenere tutto dentro e stare più male. Poi ovviamente li devo mandare tutti a lui...forse fumare non è una buona idea...senti bello non me ne fotte nulla ho bisogno di fumare ok? È solo la pr...se...te...quart...quinta sigaretta in... in 5 minuti-> il piccolo Akio fece un veloce tiro e nessuno nella stanza stava fiatando <è solo difficile. Tutto è solo difficile adesso e forse per sempre...tu non hai mai avuto la sensazione di essere la causa di un omicidio. Non per uno qualunque ma di tua sorella.>

Il grande Akio si buttò in ginocchio davanti alla TV e non toglieva gli occhi da quello schermo. Era come guardarsi allo specchio e il tuo riflesso ti butta contro una secchiata di acqua congelata e tutti ti guardano, ti giudicano, ti odiano di più o provano pietà o peggio, non provano nulla.
<lo so che mi hai detto in tutte le sedute "non è colpa tua non eri lucido" e l'hanno detto tutti quelli che sanno ciò! Che sanno che ho portato Chiaki, mia sorella ignorata dal mondo perché normale, in un bar che permette ai minorenni di drogarsi e bere. Era insieme a me, un tossico dipendente che stava al bar a farsi due strisce mentre un altro drogato la pestava a morte perché...MA CHE NE SO! NON SO NEANCHE PERCHÉ È MORTA! MA ERO LÌ! ERO LÌ PER PROTEGGERLA E NON HO FATTO UNA MINCHIA! OVVIO CHE È COLPA MIA E L'ESSERE NON LUCIDO NON MI DISCOLPA! S-sono- sono riuscita solo a farmi togliere un occhio dalla stessa persona. Non ho fatto nient'altro...>

L'urlo di quel ragazzino colpì il cuore di quelli più fragili e per chi come lxi si davano la colpa per la morte di qualcuno.
Yumeri era una di questi e quanto odiava provare compassione per quellx bastardx, di sentirsi come lxi per le sue sorelle, con l'incredibile sensazione di non aver fatto nulla di utile quando poteva ed era solo riuscita a farsi male.
Ma non le faceva pietà.
Vederli entrambi piangere, quello reale cercava di trattenersi e fare piano, non la fecero addolcire. Era quasi contenta che provasse nuovamente il dolore del passato dopo aver fatto male a loro con quel stupido movente. Le dava una bella sensazione vederlx così fragile mentre si stringeva tra le braccia di Akikuma e si tappava le orecchie, non smettendo mai di guardarsi e tremare. Lo faceva sembrare così piccolx, debole, ridicola, penoso, miserabile e fastidiosx.
Lx guardava con disprezzo e sperava che potesse sentire la pesantezza del suo sguardo e si sentisse sempre peggio.
Sempre peggio.
Sempre peggio.
Perché non si meritava pietà, compassione, amore, affetto. Si meritava il nulla. Non le importava di quanto soffrisse, di quanto fosse la vittima di quella situazione.
La morte di sua sorella non lx giustificava, non lx rendeva meno cattivx, non lx rendevano meno colpevole di tutto il male che aveva causato e di tutti i omicidi che aveva fatto.
Non è giustificabile.
Proprio perché era stato anche lxi vittima dovrebbe essere dalla loro parte! Sta dimostrando di essere solo un ipocrita, magari non gliene importa veramente di sua sorella non sta facendo un dramma per nulla.
Vuole sentirsi i "poverinx", "non sei l'unicx", "ci siamo noi non piangere", "ti perdoniamo".
Nessuno lo farà perché un assassino non se lo merita questo trattamento.

<conclusione di questa storia? Tutti sono tristi più per me che per mia sorella. Tutti pensano a me, tutti fanno articoli su di me, tutti i riflettori su di me. Come sempre. E mi faccio veramente schifo per ciò e non posso farci nulla! Perché ogni cosa che faccio c'è sempre qualcuno che mi guarda. Sono la star della famiglia e lo rimango anche se sono un drogato! Porto io i soldi a casa, porto io la fama ai miei parenti, sono io che andrò addirittura alla Hope's Peak Accademy! Sono io il figlio strano tutto femminile che fa crescere l'orgoglio della famiglia e per ciò stressato giorno e notte perché se osa perdere una volta e fare un singolo sbaglio è la fine. Per questo che hanno mascherato tutto. Per questo che non posso urlare al mondo SONO IO IL BASTARDO CHE HA UCCISO SUA SORELLA! CHE HO PROBLEMI CON LA DROGA! CHE HO VERAMENTE BISOGNO DI AIUTO E DI UNA PAUSA! E ANCHE DA MORTA NESSUNO LE DÀ ATTENZIONI PERCHÉ SONO IO QUELLA IMPORTANTE! IO HO UN TALENTO! IO SONO UN GENIO! IO SONO LA PIÙ BELLA E...e mi manca cazzo. Quanto mi manca. Non le ho solo rovinato la vita, le ho tolto la vita! E non sto facendo nulla per cambiare se non finanziando lo stato comprando tutte queste sigarette...>

L'atmosfera cambiò totalmente dopo quelle parole perché il video venne interrotto per un altro filmato simile al primo. Era una sequenza di omicidi e esecuzioni di un killing game, erano persone che nessuno di loro conosceva tranne per due di esse: la prima esecuzione c'era una fanciulla bionda simile a New York e l'ultimo cadavere era Mamoru. Capirono tardi che avevano visto una specie di riassunto del gioco a cui Monoaki aveva partecipato, ilx maggiordomo non sembrava per nulla contento, non smetteva di ripetere "NO" a ogni suo compagno morto.
Come aveva detto a Shou, chi Mamoru ha cercato di salvare, cioè i pochi sopravvissuti, erano tutti quasi morti e vide anche i loro cadaveri. Una era stata giustiziata in piazza, due si erano suicidati, tutte e tre con delle divise militari bianchi e neri. Rimanevano vivi solo in tre tra cui l'italianx.
Compagni del suo amore che mai potrà incontrare.
Tutto venne interrotto da un altro video con un altrx Akio.

<killing game numero...non lo so più sinceramente. È da un anno che passo da un gioco e l'altro, da un anno incontro gente che sta per morire e mai più rivedrò. So le regole a memoria, per sadismo non mi cancellano mai la memoria, faccio il solito ruolo perché sono il migliore. Vinco al primo trial da mesi perché sono il migliore. E questa volta ho deciso di fare di più...sta diventando tutto noioso> fece una lenta e disperata risata mentre si portava una mano in faccia.

Monoaki non commentava più, rimaneva in silenzio, chiuse gli occhi e nascose il volto nel petto di Akikuma, era inutile, la scena era impressa nella sua mente e si ricordava ogni parola a memoria.
<cari soldati, cari generali, cara e meravigliosa Junko Enoshima, vi è piaciuto il mio spettacolo? Avete goduto vedere la mia disperazione mentre con una motosega uccidevo persone anonime e neanche ricordo i loro nomi? Ho ucciso dei vostri colleghi che hanno provato a fermarmi, li ho divisi in mille pezzi, tolto le loro interiora per poi unirle e renderle poltiglia, renderli irriconoscibili ai loro genitori. Vi piace? Vi piace? Vi piace torturarmi così eh? Vi piace vedermi uccidere?>

Aveva afferrato la telecamera, una simile a quelle che c'erano nelle loro stanze <sapete...io non so neanche chi siano, non ricordo nulla di questo intero anno se non disperazione. Disperazione, amate questa parola. Ricordo solo il mio primo killing game, l'inizio di tutta sta merda, mi ricordo tutti i loro nomi, le loro facce, i loro Ultimate...le loro morti. Il senso di colpa ma anche la gioia e l'adrenalina di essere la talpa...il tradimento finale...dove ho convinto tutti di aver ucciso io Mamoru, di essere io il mastermind per farli perdere e assicurarmi la mia salvezza. Wow non pensavo fosse questa la salvezza sai? Spero che la salvezza di Hiroko, come mi avete promesso, sia migliore...>

Monoaki si girò di scatto verso lo schermo sentendo quel nome, gli venne naturale e l'altro continuò a parlare <se quando esco di qui, perché uscirò da questa tortura , e vedo che Hiroko ha un solo graffio io vi ammazzo, tutti voi siete morti chiaro? Ho sacrificato i miei compagni e anche me stesso per salvarla. Ho dato il mio cuore a Junko per salvarla, mi aspetto come ringraziamento anche per tutti questi show un posto sicuro per lei e che sia così in alto da comandare su tutto il Giappone. Sono stato chiaro? Perché non posso accettare di perdere un'altra sorella, non posso essere di nuovo la causa della morte di qualcuno che amo...e non posso accettare di non poterla rivedere di nuovo quindi...> il tono calmo che aveva si rompe e butta a terra la telecamera che riprendeva ancora <FATEMI USCIRE DA QUI! VOGLIO USCIRE! SONO DISPOSTO A TUTTO PER VIVERE FUORI DA QUESTI GIOCHI! VENDO NUOVAMENTE LA MIA ANIMA MA FATEMI USCIRE!! MI PIEGHERÒ NUOVAMENTE A VOI! VI PREGO! VI PREGO! JUNKO FAMMI USCIRE! UCCIDERÒ ANCORA PER TE PER VOI MA FUORI DI QUI! VI PREGO! VOGLIO RIVEDERE HIROKO! POSSIAMO LAVORARE INSIEME E FARE TUTTO CIÒ CHE VOLETE! MI VA BENE OGNI RUOLO MA FATEMI USCIRE DA QUESTO INFERNO VI PREGO- FATEMI USCIRE O VI AMMAZZO- CAPITO? CAPITO!?>

Monoaki riuscì a premere il tasto per far uscire la cassetta, la portò al petto e la strinse forte a sè mentre silenziosamente piangeva. Faceva male rivivere il passato, faceva un male cane, peggio di essere veramente torturati in modo fisico. E non voleva più sentire altro, non voleva esporsi ancora davanti a tutti quei ragazzini che erano come tutti nell'organizzazione: godevano nelle sofferenze degli altri.

Lo sapeva che erano felici nel vederlo così, lo sapeva che erano felici di aver scoperto i suoi punti deboli, non li avrebbe dato altri motivi per essere felici perché lxi era triste.
Ma anche lxi si era comportato così con loro...cazzo che fastidio i sensi di colpa e l'ipocrisia di alcuni pensieri.
Loro se lo meritavano lxi no.
Ecco che peccata dinuovo di superbia.
Lxi aveva sofferto di più di loro.
Poverini! I loro cari sono forse morti aww! Poverini! Sono morte quattro persone aww! Poverini! Sono costretti a uccidersi!
E quante volte hanno vissuto ciò? Solo una volta.
Lxi per più di cento, più di mille, ha dovuto subirsi la stessa storia, i loro stessi dolori e l'unica persona che poteva dargli conforto era lontanissima e non sapeva se era viva o no. Loro sono qui da una decina di giorni e pensano di essere all'inferno, lxi dov'era in un anno intero di killing game? Era a giocare a scacchi con Satana in persona?
LORO NON SANNO UN CAZZO DELL'INFERNO. NON SANNO COSA SIGNIFICA VIVERCI. NON SANNO NULLA!
NON SANNO NULLA DELLA SOFFERENZA.
NON SANNO NULLA DELLA MORTE.
NON SANNO NULLA DELLA DISPERAZIONE.

Odiava i loro sguardi, voleva strappare i loro occhi e schiacciarli tra le sue mani, non proferì parola e fece segno ad Akikuma di cacciarli via. Poteva farlo anche lxi stesso ma non riusciva a muoversi, bloccato in quella posa fetale e tremante. Il biondino non lo mollava dal suo abbraccio, lui poteva capirlo benissimo, e le lame non lx facevano paura e non lx fecero male. Ma le sue carezze non lx calmavano.
<ok ok il show è finito ora uscite! Non c'è nulla da vedere chiaro? Uscite subito! O-R-A. Non fatemi usare la forza->

<hey hey hey!! Oggi è un giorno meraviglioso e dovevo per forza fare una registrazione-ricordo! Farò di tutto per non perderla!>
Un'altra voce, un'altra cassetta.
Nicolas aveva messo subito dopo quella di Akinori Vincent Murakami. Dalla reazione di Akikuma, pietrificato e zitto, capirono fin da subito che era lui il bambino nel video.

Non era per nulla cambiato, stessa energia e stesso aspetto, l'unica cosa diversa era l'assenza delle protesi e di arti mancanti. Avrà avuto più o meno 13 anni.
<non puoi crederci! Abbiamo vinto! ABBIAMO VINTO! Abbiamo vinto non una gara qualunque della mia scuola, ma un concorso dove c'erano anche dei universitari e studiosi! TI RENDI CONTO?? Mi hanno fatto tutti gli applausi per il nostro lavoro! Potrò godermi una bella dormita e il sole! Non pensavo sul serio...pensavo che avrebbero trovato stupido che un bambino propone una nuova tecnologia da creare robot identici agli umani non solo come aspetto ma anche nella irrazionalità e nei sentimenti umani senza che esso sia coscente di essere un robot! E INVECE L'HANNO ADORATA!! Spero che la gente non pensi che questi robot e AI prenderanno il posto degli esserei umani...BEH IO HO VINTO!! E non sono di certo quel tipo di villian! POI POI molti studiosi e aziende vogliono conoscere altre mie idee!! Finalmente qualcuno mi vuole ascoltare...>
Aveva una voce molto dolce, così tanto che riuscì anche ad addolcire il se stesso del futuro che lo stava guardando. La mano umana accarezzava lo schermo, cercando inutilmente di accarezzare quel bambino così ingenuo e così felice, voleva stringerlo forte e proteggerlo anche se sarà colpa sua se si rovinerà.

<HO PURE UN TROFEO!!> cambiò tono improvvisamente per non farsi prendere dalla tristezza <adesso te lo prendo aspetta...> Il piccoletto usava per muoversi un bastone e uscì dell'inquadratura, ritornò goffamente, rischiando di cadere per il casino a terra e cercando di stare in equilibrio. In tanto in sottofondo si iniziò a sentire due persone litigare e parlare ad alta voce con grande energia.
Sbattè il trofeo sulla scrivania e fece uno sbuffo
<che noia, mamma e papà litigano dinuovo...anche alla premiazione hanno litigato e per questo sono usciti dalla stanza lasciandomi da solo. Non so se sono felici...si lamentano e basta! Hanno detto che vogliono divorziare no? Che lo faccino e basta! Non li sopporto più! Oh giusto tanto cosa gli importa a loro, si sono interessati al concorso solo quando gli ho detto la somma di denaro di chi vince...solo per questo gli interesso e mi supportano...stessa cosa vale per la mia scuola ma non con i miei compagni, loro mi ignorerranno e faranno i bastardi anche se sono milionario. Riescono sempre a rovinare ogni cosa wow...>
Ci fu un momento di silenzio anche da parte di Akinori che guardava dritto verso la telecamera e sembrare guardare proprio Akikuma, si sentivano solo la lite in sottofondo.

<lo sai cosa hanno fatto oggi? Hanno bruciato il mio quaderno dove scrivo ciò che mi viene in mente da poi rivedere a casa. Era divertente no? Lo sarebbe stato di più se a prendere fuoco erano loro> il sorrisetto del bambino rendeva tutto molto più pesante <non bastava. Mi hanno rotto in due il mio bastone, sono riuscito ad aggiustarlo ma per tutta la mattina avevo difficoltà a camminare e mi deriveranno. Sarebbe stato più divertente rompere allo stesso modo le loro ossa. Ma se io dico ciò sono cattivo no? Sono io nel torto quando ho risposto con un pugno no? Ma quando loro spengono le loro sigarette sul mio braccio sono poveri bambini con la vita complicata e che hanno bisogno attenzioni e aiuto. Loro sono le vittime non io perché non bisogna mai rispondere con la violenza. Concludo quindi con un andate tutti a farvi fottere, ci si vede tra 10 anni con voi a lavorare al McDonals e io insieme a Zuckerberg e ricconi>

Kaoru non era mai stato un campione nella empatia anche se faceva sempre del suo meglio per non finire a stare immobile a osservare l'altro, cosa che stava facendo adesso perché la situazione era complessa.
Non era cercare di capire uno dei suoi amici, uno dei partecipanti, una normale persona nel mondo ma cercare di capire un assasino. Perché questo infondo era Akikuma, Akinori, Vincent o come si voleva far chiamare.
Era un maledetto assassino e allo stesso momento un bambino ignorato dai suoi genitori se non per il suo talento e odiato da tutti.
Un bambino che voleva solo amore e che aveva ucciso a sangue freddo 3 persone.
Ha creato cose orribili ma anche cose utili.
Un bambino che ama parlare di ciò che ama e continua a farlo.
Un bambino che cerca approvazione e attenzione, che se si offende e lo fai arrabiare ci rimane male.
Un bambino sensibile e che minaccia senza problemi qualcuno.
Un bambino rovinato dalla vita e dalle scelte sbagliate che l'hanno portato a quello che è oggi da grande, un mostro, il cattivo della storia e continua a esserlo e comanda con la violenza, e continua ad amare lo spazio, la scienza, la tecnologia e creare.
Ma può, lxi Kaoru, stare male per lui? È giusto provare compassione per uno come Akikuma? È giusto essere tristi vedendolo trattenere le lacrime?
È giusto provare pietà per lui?
C'è qualcosa di giusto in tutto ciò?
Era una vittima ma ora è il carnefice di altri.
È giustificabile?

Intanto il video si interrompe per un'altra sequenza di morti e morti come nello scorso ma era altra gente sconosciuta in un gioco di morte come il loro. L'unico a riconoscerli era Akikuma che iniziò ad agitarsi, a portarsi le mani tra i capelli e scuotere la testa sempre più velocemente, chiuse gli occhi e l'altro maggiordomo si strinse a lui cercando di calmarlo.
Aveva già capito cosa volevano mostrare, cosa volevano colpire nel suo animo e la sequenza dei morti era una specie di countdown verso il nuovo video.
<hey hey hey!! Ho costruito una cosa incredibile! Una bomba! Non è fantastico? Tutto con i materiali trovati qui dentro! È perfetta!>

La risata era la stessa, sembrava essere più o meno loro coetaneo, non cambiava mai.
<non è bellissima? Ci ho messo solo due interi giorni! Vedi questo timer? Bene non è il tempo prima che esploda ma che sia pronta per la detonazione...perché con questo bellissimo telecomando> tirò fuori un quadratino con un bottone <esploderà! Ma tutto ciò non è stato fatto per caso! Aspetta che adesso ti spiego> si mise a terra e sistemò la telecamera davanti a sè, teneva tra le mani il suo bastone, un bel po' rovinato, e non lo teneva mai fermo, lo faceva muovere tra le sue mani.
<no no no no- stai zitto- Stai zitto-> disse Akikuma aprendo gli occhi e tirandosi più forte i bei capelli biondi, sapeva che non poteva sentirlo ma le parole uscivano da sole. L'italianx cercava di tenerlo fermo, gli prese le mani e le tenne lontane dalla testa, non poteva manco stare un attimo male che doveva occuparsi del biondino ma lo faceva senza problemi.
Non voleva far soffrire altri suoi amici.

<in pratica io e Charlie abbiamo deciso di fuggire da qui assieme e fare un bel casino...> aveva un bel sorriso quando nominò quel nome mentre l'altro nella realtà si agitò di più
<NO STAI ZITTO! STAI ZITTO!>
<lei ucciderà mi sembra Aidan...o Sumire...non ricordo- comunque ammazza uno per far iniziare il trial e poi al momento giusto BOOM BOOM con la mia bomba e noi scappiamo nel mentre! Ho già fatto tutto il percorso sicuro anche durante l'esplosione e varie alternative in caso di imprevisti. Fuggiremo insieme! Stavo già pensando a dove potremmo andare e viaggiare...sempre se fuori qualcosa rimane. Semmai sarebbe fighissimo entrare nell'organizzazione di Junko! Potrebbe rimanere molto ma molto affascinata dalle mie doti> fece una leggera risata mentre l'altro se stesso lo guardava male <in ogni caso Charlie dovrebbe uccidere in queste due ore, non mi ha detto per bene il piano... spero che andrà tutto bene e...>
<STAI ZITTO COGLIONE!> Akikuma si interrompe e fece uscire la cassetta, la strinse tra le sue mani per poi lanciarla con forza contro il muro e spaccarla e facendo prendere un colpo a tutti.

<SEI UN COGLIONE! UN COGLIONE! SEI UN MALEDETTO COGLIONE! TESTA DI CAZZO! DEFICENTE!> e urlò molto forte, non pensavo che ne fosse in grado se non da incazzato, che potesse non sorridere e piangere come un disperato, battere le mani contro il pavimento con tantissima cattiveria fino a far diventare la mano umana tutta rossa. Le parole diventarono incomprensibili mischiandosi con il pianto e le urla, sembrava non riuscire più a respirare, il petto si muoveva troppo velocemente.
Nessuno doveva sapere.
Questo era l'unico ricordo di cui non aveva paura di dimenticare, rimaneva fisso nella sua testa ed era impossibile farlo uscire.

Akio strinse a sè Akinori per farlo stare fermo e impedirgli di farsi ancora male, lo lasciava urlare vicino alle sue orecchie e rimaneva impassibile anche a tutti i colpi che lx dava. Sarebbe rimasto così per tutto il tempo di cui aveva bisogno l'altro per calmarsi e far uscire tutto, finché non avrà più lacrime e voce per un bel po'. Un conto era dire il nome dellx ragazzx, Charlie, un'altro era rivedere quel momento.
Non poteva capirlo appieno ma sapeva come comportarsi, come farlo stare meglio, cosa aveva bisogno. Raramente faceva così e lo faceva stare così male, il cuore si stringeva sentendolo gridare così forte come un bambino e come tale lo cullava tra le sue braccia anche se le lame gli facevano molto male.
Ma non importava, se lo meritava per tutti i peccati che aveva fatto.

Tutti li guardavano zitti e ciò fece solo irritare di più Monoaki, quante volte doveva ripetersi per farsi capire da quel branco di idioti?
<potete andarvene!? ANDATE VIA!>
Si accorse che aveva la voce un po' rotta ma bastò per far muovere i ultimates e farli andare via dall'archivio lasciandoli finalmente da soli.

___ ___ ___

Erano riusciti solo a farsi odiare di più dei due maggiordomi, li videro entrare nelle loro stanze con la scatola con le cassette e non uscire più da lì. Dovevano farsi bastare le poche informazioni che avevano trovato ieri e oggi.
L'atmosfera della villa era diventata molto pesante, gli Aki non si fecero più vedere, Sally si mostrò solo una volta ed era molto arrabiata, stranamente non urlò contro di loro e ignorò completamente Elviira. Dopotutto avevano fatto stare male le uniche due persone che le davano attenzioni.
Sembrava di stare in una casa abbandonata e infestata che ti lasciava sul corpo la pelle d'oca.

Fecero i bravi, lavarono i piatti e si organizzarono la colazione, magari facendo i lavori al posto loro potrebbero pensare di perdonarli...non erano tutti sicuri che fosse sensata come cosa ma la fecero lo stesso, qualcuno doveva farli e sicuramente in quelle condizioni i due non avrebbero lavorato.
Non fecero troppi casini e all'inizio del night time andarono a dormire.
Tranne alcune persone...

Ore: 12 a.m __________________________

Le nostre due talpe rimasero sveglie aspettando che nessuno fosse in giro per uscire e andare dai loro capi.
Avevano il terrore di incontrarsi per puro caso nei passaggi segreti, non sapevano se l'altro volesse farlx del male, quali erano le sue intenzioni e chi fosse, poteva anche essere completamente terrorizzatx come lxi e non sarebbe successo nulla.
Non erano riusciti a trovare informazioni a riguardo al loro "rivale".
Facevano attenzione mentre seguivano il solito percorso dato dai Aki, anche perché dovevano stare attenti di qualche curiosone e non farsi scoprire, non potevano mai stare veramente tranquilli.

Ma seguendo con cura i consigli e le dritte dei due maggiordomi potevano stare sereni, potevano fidarsi di loro no? E poi erano stati anche bravi! Avevano trovato tutto ciò che volevano quindi non possono essere arrabiati... ecco forse si- non hanno fatto nulla per l'altra talpa e poi non sono proprio nel mood giusto oggi...
Ma non potevano aspettare, dovevano essere i primi per assicurarsi la vittoria e poi non potevano lasciarli soli in quello stato!
Dovevano ripagare il favore.
Akikuma e Monoaki li avevano salvati in un loro brutto momento dove si sentivano dispersi, senza nessuna certezza e vuoti, con un forte desiderio di appoggiarsi a qualcuno e affidarsi ad esso.
Li avevano incontrati prima del killing game, sono stati loro in persona a darli l'invito e chiederli una mano, di diventare quasi un loro aiutante e che sarebbe andato tutto bene.

Ecco il loro nuovo scopo che muoveva le loro gambe per quei corridoi buii, che li faceva stare meno in colpa per i loro tradimenti, che li dava la forza per non cedere al gioco.
Perché avevano qualcuno a cui affidarsi e non potevano assolutamente deludere, erano diventati i loro vassalli e non avrebbero mai distrutto il loro patto.
Perché come i due avevano dato tutto a quei due fanciulli potevano benissimo toglierlo e farli tornare nel vuoto della loro inutile e fredda vita.
Non volevano tornare a stare come prima anche se significherebbe vivere liberi da un gioco malsano e in una gigantesca bugia sul loro mondo.

I passi della talpa di Monoaki si fermarono quando arrivò davanti alla porta, stringeva al suo petto il taccuino pieno di foto, la fotocamera e il registratore. Bloccò quel flusso di pensieri concentrandosi su quello che doveva dire e fare, era il suo momento per migliorare la giornata di...uhh come doveva chiamarlo?
Monoaki? Aki? Akio? Kenichi? Bro?
Era una questione importantissima! Magari diceva il nome sbagliato nel momento sbagliato e l'avrebbe odiatx per sempre! Tutto sarebbe andato a puttane!
E se poi non voleva neanche vederlx?
Non poteva lavorare per uno più semplice?

Avvicinò l'orecchio alla porta cercando di sentire qualcosa, nulla, nessun pianto ma ciò non voleva dire che stesse dinuovo bene...merda-
Non aveva neanche tutto il tempo del mondo!
Allora...alla fine avrebbe salutato in modo tranquillo e "neutro", dato tutte le prove e se doveva dare conforto l'avrebbe fatto se no se ne sarebbe andato. Magari una piccola conversazione... Tutto ciò con un alto rischio di litigare e di mille imprevisti.
Mai nulla di semplice nella sua vita.

Entrò con passo lento dentro la camera dell'italianx, poco illuminata come il suo solito ma più incasinata. Riuscì a vedere nel buio Aki che era seduto sulla sua scrivania, davanti a sè aveva un accendino accesso e teneva tra le mani una sigaretta ancora spenta. Non c'era un forte odore di fumo, rimaneva anche se non fumava da un intero giorno, era diventato il suo normale odore e ilx talpa temeva che lx rimanesse addosso. Non fumava e non aveva sigarette, sarebbe stato molto sospetto, dovrà mettersi un botto di profumo dopo l'incontro.
Si concentrò nuovamente sul suo capo mentre si avvicinava lentamente e provò a salutarla per vedere la sua reazione
<hey Aki...spero di non disturbarti- magari ti farà stare meglio vedendo che ho finito molto presto il mio compito...>

Non ricevette nessuna risposta ma solo una grande occhiataccia, aveva attirato la sua attenzione, gli fece segno di avvicinarsi e ubbidì senza dire più nulla. Aveva l'occhio rosso dal pianto, le mani tremavano molto e buttò via la sigaretta e spense l'accendino, questa volta non fumerà anche se il suo corpo desiderava un po' di nicotina.
Con le mani libere prese il taccuino della talpa per vedere le foto e anche alcuni fogli che aveva raccolto nell'archivio. Poche registrazioni, non aveva voglia di ascoltarle adesso e emise solo un leggero sbuffo.

<ecco...spero che vadano tutte bene e...>
<come ti senti a essere una talpa?>
La voce di Akio era profonda, cercava di non far trasparire troppe emozioni da quelle parole, le aveva mostrate fin troppe e non aveva più bisogno di sfogarsi. O almeno non un quel modo, l'avrebbe fatto giocando un po'.
La sua domanda infatti pietrificò l'altrx che non sapeva assolutamente come rispondergli perché effettivamente non era molto contentx di esserlo, stava tradendo la persona a lxi più cara e speciale tra tutte.
Già solo avere dei suoi segreti lo faceva sentire uno schifo.
Come poteva il giorno dopo guardarlo in faccia e sorridergli facendo finta di nulla? Come poteva mentirgli senza sentirsi in colpa? Era impossibile! Eppure continuava e continuava a nascondere finché il segreto non uscirà di colpo fuori rovinando tutto.

<ti senti in colpa vero? Per questo non rispondi velocemente>
Il sorriso era tornato e si siede proprio sulla scrivania per avvicinarsi di più allx fanciullx e scutrarlx con il suo unico occhio grigio.
Conosceva benissimo quella disgustosa melma chiamata "senso di colpa" che ti avvolgeva, ti infastidiva e riempiva le tue viscere ogni volta che vedevi il "cattivo" e ci parlavi come se nulla fosse. Mentiva a Hiroko come l'essere più viscido del mondo e lavorava alle spalle di tutti che lx amavano. Molte talpe nei altri giochi si pentivano e venivano subito ammazzate, dopo un po' iniziò a riconoscerle subito e a essere lxi a ucciderle, solo per salvarle da quel dolore oltre a noia, disperazione e sadismo.

<un po' si...però- ha senso no? Cioè tu lo sai bene da quanto ho visto- ma neanche così tanto in realtà...>
Akio voleva sapere di più di lxi, voleva scoprire i suoi sentimenti, scoprire il perché dei suoi atteggiamenti...doveva però farlo parlare ancora e scendere più in fondo, voleva ovviamente la verità, sapeva che stava un po' mentendo per paura di farlx arrabbiare.
Perché fare così? Perché voleva aiutarlo? No! Assolutamente no!
Perché si annoiava, perché voleva farlx disperare e perché era sadicx.

<se ti senti in colpa ad essere una talpa...allora perché continui a stare con me? Eppure non ti ho offerto altro che un lavoro e un po' sicurezza...>
Ilx fanciullx si morse la lingua per farla stare ferma e darsi un po' di tempo per rispondere. Questa volta il silenzio non sembrò piacere a Monoaki, lo prese come se stesse nascondendo qualcosa e dovesse cercarsi qualche scusa.
Quello sguardo pesante mise solo più a disagio la talpa.

<perché continui? Perché?> chiese nuovamente e ultimate si strinse le mani dietro la schiena per nascondere e bloccarle il loro tremolio, aveva così paura delle conseguenze e di vederlx arrabbiatx.
Doveva dire le parole giuste e riprendere il controllo di sé stessx.
<beh...perché non mi hai solo offerto ma una seconda chance per...beh per vivere credo? Per non rimanere su un ponte a piangere...e poi...e poi basta->
<oh no...quel "e poi" ha qualcosa. Su continua. Perché continui a lavorare per me? Perché?>
Scese dalla scrivania per essere completamente vicino alla talpa, la differenza d'altezza c'era e in quella sensazione sembrava essere più evidente. Aki era come un gigante e lxi un minuscolo essere che tremava tantissimo.
<perché?>
Iniziava a dargli fastidio quella domanda.
<vuoi rispondermi?>
Ci teneva molto a essere arrabbiatx per altro? E se diceva la risposta che non voleva?
<allora picciottx? Vuoi rispondermi? Perché!?>
<perché TU hai continuato a esserlo? Non una volta ma per più volte, per un anno no? Non ti sei mai sentito in colpa? A me sembra di no se hai continuato senza problem->
Si zittì da solx vedendo il sorriso di Aki sparire e sentendo le sue mani stringergli le spalle.

<quell'anno non è stato una tortura perché rischiavo di morire in ogni momento e non potevo uscire ma proprio perché mi sentivo una merda a fare tutto...per sopravvivere. Ti rendi conto cosa è disposto a fare una persona solo per vivere un'altra giorno? Uccide, tradisce, uccide, tradisce e diventa un egoista di merda>
Questa fu la risposta, secca e fredda, con lo stesso tono che aveva prima di tutta quella strana e contorta discussione.
<ma tu come puoi capire? Ti interessa solo che qualcuno ti consideri, che sei utile a quella persona e il resto non importa. E per questo che mi piaci sai? Anche se c'è il rischio che tu possa cambiare idea e pentirti di tutto...perché non lo fai per sopravvivere ma per vivere, è una cosa in più che ti dà un motivo oltre al "non morire". Non so se capisci picciottx. Siamo completamente diversi e per questo che mi interessa il tuo perché>
<pensi che...dà un momento e l'altro ti possa tradire?> chiese con tono debole la talpa
<forse...perché non rischi tutto per la tua vita o per quella di qualcun altro. Ma solo per darti un senso...e perché hai paura. È un forse perché so che la paura ti tiene fedele no? Funzionano così e gli altri lo sfruttano, usano l'amore e la paura per controllarci...>

Akio prese una sigaretta e la mise in bocca all'ultimate, la accese con una candela che illuminava la scrivania
<questo me l'hanno insegnato i miei genitori e Junko. Oltre che per smettere di stare male devi far stare male gli altri e sfogarsi su di loro. Odio piangere, mi rovina il trucco e poi tanto a nessuno gli fa dispiacere...tranne Hiroko ovviamente>
Ilx fanciullx si tolse la sigaretta dopo aver fatto involontariamente un tiro e iniziò a tossire per il fumo <cazzo- beh mi è sembrato che anche ad Akikuma stesse male vedendoti. Non ti odiava? E tu non odiava lui? Eri molto protettivx nei suoi confronti>
<fai troppe domande> rispose prendendo la sigaretta ma non fece nessuna tiro
<e poi che fine ha fatto questa Hiroko? C'entra qualcosa con tutta questa storia?>
<non ti interessa. Oh dio mi stai facendo passare la voglia di fare il depresso e di fumare! Il mio ex psicologo e i miei polmoni ti ringraziano>

Spense la sigaretta e la talpa che rimase da tutta quella conversazione solo più confusx. Monoaki lo cacciò via subito dopo non volendo più parlare e perché doveva mettersi a lavoro al più presto per non rimettersi a piangere, lo disse ridendo per non disperarsi troppo. Sicuramente non voleva farsi vedere ancora più fragile come aveva fatto Akikuma, in testa aveva ancora le sue urla che mettevano i brividi! Sembrava impossessato dal demonio.
Ricevette un debole buona notte, il suo capo non era molto affettuoso.

Si mise a camminare con cautela per un corridoio bui, spegnevano tutto per far capire che era notte e ormai i suoi occhi si erano abituati, poteva aggirarsi senza neanche una luce.
Per sicurezza si teneva con sè un pacchetto di fiammiferi e una candela.
La sua speranza che fosse tutto tranquillo anche per il ritorno si distrusse quando sentì dei altri passi oltre ai suoi, si fermò di colpo e molto probabilmente anche l'altra persona perché non la sentì più.
Non disse nulla, non accese nulla e rimase immobile, poteva essere chiunque soprattutto un assassino o...o l'altra talpa.

<hey...lo so che sei ancora lì- ecco...uhh...> era una voce femminile quella che stava parlando con fare molto timido e agitato, era così familiare che l'ha riconosciuta subito <perché sei qui?>
<porrei farti la stessa domanda> rispose e la sua voce sperava sembrasse quella di un uomo molto forte e temuto ma fu solo quello di un ragazzino terrorizzato oltre a essere stra riconoscibile.
<vero...beh...credo che siamo nella stessa situazione...> disse la fanciulla accedendo una candela illuminando il suo volto e girandosi verso l'altro che la imitò, stavamo entrai rischiando a mostrarsi così.
Forse riconoscendolo pensava che potesse fidarsi? Beh aveva pensato anche lui alla stessa cosa e sapeva che con lei potesse stare tranquillo e magari collaborare come voleva.
<già...ti va di parlare un po'?>
<certo, tanto siamo solo noi due>

___ ___ ___

Anche la talpa di Akikuma prima di incontrare l'altra talpa era andata dal suo capo per dargli i segreti che aveva trovato e provare a dargli un po' di conforto.
Più di tutti gli altri le sue urla l'avevano colpitx nel profondo e non poteva fare nulla in quel momento per farlo stare meglio, tutti potevamo vederla e farsi troppo domande, ora che nessuno poteva vederlx poteva benissimo anche se aveva paura. Molta paura.

Arrivatx alla sua porta lo sentiva piangere ancora, con più calma rispetto a prima, e prendendo un bel respiro decise di entrare nella stanza.
Non doveva pensarci troppo, doveva agire e basta e farsi meno drammi, Aki non si sarebbe arrabbiato alla sua vista no? Le voleva bene no? Era sempre gentile e dolce...eppure c'era un grande "ma" che la bloccava a credere che non potesse mai fargli del male anche con tutte le sue promesse. Sarà averlo visto così instabile in prima persona, vederlo ferire Monoaki e anche se stesso.

C'era un altro grande "ma".
Non l'avrebbe mai lasciato da solo, anche in un momento difficile, non aveva fatto più o meno la stessa cosa con lxi?
Akikuma, Aki, Akinori o Vincent, ha bisogno finalmente di qualcuno che gli stia veramente affianco e a cui si possa fidare. C'era Monoaki ma lx aveva detto che si odiavano quindi forse non era sincero mentre lo abbracciava...strano ma potrebbe essere vero. Perché sembravano due persone che si volevano un sacco di bene, così amorevoli e protettivi con l'altro...era strano.
Scosse la testa, non era il momento dei suoi dubbi, e aprì la porta lentamente per non spaventarlo.

Il biondino stava a terra davanti alla sua scrivania tra mille fogli, le mani stringevano i suoi morbidi capelli, le nocche della mano umana erano molto rosse e un po' insanguinate, avrà tirato in giro dei pugni troppo forti per sfogarsi e si sarà fatto male.
Sulla scrivania c'era la scatola piena di cassette, non si avvicinò neanche di poco per non rischiare di farlo arrabbiare, la stava osservando con i suoi bei occhi grigi lucidi e rossissimi. Posò le foto, il registratore e la fotocamera, con le mani libere si sdraiò davanti al maggiordomo con un po' di goffaggine, seguiva l'istinto e cercava di capire cosa potesse farlo stare meglio.
Voleva prenderlo per mano e evitare che si facesse ancora male però forse toccarlo l'avrebbe fatto arrabbiare o agitare, sembrava di stare con un cane spaventato e aggressivo.

Sapeva perché era lì e cosa voleva, non l'avrebbe mai detto esplicitamente ma la conosceva, voleva sapere il continuo della storia e perché stava così male.
Però Aki voleva solo dimenticare.
Aveva sempre fatto dei piccoli diario di bordo digitali o anche cartacei, in cui raccontava tutto e di più perché aveva una terribile paura di dimenticare, di scordarsi tutta la sua vita e tutta la sua storia, di sentirsi vuoto e ricominciare da capo con altri nomi e altri ricordi.
Solo per quel ricordo desiderava la sua distruzione, magari avrebbe vissuto meglio e non avrebbe più dovuto trattenere così tanto dolore per poi scoppiare a caso per una piccolezza. Per questo ha distrutto quella videocassetta e per questo stava in silenzio a guardare la sua talpa con il terrore di qualsiasi domanda a riguardo.
"Cosa ti ha fatto Charlie?"
Semplice: gli ha dato tutto e gli ha tolto tutto...anche letteralmente.

Si era fidato fin dal primo giorno in cui si sono incontrati nel killing game. Erano nella stessa classe, entrambi nuovi studenti usciti da un ambiente scolastico orribile.
Anche se entrambi Ultimate nessuno li apprezzava veramente e venivano solo derisi e odiati.
Era una persona così timida, gentile, silenziosa e solo quando erano da soli rideva ad alta voce e con gusto. La persona più dolce al mondo.
Non capiva se si era innamorato o no, non aveva mai capito i suoi sentimenti ma sapeva che era tutto il suo mondo, l'unica persona che l'aveva appoggiato e purtroppo l'aveva conosciuta in un gioco di morte.

<dovevamo fuggire insieme...sai no come dicono in quei film ridicoli da teenager..."noi due contro tutti" o cose simili...questo dovevamo essere...>
Le parole uscirono da sole tra i vari singhiozzi che aumentarono piano piano mentre i ricordi avanzavano.

Tutto era stato rovinato da quel giorno in cui avevano deciso di scappare.
Era stata Charlie in persona a proporre quel piano e che sarebbe stato lxi a uccidere e far iniziare il trial <sono stato un cazzo di idiota a fidarmi...> non gli aveva detto nulla, come ha fatto a non capire fin dall'inizio che c'era un inganno?
Ma Charlie non poteva fargli del male, gli aveva rubato il primo bacio e la prima notte d'amore, perché si amavano...anche se non sapeva cos'era l'amore e cosa provava per lui. Ma voleva stare con Charlie.
<se mi amava perché mi ha fatto del male? Perché tutte le persone che si amano dopo un po' si fanno solo male? Non è normale! Non è così!>
Anche mamma e papà erano finiti così però era meglio il divorzio che un omicidio.

<Aki...> la fanciulla gli prese le mani, stava iniziando a darsi leggeri colpi in testa e non voleva assolutamente stare ferma a vederlo farsi male.
<NON MI TOCCARE!> le urlò e si liberò subito dopo dalla presa <non mi toccare...non mi toccare...>
<ma ti fai male e ti rovini i capelli->
<non mi interessa! Mi raso a zero pur per essere diverso da lei!> rispose e le mani tremavano molto mentre cercava di trattenersi nel tirarsi di nuovo i capelli. Non riusciva più a stare zitto, tutto doveva uscire e fare spazio per trattenere altro dolore <eravamo entrambi biondi, se si arruffava i capelli erano li stessi...lo trovavo veramente diverte come cosa sai? Eravamo identici di aspetto! Lxi leggermente più bassx e magrx...ma con i miei vestiti non si notava.>
La talpa cercò nuovamente di avere un contatto con lui vedendolo tremare così forte ma Akinori si allontanò e la guardò malissimo
<smettila ti ho detto! Smettila! Smettila di fingere di essere dolce con me! Smettila di fingere di essere triste per me! Non mi vuoi bene!>
<non sto fingendo Aki...io->
<SIETE TUTTE DELLE BUGIARDE!>

In mente aveva solo il trial.
Quel maledetto trial.
Dopo una lunga discussione si iniziò ad accusare ed iniziò proprio Charlie con grande coraggio.
La sua prima accusa fu contro di lui, gli puntò contro il dito e aveva la faccia più falsa al mondo, un broncio orribile e fastidioso.

Cosa stava facendo? Perché non stava seguendo il piano? Adesso dovrebbe accusare Jason! E poi avrebbero fatto esplodere tutto subito dopo.
"È stato Vincent" era l'unica a chiamarlo con il suo secondo nome.
"È stato Vimcent a uccidere Sumire"
Tutti lo guardavano male, buttandogli contro tutto il loro odio su di lui, piccolo e tremante, perso e senza più sapere cosa fare. Nessuno l'avrebbe difeso perché anche qui nessuno lo sopportava a differenza di Charlie.
Lei era dolce, piccola e carina, indifesa e stupidina! Si preoccupa per tutti! Non mente mai!
Lui era strano, logorroico, fastidioso e "so tutto io", bugiardo e sicuramente il colpevole.

<IO NON HO FATTO NULLA! IO NON C'ENTRAVO NULLA! NON HO MAI FATTO NULLA DI MALE ALLORA PERCHÉ HO RICEVUTO SOLO ODIO?>

Per fare quella bomba era rimasto chiuso in camera sua per due giorni, era sospettoso ok però era un bel alibi per un omicidio anche perché Charlie ogni tanto gli faceva visita.
Sapeva che non sarebbe uscito finché non sarebbe finita la bomba e sfruttò questa occasione per incastrarlo.
Tutti dicevano che era in giro per la scuola e aveva ucciso Sumire, tutte le prove avevano senso, era il colpevole quando in realtà era solo Charlie che si era travestito da lui mentre faceva l'omicidio.

Ecco com'era andata ma nessuno voleva credergli, la santa e dolce Charlie non lo farebbe mai! Guarda come piange quella stronza di merda!
Aveva sfruttato il suo aspetto, la sua fedeltà, il suo amore, il suo talento, le sue stranezze per fargli ricadere tutta la colpa e vincere il gioco da solx.
Scappare senza di lui.
Cancellare tutto quello che si erano promessi.
Cancellare ogni bella parola d'amore.
Cancellare quel bacio.
Cancellare quella notte così intima.
Cancellare tutto e lasciandoci solo dolore e rabbia. Soprattutto rabbia. Oh quanta rabbia aveva in corpo quel momento, mentre tutti erano pronti a votarlo e facendo vincere quella stronza, non l'avrebbe mai permesso.

<BOOM BOOM! La stanza era completamente distrutta! Tutti sotto le macerie e morti! UN MERAVIGLIOSO SPLAT SPLAT SPLAT SUI LORO CORPI SCHIFOSI! Mi erano finiti sulle scarpe un po' delle loro cervella...se lo meritavano. Non sarei morto con loro in un esecuzione!> la voce troppo alta e i grandi movimenti delle mani per dare più enfasi fecero sobbalzare e spaventare lx fanciullx che non sapeva più che dire oltre a non capirci più nulla.
<e poi ho preso una delle macerie e ho iniziato a colpire tanto ma tanto forte...lei...> Charlie <mentre tutto crollava e lei piangeva, mi pregava di smettere e quindi io continuavo più forte più forte più forte QUELLA STRONZA MERITAVA DI MORIRE! DOVEVA SOFFRIRE! DOVEVA URLARE IL MIO NOME E CHIEDERMI PIETÀ! Il suo sangue era bello caldo ma lei così fredda...neanche l'incendio nato dall'esposizione la stava riscaldando...>

Il tono cambiava all'improvviso, non era mai lo stesso, anche le sue espressioni cambiavano allo stesso modo, cercava di calmarsi e cercava di buttare tutto fuori allo stesso modo e non riusciva a crearsi un equilibrio.
Si toccò la protesi, accarezzando quel pezzo di metallo che ormai faceva parte del suo corpo orribile e mostruoso.

Dopo aver ucciso Charlie un pezzo del soffitto gli cadde addosso sulla parte destra del suo corpo dove ora ha proprio quelle protesi.
Non sa perché Junko o chiunque lo stesse guardando decise di salvarlo, forse perché avevano visto davvero del potenziale in lui o perché teoricamente avrebbe vinto? In un modo malsano aveva vinto?
In ogni caso non era morto per miracolo ma si svegliò senza un braccio e una gamba, con un sacco di cicatrici per le macerie e per il fuoco. Segni che gli ricordano ogni giorno di quella notte e la rovina della sua vita.
<ho ucciso la persona che amavo...ho ucciso un sacco di persone...sai la gente mi apprezza per ciò. Sono dovuto diventare un mostro per farmi apprezzare un minimo da qualcuno! Anche se poi se ne approfittano lo stesso e mi usano! Mi abbandonano quando non sono più utile per i loro piani del cazzo! Mi ingannano e mi danno le colpe! Mi tradiscono e cercano di uccidermi! Li odio ma piango lo stesso per loro perché mi hanno dato un minimo di affetto che voglio ancora! NON CAPISCO UN CAZZO DI NULLA! PERCHÉ STO ANCORA PIANGENDO PER LEI! Dovrei...essere felice della sua morta- io...io non capisco...>

Prima che ritornasse a farsi del male la talpa si prese coraggio e lo abbracciò bloccandogli le braccia.
Era quello che voleva, affetto e amore, e lei l'avrebbe dato tutto quello che aveva. Forse stava facendo qualcosa di sbagliato ma non voleva più sentirlo parlare così e sentirlo piangere. Il suo volto si appoggiò alla sua spalla, divenne molto umida per le lacrime ma fece finta di nulla, gli accarezzò i capelli cercando di imitarlo nella sua dolcezza e delicatezza, le sembrava che i ruoli si fossero invertiti.
<shhhh...> era identico a un cucciolo di cane, così fragile e così sensibile, per nulla piccolo ma era un dettaglio <Aki ora è tutto ok...ci sono io con te adesso, sarò sempre al tuo fianco...e non ti sto mentendo. Non lo farei mai...>
Sperava che dicendo ciò l'avrebbe calmato ma l'effetto fu il contrario, singhiozzò più forte e ricambiò l'abbraccio con una stretta forte. O forse era positivo? Prima le aveva urlato di non toccarlo e ora non voleva più staccarsi...
Restarono in quell'abbraccio per un po', la fanciulla gli sussurrava le solite dolci frasi "è tutto ok ci sono io, per ogni cosa ci sono, non ti tradirò mai, non sei un mostro".

Fu Akinori a staccarsi quando non singhiozzava più e aveva ripreso il controllo di sè, era anche leggermente rosso sulle guance oltre che negli occhi e si alzò da terra aiutando l'ultimate a tirarsi sù.
Guardando la scrivania si ricordò del compito della sua talpa e fece il primo sorriso dopo tanto tempo ma non tanto sincero, fu leggermente sforzato <hai preso un po' di roba, ne sono molto contento...sei bravissimx stella> Prese le foto iniziando a guardarle una a una
<grazie...> sussurrò l'altra guardando in basso un po' in imbarazzo
<vai pure a riposarti, ti ho trattenuto troppo e per una cosa stupida, scusami...buona notte> e il bacio sulla fronte fu un timido grazie che non aveva il coraggio di dire.
<buona notte Aki> e uscì lasciando il biondino da solo nella stanza.

<...che grande bugiarda> disse subito che la fanciulla se ne andò e uscì dalla stanza per andare da Akio, aveva bisogno di bere.

Le due talpe si erano incontrate e stessa cosa li fecero anche i due Aki, seduti a terra con la schiena contro il muro e con in mano due bottiglie di vino già vuote.
<Hiroko non sarà felice vero?> chiese l'inglese che ridacchiava per l'alcool
<Hiko Hiko ucciderà prima te e poi me per ciò, sappilo. Avevo quasi fatto un mese senza bere> gli rispose l'italianx
<ERA IL BRINDISI PER FESTEGGIARE!> rise l'altro e si accese una sigaretta, dopo un tiro la porse a Akio che rifiutò <e poi Hiroko è troppo occupata per ucciderci, se si distrare il nostro piano va tutto a puttane>
<lo troverà un modo tipo mandarci i tuoi manichini alle 3 di notte oppure boh...mettere altro veleno nel vino? Far impazzire uno dei partecipanti? Mandarci una mandria di cane uovo? E- e puoi non fumare davanti a me cazzo!>
<non è che se tu non fumi allora io non posso!> sbuffò Akikuma e fece un altro tiro ignorando quella lamentela <e poi io ero qui per dirti altro...>
<te lo sei scordato eh? Spero non c'entri la tua talpa, non voglio sentire altri drammi amorosi> lo perculò Monoaki
<zitto o mi distrarrai> rispose il biondino e si mise a digitare qualcosa sullo schermo della protesi.

<uhhh...ah si! Mancavano delle videocassette, sono tutte numerate e alcuni numeri non c'erano... ne ho viste alcune, sono quelle fatte da Hiroko ma le nostre non lo sono se no è una brutta stronza. Penso che era un lavoretto del mastermind perché deve fare anche lxi qualcosa. Però è troppo presto per farle vedere...ci ha messo troppa roba. Comunque credo che quelle mancanti le abbiamo tenute nascoste nell'archivio...e ci vorranno assolutamente tornare> proiettò la schermata per far vedere bene anche all'amicx, era la videocamera dei passaggi segreti del secondo piano ed era davanti proprio all'archivio.
Non c'era ancora nessun in realtà, osservarono in silenzio lo schermo per un paio di minuti, finirono un'altra bottiglia a testa e Akikuma finì la sua sigaretta, e finalmente videro qualcuno arrivare.

Erano in due, Hannes e Roza, e entrarono zitti zitti nella stanza.
Entrambi con i loro pigiami e con i loro bei gioielli, la collana di Akikuma e il braccialetto di Monoaki.

<interessante, non mi aspettavo che avrebbero collaborato quei due...> commentò Akikuma, fece per accendersi un'altra sigaretta ma venne fermato dall'altro.
<già, ma non mi piace per nulla. Meglio fare qualcosa o questi due fanno casino. Odio la gente che sa troppe cose e soprattutto che non sta zitta> disse Monoaki appoggiatx alla spalla del biondino.
<classico pensiero mafioso e siciliano>
<beviti il tuo tè che sà di piscio e stai zitto>

CAPITOLO 100% PER I AKI??
Si. E lo adoro per questo.
I love my babies ma nel prossimo ci sarà nuovamente il focus sui nostri oc e qualche drama e backstory in più 👀

E SÌ VI LANCIO COSÌ LA BOMBA DI HANNES E ROZA

COSÌ

ALL'IMPROVVISO

Forza voglio i vostri scleri

Spero di non aver reso tutto troppo noioso e che vi sia piaciuto il capitolo ofc 😔 ho torturato Yakku per avere feedback mentre scrivevo e assicurarmi che era tutto molto bello.

Questo capitolo doveva essere più lungo ma ho deciso di dividerlo quindi l'omicidio è un po' lontano 👀

Ve l'ho detto per ricordarvi che è una storia di danganronpa.

AND BYEEEE!!

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