044. La leggenda di Kaspar Hauser.
Kaspar Hauser (30 aprile 1812 circa -Ansbach, 17 dicembre 1833) fu un giovane tedesco che durante il diciannovesimo secolo sconvolse l'intera Germania (e successivamente l'intero mondo) nell'affermare di essere cresciuto in totale isolamento e per giunta in una scura cella. Le affermazioni di Hauser e la sua morte per omicidio hanno così nei secoli generato un acceso dibattito. Fu soprannominato il Fanciullo d'Europa. Su di lui sono stati scritti più di 8.000 libri e realizzati oltre 23.000 articoli.
Il 26 maggio 1828 compare all'improvviso in una piazza di Norimberga un ragazzo che sembra forse avere sedici anni e sa, onspoegabilmente, dire solo un nome, il suo, Kaspar Hauser.
Egli si sostiene potesse nutrirsi solo di pane e acqua e l'odore di carne o alcool pare gli provocasse terribili convulsioni.
Reagiva violentemente a qualsiasi impressione sensoriale, come ad esempio ai suoni acuti.
Non riusciva a riconoscere la cosiddetta tridimensionalità del paese che osservava dalla finestra della sua cella tanto che, quando finalmente iniziò a comunicare, pensava si trattasse solo di un brutto quadro, venuto male.
Vedeva benissimo di notte, anche gli accostamenti più difficili come un numero civico rosso su fondo nero dall'altra parte della strada parevano essere leggibilissimi, per lui.
Il suo caso destava l'interesse del pubblico che voleva vederlo, toccarlo, fare degli esperimenti, per cui Kaspar dopo pochi mesi iniziò purtroppo a soffrire di nevrosi.
Le autorità lo affidarono quindi alle cure del professor Daumer, uno stimato insegnante della città (Steiner disse, di stampo antroposofico). Questa fu una mossa davvero molto intelligente, anche perché Kaspar poté finalmente imparare a parlare, leggere, scrivere, far di conto e dopo pochi mesi meditò perfino di rilasciare una propria autobiografia.
Fu così possibile ricostruire la sua storia: aveva passato gli ultimi dodici anni in una cella buia, incatenato al pavimento. Il solo contatto che aveva era costituito da un uomo che gli portava pane e acqua, lo puliva, gli tagliava unghie e capelli, ma lo picchiava appena emmetteva un qualsiasi tipo di rumore che potesse anche solo lontanamente rivelarne la presenza.
Era di natura gentile e di completa innocenza e purezza morale. Un anno e mezzo dopo però subì un attentato per mano di un ignoto e questo ebbe un effetto negativo sulla sua emotività, mentre invece ciò faceva crescere i sospetti che egli fosse in realtá vittima di una cospirazione.
Kaspar fu poi tolto dalle mani del prof. Daumer e passò da un egregio signore all'altro: un barone, un ricco uomo d'affari, un austero maestro di scuola, un ambiguo lord, fino al 14 dicembre 1833 quando, nel parco di Ansbach, venne pugnalato da uno sconosciuto e morì, in agonia, tre giorni dopo.
Il personaggio di Kaspar Hauser non ha mai cessato di affascinare, è arrivato persino a pervadere il romanticismo tedesco di fine '800.
Rudolf Steiner ha poi parlato di questa figura, rileggendola in chiave di sacrificio cristiano: L'individualità che è stata chiamata a celarsi sotto il velo di Kaspar Hauser è un essere che ha esercitato un'azione ispiratrice sulle attività dei Rosacroce fin dall'inizio e che, in seguito, si è incarnato il 29 settembre 1812 come figlio del granduca Karl di Baden. Egli aveva un'importante missione da compiere nel quadro del Cristianesimo esoterico.
Al di là di queste disquisizioni mistiche è interessante ricordare come, dopo tre giorni di sofferenza, "il fanciullo" morì pronunciando: Il mostro è divenuto troppo grande per me, è ora di andare.
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Kaspar è tuttora sepolto nel cimitero cittadino di Norimberga☺
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