Capitolo 3.
Lasciai Eric continuare ad immergersi nel suo studio, avevamo passato un'ora di risate e confidenze come da tempo non passavamo ed io ero così felice da non riuscire a togliermi il sorriso dalla faccia. Scesi le scale e sentii il mio cellulare squillare, corsi a prenderlo e vidi che era April. Mi tornò in un batti baleno in mente il suo messaggio ed il fatto che non le avessi risposto, non avevo nessuna voglia di andare a quella festa.
"Pronto?" risposi mettendo il viva voce e pregando che avesse cambiato idea.
"Emily metti il vestito più bello che hai, stasera ci si diverte!" rispose emozionata quasi urlando.
"April ci dobbiamo andare seriamente? Capisci che ci sarà mezzo ateneo e chissà quanti drogati?" dissi sperando di convincerla.
"Proprio per questo dobbiamo andarci! Ci saranno un sacco di ragazzi e magari è la volta buona che riprendi in mano la tua vita! Dai ti prego fallo per me!"
A quelle parole venni quasi convinta, forse dopo tutto quello che mi era capitato era davvero l'ora di voltare pagina e lasciare timori e rancori in un angolino, proprio come ero stata io fino a quel momento.
"Chi tace acconsente! Ti passo a prendere alle ventidue!" disse tutto d'un fiato attaccando.
Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere, ma alla fine sapeva bene che avrei ceduto. Mi buttai sul divano ed iniziai a pensare a ciò che dovevo lasciare da parte. Da quando successe quell'episodio con il mio ex, non uscivo molto, non mi piaceva buttarmi nella marmaglia e soprattutto avevo perso fiducia nel sesso opposto. Sono sempre stata una ragazza timida ed introversa, non mi piace la confusione e non mi piace la gente che vive con una maschera sul volto, per questo mi apro poco con le persone che non conosco e quando si tratta di fare nuove conoscenze mi tiro sempre indietro, non faccio mai la prima mossa e tendo a scappare dalle cose complicate. Sono fatta così e per quanto tutti coloro che mi stanno intorno vogliano spronarmi a cambiare, faccio sempre due passi indietro piuttosto che uno avanti. Ma questi sono altri discorsi. Mi preparai qualcosa da mangiare molto velocemente ed andai in camera mia per cercare un abito decente. Dopo averne provati tre, optai per un abito corto di raso bordeaux e con la scollatura molto simile a quello della bellissima Marilyn Monroe. Mi truccai accentuando gli occhi con dell'eye-liner ed in fine misi ai piedi dei tacchi, se dovevo vestirmi bene dovevo farlo al cento per cento. Mi affacciai di nuovo in camera di mio fratello comunicandogli che sarebbe arrivata April di lì a poco. Lui si raccomandò di non bere e di non fare sciocchezze, un po' proprio come un padre, ma allo stesso tempo era felice di rivedermi vogliosa di divertirmi e lasciare il passato dietro le spalle, almeno questo appariva. April arrivò più puntuale di un orologio svizzero, salii nella sua auto e l'abbracciai forte. Era bellissima, aveva messo un vestito molto aderente nero con tantissime paillettes che risaltava moltissimo i suoi capelli lunghi biondi ed i suoi occhi azzurri. Arrivammo di fronte al cancello dell'enorme villa di Luke, ci fecero entrare e parcheggiammo accanto a delle macchine lussuosissime.
"Sei davvero sicura che sia il posto migliore per parcheggiare?" chiesi con ironia.
"Ma si dai, in genere queste auto appartengono sempre a certi adoni!" rispose ridendo.
Alzai gli occhi al cielo pregando che la serata potesse volgere al termine il prima possibile, mi feci forza e scesi dall'auto. Ci incamminammo verso l'ingresso e appena solcata la porta, ci trovammo davanti un salone stupendo, pieno di lampadari fatti di cristallo, un divano enorme in cui c'era già gente che ne aveva preso possesso per fare i propri porci comodi ed una scalinata incantevole tutta in marmo, quasi fiabesca. Mi guardai intorno cercando di riconoscere qualcuno, ma venni interrotta da April che mi prese per mano e mi trascinò verso l'uscita sul retro. Ci trovammo di fronte ad una grande vetrata che dava sulla piscina in cui vi era gente in costume o addirittura vestita con calici di vino in mano. Gli occhi di April iniziarono a brillare mentre io cominciavo a sentirmi sempre più a disagio in quell'atmosfera piena di fumo e persone che se la tiravano come non mai. A bordo piscina c'era un dj che metteva musica tecno a tutto volume ed April mi costrinse a seguirla per imbucarsi tra l'ammasso di ragazzi che ballavano con cocktail e sigarette in mano. Cercai di sciogliermi ballando e pensando che se avessi trovato un passa tempo, quest'ultimo sarebbe trascorso più veloce. Ad un certo punto però, non so se per il dolore che i tacchi mi affliggevano o per il semplice fatto che tutto quel fumo mi stava dando alla testa, decisi di andare a sedermi su una delle poltroncine poste poco lontano. Lasciai April ballare con il terzo drink in mano, non sapevo veramente come avrebbe fatto a tornare a casa se non avessi potuto guidare io. Mi si affiancò un ragazzo molto carino ed iniziò a parlarmi.
"Ciao piacere mi chiamo Martin!" disse avvicinandosi al mio orecchio per farsi sentire dato che la musica era davvero alta.
"P-piacere Emily" risposi timidamente quasi balbettando.
"Di dove sei?"
"Di queste zone, non abito molto lontano, tu?" dissi già più sicura di me.
"Ah bene! Io non sono di Londra, vengo dall'Italia ma ho origini britanniche quindi ho deciso di portare avanti gli studi qui" parlò sorridendomi.
"Io frequento legge, tu che facoltà?" continuai a parlare sciogliendomi poco a poco, inoltre, devo ammettere che Martin era davvero carino, castano ricciolo con occhi marroni.
"Io economia, è impegnativa ma sogno di lavorare nel ramo imprenditoriale, vorrei tornare in Italia ed aprire un'azienda tutta mia".
"Wow hai una bella prospettiva! Penso che l'Italia sia molto bella.."
Mentre cercavo di andare avanti con la mia tranquilla ed interessante conversazione, vidi April sparire tra la folla con Luke. Mi alzai di colpo, era ubriaca e non poteva lasciarmi lì sola in quel modo. Feci per incamminarmi e raggiungerla prima che potessi perderla definitivamente di vista, ma Martin mi bloccò per un braccio.
"Dove vai è successo qualcosa?" chiese quasi preoccupato.
"No scusami è che devo andare a recuperare la mia amica, non è in grado di intendere e di volere in questo momento, sai com'è.." dissi cercando di fargli capire la situazione.
"Ahah capisco! Aspetta ti lascio il mio numero, risentiamoci se ti va!"
Prese il mio cellulare e salvò il suo numero, non volle il mio, ma dichiarò apertamente che sarebbe stato molto felice se io lo avessi ricontatto e che non avrebbe aspettato altro, un galantuomo insomma, poco invadente, rispettoso ed attraente. Mi aveva fatto davvero una bella impressione. Lo guardai sorridendo e partii in cerca di April lasciando Martin alle mie spalle.
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