Capitolo 2.

Ero stufa dell'atteggiamento di Eric, ero pur sempre sua sorella, colei che gli era sempre stata accanto nei momenti più difficili della vita e che non meritava di certo questo trattamento. Salii le scale per raggiungere la sua camera e bussai un paio di volte, silenzio totale. Decisi di aprire lentamente la porta e trovai mio fratello a sedere sulla sedia della scrivania intento a studiare come se non ci fosse un domani.

"Se quando bussi non rispondo vuol dire che sono occupato" disse con tono calmo e pacato, quasi come se si stesse trattenendo dal parlarmi in modo sgarbato per la millesima volta.

"Posso rubarti solo due minuti?" chiesi con fermezza.

"E va bene.." rispose sbuffando e girandosi per guardarmi finalmente negli occhi.

Mio fratello ed io abbiamo gli occhi dello stesso colore. Un verde limpido in cui le emozioni traspaiono come dietro un pannello di vetro. Non siamo capaci a nascondere ciò che proviamo, lui interpreta questo come un difetto, ma per me è un grande pregio, odio la gente falsa o che si fa conoscere per quello che non è, noi siamo quello che siamo ed è giusto così. Abbiamo anche lo stesso colore di capelli: un marrone scuro tendente al moro, lui corti con un grande ciuffo che ricade sulla fronte ed io lunghi e lisci. L'unica cosa che ci contraddistingue è la carnagione, lui olivastra ed io bianca come il latte.

"Senti io sono consapevole che sei impegnato e non hai tempo di ascoltarmi, ma io sono stanca di questo tuo atteggiamento, una volta eravamo così uniti da far invidia al mondo intero, io sono qui per te perché sono tua sorella e puoi confidarti, ho capito che il tuo problema non è solo lo studio ma anche Margaret" dissi guardandolo fisso negli occhi.

"Non credo che dovrei parlare di lei.." rispose abbassando lo sguardo e tornando sui suoi libri.

"Eric smettila! Non puoi cambiare per lei, non puoi lasciare indietro le persone che ti vogliono bene veramente per una ragazza che non ti merita".

"E che ne sai se mi merita o meno?" disse con tono nervoso.

"Non penso che una ragazza che ti reca solo fastidio sia fatta per te, le incomprensioni ci sono ed esistono in una coppia, sta a te valutare se siano risolvibili o meno, ma da come ti stai comportando negli ultimi tempi non mi pare proprio".

"Ascolta Emily, sto attraversando un periodo in cui non capisco nemmeno più io cosa voglio dalla vita, sono distrutto per via dello studio, uno studio di cui a me interessa anche poco ma che porterò fino alla fine al meglio per papà. Purtroppo sappiamo che a delle azioni corrispondono delle reazioni ed è quello che sta succedendo tra me e Margaret. Lei vorrebbe passare più tempo con me ed io non riesco a dedicarmi così tanto alla ragazza che amo".

"Eric io ti capisco, capisco lo sforzo immane che stai facendo per portare a termine gli studi nonostante non sia quello che desideri e capisco anche le difficoltà che incontri nell'organizzare il tutto, ma io sono qui e ti posso aiutare, ti posso sostenere. A cosa servono le sorelle impiccione sennò?" conclusi con una risata.

"E come avresti intenzione di aiutarmi?" domandò con tono calmo, come se si stesse convincendo del fatto che io potessi aiutarlo veramente.

"Allora intanto parla con Margaret e spiegale quali sono le motivazioni della tua assenza, se lei tiene veramente a te capirà di certo. Cerca di portare a termine gli studi ma di non lasciare mai da parte le tue vere passioni, sono proprio quelle che ti danno motivazione per andare avanti e soprattutto smetti di ignorare tua sorella, ne soffre e vorrebbe il suo bel fratellino tutto per se a volte!"

Eric si alzò e mi venne ad abbracciare come non faceva da tempo. Sussurrò un 'grazie' al mio orecchio e io lo strinsi ancora più forte, mi mancava da morire ed ero troppo felice di aver ritrovato quel senso di protezione che ormai mi mancava da un po'. Lui è il mio punto di riferimento, è stato il mio primo eroe e la mia prima guardia del corpo. Avevo un padre molto assente per via del lavoro, lui mi è sempre stato accanto ed è stato fondamentale in tutto, dai primi passi ad oggi. Abbiamo anche un tatuaggio fatto rigorosamente insieme: una stellina sull'avambraccio che abbiamo deciso di tatuarci il giorno del mio diciottesimo compleanno, ha un significato tutto nostro e ci tengo tantissimo. Da piccoli tutte le sere d'estate ci mettevamo in giardino a guardare le stelle, passavamo le serate lì a parlare e a ridere come matti, le stelle cadenti erano tutte le nostre e facevamo a gara a chi ne vedesse di più, tutti i nostri desideri rimanevano segreti e solo l'anno successivo venivano svelati per capire se si fossero avverati o meno. Spesso non si avveravano, e soprattutto quello a cui ambivo di più, ovvero trovare finalmente la persona giusta che mi amasse realmente e mi rispettasse, era totalmente impossibile.

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