Capitolo 19.
Tornata a casa salutai April con un bacio sulla guancia, aprii la porta e mi tolsi quell'odiosi tacchi che mi stavano massacrando i piedi. Andai in cucina per bere un bicchiere d'acqua, tutto quel fumo e quell'alcol avevano creato in me un bisogno di bere acqua pulita e fresca incredibile. Mi sedetti su una sedia ed iniziai a fissare il vuoto. Piccole lacrime rigarono lentamene il mio viso, ripensai alle scene precedenti ed a quanto fosse ingiusta la vita: avevo trovato un ragazzo che sembrava carino, educato e gentile, ma si era rivelato uno stronzo psicopatico. Mi ero avvicinata ad un altro ragazzo le cui attenzioni sembravano toccarmi ed invece anch'egli si era conosciuto come un vero cafone, un imbroglione ed un gran maleducato. Asciugai le lacrime con il polso, cercai di tranquillizzarmi dicendomi che prima o poi sarebbe arrivato anche il mio momento di felicità, tutti se ne meritano almeno uno, e se il mio stava tardando ad arrivare, voleva dire che doveva essere davvero grande questa felicità.
Salii le scale con in mano i miei tacchi, entrai in camera e li appoggiai per terra. Decisi di andare in bagno a struccarmi, ormai quel 'cerone', come lo definivano in tanti, era divenuto un misto di lacrime e correttore, un vero schifo. Pulii bene il mio volto e misi degli abiti più comodi: un pantaloncino corto ed una semplice maglietta bianca, sarebbe stato il mio outfit per la notte a venire, anche se ormai le ore da dormire erano rimaste davvero poche essendo le tre di mattina.
Appena ebbi finito di spazzolarmi i capelli che purtroppo puzzavano di fumo da morire, sentii dei rumori provenire dal balcone. Iniziai a spaventarmi, le gambe tremavano e la respirazione veniva sempre più a mancare, avevo troppa paura fosse Martin, ero certa che non si sarebbe arreso e che prima o poi si sarebbe ripresentato per completare la sua vendetta. Di certo dopo tutto quello che aveva subito per colpa di Matt, me compresa, non si sarebbe fermato con due pugni anche se dati bene.
Non sapevo cosa fare ed il rumore era insistente, rimasi ferma per qualche minuto accanto al mio letto, poi decisi di avvicinarmi lentamente al finestrone che dava sul balcone. Scrutai attentamente da dietro la tenda cercando di intravedere qualcosa o qualcuno, pregai con tutta me stessa che potessero essere gli scoiattoli o qualche grazioso animaletto che si stava dando da fare proprio in quelle ore della notte, ma mi sbagliai. Poco dopo vidi la figura di un ragazzo. All'inizio non riconobbi bene chi potesse essere, ma appena alzai lo sguardo ed allargai la mia prospettiva, mi accorsi di chi fosse grazie alla sua auto: Matt.
Tirai un sospiro di sollievo e mi calmai immediatamente quando realizzai che non fosse Martin, ma subito dopo mi si presentò un altro problema, lui. Non riuscivo a capire il perché fosse lì in quel momento, eppure non abitava nessuna delle sue donzelle nei paraggi della mia abitazione ed era un orario non troppo consono per la visita alla nonna. Forse si era accorto di aver perso qualcosa la mattina ed era tornato a cercarla. Mille pensieri mi frullarono in testa, ma vennero interrotti quando un altro sassolino colpì forte il vetro, era lui che lanciava quei piccoli ciottoli come se non ci fosse stato un domani. Voleva attirare attenzione e ci stava riuscendo.
Decisi di aprire piano piano il finestrone, uscii fuori e lui si fermò. Mi guardò con quel suo sguardo di ghiaccio e mi incantai, di nuovo, per l'ennesima volta, ma subito dopo mi ricordai di quello che era successo poco tempo prima e ritornai alla mia espressione dura e non contenta di averlo proprio davanti a me.
"Cosa vuoi?" dissi cercando di parlare il più piano possibile, non avrei di certo voluto svegliare tutto il vicinato.
"Sono qua per chiederti scusa, sono stato uno stupido lo so, ma sono fatto così" rispose cercando di porre le sue scuse.
"Tu non cambierai mai Matt, è inutile che mi dici queste cose, domani sarai già tornato quello di sempre"
"Le cose che ho detto a te sono vere, le penso realmente, ma non potevo dire diversamente davanti agli altri, avrebbero capito e mi avrebbero chiesto chi fosse questa misteriosa ragazza"
"Quindi questo vuol dire che per tutta la vita continuerai a mantenere questa maschera che ti sei creato?" dissi con disprezzo.
"No io.. io non posso metterti nei casini" rispose abbassando lo sguardo.
"Di quali casini stai parlando scusa? Vorresti dire che facendoti anche per caso vedere con me la tua sporca immagine crollerebbe?"
"Io sono così purtroppo, nel bene e nel male"
"No tu non sei così, vuoi essere così per piacere agli altri, è una cosa bruttissima"
"Ti prego fammi entrare, voglio rimediare, voglio esserti amico"
"Credi davvero che se ti facessi entrare le cose si aggiusterebbero?"
"Ti prego Emily, voglio parlare con te occhi negli occhi" mi pregò.
Sbuffai e richiusi il finestrone, non avevo nessuna voglia di farlo entrare, ma forse era l'unica soluzione per parlare civilmente senza rischiare di svegliare qualcuno, inoltre finché non avesse ottenuto quello che voleva, non si sarebbe schiodato da sotto casa mia. Scesi veloce le scale ed aprii la porta. Matt entrò e mi guardò fissa negli occhi e mi persi di nuovo, come facevo a non rimanere incantata, erano qualcosa di stupendo, mai visti di più belli.
"Allora?" chiesi fredda tornando in me.
"Scusa Emily davvero, non devi pensare che ti stia prendendo in giro, non dopo tutto quello che é successo con Martin"
"Mi hai salvata e ti ringrazio, oltre questo?"
"Oltre questo volevo dirti che a te ci tengo davvero, altrimenti non sarei qua adesso in questo momento"
"Nessuno ti ha detto di venire"
"Invece sì, me l'ha detto qualcosa dentro di me, dovevo venire da te, non posso vederti piangere e.."
"E?"
"Sento qualcosa nei tuoi confronti, non so nemmeno io cosa sia, ma mi lega a te, come mai successo prima"
"Matt si chiamano sentimenti, non li riconosci perché non li hai mai provati e da quanto ho capito stai pure provando a reprimerli"
"Io non sto reprimendo nulla, altrimenti non sarei qui"
"Ascoltami" dissi facendo una pausa, decisi di vuotare il sacco, non ne valeva più la pena. Presi un bel respiro e dissi tutto quello che sentivo, sono una ragazza sincera e sensibile, sopprimere ciò che provavo non era il mio forte. "Io all'inizio non ti sopportavo, non che ti sopporti adesso, ma alcune cose sono cambiate, le tue attenzioni, il tuo modo di fare nei miei confronti così protettivo e poi il fatto che tu mi abbia difesa da quel maniaco di Martin, tutto ciò mi ha fatta arrivare ad una conclusione" feci un'altra pausa per prendere un altro bel respiro, era così difficile. "Io mi sto innamorando di te, quando ti vedo un vortice si sprigiona dentro di me e non riesco più a fermarlo, spazza via tutti gli altri sentimenti negativi che posso provare verso di te quando mi fai arrabbiare o non mi consideri. Quando guardo i tuoi occhi vado in tilt e non capisco più nulla, quando mi sfiori ho i brividi e quando ti vedo con un'altra non posso fare a meno di odiarti perché so che io non potrò essere mai quella ragazza e mai mi abbasserò ad essere solo un tuo divertimento, ma é ciò che provo ed io a differenza tua non riesco a nascondere tutto questo, ci sto provando é vero, ma alla fine eccomi qui a dire tutto dall'inizio alla fine. Adesso che sai ogni cosa puoi anche andare via, quella é la porta, sai quello che sento, ma ti prego, ti chiedo solo di non andarmi a sputtanare in giro, poi ognuno avrà la sua vita ed io me ne farò una ragione" dissi con mille lacrime che solcavano il mio viso.
Matt mi guardò, restò fermo a fissarmi per qualche secondo. Evidentemente non aveva mai assistito ad una scena del genere e mai si sarebbe aspettato che proprio io, io che lo odiavo e gli rispondevo male ogni volta, potessi prostrarmi davanti a lui e fare uscire quel lato debole che cercavo di nascondere tutte le volte, ma puntualmente non ci riuscivo.
Mi guardava come se fossi stata qualcosa di disumano, aveva paura di ciò che avevo appena detto, glielo potei leggere negli occhi. Rimanemmo occhi negli occhi mentre le mie lacrime continuavano a sgorgare, volevo liberarmi di tutto quel peso in tutti i modi possibili.
Matt si avvicinò lentamente a me, prese il mio viso tra le sue mani delicatamente e mi sorrise, appoggiò la sua fronte alla mia, proprio come aveva fatto la volta precedente, quando mi salvò dalle grinfie di Martin, ma questa volta non se ne andò, rimase lì con me. Sfiorò teneramente le sue labbra sulle mie, mi baciò e fu una sensazione bellissima, la più bella del mondo. Assaporai il suo profumo, le sue labbra ed il suo calore, era tutto quello che avevo sempre desiderato, fu come riacquistare forza, quella forza che credetti di aver perso da tanto tempo, troppo. Baciare Martin non era nemmeno paragonabile a lui, Matt era gioia, era dolore, era sostegno ed era protezione. Mi lasciai andare ad un lungo bacio, come se stessi camminando sulle nuvole, c'eravamo solo io e lui, nient'altro più importava.
Tutto il malessere sparì e diede spazio al bene, alla felicità ed all'amore. Con quel bacio mi innamorai definitivamente, era parte di me.
Si staccò dalle mie labbra e mi guardò, io sorrisi inebriata dal suo essere così bello e così perfetto.
"Sei molto più brava di me a dire ciò che pensi" disse sottovoce e continuando a sorridermi.
"É quello che penso veramente" risposi con lo stesso tono.
"Per me é la stessa cosa, da quando ho iniziato a conoscerti mi si é aperto un mondo, non credevo fossi così e mi sono pentito di non averti scoperto prima"
"Tu non sei cattivo, sei solo egocentrico, ma adesso sei riuscito a buttare giù quella maledetta maschera e mi piace da morire questo Matt" dissi imbarazzata e mordendomi il labbro.
"Sei la prima ragazza che é riuscita a fare ciò, sei speciale e sei diversa, te l'ho sempre detto"
"Adesso tornerai al tuo divertimento?" dissi abbassando lo sguardo.
"E perché dovrei? Ho tutto qui davanti a me" rispose baciandomi di nuovo.
Ero felice, così felice che credetti mi stesse scoppiando il cuore. Batteva fortissimo e voleva uscire, voleva uscire perché era talmente colmo di amore che non entrava più al suo posto. Quella sera fu tutto per me, l'inizio o la fine, ancora non lo sapevo, ma di certo non l'avrei voluto sapere, stavo così bene tra le sue braccia che tutte le paranoie sparirono.
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