Capitolo 11.

Entrai dentro la doccia il più veloce possibile, avevo bisogno di lavarmi, di sentire l'acqua scorrermi addosso. Il pensiero delle sue mani che navigavano sul mio corpo senza nessun permesso mi faceva ribrezzo, una sensazione orrenda che non accennava a lasciarmi in pace. Avevo giurato a me stessa che tutto ciò non sarebbe mai più accaduto, invece ci ero cascata di nuovo. Qualche lacrima iniziò a rigare il mio volto, si confondevano con l'acqua che accarezzava il mio corpo e quindi erano impercettibili, ma dentro di me sapevo benissimo come mi sentivo. Forse in quel momento mi trovai esattamente in quella che era la rappresentazione del mio essere nella mia vita quotidiana: ghiaccio fuori ed inferno dentro, ovviamente incomprensibile per il mondo che mi circondava. Cercai di passare più bagnoschiuma possibile in tutte le parti che Martin aveva toccato più maliziosamente. Volevo togliere ogni sua traccia dal mio corpo, volevo cancellare quel momento, e se non fossi riuscita a farlo nella mia mente, almeno sul corpo dovevo per forza. Uscii dalla doccia avvolgendomi nel mio caldo e grosso accappatoio rosa. Solo in quel momento guardandomi allo specchio, mi resi conto di non aver nemmeno tolto il trucco prima di aprire l'acqua che uscendo dal soffione della doccia avrebbe iniziato a picchiettare il mio viso. Avevo delle righe nere e quelle erano le mie lacrime, erano la dimostrazione che nonostante io provassi a nascondere il mio stato d'animo, questo alla fine sarebbe sempre venuto fuori. Lavai il viso e tornai in camera vestendomi e buttandomi sopra al letto. Proprio in quel momento il mio cellulare squillò, era un numero non salvato, ma ormai riconoscevo i primi numeri e quindi capii subito di chi si potesse trattare.

"Emily tutto bene?" chiese Matt con tono preoccupato.

"Sì.." risposi non riuscendo a dire altro, in fondo non andava tutto bene.

"Che ti ha detto? Che è successo?"

"Niente io.." non riuscii a terminare la frase che scoppiai in un pianto liberatorio, mi sentii così vulnerabile ascoltando la sua voce che lo sfogo venne da solo.

"Io gli spacco la faccia, cosa ti ha fatto? Ti ha toccata?" chiese arrabbiato.

"Matt per favore non è il momento di fare casini, lascia perdere, me la so cavare da sola" risposi piangendo.

"Credo che nessuno conosca Martin meglio di me e so già cosa possa aver fatto, lui è così, se non vuoi il mio aiuto almeno cerca di allontanarti da lui da sola" disse freddo.

"Perché dovresti aiutarmi? Non mi hai calcolata in tutta la tua vita"

"Voglio aiutati perché so come si comporta, so che ce l'ha a morte con me e che per qualsiasi cosa se la prenderebbe anche con te, ho visto come mi guardi e se n'è accorto anche lui"

"Hai visto cosa Matt? Ma stai scherzando? In un momento come questo hai seriamente voglia di dire certe cose?" risposi alzando la voce.

"Io voglio solo aiutarti, se ti tocca un'altra volta andrà a finire male"

"Perché dici questo? Che t'importa di me in fondo?" dissi continuando a piangere e cercando di trovare una spiegazione a tutto ciò.

"Perché nessuno deve toccarti" rispose con un filo di voce.

Rimasi in silenzio per qualche secondo, poi continuai a piangere, non sapevo come rispondere. Matt Smith mi stava dicendo cose che mi parvero quasi impossibili potessero uscire dalla sua bocca. Non riuscii a spiccicare altre parole e passammo alcuni minuti senza che nessuno dei due sapesse trovare i vocaboli giusti per terminare la conversazione. Forse anche lui si era lasciato andare e aveva tirato fuori una frase troppo grande considerato il nostro rapporto praticamente inesistente. Ero riuscita a far rimanere senza parole anche il ragazzo più desiderato, ma il problema era ciò che stavo provando dentro di me. In quel momento avevo un turbine di emozioni che non sarei mai riuscita a decifrare, era qualcosa di inspiegabile, nessuno mai fino a quel momento era riuscito a smuovere questo polverone in fondo al mio cuore. Quella semplice frase aveva risvegliato un ciclone dormiente e che senza saperlo ancora, avrebbe catapultato tutta la mia vita.

"Cerca di riposarti, per qualsiasi cosa chiamami, ciao bambolina" disse terminando la conversazione, forse più in imbarazzo di me.

Decisi di andare in balcone e prendere una boccata d'aria, respirai forte e riempii i polmoni di quella brezza così leggera e così profumata e quasi mi sentii meglio. Notai dall'altra parte della strada due anziani che si tenevano a braccetto, l'uno sorreggeva l'altra ed era bellissimo. L'amore, quello vero, esisteva veramente ed andava solo trovato, ci voleva tempo e tanta determinazione, ma alla fine arrivava ed era eterno. Forse un giorno anche io l'avrei conosciuto, avrei conosciuto un ragazzo che mi avrebbe voluta veramente per quella che ero e che mi avrebbe amata realmente come si ama nelle favole.
Alzai gli occhi al cielo e trattenni di nuovo le lacrime, quello che mi era successo era la dimostrazione della mia ingenuità, mi fidavo troppo delle persone e quindi si arrivava a questi livelli. Martin era un ragazzo troppo sensibile, con un vissuto non troppo bello ed a causa dei vari traumi adolescenziali, reagiva così. Ce l'aveva davvero a morte con Matt ed io come al solito, mi trovavo a combattere con la parte più insofferente. Matt sembrava sincero, ma io non volevo fidarmi troppo, non aveva mai fatto caso a me e aveva sempre e solo pensato alla sua vita composta di ragazze, alcol e fumo. Io ero completamente estranea al suo vivere e perciò non poteva essere leale al cento per cento. Forse gli facevo pena e considerando che sapeva bene come Martin reagiva alle diverse questioni, si era sentito in dovere di controllare la situazione. Erano varie ipotesi che mi posi quel giorno, non ci stavo capendo più nulla.
Scesi al piano di sotto e trovai Eric impegnato in una video conferenza e con le valige pronte poco più lontano. Purtroppo quel giorno avrei dovuto sopportare anche la sua partenza. Mi spostai verso la cucina per prendere un bicchiere d'acqua e proprio in quel momento, lui finii la riunione.

"Come mai sei tornata così presto? È successo qualcosa?" chiese con gli occhi fissi sullo schermo del computer.

"No no, è solo che ho preferito tornare prima per rilassarmi un po', sai affrontare la tua partenza non sarà facile" risposi sperando di essere riuscita a deviare l'argomento.

"Tranquilla sorellina, ti chiamerò tutti i giorni promesso" disse sorridendomi, per poi tornare fisso sul desktop. Forse per i mille pensieri che aveva nella testa non ricordò nemmeno cosa mi aveva chiesto.

Eric si alzò dal divano ed andò al piano di sopra per prendere le ultime cose. Ad un certo punto il suo cellulare, dimenticato sopra al tavolo si illuminò, era un messaggio da parte di Tom, un suo amico. Di solito non mi faccio mai i cavoli di mio fratello, ma quella volta, non so perché, mi venne d'istinto sbirciare per scoprire cosa gli avesse scritto. Mi accertai che Eric non stesse scendendo le scale e con una mossa molto veloce, mi avvicinai al telefono e lessi un messaggio che sconvolse definitivamente la mia giornata: 'Ho visto Margaret davanti casa di Matt Smith, credo che abbia iniziato ad uscire con lui, io non ti ho detto nulla, hai fatto bene a lasciarla. Prenditi la tua rivincita, mi raccomando! Buon viaggio fratello.' Riposai l'apparecchio sopra al tavolo e mi sedetti sul divano, quella notizia provocò in me uno stato di disagio mai provato prima. Non capii bene se nascesse dal fatto che la ex di mio fratello uscisse con il ragazzo con cui avevo parlato poco prima o perché proprio quel ragazzo fosse Matt. Non so cosa mi stesse succedendo ma la cosa non mi passò indifferente, anzi. Rimasi rigida senza sapere che fare. Scese Eric e prese in mano il cellulare, lesse il messaggio e mise in tasca il telefono.

"Devo uscire, prima di partire devo fare una cosa" disse freddo.

"Eric cosa devi fare?" chiesi allarmata.

Lui non rispose ed uscii di casa sbattendo la porta. Mi misi le mani tra i capelli, sarebbe andato a cercare Matt ne ero certa. Non sapevo cosa fare, non sapevo che pensare, ero nel panico più totale. Mio fratello che affrontava Matt, non potevo nemmeno immaginare la scena, inoltre se avesse per disgrazia saputo che parlava anche con me sarebbe successo il finimondo. Decisi di non uscire di casa, aspettai lì in quella stessa posizione il rientro di Eric con un'ansia indecifrabile. Nel frattempo ricevetti anche qualche chiamata da parte di Martin, ma che ovviamente rifiutai, non avevo certo bisogno di affrontare altre situazioni che mi avrebbero afflitta ancor di più in quel momento. Non so cosa mi stesse succedendo, quel ciclone aveva iniziato a camminare ed a girare sempre più forte. Potevo negarlo finché volevo, ma Matt iniziava a farmi effetto. La sua premura ed il suo esserci avevano fatto scattare qualcosa in me e saperlo con un'altra ed un'altra ancora, mi provocava delle emozioni che non sapevo riconoscere.
Passò circa un'ora, i momenti più interminabili della mia vita, poi Eric rientrò.

"Cosa è successo? Dove sei andato?" chiesi agitata ed in cerca di risposte.

"Sono andato a mettere fine definitivamente ad una cosa" rispose freddo.

"Che vuol dire? Parla!" continuai sempre più agitata.

"Tom mi ha detto che Margaret esce con Smith, sono andato da lei ed infatti li ho trovati insieme. Sono stato un gentiluomo e ho solo agito con le parole, non posso rovinarmi le mani per via delle operazioni chirurgiche che dovrò eseguire a Dublino, altrimenti gli avrei spaccato la faccia. Ma devo pensare alla mia carriera e non potevo farmela rovinare da quei due" disse spiegando soddisfatto.

Non risposi, il mondo iniziò a crollarmi addosso, era la conferma che Matt mi stava prendendo in giro e l'unico suo interesse nei miei confronti, era quello di allontanarmi da Martin sapendo com'era fatto. In poche parole mi stava facendo un semplice favore. In fondo gli avevo sempre risposto male e non avevo mai sprecato una parola carina con lui, ma volevo provare a credere che per una volta non mi stesse davvero beffeggiando, ma purtroppo fu così. Quello che però aveva già scatenato dentro di me, non sapevo come fermarlo.

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