capitolo 8
Fingere è sbagliato.
Un'enorme bugia detta a scopo di sembrare come gli altri.
Come dice Pirandello, noi ci nascondiamo dietro una maschera che ci viene crudelmente imposta.
Ma quale è il nostro vero pensiero?
Non dobbiamo sembrare dei santi se in realtà noi siamo demoni.
Non possiamo giocare a fare i "buoni".
L'unico interrogativo è...
Cosa posso fare altrimenti? Posso solo fingere.
Non vorrei.
Ma devo.
Questa è la giustificazione che ci porta a compiere simili gesti?
Ad ingannare chi vuole aiutarci?
E' sbagliato.
Lo è sempre stato.
A questo punto fingere è forse giusto?
E' l'unica alternativa possibile al dilemma.
Sto forse sbagliando?
Probabile.
Fingere non è giusto ma non è neanche sbagliato.
Questa è la mia conclusione.
Alla frase "Fingere è sbagliato" ho tracciato una linea nera e spessa.
Io credo il contrario.
Sono forse sbagliata per il mio diverso pensiero?
Si.
Perché è così che ti giudicano.
Pensi diverso e sei diversa.
Quando quegli occhi ti scrutano fino a farti vergognare crolli.
E ammetti la stupidità del tuo pensiero.
Mai come ora Pirandello è azzeccato.
Lui che ha capito la vita e l'ha vissuta fino in fondo ammette che noi siamo inesorabilmente uguali?
Perché è questo quello che dice?
Quella maschera ci ha reso tutti schiavi?
Tutti uguali?
No.
Lui dice che ci hanno imposto di essere così.
Ma noi come siamo veramente?
Nessuno lo sa.
Ma tutti sanno che Io=Te è sbagliato.
Siamo in costante ricerca del nostro io.
C'è chi non l'ha trovato ad 80 anni.
Chi, invece, l'ha trovato a 10.
Io.
Ed è per questo che mi trovo qui, a fingere una vita che non è mia.
Trovarmi a recitare dietro una maledetta maschera che pensavo non sarebbe più tornata.
Ed invece eccomi qua.
A recitare la parte di una ragazza con un passato orribile e con un carattere incredibilmente diverso dal mio, un carattere adorabile.
Dire che Io sono così è un'enorme bugia.
Come quelle che sto raccontando ora.
Qui.
Perché?
Eccola la domanda fatale.
Ma io la risposta la conosco.
Sto fingendo perché io devo uccidere lui.
Gin.
Chi è?
Solo un maledetto bastardo che mi ha rubato la vita, costringendomi a nascondermi dietro questa maschera.
Ed ora sono qui.
Determinata a compiere la mia missione.
Ma ciò che io cerco di mandare nella parte più buia di me è che...
C'è un altro motivo per cui io devo ucciderlo.
Uccidere.
Non credevo che sarei mai arrivata a tanto.
E invece...
E' una parola grande quanto il suo significato.
Appena io pronuncio quelle tre fastidiose lettere mi viene da sbattere i pugni sul tavolo, fino a romperlo.
Fino a sentire quella crepa che si apre sotto la mia mano.
G-I-N
Qualcosa sotto di me si rompe.
Forse è il tavolo.
O forse è il mio orgoglio.
Si.
Perché quel brutto bastardo lo ha ferito.
Una ferita che porto e che porterò sempre.
Non dimentico ciò che lui ha osato farmi.
Ora che ci penso anche lui si è nascosto dietro una maschera.
Una maschera di gentilezza.
Dire che lui "mi ha fatto del bene" è come dire che 1+1 è uguale a 3.
Come dimenticare quei suoi modi gentili che tanto mi hanno affascinata.
Come dimenticare quelle volte che mi ha protetta facendomi pensare che il mondo non fa poi così schifo.
Come dimenticare quella sua dolcezza che mi ha fatto tanto innamorare di lui.
Come dimenticare quella volta che sono quasi morta.
*
Uno sparo echeggiò nell'aria.
Il fumo uscì dalla pistola puntata su una giovane donna.
Un ghigno divertito comparve sulla bocca dell' assassino.
"Finalmente la qui presente Shiho Miyano è caduta! Nulla può! E mi permette, dopo tutto, di gustarmi il frutto del mio gesto! Grazie, grazie di cuore! Come posso ripagare la tua gentilezza? Dimmi, come? Non posso vivere col peso di un'azione così buona e non ripagata sulla coscienza! Esprimi un ultimo desiderio!"
"Sei un verme! Anche dopo avermi sparato mantieni il tuo solito e fastidioso atteggiamento! Beh, dal canto mio, non posso rifiutare questa tua cortese disponibilità! Una cosa avrei voluto svelarti! Tu, mi hai conquistato! Il mio cuore batte per te! Solo ed unicamente per te! Prima di morire concedimi l'assaggio delle tue labbra! L'unica cosa che chiedo è questa! Esaudiscila e morirò felice!"
"Un bacio? E' questo quello che desideri? Ti accontenterò, mia cara! In fondo, sai bene che nessuna donna può rimanere indifferenti a me! Il mio fascino sottomette tutte!
L'assassino si avvicinò così alla donna, dal nome Shiho Miyano, e prendendola per i morbidi fianchi avvicinò il suo volto, odorante di tabacco, al suo. Tanto aveva sperato quel momento. E anche se in punto di morte, tutto era magico. Un qualcosa così bello, che finirà presto purtroppo.
I capelli biondi lunghi dell' uomo accarezzavano le spalle della giovane donna, che estasiata dal desiderio che si sarebbe avverato azzerò le distanze. E così le sue labbra presero possesso di quelle dell'uomo che le aveva sparato. Sembrava una di quelle scene da film, incantate e con il famoso lieto fine.
Veloce come un ghepardo la donna prese la pistola dalla cintura dell'uomo e, puntandogliela al petto, premette il grilletto ancora caldo. Un altro sparo echeggiò nell'aria. L'uomo si accasciò per il dolore a terra spargendo sangue sul terreno freddo.
"Abbiamo invertito i ruoli caro mio! Davvero credevi che una del mio calibro potesse interessarsi a uno come te, Gin? Eppure sei un essere intelligente! Non ti sei nemmeno accorto che prendevo la tua pistola! Troppo impegnato a baciarmi! Che essere che sei! Non ti vergogni di vivere?"
"Maledetta puttana!"
"Inveire non ti servirà a guarire"
"Morirai anche tu! La ferita alla gamba è talmente profonda che riesco a vedere i tessuti! Non resisterai a lungo...Shiho!"
"Non morirò mio caro! Sai quanto io sia furba e manipolatrice! Mi sono attrezzata prima di venire a questo appuntamento! Tra pochi secondi la mia immagine svanirà, lasciando in te una profonda delusione!"
"Maledetta!"
"A presto mio caro Gin!"
"No! Tu morirai con me!"
Dette queste parole Gin prese dal suo impermeabile nero un'altra pistola con cui sparò un altro proiettile che si conficcò nel fianco della giovane donna, rimasta interdetta da un qualcosa che avrebbe dovuto prevedere. Il dolore cominciò ad annebbiare la sua vista mentre la mano, poggiata sulla ferita, si riempiva di sangue che colava e finiva sul gelido terreno.
*
Dopo quella esperienza Shiho credeva che sia lei sia Gin sarebbero morti.
Un evidente errore di valutazione.
Nessuno dei due ci aveva lasciato la pelle.
E questo è il suo più grande rimpianto, nascosto dietro una maschera che è costretta a portare.
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