~𝑀𝑎𝑟𝑔𝑜𝑡.~
Giugno 1997
Cervia.
L'età adulta non si distingue poi più di tanto da quella adolescenziale se non perché devi essere meno spontanea e più falsa. Prendete i professori, che sorridono falsamente fra di loro, facendo finta di sopportarsi, di andare d'accordo, per lo meno in questi ultimi minuti dell'anno scolastico.
Sospiro. Mi sento stanca. Sarà l'affanno di fine anno, l'avvicinarsi dei verdetti. Sarà il sonno: involontariamente ieri sera ho fatto tardi sfogliando i cataloghi dei costumi.
Una mano mi tocca il fondoschiena facendomi sobbalzare in aria. Mi volto all'improvviso mettendo su la faccia più truce che posso. Ma mi infrango contro due splendidi occhi verde scuro. Mi rendo conto di essere stata palpeggiata da una delle mie migliori amiche: Anna.
Anna è una ragazza brillante, lo è talmente tanto che a volte va sopra le righe, come in questo caso. Non so mai se essere invidiosa di lei o se essere arrabbiata per questi scherzi scemi, ma soprattutto, perché a scuola le riesce sempre tutto perfettamente. Non c'è niente che faccia di sbagliato.
Una gran secchiona.
Una stramaledetta, irritante e bellissima secchiona, con quei capelli biondi così chiari da sembrare veramente platino liquido. Mica come i miei che ristagnano nel solito monotono marroncino.
Ultimamente sono a disagio con questi suoi modi. Anna ha degli atteggiamenti particolari anche nei confronti di compagne e amiche. Non saprei nemmeno come definirli. So che a volte mi mettono a disagio. Sono... particolari.
«Avanti. Levati quel muso lungo dalla faccia, sono finiti i nove mesi di carcere! È estate, Margot!» mi sorride spostandomi una ciocca stanca dal volto.
Ricambio il sorriso in maniera sarcastica, mentre lei saltella come una bimba al lunapark.
«Scherzerai? Ci hanno riempite di compiti!» gracchio.
«Sei sempre negativa! Piuttosto, che facciamo stasera?» mi domanda dopo aver scroccato una sigaretta a uno di quinta e averlo ringraziato con uno sguardo a dir poco languido.
«Lunghissimo bagno, poi lunghissimo sonno. Sono settimane che voglio dormire senza interruzione» replico.
A casa mia è così: dal lunedì al sabato ci si sveglia presto per la scuola. La domenica ci si sveglia presto per gli hobby di papà, che sono sempre tremendamente rumorosi.
«Margot, inizia l'estate e tu per festeggiare fai una vasca da bagno? Scherzerai, spero! Stasera te lo dico io, festa da Luca! Scommetto che c'è da divertirsi.» propone tutta entusiasta, poi ci ripensa. «Ma forse c'è anche Matteo, meglio evitare.»
«Se vuoi andare, vai. Io non credo verrò» continuo, mascherando un vaghissimo disagio.
Anna butta fuori fumo e la domanda terribile «Ma che ci stai ancora sotto?»
«Ma quale stare ancora sotto? Ho chiuso con lui, ho chiuso con tutti. L'amore non fa per me» concludo con una frase che forse ho letto nei bagni i giorni scorsi.
«Scopa una notte, anche due magari, e buttali via, Margot. Non ha senso impegnarsi» mi sprona con la sua allegra determinazione. Se c'è una cosa che ama, sono i rapporti non troppo profondi e fin troppo promiscui.
Non ho avuto storie d'amore chissà quanto serie. Sono sempre state tutte robette di qualche mese. C'è stato Mattia della Quinta F, ma voleva un rapporto che comprendesse solo sesso prima ancora di farsi vedere insieme in pubblico che, per carità, poteva essere un'esperienza. Ma non è da me. Quando ti senti lasciare la mano girando l'angolo della via della scuola, dopo aver sentito svariati minuti di sue fantasie sessuali, è normale farsi due domande, e darsi altrettante risposte.
Poi è arrivato Andrea della Terza A che era uno schianto assoluto, persino i ragazzi più onesti ammettono che è un figo. Ma è lesso, completamente lesso, perso nelle meche che cura direttamente sua madre, e che probabilmente gli fa con dei prodotti scadenti, che gli devono aver rotto il cervello. Scoprire che non riesce a buttare giù due frasi di senso compiuto era stata una vera delusione.
E poi, infine, Matteo della Quarta D. Con lui credevo che sarebbe stata più seria delle altre volte. Credevo davvero che potesse funzionare... Ma come si suol dire, finisce sempre tutto sul più bello. L'ho beccato dentro il bagno delle ragazze con la testa immersa fra le cosce di Elisa, che è una sorta di Anna ma con meno scrupoli e più seno, e lì è finita l'ultima speranza che avevo di poter vivere una bella storia d'amore.
«Anna. Annina. Ogni due parole devi metterci la parola "scopare"?» le domando levandole la sigaretta dalla bocca e buttandola per terra.
«Margot, sei moscia» si lagna ridendo. «Devi sempre smontarmi tutto. Sei peggio di mia madre».
La madre di Anna in realtà è molto peggio di me. Ogni volta che la figlia le chiede qualcosa, lei inizia a elencare le controindicazioni, poi passa a tutte le cose che Anna dovrebbe fare in cambio per ottenere il permesso. Ma poi finisce che la figlia fa esattamente tutto quello che la madre chiede, e questa è costretta a cedere.
Anna sembra una ragazza che fa quello che vuole, ma non è perchè ha una famiglia permissiva, tutt'altro. È lei stessa che si guadagna di forza tutto quello che chiede.
Il vero problema, nella famiglia di Anna, è suo fratello maggiore: in virtù del fatto di essere maschio, a differenza della sorella, può fare quello che vuole. Se Mirko dice «Mamma stasera vado a drogarmi», la madre risponde «Ti servono ventimila lire in più?», il padre gli da una pacca sulla spalla dicendo «Bravo ragazzo, fatti valere che ormai sei un uomo!».
Se Anna dice «Mamma vado a prendere un gelato alle tre di pomeriggio», la madre la azzanna dicendo «Ma sei impazzita?! Devi studiare! Fare i compiti! E poi in gelateria?! Ma è freddo! Rischi il mal di gola! E poi se ti ammali devi stare a casa da scuola! E poi come fai a recuperare?!», il padre aggiunge «E poi in quei posti gira brutta gente, le ragazze non devono girare in certi luoghi».
Mirko è il futuro uomo di casa, non ha rivali. Anna può essere intelligente, brillante, sicura e fantastica quanto vuole, ma non sarà mai come Mirko.
«Comunque io il bagno lunghissimo lo devo fare. Sappilo» le rispondo salendo sul muretto dall'altra parte della scuola.
Lei si siede affianco a me. Appoggia la testa alla mia spalla. Fa un sacco caldo ma non mi dispiace il suo gesto tenero. È questo che cerco ora: amicizie sincere, che vengono dal cuore. Le avventure sentimentali mi hanno portato solo casini, ultimamente.
«Comunque, Annina, se mi proponi una serata tranquilla, esco volentieri. Dobbiamo festeggiarla questa fine della scuola».
Alza la mano al cielo in segno di vittoria, urlando «Yee! Stasera Margot facciamo i fuochi d'artificio!».
So che è estate. So che abito al mare. So che certe dinamiche mi coinvolgeranno anche quest'anno, è inevitabile. Ma adesso non voglio pensarci, la mia mente è tutta proiettata alla mia vasca piena d'acqua profumata.
«Fai tu uno squillo alle altre due? E di' a Dany di non portarsi il moroso» mi chiede prima di ricomporsi.
Al solo pensiero di vedere il ragazzo di Daniela, mi passa la voglia di uscire.
«Magari lo lasciasse a casa per una volta!».
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