In pericolo (Charlie & Luna pt. 5)
Se guardo te,
e i tuoi occhi maliziosi,
mi renderai cieca.
Se sento te,
e la tua voce provocante,
mi renderai sorda.
Se annuso te,
e quel tuo profumo inebriante,
non mi farai respirare.
In quel pullman oltre a Charlie c'erano due bambini che la osservavano timorosi e spaventati. Il maschietto aveva gli occhi marroni ed i capelli bruni. Era più alto della sua sorellina, che invece aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri.
Quando l'autista dovette frenare di colpo, Charlie aprì gli occhi e notò quei due bambini. Dopo averli inquadrati per bene chiese loro se si fossero persi, ma non risposero. Erano molto impauriti.
Charlie non riusciva a dover vedere quei poveri bambini tutti soli, perciò si avvicinò a loro per poi abbassarsi alla loro altezza e prese la mano destra del bambino, e la sinistra della bambina.
-Come ti chiami?- Chiese alla bambina.
-Beatrice...- Rispose.
-Ma che bel nome!! E tu invece, come ti chiami??- Chiese subito dopo al bambino.
-John...-
-Ma sono due nomi davvero fantastici!! Cosa ci fate qua tutti soli soletti?-
-La mamma ci ha detto che sarebbe tornata, ma non è ancora tornata.- Disse John mentre iniziava a piangere. In poco tempo anche Bea iniziò a piangere.
Il pianto di quei due poveri bambini iniziò a far innervosire l'autista, che sbatté la mano con prepotenza da qualche parte: -Fate silenzio!!-
I bambini smisero di piangere. Charlie gli accarezzò e gli disse che ben presto avrebbero ritrovato la loro mamma. Dopo di ciò i bambini non si scoraggiarono e decisero di correre lungo il pullman.
Tutto scorreva normale ma Charlie notò che l'autista non si era fermato alla fermata in cui Charlie sarebbe dovuta scendere. Quest'ultima si avvicinò all'autista e gli disse: -Scusi, ha superato la fermata in cui dovevo scendere, potrebbe fermarsi qua?- Il conducente si accostò, si alzò e iniziò ad urlare come un pazzo: -HO DETTO CHE DOVETE STARE ZITTI!!!- Riaccese il motore e portò Charlie e i due bambini spaventati verso una meta sconosciuta.
Dopo poco si ritrovarono in un bosco. L'autista fermò il veicolo e spense il motore. Charlie iniziò a stringere le mani dei bambini e li rassicurò. -Cosa ha intenzione di fare!?- -State a vedere...-
Si alzò dalla sedia e si tolse la cintura dei pantaloni. Abbassò i pantaloni e iniziò a ridacchiare malamente. -Ma che bei bambini... iniziamo sbarazzandoci del maschietto...- Charlie aveva paura, non tanto per sé stessa ma per quei poveri bambini indifesi. Iniziò a indietreggiare e urlare chiedendo aiuto. Nessuno poteva sentirla.
I bambini ricominciarono a piangere.
Quel mostro era quasi del tutto calvo, aveva una cinquantina d'anni e aveva i peli che gli uscivano dal naso. Gli occhi verdi e malvagi e una cicatrice sulla guancia sinistra. Si tolse la camicia e i bambini vedendo tutti quei peli e quello schifo iniziarono ad urlare. -Mamma dove seiii...- Dicevano singhiozzando e piangendo.
-Ciao piccolino, vuoi vedere il mio pisellino?- Prese il bambino per un braccio e lo avvicinò alle sue mutande. -Arrivi proprio all'altezza del pisellino, eheh.-
Abbassò le mutande e gli fece aprire la bocca. John cercava di opporsi, anche se non serviva a niente. Ad un certo punto, quando gli stava per scappare di mano, gli diede uno schiaffo che lo fece cadere per terra. Prese un coltellino svizzero che aveva preso dai suoi pantaloni e disse al piccolo John: -Se non vuoi che la tua inutile vita finisca, ascolta le mie indicazioni.- John era ormai colmo di lacrime nel viso.
Avvicinò il suo pene alla bocca di John, quando uno zaino arrivò in testa al maniaco, che cadde per terra. Era stata Charlie.
John corse verso Charlie piangendo disperato, mentre l'autista si alzava. -Tu, lurida puttana, come ti sei permessa!?- Sfoderò nuovamente il coltello ma qualcuno da dietro gli diede un colpo di mazza sul cranio che lo mise KO.
-Mamma!!- Urlarono i due bambini piangendo e correndo verso di lei. Era Luna.
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