Capitolo 41
Sento l'aria mancare, le labbra gonfie e doloranti e controvoglia mi stacco dalla bocca di Jack.
Ansimiamo entrambi, vogliosi di unirci nuovamente, ma consapevoli di doverci delle spiegazioni. Ci alziamo da terra in silenzio, non paliamo neppure mentre per mano mi porta verso la sua tenda.
Le nostre dita intrecciate valgono più di qualsiasi altra parola, gli sguardi complici, maliziosi, pieni d'amore e di scuse, colmano ogni vuoto che abbiamo lasciato l'uno sull'altra. Parlare sarebbe superfluo, non servirebbe a nulla, mi farebbero balbettare parole incomprensibili dettate dalla felicità di averlo nuovamente vicino, di sentire il profumo di muschio invadermi le narici, facendomi bramare il suo tocco, e infine, quel calore che sprigiona il suo corpo, che mi era tanto mancato, il calore di casa, amore e famiglia, il calore che ti scalda anche durante le notti invernali di luna piena, quando il vento si alza, facendo muovere la pelliccia, che ti porta la terra addosso.
Entriamo nella tenda, sotto gli sguardi curiosi del branco, non capiscono.
Mi fa sedere su di lui sul letto, mi avvolge co le braccia da dietro e affonda il suo viso sul mio collo, inspirando a fondo in mio odore.
Mi lecca e mordicchia un lembo di pelle, facendomi ridacchiare e dimenare.
"Mi sei mancata un sacco, amore mio. Non sai cosa ho passato, di sognavo di notte tra le mie braccia, al sicuro, ma al mio risveglio non c'eri più. Ho paura di stare sognando ancora, ti prego, dimmi che non è così, perché ne morirei."
Cosa diamine ho sentito?! Parole dolci uscire dalla bocca del mio Jack?! Scoppio a ridere, ho le lacrime agli occhi. Mi sembra di essere stata catapultata in un film sdolcinato.
Mi volto e lo bacio con trasporto, accarezzandogli il volto e immergendo le mani nei suoi capelli morbidi e pieni di foglioline.
"Credo sia ora che ci spighiamo cosa sia successo, ne ho, ne abbiamo bisogno entrambi."
Sono consapevole di aver frantumato un momento saliente e soprattutto caliente, ma abbiamo bisogno di risposte, e queste non arriveranno mai se ci diamo alla pazza gioia.
Annuisce e si alza per prendere la coperta infondo al letto per coprirci entrambi, riparandoci dall'improvvisa aria gelida che si è generata. Un presentimento.
-•-•-
Urla e colpi metallici mi percorrono la testa, svegliandomi all'istante, mi guardo attorno, Jack non c'è. Dai rumori provenienti dall'esterno la battaglia è appena iniziata, l'aria inizia ad impregnarsi dell'odore del sangue, della terra e del sudore, il vento trasporta le grida, rendendole inquietanti.
Mi alzo velocemente dal letto, afferrando le prime armi che mi capitano sotto gli occhi, non riesco a sentire la presenza di Karina e Emmah.
Sto per varcare la soglia della tenda quando un dolore atroce mi si propaga veloce all'altezza del ventre, facendomi accucciare, portandomi le mani alla pancia, cercando invano di alleviare il dolore. Sento le mani bagnate, le guardo, poi osservo la mia pancia, sangue, tanto sangue esce dal mio ventre, un sangue nero come la pece. Cado a terra, sotto i colpi che mi vengono indirettamente inflitti, le braccia si ricoprono di nero, bruciano, non riesco a muovermi, mi sembra di essere paralizzata; dalla mia bocca escono rantoli alternati a colpi di tosse, cerco di sputare fuori il sangue che mi sta riempiendo la gola, sento le forze venire meno, la mente che si offusca, gli occhi che si chiudono.
"Stå opp eller dø" (alzati o morirai)
Una voce roca, femminile, straniera, non capisco, non ho le forze per farlo.
Voglio soltanto chiudere gli occhi, ma il mio corpo reagisce, involontariamente, tra dolori atroci mi rialzo, le gambe corrono verso il centro della battaglia, nessuno sembra notarmi.
Vedo Jack voltarsi velocemente verso di me, mi percepisce, sembra disorientato, non mi vede, ma io vedo lui e vedo Vlad alzare svelto la spada.
Urlo, urlo in modo disumano, la voce cambia, percepisco il mio corpo fluttuare, non sento più dolore, guardo le braccia, tutto svanito.
"Stopp alle, knel, nå" (fermatevi tutti, in ginocchio,ora!)
Parole incomprensibili sussurrate dal mio subconscio prendono senso, le urlo, come se tutto si potesse realmente fermare, come la mia ultima chance.
E tutto si ferma, improvvisamente tutti gli sguardi puntati su di me.
"Prendi una scelta, te o Jack, decidi."
Una voce lontana, sensuale, dannatamente convincente.
"È ora che la profezia si compia, sono passati mille anni, dall'ultimo sacrificio alla Dea, o te o Jack."
Non capisco, quale profezia, mio padre mi fece studiare per anni la nostra storia, niente parla di sacrifici.
"Prendi una decisione, tutto ti verrà mostrato, se fai la scelta giusta.."
Sembra una cantilena, una minaccia, un ultimatum.
"At profetien er oppfylt, jeg tilbyr kroppen min, jeg frykter ikke døden.
Stjernene visste det, stjernene har overlatt det, jeg velger min skjebne.
Jeg forlater den jeg elsker, den jeg alltid har tenkt å drepe, sønnen til ham som gjorde meg til foreldreløs."
(Che la profezia si compia, io offro il mio corpo, non temo la morte.
Le stelle lo sapevano, gli astri lo hanno tramandato, scelgo il mio destino.
Lascio colui che amo, colui che ho sempre sognato di uccidere, il figlio di colui che mi ha resa orfana.)
Sento un urlo, Jack urla, lo vedo correre verso di me mentre precipito.
Ripeto la strofa non so quante volte, il mio corpo cede.
"Men i mitt offer slår jeg deg, Karina"
(Nel mio sacrificio batto te, Karina)
E mentre le palpebre si chiudono noto Vlad accasciarsi sopra un corpo femminile, privo di vita, vestito di bianco.
"Lys, fred"
(Luce, pace)
E sussurrando queste parole un vortice bianco spazza via le persone attorno a me, Karina si sgretola, si unisce al terreno Sacro ed io me ne vado, con una lacrima a solcarmi il volto e con le labbra gonfie dal bacio di Jack.
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Ragazzi non uccidetemi!
Volete un altro capitolo?
Un bacio😘
Secondo voi cosa potrebbe accadere?
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