Decisioni difficili
"Ma sì, chi se ne frega di avere amici umani, giusto?", disse alzando gli occhi al cielo.
Entrarono in cucina ancora ridendo, Lyca in realtà un po' triste della scoperta, le sarebbe davvero piaciuto avere degli amici normali. No, non normali, ma umani, sembrava quasi essere una calamita per le altre razze. Non perché gli umani la scansassero, solo che anche lei si rendeva conto di avere un carattere che scoraggiava la maggior parte di loro.
Era estroversa, diretta e soprattutto non aveva paura di mostrarsi per come era ed era aggressiva come tipo di approccio, nel bene e nel male. Era cosciente che questo fosse probabilmente il problema principale, ma non poteva farci niente. Le era sempre stato insegnato a non vergognarsi della propria persona, di ciò che era.
Era stata educata al coraggio e a non vergognarsi delle diversità.
"La continua ricerca della normalità denota mancanza di coraggio", diceva sua nonna e lei aveva capito che in fondo non c'era niente di male nell'essere diversi.
Oddio, lei era un po' più che diversa, ma che ci poteva fare? Era nata così. Inoltre la maggior parte delle altre razze, compresa ovviamente quella umana, quasi non sapeva dell'esistenza della sua. Molti ritenevano che fossero addirittura una razza estinta da tempo. I Guardiani.
Nessuno credeva fossero ancora così numerosi ed attivi. Solo gli antichi delle varie razze conoscevano la verità e la tramandavano al loro successore, di modo che tenesse a freno la propria gente. Di modo da mantenere l'Equilibrio, perché in caso contrario i Guardiani sarebbero intervenuti e questo non era bene.
I Guardiani si limitavano a studiare, osservare ed evitare che l'Equilibrio venisse infranto, come sempre avevano fatto le Nascoste nell'antichità, quando ancora il loro Ordine era prettamente femminile e distaccato dalla Fortezza delle Scienze. Poi i due Ordini si erano uniti, per meglio svolgere il loro dovere, ed erano nati I Guardiani.
Per molto tempo le razze avevano pensato che i Guardiani fossero quasi estinti. Questo perché si erano limitati a fare solo gli interventi necessari affinché l'Equilibrio non venisse a mancare, senza troppo influire sulle altre razze, per non condizionare la loro evoluzione con la loro costante presenza.
Ma questo era stato un errore. Le razze, sentitesi libere da ogni vincolo, avevano perso ogni misura ed i Guardiani avevano contattato i loro Anziani per avvertirli che, se non avessero posto rimedio al più presto, sarebbero intervenuti.
Gli Anziani pensarono che, alla fine, cosa avrebbero potuto fare dei semplici Guardiani?
Spazzare via interi clan e linee di sangue di ognuna delle razze colpevoli. Spodestare gli Anziani che non aveva ascoltato le loro parole e costruire da zero nuove Casate e nuovi accordi, per poi sparire nuovamente nell'ombra da cui erano arrivati. Ecco cosa.
Tutto questo in meno di un secolo. Perciò, che pensassero i più che non esisteva alcun Guardiano, l'importante era che i reggenti di ognuna delle razze fosse a conoscenza della verità.
"Ecco qui", disse Mark indicandole un foglio con delle linee di sangue.
"Ora, per quanto riguarda Kara e Liam, loro sono stregoni e non hanno mai infranto alcuna regola, tanto più che la loro famiglia è molto conosciuta e stimata. Mat è uno Spirito Lupo e Sandra una Metamorfa, quindi niente di che", la guardò attentamente e lei capì.
"Gabe?", chiese in ansia, senza sapere perché.
"Mi spiace Lyca. Gabe è un vampiro", lei trattenne il fiato "linea diretta, Casata Regale. Con lui la situazione diventa problematica, è un probabile successore". Lei serrò i denti.
Che cazzo!
"Lyca!", sbottò Mark e lei lo guardò male.
"Lettura del pensiero!", gli ricordò. L'uomo sbuffò e la fissò impassibile.
"Lyca capisci anche tu vero che è complicato? Lui non può, non deve assolutamente sapere cosa sei. In nessun modo".
"Ma io non ho certo la minima intenzione di dirglielo! Voglio solo essere...ho degli amici...", abbassò lo sguardo mortificata "non avevo mai fatto amicizia con nessuno Mark. Loro in un giorno mi hanno fatto sentire benvenuta", alzò lo sguardo sull'uomo.
"Lyca, non c'è una legge per cui tu non possa essere loro amica e sai benissimo che io sono il primo ad essere felice che finalmente tu abbia legato con altri ragazzi. La loro natura spiega come sia stato possibile questo affiatamento immediato. Sebbene loro non sappiano chi sei e probabilmente a malapena conoscano la nostra razza, hanno sentito che tu eri in qualche modo parte di loro. Anzi, probabilmente, come sempre succede, hanno sentito il bisogno di affiliazione". Sospirò.
"Io voglio piacergli per quella che sono", sbottò lei.
"Ed è così, altrimenti nemmeno la tua natura sarebbe bastata, ma devi ammettere che i Guardiani attirano tutte le altre razze, che sentono la nostra forza e la nostra natura protettiva".
"Non sanno chi siamo, non sanno se siamo, ma sentono la nostra natura e percepiscono il nostro potere. Tu non li hai affascinati con la tua natura, non hai usato incanti e, soprattutto, sai benissimo che nessuno dei due avrebbe funzionato con Gabe". Lei sorrise debolmente.
"Il che vuol dire che gli piaci per come sei", la vide guardarlo truce "come persona, gli piace come sei", sogghignò Mark.
"Va bene papà. Ora che devo fare?". Lui sospirò.
"Ora andiamo all'Ordine e sentiamo un po' la linea da tenere. Non c'è bisogno che tu ti allontani, ma dobbiamo decidere come agire, specie data la posizione di Gabe". Lei annuì.
"Nonna?", chiese allora arresa.
"Nonna", annuì Mark. Salirono le scale ed arrivarono allo studio di Mark. All'interno dello studio si trovava un'altra porta, con sopra inciso un simbolo ben preciso. Mark abbassò la maniglia, aprì la porta e si trovarono nell'imponente androne della Fortezza delle Scienze.
Appena arrivati vennero accolti dalla sorella di Lyca, che la fissò fra il divertito ed il preoccupato.
"Cosa hai fatto adesso?", lei serrò la mascella, ma Mark fermò subito qualsiasi tipo di intervento di Siria nei confronti della sorella.
"Lei non ha fatto niente e ti sarei grato se, almeno in pubblico, non la trattassi con questo sarcasmo, sminuendo la sua posizione", la rimproverò aspro Mark facendola arrossire.
"Scusa papà...cioè Maestro".
Lo sguardo di Mark si addolcì.
"Non devi scusarti con me, anzitutto, dopodiché qui dentro ognuno ha ruoli ben precisi. Tua sorella Lyca ti deve rispetto in quanto Agente dell'Ordine" e dicendolo guardò Lyca che arrossì "e tu le devi rispetto in quanto allieva Guardiana". Siria annuì e fissò la sorella con un sorriso negli occhi. Lo stesso fece Lyca ed in quel momento chiunque avrebbe capito che erano sorelle.
"Comunque siamo qui per vedere l'Anziana Tara", disse teso Mark. Siria li guardò stupita senza capire.
"Mentre andiamo ti spiego", iniziò ad avviarsi Mark seguito dalle figlie "Lyca ha fatto amicizia stamani. Il primo giorno di scuola. Il pomeriggio sono venuti a casa". Siria strabuzzò gli occhi guardando Lyca, che la fulminò sul posto.
"Sembrava strano anche a me", disse il patrigno, Lyca sgranò gli occhi offesa, ma Mark le fece un occhiolino divertito "pensavo che se non avevano reagito negativamente al carattere di Lyca ed al suo modo di rapportarsi con gli altri, dovevano essere particolari, umani o meno".
"E?", lo incoraggiò la figlia maggiore.
"E meno".
"In che senso?", chiese confusa.
"Non sono umani".
Siria si fermò e guardò preoccupata Lyca che annuì triste. Le mise una mano sul braccio e le fece una breve carezza.
"Niente di preoccupante?", chiese apprensiva.
Mark sospirò.
"L'amico di Lyca", si irrigidì "il primo ragazzo che Lyca ha incontrato è un vampiro", Siria sbuffò sapendo che era la razza che veniva tenuta più sotto controllo.
"Però è giovane e se Lyca non ha percepito il pericolo", iniziò, subito interrotta da Mark.
"Gabe è un vampiro di linea diretta, Casata Regale". Siria sbarrò gli occhi.
"Oddio ed è un probabile successore?", Mark annuì.
"Una delle tre casate principali. C'è di buono che in teoria la reggenza della sua casata dovrebbe passare a sua sorella maggiore, Camille, a meno che non abdichi in favore del fratello. Cosa non probabile per due semplici motivi: Camille è felice del posto che le spetta ed adora suo fratello, che non vuole assolutamente ricoprire quel ruolo. Questo aiuta, resta il fatto che è quello che è".
Siria sospirò dispiaciuta.
"Ma se non scopre cosa è Lyca", tentò ancora.
"Lo so, ma dobbiamo sentire anche l'Anziana delle Nascoste ed il Maestro dell'Ordine". Siria lo guardò con gli occhi a mezz'asta.
"Che saresti tu, papà". Lui sorrise.
"No, il problema è questo, quando sono il Maestro dell'Ordine non posso più essere papà. La mia posizione nei vostri confronti non ha mai, né mai dovrà influenzare le mie responsabilità nei confronti della nostra razza".
Siria lo fissò dura.
"Non intendevo dire quello e lo sai", sibilò offesa. Lui sorrise.
"Lo so, Siria, ma ce lo dobbiamo sempre ricordare, tanto più che io questo ragazzo l'ho conosciuto ed ho visto solo luce in lui, quindi non parto certo con l'intento di proibire la loro amicizia, ma dobbiamo capire come agire. Probabilmente dovremo parlare con il padre di Gabe e lui ecco, lui non mi piace particolarmente". Sospirò e si passò una mano sui capelli.
"Andiamo, Tara ci aspetta. Tu entrerai come Agente dell'Ordine responsabile della Guardiana Lyca. La cosa migliore a questo punto è affiancarvi, almeno sarà più facile controllare la situazione, non c'è niente di strano se la sorella maggiore viene trovare la famiglia". Siria annuì.
Le due ragazze annuirono. Si avviarono e quando arrivarono davanti alla porta, si guardarono negli occhi.
"Quando usciremo da questa stanza, la decisione sarà presa e non potrà essere cambiata. Lavoriamo bene e Lyca continuerà ad avere degli amici, lavoriamo male e c'è il rischio di dover addirittura cambiare scuola". Le due ragazze sospirarono guardandosi ansiose, incrociarono le mani per un attimo, come a darsi coraggio, poi Lyca fu Guardiana e Siria fu Agente ed entrarono nella Sala dei Consulti.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top