Predatori e prede - Epilogo


"Strangers in the night

Exchanging glances wond'ring in the night

What were the chances, we'd be sharing love

Before the night was through"

Ritornò in se Joseph ascoltando queste prime parole dell'incantevole "Strangers in the night". La sua mente era svuotata e provava solamente una grande confusione.

Si ritrovò abbracciato all'incantevole Melissa, la quale indossava un abito lungo nero a spalle e schiena scoperta. Le stingeva sui fianchi ma standole perfettamente aumentando ulteriormente la sua sensualità, inoltre grazie ad uno spacco che lasciava intravedere la gamba destra poteva mettere in mostra i suoi vorticosi tacchi nero opaco.

Stavano danzando lentamente in mezzo alla sala assieme agli svariati ospiti sulle note di Frank Sinatra. Alzando lo sguardo vide che a cantare era un uomo in piedi sul palco allestito nella sala, che indossava un abito elegante classico con la giacca in Principe di Galles con sotto una camicia bianca ed una cravatta blu scuro, sulla testa aveva un cappello di feltro blu con un nastro di gradazione leggermente più scura.

Mentre cantava aveva stampato sul volto un sorriso colmo di spensieratezza.

<<Sai temevo che danzasse peggio signor Joseph, invece se la cava bene.>>

Disse Melissa sussurrando nell'orecchio del nostro ballerino provetto.

Lui non commentò rimanendo silenziosamente a godersi quel ballo e buona musica. La confusione era già svanita e lasciò spazio alla sua voglia di assaporare ogni singolo secondo. Tutti quanti nella sala danzavano spensieratamente e ridevano di gusto sulle note di quella eccellente musica suonata in modo impeccabile. Le luci erano state abbassate per mettere più in risalto il palco e lasciando così anche un po' di intimità a chi fosse nell'enorme sala.

<<Credo che per la prima volta nella mia vita io sia felice Melissa, anche grazie a lei.>>

La donna fece una breve risata imbarazzata e rispose dicendo:

<<Ciò che dice è veramente dolce, la ringrazio. Ammetto che anche io sto decisamente passando una magnifica serata, anche per merito suo.>>

Dopo questo breve scambio di dolci parole rimasero abbracciati a danzare sempre più lentamente, nel totale silenzio che piombò anche su tutta la sala, per ascoltare

"I'm a fool to want you". Proprio alla fine della canzone Joseph prese coraggio e alzò la testa per poi spingere dolcemente il mento di Melissa verso l'alto avvicinando così le sue labbra verso di lei.

<<Non ci baceremo... non questa sera.>> disse la donna allontanando, anche se a malincuore, il nostro Don Giovanni.

<<Mi spiace Joseph ma non possiamo. Se ora ci baciassimo la magia che c'è tra noi svanirebbe.>>

<<Ma sento che tu mi piaci veramente. Sono attratto da te come non mi è mai capitato verso nessun'altra prima d'ora, perché fai così?>> contestò lui con tono dispiaciuto. Aveva sempre avuto difficoltà ad aprirsi con le persone ma con lei sentiva di dover fare tutto il possibile, non poteva evitare di fare il possibile per conquistarla.

<<Semplice, io lavoro qui e praticamente ci vivo. Tu sei solo di passaggio. Rischieremmo di provare dei sentimenti e ormai in questo mondo freddo non c'è più spazio per certe cose.>>

<<Se però così non fosse? Se non fossi solo di passaggio?>> chiese lui per poi proseguire dicendo con un sorriso improvviso: <<Non ricordo nemmeno come mai io sia finito qua ma qualunque cosa sia accaduta sono felice che sia successa.>>

<<Cosa vorresti dire Joseph?>>

<<Dato che Lucius si è offerto per ospitarmi solamente questa notte potrei prolungare il mio soggiorno. Qui mi trovo bene ora come ora non vorrei essere altrove.>>

Entrambi sorrisero felici di questa idea. Probabilmente Joseph non pensava nemmeno a quanto gli sarebbe potuto venire a costare, in verità non pensava a nulla.

<<Non vorresti essere da nessun'altra parte ma dovresti. Devi scappare via!>>

Disse una voce vicino a lui ma non riconoscendo di chi fosse. Era l'uomo anziano il quale pur stando vicino a lui non venne considerato.

Ben presto però anche quelle parole vennero dimenticate.

<<Se ciò è veramente quello che vuoi dovresti andare a parlagliene ma...>>

<<Andrò adesso! Non voglio perdere altro tempo.>> disse Joseph entusiasta interrompendo Melissa. Così la lasciò andare per uscire di corsa dalla sala.

Arrivato alla reception aveva provato a premere il piccolo campanello sul bordo ma Lucius lo fermò e disse: <<Non ce n'è bisogno signor Joseph, la stavo aspettando.>>

<<Vi devo fare veramente i complimenti questo albergo è bellissimo, vorrei stare di più.>>

<<La ringrazio, sarebbe un vero piacere.>>

<<Dove devo firmare? Quanto devo pagare? Accettate contanti, oppure preferite... non so con le carte di credito o addirittura un assegno?>> chiese frettolosamente Joseph.

Come se poi avesse veramente dei soldi con se, ormai del suo incidente non vi era nemmeno l'ombra nella sua mente offuscata.

<<No signor Joseph, per stare qua non le serviranno i soldi...>> rispose Lucius con un sorriso particolarmente malizioso ma del quale Joseph non si curò minimamente.

<<Sono disposto a dare quello che volete ma voglio stare qui per sempre!>>

Il receptionist si mise a ridere piuttosto fragorosamente posando poi la sua mano destra su una spalla del nostro eroe con l'adrenalina in corpo. Per la prima volta sentiva di star facendo qualcosa di diverso e fuori dagli schemi.

<<Adoro il suo entusiasmo, però dovrebbe stare attento a ciò che si desidera. Per ordini del mio datore di lavoro sono obbligato ad invitarla a pensarci sopra.>>

<<Perderei solo tempo! Cosa devo fare?>>

<<Non farlo folle! Ti ho già detto di andare via!>> intervenì bruscamente l'anziano.

<<Sai zitto vecchio!>> gridò Joseph innervosito che poi proseguì dicendo: <<Le persone mi hanno detto cosa dovessi o meno fare fin da quando sono venuto al mondo, ora che voglio con tutto me stesso qualcosa la voglio ottenere.>>

<<Sapesse quante volte ho già visto questa scena. Troppo spesso le persone non danno il peso giusto alle parole, specialmente quando non riescono a comprendere qualcosa.>> commentò con tono irritato Gabriel, che appoggiato sul bastone, si era arreso e guardava Joseph rassegnato e dispiaciuto.

<<In questo concordo con l'anziano. Delle volte sembra che non possiate accettare che ci siano alcune cose sulle quali non si ha modo di poterle comprendere a pieno. Volete essere per forza padroni di tutto. Questa è la vera stupidità umana a parer mio.>>

Dicendo ciò la voce di Lucius si fece quasi malinconica.

<<Li vuole o no i miei soldi?>> cercò di tagliare corto Joseph.

L'anziano in quel momento, vedendo che il ragazzo era fermamente convinto, se ne andò e voltando le spalle disse a fior di labbra: <<Ho provato a salvarti ma non hai voluto...>>

Il receptionist per un attimo rimase immobile e in silenzio al che Joseph batté i pungi sul bancone cercando la sua attenzione.

<<Vede signor Joseph, qui non accettiamo soldi.>> così Lucius tirò fuori un foglio con delle scritte molto piccole con in fondo solamente dello spazio per una firma.

Picchiettando con l'indice proprio quello spazio disse: <<Una firma qui e cederà la propria anima. Così facendo lei legherà per sempre la sua essenza all'hotel che tanto dice di amare. La devo avvertire però che non sempre le cose sono uguali per tutti. Quello che ha visto e vissuto non necessariamente sarà come il suo futuro qui.>>

<<Ah! Starà scherzando, davvero basta una firma per poter restare?>>

<<Proprio così signore. Nulla di più nulla di meno, basta solo la volontà.>>

Improvvisamente gli tornò alla mente la sua famiglia ma non sentiva più nostalgia, anzi provava quasi disgusto se non perfino odio. Voleva sentirsi libero di scegliere questa volta, specialmente per se stesso senza voler influire su nessun altro.

<<Accetto! Solo un idiota rinuncerebbe a stare in un posto magnifico come questo, anche gratis per giunta.>>

<<Vedo che anche lei non ha compreso allora. Il prezzo per stare qui è semplicemente il più salato che si possa mai richiedere ma a lei non importa dico bene?>>

<<Ormai mi importa solo di me stesso, voglio stare bene.>>

Mentre Lucius stava per dire qualcosa provando a far riflettere Joseph, il nostro deciso egocentrico eroe prese una penna, la quale improvvisamente una volta impugnata, prelevò del sangue dalla mano. Sopportò il dolore quasi senza farci caso e con il proprio sangue scrisse "Joseph Murphy" su quel foglio.

Lucius posò il foglio ringraziandolo poi tirò una corda facendo suonare una piccola campana d'argento alle sue spalle. Il suono riecheggiò in tutto l'hotel nel quale era piombato un insolito silenzio. Quella quiete però venne interrotta dopo poco tempo da delle urla strazianti e versi animaleschi provenienti da ogni angolo dell'albergo.

<<La caccia è iniziata signor Joseph.>> disse con tono calmo Lucius ma rapidamente la voce si fece più profonda e rauca quando proseguì dicendo: <<Avrà un'ora a disposizione ma deve sapere che il tempo qua funziona diversamente.>>

Ne seguì una risata nevrotica mentre si stava trasformando davanti ai suoi occhi. Era diventato più alto e il suo volto si stava trasformando in teschio mentre le sue braccia strapparono l'abito e iniziavano a riempirsi di scaglie.

La luce cambiò colorazione divenendo rossa e diventando anche meno luminosa. Joseph terrorizzato iniziò a correre inciampando goffamente a terra ma si rialzò rapidamente.

<<Le anime colme di paura sono le più succulenti... avevo davvero tanta fame.>> disse con voce grottesca Lucius ormai completamente trasformato.

Corse velocemente nel corridoio nel quale ogni fiore appassiva, ogni quadro era diventato completamente scuro come fosse stato bruciato e dai muri la vernice stava sgocciolando a terra. Giunto alla sua camera sei cercò di controllarsi per infilare la chiave velocemente ma la mano era troppo tremolante.

<<U-una nuova preda mamma?>> disse una bambina che si era affacciata aprendo di poco una porta davanti la sua stanza.

<<Si tesoro proprio così. Saranno felici i predatori almeno ci lasceranno in pace per qualche tempo.>> rispose la madre.

Joseph si voltò e vide una bambina che teneva la sua testa sulle mani e la testa di una bambola gigante sul collo, la madre invece era appoggiata solo in parte contro la porta ma si muoveva. Quando la porta si aprì di più vide un uomo con una maschera da tigre sul volto che la sbatteva freneticamente. Dietro di esso sembrava esserci qualcun altro intento a fare la medesima attività ma quando Joseph notò che il mascherato lo stava fissando, aumentando sempre più l'intensità della sua prestazione sessuale, prese la chiave velocemente da terra e la girò in fretta e furia. Una volta entrato trovò uno scenario decisamente diverso da quello che lo accolse inizialmente. Il suo letto era in fiamme e dalle pareti stava scendendo una cascata di sangue. Cercò di scappare andando in bagno dove vi era una piccola finestra ma che era stata rotta e da essa entrava un braccio di qualcuno che stava cercando di entrare.

Dalla vasca uscì un profluvio di carne macellata e l'odore fu talmente forte da farlo vomitare. Tentò di rigettare almeno nel lavandino il quale era però invaso da diversi insetti, per lo più millepiedi che strisciavano ovunque. Facendo uno scatto mentre vomitava perse l'equilibrio e cadde sul pavimento sul quale stava cadendo la carne che straboccava dalla vasca. Improvvisamente tutto sembrò fermarsi.

Joseph nell'apparente quiete rimase accasciato a terra con la mente bombardata di pensieri, gli tornò in mente tutto: il viaggio, i regali, la sua famiglia e l'incidente. Si sentì un infame senza cuore. Sentiva di aver tradito se stesso e tutto ciò che era e in cui credeva prima di varcare quella porta dell'hotel luminoso.

<<Joseph è finita, non rendere le cose più difficili.>> disse Melissa con voce calma bussando alla porta della camera.

<<Ormai hai firmato sei nostro. Non si torna indietro.>>

Il nostro affranto eroe si sollevò da terra e vide che sullo specchio c'era scritto in nero

"Ti avevo avvertito, saresti dovuto andare via".

Strisciando lentamente i piedi sulla moquette sporca di sangue si avvicinava alla porta.

Rassegnato quindi la aprì. Fuori erano tutti immobili e in silenzio.

Gli si avvicinò solamente la bestia, facendosi spazio nella folla di ospiti immobili con gli occhi insanguinati e tremolanti in attesa di sapere cosa fare. Lucius, ormai nella sua forma completa, lo fissò nuovamente con le sue cavità oculari dentro le quali questa volta la luce rosso rubino era più intensa.

<<Benvenuto al Lux Hotel Joseph. Ora staremo per sempre insieme come immagino te volessi. Sono contenta della tua scelta, ero davvero affamata.>> disse Melissa che poi si avvicinò a lui dandogli poi il primo e ultimo bacio.

Joseph con lo sguardo perso e ormai completamente rassegnato non disse nulla.

La bestia aprì le sue fauci e il nostro viaggiatore giunse all'ultima fermata. Qualcosa di simile ad un vento forte iniziò a risucchiarlo verso la bocca scheletrica che in poco tempo fece uscire dal corpo un alone bianco trasparente, gran parte della sua anima era ormai stata inghiottita e il suo corpo senza vita venne fatto cadere. Lucius se ne andò passando in mezzo alla folla degli altri ospiti e giunto in fondo al corridoio disse:

<<Ora potete banchettare anche voi amici miei.>>

Immediatamente dopo i predatori si accalcarono come animali famelici sul corpo di Joseph per mangiare una porzione della sua anima.

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