Il fuoco di Pyras - La Bolla del Drago
Alaric III Holm fu condotto a Città di Ponte in catene. Le sue guardie del corpo avevano combattuto valorosamente tenendo testa all'assalto a sorpresa delle forze dell'Altaterra, ma sarebbe stato impossibile riuscire a non cedere terreno, e alla fine dovettero arrendersi.
Nei giorni successivi stimarono che l'esercito di Jormound Hungarn doveva aver perso circa millecinquecento uomini, ma l'esercito dell'imperatore era stato più che dimezzato dalla battaglia fra morti e disertori.
Jormound Hungarn e i suoi alleati entrarono a Città di Ponte da eroi, acclamati dal popolino e accolti con tutti gli onori perfino da Federigo Del Ponte, che decise di organizzare un sontuoso banchetto per festeggiare la vittoria.
Roberta Wassenau ordinò ai signori d'Altaterra che avevano combattuto dalla parte dell'imperatore di richiamare i loro uomini sparsi per il resto delle Terre Tra i Fiumi, e premiò coloro che avevano risposto alla sua chiamata con un consistente bottino di guerra. Ryndon d'Altaterra era perito in battaglia, e adesso non c'era più nessuno che potesse impedire alla madre del giovane Granduca di assumere la reggenza del granducato.
Quando i festeggiamenti furono terminati arrivò il momento di tornare a discutere delle questioni politiche. Per farlo dovettero attendere che anche l'esercito del Maletif raggiungesse Città di Ponte, assieme agli uomini dell'Altaterra. In questo modo tutti i signori più importanti dell'impero e i loro eserciti sarebbero stati presenti per destituire Alaric III Holm, ormai conosciuto come l'Infedele.
L'imperatore era stato tenuto in una prigione dorata per tutto il tempo, servito da un esercito di ancelle e attendenti, ma senza la possibilità di uscire dalla sua stanza. Si diceva che quando ricevette la notizia della morte di due dei suoi tre figli si limitò a sputare in faccia al messaggero e a dirgli di andarsene.
Alyn Holm, il secondogenito dell'imperatore, era stato ucciso dallo stesso Jormound Hungarn durante la battaglia. Hungarn rivelò a Ed di aver sperato di poter avere la possibilità di essere lui ad ucciderlo, e quando lo aveva visto combattere sul campo si era avventato su di lui con tutta la sua furia. Il principe aveva combattuto con valore, ma alla fine era caduto. Suo fratello Edmound, invece, era stato ucciso da un soldato nella mischia.
Alan Holm, il primogenito, era stato fatto prigioniero per ordine di Jormound Hungarn stesso, anche se a detta del generale dei ribelli sarebbe stato più semplice uccidere lui che uno dei suoi fratelli per quanto era incapace a combattere.
Messaggeri furono inviati in tutto l'impero per riportare la notizia di quanto accaduto. Edwyn si chiese come avrebbe reagito invece l'imperatrice, Elysa d'Altaterra, alla notizia della morte di due dei suoi figli e della disfatta del marito.
Il primo giorno del mese di Mirio del 724 Dopo la Fondazione di Ermon c'erano nove sedie poste a ferro di cavallo nella sala dei ricevimenti del palazzo dei Del Ponte. Al centro un tavolo con sopra un lungo foglio di pergamena, della ceralacca, una penna e un calamaio, e di fronte al tavolo una decima sedia.
Da sinistra le prime sedie erano occupate dai kladii di Norambor, Hensen e Dullan, Edgard Meregot, Errik Wassenau ed Edwyn da Triaris. Le tre sedie centrali erano occupate in ordine dalla reggente d'Altaterra, dal conte della Foresta Nera e dal Principe di Urion, Roberta Wassenau, Jormound Hungarn e Alan Holm. Nelle ultime tre sedie sedevano il conte palatino di Città di Ponte, il duca di Nantea e il duca di Gyordin, Federigo Del Ponte, Andrea Baroni e Harren Honegyor.
Da ultimo, nella sedia centrale, sedeva un cupo e adirato Alaric Holm, che scrutava con sguardo velenoso ciascuno dei nove seduti di fronte a lui.
«E così è questa la feccia che ha levato le armi contro di me! Doppiogiochisti, pezzenti e usurpatori» esordì l'imperatore. Ed giurò di aver visto il suo sguardo posarsi prima su Roberta Wassenau, poi su di lui e infine su Jormound Hungarn mentre pronunciava le ultime tre parole. Era sicuro che Alaric Holm non potesse aver dimenticato il suo volto in quei dieci anni, e provò un certo senso di soddisfazione e orgoglio nel rendersi conto di trovarsi di nuovo di fonte a lui in una posizione di superiorità. Anche se una parte di lui ancora tremava al pensiero di essere di fronte ad un imperatore, anche se sconfitto e sul punto di essere deposto.
«Vostra Maestà Alaric, terzo del vostro nome, della Casa Holm, questo concilio si è riunito per decidere delle sorti di questo impero alla luce degli ultimi eventi» esordì Jormound con le mani ferme a tenere stretti i braccioli della sua seduta.
«Con quale diritto vi presentate di fronte a me cercando di elevarvi al di sopra della mia persona, io sono il vostro re e imperatore!» tuonò Alaric Holm alzandosi in piedi.
«Con l'autorità conferitaci da Ezer e dal diritto degli uomini questo concilio ha deliberato la vostra deposizione» il kladio di Norambor si era alzato in piedi sovrastando perfino la voce del sovrano.
«Nel foglio che avete di fronte è stato redatto l'atto di abdicazione, che voi dovrete firmare. Dopodiché i Nove Principi Elettori controfirmeranno l'atto e vostro figlio sarà eletto come vostro successore» continuò Jormound Hungarn. «Se vi rifiuterete di farlo sarete considerato un traditore e verrete trattato di conseguenza».
Edwyn pensò che fosse molto azzardato da parte di Jormound definire traditore il legittimo imperatore Uri. Ancora una volta questo gli confermò quanto fosse essenziale trovarsi dal lato giusto della storia. Loro avevano la forza politica e militare per fare di fatto tutto ciò che volevano in quel momento.
«Traditore! Sarei io un traditore? Voi avete levato le armi contro il vostro sovrano, avrò le vostre teste in un modo o nell'altro!» li minacciò.
Jormound sorrise ma tornò subito serio. Si voltò lentamente alla sua sinistra e lanciò un'occhiata eloquente verso Alan Holm. Il principe era ora un uomo molto diverso dal sedicenne che Edwyn aveva visto dieci anni prima al Crocevia. Aveva mantenuto molto dei tratti del padre: gli occhi di ghiaccio e i capelli neri. Ma il fisico, un tempo possente, si era come ritirato, e adesso sembrava sprofondare nella sedia. Aveva diverse cicatrici in viso e sembrava non essere affatto cresciuto in altezza da quando lo aveva visto l'ultima volta. Guardava in basso e aveva l'aria costantemente impaurita. Edwyn immaginò che anni di guerra dovessero aver fiaccato anche il suo spirito, ma pensò anche che quella stessa follia che nel padre si traduceva in rabbia e grida, nel figlio doveva aver lentamente assunto le caratteristiche opposte.
Alan Holm incrociò lo sguardo di Jormound Hungarn per un fugace istante, quasi come se ne fosse impaurito, poi disse: «Fate come vi chiedono padre, non tutto è ancora perduto, e se accettate potreste salvare il vostro impero» aveva parlato con voce tremante, e questo sembrava aver fatto adirare ancora di più il padre.
«Tu sei solo un omuncolo che non vale niente, non meriti la mia corona o il mio regno!» tuonò Alaric Holm in risposta.
«Adesso basta!» a questo punto anche Jormound Hungarn si alzò, e la sua voce fu ancora più spaventosa di quella del kladio di Norambor. Tutti gli altri assistevano in silenzio, con gli sguardi che viaggiavano da Hungarn all'imperatore, sicuri di essere in una posizione di superiorità.
«Se Sua Maestà si rifiuta di collaborare, questo concilio non può fare altro che arrestarvi. Vi daremo la possibilità di accettare questa proposta, ma nel frattempo, comunque, voi non sarete più considerato imperatore di Urion e chiunque sosterrà il contrario verrà considerato un traditore e trattato di conseguenza» con un cenno della mano ordinò alle guardie di intervenire.
Ci vollero cinque uomini per portare via Alaric Holm dalla sala, ma dopo calò il silenzio.
Jormound Hungarn si avvicinò alla pergamena, prese la penna e siglò il foglio, poi appose di fianco alla firma il suo sigillo con la ceralacca. Infine guardò gli altri e disse: «Io, Jormound Hungarn, conte della Foresta Nera, esprimo il mio voto favorevole a che Alan, di Casa Holm, assuma il titolo di re del Nordon affinché possa essere incoronato da Sua Santità imperatore di Urion» dopodiché tornò al suo posto.
Dopo di lui si alzò Roberta Wassenau che appose il sigillo dei granduchi d'Altaterra di fianco alla sua firma e dichiarò il suo voto favorevole ad Alan Holm.
Uno dopo l'altro i Nove Principi Elettori si alzarono e apposero le loro firme. Edwyn si alzò per ultimo. La pergamena era ruvida e il lungo testo che vi era scritto riportava, oltre all'atto di abdicazione di Alaric Holm, le regole che da quel momento sarebbero state in vigore per la successione sul trono Uri. Il sovrano sarebbe stato eletto da un concilio di Nove Principi Elettori, di cui tre rappresentanti del Culto, i kladii di Dullan, Hensen e Norambor, e sei laici, i conti palatini di Città di ponte e della Foresta Nera, i duchi d'Altaterra, Gyordin e del Maletif e il Principe di Urion. Edwyn da Triaris prese la penna d'oca e pose la punta sul foglio macchiandolo con l'inchiostro nero. Lentamente tracciò le lettere del suo nome siglandosi come Edwyn da Triaris, kladio di Dullan, e appose il sigillo della città e quello del Culto come avevano fatto gli altri prima di lui. Da quel momento in avanti il suo nome sarebbe stato scritto per l'eternità su uno dei documenti più importanti della storia, e allora lui sarebbe stato immortale.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top