Il fuoco di Pyras - l'elaion
L'elaion arrivò il giorno successivo alla morte del kladio di Dullan. Per questo non fu possibile avvertirlo con un più largo anticipo dell'accaduto.
Sua Santità era un uomo basso e tarchiato. Doveva avere almeno sessant'anni, si muoveva a fatica per la sua consistente mole, ma non sembrava affatto sentire gli acciacchi dell'età, né la sua mente sembrava rallentata quanto il suo corpo.
Giunse su una carrozza dorata trainata da sei cavalli, dentro la quale alcuni giovani attendenti lo avevano assistito per tutto il viaggio. La sua scorta era costituita da circa trecento fra cavalieri, armigeri e scudieri, senza considerare una vasta schiera di segretari, preti e monaci.
Sebbene il tempietto del castello fosse decisamente inadatto ad una personalità del genere, l'elaion non esitò a dirigersi lì immediatamente per pregare da solo, come spesso desiderava fare avendone la possibilità. Anche se quella volta le circostanze richiedevano che tale rituale fosse leggermente modificato.
«È curioso pensare che per quanto Noi abbiamo sentito parlare di voi e voi abbiate certamente sentito parlare di Noi, questa sia la prima volta in assoluto che ci incontriamo.» esordì l'elaion Cairo Buonavia. «Noi dobbiamo a voi questa situazione e la forza che ci avete concesso nell'Altaterra, ma nonostante questo in nove anni non c'è stato modo di potervi essere riconoscente come si deve».
Edwyn da Triaris si fece avanti superando l'altare principale del tempietto e si inginocchiò di fronte all'elaion. Baciandogli l'anello disse: «Avermi dato la possibilità di essere ricevuto per primo è il più grande ringraziamento che le Loro Santità potessero farmi, e certamente un grande onore».
L'elaion fece un cenno con la mano guantata di bianco e Ed si alzò in piedi tenendo lo sguardo basso. Cairo Buonavia apparteneva alla famiglia dei duchi di Pianalarga, nel nord dell'Ardenia. La sua famiglia controllava una regione che si estendeva subito a sud di Ermon, e da quando aveva raggiunto tale potere giocava un ruolo molto importante nella politica della città vaseniana, soprattutto all'interno del Culto. L'uomo corpulento camminò faticosamente nel tempietto fino all'altare e si fermò a contemplare l'umile luogo che lo accoglieva. Guardandolo Ed non riusciva a scorgere alcuna aurea di sacralità o santità nella sua persona: era solo un vecchio uomo grasso e sudato, e non riusciva a vedere niente di diverso da questo. Ma sotto quella patina di sudore e quel grasso doveva nascondersi una mente particolarmente sveglia, questo Ed lo sapeva, e aveva tutte le intenzioni di farla venire fuori.
«Cerchiamo di rendere le cose più semplici» esordì l'elaion guardandolo. Il suo tono era divenuto curiosamente più colloquiale e aveva scrollato le spalle come per togliersi di dosso la pomposità che aveva cercato di dimostrare prima. «Qua dentro possiamo parlare apertamente: io sono io e voi siete voi. Sono venuto perché l'uomo che mi ha portato la notizia della morte del kladio di Dullan mi ha anche detto che il priore del Crocevia aveva informazioni molto importanti da riferirmi da parte dei nostri alleati. Ho immaginato che fosse molto strano dal momento che i nostri alleati dovrebbero essere tutti qui, pertanto adesso mi aspetto di ricevere da voi qualche delucidazione in merito».
Ed si fece più vicino e cercò di tenere il tono di voce basso. Nel tempio vuoto le loro voci rimbombavano in modo assordante: «Pochi giorni fa ho ricevuto anche io un messaggero, un vecchio amico che mi ha riferito le parole di alcuni alleati del nord. Il mio vecchio amico mi ha parlato dei piani di Sua Maestà, e posso assicurarvi che le persone da cui derivano queste informazioni sono abbastanza vicine agli Holm da essere considerate affidabili».
L'elaion lo guardò inarcando un sopracciglio, incredulo, e disse: «E quali informazioni vi sono state recapitate?».
«L'imperatore ha intenzione di concedervi quello che vi spetta di diritto: l'autonomia del kladiato di Dullan e la sua indipendenza dal Granducato d'Altaterra» Ed lo guardò per studiare la sua espressione e non poté non notare un baluginio nello sguardo dell'elaion, un lampo di trionfo. «Ma questa non sarà la fine della guerra. Alaric Holm ha intenzione di continuare a sostenere il reggente nella guerra contro i Del Ponte, e da questo vorrebbe arrivare a muovere guerra a tutti i signori dell'impero che si sono ribellati contro di lui, in modo da poter riaffermare il suo potere e poi riprendere il conflitto contro il Culto forte del sostegno di tutte le più importanti famiglie dell'impero». Questa volta nessun lampo di trionfo esplose negli occhi dell'elaion. Corrucciò la fronte e la sua espressione si incupì.
Ed continuò: «A quel punto qualunque cosa voi faceste per intervenire sarebbe vista come illegittima dai più, e questa volta l'imperatore sarebbe dalla parte del giusto perché accuserebbe il Culto di essersi immischiato in faccende dell'impero».
«Questa cosa non mi fermerebbe affatto» proruppe l'elaion improvvisamente. «Nessuno può dirmi quando posso o non posso intervenire. Io rappresento il volere di Ezer, se faccio qualcosa è perché Ezer lo vuole, nessun imperatore potrà mai sindacare la mia volontà» rispose alzando la voce, forse offeso dalle parole di Ed.
Quella era sicuramente un'interpretazione che avrebbe convinto molti, ma Ed aveva un'idea ancora più efficace, che avrebbe risolto in origine ogni eventuale problema: «Su questo avete il mio pieno sostegno Santità, ma un'altra guerra sarebbe fin troppo rischiosa a mio parere. Le cose stanno andando bene per noi adesso, anche se con grandi fatiche, e credo che sia più efficace cercare di trarre il più possibile da questa situazione» mentre parlava cercava di studiare attentamente l'espressione del suo interlocutore, ma poteva scorgere solo rabbia e alterigia.
«Dopotutto stiamo vincendo, altrimenti l'imperatore non avrebbe deciso di venire a negoziare con voi. Direi che la cosa migliore sia di proporre una qualche soluzione che possa mettere con le spalle al muro la Corona. Nel caso in cui l'imperatore si rifiutasse di accettare le ostilità riprenderebbero, e noi potremmo addirittura essere in grado di mettere l'imperatore in una posizione ancora peggiore di quella di adesso».
L'elaion sembrava interessato, ma a tratti scettico. Guardandolo chiese sprezzante: «E in che modo suggerireste di farlo?» era evidente che fosse interessato, ma allo stesso tempo non poteva mostrarsi troppo sorpreso per un'idea che non era venuta a lui.
«Proponendo a Sua Maestà una condizione che non accetterebbe mai, ma comunque abbastanza ragionevole da poter essere soppesata dai suoi alleati. Quando Alaric Holm si rifiuterà di accettare, voi avrete la possibilità di rispondere con ancora più forza, e magari molti di quelli che adesso lo sostengono potrebbero schierarsi dalla vostra parte». Se fosse riuscito a convincere l'elaion in quel modo non avrebbe avuto bisogno di menzionare il piano dell'imperatore di invadere l'Ardenia. Sapeva che Cairo Buonavia non voleva affatto che l'impero Uri estendesse i suoi confini alle terre della sua famiglia, ma temeva di dare l'errata impressione di voler minacciare Sua Santità.
«Mi avevano parlato del vostro acume, e io non ho mai avuto ragione di dubitare della veridicità di certi racconti. Ma adesso che vi ho davanti riconosco chiaramente il vostro sguardo». L'elaion sorrise in modo beffardo: «Tutti quelli che conoscono anche solo per un momento il potere bramano di ottenerne sempre di più. Le vostre capacità vi hanno permesso di essere preso in grande considerazione da uomini di grande potere, e adesso avete l'arroganza di credere di potervi porre sul loro stesso piano.» Ed non sapeva come reagire. Il suo corpo rimase rigido mentre fissava l'elaion. Era tanto concentrato a cercare di non avere reazioni da apparire quasi raggelato, come colto sul fatto.
«Io provengo da un'importante famiglia che domina sulle terre della Pianalarga da secoli prima che io e voi nascessimo. Il mio diritto di occuparmi delle cose di questo mondo deriva da secoli di potere e ricchezze amministrati dai miei antenati. Voi avete usurpato questo potere ai potenti grazie al vostro acume e alla vostra astuzia, e ci siete riuscito perché siete sempre stato in grado di mostrarvi utile. Ma la verità è che siete sempre stato una perfetta vittima sacrificale.» adesso l'elaion lo stava trafiggendo con lo sguardo.
«La verità è che inimicarsi voi non nuocerebbe a nessuno perché non avete alcun potere che possa minacciare nessuno. Potrei chiamare i miei uomini e ordinare loro di uccidervi seduta stante e il mondo andrebbe avanti come è sempre andato. Ma non ho ancora deciso di farlo. Perché? Perché siete ancora vivo e vi do la possibilità di dirmi cosa dovrei o non dovrei fare?» Cairo Buonavia si avvicinò a lui con passi lenti e pesanti fino a che la sua grassa faccia sudata non arrivò a pochi centimetri dal naso di Ed, ancora pietrificato in un misto di paura e tensione.
«La risposta è tanto semplice da essere imbarazzante: solo chi ha fame impara veramente tutti i modi per ottenere il cibo, anche i più atroci e discutibili. Gli uomini di potere come me e come l'imperatore sono abituati ad averlo e ad esercitarlo, cresciamo sapendo che è nostro diritto e il nostro destino, non come voi. Voi siete venuto dal nulla e avete vissuto ogni singolo momento per arrivare a qualcosa, per questo siete disposto a tutto e sapete esattamente cosa fare per mantenere quello che avete raggiunto. Avere un consigliere come voi è importante per me, ma non credete mai, neanche per un momento, di essere in qualche modo essenziale».
Ed non aveva idea di come rispondere, e non sapeva neanche se l'elaion si aspettasse da lui una risposta. Per qualche istante si guardarono ancora e poi Sua Santità sorrise e lo congedò con un gesto della mano. «Adesso devo pregare» disse con noncuranza. «I vostri consigli mi saranno molto utili padre priore, ne terrò di conto».
Ed uscì senza proferire parola. Sentiva l'odio crescere dentro di lui, una sensazione che non aveva mai provato con così tanta forza. Finalmente qualcuno aveva avuto la faccia tosta di parlargli apertamente e rivelargli la verità facendogliela crollare addosso. Ma dalle macerie poteva costruire qualcosa di ancora più grande e maestoso: forse era la perfetta vittima sacrificale dei potenti, e magari presto tutti avrebbero deciso di sbarazzarsi di lui, ma questo voleva anche dire che lui non aveva interesse a prestare la sua fedeltà a nessuno. Era lui contro il mondo, e non era disposto a perdere.
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