CAP. 45 ☾ -LIGHT & DARKNESS- ☽

Alzai la testa e fissai la torre bianca e rossa che si stagliava in tutta la sua magnificenza contro il cielo scuro. Eravamo arrivati.
Jungkook fletté le gambe e saltò oltre l'ultima recinzione, dopodiché iniziò a correre come un fulmine lungo le scale di metallo che costeggiavano la parte posteriore della Namsan Tower.

«Tieniti» mi suggerì, prima di percorrere con un potente balzo gli ultimi metri che ci separavano dalla cima della piccola montagna.
Vidi i cinque piani inferiori dell'edificio sfrecciare davanti ai miei occhi e affondai le dita e il volto nel giubbotto di Jungkook. Il mannaro, con un movimento aggraziato, superò il parapetto in metallo e atterrò senza far rumore alla base della torre.
Aprii gli occhi e mi guardai attorno, mentre il mio Famiglio mi posava dolcemente a terra. Osservai la piccola piazzetta davanti ai miei occhi piena zeppa di bancarelle e un sospiro di sollievo lasciò le mie labbra quando mi accorsi che non c'erano civili in vista.

"Fa che siano scappati tutti" pensai, sfrecciando come un fulmine sulle mattonelle di pietra grigia.
L'energia del Rākṣasa, mescolata a quella dei miei compagni, mi stava facendo venire la pelle d'oca e una morsa di terrore mi stava attanagliando lo stomaco.
"E fa che siano ancora tutti vivi" pregai, arrivando finalmente ad affacciarmi sulla grande piazza centrale.
«Fa che sia ancora vivo» sussurrai, prima che il respiro mi si mozzasse in gola.

Sangue, c'era sangue ovunque.

Lo spazio davanti alla torre di Seoul si era trasformato in un vero campo di battaglia.
I resti di una pensilina di mattoni erano sparsi ovunque mescolati al vetro proveniente dai lampioni esplosi. Un albero era stato divelto e lanciato verso quella che, solamente pochi minuti prima doveva essere la biglietteria e, sotto le macerie, il corpo di una giovane ragazza giaceva senza vita in una estesa pozza cremisi.
In lontananza l'ululo di un lupo si mescolava al suono dello scontro, ma non feci nemmeno in tempo a capire quale licantropo fosse stato ferito che quel lamento ferino si trasformò in un urlo umano. Riconobbi subito quella voce e mi voltai verso destra.
Iseul era a terra, completamente nuda e in un mare di sangue. La lupa mannara era rannicchiata su sé stessa e si stava tenendo con entrambe le mani la coscia destra. Non mi servì vedere oltre per capire quello che era successo. Il Rākṣasa le aveva tranciato di netto la gamba.

Merda. Eravamo arrivati tardi.

Feci un passo in avanti, pronta a buttarmi nella mischia e ad aiutare Yoongi e Hoseok che in quel momento stavano affrontando assieme il Rākṣasa ma, prima che potessi correre da loro, un mare di terrore si riversò nelle mie vene. Mi voltai verso Jungkook.
La tigre mannara era ferma immobile, il respiro azzerato, le pupille completamente dilatate e stava fissando un punto diametralmente opposto al mio.
«Alpha» lo sentii sussurrare quasi in un miagolio.
Mi girai di scatto e tremai.

Namjoon, o meglio il lupo nero che ora era Namjoon, si trovava appeso contro un albero. Un lungo tubo di metallo a perforargli il torace.
Il suo corpo era disseminato di profondi tagli e il manto scuro era completamente impregnato di sangue. Lo stesso sangue che colava lento sulla superficie del cilindro grigio e cadeva come pioggia scarlatta ai suoi piedi. Tuttavia, nonostante quelle numerose ferite, il grande lupo stava ancora respirando.

«Jungkook, è vivo! È vivo! È ancora trasformato quindi è vivo!» dichiarai, scuotendo il mio Famiglio e cercando di farlo tornare in sé «Ora dobbiamo andare ad aiutare gli altri! Mi serve il tuo aiuto o moriranno!».
Lui sbatté le palpebre diverse volte e l'urlo di Iseul richiamò la sua attenzione. Il ragazzo fissò la lupa contorcersi dal dolore e, quando mise a fuoco la sua gamba mozzata, si irrigidì.

«Deve crepare» dichiarò «Quel fottuto mostro deve crepare!».
Un secondo più tardi la sua energia calda esplose, investendomi come una tempesta impetuosa e io ne approfittai per fondere ancora una volta i nostri poteri.
Tuttavia, proprio nel momento in cui percepii il manto della tigre sotto i miei polpastrelli uno schianto attirò la mia attenzione.

Il Rākṣasa aveva appena colpito Yoongi, scaraventandolo lontano da lui e facendolo finire contro i gradini che portavano ad una antica pagoda. Osservai lo stregone tossire sangue, mentre invano tentava di rialzarsi. Aveva la Hwando stretta con forza nella mano sinistra, il braccio destro penzolante, una maschera cremisi a dipingergli il volto e il piede sinistro palesemente lussato. Il mio collega era ridotto molto male, ma non era ancora fuori gioco. La sua energia pulsò e diversi coltelli si levarono da terra, scagliandosi contro la schiena del mostro, ma quest'ultimo con una potente onda di energia li deviò.
Iniziai a correre, mentre osservavo diversi fuochi azzurri colpire la pelle del Rākṣasa e incrociai gli occhi gialli di Hoseok. La sua orecchia volpina guizzò verso l'alto, un lampo di felicità passò nel suo sguardo e il mio cuore esplose di gioia nel notare che stava bene ma, un respiro più tardi, quella felicità venne disintegrata come vetro davanti ai miei occhi.

Il Rākṣasa, approfittando della momentanea distrazione della volpe, scattò in avanti e io osservai quella scena praticamente al rallentatore: gli occhi rossi del mostro che puntarono il mio amante, il suo cappuccio scuro che gli cadde sulle spalle, scoprendo i lunghi capelli neri ancora raccolti in una perfetta coda di cavallo. Hoseok che tornò a fissarlo, rendendosi conto troppo tardi di quanto gli fosse vicino. Il ghigno malvagio sul volto del Rākṣasa. Le nove code del gumiho che si aprirono a ventaglio. Gli artigli sguainati di entrambi. E poi il sangue. Denso e caldo sangue. Che fluì verso il basso, macchiando la roccia grigia del pavimento.
Urlai. Urlai e il mio potere esplose come impazzito mentre vidi la mano sinistra del Rākṣasa perforare con gli artigli il ventre di Hoseok e il braccio destro fuoriuscire dal suo torace. Il cuore del demone volpe stretto tra le dita insanguinate.

Il mondo divenne istantaneamente muto. Muto e privo di colori, mentre una cieca rabbia si impossessava di tutto il mio corpo.

Non sentii le grida di dolore di Yoongi, i lamenti sempre più rantolanti di Iseul e il ruggito di Jungkook. Non sentii nemmeno il pianto disperato di Jimin, nascosto dietro una delle colonne della pagoda. Non sentii nulla. Nulla di tutto quello.

Con la Hyup-Do, stretta nella mia mano, andai alla carica. La lama a forma di luna brillò e quando la lancia si infranse contro la schiena del Rākṣasa godetti. Godetti nel sentire la mia energia che gli lacerava la pelle, la carne, i muscoli. Godetti nel vedere il suo sangue scuro che si mescolava a quello scarlatto del gumiho. Del mio gumiho. Che lui aveva appena ucciso.
Urlai di nuovo mentre gli lanciavo contro una bomba sacra e facevo vorticare la Hyup-Do verso destra. Mi preparai a colpire quel dannato assassino sul fianco, approfittando della sua pelle che bruciava sotto il tocco dell'acqua benedetta ma, prima che potessi mettere a segno anche quel secondo colpo, un potente calcio mi colpì dritta allo stomaco. Volai. E assieme a me volò anche la mia arma sacra, mentre il Rākṣasa si scrollava di dosso il corpo di Hoseok facendolo cadere come spazzatura ai suoi piedi.

Mi rannicchiai, pronta a sentire da un momento all'altro l'impatto con il pavimento freddo, invece, la mia schiena urtò contro il petto di Jungkook. La tigre mannara mi strinse a sé, bloccando la mia rovinosa caduta e, non appena percepii i miei piedi toccare terra, scattai in avanti, pronta a riprendere la Hyup-Do che si trovava a diversi metri di distanza da me.
Le braccia di Jungkook però si serrarono intorno alla mia vita.

«Cosa stai facendo!?» urlai «Lasciami andare! Lasciami andare!»
Lui strinse ancora di più la presa sul mio corpo e io diventai furente.
«Lasciami andare Jungkook!» ordinai.
Le braccia della tigre mannaro si aprirono di colpo e io balzai in avanti, ma lui mi riprese subito. Urlai piena di rabbia e gli artigliai gli avambracci mentre dei potenti singhiozzi mi scuotevano tutto il corpo. Stavo piangendo? Da quanto stavo piangendo?
«Lo devo uccidere!» gridai tra le lacrime «Ha ucciso Hoseok! Ha ucciso Hoseok!» continuai mentre vedevo il fumo dissiparsi e quel dannato mostro leccarsi gli artigli insanguinati fissandomi compiaciuto.
«Lo ha ucciso» singhiozzai, abbandonandomi tra le braccia del mio Famiglio.
Jungkook affondò il volto tra i miei capelli e il suo corpo tremò contro il mio.

«Lo so... » mormorò, la voce rotta «Lo so...» ripeté cercando la pelle del mio collo come conforto «Ma se ti lascio andare...se vai adesso, lui ti ucciderà. Sfrutterà il tuo dolore contro di te e ti ucciderà»

«Tu non capisci... io devo andare. Devo ucciderlo a tutti i cost-»

«Andiamo assieme » mi interruppe lui «Andiamo assieme come prima».
Mi bloccai di colpo.
«Mi trasformerò e uccideremo quel maledetto assassino, ma lo faremo assieme...non ti lascerò andare ancora da sola» ripeté e un istante più tardi la sua energia mi accarezzò la pelle.
Un lungo sospiro si liberò dalle mie labbra, mentre osservavo il Rākṣasa fissarci con un ghigno.

«Sono davvero felice di vedervi ancora... mi avete risparmiato la fatica di venirvi a cercare» dichiarò «Per cui... che ne dici di dare il via alle danze finali, strega?».

«Con molto piacere» dichiarai.
Jungkook sciolse il nostro abbraccio e puntò i suoi occhi dorati sul mostro, ringhiando.
«Sono pronta» mormorai poi al mio Famiglio, facendo scorrere parte della sua energia dentro di me.
Il Rākṣasa ci fissò attento, mentre osservava i miei occhi cambiare colore.

«Allora andiamo... facciamo finire tutto questo» disse Jungkook.
Annuii.
Un istante più tardi il mannaro balzò oltre la mia figura, lanciò le sue ultime due bombe sacre contro il Rākṣasa e poi si trasformò. La mia energia esplose assieme alla sua e urlai. Sebbene fossi pronta urlai ugualmente.Il sangue nelle mie vene divenne fuoco liquido, che si riversò rovente in ogni parte del mio corpo e mi sembrò di bruciare. Ma quello non fu nulla in confronto a ciò che venne dopo.
Dopo quell'iniziale bruciore sentii le mie ossa spezzarsi, i ventri muscolari irrigidirsi e i legamenti tendersi fino allo spasmo. Percepii la tigre di Jungkook spingere contro la sua pelle, la mia pelle, anelando la libertà. Lei voleva uscire da quella gabbia fatta di ossa e muscoli. Voleva annusare l'aria fresca, posare le zampe sulla terra e correre da me. E per farlo, era disposta a strappare l'involucro di carne che la teneva sempre rinchiusa.
La pelle di Jungkook si squarciò e la densa gelatina che accompagnava la trasformazione esplose dal suo corpo. Io urlai ancora più forte.
Sebbene la piccola parte razionale ancora presente dentro di me continuasse a ripetermi che tutto quello che stavo provando in quel momento non era reale, che non avevo una vera bestia dentro di me pronta a dilaniarmi con le sue zanne e i suoi artigli; ogni fibra del mio corpo strillava il contrario. E mi pregava di farla finita. Di far finire tutto.
Mi si annebbiò la vista.
Il mondo interno divenne completamente nero e crollai sulle ginocchia, mentre il mio corpo venne scosso da potenti tremori.

"Resisti Cacciatrice" sussurrò una voce lontana nella mia testa, quando mi trovai sull'orlo dello svenimento.
"Resisti Abigail".

Nel momento in cui quell'eco chiamò il mio nome la mia energia pulsò e io mi aggrappai a quella sensazione. La afferrai, quasi fosse un galleggiante di salvataggio in quel mare di dolore, e mi concentrai su di essa.
Sentii il mio potere fluire dal mio corpo, scivolare sul terreno sotto i miei piedi ed espandersi attorno a me e quello mi permise di resistere. Jungkook toccò terra in forma di tigre e io riuscii a non perdere i sensi.

Ancora tremante e con la vista lievemente offuscata alzai lo sguardo e quando i miei occhi incontrarono quelli dorati della tigre, l'energia intorno a noi vibrò.
Jungkook mi fissò, le piccole orecchie bianche e nere girate dalla mia parte.

«Sto bene,Jungkook» mormorai, rialzandomi in piedi.
Il grande felino mi fissò ancora per alcuni secondi, la lunga coda dalla punta bianca che sferzava l'aria ma poi, quando iniziai a camminare verso di lui, si voltò verso il Rākṣasa, ringhiando.

«Cosa diavolo sei strega?» domandò il demone, abbassando il braccio con cui si era riparato il volto.
«Cosa diavolo siete?» ripete, facendo brillare i suoi occhi rossi attraverso gli sbuffi di fumo che ancora si levavano dalla sua pelle.
Lo fissai dritta negli occhi e senza dire una sola parola camminai lenta verso Jungkook.
Non appena le mie dita sfiorarono il manto arancione del mio Famiglio una sensazione magnifica si propagò in tutto il mio corpo e il ricordo del dolore che avevo provato fino a pochi secondi prima sparì, sostituito da una calma e da una forza che non avevo mai percepito prima.
«Rispondimi strega! Cosa diavolo siete voi due?!» sbraitò il demone su tutte le furie.

«Noi siamo coloro che ti uccideranno!» risposi quasi in un ringhio, facendo vorticare il mio potere attorno a me e Jungkook.
La tigre mannara estrasse gli artigli e ruggì. Poi partimmo all'attacco.

Io corsi verso la Hyup-Do, mentre Jungkook punto il Rākṣasa. Lo vidi correre possente contro di lui, le fauci spalancate, le unghie acuminate che raspavano il terreno.
"Resisti pochi secondi" pensai, lanciandomi sul pavimento. Con la schiena scivolai contro la pietra grigia e con un rapido movimento afferrai l'arma sacra. Dopodiché, premetti il piede sinistro verso il basso, puntai il manico della Hyup-Do a terra e con una rapida capriola mi rimisi in piedi. Scattai verso Jungkook.
Sfruttai i miei sensi amplificati, i riflessi aumentati e il vigore che la condivisione dei nostri poteri mi stava donando e mi portai rapidamente al fianco del Rākṣasa. Attaccai.
La Hyup-Do brillò come un faro nella notte, ma la sua luce attirò l'attenzione del mostro.
Il demone, infatti, smise di combattere contro Jungkook e saltò verso l'alto, schivando il mio fendente. Un secondo più tardi si trasformò.
Il corpo si allungò, le gambe si ingrossarono e il torace si ampliò, mentre il volto assumeva i tratti felini di cui ricordavo fin troppo bene i dettagli. Dopodiché, mentre calava nuovamente verso il basso, sfoderò gli artigli.

Io e Jungkook balzammo di lato, schivando giusto in tempo quell'attacco velenoso, ma il pavimento sotto i nostri piedi tremò e le mattonelle di pietra si creparono, facendomi perdere l'equilibrio.
Il Rākṣasa mi puntò e la sua gigante mano si abbatté contro di me.

«Ti schiaccerò, come l'inutile formica che sei!» urlò.

Jungkook saltò subito verso l'alto, affondando denti e artigli nel polso del mostro ma, quest'ultimo, non se ne curò. Il suo palmo continuò a calare verso il basso e io portai la Hyup-Do verso l'alto sperando di riuscire a bloccare in qualche modo il suo attacco, ma una lama di luce bianca mi precedette.

Due dita munite di lunghi artigli vennero completamente tranciate davanti ai miei occhi e il Rākṣasa urlò, mentre una pioggia di sangue mi investiva e la sua mano si schiantava a terra, schivandomi per un soffiò.
Il mostro, furente, si voltò. La sua energia si addensò facendomi venire la pelle d'oca e con un potente boato fece scendere un fulmine proprio dove si trova Yoongi. Una scarica di adrenalina si riversò nelle mie vene.

«No!» urlai, tuttavia un lampo bianco si abbatté sui gradini della pagoda e il corpo dello stregone sparì dalla mia vista.
«No!» gridai ancora più forte mentre sentivo il cuore ricominciare a rompersi in mille pezzi. Il Rākṣasa rise sadico e, subito dopo, la sensazione di cinque lame brucianti si propagarono in tutto il mio costato. Mi mancò il respiro, sentendo il corpo del mio Famiglio venire trafitto da quelle lunghe spade velenose.

«E ora facciamola finita» dichiarò il mostro ritraendo gli artigli da Jungkook e puntando i suoi occhi rossi su di me.

Un secondo più tardi il suo palmo pieno di sangue mi investì in pieno. Mi fratturò la gamba destra, il bacino e diverse costole e poi mi lanciò come un microscopico sassolino fastidioso contro i gradini. Gli stessi gradini su cui, solo un attimo prima, si trovava Yoongi.
L'impatto con la scalinata di roccia fece tingere il mio mondo di nero. Boccheggiai. Il mio dolore, mescolato a quello della tigre mannara, mi riportò ancora una volta al limite dello svenimento, ma mi imposi di aprire gli occhi. Aprire gli occhi e tornare a combattere ancora.
Provai a rialzarmi, ma un conato di vomito mi fece tremare e l'unica cosa riuscii a fare fu liberare i miei succhi gastrici accanto alla Hyup-Do, abbandonata al mio fianco.

"Merda" pensai. Quello non era un bel segnale. Non era per nulla un bel segnale.
Con una mano tremante mi sfiorai la testa e, quando percepii il mio stesso sangue caldo sgorgare dalla nuca, mi immobilizzai. L'ennesimo conato mi fece contorcere lo stomaco e mi abbandonai contro la gradinata.
Un trauma cranico. Avevo un maledettissimo trauma cranico.
Cercai di richiamare il mio potere e convogliarlo verso la mia testa, alla ricerca della lesione che dovevo curare il prima possibile ma, non appena la trovai, l'ennesimo dolore lancinante mi fece perdere la concentrazione.
La sensazione della mia colonna vertebrale che veniva spezzata in più punti mi obbligò ad urlare e la mia vista si appannò, permettendomi di vedere solo in parte l'enorme zampa demoniaca che stava schiacciando il corpo possente della mia tigre.

"Abigail" la sua voce risuonò nella mia testa "Mi dispiace Abigail... non sono stato abbastanza forte".

«Jungkook!» urlai, provando a mettermi seduta ma non appena portai il mio busto tornai a vomitare. Poi dondolai e mi preparai a ricadere contro i gradini freddi, ma delle braccia calde mi abbracciarono e il profumo di vaniglia e salsedine mi riempì le narici.

«Abigail» la voce dolce di Jimin rimbombò nella mia testa e io mi voltai appena, incrociando il suo sguardo.
«Bevi il mio sangue» disse, gli occhi azzurri lucidi e pieni di lacrime «Ti prego almeno tu bevi il mio sangue! Non avete modo di battere quel mostro senza il mio aiuto!».
Dalla bocca della tigre mannara spuntarono quattro canini appunti e, senza nemmeno attendere la mia risposta, Jimin si tagliò la mano destra.
«Bevi il mio sangue!» mi supplicò piangendo.
Osservai il liquido rosso colare sul suo palmo, indecisa ma, quando sentii il ringhio di dolore di Jungkook, scattai.

Le mie labbra si posarono sulla pelle bollente di Jimin e come una vampira bevetti il suo sangue.
Non appena il gusto ramato di quel liquido prezioso inondò la mia bocca la mia energia esplose.
Il mio potere fluì come uno tsunami in tutto il mio corpo, e in quello della Tigre, e mi bastò solamente pensare di curare le nostre ferite per farlo avvenire.
Il sangue smise di colare, le ossa fratturate si rinsaldarono, i tessuti si ricucirono e sia io che Jungkook tornammo nel pieno delle forze.
La nausea, i tremori e le vertigini sparirono e io, piena di potere e di rabbia, divenni una macchina di distruzione.
I miei capelli iniziarono a svolazzare, le vene sotto la mia pelle brillarono e dai miei palmi una luce bianca iniziò ad illuminare tutta l'area attorno a me. Tuttavia, diversamente da quanto si potesse pensare, quel fascio luminoso non era il simbolo del mio potere curativo. Non era un raggio di amore, di speranza e di guarigione. No. Era un raggio di distruzione. Cieca e furiosa distruzione. Era il simbolo del mio potere oscuro, quello stesso potere che ora mi avrebbe permesso di annientare il Rākṣasa una volta per tutte.

Mi alzai in piedi e un vero e proprio ruggito si liberò dalle mie labbra.

Gli occhi del Rākṣasa, già puntati su di me, per un istante allargarono le loro pupille e io, senza aspettare nemmeno un secondo in più scagliai la mia energia verso di lui. Lo colpii in pieno.
Gli ferii l'addome con uno squarcio profondo, facendogli perdere l'equilibrio e permettendo così a Jungkook di liberarsi.
L'enorme felino scattò di lato e mi fissò. Gli occhi dorati luminosi come non mai.

"Wow è stupenda"

Il suo pensiero arrivò dritto nella mia mente e un lieve sorriso increspò le mie labbra.
"Ti concentri sempre sulle cose meno importanti...Jungkook" gli dissi mentalmente scendo i gradini.
Le sue pupille si allargarono all'istante ma, un secondo più tardi, il Rākṣasa lo colpì. Gli artigli del mostro gli lacerarono tutto il fianco dentro e la tigre venne sbalzata verso l'alto ma, prima ancora che potesse toccare il suolo, il mio potere lo guarì.
Jungkook cadde sulle zampe, come se nulla fosse.
"Vedi di non farti colpire un'altra volta" lo ammonii.

"Ci proverò, Cacciatrice" mi rispose lui " Ma tu ora raccogli la Hyup-Do e ammazziamolo una volta per tutte".

"Non mi serve più la Hyup-Do" dichiarai, alzando la mano verso l'alto. Poi, con un ghigno maligno, la portai verso il basso.
Sul petto del demone si formò uno squarcio profondo e il sangue scarlatto schizzò come una fontana da quella nuova ferita.
Le orecchie di Jungkook fremettero e quando il mio potere si abbatté nuovamente contro il braccio del nostro obiettivo, lui ruggì, balzando all'attacco.
Il demone, tuttavia, non si lasciò intimorire. L'aria attorno a noi tornò ad essere elettrica e un istante più tardi il Rākṣasa tornò ad abbattere la sua furia su di noi.

Un possente urlo precedette la pioggia di fulmini che si schiantarono sul campo di battaglia, ma sia io che Jungkook continuammo ad avanzare.
La tigre mannara schivò ogni lampo con estrema agilità e così feci anche io.
Il sangue di Jimin, infatti, non solo aveva aumentato i miei poteri innati, ma aveva anche ampliato quelli che stavo condividendo la tigre mannara, andando di fatto a potenziare il nostro Legame.
Osservai Jungkook lanciarsi con violenza contro il Rākṣasa e quando i suoi artigli riuscirono a scalfirne la pelle coriacea un moto di sorpresa lo fece fremere.

"Sono riuscito a graffiarlo! Cacciatrice mi hai sentito?! Sono riuscito a graffiarlo!" disse entusiasta, tornando all'attacco subito dopo.
I suoi artigli e la mia energia colpirono contemporaneamente il corpo del Rākṣasa e lui urlò pieno di rabbia.

«Bastardi!» gridò, gli occhi rossi folli, i lampi sempre più frequenti.
«Cosa siete?! Cosa siete?!» chiese come un pazzo, mentre provava in tutti i modi ad afferrare la mia tigre.

«Te l'ho già detto sporco bastardo! Noi siamo quelli che ti uccideranno!» dichiarai, schivando l'ennesimo fulmine.

Dopodiché, aprendo un altro profondo squarcio nel suo ventre e approfittando di Jungkook che gli stava letteralmente spappolando il polpaccio sinistro, entrai dentro di lui.
La mia energia si infilò sotto la sua pelle, si insinuò tra i suoi ventri muscolari e scorse nelle sue vene, distruggendo tutto quello che sfiorava nel suo percorso. E io risi. Risi piena di gioia.
Il Rākṣasa ringhiò ma, al posto di intraprendere una battaglia metapsichica per espellermi dal suo corpo, cambiò strategia.
I fulmini cessarono di colpo, il suo potere si ritirò all'interno del suo corpo e lui mi fissò ghignando. Poi, con uno scatto fulmineo, spostò la gamba sinistra in avanti.
Jungkook, non aspettandosi quel movimento improvviso, tardò a mollare la presa e il Rākṣasa ne approfittò. I suoi artigli schizzarono verso il basso e ancora una volta, il meraviglioso manto del mio Famiglio venne lacerato in più punti.
Percepii ogni centimetro di quelle lame scavare nel corpo della tigre e la mia energia ribollì nelle nostre vene.

«Lascialo stare!» urlai, mentre in un impeto di rabbia stritolavo con un unico movimento entrambi i polmoni del demone.
Il Rākṣasa tossì e un rivolo di sangue fuoriuscì dalla sua bocca ,ma non si fermò. Anzi. Punto i suoi occhi rossi su di me e, con uno sguardo di sfida, affondò gli artigli di entrambe le mani in Jungkook
La tigre ringhiò, iniziando a mordere e a graffiare la gamba del mostro, ma quest'ultimo non lo mollò, anzi, continuò a trafiggerlo con foga.

"Non ti lascerò morire!" urlai nella mente di Jungkook.
«Non mi porterai via anche lui!» gridai piena d'ira.

A quelle parole, il nucleo della mia energia che risiedeva all'interno della tigre mannara pulsò, e il mio potere difensivo iniziò a fluire dentro di lui, curandolo. Contemporaneamente, l'energia che ancora scorreva nel corpo del Rākṣasa tornò a scatenare la sua furia distruttiva.
Guarigione e distruzione. Luce e Ombra. Il mio doppio potere che per la prima volta agiva in sincronia.

Il demone iniziò a trafiggere senza sosta il corpo del mio Famiglio, ma io lo curai.
Nello stesso momento io cominciai a distruggere senza sosta il corpo del demone, ma lui si guarì.
Era una lotta di poteri, di velocità e di logoramento che continuò per dei lunghissimi secondi finché, sia io che il Rākṣasa, non iniziammo ad accusare i primi segni di debolezza.

«Strega, non riuscirete a resistere ancora per molto» dichiarò quando, per l'ennesima volta, conficcò le lame affilate in Jungkook. La tigre ringhiò cercando di divincolarsi, ma il mostro lo tenne bloccato a terra con la mano sinistra.
«La tua energia si sta consumando mentre ti ostini a ferirmi e a curare questo mannaro» continuò il mostro ghignando «Tra meno di un minuto sarai completamente senza forze e potrò finalmente sbarazzarmi di voi».

«Taci!» ordinai, prima di chiudere la mano sinistra in un pugno, e stritolare così la trachea del mostro.
Percepii le sue cartilagini esplodere e il sangue colare lungo i suoi bronchi, facendolo tossire. Tuttavia, il demone concentrò il suo potere in quel punto e ancora una volta si guarì.

"Merda" pensai.

"Abigail!" Jungkook mi chiamò, ma io lo ignorai.
"Abigail!" ripeté, prima che venisse ferito nuovamente. Il dolore si riversò in entrambi i nostri corpi e, questa volta, tremai di terrore nel percepire gli artigli del Rākṣasa sfiorargli il cuore.
"Abigail porca puttana rispondimi!"

"Cosa vuoi?!" domandai, mentre tornavo velocemente a guarirlo.

"Smettila di curarmi" dichiarò e a quelle parole la mia energia distruttiva pulsò fratturando contemporaneamente tutte le costole del Rākṣasa.

"Non se ne parla!" risposi.

"Lui ha ragione. Se continuiamo così non riusciremo mai a batterlo. Lo sento. Il tuo potere sarebbe devastante se lo concentrassi tutto su di lui. Potresti ucciderlo in pochi secondi se solo lo volessi."

"Ma senza le mie cure tu potresti..."

"Non pensare a me. Pensa ad ucciderlo. Uccidi quel bastardo e salva Jimin-shi. Ti prego." disse dolcemente "Io me la caverò.Te lo prometto, non morirò".

"Non puoi fare una promessa così stupida!" risposi.

"Ma io sono stupido, me lo dici sempre." ribatté lui e, nel sentire quelle parole sussurrate dolcemente, i miei occhi iniziarono a pizzicare "Però fidati di me... smetti di curarmi e uccidi quel mostro, io vivrò".

Rimasi ferma immobile non sapendo cosa fare.Il Rākṣasa aveva ragione. La mia energia si stava esaurendo molto velocemente e la possibilità di batterlo pure.
Dovendo curare Jungkook non avevo avuto la possibilità di attaccarlo al pieno delle mie potenzialità e questo, quel maledetto mostro, lo aveva capito. Aveva smesso di attaccarmi e si era concentrato solamente nel trafiggere il mio Famiglio proprio per questo motivo. Sperava di farmi indebolire, per poi finirmi quando fossi stata senza energie.

Non avevo altra scelta.

"Jungkook, ti conviene farlo. Ti conviene rimanere in vita, o giuro su Dio che troverò il modo di riportarti indietro solo per poterti ammazzare di nuovo!" lo minacciai.
Lo sentii ridacchiare fiaccamente.

"Non sei brava con le minacce Abigail...non lo sei mai stata" commentò "Ma ti prometto che proverò a rimanere al tuo fianco...ora però vai. Fammi vedere il motivo per cui sono così fiero di averti scelta come mia Compagna".

"Io non sono la tua Compagna" dichiarai come sempre ma, per la prima volta, mi parve di mentire.

"Vai" ripeté lui e, con la sua voce che echeggiava ancora nella mia testa, agii.

Smisi di curare la tigre mannara e convogliai tutto il mio potere contro il Rākṣasa e il suo battito accelerò di colpo. I suoi occhi mi fissarono disorientati e, prima ancora che potesse parlare, gli disintegrai il cuore. E tutti i suoi organi.
Abbattei la mia furia su quel mostro una, due, tre, quattro, cinque volte. Godei nel sentire i suoi tessuti esplodere e le sue ossa sbriciolarsi e sorrisi quando sentii il suo urlo furibondo.

«Brutta puttana!» gridò il Rākṣasa provando a riversare la sua collera contro Jungkook ma, prima che potesse anche solo tornare a sfiorare la mia tigre, il mio potere esplose come una bomba dentro di lui.
Percepii ogni suo organo esplodere, ogni suo osso fratturarsi e ogni suo muscolo lacerarsi mentre il demone cadeva carponi, il suo potere curativo che faticava a rigenerarlo.
«Morirai! Morirai!» continuò in preda all'isteria, il sangue che colava dalla sua bocca, le iridi rosse puntate come lame su di me.

Gli feci esplodere gli occhi.

«L'unico che morirà, adesso, sarai tu!» dichiarai iniziando a camminare fino a lui «Quindi...quali sono le tue ultime parole?» domandai prima di farlo esplodere nuovamente dall'interno. Un fiotto di sangue arrivò fino ai miei piedi e io camminai compiaciuta in quel lago cremisi. Stava per morire. Stava per morire veramente.
I suoi occhi, nuovamente brillanti, si puntarono su di me.

«Vi troveranno Strega...se sopravviverete vi troveranno » disse lui sputando sangue, la sua energia ormai agli sgoccioli «Ho finalmente capito cosa siete... ho capito quello che hai fatto quando lo hai salvato...e quella...quella è magia proibita. Hai firmato da sola la tua condanna a morte...non vi lasceranno vivere...nessuno sano di mente vi lascerà vivere» e così dicendo rise. E con quella risata che ancora riecheggiava nella notte gli diedi il colpo di grazia.

Il mostro riversò gli occhi all'indietro e venne scosso da un potente tremore mentre stritolavo tutto il suo corpo in una morsa letale. Il sangue colò da ogni squarcio che io e Jungkook gli avevamo provocato e, nel momento esatto in cui morì, crollò a terra, riprendendo sembianze umane.

Era finita. Era finalmente finita.
Ma non per me. Il mio Famiglio aveva ancora bisogno di aiuto e, come lui, anche tutti i miei compagni.

Richiamai il mio potere curativo e come una dolce coperta lo feci calare sul campo di battaglia.
Trovai Jungkook, ancora in vita e lo curai. Trovai Namjoon, sull'orlo della morte e lo riportai indietro. Trovai Iseul, svenuta in una pozza di sangue e la aiutai a rinvenire e poi. Poi trovai Yoongi, nascosto nella pagoda.
"Sei vivo" dichiarai, mentre neutralizzavo il veleno che lo stava paralizzando e, sebbene mi sentissi confortata da quella scoperta, non potei non pensare ancora una volta al corpo senza vita di Hoseok. Era morto. Il gumiho era morto e nemmeno il potere di cui disponevo in quel momento avrebbe potuto riportarlo da me. Se ne era andato. Se ne era andato per sempre. Tremai.

"Cacciatrice" la voce di Jungkook riecheggiò nella mia mente e io lo percepii riassumere forma umana. Tremai ancora più forte mentre numerose scosse di dolore mi attraversavano il corpo, ma non me ne preoccupai, pensando che fossero dovute alla connessione con il mannaro.Tuttavia,un istante più tardi, la mia vista iniziò ad oscillare.
«Abigail» questa volta la voce di Jungkook arrivò direttamente alle mie orecchie.
Mi voltai verso di lui, provando ad andargli incontro, ma i miei piedi non si mossero.

«Abigail, cosa sta succedendo?» chiese preoccupato.
La mia vista si appannò e i tremori divennero incontenibili. Alzai una mano verso la tigre che con uno scatto cercò di colmare la distanza che ci separava.

«Jungk-»

Non riuscii a chiamarlo. Una fitta mi colpì il cuore, irradiandosi in tutto il mio corpo e il mondo tornò nero mentre cadevo a terra assieme a lui.



☆Nota dell'autore☆

* fugge lontano...molto lontano...per poi spiare *

Non mi volete morta, vero?
Siamo giunti finalmente alla fine di questa epica battaglia! Non siete felici? Mmmhhh... forse no. XD

La nostra Cacciatrice ha vinto e ha sconfitto il demone assassino ma a che prezzo?
Il povero gumiho non c'è più e lei lo ha visto morire davanti ai suoi occhi.
RIP volpetta
ammetto che ho versato una lacrima quando ho descritto la sua morte e la reazione di Abigail ma...doveva andare così...era deciso fin dall'inizio che andasse così.

Ma ora cosa accadrà?
Abigail sopravviverà oppure seguirà il suo primo amante, portando con se anche il suo Famiglio?
Purtroppo la battaglia è stata estenuante anche per lei e forse questa volta è davvero arrivata al limite.
Ma per sapere cosa accadrà dovrete aspettare ancora qualche ora...ehehehehehe
Farò uscire un aggiornamento ogni mezzora...come ha fatto quel maledetto Calvin Klein!
Ahahahahahahahahahahaha

Love U all

A.

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