CAP. 38 ☾ - TWO WORDS- ☽
Numerose gocce di sudore mi scorrevano sul viso, andando ad offuscare ancora di più la mia vista annebbiata dalle lacrime.
«Mingyu» mormorai in preda al terrore, mentre le immagini del mio amico, completamente ricoperto di sangue, si intervallavano nella mia mente come un terrificante film dell'orrore a cui non avrei mai voluto assistere.
Un suono basso e ovattato arrivò alle mie orecchie, seguito subito dal movimento delle foglie di un cespuglio al mio fianco. Le gambe mi tremarono e una scarica di adrenalina si riversò nelle mie vene. Provai a voltarmi, ma nulla. Ero circondato solamente dall'oscurità e dal silenzio, che rendevano il parco di Amnam ancora più terrificante. Dovevo fuggire, lo sapevo che dovevo farlo, ma da che parte? Mi ero perso.
Mi guardai attorno, sperando di notare qualche dettaglio familiare, ma l'ennesimo fruscio mi fece sobbalzare. Non avevo tempo da perdere: dovevo fuggire. Qualsiasi direzione sarebbe andata bene.
Tornai a correre attraverso il bosco. Sorpassai dei cespugli lussureggianti, corsi lungo uno stretto ponte di legno, imboccai un sentiero nascosto e per un istante pensai di esserci riuscito. Purtroppo, quella felicità durò pochi secondi perché, con il piede destro, inciampai in una radice scoperta del terreno. La mia scarpa blu si conficcò tra il terriccio secco e il legno e io caddi rovinosamente a terra.
Le ginocchia cominciarono subito a bruciare, i palmi a dolere e un liquido denso e caldo iniziò a colare dalla mia guancia sinistra. Singhiozzai ancora più forte mentre cercavo di ignorare il dolore. Dovevo rialzarmi. Dovevo rimettermi in piedi e sfuggire a quella cosa. Quella cosa che aveva ucciso il mio amico davanti ai miei occhi e che ora bramava assaggiare anche il mio sangue.
Un lieve ringhio riecheggiò alle mie spalle.
«Cosa c'è piccolo... sei stanco? Vuoi già smettere di giocare?»
Nel sentire quelle parole mi pietrificai. Davvero quella cosa sapeva parlare? Davvero quel mostro parlava la mia lingua?
Per un istante pensai di voltarmi, affrontare quella bestia e poi tornare tra le braccia della mia mamma. Ma la codardia prese il sopravvento. Con un rapido movimento liberai il piede ancora incastrato e poi mi alzai, tornando a correre a perdifiato nel parco.
"Doveva essere solamente una bella serata in compagnia del mio amichetto. Dovevamo mangiare il pesce cotto sul fuoco e giocare nel parco...perché è finita così? Perché ci siamo allontanati? Avevo detto a Mingyu che era pericoloso andare nel parco da soli...glielo avevo detto! Ma lui voleva vederla a tutti i costi" pensai, mentre i polmoni iniziavano a bruciare e le ginocchia mi facevano sempre più male.
Ad un tratto, la mia t-shirt si impigliò in un ramo e il suono del tessuto squarciato arrivò come una condanna a morte alle mie orecchie. Abbassai lo sguardo giusto in tempo per vedere il disegno di Ironman lacerarsi davanti ai miei occhi e poi ruzzolai ancora una volta a terra.
Un dolore tremendo si irradiò in tutto il mio braccio sinistro e boccheggiai. Era la fine. Quella era davvero la fine. Quel mostro mi avrebbe preso. Mi avrebbe preso e avrebbe affondato i suoi artigli nel mio corpo, esattamente come aveva fatto con Mingyu.
Le lacrime tornarono a scendere copiose dai miei occhi e il naso iniziò a gocciolare.
«E così siamo arrivati al game-over piccolo...ma lascia che ti dica una cosa... mi sono davvero divertito con te... anche se speravo in una caccia più entusiasmante... » disse il mostro in un lungo ringhio ferino.
Mi guardai attorno, cercando di capire da dove provenisse quella voce terrificante e ad un tratto lo vidi. I suoi occhi dorati, con le pupille completamente allargate, si puntarono nei miei e tremai.
"Sei stato uno stupido...uno stupido... quella non è una tigre normale... quella è un mostro" pensai mentre vedevo il grosso felino avvicinarsi. Le sue enormi zampe si posarono a terra senza produrre il minimo rumore e le orecchie tonde scattarono in avanti. La sua pelliccia venne illuminata dai raggi della luna piena e le striature nere si mossero sinuose, seguendo l'ondeggiamento dei suoi passi. Poi balzò. La tigre che sapeva parlare contrasse gli arti posteriori e il suo possente corpo si lanciò contro il mio. Ero morto.
Il felino atterrò proprio sopra di me e una scarica di dolore si irradiò dalla mia spalla destra. Mi mancò il respiro.
Cinque artigli affilati avevano appena lacerato la mia maglia, attraversato completamente il mio corpo ed erano fuoriusciti dalla mia schiena, trafiggendomi senza difficoltà. Urlai. Urlai così forte che la mia voce rimbombò nella mia testa, mentre il muso della tigre si avvicinava al mio volto e poi tutto mutò. Gli occhi dorati divennero gialli, la pelliccia striata divenne grigia, la zampa che fino a pochi attimi prima conficcava i suoi lunghi artigli nella mia spalla ora premeva con forza sul mio sterno e la tigre divenne un lupo. Un possente lupo grigio assetato di sangue. Un lupo che conoscevo fin troppo bene.
"Sei morta...sei morta" pensai quando il mannaro spalancò le fauci, premendomi con forza contro il pavimento.
La sua saliva rossastra mi colò sul volto e l'alito caldo di Nicolas mi accarezzò la pelle facendomi tremare. La zampa premette più forte contro il mio corpo e il dolore divenne quasi insopportabile. Pregai che quella tortura finisse. Pregai che il mio ragazzo mi uccidesse come aveva fatto con il nostro amico e quando lui fratturò le mie costole la mia energia si risvegliò. Si riversò impetuosa contro il lupo mannaro e io urlai, mentre sentivo per l'ennesima volta il corpo del mio ragazzo rompersi sotto le dita come una fragile bambola di porcellana.
Aprii le palpebre e gli occhi dorati di Jungkook si piantarono dritti nei miei.
«Cacciatrice... Cacciatrice maledizione sei sveglia» ringhiò il mannaro sopra di me.
Rimasi immobile per qualche secondo, sbattendo le palpebre e mettendo a fuoco il volto della tigre. Poi, una fitta dolorosa si propagò dal mio fianco sinistro e, come una doccia fredda, mi fece diventare cosciente della situazione in cui mi trovavo.
Jungkook non solo torreggiava sopra di me con le zanne sguainate e il corpo completamente adeso al mio, ma aveva anche gli artigli delle mani estratti e le lunghe unghie ricurve stavano affondando nel materasso, accanto alla mia testa.
La mia energia vibrò e continuò a sgorgare implacabile dal mio corpo. Tuttavia, non appena la sentii sfiorare il mannaro felino mutò. I nostri poteri divennero una cosa sola e il mannaro si irrigidì sopra di me. Percepii il suo corpo tendersi contro il mio, i muscoli contratti fino allo spasmo. Si stava per trasformare?
«Jungkook, dannazione cosa stai facendo?» domandai in preda all'agitazione.
«Cacciatrice, io non ho fatto assolutamente nulla, hai fatto tutto da sola. Io stavo dormendo e... » il mannaro si fermò un istante. Una strana ombra passò nei suoi occhi e serrò la mascella.
«Ti prego richiama il tuo potere...non riuscirò a gestirlo ancora per molto...rischio di trasformarmi involontariamente e non voglio farti provare anche quel dolore».
Jungkook socchiuse gli occhi e un brivido gli attraversò tutto il corpo.
"Dannazione" pensai un attimo prima di concentrarmi e bloccare la mia energia che, come ogni maledettissima volta in cui sognavo Nicolas, scorreva incontrollata al di fuori del mio corpo.
Il mannaro si rilassò quasi subito e molto lentamente artigli e zanne scomparirono. Dopodiché, quando recuperai anche l'ultima goccia del mio potere, Jungkook crollò stremato sopra di me.
Le gocce di sudore che imperlavano il suo corpo mi bagnarono la pelle e il suo respiro ansante si infranse contro il mio orecchio.
«Ci... sono... riuscito» disse boccheggiante prima di muoversi, ma nello stesso momento dal mio fianco esplose un'altra ondata di dolore. Mi pietrificai.
Mi aveva ferita? Il mio Famiglio mi aveva ferita mentre dormivo?
Una scarica di adrenalina si riversò nelle mie vene. Non potevo diventare un mannaro. Non potevo. Per lo meno non in un modo così stupido.
"Abigail cazzo, perché da quando sei qui riesci a prendere sempre e solo decisioni sbagliate? Che fine ha fatto la potente Cacciatrice che odiava tutti i mostri?" pensai, mentre provavo a spostare il mannaro dal mio corpo, ovviamente senza riuscirci. Jungkook era troppo pesante e non appena cercai di fare forza con le braccia per levarmelo di dosso i miei gomiti affondarono nel materasso morbido.
"Cazzo!" imprecai, iniziando a sentire il panico sempre più palpabile "Ti prego fa che non mi abbia graffiata... fa che non mi abbia graffiata".
«Mi sposto subito» mormorò Jungkook, percependo la mia agitazione ma, non appena il mannaro ruotò sul fianco una terza fitta mi bloccò il respiro. La tigre ringhiò sommessamente contro il cuscino, raggomitolandosi su sé stesso e in quel momento capii.
Osservai velocemente il mio corpo, illuminato dalla flebile luce notturna e mi tastai il fianco, confermando così i miei pensieri.
«Non... non ti preoccupare... non ti ho ferita. Ho fatto attenzione» rantolò il ragazzo.
Mi voltai, incrociando i suoi occhi neri e il mio cuore perse un battito. Jungkook si stava tenendo con entrambe le mani il fianco sinistro e, nonostante la luce fioca, riuscii a distinguere fin troppo chiaramente l'immenso ematoma che si estendeva come mare nero sotto le sue dita.
"Maledizione. L'ho rifatto. L'ho rifatto un'altra volta" pensai, guardandolo con terrore.
«Jungkook... » dissi dolcemente, mentre mi sedevo sulle ginocchia, avvicinandomi a lui.
Allungai una mano tremante verso il mio Famiglio e quando gli sfiorai la mano tatuata lui sobbalzò. L'ennesima fitta mi trapassò il fianco e mi morsi il labbro, per silenziare il gemito di dolore che si era formato nella mia gola.
«La...la tua energia è esplosa mentre dormivi e... mi sono svegliato mentre...» il mannaro chiuse per un istante gli occhi, attraversato da un potente brivido.
«Io... io... mi dispiace Jungkook... mi dispiace» dissi curvandomi su di lui.
«Non volevo trasformarmi, te lo giuro. Non volevo farlo. Ma quando mi hai fratturato una costola e non sono riuscito a svegliarti sono stato colto dal panico e... ho dovuto cercare un modo per salvarci» mi disse.
Gli occhi iniziarono a pizzicarmi.
"Potevo ucciderlo... potevo uccidere il mio stesso Famiglio" pensai e un brivido mi attraverso la colonna vertebrale.
«Jungkook, lascia che ti guarisca per favore. Mettiti seduto» dissi e il mannaro come un burattino obbedì al mio ordine.
Le scariche di dolore ci fecero andare entrambi in apnea ma, non appena la tigre posò la schiena contro i cuscini, tornammo a respirare.
«Perdonami Cacciatrice, mi sarei mosso più lentamente, ma mi è stato impossibile oppormi» disse lui, il respiro ancora affannoso.
«Scusa, non volevo ordinartelo... non... ammetto che non ho ancora capito bene come funziona tutto questo casino» confessai «È nuovo anche per me.»
«Lo capiremo assieme» disse lui, un lieve sorriso sul volto ancora contratto.
Lo guardai negli occhi, perdendomi nelle sue iridi scure come la notte e il mio cuore perse un battito. Abbassai velocemente lo sguardo e mi concentrai sulla sua ferita.
«Lascia che ti sistemi...» mormorai allungando le mani sul suo busto.
Jungkook trattenne il respiro non appena posai le dita sulla sua pelle violacea, ma non si scostò. Richiamai il mio potere con attenzione e nello stesso istante rispose anche quello di Jungkook.
Le nostre energie entrarono in contatto e si fusero dando luogo ad un bellissimo tepore che si irradiò in tutto il mio corpo. Jungkook si rilassò sotto le mie mani.
«Cacciatrice» mormorò quasi estasiato.
Tuttavia, nell'esatto momento in cui iniziai a sondarlo e mi inoltrai oltre la sua pelle calda, una pelliccia folta e morbida comparve sotto i miei polpastrelli. Mi gustai la sensazione di quel manto setoso sotto le dita, mentre iniziavo ad infondere il mio potere all'interno del corpo del mannaro.
"È stupendo" pensai socchiudendo gli occhi e percependo la voglia di sfiorare ogni centimetro di quell'animale.
«La mia tigre... risponde al tuo potere... si è liberata da sola ed è corsa verso di te... è uscita dalla tana in cui la rinchiudo solo per farsi toccare» mi disse Jungkook, poco prima di iniziare a fare debolmente le fusa, mentre con la mia energia iniziavo a sanare i suoi ventri muscolari, a curare le numerose fratture che gli avevo inflitto e a riallacciare tra loro tendini e legamenti.
«Il Legame che ho creato... » dissi ad un tratto interrompendo così il silenzio che si era creato tra noi «Penso di aver connesso a me la tua parte animale, per questo riesco a percepirla e a sentirla... e per questo lei mi cerca» continuai, mentre la voglia bruciante di accarezzare la sua pelle si faceva sempre più intensa.
«Lei adesso è parte di me» aggiunsi mentre la pelle di Jungkook tornava ad assumere la consistenza della pelliccia dell'animale «Io sono parte di lei.»
«La sento sai?» mi disse il ragazzo e io non capendo a cosa si stesse riferendo alzai lo sguardo su di lui.
«Che cosa?»
«La parte di te dentro di me...se mi concentro attentamente riesco a sentirla» disse il ragazzo socchiudendo gli occhi «Non ci avevo fatto caso fino ad adesso, ma da dopo che la tua energia è esplosa mentre dormivi...la sento... ho capito dove si trova.»
Un lieve brivido mi attraversò il corpo.
«A proposito... vuoi dirmi cosa ti è successo? Non riuscivo in alcun modo a svegliarti e il tuo potere... sembrava quasi avesse vita propria» continuò il ragazzo.
Abbassai lo sguardo e non risposi, tornando invece a porre attenzione all'ematoma sotto le mie dita, quasi del tutto scomparso. Jungkook tuttavia non demorse.
«Ti capita spesso? Perché tu eri proprio addormentata e sembrava stessi sognan-» il mannaro smise di parlare e io tornai a guardarlo.
Jungkook si stava mordendo il piercing circolare e un lieve pizzicore si propagò anche nel mio labbro. Poi, quasi si fosse reso conto di quello che stava facendo, si fermò e mi guardò. Aprì la bocca e la richiuse diverse volte finché, dopo un lungo respiro, decise di parlare.
«Credo di averti sognata» disse tutto d'un fiato.
«In che senso?» domandai e vedendo i suoi occhi allargarsi in una espressione colpevole mi alterai «Non dirmi che stavi facendo un sogno erotico su di me o giuro su Dio che ti spedisc- ».
«No! No!» rispose il mannaro portando le mani tra di noi e muovendole agitato.
«Non era nessun sogno sconcio...cioè, mentirei se non ti dicessi che li ho fatti, ma non stanotte».
Lo guardai corrucciata.
«Era...era un sogno strano...cioè non ti ho proprio sognata. Ho sognato di essere te. Almeno credo»-
A quelle parole un brivido mi percorse la colonna vertebrale e il ricordo del mio sogno tornò nitido nella mente.
«Ero, o meglio eri, in una specie di casa nel bosco. Era notte, c'era la luna piena e fuori aveva nevicato e... ti trovavi in un salotto, un caminetto alle tue spalle... avevi paura.» continuò a raccontare lui.
"Lo ha sognato? Ha sognato quella notte? Come io ho sognato...era lui... il bambino che ho sognato inseguito dalla tigre mannara... era lui!" pensai mentre sentivo Jungkook raccontare per filo e per segno l'incubo che mi perseguitava da anni.
«Il lupo era il tuo ragazzo, vero?» chiese.
Annuii.
«Per questo non lo hai attaccato? Perché non volevi ferirlo?» continuò.
Un nodo iniziò a formarsi a livello della mia gola. Non ero pronta a parlare con lui di quello che era avvenuto, non come avevo fatto con Hoseok.
"Hoseok" pensai tutto ad un tratto e mi voltai, osservando il muro al mio fianco, quasi potessi riuscire a vedere il demone volpe attraverso le pareti. Come mai non era arrivato da me? Possibile che stesse ancora dormendo dopo tutto il casino che avevamo fatto?
«Non volevi fargli del male?»
La voce insistente di Jungkook mi risvegliò dai miei pensieri.
Tornai a fissarlo, pronta a dirgli di farsi gli affari suoi, ma quando incrociai i suoi occhi neri notai che il mannaro era sull'orlo del pianto. Mi bloccai, non sapendo cosa fare.
«Deve essere stato orribile ferire qualcuno a cui volevi bene...io... io sono riuscito ad evitarlo giusto in tempo, ma tu...non oso nemmeno immaginare come tu ti sia sentita dopo...» e così dicendo il ragazzo iniziò ad accarezzarmi la pelle nuda della gamba.
Una strana sensazione di tepore si propagò da quel punto e il nodo che sentivo alla gola si affievolì.
«Sei riuscita a guarirlo dopo?» continuò lui.
Scossi la testa.
«È...» Jungkook lasciò in sospeso la domanda e le sue dita si fermarono. Tuttavia, percependo il mio irrigidimento tornò quasi subito ad accarezzarmi e io non so per qualche motivo decisi di parlare.
«Non sapevo che il mio potere potesse anche guarire...» risposi in un sussurro.
Jungkook si pietrificò un istante e poi sentii le sue braccia stringermi.
«Mi spiace Abigail... mi spiace davvero tanto... deve essere stato orribile» mormorò tra i miei capelli e io mi lasciai andare contro di lui.
«È sempre orribile ogni volta che ferisco qualcuno involontariamente, come questa notte. È sempre orribile» dissi, posando il volto al centro del suo petto e annusando il suo profumo.
«Non lo hai fatto apposta» mi disse Jungkook e un istante più tardi sciolse l'abbraccio, ma le sue dita si intrufolarono tra i miei capelli, sfiorarmi il mento.
«Adesso, sei riuscita a ferirmi solamente perché mi hai colto alla sprovvista e non sono riuscito subito a capire come canalizzare il tuo potere impazzito» continuò lui alzandomi il volto. I nostri visi si trovarono a pochi centimetri di distanza e il suo respiro caldo mi sfiorò le labbra.
«A canalizzare... » ripetei, cercando di capire a cosa si stesse riferendo.
«Sì. Mi sono svegliato perché ho sentito la tua energia pulsare dentro di me e un attimo dopo... » si interruppe. Le sue pupille si allargarono un istante, ma i suoi occhi rimasero umani e continuarono a guardarmi gentili.
«Se non avessi fatto qualcosa mi sarei ritrovato sicuramente ridotto ad un informe ammasso di carne così ho provato a canalizzare la tua energia, come faccio con la mia... e ha funzionato» continuò lui con un sorriso.
«È per quello che ti sei trasformato?» domandai.
Lui annuii.
«Percepisci anche tu le nostre energie fondersi, vero?»
«Sì... » mormorai.
«Lo sospettavo. Beh, ho praticamente fuso i nostri poteri e poi ho provato a gestire la loro unione» rispose «È stata dura lo ammetto perché il tuo potere è tipo...immenso... però ce l'ho fatta! E se dovesse succedere di nuovo ora saprei cosa fare. Posso agire in tempo, evitando così che tu mi ferisca o che ferisca te stessa.»
Un sorriso genuino si formò sul suo viso e i suoi occhi brillarono.
"Sei davvero riuscito a controllare il mio potere in quella maniera? Nemmeno la mia insegnante Agnes ci è mai riuscita senza l'uso di un sigillo contenitivo." pensai osservandolo stupita. Che fosse tutto merito del Legame?
«Ti prometto che se mi terrai al tuo fianco riusciremo a gestire la tua energia, anche quando impazzirà...» disse e tutto ad un tratto la sua espressione mutò. I suoi occhi tornarono foschi e la sua energia ricominciò a vibrare attorno a lui, richiamando la mia.
Il mio cuore iniziò ad accelerare immediatamente.
«Usami Cacciatrice» sussurrò poi, curvandosi pericolosamente sul mio volto.
Il suo respiro mi accarezzò le labbra e io tremai. La sua mano destra tornò a posarsi sulla mia gamba, accarezzandola dolcemente e il suo sguardo magnetico mi ipnotizzò. E lo sapevo. Avrei dovuto bloccarlo, distogliere gli occhi dai suoi, mettere la giusta distanza tra di noi. Ma non ci riuscii.
«Usami Abigail.»
Sentire il mio nome pronunciato ancora una volta dalle sue labbra mi fece mancare il respiro e le mie mani iniziarono involontariamente ad accarezzare il busto muscoloso del mannaro. La sensazione della sua pelle calda sotto i polpastrelli mi diede alla testa. Più la sfioravo e più ne volevo, come una droga. Potente, assuefacente e afrodisiaca.
«Sarò tutto quello che vorrai... sarò il tuo guardiano... sarò il tuo animale... sarò il tuo amante... sarò tutto quello che desideri... ma ti prego dimmi che sono tuo» implorò, il respiro accelerato e vicino. Troppo vicino.
«Io non credo di poter... »
«Sono disposto a sopportare tutte le tue ferite, tutte le tue paure, tutta la tua rabbia...farò tutto quello che vorrai perché io ti appartengo...e non a causa del nostro Legame...io ti appartengo dal primo momento, da quando ho incrociato i tuoi occhi a quel semaforo... ti appartengo da allora» ammise lui, la sua mano che nel frattempo si insinuava tra i miei capelli.
«Jungkook» sospirai, il cuore che minacciava di esplodere da un momento all'altro.
I miei occhi si posarono sulle sue labbra dischiuse e la voglia di scoprirne il loro sapore tornò prepotente a farsi sentire.
«Dimmi che sono tuo» ripeté, l'alito caldo sempre più vicino «Dimmelo».
"Non dovresti Aby...non dovresti ' pensai sentendo le mie mani che si spostavano lentamente verso l'alto.
«Dimmelo Cacciatrice... Dimmelo Abigail»
E nel sentire quell'ultima supplica qualcosa dentro di me scatto. L'istinto prese il sopravvento e la voglia che cercavo di annegare da quando l'avevo visto piombare furente nella doccia quel pomeriggio ebbe la meglio.
«Sei mio Jungkook...sei solo e soltanto mio».
Un secondo più tardi gli afferrai il volto tra le mani e, con il cuore che batteva frenetico nel mio petto, azzerai la distanza che ci separava.
☆Nota dell'autore☆
Team tigrotto state esultando? Siete felici?
Abbiamo il bacio!!!!
Finalmente direte voi dopo 38 capitoli ma la nostra protagonista doveva come dire "maturare", come il vino.
Quindi, ora abbiamo Abigail che si è finalmente lasciata andare all'istinto e nel bel mezzo della notte, dopo aver rivissuto per l'ennesima volta l'incubo che la perseguita da una vita, ha ben deciso di buttarsi tra le zampe del suo Famiglio... e lui non poteva di certo rifiutare, anche perché diciamolo, si è impegnato parecchio per farla capitolare.
Spero che vi sia piaciuto il modo in cui vi ho fatto scoprire come Jungkook è diventato un mannaro e come sempre alla fine vi lascio qualche foto del parco di Busan che ho citato.
Non so bene che altro dire quindi lascio a voi i commenti.
ahahahahahahah
quel bacio ha sconvolto anche me visto che non doveva esserci (non adesso per lo meno) ma cosa volete, Abigail e Jungkook spesso fanno quello che vogliono... e pure tutti gli altri.
Ci vediamo settimana prossima con il capitolo successivo e...secondo voi cosa accadrà? Abigail tornerà padrona di sé stessa e deciderà di fermarsi? O finirà per aggrovigliarsi a Jungkook in quel letto ormai distrutto?
Al via la scommessa.
A presto.
A.
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