CAP. 37 ☾ - NIGHT TALKS- ☽

Mi rigirai nelle coperte per l'ennesima volta. La luce che filtrava tra le pesanti tende illuminava fiocamente la stanza di Hoseok e mi ritrovai a stringere tra le braccia il cuscino che avevo usato come sostituto del mio adorato peluches.
"Lo sapevo che dovevo portare Mr. Fluffy e fregarmene dei chili nella valigia"
pensai "Anzi, no forse no...meglio così...sarebbe finito smembrato con l'attacco del Rakshasa".
Nel ripensare al mio coniglietto morbido il cuore riprese a battermi all'impazzata e, quella strana sensazione di sconforto e agitazione che provavo da interminabili minuti, tornò a diffondersi nel mio cuore. Affondai la faccia nel cuscino.
Da quando ero andata a letto erano passate solamente poche ore e, tralasciando il momento in cui ero crollata come un cucciolo esausto sul materasso, ero riuscita a chiudere occhio solamente per il tempo stimato di una fase REM. Ovvero poco meno di un'ora. Sospirai esausta e con la gola arsa.

«Maledizione...» mormorai contro la federa.

Avevo provato a liberare la mente, a contare le pecore e a rilassare completamente ogni muscolo del mio corpo, ma nessuna tecnica che conoscevo aveva dato i suoi frutti. Non appena percepivo le braccia soporifere di Morfeo cullarmi soavi, il mio cuore iniziava a battere all'impazzata e mi risvegliavo.
"Forse devo provare ad alzarmi... bere un bicchiere d'acqua e poi tornare qui." pensai, incolpando la sete per quella mia insonnia.

«Ma di là c'è la Tigre che dorme» borbottai, girandomi a pancia in su e osservando il soffitto.

"Sì, ma posso sempre fare piano, magari non si sveglia... e se anche dovesse svegliarsi mi basta ordinargli di rimanere a cuccia sul divano. Maledizione. Perché non mi sono ricordata di portare una bottiglia d'acqua in camera?" inveii passandomi una mano tra i capelli e spostandomi i ciuffi disordinati dal volto.
Sospirai di nuovo e, facendo uno sforzo che mi parve sovrumano, uscii dalle coperte. Mi stiracchiai e scesi dal letto, dirigendomi a passo felpato verso la porta. Ruotai lentamente la chiave nella toppa, provando a fare meno rumore possibile e quando la serratura scattò percepii un brivido freddo attraversarmi la spina dorsale.
"Ok, prima parte del piano andata. Ora sgattaiola come una ladra fino alla cucina, ruba una bottiglietta e torna qui senza che nessuno si accorga di nulla. Fai la Margot della situazione...o la Eva... insomma diventa invisibile...Dannazione perché non esiste veramente un mantello dell'invisibilità come in Harry Potter?" pensai, mentre aprivo la porta e mi addentravo lungo il corridoio buio.

Rallentai il respiro e camminai lentamente, facendo attenzione persino a come posavo i piedi nudi sul pavimento.
La porta della camera di Yoongi era aperta e il respiro pesante dello stregone, mescolato a quello più lento del gumiho, riempivano il silenzio attorno a me. Superai la loro stanza ma, nel farlo, non riuscii a resistere alla tentazione di lanciare uno sguardo furtivo ai due ragazzi.
Yoongi dormiva su un fianco, al centro del letto, parzialmente coperto dal lenzuolo. Il torso nudo e un braccio serrato attorno ad una candida palla di pelo: Hoseok. Il gumiho, infatti, gli dormiva completamente adeso, sottoforma di volpe. Le piccole zampe longilinee si muovevano in piccoli scatti ritmici e il muso si contraeva in lievi spasmi.
Sorrisi, chiedendomi chissà quale mirabolante sogno stesse facendo il demone volpe e poi distolsi lo sguardo da loro, superandoli.
Arrivai in salotto e puntai il divano, il cuore che batteva regolare nel mio petto. La silhouette di Jungkook si stagliava nitida contro il divano e i suoi capelli argentei riflettevano la luce proveniente dalla finestra. Lo scrutai attentamente. Il mannaro mi dava le spalle e la sua schiena nuda si muoveva in sincronia con il suo respiro. La coperta, che Yoongi gli aveva probabilmente prestato per dormire, era raggomitolata tra le sue gambe e spariva tra le sue braccia muscolose.

"Lo soprannominerò Linus" pensai, osservandolo per un'altra manciata di secondi, notando come sembrasse dolce ed indifeso in quel momento nonostante fosse vestito solamente con un paio di boxer neri e i suoi muscoli sprigionassero potenza anche nel sonno.
Ignorai l'irrefrenabile voglia che provavo di avvicinarmi a lui e accoccolarmi contro il suo corpo caldo e accogliente e mi voltai verso la cucina.
I borsoni e le armi che Yoongi aveva portato a casa dall'armeria erano spariti e i ripiani risplendevano perfettamente puliti.
"Maledizione. Dove possono tenere l'acqua?
" mi chiesi facendo qualche passo in avanti e sorpassando il pianale centrale.
"Forse nel frigorifero?" ipotizzai avvicinandomi all'elettrodomestico ronzante. Diedi un'ultima occhiata al mannaro, ancora pacificamente accoccolato alla sua copertina e poi pregai tutti i santi dell'universo.
"Vi prego...non fatelo svegliare"
continuai aprendo lentamente lo sportello davanti ai miei occhi. Tesi i muscoli, dovevo essere rapida e silenziosa.
La lampadina interna del frigorifero illuminò con il suo spiraglio di luce una lieve fetta del pavimento e della mia figura e intravidi una bottiglietta d'acqua appoggiata contro il supporto metallico della porta. Con un movimento fulmineo la afferrai, portandola subito al petto e richiusi quella trappola luminosa producendo solamente un lieve fruscio.
Con i nervi a fior di pelle mi voltai, pronta a dover bloccare sul posto un mannaro fin troppo contento di vedermi, invece mi sbagliai. Jungkook non si era mosso nemmeno di un millimetro e continuava ad abbracciare la sua coperta, un tenero sorriso sul volto.
"Ci sono riuscita" pensai, dandogli per un attimo le spalle e posandomi con la mano sinistra al lavello.

Rilassai le spalle e mi preparai a sgattaiolare leggiadra fino alla mia stanza.
Stavo già pregustando la sensazione di vittoria per quella mia breve fuga notturna quando, tutto ad un tratto, un respiro caldo si infranse contro il mio collo. Il mio corpo venne premuto con forza contro la cucina e una scarica di adrenalina si riversò nelle mie vene.

«Non riuscivi proprio a stare separata da me...ammettilo, Cacciatrice».
La voce bassa e sensuale di Jungkook si riversò come miele sulla mia pelle e una scarica involontaria mi fece contrarre il bassoventre. Il naso del mannaro si strusciò sul mio collo e la sua gola iniziò a vibrare. Merda, mi aveva sentita.

«Non sono venuta qui per te, volevo solo prendere una bottiglietta d'acqua» dissi, fissando intensamente il tappo blu nella mia mano e cercando di non prestare troppa attenzione al suo corpo completamente adeso al mio. La pelle bollente del suo petto mi sfiorava le spalle e sebbene indossassi ancora la canottiera con cui ero andata a dormire mi sembrò di percepire fin troppo chiaramente i suoi muscoli guizzare contro la mia pelle.
"Ma perché devono dormire tutti mezzi nudi" pensai prima di tornare a parlare.
«E ora che sono riuscita nel mio intento me ne torno nella mia camera. Da sola. Mi dispiace se ti ho svegliato» mormorai cercando di liberarmi dal suo agguato.
Jungkook, però, non fu della stessa idea. Il ragazzo infatti posò entrambe le mani ai lati del mio corpo, impedendomi la fuga. Mi irritai.

«Sei sicura che non vuoi dormire assieme a me?» chiese strusciando i suoi boxer contro il mio fondoschiena. Una scarica partì da quel punto e si diffuse lungo la mia spina dorsale.
«Le mie fusa potrebbero rilassarti e farti addormentare velocemente oppure, se preferisci, mi puoi stringere e coccolare come e quanto vuoi...anche per tutta la notte»

«Giuro che se non la smetti le uniche cose che sentirai stringere saranno le mie mani attorno al tuo collo...mentre ti soffoco» precisai, serrando la presa sulla bottiglietta.
A quelle parole le fusa della tigre divennero ancora più elevate.

«Questo è molto eccitante» mi disse e il rigonfiamento che percepivo tra le mie natiche si intensificò. Ne avevo abbastanza.

Posai la bottiglia sul pianale, flettei il braccio destro, lo portai in avanti e poi cercai di colpire il mannaro dritto nell'addome. Ovviamente non pensavo di metterlo al tappeto usando quella mossa facilmente schivabile e non volevo di certo ritrovarmi a terra boccheggiante assieme a lui. Volevo solamente farlo scostare e per fortuna, esattamente come avevo sperato, nel vedermi tirare quella gomitata precisa, il mannaro si spostò indietro di un passo. Ne approfittai. Mi piegai verso il basso e, sfruttando quella breve finestra d'azione, mi allontanai da lui.
Feci un passo verso destra cercando di produrre meno rumore possibile e provai a superare il pianale centrale della cucina, ma Jungkook fu più veloce. Mi afferrò per il polso con fermezza e con uno strattone deciso mi attirò nuovamente contro di sé, cingendomi con le braccia.

«Jungkook»
Dissi il suo nome in un lieve sussurro, ma il mannaro si irrigidì comunque dietro di me.
«Non costringermi ad ordinartelo. Lasciami andare e torna a dormire sul divano.»

«No» rispose lui, serrando la presa attorno al mio corpo. La mia energia ribollì nelle mie vene. Perché doveva essere sempre così testardo?

«Jungkook, non te lo ripeterò un'altra volta, liberami e tor- »

«No» mormorò lui, il volume di voce lievemente più forte.
Digrignai i denti. Se avessimo continuato così ci avrebbero sicuramente sentiti.
Richiamai la mia energia, pensando di usarla come monito contro il mio Famiglio fin troppo disubbidiente ma nell'esatto momento in cui sfiorai la sua pelle, un potente nodo mi attanagliò lo stomaco e una sensazione di paura fluì incontrollata nelle mie vene.

«Cosa...» sospirai mentre la mia energia si fondeva ancora una volta alla sua, accentuando ogni sensazione che provavo.
La sua presa attorno al mio corpo si fece meno e così ne approfittai per girarmi verso di lui.
Jungkook mi fissò, i grandi occhi neri lucidi.

«Ti prego non andare di là... non... non lasciarmi qui da solo» disse sommessamente.
Il nodo allo stomaco aumentò di intensità.
«N-non riesco a dormire» ammise, abbassando lo sguardo «Se chiudo gli occhi continuo ad immaginarmi Jimin-ah in un mare di sangue e l'ansia per quello che potrebbe star passando in questo momento mi tiene sveglio... mi manca il respiro e...» le mani del mannaro iniziarono a tremare «E se non riuscissimo a trovarlo? Se questa volta morisse sul serio?».
Jungkook tornò a guardarmi e dai suoi grandi occhi scuri iniziarono a cadere grosse lacrime. Osservai le gocce trasparenti solcargli le guance e mi mancò il respiro.
Feci un passo in avanti e lo abbracciai. Mi alzai in punta di piedi e gli circondai con le braccia il collo, stringendolo contro di me.
Il ragazzo si lasciò immediatamente andare e affondò il suo viso tra i miei capelli andando ad annusare la pelle del mio collo, mentre posava delicatamente le mani sulla mia schiena.

«Lo troveremo, Jungkook» risposi mentre percepivo le sue lacrime bagnarmi la pelle «Lo troveremo e ti giuro che questa volta ucciderò quel dannato mostro».

«È tutta colpa mia Cacciatrice...se fossi stato più forte avrei potuto rigenerare più velocemente le ferite e tu non saresti dovuta venire a salvarmi» disse lui, singhiozzando sommessamente.

«Non è vero. Il veleno contenuto negli artigli del Rākṣasa avrebbe comunque rallentato i tuoi poteri curativi... e comunque la colpa è stata mia. Se non mi fossi distratta tu non saresti mai stato ferito... non avresti dovuto...» l'immagine del mannaro che si frapponeva tra me e quel dannato mostro tornò nitido nella mia mente e per un istante mi sembrò di rivivere nuovamente quella scena.
«Non dovevi farlo... non dovevi metterti in mezzo» lo rimproverai e in quel momento, pensare che avrei potuto perderlo per sempre, mi fece mancare il respiro. Lo strinsi più forte.

«Te lo avevo promesso... ti avevo promesso che ti avrei protetta» disse lui, sussurrando quella frase direttamente sulla mia pelle.
Percepii distintamente il movimento delle sue labbra e del suo piercing mentre pronunciava quelle parole e quella sensazione mi fece accelerare il battito cardiaco.
Affondai una mano tra i suoi capelli e iniziai a giocare con i suoi ciuffi.

«Sei stato uno stupido... uno stupido incosciente» gli dissi.
Lo sentii sorridere tra le lacrime.

«Lo rifarei un altro migliaio di volte se fosse necessario per salvarti» dichiarò, tornando a fare lievemente le fusa. Le vibrazioni della sua gola mi fecero sciogliere contro il suo corpo.

"E io ti salverei ogni volta" ammisi a me stessa.

«D'altronde è il mio destino... quello di proteggere...sono nato solo per quello: per proteggere» continuò lui «Anche se ultimamente non sono più in grado di fare nemmeno quello.»
A quella dichiarazione allentai il mio abbraccio e mi abbassai, tornando a fissarlo in volto. Portai entrambe le mie mani sulle sue guance e gli asciugai le lacrime.

«Non dirlo più...» lo ammonii, guardandolo teneramente.

«Ammettilo Cacciatrice: Jimin-ah è scappato dal nostro Clan per colpa mia, ha preferito rimanere con i Vampiri piuttosto che tornare con me perché li riteneva più forti... e alla fine è stato catturato senza che io potessi fare nulla e ora... ora non sono nemmeno in grado di capire dove sia... ho fallito... ho fallito come Hwarang e ho fallito come amico.»

«Non è vero Jungkook...» gli dissi fissandolo dritto negli occhi «Non hai fallito... Jimin si è rintanato nella Congrega di Taehyung perché non voleva vedere altri Hwarang morire a causa sua, non perché non ti ritenesse all'altezza. Ci teneva a te... ci tiene a te».
Lui mi fissò attentamente, gli occhi lucidi.

«Sai Cacciatrice... io e lui siamo sempre stati insieme. Sono sempre riuscito a proteggerlo, o a riprenderlo quando lo catturavano. Questa... questa è la prima volta che stiamo lontani per così tanto tempo» mi confidò il mannaro.

«Vi siete conosciuti da giovani, giusto?» chiesi, sperando che farlo parlare lo potesse aiutare a calmarsi.

«Sì. Non appena i miei genitori hanno capito che ero diventato un mannaro mi hanno portato subito al Clan. Vedi, mia mamma... lei è una specie di sensitiva... non come te o lo Stregone... ma a volte percepisce le energie e occasionalmente fa dei sogni premonitori. Ha sognato che mi trasformavo e... e li uccidevo... lei, mio padre e mio fratello. Così ha contattato l'Alpha del branco di Busan e lo ha pregato di accogliermi tra loro. Avevo solo sei anni, ma ho dovuto abbandonare la mia famiglia e accettare il mio destino.»

«Eri così piccolo... » commentai, mentre vedevo un'ombra scura passare negli occhi del mio Famiglio. Staccai la mano sinistra dalla sua guancia e iniziai ad accarezzargli dolcemente il braccio tatuato, scendendo lentamente verso la mano.

«Sai all'inizio pensavo veramente che il Clan di Busan potesse diventare la mia nuova famiglia, speravo davvero mi potessero accogliere come uno di loro. Ma ben presto mi resi conto che non era così. Come Tigre mannara venni presto derisa, picchiata e lasciata a patire la fame. Sai non tutti i branchi sono come quelli di Seoul e non tutti gli Alpha sono come Namjoon-ah. Spesso i lupi impongono il loro dominio sulle altre specie.»

«L'ho capito fin da subito che Namjoon era una perla rara» gli dissi accarezzando lentamente le linee dei suoi tatuaggi. Lui annuii, seguendo con lo sguardo le mie dita.

«Nel mio Clan solo Jimin-ah trattava tutti con gioia e amore, indiscriminatamente dalla specie a cui appartenevano. Solo lui si è avvicinato a me e ha voluto diventare mio amico. Nonostante la tragica storia che si portava alle spalle, quel piccolo gracile bambino di otto anni divenne la mia ancora di salvezza.»

«Per questo siete così legati?» chiesi dolcemente.
Lui annuì di nuovo.

«Sono diventato un Hwarang per lui...ho sopportato tutto per stargli vicino... non volevo abbandonare il Clan e lasciarlo da solo, in mezzo a mannari che vedevano in lui solamente mero potere e nient'altro» fece una lieve pausa prima di tornare a parlare.
«Ha sempre vissuto come un carcerato, perennemente controllato, sempre limitato... io... una volta l'ho aiutato a fuggire e l'ho portato a tatuarsi assieme a me» mi confidò il mannaro, un lieve sorriso triste sul volto.
«Vedi gli Hwarang si tatuano sempre un fiore quando riescono a superare la prova finale dell'addestramento» mi spiegò alzando il braccio.

«È un giglio tigrato, vero?» domandai sfiorando con le dita le linee ormai indelebili sulla sua pelle.

«Sì, è il fiore associato al mio compleanno. Quando Jimin lo ha visto la prima volta è impazzito e ha cercato in tutti i modi di sgattaiolare fuori dalla sua camera per andare a farsi un tatuaggio simile, ma lo hanno beccato... lo hanno beccato tutte le volte e beh... gli hanno ricordato che non doveva disubbidire» spiegò il ragazzo, distogliendo per un attimo lo sguardo e abbassando il braccio.
«Ma nonostante tutto...nonostante le frustate e le punizioni lui ha continuato ad insistere... e ad ogni tatuaggio che aggiungevo sulla mia pelle lui tornava ad incaponirsi su quello stupido desiderio, scappando e facendoci impazzire» raccontò e quando i suoi occhi tornarono ad incrociare i miei erano colmi di tenerezza.
«Alla fine, durante uno dei miei ultimi appuntamenti dal tatuatore, l'ho portato con me. Ovviamente al nostro ritorno ci hanno beccati: lui è rimasto confinato in camera per un mese, sorvegliato a vista, e io sono stato messo in cella di isolamento per settimane. Ma ne è valsa la pena...non ho mai visto Jimin-ah così felice come quando si è osservato in quello specchio.»
A quelle parole portai le mie dita verso il basso e, dopo avergli accarezzato le nocche sbucciate, incrociai le nostre dita.
«Voglio vederlo sorridere ancora...» mi confidò, le lacrime che minacciavano di inondare ancora le sue ciglia «Voglio vederlo mentre saltella allegro attorno a me, mentre mi abbraccia, mentre mangia kimchi jjigae riempiendosi le guance. Voglio persino vederlo mentre confida il suo amore a quello stupido Stregone, diventando rosso come un peperone.»
Sorrisi.
«Lo sai che si piacciono?» mi disse poi, tornando a guardarmi, gli occhi lievemente rossi.

«Come si fa a non saperlo? Era talmente palese ancora prima della battaglia che mi aspettavo si fossero già dichiarati» risposi.

«No...Jimin-shi sembra uno spavaldo ma in realtà se la fa sotto...e pure lo Stregone.»

«Sono fatti l'uno per l'altro» constatai.

«Come noi... » commentò lui.
La morsa allo stomaco si fece risentire.

«Jungkook io... »

«Lo so che ti piace anche il Gumiho... non sono stupido... e so che anche tu piaci a lui... ma io... io sono io...» mi disse, un'espressione fanciullesca sul volto, gli occhi neri lucidi ma luminosi «Ti piacevo ancora prima del nostro Legame...ma non hai mai voluto approfondire la mia conoscenza... hai sempre preferito lui.»

«Tu sei... »

«Troppo giovane? Troppo immaturo?» domandò lui e tutto ad un tratto le sue dita strinsero le mie, facendomi rendere conto di quello che avevo fatto.
«Troppo sexy?» aggiunse poi con un mezzo sorriso.

«Scemo Jungkook...sei troppo scemo» risposi sciogliendo la nostra stretta, ma non riuscendo in alcun modo a nascondere la scintilla di felicità che mi fece provare.

«Ed è per questo che sono irresistibile» aggiunse poi, curvandosi su di me e fissandomi intensamente.
«Ti dimostrerò che sbagli, Cacciatrice» la sua voce divenne un sussurro basso «Ti dimostrerò che sono io quello che merita di stare al tuo fianco. Non mi farò indietro, sappilo. Lotterò per te.»
Con la mano tatuata mi accarezzò dolcemente il volto e io percepii una scarica di calda energia propagarsi da quel punto. Sospirai.

«Non voglio che combattiate per me» gli confidai, socchiudendo gli occhi e abbandonandomi contro la sua pelle bollente.

«Se questo è ciò che vuoi, lo farò... farò tutto quello che vuoi» confessò e il suo respiro caldo mi solleticò il volto «Ma ti prego questa notte fammi dormire con te... finché non troviamo Jimin-ah fammi dormire con te. Non ti chiederò nient'altro...mai più...ma ti prego non lasciarmi qui da solo. Non lasciarmi solo».
La sua fronte si posò contro la mia e percepii la sua energia accarezzare dolcemente la mia pelle.
«Ti prego» mi sussurrò sulle labbra.

Il cuore iniziò a battermi all'impazzata. Cosa dovevo fare?
Una parte di me voleva accogliere la sua richiesta disperata, smettere di vederlo così triste, asciugare ogni sua lacrima e stringerlo tra le mie braccia; mentre l'altra mi ammoniva. Sarei riuscita a resistere al corpo caldo del mannaro? Alla sua presenza così rassicurante accanto a me? Ai suoi capelli profumati? Alle sue braccia muscolose? Alle sue labbra all'apparenza così morbide?
"Sì, Abigail! Resisterai! Resisterai perché tu sei forte! La tua volontà è forte! E la tua scelta è già stata presa!" mi risposi, scostandomi con un rapido movimento dal volto del mannaro.
«Puoi venire con me... puoi dormire nella mia stanza, ma ad una condizione: non mi puoi toccare, chiaro? Tu rimarrai nella tua parte e io rimarrò nella mia... e domani mattina troverò un modo per farti sgattaiolare fuori senza che Yoongi e Hoseok se ne accorgano» gli dissi, tornando a fissarlo solamente alla fine di quella lunga frase.

«Davvero posso? Davvero?» mi domandò lui, gli occhi raggianti e un lieve gorgoglio appena pronunciato nella voce.

«Sì, ho detto di sì» risposi, obbligandomi a nascondere il sorriso che sentivo nascere nel mio volto.

«N-non pensavo accettassi...sono sincero...non pensavo» mi disse lui, passandosi una mano sul collo e liberando un altro gorgoglio di felicità.

Un rumore ovattato provenne dalla camera di Yoongi e il sangue mi si gelò nelle vene.
Jungkook impietrì ed entrambi smettemmo di respirare, attendendo la furia implacabile dello stregone abbattersi su di noi. Invece, dopo alcuni lunghissimi secondi di puro terrore, tutto tornò come prima. Nessuno comparve in soggiorno pronto a volere le nostre teste su una picca.
«Siamo stati fortunati, ma è meglio se andiamo via subito» sussurrai al mannaro, prima di incamminarmi verso il corridoio.

«La tua acqua» mormorò lui, prendendo la bottiglietta che aveva distrattamente dimenticato sul pianale della cucina.

«Grazie» risposi riacciuffando il bottino di quella missione e tornando come un fulmine nella mia camera.

Jungkook mi seguì senza produrre nemmeno un suono e quando chiusi la porta della stanza dietro di noi un brivido mi attraversò la colonna vertebrale.
"Tu sei forte Abigail. Non accadrà nulla tra di voi. Gli hai permesso di dormire qui solamente perché ti faceva pena...e perché non saresti riuscita a chiudere occhio con lui che si agitava nell'altra stanza. Tu vuoi Hoseok...hai scelto Hoseok!" mi dissi.
Feci un lungo respiro e poi mi voltai.
«Allora tu dormirai sul pavi-» mi bloccai, osservando il mio Famiglio che si era già disteso sotto le coperte e si strusciava come un gatto contro le lenzuola pulite.

«Che bello! C'è il tuo odore ovunque» mormorò tra le fusa prima di affondare il volto nel mio "cuscino-peluches".

«Tu non dormirai nel letto assieme a me!» dichiarai avvicinandomi a lui.
Jungkook alzò il volto e mi fissò, il labbro superiore leggermente arricciato.

«Non vorrai farmi dormire sul pavimento, vero? Come i cani?» disse, guardandomi corrucciato.

«Assolutamente sì. Non ti voglio nel mio stesso letto» risposi posando la bottiglietta sul comodino.

«Ma il pavimento è freddo e non c'è nemmeno uno Yo. Continuerei a rigirarmi come una larva e ti terrei sveglia. Invece, se mi lasci un posticino in questo grande letto prometto che farò il bravo... non ti accorgerai nemmeno di avermi qui con te.» mi disse lui, un sorriso fanciullesco sul volto.
Lo fissai intensamente per dei lunghissimi secondi.
«Per favore... » mormorò lui, prima di arricciare le labbra e il naso in una espressione tenerissima.
«Farò il bravo, te lo giuro. Farò il bravo tigrotto».
I suoi occhi neri assunsero un'espressione da cucciolo.
Tentennai e lui se ne accorse.
«Se farò qualcosa che non ti va mi lascerò sbattere fuori senza protestare, ma fammi stare qui... ti scaldo anche le coperte se vuoi.» aggiunse poi, provando a spostarsi verso la parte del letto in cui avevo dormito.

«No! No, rimani lì dove sei» ordinai.
Il mannaro si bloccò, ma stranamente non protestò.
"L'ultima cosa che voglio è avere il tuo odore sul mio cuscino"
pensai mentre scostavo il copriletto.

«Quindi posso dormire sul letto?» domandò lui, palesemente entusiasta.

«Sì» sbuffai mentre mi infilavo sotto le lenzuola.
«Puoi dormire nel letto ma mi raccomando: tu stai lì e io sto qui» continuai, tracciando una linea immaginaria al centro del materasso.

«Va bene, io non mi muoverò nemmeno di un centimetro... ma sappi che se vuoi invadere la mia parte del letto non ci sono problemi.» disse lui, un enorme sorriso sul volto.
«Rivuoi il cuscino?» chiese poi teneramente.

«No tienilo... non lo voglio più. Usalo tu.» risposi.
Un istante più tardi il volto di Jungkook tornò ad affondare nella federa bianca.

«Se chiudo gli occhi mi sembra quasi di abbracciarti» mormorò poi, la voce e le fusa attenuate dall'imbottitura morbida.
Sospirai.

«Buonanotte, Jungkook» dissi voltandomi e dandogli le spalle.

«Buonanotte... Abigail» rispose lui e nel sentirgli pronunciare per la prima volta il mio nome il mio cuore perse un battito.

"No Abigail... è il Legame...è solo il Legame" ricordai a me stessa prima di chiudere gli occhi. Dopodiché, in meno di un minuto, con il suono rombante ma rilassante delle fusa di Jungkook che riempiva la stanza, finalmente mi addormentai. Calma e rilassata.




☆Nota dell'autore☆

Ed eccomi tornata con il nuovo capitolo di Lunar Eclipse!
Lo so vi avevo detto che questa settimana l'aggiornamento saltava ma purtroppo quelle ad essere saltate sono state le mie ferie (ammettete che siete stat* voi, perché volevate sapere come andava avanti la storia!!!!).

E quindi eccomi qui!

Abigail ovviamente ha disobbedito ancora una volta agli ordini che le sono stati dati e non solo è uscita dalla stanza per una passeggiatina notturna, ma è anche tornata nel letto con un bel gattone.

Cosa pensate che accadrà adesso? Riusciranno Strega e Famiglio a non farsi beccare? Ma soprattutto Jungkook farà davvero il bravo tigrotto obbediente o lo ritroveremo avvinghiato alla nostra Cacciatrice? Oppure sarà lei ad avvinghiarsi a lui? Al via le scommesse.

In questo capitolo ho potuto finalmente parlare del passato del nostro adorato tigrotto. Purtroppo il mannaro non ha avuto una vita semplice, è stato vittima di razzismo (o meglio specismo xD) e bullismo, ma per fortuna ha trovato JImin.
Ci tenevo davvero tanto a farvi capire cosa ha passato nel Clan di Busan e a spiegarvi come mai lui e Jimin sono così legati. E ammetto, spero di avervi fatt* emozionare almeno un pochino.

Bene e per oggi è tutto.

Ci vediamo presto con il prossimo aggiornamento e come sempre grazie ancora per ogni stellina, ogni commento e ogni parola dolce che mi scrivete.

A.


ps: chi di voi si era accort* che Jungkook non aveva mai chiamato Abigail per nome? Sono curiosa di saperlo.

pps: Per chi se lo sia chiest* lo "yo" è praticamente il futon coreano.

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