Cap.22 ☾- SIN- ☽
Il ringhio ferino proveniente dal corridoio mi fece tremare.
Mi guardai attorno. Nel caminetto alle mie spalle la legna accesa stava ancora scoppiettando e le piccole faville cadevano come dei coriandoli luminosi tra le braci ardenti. Il tavolino con il vaso di fiori appassiti era troppo piccolo per celare la mia presenza ed ero convinta che le coperte di lana, posate alla rinfusa sul divano, non sarebbero bastate come nascondiglio.
Dove potevo nascondermi? Aveva senso farlo? Potevo veramente fuggire da lui? No. Forse no. Forse dovevo scappare. Sì, aveva senso scappare.
Lo sentii annusare l'aria attraverso la porta aperta. Il suo respiro era pesante e i suoi passi riecheggiavano come boati nella mia testa. Dovevo sbrigarmi.
Guardai fuori dalla finestra. La tempesta di neve si era fermata da diverse ore e probabilmente, grazie alla luna piena, sarei riuscita ad arrivare fino alla prima cabina telefonica e chiamare la polizia. Era un piano folle, vero, ma era l'unica possibilità che avevo di uscire da lì. Viva.
Quello che dovevo fare ora era solamente trovare un'arma con cui difendermi.
Un secondo ringhio squarciò il silenzio nella piccola casa e le mie gambe tornarono a tremare.
"Abigail devi stare calma o così non riuscirai mai a fuggire".
Pensarlo, però, era più semplice che farlo.
Osservai terrorizzata la porta. Non doveva andare così. Non doveva finire così.
Feci due passi indietro e mi avvicinai al camino. Afferrai l'attizzatoio di ferro e attesi. Il cuore mi rimbombava nelle orecchie, impedendomi a tratti di udire il respiro pesante di Nicolas. Il mio Nicolas.
Strinsi il metallo freddo tra le mie dita fino a farmi sbiancare le nocche e nonostante tutto, nonostante quello che avevo già avuto occasione di intravedere poco prima, quando lo vidi entrare nel salotto, mi si gelò il sangue nelle vene. Il mio terrore fu talmente grande che non riuscii nemmeno ad urlare.
Al posto del bellissimo e dolce ragazzo che fino a poche ore prima mi stringeva sul divano mentre giocavamo a carte con il suo migliore amico, ora c'era un mostro. Un mostro con le zanne aguzze, gli artigli acuminati, le orecchie tese e il muso completamente sporco di sangue.
Nicolas mosse un piede, o meglio una zampa, davanti a sé ed entrò nel salotto. Dopodiché i suoi freddi occhi gialli si posarono su di me.
Non avevo mai visto un licantropo dal vivo ma, in quel momento, ero sicura che l'immagine di Nicolas mi avrebbe perseguitata per sempre. Il mio ragazzo ora era un lupo grande quanto un leone. Il suo pelo grigio, illuminato dalla tenue luce del fuoco, era sollevato sulla schiena. La coda era ritta dietro di lui. Le zampe muscolose erano munite di lunghissimi artigli scintillanti e, dalle fauci spalancate, il sangue scarlatto colava denso sul pavimento di legno.
Ero talmente sconvolta da quella scena che impiegai qualche istante a realizzare che tutto quel sangue non era il suo.
«Oh no, Richard» mormorai mentre osservavo l'enorme mostro entrare nella stanza.
«Nicolas cosa hai fatto a Richard?» domandai con voce tremante.
Il licantropo mi guardò e per un attimo sperai che le mie parole fossero riuscite ad arrivare al suo cuore. Invece, dopo aver arricciato le labbra, mostrò le zanne insanguinate.
Mi pietrificai. Del mio dolce Nicolas, ormai, non era rimasto più nulla.
Le lacrime iniziarono a rigarmi le guance. Sapevo che dovevo lottare, scappare. Provare in qualche modo a fuggire o combattere, invece, l'unica cosa che riuscii a fare, fu rimanere ferma immobile a fissarlo.
Il lupo fece un passo verso di me.
«Nicolas ti prego...sono io...sono la tua Aby...ti prego» cinguettai invano.
Il mannaro mi osservò con i suoi occhi gialli e poi, dopo un ringhio assordante, scattò.
Una scarica di adrenalina mi pervase il corpo e feci un passo alla mia destra, sperando di schivare il suo attacco e riuscire a scappare in qualche modo, ma il mostro fu più veloce.
Con una potente zampata mi colpì in pieno petto e mi fece cadere all'indietro. Sbattei la testa contro l'angolo del camino e per un istante tutto il mio mondo divenne nero. Un dolore lancinante si irradiò dalla mia nuca facendomi boccheggiare.
Fortunatamente la vista mi abbandonò solamente per pochi secondi e quando tornai a vedere nitidamente, il muso di Nicolas mi occupò tutto il campo visivo.
Il licantropo si era portato sopra di me.
Serrai la mano destra, sperando di colpirlo con l'attizzatoio, ma mi accorsi solo in quel momento che a causa dell'impatto con il pavimento, quell'arma improvvisata era finita fuori dalla mia portata. Cercai di allungare il braccio per afferrarla, ma Nicolas posò una zampa dai lunghi artigli affilati proprio al centro del mio petto. Premette, con il chiaro intento di tenermi ferma, mentre il suo muso si avvicinava pericolosamente al mio viso.
"Sei morta...sei morta" pensai quando il lupo spalancò le fauci.
La sua saliva, ancora sporca del sangue di Richard, mi colò sul volto e l'alito caldo mi accarezzò la pelle facendomi tremare. La zampa premette più forte contro il mio corpo e il dolore divenne quasi insopportabile. Pregai che quella tortura finisse presto, che Nicolas mi uccidesse come aveva sicuramente fatto con Richard e che potessi finalmente non sentire più nulla ma, proprio quando il suono delle mie costole fratturate giunse alle mie orecchie, qualcosa dentro di me si attivò.
Un'energia che non avevo mai sentito prima si impossessò di ogni parte del mio corpo e come uno tsunami si riversò contro il lupo mannaro.
Nicolas ululò in preda al dolore, mentre i suoi muscoli si contraevano spasmodicamente e le sue ossa si spezzavano fuoriuscendo dalla pelle come piccole schegge taglienti. Il sangue caldo del lupo iniziò a colare dalla sua pelliccia, macchiandomi la pelle e inzuppandomi i vestiti, ma non fu per quello che urlai. Urlai perché, mentre Nicolas ululava dal dolore, per la prima volta nella mia vita sentii distintamente i muscoli, le ossa e gli organi interni di qualcuno lacerarsi, fratturarsi ed esplodere. E quella sensazione fu così soverchiante e spaventosa che mi terrorizzò.
Mi svegliai di soprassalto, mentre le mie urla riecheggiavano ancora nella piccola stanza d'hotel e il mio potere aleggiava denso attorno a me.
Dannazione era successo di nuovo. Lo avevo sognato di nuovo. Probabilmente la tensione per l'imminente scontro con il Rākṣasa aveva fatto riemergere quel ricordo.
Mi rannicchiai, portandomi le mani tra i capelli lievemente sudati. Erano passati più di dieci anni, ma ogni volta che rivivevo quel momento, tornavo ad essere una piccola stupida ragazzina terrorizzata.
"Aby calmati...era solo un incubo. Ora ti sei svegliata." pensai mentre cercavo di regolarizzare il mio respiro ma, nel momento in cui iniziai a rilassarmi, li vidi.
Due piccoli occhi gialli mi stavano fissando dal fondo della stanza. Mi si gelò il sangue nelle vene e, ancora turbata a causa dell'incubo che avevo appena avuto, concentrai la mia energia nei palmi, pronta ad attaccare. Tuttavia, la voce terrorizzata e affannata di Hoseok mi fece sobbalzare nel letto.
«Aby, sono io...sono io, non farmi del male» disse uscendo dal cono d'ombra in cui si era rifugiato.
A causa delle tende spesse con cui avevo oscurato le finestre prima di andare a dormire la stanza non era molto illuminata ma, nonostante la luce fioca, riuscii comunque a distinguere la figura tremolante della volpe venire verso di me. Hoseok teneva una mano alzata mentre con l'altra si stringeva il fianco. Le code bianche erano tutte arruffate e le orecchie tese si muovevano in piccoli scatti rapidi. I ciuffi candidi dei capelli gli coprivano parte del viso e le sue labbra erano tirate.
«Cosa ci fai in camera mia...in piena notte?!» chiesi mentre mi voltavo ad osservare la sveglia digitale. Erano le 3:20, il giorno dopo dovevo svegliarmi presto per preparare assieme a Yoongi tutto il necessario alla battaglia e quella stupida volpe aveva deciso di fare irruzione nella mia stanza proprio a quell'ora.
Mi voltai verso di lui pronta a fargli una ramanzina con i fiocchi, ma quando Hoseok venne illuminato dall'unico raggio di luce che filtrava attraverso le tende, tutta la mia rabbia svanì. Una lunga ferita di almeno dieci centimetri gli solcava la guancia destra, sparendo sotto i ciuffi candidi della fronte e il sangue stava colando lento sul suo viso, macchinadogli la maglia azzurra.
«Dove diavolo sei andato? Ti sembra il caso di girare da solo la notte prima della battaglia?» domandai mettendomi seduta e fissandolo seria «E la prossima volta chiama se devi passare! Non metterti nell'angolo buio a fissarmi in quel modo! È vero che ho lasciato la finestra aperta per qualsiasi evenienza, ma è alquanto inquietante svegliarsi e vederti lì che mi fissi.»
Mi fermai un secondo mentre una realizzazione angosciante si faceva strada nella mia mente.
«Oddio, ti prego, dimmi che non ti intrufoli di notte nella mia stanza per osservarmi mentre dormo, perché giuro che se è così, ti sbatto fuori e sigillo qualsiasi entrata. Persino il buco della ventola nel bagno!» affermai, facendo aleggiare il potere attorno a me.
«No...no...ero in pattugliamento perché alcuni confidenti di Hwa-Hyung l'avevano informata di una strana presenza qui vicino e sono andato a controllare, ma alla fine era solo un Haechi troppo euforico. Poi, siccome ero in zona, sono passato a controllare se attorno al tuo hotel fosse tutto tranquillo ma, quando ho sorpassato l'angolo in fondo alla strada, ho sentito la tua energia pulsare» spiegò il gumiho avvicinandosi al letto «Ho pensato che qualcuno fosse entrato nella tua camera...magari quella maledetta tigre... così sono corso a controllare. Invece, quando ho aperto la finestra e ho scostato le tende, ho visto che ti stavi agitando nel sonno. Così sono entrato e ho cercato di abbracciarti, per calmarti senza svegliarti, ma non ci sono riuscito.»
Una strana sensazione si fece spazio dentro di me.
«Come ti sei fatto quel taglio?» chiesi seria mentre il demone si sedeva sul bordo del materasso accanto a me. Il suo sorriso si stirò in una linea sottile e fece un respiro profondo, che però gli provocò una fitta di dolore che non passò inosservata ai miei occhi.
«Non ti preoccupare Aby, per domani i tagli non si dovrebbero nemmeno vedere.» rispose cercando di eludere la mia domanda.
"I tagli? Ne aveva più di uno?".
Dannazione.
«Hobi chi ti ha fatto quei tagli?» insistei, intuendo fin troppo chiaramente chi potesse essere stato.
Il gumiho rimase in silenzio per alcuni secondi, indeciso se rispondere o meno ma poi parlò.
«Sei stata tu...»
"Lo sapevo, cazzo!" .
Osservai il suo volto sfregiato e mi sentii in colpa. Per la prima volta nella mia vita mi sentii in colpa per aver ferito un demone.
«Scusami Hobi» mormorai sommessamente «Scusami, non volevo ferirti.».
Abbassai lo sguardo.
Purtroppo lo sapevo, sapevo che quando facevo quell'incubo il mio potere spesso si risvegliava nel sonno. Non era la prima volta che ferivo qualcuno inconsciamente.
«N-non ti preoccupare.» disse nervosamente «L-lo terrò a mente per la prossima volta...» continuò allungando le dita verso la mia mano, ma bloccandosi poco prima di sfiorarla.
Alzai lo sguardo su di lui e incontrai i suoi occhi scuri che mi fissavano dolcemente. Maledizione. Era vero che era un gumiho, che era un rompi scatole nato e che a volte avevo la voglia di tappargli la bocca con cieca violenza, però non volevo fargli del male. Non volevo più fargli del male.
«Lascia che ti sistemi le ferite.» proposi, sfiorandogli le lunghe dita affusolate. A quel tocco le code del gumiho fremettero e i suoi occhi tornarono gialli per un istante, ma Hoseok non si scostò.
Uscii dalle coperte calde, gattonando vicino a lui e lo sguardo della volpe saettò sulle mie gambe nude. Ero andata a dormire indossando solamente una canottiera nera e degli shorts striminziti, non pensando di ricevere visite in piena notte e ora mi stavo pentendo di quella stupida scelta. Tuttavia, non appena Hoseok notò il mio sguardo di disappunto, distolse subito gli occhi e fissò un punto davanti a sé, senza dire nulla.
Vidi una grossa goccia di sangue minacciare di staccarsi dalla sua mascella affilata e senza pensarci due volte, allungai la mano sul suo volto.
«Ti sistemo la ferita prima che il sangue macchi le lenzuola. Se le donne delle pulizie entrano qui dentro e trovano un'altra scena splatter inizieranno sicuramente a farsi qualche domanda.» dissi facendomi più vicina a lui.
«Hai avuto problemi quando la tigre mi ha ferito al braccio?» chiese Hoseok mentre gli ruotavo il volto per osservare meglio la ferita.
«Hanno fatto qualche domanda, ma per fortuna avevo pulito gran parte delle macchie e mi sono inventata di essermi tagliata con la lama d'un coltello da lancio. Sai, a volte, essere una poliziotta e lasciare qualche arma in bella vista ha i suoi vantaggi.» risposi mentre posavo entrambe le mani sulle sue guance.
Richiamai il mio potere sul palmo sinistro, ma nel momento in cui lo feci scorrere sulla pelle del gumiho notai le code muoversi nervose.
«Non ti preoccupare, non ti farà male. Promesso» dissi.
«Lo so» rispose lui chiudendo gli occhi. Tuttavia, non appena la mia energia iniziò a scorrere all'interno della sua ferita, Hoseok rizzò le orecchie e, nonostante stesse cercando di mantenere la calma, riuscii comunque a notare quanto fosse stato agitato. Le punte delle code, infatti, si mosse in piccoli scatti involontari e il torace si espanse rapido sotto la maglietta.
Per fortuna la ferita sul volto non era molto profonda e in pochi secondo riuscii a sistemarla perfettamente.
«Hobi, ti ho ferito in altri punti?» domandai ritirando le mani.
«N-No... tranquilla Aby. Questa era la più brutta, l'altra non è nulla» disse cercando di rialzarsi ma, nel momento in cui lo fece, un uggiolio di dolore uscì dalle sue labbra. Si portò le mani al fianco destro e annaspò.
Sentendo quel lieve lamento il mio cuore accelerò e mi trovai involontariamente ad afferrargli il tessuto della maglia.
«Hobi, fammi vedere. Ti ho fatto male, lascia che ti sistemi» dissi fissandolo seria.
La volpe si fece titubante.
«Hobi...» ripetei e nel sentire il suo nome ancora una volta tornò a sedersi sul letto.
Sollevò lievemente la maglia e il mio cuore perse un battito. Un enorme ematoma gli copriva tutto il fianco destro. La macchia scura si allargava su tutto il fianco e spariva sotto la maglia. A livello del torace uno strano rigonfiamento premeva contro la pelle tesa.
«Oddio...» mormorai mentre i miei occhi notavano la costola rotta. Durante il sonno il mio potere si era svincolato talmente tanto che gli aveva fratturato una costola. Se fosse stato un umano e non un essere soprannaturale, probabilmente, lo avrei ucciso. Esattamente come avevo fatto con Nicolas.
Hoseok notò il mio sguardo terrorizzato e nascose immediatamente il busto.
«Non ti preoccupare Aby, non fa così male. Non è la prima volta che mi rompo una costola e a casa ho diverse creme create da Yoongi appositamente per queste occasioni. Se torno subito in appartamento per domani sera dovrei riuscire a tornare forte e scattante come prima.» disse cercando di consolarmi, ma nel momento in cui si voltò trattenne il respiro a causa di una fitta che non riuscì a nascondere.
Mi sentii in colpa, maledettamente in colpa.
«Hobi, ti devo curare. Domani dobbiamo essere al massimo delle nostre forze e sarebbe stupido usare le tue creme quando ci sono io. Non ti lascio andare via in questa maniera.» gli dissi decisa.
«Ma tu devi risparmiare le forze per poter impugnare la Hyup Do, e per curarci in caso di vero bisogno» replicò.
«Curare una costola rotta e qualche ematoma non mi farà stancare così tanto. E poi ho ancora quattro ore prima della sveglia... ma se continui a temporeggiare diventeranno tre» dissi imbronciata.
Hoseok mi fissò intensamente e un brivido mi percorse la spina dorsale. Osservai una piccola goccia di sangue coagulata accanto alle sue labbra e, per un istante, mi ritrovai a pensare al nostro bacio mancato. Come sarebbe stato sfiorare quella bocca? Quale gusto avrei assaggiato sul gumiho?
"No Aby...concentrati" mi dissi distogliendo gli occhi dal suo viso.
Hoseok rimase in silenzio ancora per qualche istante e poi tornò a sedersi accanto a me.
«Va bene» disse sospirando.
«Devi toglierti la maglia... devo poter vedere fino dove arriva il tessuto lesionato» gli dissi cercando di mantenere un tono di voce più calmo e pacato possibile.
Le dita lunghe e affusolate di Hoseok si serrarono attorno al tessuto morbido e caldo e il gumiho iniziò a spogliarsi. Tuttavia, arrivato a metà busto, uggiolò.
Intuendo il dolore che quel movimento gli stava creando mi allungai verso di lui. Afferrai con le mani la felpa e lo aiutai a spogliarsi. Il suo torace snello e longilineo comparve davanti ai miei occhi, come uno stupendo regalo a cui avevo appena tolto la carta colorata e quando alzai lo sguardo sul suo viso i suoi occhi scuri mi fissarono intensamente.
L'ennesima scarica mi attraversò tutto il corpo.
"Aby cosa diavolo ti sta succedendo?" pensai distogliendo lo sguardo e concentrandomi sul suo busto.
Nonostante la luce fioca riuscii comunque a vedere fin troppo nitidamente l'ematoma estendersi dal bordo dei jeans fino al capezzolo destro. La costola, rompendosi, doveva aver tranciato diversi vasi e il sangue si era espanso a macchia d'olio.
Sfiorai delicatamente la pelle bluastra con le dita e Hoseok mugolò.
«Perdonami...ma devo creare un contatto, o la guarigione non funziona» gli dissi posando la mano destra vicino al bordo dei suoi pantaloni. I miei polpastrelli toccarono i suoi addominali e il mio battito cardiaco accelerò un'altra volta.
"Abigail dannazione concentrati! Non pensare alla sua pelle bollente sotto le tue dita! E nemmeno al suo corpo mezzo nudo!" mi ammonii, prima di chiudere gli occhi.
Iniziai ancora una volta a far scorrere il mio potere nel suo corpo e percepii i suoi muscoli e le sue ossa vibrare quando furono sfiorati dalla mia energia. Identificai la costola rotta, e quella leggermente incrinata accanto ad essa, i muscoli lacerati e il sangue coagulato e iniziai a ripararli.
Per alcuni lunghissimi secondi nella stanza non si percepì alcun suono, se non quello dei nostri respiri poi, ad un tratto, Hoseok parlò.
«Aby, posso chiederti cosa stavi sognando?» domandò con tono dolce «Sembravi veramente terrorizzata. Ti muovevi e continuavi a parlare sottovoce, finché ad un tratto non hai urlato e il tuo potere è esploso...non sono riuscito in alcun modo a svegliarti...anche se ci ho provato.»
Riaprii gli occhi, ma rimasi in silenzio. Non volevo parlare di Nicolas, non parlavo mai di Nicolas ma, osservando i danni che il mio potere aveva creato sul corpo del gumiho, mi sentii maledettamente in colpa. Forse aveva il diritto di sapere perché lo avessi ferito e magari, avvisandolo, avrei evitato che tutto quello si ripetesse.
«Solamente Agnes, la mia insegnante, riesce a svegliarmi quando sogno di Nicolas.»
Lui piegò lievemente la testa di lato e mi osservò con i suoi occhi neri brillanti.
«Nicolas?» chiese titubante.
«Era l'amore della mia vita. L'ho conosciuto il primo anno delle High School e siamo stati assieme per quattro anni...finché...» mi fermai. Il ricordo di Nicolas era ancora talmente vivido dentro di me che solo parlarne mi faceva mancare il respiro.
«Finché?» mi incalzò il demone.
Feci un sospiro profondo e risposi.
«L'ho ucciso...»
Hoseok rimase fermo immobile e mi fissò attentamente.
«Hai perso il controllo del tuo potere come è successo questa notte?» chiese.
«Non sapevo nemmeno di possedere questo potere fino a quella notte...» mi fermai un attimo, concentrandomi nel rinsaldare la costola fratturata e poi tornai a parlare.
«Nicolas era stato attaccato da un lupo mannaro mentre andava a trovare Richard, il suo migliore amico, solamente tre settimane prima della sua morte... Ero stata chiamata non appena Richard lo aveva visto comparire sulla soglia di casa sua, coperto di sangue, con i vestiti completamente lacerati e ovviamente in stato confusionale. All'inizio né io né Richard avevamo creduto alle sue parole. Un lupo grande quanto un leone? Che gli aveva parlato prima di attaccarlo? Chi mai avrebbe creduto ad un racconto del genere? Pensai avesse bevuto qualcosa alla partita di football anche perché, dopo averlo calmato, era crollato a dormire. Tuttavia, il giorno seguente, dopo essersi svegliato, i morsi e le ferite che quel dannato mostro gli aveva fatto erano scomparsi.»
«Era stato infettato» commentò Hoseok.
Annuii.
«Non lo avevo capito subito. Come potevo sapere? All'epoca non conoscevo nulla del mondo soprannaturale. Però, dopo due settimane, uno strano poliziotto fece la sua comparsa in città e volle interrogarci. La voce del lupo grande quanto un leone era circolata in tutto il paese, perché Nicolas ovviamente aveva raccontato a mezza scuola del suo incontro e fu proprio in quel momento che, origliando di nascosto una telefonata dell'agente, captai la parola "lupo mannaro". Il poliziotto stava affermando che Nicolas, il mio Nicolas, fosse stato morso da un licantropo e che, essendo sopravvissuto, ora sarebbe diventato uno di loro. Per quel motivo doveva essere ucciso prima della successiva luna piena, ovvero entro sei giorni. Era una cosa folle. Così non ci pensai nemmeno un secondo, corsi da Richard e Nicolas li informai di quello che avevo sentito e scappammo. Preparammo uno zaino con alcuni cambi e qualche provvista e ci dirigemmo nel bosco. Dormimmo nei sacchi a pelo per alcuni giorni finché non ci imbattemmo in uno chalet disabitato. Decidemmo quindi che quel luogo era perfetto per nascondere Nicolas. Ci bastava solamente attendere altri tre giorni e, dopo aver superato la notte di luna piena, saremmo tornati trionfanti dalle nostre famiglie. »
A quelle parole il corpo di Hoseok fremette sotto le mie dita. Il demone probabilmente aveva appena intuito la fine di quel racconto.
«Tuttavia, quando arrivò la fatidica notte, Nicolas decise comunque di isolarsi. Per quanto le parole dell'agente ci sembrassero folli, il mio ragazzo aveva comunque iniziato a pensare che, in mezzo a tutta quella pazzia, ci potesse essere un briciolo di verità. Così convinse me e Richard a chiuderlo a chiave nello scantinato della piccola casa. Lo avevo anche preso in giro, accusandolo di eccessiva paranoia, ma quando sentii la porta di legno esplodere in lontananza me ne pentii. Corsi assieme a Richard a vedere cosa fosse successo e quando scendemmo le scale ci paralizzammo. Al posto di Nicolas vi era un enorme lupo mannaro, che ci fissava con i suoi occhi gialli pieni di rabbia e istinto omicida. Poco prima che il lupo ci attaccasse Richard mi urlò di scappare e si parò davanti a me, salvandomi la vita. Non ho visto il momento in cui Nicolas gli staccò la testa, ma ricordo le sue urla e il silenzio subito dopo.» feci una piccola pausa e continuai.
«Mi trovò poco dopo. Mi ero rifugiata in soggiorno e speravo di riuscire a scappare, ma non appena ci provai mi placcò a terra e mi tenne ferma. Fu il dolore che provai in quel momento ad attivare il mio potere, che risalì lungo la sua zampa, si propagò nel suo corpo e agì. Percepii ogni suo muscolo, ogni osso e ogni organo esplodere sotto i miei polpastrelli...» la mano di Hoseok mi sfiorò la spalla e io sospirai a quel contatto.
«Deve essere stato tremendo...» mormorò e la sua voce bassa e calda giunse come musica nelle mie orecchie «Quanti anni avevi?».
«Diciassette.» risposi in un sussurro. L'ematoma sul suo corpo era ormai scomparso, ma non riuscii a staccare le mie dita da lui. La sua pelle calda mi dava in qualche modo conforto e mi impediva di sprofondare ancora una volta in quel ricordo.
«Eri una ragazzina,» commentò, sfiorandomi dolcemente una ciocca dei capelli.
«Ma l'ho ucciso.»
«Non è stata colpa tua, Aby» disse serio e io alzai lo sguardo. Il suo volto era maledettamente vicino al mio. Ed era bellissimo.
«Non è stata colpa tua,» ripeté guardandomi negli occhi.
«L'ho sentito Hobi...ho sentito il suo corpo dilaniarsi a causa mia...se il mio potere non si fosse attivato...forse lui ...forse io...»
«Saresti morta... e lui si sarebbe ucciso poco dopo. Lo sai, i mannari che scoprono di aver assassinato la propria famiglia, o i propri amici, spesso si suicidano... Sareste morti... Tutti... Invece, così, grazie al sacrificio del tuo amico e al risveglio del tuo potere, ti sei salvata...»
«Non lo meritavo...»
«Invece sì... il tuo potere ti ha protetta e tu, attraverso esso, hai poi protetto tante altre persone... e domani proteggerai anche noi.»
Lo sguardo di Hoseok divenne quasi magnetico e percepii il suo respiro infrangersi contro il mio viso. Lo guardai per dei lunghissimi secondi.
Mi persi nei suoi occhi neri, osservai le ciglia chiare, il naso piccolo e tondo, gli zigomi pronunciati, le labbra sottili, i ciuffi che gli incorniciavano perfettamente il viso. Quel viso che continuavo a pensare fosse stupendo.
Alzai la mano sulla sua guancia, tolsi la piccola goccia di sangue che continuava a portare il mio sguardo sulle sue labbra ma, questa volta, come una falena attratta dalla luce, colmai in un istante la distanza che ci separava.
Le mie labbra si posarono sulle sue e il gumiho si irrigidì a quel tocco inaspettato. Le code fremettero dietro di lui e le orecchie si drizzarono dalla sorpresa, ma io continuai.
Feci scivolare le mie mani verso l'alto e con un rapido movimento, mi portai a cavalcioni del suo bacino. Iniziai a strusciarmi contro il suo corpo, mentre affondavo le dita nei suoi capelli candidi in cerca delle orecchie. Era da diverso tempo che desideravo toccare e stringere tra le mie dita le sue orecchie e finalmente potevo farlo. Volevo farlo.
Sfiorai il pelo morbido, gustandomi la sensazione di quella corta pelliccia sui polpastrelli e Hoseok gemette contro le mie labbra. Poi, come se si fosse appena ridestato da un lungo blackout, mi afferrò la vita.
Le sue dita scivolarono sulla mia pelle e la sua bocca premette con forza contro la mia.
Iniziò a baciarmi con passione, mentre le sue mani si portavano lentamente verso l'alto, insinuandosi sotto il tessuto leggero della mia canottiera. Il suo tocco mi sembrò bollente e la sua energia calda mi avvolse come una coperta, facendomi fremere tra le sue braccia.
Iniziai a muovermi con sempre maggior bisogno contro il cavallo dei suoi pantaloni, stringendogli le orecchie tra le dita e mordendogli il labbro vogliosa. Hoseok gemette sotto di me e io ne approfittai per inserire la punta della lingua nella sua bocca.
Il demone volpe non si fece sfuggire quella richiesta e dischiuse le labbra. La mia lingua sfiorò la sua e ben presto i nostri baci diventarono tutt'altro che casti.
Il gumiho era un meraviglioso baciatore. Rallentava il ritmo e poi lo aumentava, lo rallentava e poi lo aumentava di nuovo, facendomi fremere sopra di lui e accrescendo ad ogni bacio la lussuria nel mio corpo.
La mia energia iniziò a danzare sulla mia pelle, mentre le code del demone mi accarezzavano le gambe con il loro pelo morbido ed invitante. Volevo strusciarmi su quella pelliccia morbida, volevo passare le mie dita su quel manto candido, volevo odorarne il profumo e lo volevo fare subito. Completamente nuda.
Sfilai le mani dai capelli del gumiho e con un movimento rapido mi tolsi la canottiera. Il reggiseno nero di pizzo comparve davanti agli occhi del demone e tra le gambe percepii il suo membro premere distintamente contro la mia femminilità. Mi gustai la sensazione che quella vista gli aveva provocato e, inarcando la schiena, portai le mani sul ferretto posteriore.
«No Aby...lascia fare a me...spogliare una donna è tra le migliori cose che un maschio possa fare...e se questa donna sei tu... » le sue mani percorsero la mia colonna vertebrale e io mi sciolsi in quel tocco leggero ma esperto.
Riportai le mani tra i suoi capelli e iniziai ad arricciarne le ciocche, prima di tirarle verso il basso.
Il gumiho gemette e le sue code vibrarono attorno a noi.
«Ho immaginato almeno un centinaio di volte di farlo...» disse fissandomi negli occhi mentre sganciava con un abile movimento di dita il primo ferretto «Di poter sfiorare il tuo corpo...» il secondo gancetto venne liberato e io tremai quando le sue labbra iniziarono a baciarmi la clavicola «Ma non avevo mai immaginato che averti tra le mie mani sarebbe stato così meraviglioso.»
Il reggiseno si aprì, lasciando la mia schiena completamente nuda. Le dita di Hoseok percorsero le mie curve, arrivarono alle spalle e poi afferrarono le spalline scure.
Portai le mani verso il basso e lui mi sfilò quel piccolo indumento facendolo cadere ai piedi del letto, poi con un braccio mi afferrò la vita e mi fece distendere sul materasso.
Tornò a baciarmi, mentre mi trascinò verso l'alto e poi fece aderire il suo corpo al mio. I miei seni nudi premettero contro il suo petto ansante e mi trovai ben presto a strusciarmi come una gatta contro la sua pelle bollente.
Con le mani gli sfiorai la schiena snella ma muscolosa, scendendo lentamente verso il basso. Hoseok, invece, iniziò a baciarmi il collo e ogni volta in cui le sue labbra si posavano sulla mia pelle, una scarica di puro piacere attraversava il mio corpo conficcandosi tra le mie gambe. Il mio corpo lo voleva. Io lo volevo.
Feci scorrere le mie dita alla base delle sue code, giocherellando con i ciuffi morbidi e lisci e facendo ansimare il gumiho contro la mia pelle. Poi percorsi avanti e indietro l'elastico dei suoi boxer finché la voglia di sfiorare le sue natiche tonde e sode non divenne insopportabile. MI infilai sotto il tessuto scuro e lui contemporaneamente mi accarezzò il fianco destro.
«Abigail sei fantastica» sussurrò sulla mia pelle mentre scendeva lentamente verso il basso. Arrivato poco sopra la clavicola mi morse dolcemente e un gemito sonoro lasciò le mie labbra. Conficcai le unghie nelle sue natiche e lo attirai verso di me. Le code del demone vibrarono e il suo membro premette con forza contro i miei pantaloncini ormai completamente bagnati.
Mollai la presa e feci scivolare i miei polpastrelli di lato, con il chiaro intento di portarmi con la mano destra verso il suo rigonfiamento invitante, che volevo tastare e stringere tra le dita, ma Hoseok mi bloccò la mano.
«Hobi... » mormorai fissandolo negli occhi.
«Non così presto Aby... sei come una regina... e le regine meritano di essere adorate e venerate.» così dicendo il gumiho iniziò a scendere verso il basso, lasciando una scia di baci roventi al suo passaggio. Quando passò tra i miei seni gli tirai i capelli, sperando di farlo fermare sul mio petto, ma lui mi dedicò un piccolo ghigno divertito e continuò verso il basso.
Sfiorò con le labbra i miei addominali, sorpassò l'ombelico e quando arrivò al bordo dei miei pantaloncini mi fissò. Alzai il bacino.
Il demone volpe ovviamente accolse il consenso implicito di quel movimento e con un movimento lento e calcolato fece scorrere il tessuto del mio pigiama improvvisato lungo le mie gambe.
Rimasi vestita solamente con le mie mutandine nere e lui mi fissò con uno sguardo di fuoco.
«La Cacciatrice vestita con l'intimo in pizzo...» disse prima di sfiorare il tessuto con le dita «Non me lo aspettavo.»
«Non ti piace il pizzo nero, Volpe? » domandai ghignando mentre allargavo le gambe sotto di lui.
«Io amo il pizzo...soprattutto quello nero.» rispose mentre i suoi polpastrelli si avvicinava pericolosamente al tessuto bagnato.
«Ma c'è una cosa che amo più di tutte... » continuò fermandosi a pochi centimetri dalla mia femminilità e osservandomi.
Il mio sguardo cadde sul suo corpo illuminato. Le code dietro di lui sembravano una meravigliosa corolla bianca, che adornavano quel fiore meraviglioso che era il suo corpo.
"Un fiore tanto bello quanto pericoloso..." pensai "E proibito".
I capezzoli sul petto erano due punti scuri, perfetti da mordere e succhiare, e gli addominali contratti indicavano la strada per quel boccone così invitante e delizioso, ma ancora troppo nascosto.
Hoseok si lasciò fissare per alcuni lunghissimi secondi sfiorandomi l'interno coscia e gustandosi la sensazione dei miei occhi che lo osservavano bramosi. Dopodiché tornò a curvarsi sopra di me. Posò l'avambraccio sinistro vicino alla mia testa e mi guardò profondamente.
Posai le mani sulla sua schiena, gustandomi ogni muscolo guizzante sotto le mie dita, mentre lui risaliva lento l'interno della mia coscia.
«Amo sentire... » le sue dita sfiorarono le mie mutandine bagnate e il mio respiro accelerò «Le belle e potenti ragazze come te...» il gumiho spostò il tessuto lateralmente e io trattenni il fiato «Gemere grazie a me!».
Un lungo dito si fece strada tra le mie pieghe bagnate e mi inarcai contro di lui, affondando le unghie nei suoi dorsali.
Il demone iniziò a muoversi lento mentre la sua energia si mescolava alla mia, in una danza che non fece altro che accentuare ogni mia sensazione. Riuscivo infatti a percepire i suoi muscoli contratti, il suo cuore palpitante, il sangue che fluiva rapido nei suoi vasi. Sentii i polmoni espandersi e il suo membro pulsare nei boxer. E ogni sensazione accresceva ancora di più il fuoco indomabile che provavo in quel momento.
«Abigail sei così bagnata...» sussurrò sul mio collo prima di lasciare una scia di baci umidi sulla mia pelle bollente «E non ho ancora usato nessuno dei miei poteri su di te...» continuò tastando le mie pareti con un veloce movimento circolare. Gemetti e sentii il mio potere addensarsi.
«Hobi...» mugugnai poco prima che la volpe utilizzasse il suo pollice per sfiorare il punto esterno più sensibile tra le mie gambe. Allargai le gambe e piegai la testa all'indietro mentre una scarica di puro piacere faceva contrarre le mie pareti attorno alle sue falangi. Maledizione era bravo, era dannatamente bravo.
«Abigail se usassi il mio potere su di te potrei accentuare ogni sensazione» disse e un istante dopo, con un rapido movimento della mano, aggiunse un secondo dito.
Il mio potere si fuse con il piacere e mi dovetti concentrare per non far sprigionare la mia energia nel corpo del demone.
Sapevo che quando mi lasciavo andare il mio potere poteva divenire difficilmente controllabile e non volevo di certo ferire ancora una volta Hoseok. Sebbene, ogni suo movimento, mi stesse spingendo sempre più vicina al baratro del piacere.
«Non vuoi provare?» chiese riprendendo a mordicchiarmi il collo con dei piccoli dolci morsi «Potrei farti provare cose incredibili.» continuò cominciando a salire lungo la mia vena pulsante «Potrei farti sciogliere in un mare di lussuria per tutta la notte.»
Il suo respiro caldo si infranse come vento bollente contro il mio orecchio e io ansimai.
«Ti basta solo lasciarti andare...» le sue labbra calde e morbide arrivarono a circondarmi il lobo «Lasciati andare Abigail...» sussurrò prima di mordere e tirare verso il basso.
Impazzii e iniziai a muovere il bacino contro la sua mano, sempre più vogliosa. Lo volevo, lo volevo dentro di me e volevo percepire il suo corpo fremere, spingere e pulsare contro il mio. Ma non potevo permettermi di perdere il controllo. Così, con un rapido movimento, portai la mia mano verso il basso e la infilai nei suoi pantaloni. Sorpassai l'elastico dei boxer e finalmente sfiorai la sua pelle tesa. Chiusi gli occhi e mi gustai la sensazione del suo membro turgido che scivolava sul mio palmo. Ne percepii le vene gonfie e la leggera inclinazione verso l'alto e mi morsi il labbro nel pensare a come sarebbe stato meraviglioso sentirlo affondare tra le mie gambe.
Il demone si fermò un istante e gemette quando le mie dita afferrarono la base della sua asta dura. Le code e le orecchie vibrarono e lui socchiuse gli occhi mentre il suo respiro accelerava ad ogni mio movimento.
«Abigail...la tua mano» mormorò riaprendo gli occhi.
«Non ti piace Hobi?» gli domandai lasciva, con un sorrisino sornione sul volto.
Il demone volpe riprese a muovere le sue dita tra le mie pieghe bagnate e io boccheggiai.
«Non ho detto questo...ma vorrei dedicarmi al tuo piacere senza... distrazioni...» mi disse aumentando la velocità dei suoi affondi e questa volta, ad ogni movimento, colpì con estrema precisione il punto più sensibile delle mie pareti.
Gemetti, una, due, tre, volte e percepii il calore iniziare ad addensarsi tra le mie cosce e con esso, anche il mio potere.
«Hobi...» ansimai con un tono di preoccupazione. Sapevo che i gumiho appartenevano alla famiglia dei demoni del sesso. Le loro capacità amatorie erano descritte in ogni cultura e in ogni libro, ma non pensavo potessero essere così stupefacenti. Quello che mi stava facendo provare Hoseok, quello che era riuscito a fare in così poco tempo, era al di fuori di ogni immaginazione. Se avesse continuato così, non sarei riuscita a trattenere il mio orgasmo. La mia energia avrebbe sicuramente preso il sopravvento e le cose sarebbero finite male per lui.
«Hobi... » lo implorai, ma l'ennesima scarica di piacere mi bloccò le parole in gola.
«Shh...Ansima e vieni per me... Aby... Ansima e guardami negli occhi mentre gemi il mio nome».
Il demone volpe portò il suo volto sopra il mio e io incrociare il suo sguardo. Ma quando vidi quegli occhi gialli sopra di me, che mi fissavano con un'ombra fosca e predatoria, qualcosa nella mia mente scattò.
Il volto meraviglioso di Hoseok venne subito sostituito da quello lupesco di Nicolas e, al posto di una scarica di puro piacere, nel mio corpo si propagò una scarica di totale terrore.
«No!» urlai mentre il mio potere scorreva veloce lungo le braccia del gumiho, iniziando a fargli contrarre i bicipiti.
«Nick no!» ripetei.
Le orecchie e le code di Hoseok vibrarono e il demone si scostò immediatamente. Con un movimento rapido portai entrambe le mie mani sul suo busto e lo spinsi lontano da me. Lontano dal mio corpo e lontano dal mio potere.
Nonostante quello, però, la mia energia aveva già iniziato a propagarsi nel suo corpo e dovetti compiere uno sforzo incredibile per fermarla, ma ci riuscii. Chiusi gli occhi, regolarizzai il mio respiro e la richiamai, fermandola poco prima che iniziasse a lacerare i muscoli del gumiho ancora una volta.
Hoseok, dal fondo del letto mi fissò con le orecchie piegate all'indietro.
Un attimo prima stavamo per fare sesso assieme e un attimo dopo mi fissava spaventato. Ancora. Dannazione. Perché doveva essere sempre tutto così complicato?
«Aby...tutto bene?» chiese incerto.
Mi portai le mani tra i capelli e mi raggomitolai contro i cuscini. L'immagine di Nicolas era scomparsa, ma mi sembrava di sentire ancora il suo alito sanguigno che mi sfiorava la pelle. Gli occhi mi bruciavano, ma non volevo piangere. Non volevo mostrarmi debole proprio di fronte a Hoseok.
"Maledizione Aby! Maledizione!" urlai nella mia mente.
Sentii il materasso affossarsi e subito dopo le braccia della volpe mi circondarono il busto.
«Cosa è successo?» domandò teneramente.
Tremai. Il gumiho mi abbracciò ancora più forte e utilizzò le lunghe code morbide e folte per nascondere tutto il mio corpo.
«Va tutto bene Aby...va tutto bene.» sussurrò dolcemente tra i miei capelli mentre iniziava ad accarezzarmi le spalle.
«Mi spiace Hobi...volevo veramente... ti volevo veramente...ma poi mi è tornato in mente il volto di Nick e...non credo di essere ancora in grado di...» mormorai rabbrividendo nel suo abbraccio.
«Non ti chiederei mai di continuare Aby...mai...» disse iniziando a cullarmi amorevolmente «Quello che abbiamo fatto questa sera è già stato un meraviglioso regalo...non avrei mai pensato di riuscire a gustare le tue labbra...Se mi vorrai ancora, io sarò qui, pronto a soddisfare ogni tua fantasia e richiesta.»
Le sue code iniziarono ad accarezzarmi lente e mi adagiai contro il petto del demone.
«Avevo veramente...volevo veramente lasciarmi andare con te, Hoseok...ma.... »
«Va bene così, Aby. È stata una nottata fin troppo colma di emozioni...» disse accarezzandomi le braccia e facendomi lentamente rilassare.
Rimanemmo in silenzio per dei lunghissimi secondi. Le sue dita iniziarono a giocare con i miei capelli e io chiusi gli occhi mentre la volpe mormorava una antica melodia direttamente nel mio orecchio. Gradualmente tornai a distendermi sul letto. Hoseok coprì amorevolmente il mio corpo nudo con le coperte e si posizionò dietro di me, tornando ad abbracciarmi e ad accarezzarmi il fianco.
Lo sapevo che non dovevo affezionarmi a lui. Lo sapevo che non dovevo farmi stringere in quel modo dalle sue braccia, ma in quel momento stavo talmente bene che non ci pensai.
E non so se furono per le dolci carezze, per la pelliccia morbida che mi riscaldava o per il respiro regolare di Hoseok nell'orecchio ma per la prima volta, dopo tanto tempo, mi sentii bene tra le braccia di qualcuno. Nonostante quel qualcuno fosse un demone centenario con cui avevo giurato di non giacere mai.
«Che ne dici se adesso provi a dormire ancora un po'? Hai bisogno di essere in forze per domani e non ti preoccupare, io rimarrò accanto a te fino a quando non ti addormenterai.».
Mi sistemai contro il suo corpo e poi un lampo di consapevolezza sfrecciò nella mia testa.
«Non dovrai raccontare a nessuno di quello che è successo stanotte....intesi? A nessuno...soprattutto a Yoongi.» lo minacciai.
«Non lo dirò a nessuno!» giurò lui ridendo.
«Se lo dici a qualcuno giuro che te ne pentirai.»
«Non dirò a nessuno che la temuta Cacciatrice ha sviluppato un debole per noi pelosetti.» disse divertito mentre mi scostava una ciocca di capelli dal volto.
«Hoseok... » lo ammonii.
«Lo prometto» disse ridacchiando e quella dolce risata mi scaldò il cuore «Sarà il nostro piccolo segreto».
Sorrisi nella penombra prima di chiudere gli occhi.
Il giorno dopo mi sarei pentita di tutto quello che avevo fatto? Sicuramente.
In quel momento me ne importava qualcosa? Assolutamente no.
Così, coscia di aver ormai attraversato il punto di non ritorno, ma troppo stanca per pensare alle conseguenze, mi addormentai.
☆Nota dell'autore☆
Team tigrotto posso spiegare!
Non è come sembra...cioè no...è esattamente come sembra però.... Ci sono tanti però da qui in avanti.
Abigail, colta da un momento di debolezza ha finalmente deciso di baciare le labbra dolci ed invitanti di Hoseok e beh...ha avuto qualche difficoltà nel fermarsi ma, una volta giunta sul più bello, i demoni del passato sono tornati a farle visita e lei si è spaventata.
Cosa ne pensate della sua storia?
È da diversi capitoli che volevo darvi un piccolo assaggio del passato della nostra protagonista ma non avevo mai trovato il momento adatto.
Spero vi sia piaciuto questo piccolo "ricordo" e che vi sia utile per capire un po' meglio la psicologia della nostra Cacciatrice.
Ma secondo voi cosa succederà adesso? Abigail si pentirà di quello che ha fatto? Tornerà sui suoi passi o continuerà a scendere la scala del peccato?
La battaglia con il Rākṣasa ormai è alle porte e vi posso assicurare che i prossimi capitoli saranno pieni di colpi di scena.
Ne approfitto anche per avvisarvi che proverò ad aggiornare Lunar settimanalmente. Non so se riuscirò ad essere perfetta e può essere che ogni tanto salti qualche venerdì, ma ho intenzione di aumentare il numero di pubblicazioni quindi ecco...tenete le orecchie ben tese e se non lo avete ancora fatto vi consiglio si seguire la mia pagina instagram per rimanere sempre aggiornat* sulle uscite.
A presto.
A.
+゚☆゚+。★。+゚☆゚+。★。+ Super quark soprannaturale +゚☆゚+。★。+゚☆゚+。★。
Haechi: è un mostro meglio conosciuto per la sua capacità di proteggere gli esseri umani dal fuoco e da altri disastri, è diventato la mascotte ufficiale della città di Seoul nel 2008. Nella mitologia coreana, gli haechi sono un gruppo di mostri che fanno parte di leoni, pecore e unicorni. Inoltre, gli haechi sono ricoperti sia di squame che di piume, mentre le corna crescono sulla testa. Nonostante il loro aspetto raccapricciante, gli haechi cercano spesso giustizia punendo i malvagi. La maggior parte degli haechi si trova oggi a guardia di case o palazzi coreani. Considerando che l'haechi può mordere la luna e creare un'eclissi, così come i viaggi nel tempo, li rendono spettacolarmente efficaci, e stravaganti guardiani.
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