Cap.21 ☾- HIGH STAKES - ☽
La luce tenue dei lampioni si accese appena varcai la soglia della palestra.
Lo spogliatoio femminile si trovava alla mia sinistra e la piccola immagine di una donna stilizzata attirò come sempre la mia attenzione. Percepii delle flebili voci provenire dalla stanza principale e mi diressi velocemente verso la porta rossa.
Non appena arrivai davanti a quello che avevo decretato essere il mio armadietto, posai la borsa a terra e mi guardai attorno. Iseul, la Beta di Namjoon, era già arrivata. Le sue scarpe bianche, perfettamente pulite, erano accuratamente posizionate nel fondo del suo piccolo guardaroba. Un paio di pantaloni in pelle e una felpa rossa perfettamente piegati occupavano il ripiano intermedio e un cappello nero da pescatore era appeso al gancio laterale.
Osservai tutta quella perfezione e mi venne la nausea. Da che ricordassi ero sempre stata una patita della pulizia e dell'ordine, ma c'era qualcosa nel modo di fare di Iseul che mi dava decisamente sui nervi. Ovviamente ero contenta che lei e Bon-Hwa si fossero offerti di aiutare Namjoon durante la battaglia contro il Rākṣasa, soprattutto conoscendo le loro abilità nel combattimento, ma davvero non riuscivo a farmela piacere. Nonostante il giorno precedente fosse stata tremendamente gentile e carina nei miei confronti, qualcosa nel suo modo di fare mi urtava profondamente.
Lanciai, con forse troppa foga, gli stivaletti dentro il mio armadietto e i tacchi spessi urtarono contro l'acciaio della parete. Il suono secco e metallico rimbombò in tutto lo spogliatoio e mi maledissi mentalmente per tutto quel rumore.
"Abigail calmati. Adesso ti cambi e poi vai a sfogare tutto questo strano malessere nell'altra stanza" pensai sfilandomi la maglia verde. Con un rapido movimento mi slacciai il reggiseno e l'aria fredda che mi sfiorò i seni nudi mi fece rabbrividire. Mi sbrigai. Indossai il top elastico arancione, i pantaloni neri e le scarpe da ginnastica. Raccolsi i miei capelli in una treccia, presi l'asciugamano e uscii dallo spogliatoio.
La stanza principale della palestra di Namjoon era decisamente ampia. Sei tapis roulant erano posizionati lungo la parete destra e davanti ad essi un ring da boxe occupava quasi tutta la zona centrale. Ovviamente non mancavano attrezzi e macchine per il potenziamento muscolare: leg press, lat machine, barre per trazioni, panche piane e diverse macchine multifunzione erano posizionate tutto attorno al ring centrale.
Nell'angolo sinistro, accanto all'entrata per la prima stanza speciale che Namjoon aveva fatto costruire appositamente per gestire le trasformazioni dei propri mannari, diversi sacchi da boxe pendevano dal soffitto e, come il giorno precedente, una tigre di mia conoscenza, era intenta a prendere a pugni la pelle nera del suo sacco.
Jungkook era vestito con una canottiera nera che gli ricadeva leggera attorno ai fianchi e lasciava scoperte le braccia muscolose. Un paio di pantaloncini con diverse scritte colorate a livello delle cosce gli fasciavano le gambe e i capelli gli ricadevano in disordinati ciuffi argentati sulla fronte. Sebbene fossi a diversi metri di distanza, riuscii comunque a notare come la sua pelle fosse madida di sudore e come i muscoli di braccia e gambe, si contraessero ad ogni movimento.
Ero ancora ferma immobile ad osservarlo, quando Namjoon arrivò alle mie spalle.
«Ben arrivata Abigail!» mi salutò allegro.
Nel sentire pronunciare il mio nome Jungkook si voltò e i suoi occhi neri incontrarono i miei. Il mio cuore accelerò e distolsi immediatamente lo sguardo da lui. Dannazione. Da quando avevamo incontrato Taehyung non mi sentivo più la stessa. Le sue parole mi avevano colpita molto più di quanto volessi ammettere e, nonostante ora tenessi sempre le mie difese completamente serrate in sua presenza, non riuscivo più a guardare Jungkook e Hoseok allo stesso modo.
«Ciao Namjoon, come va? Hai cambiato look?» chiesi cercando di dimenticare l'immagine della tigre sudata e concentrandomi sul nuovo aspetto dell'Alpha.
Namjoon era vestito con una semplice t-shirt bianca e i pantaloni grigi extra-large nascondevano le sue gambe muscolose. I capelli, che fino alla sera prima erano biondi, ora erano stati accorciati in un taglio quasi militare e tinti di nero. Due lievi linee completamente rasate partivano da sopra l'orecchio destro e si allungavano di diversi centimetri lungo la nuca, dandogli un tocco decisamente intimidatorio.
«Tutto bene. Oggi al lavoro è stata una giornata infernale ma sono riuscito a fare un salto dal mio parrucchiere di fiducia. Ti piace?» chiese allargando le braccia.
«Stai molto bene così» risposi con un sorriso.
«Grazie, è un onore ricevere questo complimento dalla Cacciatrice» rispose passandosi la mano tra i capelli corti lievemente in imbarazzo e sorridendo. Sorrisi anche io. Tra tutti i componenti del nostro strano gruppo, Namjoon, era quello in cui riponevo maggior fiducia e sicurezza.
«Sai Abigail, non ti nascondo che comincio ad essere un po' in ansia per domani sera, ma sono contento. L'allenamento di ieri è andato meglio del previsto. Con Taehyung abbiamo quasi ultimato i dettagli del piano e sembra che tutti si stiano impegnando al massimo.»
«Vedrai che andrà tutto bene, Nam» lo confortai «Non lo pensavo possibile, ma stiamo veramente agendo come una squadra compatta e unita.»
«A proposito di squadra, dove sono tutti? Al momento, a parte Iseul che ho accompagnato qui io, siete arrivati solamente tu e Jungkook» disse Namjoon indicando il mannaro.
Tornai ad osservare la tigre e mi accorsi solo in quel momento della figura femminile accanto a lui. Iseul, che quella sera si era vestita con un top striminzito e dei pantaloncini quasi invisibili, stava parlando allegramente con Jungkook. I capelli neri, tagliati in un corto caschetto alla moda, le ricadevano ordinati ai lati del volto tondo e gli occhi scuri, incorniciati da lunghe ciglia folte, osservavano maliziosi il giovane mannaro.
Distolsi lo sguardo da quella scena digrignando i denti.
«Yoongi e Hobi dovrebbero arrivare fra mezz'ora. Oggi sono andati a fare un sopralluogo al parco.» dissi dirigendomi verso i tapis roulant.
«Perfetto, così ci sapranno dire se il luogo che abbiamo deciso per l'imboscata va bene.» affermò Namjoon seguendomi.
«Per quanto riguarda i vampiri non ho idea di dove siano. Jimin ieri aveva farneticato qualcosa sul fatto che dovevano passare al Blood per sistemare alcune questioni appena Taehyung e Seokjin si fossero "svegliati". Quindi ne deduco che possano tardare anche loro» continuai, salendo sul nastro nero.
«Questo significa che possiamo goderci ancora un po' di pace e tranquillità» commentò scherzando il lupo.
«Sì, forse sì.» risposi premendo il pulsante di avvio e posando l'asciugamano davanti a me.
«Ti dispiace se mi unisco a te in una breve corsetta?» chiese Namjoon fissandomi con i suoi occhi a mezzaluna e salendo sul tapis roulant accanto al mio.
«Assolutamente no.» risposi iniziando ad aumentare la velocità.
Ad un tratto una risata acuta arrivò alle mie orecchie e mi voltai infastidita. Iseul stava ridendo con tono civettuolo a chissà quale frase del mannaro e Jungkook si stava passando la lingua sulla guancia mentre la guardava.
Serrai i pugni e continuai a correre.
Cercai di mantenere un ritmo costante e di non pensare ai due mannari che stavano palesemente flirtando tra loro dall'altro lato della stanza ma, inaspettatamente, Jungkook e Iseul si diressero verso il ring centrale.
La mannara afferrò le corde blu e rosse e, dopo aver praticamente passato il fondoschiena a pochi centimetri dal volto della tigre, con una piroetta degna di una atleta di ginnastica artistica atterrò al centro del quadrato. Jungkook la fissò alzando il sopracciglio con il piercing e poi staccò i suoi piedi dal pavimento. Senza produrre nemmeno un suono i suoi piedi nudi si posarono a pochi centimetri da quelli Iseul e i due mannari si fissarono con uno sguardo d'intesa.
Aumentai ancora la velocità del mio tapis roulant.
Jungkook girò con passo sensuale attorno a Iseul e poi si mise in posizione di difesa. Lei gli sorrise lasciva e, dopo aver fatto alcuni passi indietro, alzò le braccia e scrutò la tigre mannara.
«Avanti lupetta, a te la prima mossa» disse divertito il giovane.
Nel sentire quel soprannome la mia energia pulsò all'interno della sua gabbia e serrai i pugni. Namjoon mi fissò curioso.
«Peggio per te, gattino» rispose lei e poi, come un fulmine, scattò in avanti.
La mannara fece alcuni passi e poi alzò la gamba destra. Jungkook si preparò a parare il calcio diretto al suo fianco, ma a metà strada la lupa interruppe il movimento. Si abbassò, posò entrambe le mani a terra e ruotò su sé stessa. Allungò l'altra gamba e puntò a colpire le caviglie della tigre. Jungkook però fu più veloce. Saltò verso l'alto e quando atterrò, cercò di colpire Iseul con una ginocchiata dritta sul volto. La lupa intercettò i movimenti del giovane guerriero e riuscì a schivare quell'attacco. Si rimise in piedi e poi si avventò ancora una volta contro di lui.
«Iseul è brava...ma la tua tigre lo è di più» disse Namjoon al mio fianco.
«Lui non è la mia tigre» risposi in automatico. Namjoon mi fissò con un sorrisetto, ma io lo ignorai.
I due mannari iniziarono una lotta senza esclusioni di colpi, fatta di dritti, rovesci, prese e controprese. Ad un tratto Jungkook riuscì ad afferrare il polso di Iseul e con un abile movimento di gambe si portò dietro di lei. Le portò verso l'alto l'avambraccio e la fece piegare. Dopodiché posò il piede dietro il suo ginocchio e, con una mossa molto simile a quella che Seokjin aveva cercato di fare su di lui solamente pochi giorni prima, la fece finire carponi. Iseul cadde a terra con un tonfo ma continuò a lottare e Jungkook, per impedirle di rialzarsi, si mise sopra di lei. I loro corpi si tesero l'uno contro l'altro e, quando Jungkook le bloccò la mano ancora libera con la propria, la lupa ringhiò. Tuttavia, nell'esatto momento in cui il petto della tigre si posò sulla sua schiena Iseul fremette, poi alzò di qualche centimetro il suo bacino e lo fece combaciare perfettamente con quello di Jungkook. Sentii il battito cardiaco martellarmi nelle tempie mentre vedevo la lupa che si dimenava soddisfatta sotto il corpo possente della tigre. Fin troppo soddisfatta in quella morsa che sembrava a tutti gli effetti una posizione sessuale.
Jungkook avvicinò il volto ai capelli corvini di lei ma, mentre la mannara chiuse le palpebre e smise di muoversi, lui alzò i suoi occhi dorati su di me e mi sorrise.
In un istante mi vidi al posto di Iseul e mi mancò il respiro.
"Per quanto tu stia continuando a soffocarlo, io lo sento il desiderio che hai di lasciarti andare con loro...il desiderio che aleggia dentro di te..."
Le parole di Taehyung mi rimbombarono nella mente e con un movimento brusco della mano spensi il tapis roulant.
"Vaffanculo!" urlai nella mia mente mentre il nastro sotto i miei piedi riduceva la sua velocità.
«Vado ad allenarmi con la Hyup-Do.» dichiarai a Namjoon prima di passarmi l'asciugamano sul collo sudato. Volevo allontanarmi da Jungkook e lo volevo fare subito.
Scesi dalla macchina e con passo deciso mi diressi verso la stanza in cui, il giorno prima, mi ero allenata assieme a Yoongi.
Feci attenzione a rimanere più lontana possibile dal ring ma, così facendo, non colsi il sorriso divertito di Namjoon e il successivo occhiolino che indirizzò al giovane mannaro gongolante.
"Maledetta tigre" pensai mentre cercavo di allontanare i fremiti dal mio corpo.
«Abigail, ho posato la Hyup-Do sulla rastrelliera, accanto alla porta!» urlò Namjoon alle mie spalle mentre mi inseguiva stranamente contento.
«Grazie Namjoon, ti vuoi allenare assieme a me?» chiesi rallentando il passo.
«Abigail, mi secca ammetterlo proprio con te, ma non sono per nulla bravo con le armi affilate...sono più per il corpo a corpo» rispose lui grattandosi la testa.
«Nessun problema. Chiederò a Bon-Hwa» dissi osservando il terzo lupo apparire dalla porta dello spogliatoio maschile.
Bon-Hwa era un mannaro che aveva la mia stessa età. Era alto poco meno di Namjoon, ma aveva anche lui un fisico snello e possente. I capelli, che aveva tinto di un meraviglioso color indaco, erano portati in un alto codino e i suoi occhi in quel momento erano di un intenso color viola, a causa delle lenti a contatto di cui non poteva mai fare a meno. Le sue iridi infatti erano perennemente arancioni. Avevo scoperto quel dettaglio il giorno prima, quando lo stesso Bon-Hwa mi aveva raccontato la sua triste storia. Il lupo mannaro era rimasto prigioniero per diversi anni in un laboratorio segreto presso la montagna del Sobaek, in Corea del Nord e, a causa di tutti gli esperimenti che avevano condotto su di lui, i suoi occhi ora rimanevano sempre di quel colore ferino. Mi aveva raccontato di come, dopo sei anni di prigionia, era riuscito a fuggire e attraversare miracolosamente il confine fra le due Coree, facendo perdere per sempre le sue tracce ai suoi aguzzini. Aveva vagato come lupo solitario per diverso tempo finché, una volta giunto a Seoul, non aveva incontrato un giovane Namjoon. Tra i due era nata subito una forte amicizia e, dopo che il mannaro aveva sconfitto il vecchio Alpha, Bon-Hwa era stato investito del prestigioso incarico di Beta.
Il lupo, che in quel momento indossava una canottiera bianca e un paio di pantaloni neri molto attillati, si guardò attorno e mi vide. Sul suo volto comparve un bellissimo sorriso smagliante e poi mi salutò.
Stavo per alzare la mano e ricambiare il suo saluto quando una presenza fin troppo familiare mi giunse alle spalle.
«Cacciatrice, ti aiuto io ad allenarti.» mormorò in un sensuale brontolio Jungkook.
«Mi sembra che tu abbia già cominciato il tuo programma oggi e da quello che ho intravisto hai persino trovato una compagna ben disposta a sudare assieme a te.» risposi acida voltandomi verso la tigre mannara e fulminandola con lo sguardo.
Un ghigno divertito comparve sul suo volto e come ogni volta in cui pensava ad una risposta pungente da darmi, si passò la punta della lingua sul piercing del labbro.
«Lo sai che non voglio nessuna se non te» replicò lui.
«Peccato che abbia già deciso di allenarmi con Bon-Hwa» dissi sorridendogli gelida e fissando subito dopo il lupo, che nel frattempo si era tolto la canottiera. Rimasi a guardare per diversi secondi il fisico scolpito del Beta e sentii Jungkook ringhiare sommessamente dietro di me.
«Cos'è Cacciatrice hai paura di non potermi battere?» domandò poi con tono strafottente.
«Posso batterti quando voglio Jungkook» risposi continuando a guardare il lupo mannaro che camminava con disinvoltura verso la barra delle trazioni.
«Questo è quello che ti ripeti. Ma ti ricordo che non ci sei mai riuscita. Ti ho sempre bloccata. Prima contro il muro, poi contro il tuo letto e adesso potrei farlo tranquillamente anche contro il pavimento. Esattamente come ho fatto con Iseul. Non sei mai riuscita a battermi, Cacciatrice» disse con tono spavaldo la tigre «E sai benissimo anche tu di non essere in grado di farlo. Per quello preferisci allenarti con il lupo.»
A quelle parole serrai i pugni ancora una volta e mi voltai. Azzerai quasi completamente le distanze tra me e il mannaro e alzai la testa, fissandolo dritto negli occhi.
«Se brami così tanto che ti sbatta il culo sul pavimento, ti accontento!» e così dicendo, dopo avergli dedicato uno sguardo di fuoco, lo superai, entrando furiosa nella stanza alle sue spalle.
Sentii Jungkook iniziare a fare le fusa mentre mi seguiva.
«Mi puoi sbattere dove vuoi, Cacciatrice» mormorò palesemente eccitato.
«Abigail, ricordati che domani sera ci serve tutto intero!» mi ricordò Namjoon ridendo.
«Alpha, ma tu da che parte stai?» lo rimbeccò Jungkook.
«Sempre da quello delle signore!» rispose lui divertito.
Mi avvicinai alla rastrelliera e presi in mano la Hyup Do. Serrai le dita attorno al manico color blu notte e iniziai a infondere il mio potere lungo di esso. Così facendo la lama affilata divenne a tutti gli effetti una vera e propria estensione del mio corpo e, pochi istanti più tardi, le innumerevoli venature dorate si illuminarono intensamente.
La sensazione di impugnare un'arma sacra era molto particolare. Il mio potere infatti fluiva al suo interno nello stesso identico modo in cui fluiva all'interno dei corpi ma, al posto di percepire i tessuti vitali, percepivo distintamente i materiali di cui era composta. Soprattutto le venature dorate, che assorbivano la mia energia quasi fossero vive. Yoongi mi aveva spiegato che, ogni volta in cui sarei riuscita a colpire un essere soprannaturale con quella spada, avrei percepito la mia energia vibrare e disperdersi. Ogni arma sacra utilizzava, infatti, il potere del proprio stregone per ferire la pelle coriacea dei mostri. Maggiore era il potere di chi la impugnava e maggiori erano i danni che l'arma poteva infliggere e io non vedevo l'ora di usarla contro il Rakshasa.
Mi gustai ancora per qualche secondo la stupenda sensazione di impugnare un'arma di quel tipo prima di farla vorticare sopra la mia testa e puntarla contro Jungkook.
«Allora vuoi rimanere sulla soglia o vuoi farti sotto?» chiesi fissandolo con un ghigno divertito.
«Prometto di non farti troppo male» continuai beffarda «Alla fine non essendo un demone non rischi la vita, ma qualche bel taglio non te lo leverà nessuno».
«Per ferirmi devi riuscire a prendermi» rispose lui passandosi la lingua nella guancia e scostandosi i capelli dalla fronte con un rapido gesto della mano. Poi gonfiò il petto, si avvicinò alla rastrelliera e prese il Jahn Bong, il bastone da taekwondo.
«Ti ho mai detto che ci so fare con i bastoni...di ogni tipologia e dimensione?» chiese muovendo qualche passo verso di me e mettendosi in posizione.
«Dicono tutti così... » lo canzonai cogliendo perfettamente la sua allusione.
«Se non ti fidi della mia parola dovresti provare di persona» continuò lui guardandomi con uno sguardo felino.
«Ti piacerebbe... »
«Mostrarti quanto sono bravo? Assolutamente!» dichiarò sempre più divertito.
«Sei troppo sicuro di te stesso, Jungkook»
«Per conquistare una donna Alpha come te lo devo essere.»
«Non mi conquisterai mai. Io non mi faccio conquistare da quelli come te» dichiarai convinta.
«Ne sei sicura? Io dico che mi basta una sera...esci una sera con me Abigail e poi non potrai più levarmi dalla testa.» propose prima di serrare la presa sul suo bastone.
«Non capiterà mai!» risposi convinta.
«Ne sei convinta?»
«Assolutamente!» risposi ripetendo quella parola nello stesso modo e con lo stesso tono che aveva usato lui solo pochi secondi prima.
«Allora facciamo così: se riuscirò a mandarti al tappetto in meno di due minuti, alla fine dell'allenamento di oggi, uscirai con me. Va bene?» propose il mannaro con gli occhi splendenti.
«Questi giochetti con me non funzionano. Per te sarà sempre e comunque "No".» risposi convinta.
«Hai paura? Sai che perderesti... non è vero?» mi provocò.
«Jungkook non ti conviene, fidati.»
«Io dico che hai paura» continuò lui con un ghigno.
Serrai la presa sulla Hyup Do.
«Secondo me sai benissimo di non poter resistere nemmeno trenta secondi contro di me per cui preferisci nasconderti dietro ad un "No", piuttosto che affrontarmi e perdere.».
Lo sapevo che dovevo lasciar cadere quella provocazione, ma la voglia di dare una lezione a quella tigre insolente fu talmente grande che non riuscii a trattenermi.
«Un minuto Jungkook. Riuscirò a batterti in un minuto...e se vinco io la smetti di fare il cazzone e mi lasci in pace.»
«Un minuto? Sarà più che sufficiente per bloccarti contro il pavimento... Sfida accettata!» rispose lui.
«Sfida accettata!» concordai a mia volta.
Per alcuni lunghissimi secondi rimanemmo entrambi immobili e in silenzio. L'unico rumore che si sentì della stanza fu quello della ventola sopra di noi, che girava senza sosta muovendo piccole correnti d'aria che sfiorava la nostra pelle sudata.
La tensione tra me e il mannaro divenne palpabile. Dovevo metterlo al tappeto e dovevo farlo velocemente. Quindi scattai.
Portai la lama verso il basso e cercai di colpirlo con un ridoppo ben assestato. Se gli avessi aperto una bella ferita dal fianco sinistro fino alla spalla destra si sarebbe sicuramente arreso.
Jungkook, tuttavia, intuì la mia mossa. Fece un passo indietro e ruotando verticalmente il suo bastone lo fece abbattere contro il piatto della mia lama. La traiettoria della Hyup Do venne così modificata e io mi trovai con il fianco destro scoperto. Jungkook alzò la gamba sinistra con il chiaro intento di colpirmi ma mi rannicchiai. Sentii il suo piede sfiorarmi la testa e poi, approfittando della sua stabilità precaria, estesi la gamba destra. Gli colpii lo stinco con forza e il mannaro perse l'equilibrio, cadendo all'indietro.
Stavo già pregustando il sapore della vittoria quando Jungkook, con un movimento sovrumano, si rigirò. Posò mani e piedi a terra, in un perfetto plank, e poi con un balzo si rialzò.
«Ti hanno mai detto che i felini cadono sempre in piedi?» chiese beffardo osservando la mia espressione contrariata.
Mi rialzai a mia volta e tornai a fronteggiarlo.
«Il mio gatto potrebbe dirti il contrario» risposi.
Lo sentii fare le fusa e nel suo volto si formò un enorme sorriso.
«Lo sapevo che eri una tipa da gatti» commentò «Per una come te i cani sono animali troppo stupidi... come la nostra volpe» e dopo quelle parole partì all'attacco.
Sollevò il bastone verso l'alto e cercò di colpirmi, ma io fermai quell'attacco con l'impugnatura della mia arma. Jungkook sorrise e iniziò a spingere, pensando che con la sua forza sarebbe riuscito a spezzare la mia difesa, ma io scivolai di lato e la punta del suo Bong si schiantò contro il pavimento, rompendosi in mille piccole schegge. Ne approfittai per cercare di assestargli un colpo orizzontale, ma il mannaro si piegò all'indietro, in una mossa che mi ricordò Neo nel film di Matrix.
Dopodiché mi fissò con un ghigno e un istante più tardi lo percepii alle mie spalle.
"Dannata supervelocità" pensai quando sentii il suo corpo aderire al mio. Il suo bastone calò davanti alla mia figura. Il legno premette contro il mio ventre e le braccia di Jungkook si strinsero attorno alle mie. Ero bloccata.
«Allora questa sera preferisci finire la nottata da me o da te? Se non è un problema io preferirei da te, il letto del tuo hotel è molto più grande e comodo» mormorò direttamente nel mio orecchio.
«Hai usato i tuoi poteri» sibilai con rabbia.
«Non mi sembra avessi detto che non potevamo usarli... » disse lui curvandosi su di me.
Percepii il suo petto sudato contro la mia schiena e il suo respiro caldo mi solleticò il collo. Una scarica partì da quel punto, si propagò lungo tutta la mia colonna vertebrale e si conficcò direttamente tra le mie cosce facendole involontariamente contrarre.
Le sue fusa ripresero, più forti e potenti di prima mentre iniziava a strusciarsi contro il mio corpo intrappolato. Il suo bacino adese al mio fondoschiena e la sua guancia si strofinò su tutto il mio collo.
«Lo sento che mi vuoi» soffiò sulla mia pelle «I tuoi ferormoni stanno riempiendo tutta la stanza e il tuo odore mi sta dando alla testa. Mi vuoi talmente tanto che se chiudo gli occhi riesco a percepire il tuo gusto sulla punta della lingua...sembra così dolce, caldo ed invitante. Delizioso.» un rigonfiamento fin troppo chiaro mi sfiorò la base della schiena e deglutii.
«Non vedo l'ora sia finito l'allenamento per poterti portare via con me davanti agli occhi meravigliati di tutti... soprattutto quelli della Volpe... .»
Nel sentire quelle parole una scarica di pura rabbia fluì nel mio corpo e la Hyup Do brillò ancora più intensamente tra le mie mani.
«Non hai ancora vinto, Jungkook!» dichiarai lasciando che l'ira mi colmasse.
Feci scivolare di diversi centimetri l'arma sacra tra i miei palmi e la brandii solamente con la mano destra. Dopodiché, diressi la lama verso il fianco del mannaro.
La presa di Jungkook si sciolse all'istante e scatto all'indietro. La Hyup Do squarciò il tessuto della sua maglia nera e sfiorò di striscio la pelle candida.
La tigre si accucciò sulle gambe, mollò a terra il bastone ormai rotto e si lanciò contro di me. Schivai la sua presa scattando di lato, ma lui con una piroetta ricadde a quattro zampe, si portò alle mie spalle, mi prese il polso libero e cercò di torcerlo dietro la mia schiena.
"Se pensi di potermi bloccare a terra come hai fatto con Iseul ti sbagli di grosso".
Approfittai di quel contatto. Smisi di infondere il mio potere nalla Hyup Do e lo convogliai prontamente lungo il braccio del mannaro.
Nell'esatto momento in cui Jungkook se ne rese conto, per lui ormai era troppo tardi.
Feci contrarre tutto il suo braccio in uno spasmo doloroso, sperando che il mannaro mollasse la presa. Invece, l'unica cosa che ottenni, fu un suo mugugno sommesso.
«Arrenditi» gli suggerì.
«Mai» rispose digrignando i denti. Gli avevo completamente paralizzato il braccio ma, nonostante tutto, si ostinava a voler continuare.
«Allora te la sei cercata» dichiarai.
Feci scorrere la mia energia in tutto il suo corpo e, dopo essermi gustata quella sensazione, iniziai a contrarre ogni singolo muscolo. Cominciai dalle braccia, passai alla sua schiena ampia e arrivai infine alle gambe. Il mannaro annaspò dietro di me e la sua presa finalmente venne meno.
Con un movimento veloce mi voltai. Portai il manico della mia Hyup Do dietro le sue gambe e, non interrompendo nemmeno per un istante la mia connessione con lui, gli tirai una spallata al centro del petto. Jungkook incespicò nella mia arma e perse finalmente l'equilibrio. Quando i suoi piedi si sollevarono feci una mezza piroetta su me stessa, impedendo che la Hyup-Do rimanesse incastrata tra lui e il pavimento, e lo osservai cadere rovinosamente all'indietro. Il suo fondoschiena toccò terra con un suono sordo e io richiamai immediatamente la mia energia.
Il mannaro cercò di frenare la caduta con le braccia ma si ritrovò comunque con la schiena a terra.
Senza perdere nemmeno un secondo di vantaggio gli puntai la lama accuminata a livello della giugulare e sorrisi.
«Hai perso» dissi guardandolo dall'alto al basso e trascinando la lama affilata sulla sua pelle.
Il suo petto si alzò e si abbassò diverse volte, finché dalle labbra di Jungkook non fuoriuscì uno strano gorgoglio. Un istante più tardi, le fusa ripresero sonore.
La tigre alzò la testa lentamente e con estrema attenzione mi fissò. I suoi occhi dorati risplendettero pieni di gioia.
Si era divertito? Si era divertito a combattere contro di me, nonostante avessi usato il mio potere su di lui?
Lo fissai attentamente e il mio cuore palpitò nel petto, mentre quello stupido mannaro con palesi istinti autolesionisti mi guardava felice.
Il mio sguardo indugiò sul suo corpo sudato, sui capelli completamente bagnati, sulla mascella squadrata, sulla vena pulsante del collo, sul petto ampio e sugli addominali che si intravedevano attraverso lo squarcio della maglia.
Le fusa si fecero più intense e Jungkook si godette appieno quel momento. Inarcò leggermente la schiena e ampliò il petto. Un brivido di piacere mi percorse tutto il corpo quando vidi i suoi muscoli contrarsi ancora una volta.
Subito dopo però un applauso squarciò il silenzio nella stanza e, per fortuna, distolsi gli occhi da lui.
«Ragazzo, la Cacciatrice ti ha fatto il culo!» esclamò Namjoon sulla soglia della porta «Ti ha messo al tappetto in cinquantasei secondi!».
Ci girammo entrambi verso Namjoon, che nel frattempo entrò nella stanza mostrando un enorme sorriso. Tolsi la Hyup-Do dal collo della tigre e mi voltai, dirigendomi verso la rastrelliera.
"Abigail dannazione cosa ti sta succedendo? Lo hai osservato come se fosse stato un delizioso cono gelato pronto per essere leccato e lui se n'è accorto!" pensai cercando di togliere l'immagine del mannaro sudato e ansimante dalla testa.
Namjoon, che nel frattempo si era avvicinato a Jungkook, gli tese la mano e la tigre approfittò di quel gesto gentile per rimettersi in piedi.
«Alpha, tu non hai idea. Il suo potere è una cosa spettacolare» commentò Jungkook entusiasta «Era come averla sotto pelle. È riuscita a farmi contrarre ogni muscolo contemporaneamente! E la sentivo...sentivo la sua energia mentre lo faceva.»
Mi girai fissandolo sbalordita. Jungkook sembrava veramente elettrizzato per quello che gli avevo fatto provare e il fatto che fosse elettrizzato non era esattamente quello che mi aspettavo. Il mio intento era quello di spaventarlo a morte, facendolo rendere conto di quello che avrei potuto fargli, invece, la tigre parlava di quella esperienza come se fosse appena sceso dalla montagna russa più bella di tutta la sua vita.
Pulii la lama della Hyup Do con il mio asciugamano, sporcandolo con una lieve linea rossa e posai l'arma al suo posto.
«Tu hai qualche rotella fuori posto!» dichiarai tornando dai due mannari.
Jungkook inclinò la testa e spalancò gli occhi, che nel frattempo erano tornati di un nero intenso.
«A me non fanno paura le femmine forti. Ho capito dal primo istante in cui ti ho vista quanto fossi potente, Cacciatrice... e ora che ho provato sulla mia pelle quello che sai fare... sono sempre più contento di averti scelta come mia futura compagna.»
«Come tua...tu non hai solo qualche rotella fuori posto, sei completamente matto!» affermai.
«Avanti Cacciatrice...non puoi negare che tra di noi ci sia una certa chimica» mi rispose lui sorridente.
«Tra di noi non c'è proprio nulla Jungkook! E ora, come pattuito, vedi di smetterla con questa buffonata e lasciami in pace.» dissi uscendo impettita dalla stanza.
«Ripetilo pure quante volte vuoi, ma ho visto come mi fissavi prima!» urlò alle mie spalle prima di voltarsi verso Namjoon «Hai visto anche tu vero Alpha? È esattamente come una femmina di tigre... mi ringhia contro, ma alla fine mi vuole.» affermò convinto Jungkook «E riuscirò a conquistarla... Ne sono convinto!»
La risata del lupo riempì la stanza.
«Hai ancora molta strada da fare giovane tigre... ma mettiti in testa una cosa...» gli disse Namjoon «Lei non è come le altre.»
«Lo so Alpha...lei è meravigliosa!» disse Jungkook con gli occhi sognanti e, sebbene mi trovassi a diversi metri di distanza, riuscii comunque a percepire il flebile rumore delle sue fusa.
"Stupida tigre" pensai mentre entravo nello spogliatoio.
Lanciai l'asciugamano sporco nel mio armadietto e mi avvicinai ai rubinetti accanto alle docce. Mi scostai alcune ciocche dal viso e pregustai la meravigliosa sensazione di quell'invitante sorso fresco ma, quando mi avvicinai al getto d'acqua, la porta alle mie spalle si aprì.
L'energia calda di Iseul mi colpì la schiena, ma feci finta di nulla e con estrema noncuranza bevvi due lunghi sorsi d'acqua. Magari era infuriata per qualcos'altro e non necessariamente con me.
«Abigail.»
Il mio nome rimbombò secco nella piccola stanza e sospirai. Ce l'aveva con me.
"Perché non posso stare tranquilla nemmeno cinque minuti?" mi chiesi mentre chiudevo il rubinetto. Mi voltai lentamente e la guardai.
La lupa fece qualche passo in avanti e ridusse al minimo le distanze tra di noi. Purtroppo persino lei era più alta di me così, nel momento in cui mi fronteggiò, fui costretta ad alzare la testa.
«Dimmi, Iseul.» risposi cercando di mantenere un tono di voce più neutro possibile, ma fissandola dritta negli occhi. Era più alta di me, vero, ma io ero la Cacciatrice. Mi bastava uno sguardo per intimorire mostri ben più forte di lei. Così mi limitai ad una semplice occhiata glaciale e, come immaginato, la lupa perse gran parte della sua spavalderia.
Tuttavia, dopo pochi secondi, la rabbia tornò a darle coraggio.
«Stai lontana da Jungkook!» dichiarò fissandomi seria «Lui non è adatto ad una come te. È un mannaro, deve stare con una della sua specie.»
Quella affermazione mi lasciò interdetta e per un istante fui persino tentata di riderle in faccia, ma senza troppa difficoltà mantenni la maschera di serietà e indifferenza che stavo indossando.
«Intendi dire che deve stare con te?» le chiesi con un sorriso freddo sul volto.
A quelle parole le guance della giovane mannara si tinsero intensamente di rosso.
Avevo fatto centro. Tuttavia, lei mantenne la sua posizione e continuò a fissarmi dall'alto dei suoi quindici centimetri di differenza.
«Non ti preoccupare Iseul, non potrei essere più d'accordo. Non mi interessano i mannari...tanto meno quelli pieni di ego e strafottenza come Jungkook.» le risposi prima di scansarla. Non avevo intenzione di creare malumori all'interno del gruppo, tanto meno per questioni così sciocche e banali come queste.
Feci qualche passo in avanti puntando la porta d'uscita e volendo abbandonare quella inutile discussione, quando le lunghe dita della lupa si serrarono attorno al mio polso.
Mi voltai di scatto e la fulminai con lo sguardo.
«Jungkook è dolcissimo. È tra i mannari più sensibili e gentili che abbia mai incontrato. Non ti permetto di parlare così di lui» dichiarò convinta.
I suoi occhi che nel frattempo erano diventati di un intenso color nocciola mi fissarono seri, ma io, dopo alcuni istanti di silenzio, scoppiai a ridere.
Lei mi fissò arricciando le labbra, ma non mollò il mio braccio.
«Iseul, sei sicura che stiamo parlando della stessa tigre?» le domandai beffarda «Perché Jungkook è esattamente un concentrato di strafottenza ed ego...conditi da una elevata quantità di testosterone.» aggiunsi seria.
«Se avessi passato anche solo cinque minuti a parlare con lui te ne saresti accorta.» mi rispose con una smorfia stizzita «È dolce, premuroso e altruista. Ha rinunciato a tutto pur di rimanere accanto al suo migliore amico e proteggerlo...e ora è disposto a rischiare la vita un'altra volta...nonostante sia stato sull'orlo della morte solamente pochi mesi fa! Ogni femmina nel nostro branco vorrebbe al suo fianco un mannaro così!»
Quelle parole mi colpirono in un modo che non avrei mai immaginato potesse succedere. Avevo sempre ritenuto Jungkook come un immaturo a cui piaceva pavoneggiarsi, ma se dietro a tutta quella arroganza si nascondesse in realtà un animo gentile? Se avessi confuso Bambi con Shere Khan?
Fissai la mano di Iseul stretta ancora attorno al mio polso e, non potendone più di tutta quella situazione, richiamai il mio potere. Lo feci scorrere lungo le dita della mannara e poi tornai a fissarla furente.
«Te lo ripeterò solamente un'altra volta Iseul. Non ho alcun interesse né su Jungkook né su qualsiasi altro mannaro o mostro soprannaturale con cui tu mi abbia vista interagire in questi giorni. Mi servono per arrivare a catturare ed uccidere il Rākṣasa, in modo da concludere questo maledettissimo caso e potermene finalmente tornare a casa. Ci siamo capite?» domandai.
La mannara mi fissò per alcuni secondi e poi mi liberò.
«Ottima scelta» commentai.
«Non ho alcuna intenzione di battermi contro di te per decretare chi tra le due sia la più degna di portarsi a letto quella Tigre. Lo vuoi? Prenditelo. È tutto tuo! E ora ti prego, finiamola con questa cosa da quindicenni e usciamo. Sono arrivati anche gli altri e abbiamo ancora una lunga serata davanti» e così dicendo le diedi le spalle, lasciandola ferma immobile al centro dello spogliatoio.
Aprii la porta mentre la voce cristallina di Jimin irrompeva nella stanza principale e fu proprio in quel momento che notai la figura di Hoseok stagliarsi nitida contro il muro alla mia destra. Le sue labbra erano serrate in due linee rosse quasi invisibili e i suoi occhi lanciavano lampi di odio verso Jungkook.
Ci aveva visto. Ci aveva sicuramente visto.
Stavo pensando a come riuscire a gestire tutta quella situazione senza scatenare una terza guerra mondiale, quando le braccia snelle ma muscolose della tigre dorata mi cinsero il collo.
«Dove ti eri cacciata mia stupenda Abigail?» chiese allegro mentre mi stringeva in un forte abbracciò.
Sospirai.
"Ancora un giorno Abigail...solamente un giorno."
☆Nota dell'autore☆
E puntuale come sempre eccomi tornata con l'aggiornamento di Lunar.
Cosa ne pensate?
La nostra protagonista si è finalmente fatta valere e ha rimesso la tigre mannara al suo posto...o quasi. Ma il "piccolo" Jungkook avrà capito la lezione? O da adesso in poi insisterà ancora di più con lei? E Aby cederà al fascino felino?
In tutto ciò sembra che Hoseok li abbia visti lottare tra di loro. Cosa pensate succederà nei prossimi capitoli? La volpe farà la sua mossa o rimarrà ancora in disparte a guardare? Al via le teorie!
In questo capitolo ho finalmente voluto presentarvi anche i beta di Namjoon.
Iseul e Bon-Hwa saranno dei personaggi secondari, ma la loro presenza diventerà molto importante per il proseguo della storia. Lo so che non si sono visti ancora molto ma vi piacciono? Spero proprio di sì.
Come sempre fatemi sapere cosa vi è piaciuto e cosa non vi è piaciuto e se volete, lasciate pure qualche commento e qualche stellina.
Ci risentiamo tra quindi giorni.
Vostra
A..
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