CAP. 2 ☾- THE WOLF & THE FOX- ☽

La stanza delle autopsie era grigia e spoglia e la luce bianca che proveniva dalle lampade non aiutava di certo a rendere quell'ambiente confortevole. Quelle sale alla fine erano fatte quasi sempre allo stesso modo. Pareti grigie, due o tre tavoli di metallo, enormi luci al neon che illuminavano ogni angolo della stanza e diversi carrelli serventi con tutto l'occorrente per le autopsie.
Come ogni volta rimasi in attesa in un angolo attendendo che il medico di turno preparasse il corpo sul tavolo anatomico e mi desse l'autorizzazione ad avvicinarmi. Nel frattempo guardai Yoongi avvicinarsi con passo pesante alla sedia posta davanti alla scrivania e ci crollò letteralmente sopra. Si sedette con fare scomposto e lo osservai massaggiarsi le tempie mentre chiudeva gli occhi e si dondolava in avanti.
Probabilmente nemmeno a lui piaceva quel posto. D'altronde a chi piaceva il reparto di anatomia patologica se non a chi ci lavorava dentro?

«Ho quasi fatto agente White» sentii dire dal dottor Kim, un piccolo ometto sui sessant'anni che aveva accolto me e Yoongi all'entrata della sala nove. Lo osservai infilarsi i guanti bianchi e scoprire il corpo della ragazza.
Il medico iniziò elencando le generalità della vittima e poi passò a descrivere con perizia le varie lesioni che aveva trovato sul suo corpo.
«La vittima è stata attaccata in più punti, braccia, gambe,spalle. vede agente White queste sono ferite recenti, i margini sono rossi e netti, ma queste...» disse poi l'uomo indicando altre lesioni « Queste sono più vecchie, sono già in fase di cicatrizzazione. A vederle così le direi che sono state procurate almeno una settimana fa, mentre queste ultime. Queste ultime sono praticamente quasi cicatrizzate del tutto» concluse poi indicando diverse ferite sulle braccia e sul torso.
«La cosa particolare è che alcune di esse hanno tempi di cicatrizzazione differenti sebbene sembrino essere la continuazione della stessa lesione. Vede?» aggiunse poi indicando una lunga ferita che partiva dall'incavo del gomito sinistro e finiva vicino alla spalla. Mi avvicinai per osservare meglio la ferita. Effettivamente la zona più distale era già completamente cicatrizzata mentre, la zona più prossimale, era ancora di un color rosso tenue.

«Molto strano» dissi.

«Si ci sono alcune cose molto strane ma sicuramente questa povera ragazza è stata ferita molte volte» disse particolarmente convinto mentre muoveva il capo quasi per marcare ancora di più quella sua opinione.

«Quindi lei pensa che la ragazza fosse già stata attaccata nei giorni precedenti e che l'assassino la scorsa notte abbia deciso di finire il suo lavoro?» chiesi provando a capire meglio il suo pensiero.

«Si...cioè no...non lo so a dir la verità...» disse amareggiato.
«Alcune di queste lesioni hanno un tempo di cicatrizzazione non compatibile con la tipologia di danno arrecato.» disse con sguardo serio ma io faticai a capire il senso delle sue parole.
Lo guardai seria e probabilmente lesse sul mio volto la mia confusione per cui dopo avermi sorriso continuò.
«Mi spiego meglio. Vede questa cicatrice alla spalla destra agente?» disse il dottore indicando una cicatrice biancastra che andava dall'inizio del seno destro fino alla punta della spalla «Con un taglio così profondo e così lungo la ragazza non sarebbe dovuta essere in grado di utilizzare il braccio destro per diversi mesi nonostante una buona fisioterapia. Inoltre sarebbe sicuramente dovuta andare in qualche ospedale a farsi medicare ma, cercando nel database di tutti gli ospedali di Seoul, l'ultimo suo ricovero risulta essere avvenuto cinque anni fa. Quindi o è andata in una clinica privata, ma le cliniche che possono fare una ricostruzione del genere sono pochissime, o non mi so spiegare come sia possibile una guarigione di questo tipo. Anche perché questo braccio lo ha usato per difendersi questa notte, come può notare anche lei dalle unghie rotte e dalle diverse contusioni.»

«In effetti è molto strano.» affermai osservando attentamente il braccio della ragazza. Qualcosa non tornava.

«In aggiunta tutte le ferite presenti sul suo corpo sono state provocate probabilmente da diverse armi da taglio ma non capisco come l'assassino abbia potuto infliggere così tante lesioni con così tante armi differenti» disse indicandomi ancora una volta le varie ferite.
«Oltretutto, se mi posso permettere, la quantità di sangue presente sulla scena del crimine non può essere appartenuto tutto alla ragazza» disse il medico osservandomi attentamente «E, ipotizzando fossero coinvolte solamente due persone nella lotta, era comunque troppo. Sarebbero dovute morire dissanguate entrambe nel giro di pochi minuti. Invece non è stato trovato un secondo cadavere e la nostra vittima è morta a causa dello squarcio sul tronco» disse indicando l'enorme ferita che partiva dall'ombelico e arrivava fino a metà sterno. Avevo provato a non focalizzarmi su quella lesione per tutto il tempo della spiegazione ma ammetto che il mio sguardo si era concentrato su di essa più e più volte.
«Le hanno rotto quattro costole e tutta la parte destra del cuore è mancante. Anche se, agente White, non saprei dirle con che arma l'hanno colpita per farle tutti questi danni. La lama era sicuramente affilata ma il materiale doveva essere decisamente resistente per frantumare così le ossa» spiegò l'uomo con un tremito nella voce e gli occhi momentaneamente atterriti.
«Agenti, chiunque sia stato è un mostro e va fermato a tutti costi»  disse infine osservando me e Yoongi.

Pensai attentamente a quello che mi aveva appena detto. Le ferite con tempi di guarigione diversi, gli ematomi sparsi un po' ovunque sul corpo della ragazza, lo squarcio che partiva dall'ombelico e arrivava fino al torace, la parte di cuore mancante.
Mi voltai verso Yoongi che si dondolava sulla sedia e lo fissai. Si fermò poco dopo e mi sorrise, un sorriso sghembo che indicava chiaramente come si stesse aspettando qualcosa da me.
Non si era avvicinato al corpo della ragazza con la scusa di averlo già osservato abbastanza sulla scena dell'assassinio e di non volermi influenzare con le sue ipotesi ma qualcosa nel modo in cui lo aveva detto, e nel suo attuale comportamento, mi faceva chiaramente intuire come il motivo fosse in realtà diverso.

"Cosa mi stai nascondendo?" pensai osservandolo attentamente.
Quasi riuscisse a leggermi nella mente allargò il suo sorriso e allungò contemporaneamente le sue braccia dietro di sé incrociandole poi dietro la nuca. Dopodiché rimase fermo a guardarmi.

Rimasi a fissare i suoi occhi neri per alcuni secondi e poi distolsi il mio sguardo tornando a posarlo sul corpo nudo della ragazza.
«Concentrati Abigail» mormorai tra me e me mentre prendevo due guanti dal carrello servente.
Mi legai i capelli in una coda veloce e mi chinai sulla ragazza.

Iniziai così ad ispezionare ogni singola ferita e ogni singolo trauma sfiorando accuratamente la sua pelle lacerata e contusa.
Partii dalle gambe, passai poi alle braccia e infine mi concentrai sul suo piccolo torace quasi completamente dilaniato.
Quella ferita era veramente profonda. Il sangue coagulato mi aveva erroneamente fatto stimare uno spessore di qualche centimetro invece mi resi conto solamente in quel momento di come fosse molto ma molto più larga.
Il taglio comunque era netto ed era chiaramente stato inferto partendo dal ventre. Mi misi a pensare quale lama avesse la forza di squarciare completamente un addome, arrivare alla cassa toracica e fratturare le costole senza rompersi o senza lasciare nemmeno una scheggia.
"Nemmeno le lame più affilate riuscirebbero a fare questo. Rimarrebbero comunque incastrate nelle ossa e servirebbero diversi colpi per poter fare tutto questo...solamente gli artigli sarebbero in grado di spezzare in un colpo solo le..." fermai di colpo i miei pensieri.

«Artigli» sussurrai tra me e me ad un tono di voce quasi impercettibile.
«Sono stati degli artigli» ripetei infilando un dito nella lesione e ripercorrendo tutto il suo tragitto. Arrivata alla terza costola allargai la ferita per osservarne la superficie e notai un graffio quasi impercettibile posto sulla superficie più ventrale dell'osso.
"Ma chi riesce a fare una cosa del genere? Le lesioni non sembrano quelle tipiche dei lupi mannari. I loro artigli sono tozzi e larghi e quando rompono le ossa creano numerose schegge al loro passaggio. Inoltre preferiscono usare le zanne per dilaniare le loro vittime non di certo le loro zampe." pensai osservando ancora una volta il corpo senza vita davanti a me "Queste ferite sono state fatte da artigli più affilati, affilati e profondi...probabilmente una forma felina?" lascia aleggiare quella domanda nella mia mente finché ad un tratto realizzai un'altra cosa.
"I tagli! Tutti i tagli minori sono molto simili tra loro come forma e direzione, variano solamente per la dimensione. Ma come può essere sopravvissuta a così tante lesioni?" mi chiesi " Se fosse stato un mannaro a provocargli la ferita alla spalla la ragazza sarebbe sicuramente stata infettata dalla licantropia e, se ci basiamo sulle informazioni che mi ha dato il dottor Kim, essendo quella lesione vecchia di almeno un mese la vittima si sarebbe sicuramente dovuta trasformare una settimana fa con la luna piena e, con la trasformazione, tutte le ferite sarebbero dovute scomparire...A meno che..." pensai poi tra me e me "A meno che la ragazza non fosse stata...".

«Cazzo!» imprecai togliendo di colpo i guanti bianchi e lanciandoli nel cestino accanto al tavolo.

«Tutto bene agente?» chiese il medico osservandomi.
Mi voltai subito verso Yoongi e lo trovai fermo nella stessa posizione di prima ma questa volta mi fissava con un sopracciglio alzato e un sorriso compiaciuto sul volto.
"Lui lo sapeva già" pensai osservandolo. Aprì la bocca pronta per parlare ma il ragazzo lanciò un veloce impulso energetico che arrivò a sfiorarmi delicatamente la braccia facendomi venire la pelle d'oca. Ma questa volta non andò oltre. Lasciò aleggiare la sua energia sul mio corpo per qualche secondo e poi la ritrasse altrettanto velocemente.

Lo fissai con uno sguardo interrogatorio. Cosa stava cercando di fare? Perché non voleva che parlassi?
Yoongi mi fissò ancora con i suoi piccoli occhi scuri e poi alzò velocemente lo sguardo verso la videocamera posta nell'angolo della stanza. Chiaramente non voleva che parlassi lì dentro di quello che avevo appena scoperto.
"E va bene accoglierò la tua richiesta ma voglio sapere esattamente tutto quello che sai" pensai osservandolo prima di girarmi verso il medico.

«Mi scuso dottor Kim per la reazione di poco fa ma penso di aver intuito qualcosa di importante sul caso. Devo rientrare quanto prima in centrale e capire se l'intuizione che ho avuto è corretta. La ringrazio delle informazioni esaustive e della pazienza che ha dimostrato nei miei confronti» dissi con un leggero inchino nella sua direzione.

«Si figuri agente White sono contento di esserle stato utile» disse con un lieve sorriso «Spero che lei e l'agente Min riusciate a risolvere presto il caso» disse poi prendendo il telo bianco che aveva accuratamente piegato e riposto nel fondo del tavolo e tornando a coprire il corpo della ragazza.

«Lo spero anche io» risposi.

«Buona fortuna agenti» sentii dire alle mie spalle mentre mi incamminavo verso l'uscita.
Lanciai uno sguardo verso Yoongi e quando gli passai di fianco lo fissai intensamente. Doveva darmi delle spiegazioni e doveva darmele subito.
Aprii la porta e sentii il ragazzo salutare il dottore prima di arrivare al mio fianco.

«Tu lo sapevi, lo sapevi e non hai detto nulla perchè?» chiesi.

«Ne parliamo appena siamo fuori» mi disse perentorio.

«Allora sbrighiamoci!» affermai aumentando il passo.
Arrivammo all'uscita esterna e delle lievi gocce d'acqua colpirono il mio viso. Aveva ricominciato a piovere ma in quel momento non mi interessava. Osservai Yoongi guardarsi attorno attento e poi il ragazzo iniziò a camminare seguendo il lato dell'edificio finché non svoltò in una piccola stradina laterale seminascosta tra gli alti palazzi.
Quando finalmente si fermò nella mia mente si erano ormai formate un sacco di domande e non riuscì ad aspettare nemmeno un secondo in più.

«Tu lo sapevi! Lo sapevi che era una mannara! Perché non hai detto nulla?» domandai tutto d'un fiato.

«Si, lo sapevo. Lo sapevo che era una mannara perché conoscevo Chaewon fin da quando eravamo bambini» confessò guardandomi dritta negli occhi senza un minimo di esitazione.

«Cosa? Tu la conoscevi? Eri amico di una mannara?» chiesi incredula.

«Si agente White. La conoscevo ed eravamo amici, e fidati se ti dico che non meritava di morire così» disse fissandomi serio «Non ha mai fatto male a nessuno, era una brava persona» disse poi con la voce piena di rabbia.

«Non era una persona era una mannara» dissi quasi d'istinto.

«E i mannari non sono delle persone? Non meritano anche loro di vivere tranquillamente la loro vita se sono dei bravi cittadini?» mi chiese.
Quella domanda mi spiazzò. Avevo sempre visto i mannari come dei mostri da uccidere prima che la bramosia del sangue li cogliesse e li trasformasse in assassini a sangue freddo. Perché si, sapevo per esperienza che prima o poi tutti quanti seguivano quell'istinto primordiale che li portava ad uccidere. Sebbene provassero con tutte le loro forze a reprimersi prima o poi cedevano. E quindi era meglio ucciderli prima. Prima che la loro parte umana cadesse vittima di quella animale.
Osservai Yoongi attentamente e capii che probabilmente non gli era mai successo di perdere qualcuno a causa di questo suo stupido utopistico ideale. Perché, quando perdi qualcuno a causa di un mannaro, la tua opinione su di loro cambia drasticamente.
Decisi quindi di non rispondere e provai a passare alla domanda successiva.

«Perchè non hai informato il capitano Lee?» chiesi «Sapere che la vittima era una mannara è un dato importante per il caso» affermai.

«Dovresti saperlo agente White! La polizia non investiga sugli omicidi dei mannari. Tirano un sospiro di sollievo pensando "Che bello è morto un altro mostro", archiviano il caso e passano oltre. È successo così per le prime due vittime!» confessò Yoongi furente.

«Aspetta...aspetta per le prime due vittime? Ci sono stati altri due omicidi prima di questi? Perché non ne sapevo niente?» chiesi sbigottita.

«Perché come ti ho detto erano mannari. Quando giunto sulla scena del crimine ho informato il capitano Lee che la coppia di anziani erano due mannari ha subito interrotto la raccolta di indizi e ha archiviato il caso senza nemmeno continuare nell'investigazione» disse sempre più infuriato.

«Quindi le vittime sono sei in tutto?» chiesi sempre più sconcertata.

«Si le vittime sono sei» confermò Yoongi.

«E sono tutti mannari?» continuai a chiedere.

«No, ci sono quattro mannari e due umani» rispose facendo un lungo sospiro alla fine della frase.

«Due umani?»

«Si l'uomo d'affari, la seconda vittima che ti è stata inviata. Era un sensitivo come noi. Lavorava per il Clan della città» disse Yoongi.

«Un sensitivo...» mormorai incredula «E aspetta cosa vuol dire che lavorava per il clan della città?» chiesi sempre più confusa.

«E il terzo, il barman in realtà era un curatore ed era anche molto bravo e rinomato nella comunità soprannaturale della città» continuò Yoongi senza prestare attenzione alle mie domande.

"Cazzo!" pensai "Un curatore in più in città poteva essere utile!".

Sentii una familiare fitta alla tempia presagio di un imminente mal di testa farsi spazio nella mia testa. Negli ultimi cinque minuti avevo ricevuto fin troppe informazioni e la mancanza di sonno iniziava a farsi sentire. Sospettavo che questo caso fosse complesso ma non mi aspettavo certamente fino a questo livello. Inoltre avevo la netta sensazione che Yoongi mi stesse nascondendo ulteriori informazioni per cui sbottai.

«Dannazione Yoongi che altro stai tenendo nascosto al dipartimento?» chiesi esasperata «Se vuoi che ti aiuti in questo caso devi darmi tutte le informazioni necessarie altrimenti come pretendi che riesca a capire cosa diavolo sta succedendo? Cosa si nasconde in questa città? Cosa intendi per clan? E come facevi a conoscere tutte queste persone?»

«Siamo passati a chiamarci per nome quindi? Va bene Abigail ma prima devo chiederti una cosa. Sei disposta ad investigare lo stesso nonostante quello che hai scoperto?» chiese Yoongi fissandomi intensamente e sentii la sua energia crescere attorno a lui. «Quello che sta accadendo qui in città sembra essere molto più rischioso rispetto alle normali battute di caccia che facciamo con la polizia. L'assassino è molto astuto e molto potente e ha preso di mira solo chi ha legami con il mondo soprannaturale» sentenziò poi il ragazzo con un tono cupo.

Rimasi qualche secondo in silenzio e poi risposi.

«Chiariamo subito che i pelosi mi stanno antipatici e non faccio questo per loro, ma sono morti degli umani e le vittime stanno aumentando. Se c'è un pazzo mostro assetato di sangue libero per la città è mio dovere prenderlo e ucciderlo» dissi convinta.

«Quindi è un si?» chiese.

«Cazzo Yoongi, si! È un maledetto si!» risposi.

«Sono contento di sentirtelo dire» affermò Yoongi con un sorriso molto simile al mio sul volto.
Ci fissammo per alcuni secondi lasciando aleggiare le nostre energie attorno a noi.

«Allora ci sono un po 'di cose che devi sapere riguardo questa città» iniziò il ragazzo davanti a me.

«Sono tutta orecchie» dissi prima di bloccarmi di colpo. Un lieve pizzicore mi percorse la nuca e senza nemmeno pensarci mi girai immediatamente estraendo la pistola dalla fondina. La puntai dritta davanti a me e due occhi attenti e vispi fissarono la canna dell'arma.
Il ragazzo che si era appena materializzato alle mie spalle alzò le mani e le frappose tra lui e la mia pistola in segno di resa.

«Agente White sarà mia premura farle cambiare idea su noi dolci pelosetti» disse con voce allegra mentre un grande sorriso comparve sul suo volto.
Lo fissai attentamente ma non abbassai l'arma.

«E tu chi sei?» chiesi osservandolo.

«Io sono un fidato amico di Yoongi» rispose come se quelle parole bastassero per ottenere la mia fiducia.
Lo osservai attentamente. Era almeno quindici centimetri più alto di me, corpo snello, capelli bianchi leggermente arruffati, occhi neri profondi, labbra sottili e rosse, una pelle chiara come la luna.
Ero ancora intenta ad osservare i suoi dettagli per intuire che tipo di essere soprannaturale fosse quando, per una frazione di secondo, il suo aspetto cambiò. I suoi occhi diventarono gialli, tra i suoi capelli bianchi spuntarono delle lunghe orecchie dalla punta scura e dietro il suo corpo fecero capolino numerose code pelose.

«Un kitsune...» sussurrai osservandolo meravigliata. Era raro riuscire a vedere un demone volpino, erano molto schivi e di natura scaltra. Inoltre si diceva fossero molto bravi a camuffare il loro aspetto.

«Si..ma diciamo che sarebbe più appropriato chiamarmi Gumiho» disse.

«Tranquilla Abigail di lui ti puoi fidare» sentii dire da Yoongi alle mie spalle.
Osservai ancora il demone davanti a me che sfoggiò un sorriso splendente mostrando le sue piccole zanne e abbassai l'arma.

«Piacere mi chiamo Hoseok» disse poi inchinandosi con una posa molto teatrale «Ma lei agente White mi può semplicemente chiamare Hobi»



☆Nota dell'autore☆

E anche il secondo capitolo è online!
Che ne pensate del nostro Hobi versione volpe a nove code? Vi piace come idea?
Il caso si infittisce sempre di più e la nostra protagonista ha appena deciso di scendere nella tana del Bianconiglio. Dove la porterà questa sua decisione?

Scopritelo nei prossimi capitoli.

A presto!

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