Capitolo 5 - Una telefonata speciale
Non so chi leggerà questo capitolo e il ritardo è atroce. Avete ogni ragione del mondo, eppure la mia ispirazione sta tornando pian piano, perciò questa storia la voglio finire. Grazie ancora a chi segue le vicende di Diana, a chi ancora ha speranza e a chi ancora non ha smesso di credere in Luna Nuova. Costi quel che costi, avrete ancora miE notizie. Un abbraccio enorme.
Senza nemmeno ascoltare oltre o chiedere il permesso, mi precipitai fuori dalla sala strappando il telefono di mano da mia madre.
"Pronto?" La mia voce tremava, ero così felice di poter finalmente sentire mia sorella.
"Diana?" domandò con un suono strozzato Hanna. Che domande, chi credeva che fossi?
"Allora, come stai?"
Battevo un piede a terra nervosa, mentre camminavo avanti ed indietro per il corridoio. Era da mesi che non avevo sue notizie e il solo sentire il suo respiro mi fece venire una fitta al petto: mi era mancata così tanto.
"Per favore, risparmiamo la scenata da gemella premurosa"'sputò acida, per poi tacere qualche attimo. "So invece che devi scusarti per qualcosa, quindi procedi pure. Ti ascolto."
"E per cosa, esattamente?" Quella ragazza era incredibile! Parlavamo da pochi attimi e già avevo una fortissima voglia di strozzarla.
"Per esserti indebitamente presa ciò che sarebbe dovuto essere mio."
Fui io a restare in silenzio, ragionando su ciò a cui si stava riferendo. Fino a che non ebbi un flash e dissi: "Io non ti ho rubato nulla. Nel caso in cui non ti ricordassi, è stato lui a saltarmi addosso; io non c'entro niente. Non avrei mai potuto farti del male."
Hanna rise sguaiatamente, come se avessi detto la cosa più divertente del mondo. "Io non sto parlando di quel verme di Kyle, è acqua passata la vostra scappatella." Mi morsi la lingua per non risponderle male. Forse avrei fatto meglio a ricordarle il giorno in cui avevo beccato lei a spalmarsi contro Jackson, intenzionalmente. "Io mi sto riferendo alla licantropia."
Oh, questa non me l'aspettavo. "Come si fa ad appropriarsi una cosa simile?" chiedo sinceramente curiosa.
"Ma tu, hai per caso fatto un paio di domande a mamma e papà sul perché i tuoi occhi siano così?"
Restai zitta, indecisa su cosa dire.
"Io..."
Venni subito interrotta. "Dio mio Diana, quanto sei sciocca! Possibile che tu non capisca di quale potere ti sia stato fatto regalo?" Pausa ad effetto. "Tu sei destinata fin dalla nascita ad essere Alpha."
"Che cosa?!" domandai con voce strozzata. Ormai mi stavo contorcendo le mani, torturandole per l'ansia. Mi ero accasciata contro il muro e avevo un forte nodo alla gola.
"Noi siamo speciali. O meglio, voi lo siete, dal momento che io sono ancora umana." Sentii una voce maschile in sottofondo dall'altra parte della cornetta, mi era familiare. "Moltissimi anni fa, agli antenati della mamma era stato fatto un dono, per ringraziarli del loro sacrificio. Evander, il tuo bis-bis-bis-bis-bis-bis nonno, era un capo buono e giusto, imparziale, ma compassionevole. Un giorno, durante lo scontro contro un branco nomade che aveva invaso il suo territorio, perse il figlio e la moglie. Vennero uccisi di fronte ai suoi occhi, sventrati come conigli."
Repressi un conato. Non capivo perché mi stesse raccontando questa storia, senza risparmiarsi i particolari crudi, ovviamente. Hanna però, nonostante io non avessi proferito nemmeno una parola, proseguì indisturbata: "Fu così che egli, sopraffatto dal dolore, si lasciò andare abbandonando quasi a sé stesso il branco. I suoi vice, Ariana e Geoffrey, litigavano su tutto non riuscendo a mettersi d'accordo su come procedere: far sì che Evander tenesse il titolo di capo o spodestarlo? Ariana voleva diventare la nuova Alpha, Geoffrey invece voleva salvare il suo capo. Ci teneva a lui come a un padre, gli aveva sempre voluto un gran bene poiché era stato allevato dalla sua famiglia dopo che i suoi erano stati uccisi. Provò a convincere la ragazza a dargli retta e credette di avercela fatta, dopo una notte bollente fuori città. Tuttavia al suo risveglio era solo nel letto, benché fosse ancora tiepido. Ariana se ne era appena andata e lui sapeva bene il perché. Subito si precipitò a casa di Evander e ciò che vide gli fece gelare il sangue nelle vene: la persona di cui si stava innamorando, teneva stretta tra le mani il collo dell'uomo. Così egli non poté fare altro che avventarsi su di lei, non tenendo però conto del fatto che lei potesse essere armata. Riuscì appena in tempo a spostarla dal suo capo, quando Ariana subito ritornò alla carica. Diretta verso Evander, scaraventò via Geoffrey come fosse fatto di carta e quasi trafisse l'alpha. I due lottarono senza sosta, mentre ancora il povero beta era quasi privo di sensi. Dio se fu cruento come scontro, o così raccontarono. Nessuno seppe bene come, ma alla fine Geoffrey si frappose fra i due, sacrificando sé stesso per salvare colui che lo aveva cresciuto."
Sospirai. "Interessante, davvero. Ma dove vuoi andare a parare?" commentai stranita.
"Pazienta, sorella." sbuffò dall'altra parte della cornetta. "Ciò che però Ariana non sapeva, era che Evander aveva stretto un patto molto speciale che includesse lui e i suoi eredi. Un druido molto potente aveva fatto sì che il sacrificio fosse sinonimo di rinascita come dono per ringraziarlo di aver salvato i famigliari del mistico, nonostante ciò aveva portato alla morta della moglie e del figlio del capo branco come ti ho avevo appena detto. Perciò, quando Geoffrey si fece uccidere al posto di Evander, di certo morì. E soffrì, in modo invisibile, ma solo per poi risorgere come Alpha poiché aveva dato la sua vita per una persona che amava. In questo modo si scoprì che il buon Geoffrey era il figlio illegittimo del capo e che questo lo aveva appena portato a essere una persona, o meglio, un licantropo tutto nuovo." Le ultime parole furono un sussurro, come se mi avesse appena confessato il segreto della vita eterna.
In quel momento, il telefono mi cadde dalle mani. Ero scioccata, senza fiato e senza parole. Io ero una specie di mezzo Alpha e mezzo beta?
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