1.

Inspiro, anche se forse inspiro non sarebbe la scelta lessicale più opportuna ma ora come ora poco mi importa. La luce della luna piena mi illumina con i suoi flebili raggi mentre ammiro il paesaggio che mi si presenta dinnanzi agli occhi: un boschetto di pini che sembra spingersi fin dove il mio occhio riesce a guardare. Resto sospeso per qualche istante mentre noto quella che credo sia la mia ombra stagliarsi sulla piccola altura disboscata, la osservo contorcersi e prendere forma diventando ogni istante più scura. È solo dopo qualche minuto che noto davanti a me una creatura gracile, accucciata in quello che credo sia un gesto di riverenza, noto le sue scheletriche braccia protendersi verso l'alto per poi tornare a verso il suolo fino a praticamente sdraiarvisi sopra. Esseri umani. Che schifo. Mentre l'esserino che mi sta di fronte balbetta qualcosa in una lingua rozza e animalesca sento il mio corpo materializzarsi sempre di più causandomi un leggero formicolio estremamente piacevole in ogni centimetro delle mie membra. La spregevole creatura dopo quella che mi sembra un'infinità di tempo si alza in piedi e i suoi occhi incontrano i miei. La formica è dotata di una certa dose di coraggio, invero: non tutti sfiderebbero a tal punto un demone. Digrigno leggermente i denti arricciando il labbro superiore mentre i suoi occhietti acquei si perdono ulteriormente nei miei. Distendo le ali leggermente spazientito. Una simile incompetenza dal genere umano non me la sarei mai aspettata. Cosa dovrei farci con questo omuncolo? Divorarlo? Idea allettante, penso passandomi distrattamente la lingua sui denti affilati. Arriccio ulteriormente le labbra mentre la mia coda serpentina frusta l'aria impaziente. Un ringhio sommesso scaturisce dalla mia gola mentre sono sempre più convinto a divorare lo stupido omuncolo fissatore dinnanzi a me. Chissà dove sono finiti i bei tempi antichi in cui la vittima sacrificale era una giovane donna di carne tenera, facilmente riconoscibile in quanto nuda, marchiata di sangue e la maggior parte delle volte completamente in lacrime. La formica si desta come da un sogno e inizia a balbettare qualche parola in demoniaco, mai sentito qualcuno parlare la mia lingua in un modo così approssimato e banale. Ne comprendo solo qualche parola tra cui il mio nome presso gli umani e l'epiteto della mia classe. Devono essere caduti proprio in basso per permettere ad un incompetente del genere di evocare la punta della piramide nella gerarchia dei corvi della morte. L'omuncolo continua a balbettare qualcosa riguardante un'abbazia e dei peccatori, non riesco a cogliere completamente il senso della sua richiesta in quanto comprendo una parola per ogni venti sputate fuori da quella sua insignificante bocca, ma sono colpito da quanto gli esseri umani possano essere idioti. Ad essere onesto la parola corretta è divertito, sì sono divertito dalla stupidità di queste insulse creature. Sto per perdermi tra ricordi osceni per intrattenermi un po' quando la formica pronuncia una parola che alle orecchie di un demone risulta una bestemmia. E no, quella parola non è Dio, o idiozie simili, quelle che gli esseri umani amano credere spaventino noi creature demoniache, no. Questa parola farebbe tremare chiunque: Favore. Una risata incontrollabile sgorga dalle mie fauci. Favore? Questa inutile creatura dall'effimera esistenza prova a chiedere a me, Baal, principe demoniaco, un favore? Questa è davvero notevole! Una di quelle che si sentono una volta ogni cinquecento anni! Quando riesco a concentrare nuovamente il mio sguardo sull'omuncolo alla ricerca di una qualsiasi sorta di contatto visivo lo trovo rannicchiato a terra, mentre cerca di coprirsi l volto aspettandosi chissà quale attacco. Ah! Ora l'omuncolo ha paura. Troppo tardi, dolcezza. Faccio un passo verso d lui e lo vedo indietreggiare. Lancio nuovamente la testa all'indietro scoppiando a ridere. Che creature inutili! L'uomo balbetta di nuovo e finalmente comprendo il suo atteggiamento; un uomo di chiesa! Sono stato evocato da un uomo di chiesa! Il quale non contento della non troppo sottile ironia mi chiede di mietere qualche vittima nella sua abbazia. Così tanto per dimostrare che aveva ragione sui peccati dell'uomo. Mi trovo a sogghignare. Spregevole, quest'uomo è spregevole. Mi piace, forse lo lascerò vivere, almeno per il momento. Vedere che la chiesa pullula ancora di persone tanto degne è già un pagamento sufficiente per me. Spiego le ali pronto a spiccare il volo e con un solo battito mi sono già librato in cielo. L'abbazia di Saint-Georges non è troppo distante dal punto della mia evocazione. Osservo la struttura dall'alto mentre sento i rintocchi delle campane funebri e la preghiera dell'eterno riposo provenire all'interno della chiesa. Rido tra me e me. Ho sempre amato l'ironia. Con due battiti d'ali e un ruggito distruggo completamente il soffitto della basilica facendolo crollare sui presenti. Un lavoretto veloce e pulito, nulla di più semplice, praticamente un "fatale incidente" come quelle viscide creature si divertono a definirlo. Raccolgo le anime dei poveri stolti che ci hanno lasciato le penne. Trentadue. Diavolo! Avrei sperato in qualcosa di più. Il pensiero di mietere anche la trentatreesima vittima mi accarezza i pensieri, sempre per un questione di pura ironia, e perché no anche un po' di sfregio. Torno in meno di cinque minuti dal mio caro evocatore e con un ghigno malefico gli annuncio che il mio compito è stato portato a termine. Cerco di usare parole semplici anche se trovo la cosa denigrante. Il pensiero di condurre negli inferi anche la sua anima mi accarezza ancora ma preferisco lasciarlo in vita, in fondo portarlo con me sarebbe una tortura troppo dolce perfino per me. E così come sono stato portato in questo stupido mondo lo abbandono, o almeno questo è ciò che faccio credere all'omuncolo che, non appena abbandono la mia forma fisica, si lancia in una corsa sfrenata verso l'abbazia a verificare il mio operato. Sogghigno nuovamente sempre più divertito dalla sua idiozia, c'è solo un piccolo problema che gli esser umani ignorano continuamene: i demoni sono creature sentimentali, tendono ad affezionarsi a persone o a luoghi, soprattutto quando essi segnano un evento importante e questo, beh, questo è un evento importante. Avanti, la prima volta che un demone offre i propri servigi gratuitamente è un evento memorabile ed ecco perché credo che questa futile basilica a Lukova resterà casa mia per molto, molto tempo.

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