Ghosts of the past ~ Part 2

CAPITOLO NOVE : Ghosts of the past ~Part 2

SCENE ESPLICITE

"Il sesso è musica, quando lo faccio nessuno vince eccetto lei" •Synyster Gates

Mi ritrovo sulla sedia nel giardino sul retro in attesa che Matt possa raccontarmi questa fatidica storia, una parte di me muore dalla voglia di conoscerla, eppure c'è qualcosa che mi fa pensare al peggio.
Vedo come Shadows prende grosse boccate di fumo, con lo sguardo perennemente puntato sul prato ben tagliato, dal soggiorno arrivano le risate di Johnny e Zacky ma non riesco a comprendere i loro discorsi.
Quando Matt spegne il mozzicone della sigaretta nel posacenere io lo imito, dopo di che si siede meglio e poggia i gomiti sulle ginocchia puntando finalmente lo sguardo serio nel mio.

-Sappi che se Brian venisse a sapere che ti ho parlato della sua storia mi uccide...ma credo che tu sia abbastanza matura da saperla affrontare-

Abbastanza matura da saperla affrontare.
Diavolo e di che si tratta? Uno come Brian io me lo immagino bene in un letto di ospedale in coma etilico o per lo meno in rischio di overdose.

-Matt, andiamo parla, non lo verrà mai a sapere-, rispondo decisa al vocalist, lui mi guarda, cercando ancora di capire se fidarsi o meno, prende un sospiro e si decide a parlare.

-Quattro anni fa, il nostro stile sia artistico che di vita era ben diverso da quello di adesso, andavamo in giro con i nostri capelli lunghi, i pantaloni stretti, lo smalto nero e il trucco...beh, molto più di quanto non lo facciamo ora per fartela breve. Era inverno e avevamo deciso di prenderci una vacanza dal nostro lavoro e dedicarci alle nostre vite, in quei tre mesi passammo la maggior parte del tempo a divertirci come se non ci fosse un domani, avevamo i nostri ventidue anni e la nostra carriera musicale era già decollata. Eravamo molto criticati, nonostante tutto, molti ci davano per venduti, per drogati, per omosessuali, per alcolizzati...ci hanno etichettato in diversi modi senza un motivo ben fondato, anche se penso lo facessero perché molti di questi ci vedevano ogni notte negli strip club e di conseguenza credevano avessimo bisogno di una facciata per nascondere la realtà.
Come tu ben sai Zacky aveva avuto problemi di bullismo nei suoi anni al liceo, quello che non sai è che anche Brian fu molto preso di mira, non al liceo, bensì fuori da quella struttura che molti credono sicura solo perché sia un istituto scolastico.
Quando Brian entrò nella band...non era come lo vedi ora. Era un ragazzo galante, a modo, ordinario...per un periodo anche più riflessivo di me. Viveva per la sua musica, viveva grazie all'adrenalina che provava nello stare su un palco, il massimo che faceva era bere durante le feste ...
Insomma, tutto l'opposto di ciò che è ora.
All'epoca aveva i capelli lunghi fino alle spalle ed era solito portarli sotto una bandana e un cappello ed era perennemente truccato...una sera, si ritrovò a litigare con Jimmy, e sono rare le volte in cui litigano, Brian voleva aiutarlo a togliersi dal giro della droga ma lui non ne volle sapere, la discussione arrivò ben presto alle mani e Jimmy ebbe la meglio per una serie di più fattori. Brian cieco di rabbia decise di uscire di casa, nella speranza di smaltire la rabbia e non creare altri danni, Jimmy invece si sdraiò in salotto.
Non so come...forse solo una serie di sfortunati eventi ...ma ...-

-Ma quella notte sarei dovuto restare in casa-

Ci voltiamo di scatto entrambi.
Brian è sull'uscio della porta finestra, appoggiato alle stampelle e ci guarda senza far trapelare alcuna emozione. Si avvicina a noi fino a sedersi vicino a me, su questa sedia di vimini che mantiene comodamente due persone, mi rivolge uno sguardo enigmatico e un sorriso tirato gli imperla il viso mentre i suoi occhi stanchi si fissano su di me.

-Brian ...io non ...-

-Non fa niente Matt, posso continuare io, se non ti spiace-, allude alle sue parole, indubbiamente gli ha dato fastidio questo fatto.

Il cantante si limita ad annuire per poi allontanarsi e tornare in casa, in giardino rimaniamo solo io e Brian, si accende una sigaretta prima di cominciare a parlare.

-Sai...in vita mia sapevo che ne avrei passate di tutti i tipi ...eppure ancora oggi non mi capacito di quello che mi successe quattro anni fa...delle volte credo sia solo tutto un incubo, ma di notte, quando sogno quel giorno e mi sveglio spaventato e risentendo quelle emozioni...lì capisco che è stato tutto vero...-

*flashback*

BRIAN'S POV

"Dannazione a Jimmy e dannazione al suo carattere di merda! Odio quando fa così, che poi che bisogno aveva di alzare le mani, Gesù sarà meglio per lui chiedermi scusa quando torno. Ci siamo sempre detti tutto, io cercavo solo di aiutarlo, non lo voglio più vedere così distrutto cazzo, non ci riesco."

Calcio una lattina vuota mentre continuo a vagare per Huntington Beach senza una meta, non mi rendo nemmeno conto di dove stia andando ma ogni posto è meglio che a casa...almeno per ora.
I miei passi mi conducono in un vicolo buio, mentre i miei pensieri continuano a sovrapporsi nella mia mente senza darmi tregua. È inverno, fa freddo ma questo clima quasi mi piace, è quasi in grado di calmarmi.
Arrivo a metà del vicolo e mi fermo.
Con le mani in tasca e avendo raggiunto una conclusione plausibile, decido che è meglio ritornare. Non si scappa dai problemi, questo dovrei saperlo bene, e poi Jimmy è il mio migliore amico, se davvero voglio aiutarlo è giusto che gli stia vicino, anche se lui non lo vuole.
Alzando lo sguardo al cielo e maledicendomi per la mia irruenza mi volto, pronto a tornare a casa, come mi giro però mi ritrovo a sbattere contro una figura che nemmeno avevo sentito arrivare.

-Oh, scusami, non ti avevo visto-, mi affretto a dire prima di osservare la figura di un uomo nella penombra del vicolo.
È enorme, indubbiamente ha l'altezza di Jimmy e i muscoli di Matt.

-Figurati ragazzo...che ci fai qui tutto solo?-

Il tono viscido che ha usato non mi piace per niente, stessa cosa per il suo alito che sa di alcol.
Non ho voglia di problemi, voglio solo andarmene.

-Facevo un giro. Buona serata-, ribatto freddo muovendomi per sorpassare l'uomo ma come gli sono affianco lui alza una mano, bloccandomi.

-Dove credi di andare?-

-Ehm, fammi pensare...ah si, a casa!-, gli urlo contro iniziando a sentire la rabbia montarmi nel petto.

-Tu non vai proprio da nessuna parte-

-Senti stronzo, non ho voglia di problemi né di discussioni, lasciami passare!-

-Se no che fai? Ti metti a urlare come una donnicciola?-

-Figlio di puttana...-, accecato di rabbia gli tiro un pugno sulla guancia, ma senza il risultato che speravo.

Subito dopo e con dei riflessi che non mi aspettavo, l'uomo mi afferra il polso e lo gira malamente facendomi un male atroce.
Reprimo un gemito di dolore mentre mi tira contro di lui e mi lascia un pugno sullo stomaco lasciandomi senza fiato.
Ha indubbiamente la forza di Matt.
Sento dei passi dietro di me e come mi giro vedo altri due uomini avvicinarsi, entrambi hanno la stessa stazza di questo stronzo che ora mi guarda divertito.

-Chi è caduto nella ragnatela stavolta?-, ghigna uno di loro, ha dei capelli lunghi e grigi per metà.

-Stasera ci divertiamo-, concorda l'altro.

Mi divincolo con tutte le mie forze dalla presa dell'uomo e mi ritrovo circondato dai tre. Quello che mi ha colpito ha i capelli castani unti e puzza di alcol, il terzo, vicino a quello con i capelli grigi, ha una massa di muscoli che lo fanno sembrare più grande di quanto già non è.
Cazzo...
Mi sento come un topo in trappola. Ma non devo darlo a vedere o è davvero finita.

-Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?-

-Fottiti-

Non faccio in tempo a finire la parola che vengo nuovamente colpito e mi ritrovo a sbattere contro un cassonetto, subito dopo un altro dei tre si avvicina per tirarmi un altro pugno ma riesco a difendermi restituendo il colpo, mentre un dolore lancinante alle ginocchia mi obbliga a cadere.
Il primo dei tre che mi aveva colpito mi ha appena dato un calcio dietro le ginocchia. Mi ritrovo a terra con questi tre bestioni davanti.
Ridono, iniziano a ridere di gusto per poi scagliarmisi contro.

Calci, pugni, schiaffi...
Non so da quanto va avanti.
So solo di trovarmi chiuso in posizione fetale mentre tento di coprirmi la testa con le braccia per parare i colpi, quelli che fanno più male sono i calci...mi colpiscono più volte allo stomaco, sulle gambe, sulla schiena, sulle braccia...
Ho male ovunque.
Sento il sapore ferroso del sangue in bocca mentre mi ritrovo a implorarli di smetterla.

Dopo minuti interi che a me sono sembrati ore, smettono. Uno dei tre mi alza di peso tirandomi su dalla maglia, mi solleva fino alla sua altezza e mi tira una testata.
Forte e precisa.
Per un attimo ci vedo nero, sento la fronte pulsare mentre mi ritrovo a mugolare dal male.
Un paio di mani luride mi stringono i fianchi e mi obbligano a voltarmi, mi spingono con violenza contro il cassonetto e mi ritrovo i polsi bloccati da uno dei tre, che si è posizionato davanti a me, oltre al cassonetto, mi stringe forte i polsi e immediatamente realizzo tutto.

Vi prego ditemi che non è vero...

Sbarro gli occhi sentendo la paura prendere il sopravvento su ogni cosa.
Tento di scalciare nella speranza di colpire l'uomo che mi sta addosso ma è tutto inutile. Il mio corpo non risponde ai miei comandi. Sono paralizzato.
Sento gli occhi inumidirsi nell'istante stesso in cui sento quattro mani percorrermi il corpo, prima sopra i vestiti e poi sotto.

Non sta succedendo davvero ...

Inizio a tremare nel momento in cui sento l'uomo trafficare con il bottone dei miei jeans.

-L...lasciatemi andare...-

-Oh, piccolino, se vuoi andartene non devi far altro che farci iniziare-, ghigna uno dei tre scatenando le risate degli altri.

No, no, no. Non mi sta succedendo davvero.

Cerco di sfuggire alla presa ferrea sui miei polsi ma senza successo, senza che me ne renda conto una lacrima mi riga il viso. Umiliazione.
È tutto quello che provo.
Umiliazione verso me stesso, verso il mio corpo, verso la mia anima.
I baci e le mani sul corpo dovrebbero essere delicati, sapere di proibito, avere lussuria e passione.
Ora vorrei solo scappare da questi tocchi rozzi, animaleschi, privi di trasporto e solo tanto sudici.
Sento delle labbra umide percorrermi la schiena facendomi rabbrividire di disgusto. Non ho nemmeno il coraggio di alzare lo sguardo verso l'uomo che mi sta davanti.
L'uomo dietro di me mi cala di scatto i pantaloni e i boxer.

Paura.
È ovunque.

-N...non fatelo...vi prego lasciatemi andare...-

Mai avrei voluto umiliarmi così tanto da pregare tre uomini di lasciarmi. Eppure non vedo altro modo.
Vorrei solo scappare di qui e dimenticarmi di tutto questo.
Vorrei tornare a casa dai ragazzi, sentirmi bene e protetto come sempre.
Vorrei non aver litigato con James, vorrei non essere qui.

Sento con distinzione l'erezione dell'uomo contro la mia pelle, non posso negarmi un singhiozzo.

Le loro risate mi percuotono la mente.
I brividi di terrore sono sempre più presenti e io vorrei solo morire.
Sì, voglio morire.
Perché tutto, anche la morte, sarebbe meglio di tutto questo.

Con una spinta secca l'uomo entra in me e io mi sento semplicemente spaccato a metà.
È come se mi stessero squoiando vivo.
Urlo di dolore senza preoccuparmi di trattenermi, nella speranza che qualcuno, chiunque, mi possa sentire e aiutare. Ma in fondo, so che nessuno arriverà.
Ad ogni spinta è dolore.
Presto dei ringhi bassi e rochi mi raggiungono e sento la nausea aumentare ad ogni secondo che passa.
L'uomo spinge con foga, toccandomi come un forsennato e graffiandomi la pelle.
Io continuo a piangere.
Continuo a urlare.
Continuo a sentire un dolore crescente.
Non ci vuole molto prima che senta del sangue colarmi in mezzo alle gambe, ciò scatena una risata sommessa da parte dei due dietro di me, che sicuramente se ne sono accorti.

Quando esce io mi ritrovo accasciato contro il cassonetto. Ho il respiro affannato, le lacrime continuano a rifarmi il viso, gli occhi bruciano, un rivolo di saliva mi esce dell'angolo della bocca ma non ci faccio nemmeno caso.
Mi sento sporco, usato, umiliato, distrutto.
Non oppongo nemmeno più resistenza, tanto che l'uomo che mi teneva stretti i polsi ha smesso di farlo e si è unito agli altri due.
Ormai mi è chiaro, finché non si saranno sfogati tutti io non avrò alcun modo di andarmene. E sinceramente ora non ne troverei nemmeno la forza.
Sento le gambe cedere, non cado solo perché sono un altro paio di mani a sorreggermi i fianchi e tenermi premuto contro questo schifo di cassonetto.
Sento il secondo uomo maneggiare la sua cintura, mi da uno schiaffo sulla natica destra per poi ricominciare tutto da capo.

Altro dolore.
Altre urla.

-B...basta ...v...vi... prego...b..basta...-

Non rispondono. Nessuno dei tre. Chiudo gli occhi mentre spero con tutto me stesso che finisca tutto e subito.

-Brian!-

Una voce a me famigliare mi arriva ovattata e lontana.
Terribilmente lontana.
Apro gli occhi nel momento stesso in cui sento l'uomo uscire da me mentre io cado per terra.
Con un minimo di lucidità riesco a vedere Matt, Zacky e Jimmy.
James...
Stanno picchiando i tre uomini come se dovessero ucciderli, in particolare il mio batterista.
Qualche minuto dopo i due uomini picchiati da Matt e Zacky cadono a terra per poi scappare, i miei due amici presentano dei tagli sul viso e il naso sanguinante ...ma è quando mi giro verso Jimmy che ho paura di quello che vedo.
Non lo avevo visto più arrabbiato di così.
Continua a picchiare l'uomo nonostante sia più grosso di lui, mentre si ritrova a chiedergli pietà.

-Non meriti nemmeno di respirare figlio di puttana!-, urla Jimmy mentre tira fuori un coltellino svizzero dalla tasca dei jeans.

No...

-James ma che cazzo fai?!-

A fermarlo è Matt. Con un minimo di lucidità riesce a fermare il mio migliore amico e in quest'arco di tempo l'uomo fugge via.

Jimmy, seppur ancora arrabbiato, si volta verso di me e si china, si occupa di coprirmi e rialacciarmi i pantaloni e mi prende in braccio.

***

Siamo a casa, Jimmy mi ha lasciato sul divano e Johnny subito dopo mi ha lasciato sul corpo una coperta pesante, Matt è davanti a me e continua a guardarmi come se avesse davanti uno sconosciuto, Zacky non sa più che santo tirare giu.

-Dobbiamo denunciarli!-, sbotta Matt.

-Lo faremo domani, ora non voglio allontanarmi da qui-, mormora Jimmy in tono glaciale.

Mi stringo nella coperta e in posizione fetale mentre ogni movimento mi costa una fatica immane.
Ho le labbra screpolate e sono sicuro di essere bianco quanto un cadavere mentre sento la febbre salire e continuo a reprimere dei conati di vomito.

-Brian...come ti senti? Hai bisogno di qualcosa?-, mi chiede premuroso Zacky.

-Venti gocce ...come minimo...e ...v...voglio solo...bruciare questi...v...vestiti...-, balbetto.

Ma è quando vedo Matt avvicinarsi a me, per tastarmi la fronte, che rabbrividisco e mi chiudo a riccio iniziando a piangere forte.

-Non mi toccare! Ti prego non farlo!-, urlo fuori di me e chiudendo gli occhi.

Percepisco il mio cantante allontanarsi subito mentre contro ogni mia aspettativa un paio di mani forti e sicure mi afferrano.
Urlo.
Non so nemmeno perché ma mi ritrovo ad urlare mentre il classico profumo di James mi inonda i sensi. Mi riprende in braccio come nel vicolo e mi porta su per le scale, nonostante i miei soghiozzi e le mie suppliche, ignorando bellamente gli altri.
Raggiungiamo la mia camera e mi lascia sdraiare sul letto per poi farlo anche lui e mettersi davanti a me.
Sento le sue mani sui fianchi e sulla schiena mentre cerca di avvicinarmi a lui.

-Jimmy...lasciami ...non farmi del male ti scongiuro! Non farlo!-

-Non ti farò mai del male, Brian. Stai tranquillo, sei al sicuro ora-

Una sua mano mi stringe la nuca e mi avvicina al suo petto, permettendomi di piangerci tutte le mie lacrime e lasciar sfogare le mie urla.

Ed è così che mi addormento.
Stretto al mio migliore amico.
Con il viso rigato dalle lacrime.
Con la febbre.
Con la paura di essere toccato.

*fine flashback*

HEAVEN'S POV

-Da quel giorno quando mi sento psicologicamente e fisicamente debole non mi faccio avvicinare da nessuno che non sia James, per questo ho avuto quella reazione prima...non so come ma...il tuo gesto me lo ha fatto ricordare.
Da quel giorno vedo la mia stessa vita sessuale in modo diverso, come hai potuto notare, non mi sento più in grado di amare nessuno durante il sesso nonostante abbia sempre rispettato ogni singola donna, non mi permetterei mai di violentare una persona. Ma ogni fottuta volta mi ricordo di quello che ho passato...e il mio istinto fa da solo...obbligandomi a compiere gesti che il vero Brian non farebbe mai.-

Finisce la sua storia e io mi ritrovo con il viso rigato dalle lacrime.
Mai mi sarei aspettata una simile realtà.
Mai mi sarei aspettata che questo ragazzo, ora uomo, così sicuro e fiero di se sia stato violentato.
Mi mordo forte il labbro tentando di domare le lacrime e in un gesto puramente istintivo mi getto tra le braccia di Brian, iniziando a piangere sulla sua spalla come una pazza.
Lo sento mormorarmi di star tranquilla mentre con la coda dell'occhio vedo la figura di Jimmy.
Ci osserva ma non sembra preoccupato.
Ha capito tutto.

~SPAZIO AUTRICE~

Voglio in particolar modo un vostro commento. Dateci dentro!

~Heaven

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