Are you with me now

Capitolo tredici : Are you with me now

"Trova ciò che ami, e lascia che ti uccida" ~Charles Bukowski

HUNTINGTON BEACH HOSPITAL.
9.00 AM.

Gli ospedali non mi sono mai piaciuti, così tristi e con il loro tipico odore di disinfettante.
Ormai siamo qui da circa sei ore.
Le sei ore più lunghe della mia vita.
Tutto si è svolto nell'arco di pochi minuti in casa, ma è bastato a farci spaventare fin troppo.

Dopo il rumore dello sparo Brian mi intimò di rimanere a letto, per precauzione, si infilò una maglia e un pantalone di una tuta e uscì dalla camera per poi andare al piano di sotto, ovviamente non gli diedi ascolto e lo seguii subito.
Arrivata al piano inferiore di quell'immensa villa non mi resi subito conto della gravità della situazione, fin quando non vidi Matt agonizzante a terra, una mano stretta sul fianco, il viso contratto dal dolore e immerso in una pozza di sangue; continuava ad urlare come un dannato mentre Zacky stava davanti a lui dando di matto, urlando parole senza senso e con una pistola in mano che non sapevo se fosse carica, Johnny stava chiamando un'ambulanza, Brian cercava di fermare l'emorragia a Matt e Jimmy tentava di placare Zacky, ma con poco successo.

Una scena agghiacciante.
Ma quello che più mi spiazzò fu quando Johnny mi chiese di aiutare Brian. In quel momento mi immobilizzai del tutto e iniziai a tremare come una foglia, il sangue aveva sempre avuto un brutto effetto su di me, ero la prima a spaventarmi per un semplice taglietto e in quel momento, con tutto quel sangue che sporcava il pavimento, le mani di Brian e buona parte del corpo di Matt... terrore puro.

Per fortuna l'ambulanza arrivò in breve tempo e portarono subito Matt all'ospedale classificandolo come "Codice rosso da arma da fuoco".
Subito dopo il nostro arrivo in ospedale a Zacky vennero fatte delle analisi, e fu difficile anche fargliele fare, mentre Jimmy venne interrogato dal primario dell'ospedale.
Quando il trambusto generale si placò un poco ci venne detto che Zacky aveva assunto degli allucinogeni per endovena, a quanto pare erano stati fin troppo forti e solo lui sa cos' ha visto nel momento in cui ha sparato a Matt.
Jimmy pregò il dottore primario di mantenere nel silenzio questa brutta vicenda, chiedendogli anche una certa protezione da parte dello staff dell'ospedale in quanto erano persone conosciute in tutto il mondo, avendo un'immagine da difendere e trovandosi a rischio con tutte le persone presenti in quella struttura, di certo qualcuno lì dentro avrebbe potuto riconoscerli e non potevano rischiare della pubblicità negativa; fortunatamente il primario capì la nostra situazione e confermò il silenzio e la protezione richieste dal batterista.

E ora eccoci qui.
Nella sala d'attesa in completo silenzio da ormai mezz'ora.
Matt non si è ancora ripreso, l'operazione è stata dura e ci è stato riferito che la pallottola era rimasta all'interno del suo corpo, provocandogli un buco allo stomaco alquanto grave, rischiò anche un'emorraggia durante l'intervento ma per fortuna il chirurgo responsabile dell'operazione era riuscito a sistemare la cosa. Nonostante ciò però, Matt non si era ancora svegliato.
La preoccupazione è fin troppa, Johnny continua a bere un caffè dopo l'altro mentre Zacky è sparito in terrazza, nell'area fumatori, indubbiamente non si capacita di quello che ha fatto. Jimmy è bianco come un cadavere...beh...più bianco del solito almeno, sta seduto su una sedia blu del corridoio e non fa altro che tenere lo sguardo fisso sul muro davanti a lui, lo sguardo perso e preoccupato. Brian si è addormentato circa quindici minuti fa, ha ancora i vestiti sporchi di sangue e qualche macchia c'è ancora anche sulle mani, è sdraiato su due sedie qui vicino a me e, anche se dorme, ha l'aria di una persona smarrita e che spera che tutto questo sia solo un incubo.
Io? Io non so come sto. La parte razionale del mio cervello è del  tutto scollegata e sono tremendamente in pensiero per Sanders.
Vedere il suo viso bianco, spaventato, sentire la sua voce urlare di dolore, vedere quegli occhi verdi, di solito sempre sicuri e autorevoli, terrorizzati e senza sapere che fare...vedere come man mano che perdeva sangue perdeva anche le forze...sinceramente per un secondo credetti che non ce l'avrebbe fatta. Credevo fosse morto prima di arrivare in ospedale. Quando Brian gli prese il viso tra le mani costringendolo a restare sveglio, urlandogli di non mollare, scuotendolo affinchè non perdesse le speranze...solo allora pensai che, forse, avrebbe potuto farcela, infondo è il ragazzo più forte che io abbia mai visto e conosciuto e mi sono sentita una stronza nel credere, anche solo per un istante, che non ce l'avrebbe fatta.

Un'infermiera mi si avvicina, noto che in mano ha una cartellina e nell'altra ha una tazza fumante.
È una signora piuttosto anziana, mi chiedo se non dimostri l'età che ha.

-Sta bene signorina?-, mi chiede dolcemente, notando il mio viso preoccupato e il mio continuare ad accarezzare i capelli corvini di Brian.

-Un po' scossa...a dire il vero...-, mormoro appena rendendomi conto che la mia voce risulta rauca e tremante.

-Tenga, ho pensato che avesse bisogno di qualcosa di caldo-, mi porge la tazza e mi rendo conto che contiene del tè caldo che manda un'aroma di arancia, cannella e miele.

-Grazie-

-Quei ragazzi sono con lei?-

-Si, per favore mi dia del tu-

-Va bene, posso sapere il tuo nome?-

-Heaven-

-Un nome insolito-, sorride dolcemente e mi ricorda tanto il comportamento di una nonna.

-Già-

-Bene, Heaven, vuoi che porti qualcosa di caldo anche per loro, o delle coperte magari?-

-Non credo ce ne sia bisogno...-

-È il tuo ragazzo?-, allude a Brian.

A questa domanda alzo lo sguardo contro gli occhi grigi della donna e subito dopo rivolgo il mio sguardo a Jimmy, notando che il ragazzo mi sta guardando e sembra interessato alla conversazione.
Uno sguardo intenso, sembra che mi debba trapassare l'anima con quello sguardo affilato.

-Si, è il mio ragazzo-, confermo senza distogliere lo sguardo da James.

HUNTINGTON BEACH HOSPITAL.
12.00 AM.

L'aria fresca mi mancava, dopo mezza nottata e tutto il mattino passato dentro il corridoio dell'ospedale recuperare il respiro all'aria aperta è un sollievo per ogni senso.
Matt è stabile, i medici ci hanno confermato che un secondo di più e sarebbe morto, è ancora sotto anestetici e dovrebbe risvegliarsi tra poco.
I ragazzi sono più tranquilli da quando lo hanno saputo, Zacky ha ancora i sensi di colpa nonostante gli altri cerchino di farlo calmare, Johnny e Brian sono in camera con Matt, vogliono essere presenti quando si sveglierà in modo che non si spaventi troppo, Jimmy è semplicemente irriconoscibile.
Non parla.
Sta per conto suo.
Non accetta nulla da mangiare tanto meno da bere.
Non fa altro che fumare, ha già quasi finito il suo pacchetto di sigarette.

-Ah, sei qui-

Parli del Diavolo...

-James...-

-Si, sono ancora qui-

Mi volto verso di lui e lo vedo lì. In piedi, con una sigaretta accesa in mano, il suo colorito bianco, i capelli neri stravolti, il blu dei suoi meravigliosi occhi che spiccano, il labbro screpolato, i vestiti stropicciati...
È ridotto ad uno straccio, dentro e fuori.

-Come ti senti?-

-Sto bene, tu?-

-Bene-

-Sigaretta?-, mi limito ad annuire, lui recupera il suo pacchetto dalla tasca del giubbotto e mi offre la sigaretta per poi accendermela.

Ci sediamo con le spalle contro la ringhiera e torna il silenzio.
Il sapore della nicotina mi invade la bocca e solo ora mi rendo conto che era tanto che non fumavo più.
Con la coda dell'occhio noto il batterista tirare indietro la testa, appoggiarla contro il ferro della ringhiera e buttare fuori il fumo. In un attimo ricordo quando lo vidi la prima volta.

-È davvero il tuo ragazzo?-

-...cosa?-

-Brian. Lo reputi davvero il tuo ragazzo?-

-Si, perché me lo chiedi?-

-Perché quando l'infermiera te lo ha chiesto hai esitato-

-Io...stavo solo ...metabolizzando la ...domanda, si, stavo metabolizzando la domanda-

-Non avresti dovuto metterci così tanto-

-E tu cosa ne vuoi sapere?-

-Certe cose si dovrebbero capire a pelle, non credi ragazzina?-

-Non chiamarmi ragazzina-, mi alzo spegnendo la sigaretta per terra e cammino verso la porta per tornare dai ragazzi.

Poco prima di poter rientrare però, la mano di James mi ferma, mi fa voltare contro di lui con uno strattone e mi tiene ferma davanti a lui.

-Non ho finito-

-Io si, lasciami il braccio-

-No-

-James lasciami! Odio quando fai così!-

Cerco di divincolarmi ma la presa del ragazzo non fa altro che aumentare, con la mano libera faccio l'unica cosa che posso.
Ovvero gli tiro uno schiaffo forte e preciso sulla guancia.
A questo gesto James si ferma, i suoi occhi si fissano nei miei e posso solo trovarci una nota di repulsione e rabbia. Tanta rabbia. E ne ho quasi paura.

-Sei una rovina, Heaven-

-Me lo dicono tutti-

-Hai mai pensato che abbiano ragione?-

-Sempre-

-Adoro farmi del male, ma questo lo dovresti sapere-

-Che vuoi dire?-

-Tu sei la donna di Brian. Del mio migliore amico. Eppure ho così tanta voglia di averti che sarei in grado di uccidere colui che reputo come un fratello. Sei distruttiva. Stai distruggendo la nostra famiglia e nemmeno te ne rendi conto. È un gran bel problema, non credi?-

-Non ti ho chiesto io di innamorarti di me-

-Ma io non sono innamorato di te-

-Ah no?-

-Quelli come me non sanno cosa sia l'amore-

-E allora...che cosa vuoi da me?-

-Tutto-.

Non mi da il tempo di rispondere che si china e appoggia le labba sulle mie, in un modo così istintivo quanto bisognoso, mi sento immediatamente mancare la terra sotto i piedi e il mio stomaco fa un salto per poi contorcersi, sento un senso di vertigine quando James approfondisce il bacio e mi spinge contro il muro, bloccandomi ogni movimento con il suo corpo del tutto addosso al mio. Le sue mani mi afferrano i fianchi mentre le mie vanno a stringergli il colletto della maglia.
-È successo davvero?-

-Si-

-Sai, forse non siamo troppo diversi...-

-Che vuoi dire?-

-Ho sempre vissuto la mia vita in un muto silenzio, così muto da essere privo di emozioni. Non so cosa sia la felicità...l'amore...la tristezza...la rabbia. Sono vuota, e fa male-, ammetto abbassando lo sguardo e andando a stringere la mano destra di James, in una muta richiesta.

-Io ho sempre vissuto tra sesso, droga e alcol. Viaggio con la band, vivo sapendo che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo. E per quelli come noi la morte è solo una grande amica, non la temiamo perché sappiamo che prima o poi ci porterà via con lei. Tanto vale vivere fino all'ultimo respiro senza pensare alle conseguenze. Vivi come vuoi tu, senza regole, e solo allora potrai dire di aver vissuto davvero-, noto una leggera nota di orgoglio nella sua voce. Quell'orgoglio che lo ha sempre caratterizzato.

-Nel vivere come si vuole, è anche incluso il far del male alle persone che ti amano?-, chiedo tornando a guardare il ragazzo negli occhi.

Lui capisce perfettamente cosa voglio intendere e per questo motivo abbassa lo sguardo.

~SPAZIO AUTRICE~

Sono tornata lettori!
Mi scuso per la grande assenza e per il capitolo decisamente breve ma lo reputo un capitolo "di passaggio" o se preferite "di ritorno".
Fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima...

~Heaven

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