ventiquattresimo

Lunedì 19/10/1987
Luca

Un'altra settimana è passata senza parlare. Io sono stato con i miei amici, lui con i suoi. Ormai non andiamo a scuola insieme e non prendiamo lo stesso pullman al ritorno. Anzi, si fa portare a casa dalla sorella quando può. Mi sta evitando e questa situazione fa schifo. Io non ho abbastanza tempo, tra gli allenamenti e lo studio la mia vita sociale è inesistente e non riesco a trovare un attimo per parlare a Claudio. Ci salutiamo a mala pena nei corridoi e non facciamo una conversazione da almeno due settimane. Perfino i miei amici mi hanno chiesto cosa c'era che non andava, Devo risolvere al più presto, spiegargli tutto, fargli capire le mie motivazioni e i miei sentimenti. Non voglio perderlo, non ora che mi ha fatto capire molte più cose in due settimane die quante ne abbia capite da solo nella mia vita. E lo dico sul serio. In pochissimo tempo mi ha aperto la mente a nuove possibilità e nuove vie per amare. Sono molto confuso ancora, non ho ben capito cosa voglio e chi sono però ora ho qualche indizio in più. Mi manca come l'aria in questo momento.

Claudio
Sono due settimane che non parlo con Luca. Non so cosa mi sia preso, ma non ce la faccio. Non mi ricordo niente di quella sera alla festa. Non voglio affrontarlo. Sono un codardo L'ho escluso dalla mia vita sicuro che sia arrabbiato con me. Gli ho pure schiacciato in faccia settimana scorsa perché ero arrabbiato per fatti miei. Ho paura che ce l'abbia con me, ho paura che rivelerà a tutti qualcosa di cui non sono nemmeno sicuro. Cerco di sforzarmi, ma più il tempo passa più le visioni si fanno confuse e ora non so nemmeno se quello che mi ricordo è successo veramente o me lo sono inventato. Lui è sempre stato gentile, lo è anche adesso che lo sto evitando. Mi sorride mentre passa nei corridoi, mi saluta quando mi incrocia alle macchinette e prova anche a palare. E io cosa faccio? Non gli rispondo o me ne vado direttamente. Ok lo ammetto mi sto comportando da stronzo, ma è per il suo bene credo. Non ne ho parlato con nessuno, non voglio che nessuno sappia che sono gay, rovinerebbe tutto. Non voglio essere compatito o preso in giro. Tuttavia tutto ciò mi sta lacerando, sento un fuoco dentro di me e non so per quanto ancora riuscirò a domarlo. Sensi di colpa? Per cosa? Non lo so nemmeno più. Sono confuso da me stesso. La mia mente gioca brutti scherzi e non riesco a riconoscere ciò che è vero e ciò che è frutto della mia immaginazione. Sono un codardo che cerca di ritardare il momento del giudizio il più possibile. Ecco, una definizione perfetta.
"Ehi" assorto nei miei pensieri non mi accorgo che una certa persona mi ha raggiunto all'uscita di scuola. Sto aspettano mia sorella, spero si sbrighi. Non voglio affrontarlo adesso.
"So che mi stai evitando" mi dice
"Non è affatto vero. Sono stato impegnato" rispondo senza nemmeno guardarlo, negando l'evidenza.
"Ah sì? E allora perché non mi parli nemmeno a scuola?"
"Ora ci sto parlando con te"
"Intendo che sono due settimane che fai di tutto pur di evitarmi. Non facciamo più nemmeno la strada insieme" mi dice un po' infastidito
"Te l'ho detto. Sono stato impegnato. E sono sempre di fretta" dico sentendo il motorino di Ambra avvicinarsi
"Come adesso immagino"
"Esattamente -gli dico girandomi e guardandolo negli occhi- ora devo andare c'è mia sorella. Ciao" gli dico freddo per poi andare da mia sorella e salire dietro
"Non pensare sia finita qui!" Mi urla prima che sfrecciamo verso casa lasciando Luca indietro. Mi sento così in colpa. Sembra davvero ferito e ci sto malissimo, ma non posso. Non posso.
"Claudio va che mi devo fermare un attimo a fare benzina" mi dice mia sorella
"Ok fa pure" le rispondo mentre accosta vicino ad un benzinaio
"Allora, sputa il rospo, cosa è successo con Luca? Sono due settimane che ti comporti in modo strano con lui, lo vedo a scuola" mi dice mentre prende la pompa e inizia a caricare il motorino
"Non è niente" rispondo girandomi dall'altra parte
"Non ci credo. Allora?"
"Non ne voglio parlare ora"
"Allora andiamo a casa a mangiare e poi andiamo a fosso e mi dici tutto? Non mi piace vederti così"
"Mh, va bene" le rispondo per poi rimetterci entrambi in sella e dirigerci verso casa.
Dopo aver mangiato metto un libro in tasca e prendo il mio walkman per poi prendere la borsa di mia sorella e salire insieme a lei sul motorino. Ci dirigiamo verso il fosso, un posto nella campagna cassanese molto simile a quello che mi ha mostrato Luca. È soleggiato ma ci sono gli alberi che lo coprono almeno per metà quindi d'estate è fresco, ed bello venire qui a fare il bagno e sentire la corrente del fosso. Ci vengo sempre qui e da qualche parte, in una cassetta chiusa credo anche di averci lasciato qualche libro, qualche scritto, dei disegni insieme a qualche matita colorata. Mentre Ambra sistema il motorino e una coperta che abbiamo portato su cui sederci, cerco suddetta cassetta e la trovo ancora intatta. Trovo un libro che stavo cercando da un secolo, 1984, e decido di portarmelo a casa e metterlo sulla libreria.
"Allora, vieni qui e dimmi tutto" mi chiama mia sorella facendo cenno di sedermi di fianco a lei, quindi chiudo la cassetta e la rimetto al suo posto dirigendomi poi verso di lei.
"Non sono sicuro che... ecco di riuscire"
"Claudio, mettiamo le cose in chiaro. Con me puoi parlare, puoi dire tutto quello che vuoi, anche che ne so che hai ucciso una persona. Sarò muta come una tomba e nessuno verrà a sapere niente, di qualsiasi cosa si tratti. Davvero, non farti problemi, non ti giudicherò promesso" mi prende la mano. Su dai Claudio, puoi dirlo a lei, è tua sorella gemella. Non dirà nulla l'ha promesso.
"Allora vado" le dico ancora poco convinto. Sarà un gran casino me lo sento.

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