dodicesimo
Mercoledì 23/09/1987
Luca
Esco dal bagno facendogli l'occhiolino... da quando sono diventato così... aperto? Mi sento benissimo. Il solo pensiero di Claudio mi rende felice. Mi sento il cuore leggero, non ha rifiutato, il che è una cosa positiva, vuol dire che non gli faccio del tutto schifo. Mentre cammino pe i corridoi della scuola continuo a pensare a ciò che gli ho detto, come amici... come amici. Non so perché questa parola, amici, mi dà fastidio. È come se desiderassi di più, come se volessi che ci fosse un 'noi', che fossimo qualcosa. Non so se accadrà mai. Ma quel sorriso, quel dannato sorriso che mi ha rivolto... è come se in quel momento ci il mio cervello riuscisse a ricevere una sola frequenza: la sua.
"Luca, vieni alla lavagna"
Cosa? Ma da quanto tempo sono in classe? Mi è sembrato solo cinque minuti fa che ero a parlare con Claudio... non mi resta che obbedire e accettare le conseguenze. Ma poi, non c'era scienze? Ah no, il prof era assente... mi tocca sorbire matematica.
"Luca"
"Si prof?"
"Ho detto, vieni alla lavagna. Mi stai ascoltando?"
"Sì, mi scusi" esco dal mio banco per dirigermi verso la prof. Uffa, proprio a me!
"Perfetto, magari fingi meglio la prossima volta, così da non farti beccare con lo sguardo nel vuoto ogni volta che mi giro verso di te" dice la prof seguita da un risolino generale della classe.
"Mi scusi, ero distratto"
"Fai la 306" mi dice porgendomi un gessetto.
So che è un'interrogazione a sorpresa, e so anche che me la merito, ma in fondo alla mia testa c'è sempre il pensiero di Claudio che si insinua.
"Allora? Non voglio stare qui tutto il giorno a vedere te che osservi la lavagna" un altro risolino. Ma questi non sono capaci di tenersi la risata per sé. È così difficile?
"Sì, mi scusi. Ora inizio" le dico facendo poi un respiro per concentrarmi meglio. Devo pensare alla scuola ora. Eseguo i vari esercizi che mi dà la prof, quasi tutti corretti.
"Finito, posso andare al posto?"
"Sì, ti do otto e mezzo, ma non voglio più vederti distratto durante le mie lezioni"
"Sì, mi scusi ancora" Uffa... se continuo così la cosa andrà degenerando... Chissà se Claudio la pensa allo stesso modo.
-qualche giorno dopo-
Domenica 27/09/1987
Oggi mi sono alzato di buon'ora, ho fatto colazione e mi sono messo a guardare la televisione seduto sul divano in salotto. Non c'era niente di interessante, le solite cose, il telegiornale e quei pochi programmi per vecchi. Chissà se in futuro si potrà vedere ciò che si vuole in televisione... magari i film appena usciti oppure quelli vecchi che non fanno spesso alla sera. O chissà, magari ci sarà una scelta così grande di programmi che si passeranno i minuti solo a cercare cosa guardare... chissà che anno sarà quando questo succederà... passeranno venti o trent'anni forse? Sarò adulto, avrò finito gli studi, avrò un lavoro e magari anche una famiglia. Oppure mi fidanzerò con Claudio e vivremo felici. Oppure mi ammalerò e morirò nel giro di dieci anni.
Pensare al futuro mi fa sentire così solo; solo e consapevole di essere solo un granello di sabbia in una clessidra piena di altri granelli di sabbia. Quando è il tuo momento cadi dall'altra parte di essa e cominci una nuova vita. Poi essa viene stravolta dal giro della clessidra e tutto ricomincia da capo, come se niente fosse.
"Luca, aiutami a fare i mestieri per favore" mi chiama mia madre dalla cucina interrompendo la conversazione filosofica che stavo avendo nella mia testa.
"Uffa ma non ho voglia"
"Sei lì seduto davanti alla tv, non stai studiando o facendo altro, tanto vale tu faccia qualcosa di produttivo. Su, pulisci le camere. Anche quella di tuo fratello"
"Ma non serve che pulisco anche la camera di Valerio, non può farlo lui?"
"Sta studiando al contrario tuo. Ma non hai una verifica domani?"
"Sì, ma ho quasi finito. E poi è italiano, è facile"
"Sarà, ma guai a te se mi torni a casa con un voto più basso del sette."
"Ehi! Il sette mi abbassa la media!"
"Fila a pulire le stanze, almeno ti rendi utile una buona volta. Ah, dopo dobbiamo andare al centro commerciale. Vieni?"
"Mh, sì dai, per che ora? Così mi organizzo"
"Boh, sarà per le sei, sei e mezza, c'è da fare la spesa e magari ci fermiamo lì a mangiare qualcosa"
"Va bene" mi dirigo quindi nello sgabuzzino dove teniamo la roba per pulire, vestiti, cappotti invernali, e un sacco di altre cianfrusaglie come l'albero di Natale o le decorazioni del balcone.
Fatto questo vado in camera mia con il necessario
"Ma', ti devo fare anche il corridoio?"
"Si tesoro grazie"
"Ok" le rispondo un po' annoiato mentre vado a sistemare la camera, ridottasi durante la settimana in un vero macello. Riordinato un po' la scrivania e riposto tutti i vestiti nell'armadio, sbatto i tappeti e passo la polvere sulle mensole per poi accendere l'aspirapolvere e passarla su tutto il pavimento di camera mia.
"Luca" qualcuno mi chiama ma lo ignoro non sentendo a causa del rumore
"Luca!" ancora nulla
"Luca! Dai cavolo spegni questo robo" mi urla mio fratello
"Valerio devi sempre rompere le palle? Stavo facendo camera mia, se mi dai cinque minuti faccio anche camera tua e poi smetto"
"Sì, ma io starei studiando. Non riesco a concentrarmi"
"Eh, non posso farci nulla. La mamma non ha fatto i mestieri ieri mattina come al solito quindi ti tocca sorbirteli oggi."
"Che palle. Sbrigati, che devo fare una tavola e ho bisogno di concentrarmi"
"Ok -gli dico entrando e inserendo la spina nella presa della corrente- a proposito, noi andiamo a farci un giro al centro commerciale, vieni? Ci fermeremo a mangiare."
"Mh vediamo, se riesco a finire"
"Ok"
"Sì, ma ora sbrigati se non vuoi che ti lasci da solo con mamma e papà al centro"
"Che simpatico" gli dico con una smorfia per poi passare sia l'aspirapolvere che lo straccio, chiudendogli successivamente la porta per lasciarlo studiare indisturbato.
Finisco di fare anche camera mia, camera dei miei e il corridoio e poi stanco mi dirigo in cucina a bere un bicchiere d'acqua.
"Mamma, ho finito"
"Grazie tesoro, la mancia te la do stasera quando mi cambieranno i soldi, non ho qui nulla"
"Okay. Vado in camera a fare italiano a questo punto"
"Va bene, va che tra un'oretta circa si mangia"
Guardo l'orologio, sono le undici e mezza, un orario accettabile per iniziare ed effettivamente fare qualcosa
"D'accordo, me ne torno di là" le dico per poi tornare in camera e buttarmi sul letto per qualche minuto, godendo il silenzio della mia stanza illuminata dal sole mattutino e il profumo di lenzuola pulite che mia mamma aveva messo su quando ero in camera di Valerio a pulire. La leggera brezza fresca che entra dalla finestra, unita al sole ancora caldo di fine settembre che crea mille riflessi sulle pareti, è una delle cose che più apprezzo dell'autunno. Apro l'armadio e ne tiro fuori una felpa rossa e grigia, la mia preferita, e un paio di pantaloni della tuta del medesimo colore. Per quanto ami rimanere in pigiama, decido di cambiarmi lo stesso. Magari mi sveglio un po' fuori e mi metto veramente a studiare.
Piccolo scorcio della vita casalinga di Luca e della sua famiglia. Sono quasi intentata di fare una presentazione dei personaggi ad un certo punto anche perché mi sa che servirebbe perché oltre a Claudio e Luca ne arriveranno altri: i vari fratelli di Claudio, il fratello di Luca e altri amici e antagonisti. Probabilmente quando scriverò meglio la parte, la metterò prima o dopo il prologo!
Alice
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