CAPITOLO 03
Will
I know that you love me
Darlin', you don't have to say it
You know you can trust me
It's okay, it's complicated
Nervous, trip over my words
You're so pretty it hurts
Baby, I'm yours
Baby, I'm yours
Baby, I'm yours
I need something more
I pray to the Lord
But, baby, I'm yours
Baby I'm Yours, Isabel La Rosa
Sabato 18 Dicembre 2021 - Bad Saarow
Vederla pattinare sicura e spensierata, senza occhi indiscreti era una di quelle cose preziose e rare, che non avrei mai voluto condividere con nessuno. Era come vedere la sua vera essenza, come se si fosse tolta la maschera, c'era solo lei con la sua parte più pura.
La giornata non poteva che migliorare. Mentre scesi per andare a prendere altri ciocchi di legna, ricevetti un messaggio da Änne, dovevo ancora chiarire un paio di cose con lei.
Änne To Will
Hey mi dispiace per quello che è successo alla baita.
Venerdì c'è la festa a casa di Nikolas, posso venire con te?
Così magari mi faccio perdonare.
L'unico modo per farsi perdonare era che non si facesse sentire o vedere per un bel po'. La tentazione di risponderle in quel modo era tanta, però mi limitai a qualcosa di più sintetico.
Will To Änne
Non vado alla festa di Nikolas.
Fatti portare da Elias.
Spensi il telefono prima che mi arrivasse un altro dei suoi assurdi messaggi o peggio, mi chiamasse. Per quella giornata non volevo rotture di palle o interruzioni.
Salendo le scale con la cesta piena di legna, mi premurai anche di chiudere a chiave la porta e lasciarle nella toppa. Troppi familiari e non avevano le chiavi di casa. Una sicurezza in più non faceva male a nessuno.
La sola luce soffusa del camino mi suggerì che la mia bimba aveva eseguito il mio comando e si era recata in bagno.
Lasciai le scarpe vicino la porta, godendomi il tepore del pavimento di legno. Attizzai veloce il fuoco, gettando uno sguardo verso la zona notte quando sentii lo scroscio della doccia aprirsi, l'idea di averla nel mio bagno completamente nuda e disponibile alle mie fantasie mi eccitava ancor prima di vederla.
La porta era socchiusa, sbirciai all'interno vedendo un angelo dai lunghi capelli neri intenta a togliersi anche gli ultimi indumenti. Di spalle non si accorse che stavo varcando la porta, ma quando sbattei la porta si voltò di scatto. La squadrai da capo a piedi: una venere dall'indicibile bellezza.
«Zieh den BH aus!» Un lampo di lussuria attraversò la sconfinata foresta nelle sue iridi. Lenta portò le mani dietro la schiena e sganciò il reggiseno; cadde ai suoi piedi inerme come lo era la mia volontà di fronte a lei.
«Jetzt auch den Tanga!» Un angolo delle labbra si arricciò in modo furbesco, senza distogliere lo sguardo, agganciò i pollici all'elastico degli slip e iniziò a farli scendere lungo le sinuose cosce. Candide, promettevano un caldo rifugio, un avvolgente e sensuale paradiso.
Si drizzò soddisfatta. Forse perché mentre lei mi osservava come una predatrice io ero rimasto abbagliato da ogni singolo movimento, apparendo una preda tanto facile che poteva persino annusare la mia eccitazione a distanza.
La mia bambina sapeva come giocare le sue armi, una tra tutte erano proprio i suoi occhi misteriosi e intriganti. Sapeva come colpirmi al cuore e ogni volta faceva danni devastanti.
Si avvicinò sicura di un paio di passi, quelli necessari per essere a pochi centimetri dal mio petto. Con dita agili e veloci afferrò il bordo della felpa e iniziò a tirarlo verso l'alto. Quando fu a terra, notai una nuova espressione sul viso, una fiamma stava divampando dentro di lei, la fiamma della concupiscenza.
Senza attendere le sue mani delicate, mi tolsi la maglietta, curioso di veder crescere quel fuoco.
Non mi deluse.
L'eccitazione, si manifestò sul suo petto che si alzò in modo ben percettibile e sulle labbra dischiuse.
Lasciai a lei l'onore di togliermi i pantaloni. Mi osservò con sicurezza prima di mettersi in ginocchio, non riuscii a frenare la mano che bramava di accarezzare la guancia rosea e vellutata. Con estrema attenzione agganciò con le dita anche il tessuto dei boxer assicurandosi così di arrivare subito al nocciolo del suo desiderio. La tuta e l'intimo finirono a terra insieme al resto.
Le sue dita delicate accarezzarono gli addominali, tracciando un sentiero di cui conoscevo la meta, ma la bloccai prima di arrivare a destinazione, «Warte. Steh auf.» Sbatté le lunghe ciglia, confusa dal mio doppio comando, ma da brava ubbidì e si alzò.
Il vapore aveva avvolto l'ambiente, solo in quell'istante mi resi conto che aveva acceso alcune candele che emanavano una dolce fragranza, accompagnata da una morbida illuminazione. Il suono dell'acqua ci invitò ad entrare nella doccia, non c'era bisogno di parole, i nostri sguardi parlavano una lingua tutta loro.
Accolsi il getto dell'acqua calda sulle spalle, i muscoli tesi si rilassarono percependo una tensione latente dissolversi insieme al vapore. Buttai la testa indietro accogliendo quella piacevole carezza anche in volto, se aveva funzionato con il corpo poteva scacciare via i brutti pensieri che il messaggio di Änne mi aveva inevitabilmente acceso.
Ma non fu l'acqua a far scivolare l'inquietudine dall'angolino recondito dove l'avevo spedita, furono le dita leggere di Kris a cancellare tutto. Toccavano lente i pettorali, le spalle, il collo, una dolce carezza che alleviava ogni tensione. Si prendeva cura di me, con piccoli gesti dal grande valore. La strana connessione che avevamo era attiva anche in quel momento, aveva percepito che qualcosa era mutato, nei dieci minuti che ero stato giu.
Era serena, sicura nei movimenti, così cambiai le carte in tavola. Con il palmo aperto sulla sua spalla la sospinsi all'indietro, finché la schiena si scontrò con le mattonelle dure. Il fuoco nelle iridi si accese di nuovo incendiando la sua foresta incantata. Era piccola fisicamente ma tutt'altro che indifesa, posò entrambe le mani al muro, ai lati delle cosce, permettendomi di sovrastarla e dominarla. Mi osservava dal basso con bramosia.
«Spreize deine Beine.» La voce mi uscì più autoritaria e urgente di quanto credessi, ma sortì l'effetto sperato, con un battito di ciglia provocatorio aprì le cosce, lasciandomi libero accesso al suo piacere. Caldo, umido, il suo ingresso era già rilassato; accolse le mie dita con un ansito eccitante quanto il suo volto immerso nel godimento.
L'altra mano, appoggiata al muro dietro le sue spalle, mi servì per avvicinarmi e soggiogarla. Con un guizzo le iridi corsero al bicipite in tensione.
«Lasciati andare...» con le labbra pericolosamente vicine al suo collo le sussurrai un altro comando, questa volta mettendo da parte la mia indole autoritaria, sfoderai un tono suadente. Gettai lo sguardo sulla pelle arrossata dal calore dell'acqua, si increspò sotto l'effetto della mia voce, i capezzoli si inturgidirono, un invito incontrollabile. «Chiudi gli occhi.» Le fiamme impetuose nei suoi occhi mi incenerirono, ma non osò controbattere; per diversi istanti si limitò a studiarmi. Insinuai le dita più in profondità provocandole un gemito intenso.
Quando mi liberò dal sortilegio del suo sguardo chiudendo le palpebre, mi presi il tempo di osservarla. Era divina, le gocce d'acqua scendevano lente sulla pelle facendola luccicare, aveva inclinato la testa all'indietro esponendo il seno generoso. Le labbra semi aperte erano un invito delizioso, la voce alterata dall'eros era in realtà il canto di una sirena e io il suo umile marinaio, pronto ad affogare con lei negli oceani della perversione, dell'appagamento licenzioso.
Catturai con la punta della lingua una goccia birichina che voleva godersi al posto mio il calore del capezzolo. Sussultò.
Senza muovermi dalla posizione conquistata, sbirciai verso il suo volto. Due iridi smeraldine mi osservavano curiose e tormentate. Un voluttuoso tormento.
«Ah Ah! Chiudi gli occhi.» Le dita continuavano a muoversi lente, decise, tormentando il suo piacere. Socchiuse le palpebre permettendomi di continuare la mia opera di seduzione, questa volta racchiusi tutta l'aureola tra le labbra e succhiai piano fino a incastrare i denti sul rotondo bottoncino. Duro e vellutato al tempo stesso.
Dita calde e umide si avvolsero silenti attorno al pene, staccai la bocca dal seno solo per sfogare un ringhio inatteso di appagamento. Lo sentivo pulsare in modo rude attorno al suo palmo accogliente. Con la mente più lucida e cosciente osservai di nuovo le sue iridi soddisfatte sbeffeggiarmi per quel'inaspettato attacco.
Contrattaccai arricciando le dita nella sua cavità invitante, seguì un ansito rude e profondo al quale non seppi resistere. Intrappolai le sue labbra tra le mie per nutrirmi di quel suono erotico. Le lingue si dichiararono guerra duellando senza esclusione di colpi.
I suoi capezzoli sfioravano poco sopra il mio addome, generando piccoli brividi di piacere che dalla superficie si insinuavano sotto la carne attraversando i muscoli tesi e i nervi eccitati, fino ad arrivare alle ossa scuotendole come un terremoto di gravità inimmaginabile.
«Ti-ti» parole soffocate dalle mie labbra, la sua voce supplichevole assomigliava ad una richiesta di resa. Le concessi il dono della parola solo per attaccare quel punto del suo collo che la faceva fremere. «Ti prego Will... mettilo dentro.» Accentuò la stretta sul membro e con l'altra mano mi graffiò la pelle tatuata delle spalle. Osservai quest'ultimo gesto godendone appieno.
Spostai le dita dall'interno avvolgente e accogliente della sua fica per spalmare la sua eccitazione sul clitoride gonfio e duro. Un mellifluo mugolio fu la risposta alla mia sollecitazione, ma il mio angioletto non sapeva che aveva a che fare con il peggiore dei demoni.
Mi staccai da lei, era bella e avvolta dalla carnalità del momento; nonostante non la stessi più toccando il piacere scorreva ancora lento nelle sue vene, dopo pochi secondi i suoi occhi smarriti mi cercarono.
Confusa dall'eccitazione, che stava raggiungendo i picchi massimi, mi osservò drizzandosi. Le concessi un sorriso beffardo, prima che i lampi d'ira mi colpissero in pieno petto.
«Questo era solo l'antipasto... la cena verrà servita di là.» Con un cenno divertito del mento le indicai fuori dal bagno. «Adesso finisci di lavarti.» Con un sonoro schiaffo sul sedere istigai la belva a sbranarmi, ma tagliai la corda prima che la sua furia si scagliasse del tutto su di me.
NOTE AUTORE:
Buonasera angioletti,
capitolo piccino piccino, ma che inizia a scaldare l'atmosfera...
Buona notte
M.F.
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