Serata e strane coincidenze
Son trascorsi ormai due notti da quando fummo aggredite nel parking del Night Club e proprio a causa di ciò John, nonché nostro capo, ha permesso sia a me che alle mie due amiche di riprenderci per i tre giorni seguenti all'accaduto. In realtà Zoey è in ottima forma sia psichica che fisica, al contrario di Hazel che vaga per l'appartamento come un fantasma. Il giorno seguente all'aggressione son stata con lei, confortandola e preparandole dolci di tutti i tipi e dimensioni, ma, nonostante ciò, il trauma che ha subito non l'abbandonerà rapidamente. Certamente la sua reazione è del tutto legittima, al contrario della mia. Proprio per non demoralizzarmi e non fossilizzarmi sul terrore, sia ieri che questa mattina sono andata a corre per poi dirigermi in palestra e rimanere chiusa nello stanzino sotterraneo, sperando d'incontrare il mio salvatore. Inutile sottolineare il fatto che il tutto non sia avvenuto e quindi sono tornata subito a casa.
«Ev!»
Zoey irrompe in camera mia, trascinandosi dietro un'Hazel ancora scossa ed assonnata, mentre sobbalzo a causa dell'invasione improvvisa. Rapidamente ruoto il busto sul fianco sinistro, scrutando le mie amiche con cipiglio. Cos'avranno in mente?
«Sei ancora in pigiama?!»
Zoey grida come se avesse visto un relitto abbandonato a se stesso, perciò, prima che cominci un suo ennesimo monologo, mi alzo dal letto, scrollando le spalle ed avvicinandomi all'armadio. Senza perder tempo apro entrambe le ante ed infilo la testa all'interno del mobile, estraendo poi una camicia ed un paio di jeans. Lancio un rapido sguardo verso di loro quando Zoey scuote il capo in dissenso e mi s'avvicina, ammettendo divertita: «Sei incredibile!»
Prima che possa ribattere, la mia amica artiglia un vestito color ciliegia, mostrandomelo e lanciandomelo addosso. Ghermisco fortemente l'abito per poi incenerire Zoey con lo sguardo, ma non sembra minimamente scalfirla, in quanto m'indica il bagno. Scuoto il capo sconsolata, dirigendomi nella stanza che ospita i sanitari ed indossando il vestito. Non appena riesco a chiudere la cerniera, tiro un sospiro di sollievo e mi volto verso lo specchio, osservando con più attenzione quello che indosso: l'abito fascia il mio corpo sino a metà coscia, lasciando la schiena quasi completamente scoperta, mentre le maniche avvolgono gli arti superiori sino agli avanbracci, non mostrando di conseguenza la lesione. In verità quella notte, quando tornai a casa e guardai finalmente la ferita, notai sollevata che non era molto profonda ed infatti adesso vi è uno strato di crosticina scura che la ricopre. Alzo il capo ed osservo gaia che le forme son messe in risalto dall'abito, nonostante detesti esibire ancor più il mio fondoschiena formoso ed all'insù. Riflettendoci bene, credo che non avrei mai indossato un vestito simile sino a non molto tempo fa, ma ormai sono cambiata e m'accetto per così come sono. Sospiro e scuoto il capo, sorridendo tra me e me, per poi entrare in camera e notare divertita lo stupore sul volto delle mie amiche. Almeno pare che Hazel sia momentaneamente tornata in sé...almeno.
«Sei bellissima!»
Zoey m'analizza con adorazione, esplicando commenti positivi sull'abito che indosso, quando improvvisamente Hazel m'impone di sedermi sull'unica sedia presente in camera, esordendo con grinta: «Adesso tocca a me!»
L'osservo incredula ma non la blocco, poiché sono realmente contenta di vederla nuovamente elettrizzata e straboccante di vita. Con un gesto lesto afferra la mia trousse, ghermisce alcuni cosmetici per poi correre fulmineamente fuori dalla mia camera e tornare esigui istanti dopo con in mano un fermaglio orientale a forma di penna. Subito dopo artiglia la spazzola e pettina gentilmente i miei capelli lunghi ed ondulati per poi semi-raccoglierli con la fibbia. Celermente si posiziona dinanzi a me, ghignando sinistramente ed analizzandomi con il fuoco negl'occhi. Prima che la sua mano s'avvicini al mio volto, la blocco, chiedendole a bassa voce: «Per favore non...non...»
Hazel rotea gli occhi al cielo, sospirando falsamente stremata e ribattendo con grinta: «Non esagererò con il trucco...promesso.»
Rimango turbata per qualche istante, incapace di capire come la bionda possa conoscere i miei desideri, mentre Zoey mi sorride radiosamente. L'osservo con decisione, tentando di trovare della falsità, ma Hazel è irremovibile, perciò le consento di proseguire con la sua opera. Si concentra sul mio volto, adoperando pennelli e polveri varie, per poi esultare ed invitarmi a specchiarmi. Non appena noto la mia figura riflessa nello specchio, m'immobilizzo per l'incredulità e la gioia. Se solo fossi più femminile e curassi maggiormente il mio aspetto, forse piacerei di più a me stessa...forse. Osservo le palpebre segnate lievemente da una matita nera mentre le labbra son tinte d'un rosso scarlatto, risaltandone la forma perfettamente simmetrica.
«Mi piace.»
«Finalmente un complimento!»
L'esclamazione eccessivamente tragica d'Hazel fa sorridere sia me che Zoey, ma quest'ultima m'obbliga immediatamente ad indossare delle decolté nere, acconsentendo poi contenta del risultato. Subito dopo si dedicano a loro stesse, rivelandosi ancora una volta delle donne attraenti e raffinate. Celermente ci dirigiamo all'ingresso, ringraziandole di vero cuore per ciò che hanno fatto, per poi domandare retoricamente: «Andiamo?»
Le mie amiche sorridono complici per poi uscire tutte insieme dall'appartamento e dirigerci sino al Margarita, usufruendo della macchina di Zoey. Non appena giungiamo al pub, scendiamo dalla vettura e ci avviamo verso l'interno del locale, indirizzandoci istantaneamente verso il bancone degli alcolici. Hazel ordina tre Blue Beach e insieme ingeriamo la sostanza bruciante, riscaldandoci istantaneamente. Prima che possa domandar loro qualcosa, Zoey ci trascina in pista ed immediatamente iniziamo a ballare. Libero la mente e tento di godermi il momento, facendo oscillare le anche a ritmo di musica e le braccia, mentre la musica s'impossessa delle mie membra. Danziamo spensierate per un tempo che pare infinito quando tutto ad un tratto noto Hazel ballare e baciare vogliosamente un bel moro piacente. Credo vivamente che l'alcol sia certamente una causa ineluttabile del suo bizzarro comportamento, poiché mai si sarebbe comportata in questo modo dopo esser stata quasi violentata solo pochi giorni fa. Analizzo la situazione per esigui istanti per poi urlare a Zoey: «Vado un attimo in bagno. Tieni d'occhio Hazel.»
La mia amica acconsente sorridente, continuando a danzare tra la folla di gente semicosciente. Rapidamente e con difficoltà a causa dei giovani brilli mi dirigo verso la toilette, anche se definirla tale sarebbe pura blasfemia. Disgustata mi chiudo in un gabbiotto ed urino senza toccare il sanitario sporco mentre odo nauseata gemiti ed urla acute provenienti dal bagno accanto. Innervosita e a dir poco schifata esco da lì, imbattendomi in un ragazzo ubriaco che mi scruta con occhi maliziosi e rossi per la droga assunta. Un brivido di terrore serpeggia lungo la mia colonna vertebrale non appena ricordo l'avvenimento di pochi giorni fa, perciò tento di sorpassarlo il prima possibile ma sfortunatamente m'artiglia fortemente per il braccio, procurandomi dolore. Le sue mani, grandi e viscide, mi repellono. Con gesto rapido e preciso mi volto, assestandogli un calcio rotatorio in pieno addome e non avvertendo più la presa sul mio braccio. Mi volto e noto che l'uomo è inciampato nei suoi stessi piedi e certamente la poca stabilità dovuta al consumo eccessivo d'alcol l'ha fatto cadere rovinosamente a terra. L'ubriaco si alza nervosamente e si scaglia brutalmente verso di me, ma prontamente schivo il suo pungo che invece colpisce in volto il malcapitato appena uscito dal bagno dietro di me. Mi volto inorridita e dispiaciuta, ma, nonostante il terrore d'esser nuovamente avvicinata da un ulteriore ubriaco, mi avvicino a lui per chiedergli scusa mentre il ragazzo corre via. Non appena l'uomo dalla chioma corvina alza lievemente il capo, m'immobilizzo, scrutandolo con incredulità ed esclamando indispettita: «Ancora tu!»
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