Palestra e...cavolo è tardi!
Il mattino seguente mi desto prima che la sveglia cominci la sua usuale tortura, sgusciando dalla camera da letto e camminando sulle punte dei piedi lungo il corridoio. Lancio un rapido sguardo ad Hazel che dorme profondamente nel suo giaciglio, dirigendomi poi in cucina. Non appena giungo a destinazione, preparo il caffè e prendo posto su una delle sedie poste intorno al tavolo in legno. Guardo vacuamente i fornelli dinanzi a me e sbadiglio stremata, poiché la scorsa notte non ho dormito a causa della paura. Sbuffo infastidita, portando la tazzina alle labbra, per poi sorseggiare il caffè quando tutto ad un tratto Hazel irrompe in cucina, urlando indemoniata il mio nome. Inevitabilmente sobbalzo, facendo versare l'intruglio aromatico sul pigiama e gemendo per la frustrazione. Hazel mi guarda dispiaciuta, mostrandomi il labbruccio e rendendomi arduo l'infuriarmi con lei. Scuoto il capo in diniego, guardo sconsolata il mio pigiama e sistemo un'alta moca. Mentre preparo il caffè Hazel torna in camera sua. Tento di lavare la macchia con dell'acqua ma peggioro la situazione, perciò, in un moto di follia, mi libero della maglia, avvertendo un brivido ghiacciato lungo la schiena a causa delle basse temperature. Borbotto un epiteto poco carino quando la mia coinquilina irrompe ancora una volta in cucina, guardandomi stranita e ridendo di vero gusto. Alzo gli occhi al cielo e sibilo indispettita: «Per colpa tua mi sono versata addosso il caffè...»
Hazel inspira profondamente e riprende coscienza di sé, domandando divertita: «Non ho assisto alla scena, poiché ero dietro di te. Potresti descrivermela?»
«Ero semicosciente ed a causa del tuo urlo sono sobbalzata per lo spavento, versandomi addosso il caffè.»
Di tutta risposta la bionda irrompe in una risata di vero cuore, facendomi indispettire ancor più. Non riesco a rimaner scoperta a causa del freddo, perciò mi dirigo in camera da letto ed indosso una felpa. Gemo per il calore immediato, tornando poi in cucina e versando il caffè in una tazzina. Subito dopo la porgo ad Hazel e verso l'intruglio marrone rimanente in un bicchiere. Prima però che possa prender posto, la mia amica si materializza accanto a me, togliendomi con forza quello che stringo tra le mani ed asserendo con fermezza: «Troppa caffeina non fa bene e poi a cosa ti servirebbe tutto questo caffè?»
«Ne ho bisogno.»
Tento di prenderle il bicchiere dalle mani, ma la mia amica è irremovibile. Hazel inarca un sopracciglio e domanda interessata: «Nottata in bianco?»
«Può essere.»
Hazel mi scruta dispiaciuta, perciò colgo il momento per riprendermi il bicchiere e bere avidamente il caffè. La bionda mi fissa indispettita, incrociando le braccia al petto e picchiettando nervosamente il piede a terra. So che vuole delle spiegazioni e che troverà il modo per estorcermi la verità, perciò senza usare troppi giri di parole, le parlo chiaramente: «Dopo aver visto quella cosa in camera mia, non sono riuscita a prendere sonno, poiché nessuno ci avrebbe protette.»
La bionda acconsente decisamente col capo, stringendomi a sé e sussurrando appena: «Non so cosa farei senza di te!»
«Preparami il pranzo e saremo pari.»
«Sia!» Esclama divertita, allontanandosi e scrutandomi preoccupata. «Però questo pomeriggio dovrai dormire.»
«Affare fatto.»
Subito dopo torno in camera da letto ed indosso una tuta per poi uscire e correre lungo le vie della grande città. Certamente la bassa temperatura mi spinge a tornare indietro e prepararmi un'ottima cioccolata calda, ma non sarà questo a permettermi d'avere un fisico invidiabile quindi scaccio via l'utopia e comincio il mio allenamento. Per di più questa mattina il cielo è tenebroso a causa delle innumerevoli nuvole che oscurano il sole e molto probabilmente pioverà, perciò mi dirigo in palestra, salutando il custode e scendendo nel sotterraneo. Non appena entro in stanza, il mio interesse si riversa sull'uomo attraente intento a metter a posto le sue cose. Lucyfer mostra il suo corpo statuario senza vantarsene o farne sfoggio, imbarazzandomi e facendomi indietreggiare sin quasi ad andar via. Prima però che possa uscire dalla stanza impolverata, la sua voce roca pronuncia il mio nome. Mi drizzo sulla schiena e mi mostro fintamente sicura di me: «Devo allenarmi.»
Ruota il capo e le sue gemme tenebrose mi fissando intensamente tanto da farmi avvertire brividi in tutto il corpo. Il corvino mi si avvicina con passo felpato ed istintivamente indietreggio sin quando la mia schiena non combacia con il muro sudicio. Prima che possa reagire, afferra il mio mento e mi guarda col fuoco negli occhi, facendomi avvampare. Impulsivamente mi divincolo, ma m'immobilizzo non appena odo la sua voce: «Non vedo l'ora di vederti al gala questa sera anche se così bagnata non sei male...»
Mi sorride maliziosamente per poi sparire. Rimango ferma e rifletto su quanto da lui detto, comprendendo solo dopo il senso delle sue parole. Imbarazzata ed infuriata apro brutalmente la porta. Esco in tutta fretta dalla sala, trovandolo fortunatamente in corridoio. Prendo fiato ed urlo fuori di me: «PERVERTITO!»
Non noto la sua reazione, poiché sbatto la porta alle mie spalle e mi maledico per non esser stata capace di ribattere alle sue sporche allusioni. Scuoto il capo in diniego e mi alleno per l'intera mattinata, tornando a casa alle 13:30. Senza perder tempo mi doccio e pranzo con Hazel, complimentandomi con lei per l'ottimo pasto e spettegolando su alcuni clienti abituali del Night Club.
«Ev!»
Sobbalzo sulla sedia, facendo cadere la forchetta nel piatto e producendo di conseguenza un rumore fastidioso. Mentalmente epiteto la sventurata forchetta con parole poco carine quando odo nuovamente la voce di Hazel: «Ultimamente sei distante...qualcosa ti turba?»
Diniego col capo e le rivelo con il sorriso sulle labbra: «In verità penso a quell'impertinente di Lucyfer.»
«L'hai incontrato ancora?»
«Questa mattina sono arrivata in palestra fradicia a causa della pioggia e lui ha fatto un commento malizioso su quanto fossi bagnata.»
Hazel irrompe in una risata di vero cuore, scuotendo il capo e gridando esilarata: «Non posso crederci!»
«Perché non mi presti attenzione quando ti parlo?»
Esigui istanti dopo la bionda ritorna in sé, inspirando profondamente e rispondendo con ilarità: «Ti ascolto ma tu non fai lo stesso con me.»
«Menti.»
«Davvero?» Sogghigna sinistramente. «Allora cosa stavo dicendo poco fa?»
«In verità...non ricordo.»
«Adesso la mia tesi è confermata.» Esordisce fiera di sé. «Comunque ti stavo informando sulle ultime dinamiche riguardo gli assassini.»
«Ce n'è stato un altro?»
Hazel acconsente decisamente col capo per poi asserire turbata: «Ieri notte sono state uccise due giovani donne e...»
«E?»
«Dall'autopsia è stato riscontrato un liquido seminale diverso nelle due vittime ed inoltre l'ora del decesso era la stessa per entrambe quindi i killer sono due.» Mi spiega con vivido orrore. «A quanto pare massacrano le vittime insieme.»
Istintivamente dischiudo le labbra e sussurro incredula: «Lo sapevo...»
«Come scusa?»
Percepisco il sguardo bruciarmi la pelle e certamente non potrò tenerle nascosto per sempre il mio pensiero. Le spiego dell'incubo e delle mie deduzioni, rivelatesi poi esatte. Hazel mi scruta ora con vivido interesse ma anche con preoccupazione, perciò immediatamente la tranquillizzo. Subito dopo aver terminato il pasto, opto per un riposo pomeridiano, poiché non vorrei crollare dalla stanchezza al gala di questa sera. Cado tra le braccia di Morfeo prima che possa rendermene conto almeno sin quando qualcuno non bussa fortemente alla porta, svegliandomi e facendomi gemere per il fastidio. Barcollante apro la porta per poi esser scossa veementemente da Hazel che parla troppo velocemente affinché possa comprenderla ora che sono ancora mezza assopita. Sbadiglio stancamente e le domandando a bassa voce: «Che sta succedendo?»
«Sono le 18:30!»
«E quindi?»
«Per Dio!» Esclama incredula e divertita. «Alle 19:15 abbiamo appuntamento con le costumiste e le parrucchiere, o forse l'hai dimenticato?»
Istintivamente mi gratto la nuca e le sorrido imbarazzata: «Può essere?»
«Sei incredibile.» Sussurra esilarata. «Muoviti che tra dieci minuti dobbiamo andar via.»
Acconsento decisamente col capo per poi mettermi subito all'opera. Hazel mi lascia sola intanto che mi vesto e pettino i capelli in un'acconciatura semi-raccolta. Lavo il volto con dell'acqua fredda in modo da svegliarmi completamente per poi giungere in salone, afferrare il mio cappotto e la borsa ed uscire di casa con Hazel. Senza perder tempo prendiamo un taxi e trepidanti ci dirigiamo al Gala.
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