L'arcano gioco ed il patto
Lucyfer Pov's
Un consiglio da seguire: non giocare mai con il fuoco. Lei non sa che sono il re degli Inferi, non sa cosa porterà tutto ciò perché è tremendamente pura ed ingenua. Mi divertirò con lei e le farò siglare ciò che nessun essere umano dovrebbe mai fare con me: UN PATTO DI SANGUE CON IL DIAVOLO. La trarrò in inganno con uno stupido gioco, portandola così a dire ciò che serve. Eva ha i minuti contati!
"Allora?" Picchietta il piede sul freddo pavimento in pietra bianca.
"Sai delle uccisioni delle giovani ragazze di New York?" Domando, notando il suo improvviso irrigidimento.
"Che significa?" Chiede sull'attenti.
"Facciamo finta che io sia il killer e tu la vittima. Tu che faresti se sapresti chi sono?"
"Ma che gioco è?" Strabuzza gli occhi. "Non mi piace."
Sento il sangue scorrergli con più velocità nelle vene e per me non è altro che un dolce richiamo. Devo resisterle ancora per poco.
"Rispondi." Dico serio. "Avevi detto che avresti giocato."
Per qualche secondo rimane zitta per poi scansionarmi per bene. Sta scegliendo cosa fare: continuare o correre via?
"Sicuro sia un gioco?" Chiede con un punto di preoccupazione.
"Sì, devi solo rispondere."
"Allora...cercherei di difendermi e chiamerei aiuto. Non ha senso urlare e non far nulla. Prima bisognerebbe mettersi al sicuro se si sa che nessuno potrebbe sentirti." Risponde con ovvietà.
Peccato che tutte le mie vittime abbiano solo urlato sia dal piacere che dal terrore. Sorrido inconsapevolmente e noto la sua faccia farsi più cupa.
"Andiamo avanti." Continuo. "Se il killer ti dicesse che grazie a te non ucciderebbe nessun altra ragazza tu che faresti?"
"Perché proprio io?" Chiede confusa.
"Tu rispondi e basta. Tutto è dovuto al caso, ricorda." Le rammento.
"Comunque tu non sei una persona normale." Consta infastidita.
"Rispondi." La incito.
"Esattamente cosa dovrei fare per salvare le altre se fossi la ragazza che ha scelto il killer?"
"Lui ha bisogno di sangue e quindi tu dovrai in qualche modo donare il tuo."
"Che?! Ma sei matto?" Sbotta con stupore e terrore.
Bingo! Mi avvicino e lei indietreggia fino a quando non è in trappola tra me ed il muro. Avverto il suo caldo respiro sul mio volto ed il sangue pompare ad un ritmo maggiore nelle vene. Il suo profumo manda i miei sensori all'erta mentre una sensazione di fastidio e piacere mi attanaglia il basso ventre. Inizio ad avvertire la sete così la incito a rispondere velocemente.
"Allora? Rispondi."
"Non credo sia il caso." Borbotta a bassa voce.
"Eva stai partecipando ad un gioco e ti ricordo che non ti lascerò andare prima che arrivino le tue amiche."
"Aspetterò." Sbuffa.
Mi avvicino ancora di più a lei, facendo quasi aderire i nostri corpi. Pongo le mani ai lati della sua testa e faccio sì che mi guardi diritta negli occhi.
"Magari potrò continuare con te quello che non ho terminato in bagno con la modella." Le sussurro maliziosamente.
La sento agitarsi contro di me ed avverto il cambiamento di temperatura del suo corpo. Mi batto il cinque mentalmente. Finalmente si decide a parlare.
"Mi sentirei terribilmente in colpa se non accettassi dato che morirebbero altre ragazze per causa mia."
"Quindi?" Domando con voce roca.
"Mi assumerei le mie responsabilità e concederei il mio sangue al killer. Anche se non credo sia giusto...bisogna essere proprio fortunati!" Borbotta.
Finalmente! Questa è musica per le mie orecchie! Faccio sì che lei mi guardi negli occhi e noto nei suoi pozzi azzurri terrore puro. Ha capito che sono io il "killer seriale" ed ora è terrorizzata come non mai. Strabuzza gli occhi quando nota i miei color scarlatto ed i canini allungarsi quando mostro un ghigno compiaciuto. Scosto i suoi capelli da un lato in modo da vedere il suo bel collo. Si muove sotto di me con tutta la forza che ha, ma non è nulla in confronto alla mia.
"Lasciami! Lasciami!" Picchia le sue piccole mani sui miei pettorali scolpiti.
Con un unghia, ormai allungata ed affilata come rasoio, rompo il nastro che le fascia leggermente la candida e morbida cervice. Emette un gridolino di stupore e paura. Affondo le mie zanne nel suo collo, non pensando minimamente a quanto dolore le stia procurando. In un primo momento urla per poi zittirsi e piangere. Mi abbevero del suo dolce nettare, il migliore che io abbia mai gustato. È sempre un piacere sfamarsi con il sangue di una vergine...è così prelibato! L'aroma manda in estasi l'intero corpo e non credo di esser in grado di smettere. È meglio della linfa che scorre in mia moglie, Vepar. È il meglio del meglio! Mi riscuoto quando avverto la sua flebile voce.
"No." Sussurra debolmente.
Sulla parte inferiore del suo polso sinistro e su quello mio appare un marchio antico che indica il sigillo del patto: sarà costretta a cedermi il suo sangue quando vorrò, in cambio non ucciderò nessun'altra ragazza. Ciò significa che potrò continuare ad abusare sessualmente delle altre e bere il loro sangue, ma non potrò porre fine alle loro miserabili vite.
"Che sacrificio!" Le sussurro all'orecchio con voce roca. "Che animo nobile."
Mi scosto e lei cade pesantemente sulle sue ginocchia. Blatera frasi sconnesse per poi guardare il suo polso e me. I suoi occhi sono colmi di disprezzo, paura e tristezza, ma non odio. Mi chino vicino a lei e le sussurro:" Eva questo è solo l'inizio."
Mi alzo e mi avvicino alla porta. Mi volto un'ultima volta e la osservo intenta a guardare un punto indefinito dell'attico.
"Ci si vede, Thysìa." La saluto per poi sparire.
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