Grazie Mamma

"Cara mamma,
Oggi sarebbe stato il tuo giorno.
Quello che hai sacrificato per me non l'ho dimenticato.
Volevo solo dirti che mi dispiace di non essere riuscita a salutarti e a dirti quanto io ti abbia amata.
Ogni singola cosa che facevi per me la facevi con il cuore e io le ricordo tutte con nostalgia.
Le tue storie, i tuoi baci, i tuoi abbracci, le tue mani delicate che la sera mi accarezzavano il volto.
Saperti in un posto migliore di questo e senza sofferenze non può che rendermi felice.
Posso solo che ringraziarti per tutto ciò che hai fatto per me, a partire dalle risate che mi donavi tutti i giorni.
E vederti in quel letto, sotto le coperte chiare, mi fece piangere il cuore.
Pensandoci adesso credo di aver buttato via il tempo, di non aver sfruttato la tua presenza.
Davo così per scontata la felicità che, una volta persa, ci misi così tanto tempo a recuperarla.
Mi vergogno, perché anziché farti arrabbiare potevo rimanere tra le tue braccia, prima che tu te ne andassi.
Sei stato il regalo migliore che la vita potesse darmi, con la tua sconfinata gentilezza e la tua eleganza, non raggiungerò mai il tuo livello ma mi impegnerò per avvicinarmici.
Sono fiera di essere tua figlia.
Quella notte, tenendomi per mano, non mi hai neanche lasciato il tempo di dirti addio, mi hai sorriso e te ne sei andata.
Ma non voglio piangere, perché il tuo ricordo non mi da lacrime ma grandi sorrisi, perché in realtà tu dal mio cuore non te ne sei mai andata.
Mi hai lasciato il miglior ricordo che potessi mai desiderare: il tuo sorriso continua ogni sera a riempirmi di gioia.
Grazie mamma"
Con il dorso della mano mi asciugo le lacrime sulle guance.
Appoggio la penna sulla scrivania e prendo la mia lettera. La piego delicatamente e la inserisco in una busta.
Scaldo della ceralacca rossa e dorata su una piccola candela.
Appena sciolta chiudo la busta e la colo sopra, infine la chiudo con un sigillo di Fiore.
Sistemo le cose sulla scrivania mentre sento qualcuno avvicinarsi.
Con i capelli rosa legati in due codini, Nashi, mi porge un fazzoletto.
- Grazie piccola - prendo il fazzoletto e mi asciugo completamente il viso.
Butto il fazzoletto bagnato nel cestino e prendo la bimba in braccio.
- Perché piangevi? - le do un bacio in fronte mente lei mi prende il viso.
- Perché ero molto felice - sorrido.
- Ma se eri felice perché piangevi? - la appoggio sul lettino.
- Si chiamano lacrime di gioia, quando sei così felice che ti metti a piangere! -
Nashi alza le coperte e ci si stende sotto.
- E perché eri felice? - mi inginocchio per rimanere alla sua altezza.
- Perché voglio tanto bene alla mia mamma - le accarezzo il volto.
Lei sorride dolcemente e chiude gli occhi.
Io mi alzo, raccolgo la busta e apro un cassetto della scrivania, in un fazzoletto ricamato trovo il fermaglio con l'ibisco in rubino e oro.
Lo chiudo in una scatolina azzurra e la appoggio, insieme alla lettera, su un'alto scaffale.
Grazie ancora mamma.

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Riscritta! Spero vi piaccia

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