Un desiderio per la Stella della Sera

DISCLAIMER: Ahhhh! Sì, l'ho rifatto. Pensavate che il disagio fosse finito, ed invece vi tocca beccarvi pure quest'altra one-shot a tema Disney che letteralmente nessuno di voi ha chiesto, ma che io ho scritto comunque perché sì, ne avevo all'improvviso molta voglia.

In quella serata primaverile le nuvole, grandi e leggere, si levavano alte sulla città di New Orleans, mentre il buio della notte veniva tenuto a bada dalla luce della Luna crescente, quasi piena, e delle stelle.
Ed una ragazza in particolare, in piedi contro il largo balcone di un edificio da gran signori - troppo da gran signori, per essere casa sua - guardava il cielo con grandi aspettative.
Tra le mani avvolte in lunghi guanti color celeste, che le arrivavano oltre il gomito, stringeva una fotografia con tutte le proprie forze.
Indossava un lungo vestito azzurro con una profonda scollatura sulla schiena, il quale lasciava scoperta la sua pelle dall'incarnato scuro, abbinato ad una collana dello stesso colore e ad una coroncina sulla testa, al di sopra dei suoi capelli neri acconciati in una semplice ma elegante crocchia.
Quella specie di travestimento da principessa, per quanto splendente, nonché la festa in maschera che si stava svolgendo un piano sotto di lei, organizzata dal padre della sua amica Charlotte, avevano solo contribuito a peggiorare il suo umore già a terra.
Lanciò un'ultima occhiata alla fotografia che teneva tra le mani, raffigurante il ristorante che lei e suo padre avrebbero voluto aprire, un giorno.
La ragazza sbattè una mano chiusa a pugno sulla pietra del balcone, facendosi male alle dita, e gemette di frustrazione, tra i denti. E pensare che era arrivata così vicina a realizzare il suo sogno...Aveva lavorato giorno e notte, per anni, con l'unico obbiettivo di avere abbastanza soldi per l'anticipo da versare per l'acquisto di un vecchio zuccherificio, del quale sperava di fare un ristorante di successo, col tempo.
Peccato che i due agenti immobliari che si occupavano della vendita dell'edificio, i fratelli Fenner, appena poche decine di minuti prima, le avevano comunicato di aver ricevuto un'offerta molto maggiore della sua: se non avesse racimolato in qualche modo il doppio dei soldi che era pronta a pagare entro il successivo mercoledì, avrebbe perso lo zuccherificio e la possibilità di realizzare il proprio sogno.
La ragazza si appoggiò con i gomiti al parapetto del balcone, stringendo la fotografia che suo padre le aveva dato anni prima - uno dei pochi ricordi che conservava di lui - contro il suo petto. I suoi grandi occhi scuri si soffermarono quasi istintivamente su di una stella, nell'ampio cielo dal colore blu scuro, che pareva brillare più luminosa di qualunque altra.
"Quella, Tiana, è la Stella della Sera" le diceva il suo papà, quando era una bambina "Esprimile pure i tuoi desideri, e vedrai che lei farà in modo che si avverino, ma soltanto a patto che tu sia disposta ad impegnarti e a lavorare sodo per raggiungere i tuoi obbiettivi"
"Quindi se lavorerò sodo potremo davvero aprire il nostro ristorante?" gli domandava allora lei, con gli occhioni grandi di meraviglia.
Suo padre le passava un braccio intorno alle spalle:"Ma certo, tesoro: non c'è niente che tu non possa fare, col tuo talento" era solito ripeterle anche, dopo le giornaliere lezioni di cucina che le impartiva, nonostante tornasse la sera stanco morto dal lavoro.
E Tiana aveva davvero provato ad impegnarsi al massimo...Aveva speso tutta sé stessa, nel suo progetto, ma non aveva funzionato. Non avrebbe mai potuto racimolare abbastanza velocemente la somma che le veniva richiesta.
La ragazza sospirò ancora, a fondo.
<<Oh, non mi sembra possibile che stia per farlo...>> mormorò tra sé e sé, prima di rivolgere ancora lo sguardo verso la Stella della Sera <<Ti prego, ti prego, ti prego...Ti prego, quei soldi mi servono assolutamente...>>
Si rendeva conto di quanto infantile fosse ciò che stava tentando, ma non è che avesse chissà quale altra scelta, al momento. Tentar non poteva nuocere.
Per diversi, infiniti secondi, non accadde nulla. Tiana era ancora avvolta nel silenzio della notte, interrotto soltanto dalla forte musica che proveniva dal piano di sotto. Questo le ricordò di Charlotte, che in quel momento doveva essere intenta a danzare col principe Naveen di Maldonia, e pensò che almeno una di loro due avrebbe ottenuto ciò che voleva, dopotutto.
<<Forse sbaglio, cara, ma ho come l'impressione che qualcuno qui abbia espresso un desiderio>>
La voce profonda e maschile, proveniente dalle sue spalle, la fece sobbalzare e voltare di scatto.
Davanti a Tiana, nella stanza riccamente arredata dalle pareti color rosa pastello, stava ora in piedi un uomo bianco, alto almeno trenta centimetri più di lei, con addosso un elegante tuxedo, ed un'aria sarcastica ad illuminargli il bellissimo volto.
La ragazza rimase zitta e ferma per qualche secondo, ponderando il nuovo arrivato, nonché il suo forte accento britannico.
<<Ma certo!>> esclamò poi, esasperata dal tempismo di quella improvvisa comparsa <<Certo, molto divertente...Quindi che si fa, adesso? Per caso vorresti un bacio?>>
Sputò le parole senza quasi rendersene conto, con intento ovviamente ironico, che però lo sconosciuto sembrò non cogliere - o fingere, di non cogliere.
<<Beh, baciarsi non sarebbe male>> commentò, sfoggiando un ampio e brillante sorriso, mentre una delle sue sopracciglia nere schizzava verso l'alto.
Tiana rimase a bocca aperta, indecisa su cosa avrebbe dovuto fare o dire, a quel punto della conversazione, se così poteva definire il breve scambio di battute intrattenuto con un completo sconosciuto nella stanza della propria più cara amica d'infanzia.
Fu l'uomo a rompere il ghiaccio, raggiungendola in balcone a passi lunghi ma misurati, e porgendole la mano:<<Piacere di conoscerti>> le disse <<Il mio nome è Lucifer Morningstar>>
Tiana guardò la mano che il diavolo le porgeva in maniera quasi accorata, indecisa se stringerla o meno.
<<Chiedo scusa, principessa>> lo sentì dire, mentre accennava alla coroncina che portava in testa <<Non volevo certo spaventarti>>
Così si decise finalmente a porgergli la sua mano:<<Non mi ha spaventato>> rispose, schiarendosi la voce <<E comunque mi chiamo Tiana, e non è che io sia una vera principessa>> specificò, sebbene nemmeno lei avrebbe saputo dire perché l'avesse detto. Forse c'era qualcosa, in quel tizio, che la spingeva a parlare più di quanto non avrebbe fatto di solito?
<<Io, invece, sono il vero diavolo>> affermò l'uomo, facendole un altro sorriso <<E questa è la tua serata fortunata, a quanto pare>>
Tiana aggrottò le sopracciglia per pochi istanti, indecisa riguardo al come dovesse interpretare quella informazione riferitale con tanta leggerezza, ma poi comprese: Satana era probabilmente il suo personaggio, per il party in maschera che si stava svolgendo al piano di sotto, al quale doveva essere stato invitato. Questo avrebbe spiegato il perché del suo accento britannico e della sua aria da aristocratico, nonché il fatto che avesse detto di chiamarsi Lucifer Morningstar, come l'Angelo Caduto.
<<La mia serata fortunata?>> ripetè, senza riuscire ad impedirsi di rivolgere un veloce sguardo alla Stella della Sera, che splendeva sul loro incontro.
<<Ma certo che sì, cara Tiana>> il diavolo si appoggiò morbidamente accanto a lei, alla lavorata balaustra del balcone <<Non hai espresso un desiderio? Beh, io sono qui per aiutarti a realizzarlo>>
<<Lei è qui per...Mi scusi, ma come fa a sapere del mio desiderio? Non sarà mica che->> la ragazza rivolse l'ennesima occhiata incredula verso il cielo sopra di loro.
Il diavolo rise appena, sottovoce, di una risata profonda e calda:<<Ma come>> la apostrofò scherzosamente <<Ti travesti da principessa, eppure non credi nelle favole?>> e Tiana incrociò le braccia sul petto, contro il corpetto celeste del suo vestito dalla morbida scollatura a forma di cuore.
<<Bene, bene: mi avevano detto che ti piaceva arrivare subito al punto, ma non pensavo fino a questi livelli!>> Lucifer alzò le mani, ma senza smettere di sorridere divertito <<Il motivo per il quale sono qui è che ho un accordo da proporti>>
<<Questa è la stanza della mia amica Charlotte, sai, la figlia dell'uomo che ha dato la festa giù di sotto, e sono piuttosto certa che non dovresti stare qui>> Tiana non abbandonò la sua posizione difensiva, poco incline a credere alle parole di quel bell'uomo. Perché mai un tizio, che per di più era bianco, e presumibilmente anche molto ricco, avrebbe mai voluto stringere un accordo con lei? Non era una stupida, e di certo non era disposta a bersi quella storia così facilmente.
Il diavolo agitò una mano in aria, con noncuranza:<<Un dettaglio piuttosto irrilevante, al momento>> commentò.
<<Irrilevante?>>
Il signor La Bouff, il padre della sua amica Lottie, nonché uno degli uomini più influenti di tutta New Orleans, non sarebbe stato affatto contento di sapere che uno sconosciuto era entrato in camera di sua figlia. Quel Lucifer rischiava di passare dei seri guai, e ne era consapevole, eppure non ne sembrava minimamente scalfito.
<<Insomma, sì, è piuttosto irrilevante, dal momento che sono il diavolo. E poi, ho come l'impressione che non avrai più tanta fretta di cacciarmi, se mi lascerai spiegare che tipo di accordo voglio proporti>>
Tiana pensò velocemente al fatto che, se quel signor Morningstar stava correndo rischi di quel tipo pur di poterle parlare, allora forse tanto valeva la pena ascoltarlo. E comunque non aveva voglia di ritornare alla festa, perciò non avrebbe avuto nulla di meglio da fare, se non crogiolarsi nel proprio fallimento.
<<La ascolto>> concesse, invitandolo ad illustrarle i suoi propositi.
<<Il fatto è, cara, che ho un paio di conti in sospeso con un certo Naveen, principe di Maldonia...Lui mi ha chiesto un favore, circa un anno fa, ed io gliel'ho accordato, specificando però che da quel momento sarebbe stato in debito col sottoscritto diavolo, e che quindi avrebbe dovuto ripagarmi in qualche modo>> le spiegò lui, cercando di essere conciso.
<<E mi permetta di indovinare: il Principe si è rifiutato di ripagarla, quando siete andato da lui a riscuotere il suo debito>>
Il diavolo la guardò con approvazione:<<Sì, precisamente, ed è venuto qui a New Orleans per sfuggire alle proprie responsabilità. Un classico senza tempo, per voi umani, giusto?>> Lucifer non smise di parlare, incurante dell'occhiata perplessa che aveva appena ricevuto <<Il punto è questo: vorrei che tu ti avvicinassi a questo Principe, che ci facessi amicizia, e poi che lo portassi esattamente dove io ti dico di portarlo. In modo che noi due possiamo...scambiarci due paroline>>
La ragazza indietreggiò, alzando le mani ai lati della testa, come a dire che lei, con quella faccenda losca, non voleva averci nulla a che fare:<<Primo punto: perché crede che il Principe vorrà essere mio amico, dal momento che - come ho detto - non sono una vera principessa, ma soltanto una cameriera?! E, secondo punto, ma non per importanza: sia chiaro che io non ho alcuna intenzione di aiutare né lei né chiunque altro, se è per compiere azioni illegali>>
Avere problemi con la legge era l'ultima cosa che le sarebbe tornata utile, in quel momento. E poi, per una ragazza come lei, non era affatto una buona idea avere troppo a che fare col sistema giudiziario del suo paese, e tantomeno alla polizia.
Nel frattempo, a Lucifer quella Tiana iniziava a non dispiacere affatto: era sveglia e non sembrava esitare troppo prima di dire ciò che pensava, oltre ad essere ovviamente molto carina.
<<Mi è giunta voce che la tua amica Charlotte sia piuttosto interessata al principe Naveen, e che farà di tutto pur di tenerselo vicino, finché rimarrà in questa città, perciò per te non dovrebbe essere troppo difficile farti notare. Anche perché, scusa se mi permetto, ma ho come l'impressione...che tu sia proprio il suo tipo>>
La ragazza sbuffò, tirandosi la gonna del vestito su con una mano, solo quel tanto che bastava per camminare senza rischiare di inciamparci.
Superò Lucifer Morningstar e rientrò nella camera da letto di Lottie, finalmente decisa a tornare alla festa:<<Faccio la cameriera, signor Morningstar, non l'attrice>> ribadì, piuttosto scocciata, diretta verso la porta della stanza.
<<"Tutta la somma in contanti, per mercoledì", mi pare che fosse l'accordo>> disse allora lui, avendo l'immediato effetto di farla pietrificare sul posto. Quelle erano le esatte parole che i signori Fenner le avevano rivolto poco più di quindici minuti prima. Era l'offerta che avevano ricevuto da un altro acquirente, e che aveva infranto le sue speranze.
Tiana si rivoltò piano verso di lui:<<Come è possibile che sappia - Aspetti, lei, è lei l'uomo che ha fatto quell'offerta per lo zuccherificio, non è vero?>> sibilò, gli occhi scuri scintillanti di consapevolezza e di rabbia.
Era colpa sua, tutta e solo colpa sua, di quel maledetto Lucifer Morningstar, se il sogno di tutta la sua vita non si sarebbe avverato.
La ragazza strinse forte entrambi i pugni, aspettando una conferma che in verità ormai non le serviva.
Il sorriso del diavolo si allargò:<<Molto arguta>> sentenziò <<È vero, in effetti, sebbene trattare con quelle due sottospecie di esseri umani, il signor Fenner e l'altro signor Fenner, sia stato piuttosto spiacevole...Ma non temere: all'Inferno li aspetta una tortura su misura per loro>>
Tiana sbattè le palpebre più volte, cercando di non lasciarsi consumare dalla forte rabbia che provava, che le mandava a fuoco il cuore nel petto. Provò comunque un discreto senso di piacere nell'immaginarsi i fratelli Fenner che bruciavano tra le fiamme dell'eterna dannazione, anche se questo non cambiò il suo stato d'animo.
Si era appena consumato il suo fallimento. "Fallimento" con la f maiuscola. E temeva che sarebbe stato anche quello definitivo.
Il fallimento totale di tutto ciò che aveva sempre desiderato, tutto ciò per cui aveva sempre lavorato, quello per cui aveva risparmiato ogni dollaro che aveva guadagnato durante gli sfiancanti turni al ristorante, passati a servire ai tavoli e a lavare i piatti.
E poi c'era la cosa peggiore: non aveva deluso soltanto le proprie aspettative e quelle di Eudora, sua mamma, ma anche quelle di suo padre. Sebbene lui non ci fosse più, Tiana sapeva che aprire un ristorante era sempre stato anche il suo sogno, perché era stato lui a trasmetterle la passione per la cucina. Era come se l'avesse deluso.
Abbassò il mento, quasi fino a toccarsi il petto, nel tentativo di non scoppiare a piangere.
Si accorse appena che Lucifer le si era avvicinato e le aveva appoggiato una mano su una delle due spalle scoperte:<<Tiana, tu prometti di aiutarmi con quello che ti ho chiesto e in cambio, mercoledì, quando andrò a comprare lo zuccherificio, sarà tuo>>
Lei alzò il capo di scatto, incredula ma speranzosa. Lucifer notò che quelle parole avevano riacceso qualcosa, che ora aveva ripreso a bruciare con rinnovata forza, dal fondo delle pupille scure della ragazza.
<<Dice davvero?>> sussurrò lei, schiarendosi la voce.
<<Sì, certo: io non mento mai>> le rispose, senza fare una piega, completamente tranquillo. Come se quello che si era appena offerto di fare non fosse assurdo.
Tiana non poté impedirsi di sorridere, ancora non riuscendo a capacitarsi della propria fortuna. Il suo sguardo andò all'istante alla Stella della Sera, lontana, oltre il balcone della stanza, eppure così vicina. Ebbe quasi l'impressione che la guardasse con benevolenza.
<<Grazie, grazie di cuore. Davvero>> gli disse, quando riuscì a parlare <<Lei non sa quanto- non sa quanto questo significhi per me>>
Si rendeva conto che lui le stava proponendo un accordo, e non di farle un favore disinteressato, ma ella si sentiva grata proprio come se avesse appena assistito ad un vero e proprio miracolo. Ed era così, in un certo senso. Sebbene Tiana non potesse immaginarlo.
Lucifer le tolse la mano dalla spalla, soddisfatto della negoziazione condotta:<<Perciò...immagino che noi due abbiamo un accordo, o mi sbaglio?>>
La ragazza di colore avvolta in quel luccicante vestito da principessa si sbrigò ad annuire, come se temesse che lui avrebbe potuto ritirare quella proposta, se non fosse stata abbastanza svelta.
<<Una notizia fantastica!>> commentò l'altro, e, ora che poteva dirsi davvero soddisfatto, aveva intenzione di tornare alla festa che si stava svolgendo di sotto.
<<Tu non vieni?>> domandò a Tiana, vedendo che la ragazza non accennava a muoversi, non ancora del tutto ripresasi <<Suppongo che la tua amica ti stia aspettando>>
Lei annuì, per quella che era la seconda volta in trenta secondi, e si apprestò a seguire Lucifer fuori dalla camera di Lottie. Tuttavia, dubitava che l'amica si fosse davvero accorta della sua assenza, fintantoché ballava col Principe.
Il diavolo le aprì la porta, per poi seguirla fino ad una lunga e larga scalinata in marmo bianco, che scendeva fino al giardino esterno della tenuta, luogo della festa in maschera organizzata dal signor La Bouff.
Gli invitati si divertivano, alcuni a ballare al suono di un valtzer, mentre gli altri nelle immediate vicinanze del buffet, avvolti nei loro costumi.
Tra coloro che ballavano, la coppia più al centro dell'attenzione era ovviamente composta dalla sua buonissima amica, Charlotte La Bouff, nel suo voluminoso vestito rosa, e dal principe Naveen, non meno elegante della sua compagna di ballo.
Iniziò così a scendere gli scalini al fianco di Lucifer, il quale ad un certo punto le porse il braccio, che lei non si azzardò a rifiutare. Non che quel gesto non le facesse piacere, in un qual senso che però avrebbe davvero preferito evitare di approfondire.
<<Mi promette che non farà del male al Principe?>> domandò, rivolta a quello che ormai tutti gli invitati avevano etichettato come il suo accompagnatore.
Lucifer alzò appena le sopracciglia, ridacchiando:<<Voglio solo scambiarci due parole>> le ribadì, ma Tiana gli rivolse un'occhiata piuttosto eloquente, che lo convinse a ritrattare, dal momento che ella evidentemente non gli credeva:<<Giuro che non gli torcerò un capello>> promise.
E la ragazza al suo fianco parve rasserenarsi, sperando di potersi fidare della sua parola.
Era vero che il diavolo non mentiva mai, ma, ecco, a volte poteva capitare che...bluffasse un pochino: non avrebbe fatto alcun male al Principe, almeno non fisicamente.
I due discesero gli ultimi gradini della scalinata, mentre Tiana notava con piacere che i suoi bignè, sul tavolo del buffet, erano quasi finiti: avevano riscosso un grande successo, ancora una volta, e la ragazza ancora una volta si ripromise di renderli uno dei piatti forti del suo ristorante.
Fu la voce del signor Morningstar, a richiamarla alla realtà:<<Mi concederesti l'onore di questo ballo?>> le chiese, facendo una specie di piccolo inchino di cortesia.
Lei decise di ignorare l'ondata di calore che le era salita alle guance:<<Io non ballo, ma grazie della proposta>> rispose, ostentando un'indifferenza che forse non provava del tutto <<Anche se sono piuttosto certa che la mia amica Charlotte sarebbe più che entusiasta, di concederle un valtzer o due...o nove>>

[E comunque non esiste nessuna coppia nell'universo Disney che ricalchi le dinamiche della relazione tra Chloe e Lucifer, più di quanto lo facciano Tiana e Naveen]

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