Niente si spezza come un cuore

L'atmosfera all'interno dell'attico sopra il Lux era sconsolata, così come lo erano anche i suoi due occupanti; la stanza era avvolta nella semioscurità, mentre, al di fuori delle vetrate, la notte era ormai scesa da ore sulla Città degli Angeli.
A parte i due respiri concitati di Chloe e Lucifer non si poteva avvertire niente altro; l'Universo intero rimaneva silente, nella snervante attesa che il diavolo parlasse.
Ma l'Ex Signore dell'Inferno non aveva parole, per descrivere il profondo e martellante dolore che lo affliggeva dal momento nel quale aveva scoperto che Chloe - Chloe Decker, la sua amata Detective - aveva tramato per provare a rispedirlo nel luogo che aveva lasciato cinque anni prima.
Non c'erano parole per descrivere quella sensazione di vuoto che sentiva al centro del petto; non era rabbia, né delusione, né tantomeno desiderio di vendetta...
No, per quelle emozioni non aveva difficoltà a trovare un nome: quello che lo tormentava era qualche cosa di diverso, qualche cosa di peggiore.
L'unica persona della quale si era sempre fidato, della quale aveva pensato di potersi fidare per sempre, l'aveva ripudiato.
L'aveva tradito, manipolato, aveva pensato di ingannarlo per rimetterlo nella gabbia che suo Padre aveva costruito su misura allo scopo di torturarlo. Non c'erano parole, in nessuna delle milioni di lingue che il diavolo parlava, per descrivere quel tipo di sentimento.
<<Potresti accettarmi, in questo modo?>> domandò Lucifer, ben sapendo di star mostrando a Chloe il suo volto, il suo vero volto. Il volto del mostro.
I suoi occhi erano rossi come il sangue e brillavano, incastonati in un viso dalla pelle del medesimo colore infernale, secca e sfigurata da profonde piaghe e grinze, che ne solcavano la superficie riarsa.
Chloe Decker, di fronte a quella vista, la stessa vista che tormentava i suoi incubi da mesi e mesi e che non le dava pace, non poté fare altro se non distogliere lo sguardo.
Fece un respiro profondo, alzando una mano per portarsi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, in un movimento concitato:<<Ah->> chiuse gli occhi per qualche secondo <<Beh, tu- tu non hai idea di quanto mi piacerebbe farlo. Io- I-Io ci provo>> riuscì a mormorare infine, sebbene era chiaro che le costasse un certo sforzo.
Il diavolo si avvide bene di come ella faticasse persino a guardarlo. Dopo tutto quello che avevano passato, dopo tutto quello che avevano fatto l'uno per l'altra, Chloe non era nemmeno in grado di tenere lo sguardo fisso su di lui per pochi secondi.
<<Potresti farlo?>> la incalzò Lucifer, senza pietà. Sapeva che ciò non avrebbe migliorato la situazione, ma voleva sentirglielo dire. Voleva che fosse onesta con lui, voleva sentire uscire dalle sue labbra tutto il disprezzo che provava alla vista del suo vero volto.
La Detective tirò sul col naso, esitando, mentre i suoi grandi occhi chiari si facevano sempre più lucidi.
<<Io non lo so!>> affermò, singhiozzando un paio di volte.
Lucifer annuì appena, quasi impercettibilmente, di fronte a tanta disperazione. Non aveva bisogno di sentire altro; era fin troppo chiaro che lei non lo accettava, e che probabilmente non l'avrebbe fatto mai.
<<Allora ho la mia risposta>> mormorò con un filo di voce, stringendo forte le labbra. Si stupì persino lui, di quanto quella frase fosse suonata rassegnata.
Aveva parlato con la calma e la rigidità di un giudice che pronuncia una condanna irrevocabile, solo che lui, in quel momento, più che essere il giudice era il condannato a morte. Anzi, la pena che avrebbe scontato sarebbe stata molto peggiore, rispetto alla morte.
Lucifer si voltò a guardare verso la finestra, dando le spalle a Chloe. Cos'altro era rimasto loro da dire?
Niente. La questione era chiusa, per quello che lo riguardava.
Attese di sentire il rumore dei tacchi degli stivaletti neri della Detective che si dirigevano verso l'ascensore, ticchettando sul pavimento di marmo. Lei stessa pensò di andarsene, per diversi interminabili attimi.
Dieci.
Venti.
Trenta secondi.
Lucifer non udì alcun rumore che indicasse una eventuale uscita di scena da parte della Detective.
Quando il diavolo arrivò a contare fino a sessanta, il silenzio della sua partner divenne insostenibile.
<<Che ci fai ancora qui, Chloe?>> chiese, senza distogliere lo sguardo dal vetro nel quale si stava specchiando e senza rivoltarsi verso di lei. La sua faccia da diavolo era sparita, sostituita dal bel volto al quale la Detective era di certo più abituata. Non c'era più nemmeno rabbia, nella sua voce.
E, per quanto incredibile potesse sembrare, anche Chloe si stava ponendo quella stessa domanda: che cosa ci faccio ancora qui?
Che cosa ci fai ancora qui, Chloe? Sai chi è in verità l'uomo di fronte a te, perciò perché non stai scappando a gambe levate?
La Detective sospirò a fondo, torcendosi le dita delle mani con violenza:<<I-Io n-non voglio andare...Voglio avere la possibilità di spiegarti>>
Il diavolo si era ripromesso che non l'avrebbe più guardata, che non si sarebbe ulteriormente torturato con la vista del disgusto riflesso negli occhi verdi di Chloe, ma a quelle parole non poté fare a meno di voltarsi verso di lei.
<<Oh, eppure mi sembra che tu ti sia già spiegata a sufficienza, Detective!>> sputò quel soprannome come veleno <<O forse vorresti sostenere di non aver partecipato ad un complotto per rimandarmi all'Inferno?!>>
Fece un mezzo passo in avanti, senza quasi pensarci, ma si bloccò subito, notando che Chloe aveva nello stesso momento fatto un passo indietro.
Era stata lei stessa ad ammettere, meno di due minuti prima, di essere terrorizzata. Glielo aveva gridato addosso.
Lucifer sospirò a fondo, distogliendo lo sguardo dagli occhi lucidi della Detective e dalla sua espressione spaventata. Il fatto che lei avesse paura di lui, ecco qual'era l'aspetto peggiore.
Il diavolo poteva sopportare l'idea che Chloe lo odiasse, che fosse scappata in Europa per allontanarsi da lui, che non fosse in grado di accettarlo... Poteva persino sopportare l'idea che gli avesse mentito, ma il pensiero che avesse timore di lui lo faceva letteralmente dannare.
<<M-Mi dispiace, Lucifer>> balbettò la Detective, asciugandosi velocemente gli occhi con una mano <<Non so come ho potuto...reagire così>> ma non si azzardò ad avvicinarsi.
<<Si chiama paura>> mormorò il diavolo, sorridendo con amarezza <<Paura e disgusto, ed insieme formano un cocktail altamente esplosivo>>
Il labbro inferiore di Chloe tremò forte, così come le sue mani, nonostante gli sforzi della donna per dissimulare le proprie reazioni.
<<Fidati di me: lo so fin troppo bene>>
La bionda tirò su col naso un'altra volta, asciugandosi le guance umide di lacrime e di sudore.
<<N-Non dire così>> sussurrò la Detective <<Io non ho...paura di te>>
A quel punto il diavolo dovette seriamente trattenersi dallo scoppiare a ridere, mentre una lacrima gli solcava la guancia destra.
<<Pensavo che avessimo finito con le bugie>> commentò lui, pungente. Il sarcasmo era l'unica arma di difesa che gli fosse rimasta, ormai.
<<Davvero, io n-non->> provò a replicare la bionda, ma Lucifer la interruppe:<<Tu stai tremando>> disse, e poi fu di nuovo sul punto di ridere di fronte all'espressione incredula di Chloe, come se avesse potuto seriamente credere che lui non se ne sarebbe accorto!
La Detective si sfregò il naso con il palmo di una mano e sollevò gli occhi al cielo, facendo un altro respiro profondo:<<S-Se tu potessi- Se solo tu potessi comprendere quello che ho passato...So che ho sbagliato, Lucifer, lo so molto bene- e quello che ho fatto è imperdonabile, ma- m-ma io non->> l'ennesimo singhiozzò la scosse, facendola sobbalzare lievemente, ed interrompendo per l'ennesima volta quel discorso già di per sé molto sconclusionato.
Un altro respiro profondo, e Chloe ritentò:<<So che sei arrabbiato, e-e non dico che tu non...abbia ragione di esserlo, ma forse - e dico forse - dovresti darmi la possibilità di spiegarti>>
Lucifer annuì in maniera automatica:<<Spiegati>> mormorò.
Il suo cuore non poteva essere spezzato un altra volta, dopo essere stato letteralmente sbriciolato, perciò tanto valeva ascoltare ciò che voleva dirgli e farla finita.
<<Ero così confusa...Oh, tu non hai idea di- tutta la confusione che avevo nella testa, dopo che ti ho visto. Dopo che ho scoperto che tu eri davvero il diavolo, ho pensato a così tante cose, ma nessuna di queste aveva senso...Insomma, come poteva Lucifer Morningstar, il mio partner, essere veramente Lucifero?>> Chloe spalancò le braccia, mentre nuove lacrime si formavano agli angoli dei suoi occhi <<C-Così ho sentito il bisogno di allontanarmi da- dal diavolo, capisci? Non potevo rimanere qui, non sapendo quello che sapevo!... E così, come ho detto, sono finita a Roma...E-E Padre Kinley, lui, l-lui mi ha- Per la prima volta da quando avevo lasciato LA, qualcuno poteva davvero capire ciò che stavo passando- Io non lo so, perché ho accettato di aiutarlo>>
Chloe fece una breve pausa, tentando di non scoppiare a singhiozzare, e strinse i palmi delle mani tra loro, come se stesse pregando.
<<Suppongo che, per la prima volta da quando ti avevo visto, qualcuno mi stesse rivolgendo delle parole che mi parevano...sensate, credo. Sì, cioè, quando è venuto da me e mi ha detto che tu eri malvagio, che eri il Principe delle Menzogne e che eri pericoloso- quando mi ha detto che andavi eliminato ad ogni costo, io- non ho potuto fare a meno di credergli>>
Lucifer sbatté le palpebre, portandosi la mano destra al petto, all'altezza del cuore:<<Ma come hai potuto credere a tutte quelle cose? Questo non capisco!>> cercò di non alzare troppo la voce <<Tu mi conosci, Detective, lo sai chi sono...Non capisco come le parole di un perfetto estraneo abbiano potuto farti cambiare idea su->> il diavolo scosse la testa, sconsolato, mentre la fitta al petto non accennava a placarsi.
<<Certo, certo che ti conosco!>> Chloe quasi urlò, per poi coprirsi brevemente la bocca con una mano <<Ti conosco, Lucifer, ti conosco molto bene- In questi anni ho imparato ad apprezzarti, a-ad apprezzare ogni lato di te, anche i peggiori>> l'ennesimo singhiozzo la costrinse a fare una pausa <<Il punto è che non potevo credere che- voglio dire, era molto più logico che il diavolo fosse malvagio, capisci? È così che dovrebbe essere, no?!...E io ero così confusa, ed ero  spaventata, e ho pensato che se tu eri il diavolo, allora- allora dovevi per forza essere pericoloso! Come poteva non essere così! Dovevi...>>
Infine la bionda tacque, e dopo quel fiume in piena di parole l'attico sopra il Lux ripiombò nel silenzio più assoluto.
Il diavolo si prese diversi secondi per metabolizzare ciò che aveva ascoltato, ed elaborare una risposta adatta.
<<Perché non sei venuta da me?>> fu tutto quello che riuscì a replicare <<Perché non mi hai detto di questo Padre Kinley, del sonnifero, del patto che avevate stretto? Perché non...hai chiesto spiegazioni? Io te le avrei date>>
<<Delle spiegazioni?! Davvero?!>> esclamò la bionda, con gli occhi accesi <<E che cosa avrei mai potuto chiederti, Lucifer?!>>
Il Portatore di Luce sospirò:<<Tutto quanto>> disse <<Se tu fossi venuta da me, se una volta tornata a LA tu fossi stata sincera fin da subito, io avrei con piacere risposto a tutte le tue domande>>
<<A-Avrei dovuto, lo so, ma non potevo. Avevo paura>> Chloe si coprì la faccia con entrambe le mani, e poi se le passò tra i capelli mossi, come a sistemarli <<Non ne ho avuto il coraggio>>
<<Avevi paura di me>> mormorò Lucifer.
E quando la Detective non neghò, quando non vide nei suoi occhi nessuno scintillio che potesse fargli sperare di vedere quella sua affermazione confutata, il dolore al quale ormai si era abituato tornò a travolgerlo.
<<Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto>> Chloe continuava singhiozzare di tanto in tanto, nonostante le lacrime avessero smesso di inumidirle le guance <<So bene che quello che ho fatto è terribile, e, - credimi - non sto affatto cercando di trovare delle scuse per giustificare il mio comportamento...Sto solo tentando di farti capire come e perché...Cosa mi sia passato per la testa, mentre decidevo di aiutare quel prete col suo piano>>
Il diavolo non sapeva come, ma comprendeva le motivazioni della bionda. Non poteva giustificarle, e non poteva certo perdonarle quel gesto, almeno non subito, tuttavia ora gli sembrava di vederci un po' più chiaro, in quella faccenda.
<<Comprendo, Detective>> si ritrovò a dire <<Non saprei come, ma credo di comprendere cosa ti ha spinta a farlo>>
Chloe scosse più volte la testa, torturandosi il labbro superiore coi denti:<<La verità... è che io ci tengo a te>> pronunciò la seconda parte della frase tutta d'un fiato <<E che- che lo capisco, se tu non vorrai perdonarmi, perché...Beh, perché neanche io arriverò mai a farlo del tutto>>
Il diavolo aggrottò appena le sopracciglia scure, dischiudendo le labbra.
La bionda deglutì a fondo, legandosi i capelli in una coda alta per non annegare nel sudore che le inzuppava il collo:<<Sono stata così stupida, e ho perso di vista- Ho perso di vista ciò che contava>>
<<Ciò che contava?>> le fece eco Lucifer.
<<Sì, ciò che contava, ovvero noi due>> replicò lei <<Avrei dovuto concentrarmi sui lunghi anni nei quali mi hai aiutata col mio lavoro, avrei dovuto basarmi su quelli, per prendere una decisione...E invece ho preferito ascoltare le chiacchiere infondate di un fanatico>>
La detective Decker strinse i pugni più forte che poté per fare sì che le sue mani smettessero di tremare, gesto che ovviamente non passò inosservato.
<<E adesso?>> domandò Lucifer con un filo di voce.
<<Adesso cosa?>>
<<Hai paura di me anche adesso?>> le chiese.
Chloe si prese diverse decine di secondi di tempo, per tirare fuori una risposta convincente. Una risposta che potesse essere sincera, e riassumere in poche parole ciò che provava con la massima accuratezza possibile.
<<Ho paura>> rispose infine <<Ho paura, in effetti, ma non nel senso che credi tu>>
<<Ah, sì? Non temi che ti farei cose terribili, se tu solo dicessi una parola di troppo?>> replicò il diavolo, più acidamente di quanto non intendesse <<Perché prima, quando ti ho mostrato la mia faccia da diavolo, mi sei sembrata piuttosto spaventata>>
Chloe Decker sospirò, e poi fece lentamente un passo in avanti, verso Lucifer. Il tacco del suo stivale nero picchiò sul pavimento, ed il rumore echeggiò in tutta la stanza con violenza imprevista.
<<Ho detto di essere terrorizzata, questo e vero>> la Detective fece un altro passo in avanti, ritrovandosi a pochi centimetri dal suo petto <<Ma non ho paura di te, Lucifer. No, sono solo terrorizzata da questa nuova consapevolezza...Il diavolo, Dio, tutta questa pazzia celestiale- È solo che ho paura di scoprire quanto poco contino effettivamente le mie scelte, tutto qui>>
Il diavolo, quello che ora sapeva essere davvero il diavolo, teneva gli castani fissi su di lei, fermo immobile a pochi centimetri dal suo petto. Se avesse allungato una mano, appena un po', avrebbe potuto accarezzarle una guancia. Ma ovviamente Lucifer non si azzardò ad allungarsi per toccarla.
<<Sei sicura di non aver paura di me?>> domandò ancora.
Chloe si affrettò a scuotere la testa, facendo così oscillare i suoi lunghi capelli biondi raccolti in una coda.
<<Bene, sono contento che almeno questo punto sia stato chiarito>> commentò Lucifer.
Il diavolo la superò, diretto al bancone degli alcolici, dove aprì una nuova bottiglia di Gin e riempì un bicchiere quasi fino all'orlo.
<<Bevi un po'>> disse, porgendolo a Chloe, una volta che ebbe stabilito che ella ne avesse un gran bisogno.
<<Grazie mille, ma non posso davvero accettare>> la Detective si sarebbe sentita terribilmente in colpa, se avesse lasciato che lui le offrisse da bere dopo ciò che gli aveva fatto. Persino più in colpa di quanto già non si sentisse per conto proprio.
<<Su, Chloe, non fare la difficile!>> insistette il diavolo, sorridendo appena.
E lei, non so bene se per quel sorriso appena accennato che le veniva rivolto oppure perché l'aveva chiamata col suo nome, prese il bicchiere e scolò il suo contenuto tutto d'un fiato.
<<Grazie>> mormorò, ridandoglielo.
<<Ancora?>> volle sapere Lucifer.
La Detective annuì, senza parlare. Non sapeva perché lui fosse tanto gentile, ma quel comportamento le riscaldava il cuore.
In quel momento Lucifer Morningstar era Lucifer Morningstar nella sua forma più pura di luciferaggine, e basta. Che fosse il diavolo, importava davvero poco. Passava in secondo piano, in un certo senso. Chloe Decker non avrebbe saputo dire esattamente come, ma era così che stavano le cose. E a lei andava bene.
I pensieri del Portatore di Luce erano più o meno sulla stessa lunghezza d'onda, mentre le portava il terzo bicchiere colmo di Gin, che la bionda prontamente afferrava e buttava giù tutto d'un fiato.
Aveva avuto ragione, nel pensare che la Detective necessitasse di un po' di alcol.
Dopo il quarto drink, quando vide Chloe accoccolarsi sul suo divano di pelle italiana, Lucifer versò un po' da bere anche per lui.
Accolse il sapore consueto della bevanda  con gioia, mentre questa gli scivolava in bocca e poi in gola.
Fatto ciò, raggiunse la Detective sul sofà, notando come ella si stesse rigirando tra le mani il ciondolo rotondo di una collana che il diavolo conosceva più che bene.
Si sedette accanto a lei, stando pur sempre attento a mantenere una certa distanza, e la osservò per qualche secondo senza spiccicare parola.
<<Non te la sei tolta>> osservò, accennando alla collana che lui le aveva regalato per il compleanno.
Chloe scosse la testa:<<Non ci ho nemmeno pensato, in realtà>> si giustificò, portandosi una mano alla nuca <<Ormai è come se si fosse fusa direttamente col mio petto>> aggiunse, mimando un largo movimento con entrambe le mani.
Il diavolo sorrise: quello doveva pur significare qualche cosa, no?
Lucifer si sistemò meglio sulla pelle del divano, reclinando la testa all'indietro e socchiudendo gli occhi.
Nonostante tutto ciò che era capitato, la vicinanza di Chloe era ancora in grado di dargli una pace che faticava ad ottenere in altro modo. E questo doveva, doveva senza dubbio significare qualche cosa.
<<Immagino sia tardi, Detective, forse dovresti iniziare ad avvi->> cominciò a dire, quando avvertì un peso che si appoggiava al suo petto.
Lucifer si immobilizzò all'istante, incapace persino di respirare.
Aprendo lentamente gli occhi e rialzando la testa, notò che la bionda era slittata fino al suo fianco e aveva appoggiato una guancia alla sua spalla, mentre con un braccio gli circondava la vita.
Il diavolo fu quasi spaventavo da quella improvvisa intimità, ricordando come fino a un quarto d'ora prima ella fosse spaventata anche alla sola idea che lui le andasse vicino. Probabilmente l'alcol aveva aiutato, in quel senso.
<<Detective?>> sussurrò, accarezzandole piano i capelli.
La sentì sorridere contro il tessuto della giacca nera che indossava, ed accoccolarsi più vicina al suo fianco.
<<Mi dispiace davvero molto, per quello che ti ho fatto>> mormorò la bionda, mentre lui avvertiva il caldo respiro che usciva dalla bocca di Chloe accarezzargli il collo.
Lucifer non rispose, ma non le chiese di allontanarsi.
<<So che sei molto arrabbiato, e lo capisco, ma posso chiederti un favore?>> gli domandò la Detective.
Il Portatore di Luce abbassò lo sguardo sui capelli biondi della donna, perplesso:<<Dimmi>>
<<Potresti ricambiare l'abbraccio?>> mormorò lei, alzando per un attimo i suoi occhi chiari in quelli scuri del diavolo.
Lucifer non disse nulla, ancora una volta, limitandosi a stringere Chloe contro il suo petto e a lasciarle un leggero bacio sul capo.

La mattina dopo, quando la detective Chloe Decker si risvegliò da sola nell'enorme letto matrimoniale della camera del diavolo, trovò una lettera scritta a mano sul cuscino accanto a lei. La bionda sbadigliò, si stiracchiò a fondo e poi la aprì e cominciò a leggerla.

Spero che non sia un problema, se ti ho portata nel letto dopo che ti sei addormentata sul divano (non mi è sembrato il caso di svegliarti e farti guidare fino a casa).
Nel caso ti venisse fame dovresti riuscire a trovare del cibo commestibile - da qualche parte nella credenza. Almeno credo.
Invece, nel caso in cui dovessi voler continuare il discorso di ieri sera, ti aspetto alla centrale di polizia per risolvere il nostro prossimo caso (sempre che tu riesca a svegliarti in tempo, ovvio).

Chloe non riuscì a trattenere un ampio sorriso, quando passò lo sguardo sul contenuto di quell'ultima parentesi.

Spero davvero che potremo chiarire questa cosa, e che, col tempo, il nostro rapporto ritorni quello di una volta. In effetti, ammetto che sono piuttosto ottimista, riguardo quest'ultimo punto.
(E comunque - giusto nel caso in cui te lo stia chiedendo - vorrei specificare che io ho dormito sul divano, la notte scorsa)

La lettera era firmata con un piccolo scarabocchio di una faccina sorridente con due corna, tipo emoji del cellulare, il che non lasciava dubbi riguardo a chi l'avesse scritta.
Chloe Decker si rimise distesa dalla parte del letto matrimoniale che aveva occupato, ed inspirò a fondo il buonissimo odore del cuscino, sorridendo.

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