Il Re dell'Inferno e la principessa

DISCLAIMER: Lo so, lo so cosa penserete dopo che avrete letto questa one-shot, e cioè che non ha la minima ragione di esistere. E non posso fare altro che darvi ragione.
Questa è solo un'idea che il mio cervello ha partorito alle tre e mezza di notte, tanto per ricordarmi che sono sana, sì, ma mica del tutto.

Quella non era certo la prima volta che Lucifer Morningstar, il diavolo, lasciava per qualche tempo il suo impiego all'inferno per andare a divertirsi un pochino tra gli umani.
Visite piacevoli, che purtroppo duravano poco però, giusto il tempo che Amenadiel arrivasse a fargli un'altra delle sue ramanzine e lo rispedisse in quello che definiva "il suo posto".
Anche quella volta, come tutte le altre, era diretto a Londra. La vecchia, cara, fumosa Londra.
Lucifer, durante le proprie visite, l'aveva vista evolversi da Londinium, capoluogo della Britannia romana, alla grande città che era diventata agli inizi del diciassettesimo secolo.
Il diavolo ritirò le ali nelle spalle, lisciandosi la giacca e sistemandosi con cura i polsini. Lucifer era ben conscio che non ci fosse nulla di più diverso dalla moda dell'epoca, che imponeva agli uomini di indossare ampi colletti di pizzo, pantaloni a pieghe, farsetti e alti stivali, ma quello non era proprio il suo stile.
Suo fratello lo rimproverava sempre del suo comportamento sconsiderato, poiché "non si rendeva conto" di quanto fosse pericoloso che andasse in giro per Londra sfoggiando abiti che non erano ancora stati inventati.
Secondo Amenadiel, così facendo avrebbe rischiato di stravolgere il corso della storia, portando a chissà quali catastrofici stravolgimenti.
Non che a lui importasse. Di certo non sarebbe andato in giro addobbato con fiocchi, merletti e nastrini per capelli.
Quel giorno, però, quando il diavolo guardò il posto in cui era atterrato capì subito di non essere arrivato dove intendeva arrivare.
Avrebbe dovuto essere avvolto da una fitta nebbiolina grigia, dal vociare confuso delle vie principali della capitale dell'impero Britannico, ed invece si ritrovava sotto un sole caldo e splendente, mentre un'enorme distesa verde si dispiegava davanti ai suoi occhi, da tutti i lati.
L'intensa luce si rifletteva su un largo fiume, le cui acque scorrevano veloci, spazzate dal vento, e zampillavano allegramente, a circa una ventina di metri.
Il diavolo aggrottò le sopracciglia. Quanti anni erano che non tornava sulla Terra? Una cinquantina, più o meno. Com'era possibile che la città di Londra fosse sparita in così poco tempo, lasciando il posto a quella specie di paradiso terrestre?
Alle sue spalle, in lontananza, vedeva delle dolci colline verdi ricoperte da un'altrettanto verde boscaglia.
Il diavolo si rese conto che no, decisamente non era Inghilterra, quella.
Lucifer Morningstar era ancora intento a domandarsi che posto fosse mai quello, quando sentì, in lontananza, una limpida voce femminile che cantava una canzone.
Pochi secondi dopo una donna apparve effettivamente nel suo campo visivo, mentre navigava sul fiume all'interno di una canoa in legno, e stringeva tra le mani una bagaia.
Lucifer la guardò con curiosità mentre remava verso una riva, portando la canoa in secco, e appoggiandoci sopra il remo.
Quella donna dalla figura alta e snella, incredibilmente ben proporzionata, non sembrava essersi accorta di lui.
I suoi lunghi e fluenti capelli corvini ondeggiavano al vento, e la sua carnagione scura faceva un bel paio con il suo vestitino in pelle color nocciola ad una sola spallina, che le arrivava appena sopra le ginocchia.
I tratti del suo viso erano severi, ben disegnati, di una bellezza luminosa e naturale.
Dalla linea dritta e sottile del naso alle rosse labbra carnose, fino ai vivaci occhi neri, dalla forma lievemente a mandorla.
<<Ma salve>> esclamò Lucifer, sorridendo nella sua direzione <<Suppongo che oggi sia la mia giornata fortuna. E anche la tua, signorina>> fece un leggero inchino di riverenza.
Pocahontas - perché ormai avrete capito che di lei si trattava - sobbalzò, notando per la prima volta quell'uomo alto, dalla pelle pallida e con addosso degli abiti molto strani. Tanto che si chiese di sfuggita come fosse possibile realizzarli a partire dalla pelle di bisonte, prima che uno spasmo di paura la facesse scattare sull'attenti.
Lui le aveva detto qualcosa in tono più o meno gentile, a quanto le sembrava di capire, ma non aveva idea di che cosa avesse esclamato lo sconosciuto.
Pocahontas aggrottò le sottili sopracciglia scure, contesa tra la paura che la sua gente le aveva insegnato a nutrire verso il "diverso" e la curiosità istintiva che provava nei confronti di quell'uomo tanto strano.
<<Chi siete?>> domandò la fanciulla, che alla fine non riuscì a tenere a freno la lingua, infiammata dal bisogno di comprendere. Un tratto caratteriale che aveva ereditato da sua madre, e che suo padre, il capo villaggio, non aveva mai del tutto approvato.
Lucifer cambiò subito lingua, sfruttando i vantaggi dell'essere il diavolo:<<Mi chiamo Lucifer Morningstar>> disse, avvicinandosi di diversi metri, lentamente, alla ragazza che lo guardava sospettosa.
<<Piacere di conoscerti>> le porse la mano destra quando fu arrivato a poco più di trenta centimetri da lei, ma non osò spingersi oltre, per dimostrare di avere buone intenzioni.
Lei fu ancora più sorpresa che lo sconosciuto conoscesse la sua lingua, e la sua curiosità crebbe di nuovo, toccando livelli estremi:<<Io mi chiamo Pocahontas>> rispose infine.
Lanciò uno sguardo interrogativo alla mano che Lucifer allungava nella sua direzione:<<D-Desiderate qualcosa?>>
La fanciulla cercava con tutta sé stessa di comprendere il significato di quel gesto così singolare, che non aveva mai visto.
<<Oh, sì, giusto!>> esclamò il diavolo, quasi ridendo della propria stupidità <<Dovresti stringerla, cara: è così che ci salutiamo, dalle mie parti>>
Pocahontas aveva immaginato che quell'uomo bianco venisse da qualche altro luogo, e la sua mente si concentrò nello sforzo di immaginare un posto del genere.
Dopo qualche esitazione fece come Lucifer le chiedeva, e poggiò la mano nella sua.
Il diavolo la strinse piano e la scosse un paio di volte, senza smettere di sorridere, a sua volta incuriosito dalla donna bellissima che si ritrovava davanti, come se fosse piovuta direttamente dalla Città d'Argento.
<<Posso chiedervi da dove venite?>>
La voce della ragazza lo riscosse dolcemente dai suoi pensieri, ricordandogli che doveva lasciarle andare la mano:<<Vengo dall'inferno...Ma è una storia lunga, e quasi impossibile da raccontare>>
Gli occhi neri di lei scintillarono:<<Inferno? È il vostro villaggio?>>
<<Sì, più o meno>> Lucifer dovette trattenersi dal ridere dell'ignoranza di Pocahontas.
<<E perché ve ne siete andato?>> la voce della fanciulla era limpida e dolce, proprio come quando l'aveva sentita cantare.
<<Non mi piace particolarmente...E tu, invece?>> il diavolo fu scaltro a spostare il focus della conversazione.
<<Io?>>
<<Tu, cara, non hai un villaggio, da qualche parte?>>
La ragazza sospirò, sedendosi piano sulla soffice erba verde del prato nel quale si trovavano, stringendosi le ginocchia con le braccia e portandosele al petto. Aveva stabilito che, se Lucifer avesse voluto provare a farle del male, probabilmente l'avrebbe già fatto.
<<Ho un villaggio, proprio come voi, ma...non mi piace particolarmente starci, al momento>>
Lei e suo padre avevano avuto dei brutti litigi nell'ultimo inverno, litigi che non si erano mai verificati in precedenza.
<<No, eh?>> Lucifer si sedette accanto a lei, attento a non starle troppo vicino, e leggendo negli occhi di quella fanciulla una tribolazione molto simile alla propria.
Pocahontas si domandò per qualche lungo istante se fosse saggio rivelare tutte quelle informazioni ad un forestiero bianco dal nome così strano, ma infine decise di fidarsi. Se non altro, anche solo perché non aveva nessuno con cui confidarsi, a casa. E lei aveva bisogno di parlarne con qualcuno, altrimenti sarebbe presto impazzita.
<<M-Mio padre si aspetta...in realtà tutti nel mio villaggio si aspettano che io mi sposi>> i suoi occhi scuri incrociarono brevemente quelli dell'uomo <<I doveri di una principessa, suppongo...>>
Inutile dire che lei non aveva alcuna intenzione di sposarsi, né tantomeno di cedere a quello che era a tutti gli effetti un matrimonio combinato.
<<Problemi con la figura paterna? Ne so qualcosa!>> il diavolo sollevò un sopracciglio con fare cospiratorio <<Si può dire che li abbia praticamente inventati io>>
Pocahontas strinse ancora di più le ginocchia al petto, dopo essersi portata la lucida massa di capelli scuri da una parte:<<Tutti mi guardano come una specie di...Mostruosità. Non è normale che non desideri il matrimonio, a maggior ragione visto che l'uomo che mio padre spasima perché diventi mio marito è praticamente perfetto>> fece un gesto di stizza con la mano <<Come se avesse un qualche peso, per quanto mi riguarda!>>
Lucifer si compiacque della decisione che avvertiva nelle parole della ragazza, arrivando alla conclusione che loro due fossero spiriti affini, dopotutto:<<Non sei obbligata a fare ciò che vogliono gli altri per te, cara. La vita sarebbe piuttosto noiosa, se tutti facessero sempre e solo ciò che ci si aspetta da loro>>
La fanciulla rise con amarezza della determinazione di Lucifer, scuotendo la testa, e, di conseguenza, la lunga chioma scura:<<No, voi...voi non capite; non so come funzioni a...a Inferno, nel vostro villaggio, ma nel mio la situazione è più intricata di come la dipingete. Non posso semplicemente presentarmi a mio padre e affermare che non ho intenzione di sposarmi!...Sarebbe...Inopportuno, a dir poco>>
Pocahontas non poteva nemmeno immaginare la faccia che suo padre avrebbe fatto dopo una tale dichiarazione da parte della sua unica figlia, né tantomeno avrebbe potuto sopportare che la voce si spargesse nel villaggio sul quale avrebbe dovuto un giorno comandare.
Lucifer scrollò le spalle, appoggiandole piano una mano su una spalla nuda:<<Allora potresti sempre fare come ho fatto io ed andartene di casa. Costruirti una vita da un'altra parte>>
La fanciulla guardò quello che - sebbene lei non lo sapesse - era il diavolo, con ammirazione a malapena celata.
Lucifer, da parte sua, evitò di dire che non era andato via di casa, ma che era più che altro stato esiliato. Avrebbe rovinato l'atmosfera.
<<Per andare dove?>> Pocahontas non conosceva granché oltre i luoghi nei quali era sempre vissuta e, anche se avuto il coraggio di andarsene, non avrebbe saputo dove.
<<Ci sono tanti posti, cara la mia Pocahontas, oltre l'oceano>> le sussurrò lui, divertito dall'immediato interesse che quella frase aveva riscosso nella sua ascoltatrice <<Forse tu non li hai mai visti, ma posso assicurarti che sono fantastici, e tutti diversi l'uno dall'altro. Ed ho come l'impressione che ti piacerebbero>>
Altroché se le sarebbero piaciuti! La fanciulla non desiderava altro che poter essere libera di vedere il mondo, di imparare, di essere sé stessa. Ma era anche una principessa, ed il suo compito era quello di aiutare e proteggere il suo popolo.
<<Oppure>> disse Lucifer, vedendola esitante <<Potresti rimanere qui, proprio dove sei ora, e tentare di cambiare le cose in tuo favore>>
Il fatto che a lui non fosse riuscito non significava che anche a lei sarebbe andata nella stessa maniera.
<<Vi ringrazio del consiglio>> la principessa gli sorrise dolcemente, alzandosi in piedi con agilità <<Ma ora devo assolutamente tornare, prima che inizi a calare l'oscurità>>
Il diavolo annuì, conscio che quella sarebbe probabilmente stata l'ultima volta in cui l'avrebbe vista, e la guardò camminare con sicurezza tra l'erba fino alla sua canoa, spingerla di nuovo in acqua e saltarci su, per poi mettersi a remare controcorrente per ritornare da dov'era arrivata.
Lucifer osservò la sua fluente chioma nera allontanarsi, e sospirò, soddisfatto di aver fatto una buona azione. Una volta ogni millennio poteva anche permetterselo, dopotutto.

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