Il nuovo tenente (2)
Michelle sorrise educatamente al prete seduto di fronte a lei:<<Grazie mille per la sua disponibilità, signor Lawrence>>
<<È Padre Lowrence, in realtà>> la corresse l'uomo di colore, porgendole un cordiale cenno del capo.
<<Certo...>> il Tenente deglutì, schiarendosi la voce <<La ringrazio del suo aiuto, Padre>>
Lui le sorrise:<<Se Dio l'ha mandata qui per risolvere l'omicidio di un nostro fedele, darle una mano è il minimo che posso fare>>
<<La ringrazio comunque>> lei si strinse nella sua giacca rossa da motociclista, fingendo di non essere felice che quell'interrogatorio si fosse concluso.
Adesso poteva finalmente uscire dalla dannata chiesa nella quale si trovava.
Michelle sospirò:<<La prego però di non lasciare la città, almeno per qualche settimana, perché potrei aver bisogno di farle ulteriori domande>>
<<Sa dove trovarmi>> il prete le appoggiò una mano sulla spalla, con fare cordiale e benevolo, ma lei non potè fare a meno di irrigidirsi <<Allora arrivederla, Tenente>>
<<Arriveder->> il saluto di Michelle fu brutalmente interrotto da una voce squillante che in quei mesi a LA aveva imparato a riconoscere fin troppo bene.
<<Tenente!>>
Quell'accento così inglese era inconfondibile.
Michelle si voltò lentamente, sperando con tutte le proprie forze che non fosse vero, e chiedendosi anche vagamente cosa ci facesse in chiesa un uomo che diceva di essere il diavolo.
Tuttavia scoprì presto - e non con poco disappunto - che era tutto vero: Lucifer Morningstar, in uno dei suoi soliti, eleganti completi, avanzava verso di loro a passo sicuro, ridendo come se avesse appena ascoltato la barzelletta più divertente del secolo.
Il Tenente sapeva che c'era qualcosa di strano, in quell'uomo, ma, nonostante tutte le sue ricerche, non era riuscita ad ottenere alcuna evidenza. Il suo trucco di qualche mese prima rimaneva ancora un mistero.
<<Salve!>> esclamò, tutto contento, facendo scorrere i suoi scintillanti occhi neri tra lei e l'uomo dal collarino ecclesiastico di fronte a lei.
<<Salve>> il prete gli porse la mano <<Sono Padre Frank Lawrence>>
Lucifer strinse le labbra, in un evidente tentativo di non scoppiare a ridere, ma ricambiò la stretta:<<Lucifer Morningstar>> rispose <<Posso farle una domanda?>>
L'uomo di colore aggrottò le sopracciglia:<<Faccia pure>> disse, ed il sorriso del diavolo si allargò ulteriormente:<<Lei lo sa, Padre, qual è la differenza tra Gesù ed un quadro?>>
Il Tenente sobbalzò, afferrando Lucifer per un braccio, ed iniziando a trascinarlo via prima che potesse continuare.
<<Le chiedo scusa per lui!>> esclamò, rivolta al prete, che li osservava piuttosto confuso mentre lei trascinava quello strano tizio a diversi metri di distanza.
Michelle lo fece sedere su una delle prime panche di legno della chiesa, vicina all'entrata monumentale di pietra, per poi incrociare le braccia sul petto.
<<Qualcuno è venuto a confessarsi, eh, Tenente?>> la provocò il diavolo, senza smettere di sghignazzare per quella divertentissima situazione.
<<Che cosa ci fai qui?>> gli occhi azzurri della donna mandavano scintille <<O forse dovrei dire: perché mi hai seguita fin qui?>>
Luci alzò le spalle:<<Io e la Detective non abbiamo nessun nuovo caso, ed io mi annoiavo così tanto alla centrale...>>
La mora sbuffò, profondamente irritata dal continuo infrangere le regole di quell'uomo:<<Torna dalla tua partner, avanti!>> disse soltanto, trattenendo la propria frustrazione.
Il diavolo si accomodò meglio contro lo schienale della panca, dando tutta l'impressione di non voler obbedire.
<<Quando ho saputo che il caso che stai seguendo implica l'interrogatorio di un prete ho capito che non potevo perdermelo!>> Lucifer ridacchiò ancora <<Scommetto che è lui il colpevole>> accennò con lo sguardo al punto nel quale fino a pochi minuti prima avevano parlato con l'uomo di colore.
<<Padre Lawrence non è nemmeno uno dei sospettati>> Michelle sbuffò ancora.
<<È un prete, Tenente, il che significa che è un'ipocrita patologico. Chissà quali orribili, inconfessabili segreti nasconde sotto la tonaca!>>
La donna ne aveva avuto abbastanza, ed era troppo impegnata a fare il proprio lavoro, per stare ancora ad ascoltare le sue farneticazioni: lo afferrò per un braccio e lo portò con sé fino all'entrata principale della chiesa, dove infine lo lasciò andare.
<<Dopo di te>> sibilò, indicandogli l'uscita con fare imperativo.
<<Se proprio devo...>>
<<Devi>> ribadì lei, irremovibile.
Fu proprio in quel momento che però la donna vide qualcosa che la fece indietreggiare vistosamente. O meglio, vide qualcuno.
Lucifer guardò nella stessa direzione e notò un uomo sulla sessantina che avanzava a passo veloce, venendo nella loro direzione. Portava dei corti capelli neri, mentre i suoi occhi chiari, coperti da un paio di spesse lenti da vista, erano incorniciati da una ragnatela di sottili rughe d'espressione.
Il suo abbigliamento non lasciava spazio ad alcun dubbio: era di certo un prete.
<<C'è qualche prob->> iniziò a domandare Lucifer, ma si bloccò quando il Tenente lo afferrò di nuovo per il braccio, tirandolo verso uno dei confessionali in legno della chiesa.
Il diavolo non oppose resistenza, troppo incuriosito dalle intenzioni della donna.
<<Entra dentro>> gli ordinò, aprendo la tendina.
Lui alzò un sopracciglio, ma obbedì, e Michelle lo imitò, richiudendo per bene la tenda alle sue spalle.
Di colpo si trovavano in un claustrofobico ambiente immerso nella penombra, praticamente l'uno appiccicato all'altra.
<<Devo ammettere che questa proprio non me l'aspettavo!>> esclamò Lucifer, a mezza voce <<Non che io mi stia lamentando, anche se devo dire che non l'avevo mai fatto in una chiesa>>
Il Tenente sbuffò, al colmo del fastidio a cui un umano poteva resistere senza esplodere, e gli fece segno di fare silenzio.
<<Togliti la giacca>> gli sussurrò, mentre lei faceva lo stesso con la propria e la buttava sul pavimento.
Il diavolo inarcò ancora le sopracciglia, ammiccando nella semioscurità:<<Tenente, tu mi sorprendi...Non sei così noiosa come credevo, quindi>>
Michelle scosse la testa:<<Luc->> provò a dire, prima che lui la interrompesse, appoggiandole un dito sulle labbra non appena ebbe finito di sfilarsi la giacca.
<<Come ho detto, cara, non ho niente in contrario a fare sesso nel confessionale di una chiesa...Certo, dovrò impegnarmi per essere molto, molto, molto più veloce del solito, ma non dovrebbe essere un grosso problema>>
<<'Sta zitto>> ordinò la donna, sospirando, e limitandosi a scuotere la testa di fronte all'impossibilità di quell'uomo <<Me la dai la tua giacca, oppure no?>> sussurrò poi.
Lucifer era a quel punto più che confuso: se non l'aveva trascinato fin lì per fare sesso, allora quale avrebbe mai potuto essere il motivo?
Tuttavia annuì piano, porgendogliela, e lei se la infilò in tutta fretta, ansiosamente, con aria d'estrema urgenza, per poi concentrarsi sui rumori provenienti dall'esterno del confessionale.
Il diavolo fece lo stesso, e, dopo pochi secondi, gli parve di avvertire il vociare soffuso di due uomini che parlavano tra loro.
<<Oh, cazzo!>> sentì dire al Tenente, quando un rumore di passi iniziò ad avvicinarsi, e poco prima che la tenda scura che li teneva nascosti venisse tirata di lato.
Davanti a loro c'erano Padre Lawrence, il prete che c'entrava con l'indagine, e l'uomo dagli occhi chiari che Lucifer aveva visto pochi istanti prima che il Tenente lo trascinasse lì dentro.
Michelle aprì bocca, come per farfugliare una giustificazione, ma poi si ricordò che aveva addosso la giacca nera dell'uomo con cui era stata trovata nascosta dentro un confessionale. Anche se una delle due persone che li avevano scoperti non fosse stato suo padre, di certo avrebbero tratto le conclusioni sbagliate ed apparentemente piu logiche.
<<Michelle, esci immediatamente!>> esclamò uno dei due, aggiustandosi gli occhiali sul naso, e guardandola inorridito <<È questo che ti hanno insegnato a Washington?!>>
Il Tenente serrò le labbra, ormai ridottasi ad un fascio di nervi:<<Papà->> provò a dire, ma l'uomo la interruppe.
<<No, non voglio sentire le tue scuse>> dichiarò il prete, irremovibile <<Non credevo che mia figlia fosse caduta così in basso!>> esclamò poi, rivolgendo un'occhiata sprezzante al diavolo.
Lucifer, a quel punto, comprese come mai Michelle avesse voluto che si nascondessero: non voleva incontrare suo papà.
Lui non faticava certo a comprendere quello stato d'animo.
Il Tenente deglutì a fondo, in cerca di un attimo di respiro, mentre lo sguardò di riprovazione di suo padre - uno sguardo che conosceva fin troppo bene - e dell'altro prete, la trafiggevano come lame.
Le ci vollero diversi secondi per ricordare che ormai non era più una bambina spaventata, ma una donna adulta, perfettamente in grado di compiere le proprie scelte in autonomia.
Avanzò tra i due uomini che le sbarravano l'uscita dal confessionale senza dire una sola parola, né di scuse né di giustificazione: lei non stava facendo niente di male. E suo padre non aveva alcun diritto di parola sui suoi comportamenti, comunque fosse.
Lucifer scattò dietro di lei, sorridendo beffardamente ai due preti, che li fissavano con aria stralunata.
Il Tenente non si girò indietro nemmeno per un secondo, mentre i tacchi dei suoi stivali bassi ticchettavano contro il pavimento della chiesa.
<<Dove vai?!>> le urlò dietro Josh Pierce, suo padre.
Solo allora si voltò, fissandolo dritto negli occhi:<<Vado a fare il mio lavoro>> rispose, pacata <<Un lavoro che contribuisca sul serio al miglioramento di questa società>>
E poi uscì di volata da quel posto maledetto, nel quale aveva passato ore ed ore della sua infanzia.
<<Beh, non posso dire che non sia stato illuminante>> commentò Lucifer allegramente, tenendo il suo passo <<Forse dovrei venire in chiesa più spesso, dopotutto>>
Il Tenente si arrestò sul posto, nel bel mezzo del marciapiede, mentre la gente camminava loro accanto.
Tremava di rabbia.
<<"Illuminante"?>> sibilò.
Il diavolo annuì, aprendo la bocca per parlare, sul punto di dire qualcosa che di certo l'avrebbe fatta arrabbiare ancora di più.
<<Ti faccio notare che, se non fosse stato per te, tutto questo non sarebbe mai accaduto>> Michelle stava perdendo la calma <<Grazie mille, Lucifer, per essermi stato d'aiuto come tuo solito>>
Gli voltò le spalle e cominciò ad allontanarsi da lui a grandi passi, tentando di convincersi a non tornare indietro per prenderlo a pugni in faccia, nonostante se lo meritasse.
Se Lucifer Morningstar avesse da subito obbedito ai suoi ordini, come avrebbe dovuto, lei sarebbe uscita in tempo da quella cazzo di chiesa, e non avrebbe incontrato suo padre.
Era così infuriata che le tremavano le mani e dovette fare una pausa per calmarsi, perché le persone che camminavano intorno a lei iniziavano a lanciarle veloci occhiate perplesse.
<<Quindi tuo padre è un prete! Immagina la sua faccia se avesse saputo che sua figlia si trovava in compagnia del diavolo in persona!>> esclamò Lucifer, dandole di gomito.
<<Ti fa ridere, eh?>> Michelle non smise di camminare, diretta più velocemente possibile alla propria automobile.
<<Ovviamente sì, Tenente! Perché non me lo hai detto prima?! Quante battute divertenti, avrei potuto inventare apposta per te!>>
La mora respirò a fondo, resistendo al forte istinto di utilizzare la pistola carica che teneva assicurata al fianco.
Il sorriso sornione ed irriverente di Lucifer Morningstar era, dopo le sue parole, ciò che la infastidiva maggiormente.
<<Tu credi che sia un gioco?>> gli chiese <<È questo che pensi, vero?>>
Il diavolo aggrottò appena le sopracciglia nere, accigliandosi.
<<Ho una notizia flash per te: non è affatto un gioco! Un uomo è morto, capito?! C'è un omicida a piede libero, in giro per Los Angeles, e potrebbe fare del male a qualcun'altro, se non lo fermo in tempo>>
Lucifer allargò le braccia, con ovvietà:<<Ed ecco perché sono qui: per aiutarti nelle tue indagini>> affermò, orgogliosamente <<Nessuno è meglio del diavolo, quando si tratta di punire chi se lo merita. Sai, io me ne intendo, di castighi>>
Il Tenente fissò i suoi gelidi occhi di ghiaccio in quelli caldi, scuri e scintillanti dell'uomo che le stava di fronte.
<<Ti posso assicurare>> gli disse, puntandogli il dito indice contro il petto <<Ti posso assicurare che non ho alcun bisogno che un presuntuoso, arrogante e pomposo proprietario di nightclub venga ad insegnare a me come fare il mio lavoro>>
Il diavolo inclinò appena la testa di lato:<<Non era questo che intendevo>>
<<Bene>> il Tenente si tolse la giacca e gliela sbattè tra le mani, poi gli diede le spalle e continuò a camminare.
Tuttavia, Lucifer continuò a seguirla, imperterrito.
Michelle sbuffò:<<Non ho mai desiderato così intensamente di sparare a qualcuno>>
<<Sì, tendo a fare questo effetto>> scherzò il diavolo, sperando di ottenere il perdono della donna <<E comunque - per la cronaca - volevo davvero esserti d'aiuto, Tenente. Non che tu ne abbia bisogno...Ho solo pensato che sarebbe stato carino passare qualche momento insieme al mio capo preferito>>
La donna alzò gli occhi al cielo:<<Non dovresti nemmeno essere qui. Se tu ti facessi male, io finirei in guai seri. Non sei un poliziotto, Lucifer, e non sei nemmeno il mio partner>>
<<Di questo non devi preoccuparti>>
<<No?>> Michelle lo guardò con aria interrogativa.
<<Sono immortale, ricordi? I proiettili mi fanno il solletico>>
<<Certo>> commentò lei, scuotendo la testa <<Però smettila di dirlo, okay? Altrimenti, una volta o l'altra, mi verrà voglia di provarlo di persona>>
Il diavolo sospirò, soddisfatto, e le passò un braccio intorno alle spalle.
Lei gli rivolse subito un'occhiataccia:<<Spazio personale, prego>> e se lo tolse gentilmente di dosso.
<<Ecco perché mi piaci>> commentò allora lui <<Sei una tosta, sei la migliore nel tuo lavoro e sai ciò che vuoi. E non molti di voi umani sanno ciò che desiderano, senza ottenere il mio prezioso aiuto>>
<<Wow, grazie del...complimento. O almeno credo, che lo sia>> sussurrò lei.
<<Beh, sai anche tu come si dice: date al Tenente quello che è del Tenente e a mio Padre quello che è di mio Padre>>
<<Sì, sono piuttosto certa che non facesse così>> Michelle ridacchiò, accarezzando con una mano il cofano della sua auto nera.
<<Libera interpretazione>> le sorrise Lucifer, una mano sulla spalla, con affetto. E stavolta lei lo lasciò fare.
<<Fidati di me: so quanto possano essere opprimenti i padri, soprattutto se la prole decide di prendere strade diverse dalle loro>>
Michelle annuì piano, stupita dalla saggezza di quelle parole. Fino ad allora dubitava che Lucifer Morningstar fosse in grado di rimanere serio per più di tre secondi di fila.
<<E, per quel che vale, credo che tu sia un fantastico poliziotto>> continuò lui <<Ecco perché ti hanno promossa a Tenente, cara>>
La donna sbuffò, piuttosto sorpresa da tutti quegli elogi.
Poi, però, notò gli insistenti sguardi che l'uomo scoccava alla sua auto, e capì il perché di tutte quelle moine:<<Non pensare che ti porterò a risolvere questo caso insieme a me>>
<<Nemmeno se lo chiedo con gentilezza e giuro di fare tutto ciò che mi tu mi dici di fare, fino al giorno del Giudizio Universale ed oltre?>>
Michelle gli sorrise, alzando gli occhi al cielo:<<Sali in macchina>> ordinò, aprendogli la portiera <<Ti riporto dalla detective Decker>>
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